Campionati del mondo, Kigali 2025, prova su strada donne junior, Chantal Pegolo, Giad Silo, abbraccio dopo l'arrivo

Ostiz implacabile, Pegolo argento: le “azzurrine” ci sono

27.09.2025
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KIGALI (Rwanda) – Le azzurrine si sono fatte spazio a spallate tra la vittoria di Finn e la partenza delle elite. Chantal Pegolo ha vinto l’argento, Giada Silo è arrivata quinta. Quando si sono ritrovate in due nel gruppetto di cinque, la fatica ha presentato il conto e l’azione dell’una per l’altra non è stata incisiva come si poteva sperare. Così quando la spagnola Ostiz, che ricorda la prima Bronzini, ha lanciato il suo sprint da una velocità non troppo alta, il cambio di ritmo è stato micidiale. Pegolo ha attinto alle sue doti da pistard e ha accelerato da seduta, mentre l’altra ha attaccato in piedi e con un rapporto più duro.

Campionati del mondo, Kigali 2025, prova su strada donne junior, Elena De Laurentiis
Si va alla partenza: Elena De Laurentiis affida il badge a Saul Barzaghi, fisio della nazionale
Campionati del mondo, Kigali 2025, prova su strada donne junior, Elena De Laurentiis
Si va alla partenza: Elena De Laurentiis affida il badge a Saul Barzaghi, fisio della nazionale

Senza riferimenti al mondo

Sarebbe stata una corsa senza grandi certezze. Le nostre non hanno grande esperienza internazionale, al punto che per correre al Tour du Gevaudan Occitanie di Nations Cup, Giada Silo si è infilata in una mista con l’olandese Flying Freelancers. Lo stesso cittì Velo prima della partenza non sapeva come collocarle nel panorama del mondiale. Ma le corse non seguono sempre copioni prevedibili. E anche se alla fine ha vinto la più forte di tutta la stagione, l’andamento tattico della prova in linea delle donne junior ha permesso alle ragazze di arrivare all’attacco del muro finale di Kimihurura con un gruppo ancora numeroso.

«Marco Velo ci aveva detto che dovevamo aiutarci – spiega Pegolo – perché l’Italia è una squadra, anzi è una famiglia. Con Giada (Silo, ndr) ci siamo parlate. Mi ha detto che poteva provare a fare la differenza nel pavé, quando si scollinava. Ma c’è stato controllo e così intorno agli ultimi 500 metri, dato che ho più sprint di lei, si è messa davanti a tirare e per questo la voglio ringraziare. Solo che la Ostiz ne aveva molta di più. Quando è partita negli ultimi metri di salita, ho visto indietreggiare la svizzera. Ho guardato in basso, perché non riuscivo più a spingere. Mi sono seduta, avevo l’acido lattico nelle gambe. Però mi sono costretta a ripartire, dovevo arrivare perché mancavano 10 secondi di sforzo. Ho tenuto duro, poi ho alzato lo sguardo e ho visto l’arrivo a due metri».

Implacabile Ostiz 

Paula Ostiz è del 2007 e da quest’anno e per i prossimi tre correrà con il Team Movistar. Nel 2025 ha vinto otto corse, fra cui il Giro delle Fiandre. Nella crono pochi giorni fa è arrivata seconda dietro Megan Arens. Su questi arrivi non perdona e lo sapevano bene le altre ragazze, che forse nel finale hanno rinunciato a fare qualsiasi forma di forcing, per non servirle la volata più facile. La sua vittoria ha una storia profonda e risale al secondo posto del 2024 a Zurigo, quando Cat Ferguson riuscì a batterla nella volata a tre.

«E’ un sogno che si avvera – ha detto la spagnola – non riesco a trovare le parole. La mia famiglia mi sta guardando, anche la mia squadra e il mio Paese e devo ringraziarli tutti. Dopo aver visto tutte le altre gare, sapevo che dovevo risparmiarmi fino alla fine. Ho avuto un po’ di crampi, ma alla fine è andata bene e non riesco ancora a crederci».

Alle sue spalle e a quelle di Chantal Pegolo, si è piazzata la svizzera Anja Grossman, che dopo l’arrivo è scoppiata in lacrime, dedicando la sua medaglia a Muriel Furrer, la ragazza scomparsa lo scorso anno durante la gara delle donne junior. Il momento è stato davvero toccante, anche grazie alle sue parole uscite a fatica.

Campionati del mondo, Kigali 2025, prova su strada donne junior, Giada Silo
Giada Silo è caduta, ha speso tanto per rientrare e si è fatta trovare nel finale accanto a Pegolo
Campionati del mondo, Kigali 2025, prova su strada donne junior, Giada Silo
Giada Silo è caduta, ha speso tanto per rientrare e si è fatta trovare nel finale accanto a Pegolo

Chantal arriva da Pasiano di Pordenone, tra il Veneto e il Friuli. Racconta di essersi appassionata al ciclismo quando era bambina, per il desiderio di alzare le braccia come Manlio Moro. Ora frequenta il liceo scientifico sportivo online, ha in programma di iscriversi a Scienze Motorie a Ferrara e dal 2027 sarà con la Lidl-Trek, avendo già firmato il contratto. Mentre lei sbriga tutte le formalità, dalle premiazioni all’antidoping passando per la conferenza stampa, al box azzurro Giada Silo ed Elena De Laurentiis si sono cambiate sotto il portellone aperto del furgone. Ha iniziato a piovere e sotto il gazebo bianco c’erano le elite per cambiarsi.

Il lavoro di Giada Silo

Silo ha il fianco sinistro tutto grattato, per la caduta del primo giro che davvero non ci voleva. Il dottor Corsetti le versa acqua sulle ferite e poi l’aiuta a infilare il giubbino, dandole indicazioni su cosa fare una volta arrivata in hotel. Le due azzurre torneranno in bici, accompagnate da Mattio, Gualdi e Borgo, che dopo aver vinto l’oro con Finn, sono venuti alla partenza per fare una sgambata in tuta e scarpe da ginnastica.

Campionati del mondo, Kigali 2025, prova su strada donne junior, podio con Paula Ostiz, Chantal Pegolo e Anja Grossmann
Paula Ostiz, classe 2007, nel 2025 ha vinto 8 corse fra cui il Fiandre. Sul podio anche la svizzera Grossman
Paula Ostiz, classe 2007, nel 2025 ha vinto 8 corse fra cui il Fiandre. Sul podio anche la svizzera Grossman

«Mi sono trovata per terra al primo giro – dice Giada Silo – quindi mi sono agitata e sono ripartita subito a tutta, sprecando un po’ di energia per rientrare. Potevo prenderla con più calma, ma è andata così. Alla fine siamo arrivati in volata, che non è molto il pane per i miei denti. Speravo in una corsa più dura. Ai 400 metri, mi sono messa davanti a Chantal e ho tirato per lei, almeno per quanto ne avevo. Questi mondiali sono stati un’esperienza indimenticabile, perché è tutto diverso da casa. Siamo stati qua una settimana, abbiamo potuto adattarci e uscire tutti i giorni in bici. Abbiamo visto nuovi territori, è un’esperienza di vita che mi porto a casa assieme al quinto posto di oggi, che è un buon risultato».

Con Chantal Pegolo è arrivata la terza medaglia azzurra, dopo quella di Venturelli e quella di Finn. Le donne elite sono già in gara, poi domani toccherà ai professionisti. Ieri sera le grandi hanno riempito di consigli le sorelline che avrebbero corso prima di loro e qualcosa di giusto devono avergli detto se sono state capaci di cavarsela così bene contro le più forti del mondo. Il concetto di famiglia su cui i tecnici azzurri insistono da sempre non manca di dare buoni frutti.

Cosa ci fa Giada Silo in mezzo alle olandesi?

23.05.2025
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Leggendo la lista di partenza del Tour du Gevaudan Occitanie, una delle prove della Nations Cup femminile, ci siamo chiesti che cosa ci facesse la campionessa italiana Giada Silo, atleta di punta della Breganze Millennium, nella squadra olandese Mix Flying Freelancers-ZZPR.nl. In un contesto di altissimo livello, la veneta si è trovata a competere insieme a una inglese in una squadradi un altro Paese, una scelta un po’ curiosa.

Come si è arrivata ad essa? Il racconto della Silo è pieno di spunti, che caratterizzano un nuovo modo di intendere la propria evoluzione in questa disciplina: «E’ stata un’esperienza che mi ha arricchito molto, gareggiando e vivendo una settimana con ragazze e staff di una cultura diversa dalla mia, immergendomi in una realtà a me sconosciuta avendo la possibilità di gareggiare in una prova importante, una delle più prestigiose del calendario juniores».

Giada Silo in maglia tricolore con le compagne di squadra olandesi e l’inglese Isaak
Giada Silo in maglia tricolore con le compagne di squadra olandesi e l’inglese Isaak
Come è nato il contatto?

Io sapevo che la nostra squadra non poteva partecipare e che non era prevista la presenza di una squadra nazionale, così ho chiesto agli organizzatori se c’era modo di esserci magari inserita in un’altra squadra non a pieno organico. Loro hanno chiesto alle formazioni che avevano aderito e sapevano che c’erano alcune ragazze dei due club olandesi che avevano chiesto come me di esserci. Così hanno messo su una squadra mista.

Come ti sei trovata?

Molto bene con tutte, ma ho notato che affrontiamo questo sport in maniera differente. Un esempio è il cibo: io sono abituata a mangiare in maniera diversa rispetto a loro, che scelgono un altro tipo di alimentazione. Ma sono state proprio cose come questa che hanno reso la mia esperienza molto istruttiva.

La corsa ha premiato la canadese Sidney Swierenga, quinta nel 2024, sulle iberiche Ostiz e Neira (foto DirectVelo)
La corsa ha premiato la canadese Sidney Swierenga, quinta nel 2024, sulle iberiche Ostiz e Neira (foto DirectVelo)
Ti hanno lasciato mano libera nell’interpretazione della corsa o c’erano disposizioni specifiche pur essendo la vostra una squadra atipica?

A me era stato detto di rimanere abbastanza al coperto inizialmente, nella prima tappa per preservarmi per la seconda che era più adatta alle mie caratteristiche. In particolare, e questo mi ha colpito, mi hanno chiesto di impegnarmi nei traguardi intermedi, compreso il Gran Premio della Montagna. Noi li vediamo normalmente come aspetti secondari di una tappa, loro invece ci tengono molto.

Come sei andata?

Nella prima tappa avevo buone sensazioni, la gamba rispondeva. Sono rimasta nel primo gruppo, ma alla fine nessuna di noi è finita nella top 10 e alla fine eravamo tutte un po’ deluse, alla sera l’atmosfera era un po’ mesta. Il secondo giorno c’erano più salite, lo scorso anno ero andata piuttosto  bene con la nazionale e mi ricordavo il percorso, così nella prima parte sono entrata nel gruppetto di testa. In discesa siamo andate via in 5 e abbiamo preso anche un bel vantaggio, quasi un minuto. A metà corsa però una spagnola mi è caduta davanti e non ho potuto evitarla.

Le conseguenze della brutta caduta in Francia, costatele qualche giorno di stop. Con lei la diesse Van Gogh
Le conseguenze della brutta caduta in Francia, costatele qualche giorno di stop. Con lei la diesse Van Gogh
Hai riportato danni?

Mi sono fatta male, la botta è stata forte. Io sarei anche ripartita subito, ma la bici era finita dentro un fosso e si era danneggiata, l’ammiraglia era rimasta in fondo al gruppo, così ho perso molto tempo e mi sono ritrovata, io che ero in fuga, accodata all’ultimo gruppo. La corsa ormai era andata.

A fine manifestazione che cosa ti hanno detto i responsabili olandesi?

La nostra diesse, Natalie Van Gogh, era molto soddisfatta di come sono andata, mi ha detto che ha apprezzato particolarmente il fatto che non mi sono data per vinta dopo la caduta, ma che ho comunque ripreso e ho recuperato molte posizioni, dimostrando carattere. Mi ha anche detto che se voglio fare altre esperienze all’estero, loro sono disponibili ad accogliermi.

Per la tricolore Silo, 45esima posizione finale, ma buoni riscontri da parte del team olandese
Per la tricolore Silo, 45esima posizione finale, ma buoni riscontri da parte del team olandese
E’ un contatto importante. Ci sono anche i prodromi per vederti in futuro in un grande team?

Lei ha detto che mi raccomanderà a qualche squadra importante e questo mi ha fatto  molto piacere, ha reso la mia trasferta decisamente positiva al di là dei risultati venuti a mancare.

Fino ad allora com’era stata la tua stagione?

Un po’ sulla stessa linea di com’è andata la trasferta francese. La sfortuna sembra non voglia lasciarmi, lasciare questa maglia tricolore. Avendo strusciato sull’asfalto, quella caduta mi ha procurato ustioni di secondo grado su entrambe le gambe e mi ha costretta a fermarmi. Ma anche prima le cose non erano andate benissimo, tra crampi e condizione che faticava ad arrivare.

Per la veneta un inizio stagione difficile, con due sole Top 10 in cascina. Ma ora arriva l’estate a lei propizia
Per la veneta un inizio stagione difficile, con due sole Top 10 in cascina. Ma ora arriva l’estate a lei propizia
Uno stop che non ci voleva…

Io spero di ripartire da qui. Ora arriva l’estate, spero che succeda come lo scorso anno quando i risultati hanno iniziato ad arrivare a giugno, compreso il titolo italiano, spero che avvenga lo stesso, infatti guardo ora alla difesa della maglia. Dopodomani mi aspetta il Fiandre di categoria, già il fatto di esserci sarà importante.

Il mondiale di Silo: orgoglio, forza e tanto carattere

26.09.2024
5 min
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ZURIGO (Svizzera) – La gara di Giada Silo termina dopo il traguardo, nonostante i crampi che le hanno bloccato entrambe le gambe a 100 metri dalla linea d’arrivo e l’hanno fatta cadere rovinosamente. E’ testarda la ragazzina della Breganze Millenium, al primo anno nella categoria juniores e protagonista di una corsa da prima della classe. Dopo qualche minuto si rialza, parla con lo staff a bordo strada e lentamente riparte. Alla fine l’ordine di arrivo recita un 58° posto a 7 minuti e 25 secondi dalla vincitrice Cat Ferguson. Ma la prestazione di Giada Silo non si racchiude nei numeri, bensì nella forza e nella volontà di dare quel qualcosa in più.

Il podio di Zurigo: oro per Cat Ferguson, argento e bronzo a Paula Ostiz e Viktória Chladonová
Il podio di Zurigo: oro per Cat Ferguson, argento e bronzo a Paula Ostiz e Viktória Chladonová

Il dispiacere del cittì

Il podio iridato si delinea a una ventina di chilometri dal traguardo, a pochi metri dallo scollinamento della salita di Witikon, sul circuito finale. Giada Silo era in coda a Cat Ferguson, Paula Ostiz e Viktória Chladonová. Uno sforzo enorme, iniziato quando la corsa era ancora lontana dal prendere una forma. Le inglesi hanno iniziato a modellare il gruppo a loro piacimento, con attacchi e contrattacchi. L’azzurra ha seguito, sempre, in ogni istante. Paolo Sangalli ne aveva parlato proprio con Giada al bus durante il riscaldamento. 

«Le ragazze – racconta dopo l’arrivo – hanno fatto quello che ci eravamo detti prima di partire, la gara è uscita esattamente come avevamo programmato. Noi c’eravamo, Giada Silo è primo anno, ha fatto una gara eccezionale, le sono mancati quei 30 secondi sulla salita. Però ci sta per una ragazza alle prime esperienze, quindi sono davvero contento. Quello che più mi spiace è il mancato piazzamento, avrebbe fatto come minimo sesta. Era lì e si stava giocando tutto il volata, lo avrebbe meritato. Ma la cosa importante è che non si sia fatta male».

Un soffio

Racchiudere questa corsa nei numeri sarebbe un peccato e una mancanza di rispetto per la fatica e l’impegno messo dalle ragazze di Sangalli. Tutte hanno fatto la loro parte, si sono prese carico dell’andamento della gara facendosi trovare nel posto giusto al momento giusto. 

«Non solo Silo meritava il piazzamento – continua – ma tutta la squadra. Hanno corso davvero bene, sono state dei colossi. La Ferguson la conosciamo, ha già vinto con le elite, sono state brave a non aver timore. Dico che se lo sarebbero meritate tutte perché l’impegno è stato impareggiabile, ma le corse sono così. E’ successa una cosa che a memoria non ricordo, quindi prendiamo davvero il positivo perché hanno fatto una gran gara, muovendosi da squadra. L’obiettivo è quello di correre come le grandi, come le nostre elite e loro l’hanno fatto. Queste ragazze sono qua chiaramente per cercare il risultato massimo, ma anche per crescere. Il ciclismo non finisce nella categoria juniores ma inizia. E’ un’esperienza che servirà quando passeranno prima under e poi elite».

L’orgoglio della Silo

Giada Silo scende dal pullman azzurro ancora con le lacrime che le rigano il viso e le riempiono gli occhi. Non è facile digerire una delusione del genere, ma appena si siede per parlare con noi ritrova il respiro e la forza di raccontare quanto fatto. I complimenti si sprecano, d’altronde la prestazione ha davvero lasciato un piacevole ricordo. 

«Partiamo dal bello – ci dice – per me è stata una bellissima esperienza. Non pensavo di prendere le ruote di una ragazza più forte (il riferimento è a Cat Ferguson, ndr) e sono abbastanza sorpresa su me stessa. Però purtroppo è successo quello che è successo ed è andata così. Negli ultimi due chilometri c’eravamo io e la francese Gery che continuavamo a controllarci per la quinta posizione. Appena è partita mi sono alzata sui pedali, ma in quel momento mi sono venuti dei crampi a tutte le gambe che si sono bloccate. E’ per quello che sono caduta».

La delusione e le lacrime continuano anche al bus
La delusione e le lacrime continuano anche al bus

La conferma

Quello che esce poi è l’orgoglio e la consapevolezza di avere le qualità giuste per indirizzare la crescita verso grandi obiettivi. Oggi si è persa una corsa, per quanto dolorosa, ma come detto dal cittì Sangalli il cammino inizia ora. Quei trenta secondi mancanti sono il punto da cui partire.

«La gara era sulla Ferguson – conclude Silo – all’inizio sono riuscita a starle dietro. Verso l’ultima salita, quella più lunga, ho cominciato ad accusare dei crampi e non sono riuscita a tenere il suo ritmo fino in cima. In quei pochi metri ho capito che la Ferguson comunque non è un passo oltre, ma tre in più di me. Devo farne strada per arrivare ai suoi livelli, però sono soddisfatta, ho capito che il mio nome c’è e posso fare bene».

Giada Silo sale sul van della nazionale, direzione casa. In valigia metterà la delusione e il rammarico, ma sappiamo che li lascerà in fondo, sopra c’è spazio per l’orgoglio e la voglia di rifarsi.

Silo, la nuova tricolore che ama fare fatica

04.07.2024
5 min
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Paolo Sangalli aveva visto lungo, a proposito di Giada Silo. Di ritorno dal Tour du Gevaudan aveva sottolineato come da lei avesse avuto quelle risposte che si attendeva su un percorso adatto alle sue caratteristiche. La forza della veneta è proprio questa: è conscia delle sue possibilità, ha bisogno di percorsi impegnativi dove non tradisce. Per questo aveva cerchiato di rosso la data del campionato italiano di Casella. E non ha tradito.

Atleta al primo anno junior, la Silo è approdata al ciclismo da perfetta innamorata: «Il mio è stato un colpo di fulmine – racconta la ragazza della Breganze Millenium – una decina di anni fa i miei genitori mi portarono a fare una prova al velodromo di Sossano. Alla sera avevo già il borsone con tutto il necessario, bici compresa…».

Il podio della gara tricolore con Silo davanti a Milesi (a 37″) e Pegolo (a 1’19”, foto organizzatori)
Il podio della gara tricolore con Silo davanti a Milesi (a 37″) e Pegolo (a 1’19”, foto organizzatori)
Sei arrivata a Casella tra le grandi favorite, protagonista lungo tutta la stagione anche se la vittoria era arrivata solamente sei giorni prima…

L’avevo cercata tanto e qualche piazzamento alla lunga mi era risultato un po’ amaro. Poi la vittoria della settimana precedente alla Coppa Giudicarie Centrali mi ha sbloccato, mi ha permesso di arrivare alla gara tricolore più tranquilla e concentrata su quel che potevo fare.

Che gara è stata quella tricolore?

Complicata, non tanto per le questioni climatiche visto che la pioggia annunciata alla vigilia non c’è stata, ma è stata di difficile interpretazione tattica. C’è stata bagarre sin dall’inizio con Biesse Carrera e BFT Burzoni che hanno fatto subito selezione. A un certo punto, ripresa la prima fuga, davanti eravamo in una trentina con solo io e la Bulegato del team e a quel punto eravamo un po’ spaesate perché la gara non si era messa come volevamo. Per fortuna da dietro sono rientrate altre e il nostro team si è rinfoltito.

Il momento decisivo della corsa, la fuga con Milesi e La Bella sulla salita di Crocefieschi
Il momento decisivo della corsa, la fuga con Milesi e La Bella sulla salita di Crocefieschi
A un certo punto, sulla salita di Crocefieschi, è andata via una fuga di 6 atlete con anche una tua compagna, Eleonora Deotto. A quel punto hai pensato che fosse finita?

Quando hanno superato il vantaggio di 1’20” sì, ma ero tranquilla perché comunque una compagna c’era. Erano però sei velociste, quindi in salita hanno pagato dazio e la battaglia è riesplosa. Eleonora La Bella ha provato a  fare selezione, dietro siamo andate Milesi e io, poi a un chilometro dallo scollinamento ho forzato e ho avuto partita vinta.

Sono questi percorsi quelli che preferisci?

Sicuramente, a me piace far fatica, i tracciati impegnativi dove bisogna salire mi piacciono molto. Forse è anche per questo che nelle gare all’estero, almeno per quelle che ho fatto, mi trovo bene.

La Silo si era già messa in evidenza al Tour du Gevaudan, prova di Nations Cup chiusa al 6° posto
La Silo si era già messa in evidenza al Tour du Gevaudan, prova di Nations Cup chiusa al 6° posto
Hai trovato differenze?

Molte. Intanto per il fatto che a inizio stagione le squadre straniere sono molto più avanti di noi nella preparazione, poi perché non aspettano particolari tratti del percorso, è una battaglia continua. Noi siamo abituate ad aspettare la salita, a correre in maniera più passiva nella prima parte di gara.

Che cosa cambia con la maglia tricolore indosso?

Devo ancora realizzare quanto ho fatto anche se è passato qualche giorno. Io ho intenzione di onorarla al meglio, il che significa che queste due vittorie a distanza di soli sei giorni non devono restare da sole, ma essere un viatico verso nuovi successi su quelle gare che si prestano alle mie caratteristiche. Domenica ad esempio c’è l’appuntamento di Massa Finalese che ha un tracciato molto più facile, in questo tipo di gare mi metterò a disposizione delle compagne.

Finora la Silo ha colto 2 vittorie e 11 piazzamenti nelle prime 10. Ora punta ai mondiali in azzurro
Finora la Silo ha colto 2 vittorie e 11 piazzamenti nelle prime 10. Ora punta ai mondiali in azzurro
Il percorso dei mondiali però sembra davvero pane per i tuoi denti…

Ne parlerò con Sangalli per poterlo preparare bene, avvicinarci nella maniera migliore alla gara svizzera. Anch’io penso che possa essere un percorso adatto a me, ma bisognerà arrivarci al massimo della forma.

Tu hai iniziato su pista, è ancora una tua alternativa?

Ci tengo molto, anzi mi è spiaciuto non aver potuto preparare gli europei della prossima settimana ma volevo concentrarmi sull’attività su strada e l’appuntamento tricolore, quindi ho preferito chiamarmi fuori, ma spero che per i mondiali ci sia possibilità di far parte del gruppo. Le mie specialità preferite sono l’inseguimento individuale e l’omnium, dove rendo di più.

La veneta è al suo primo anno alla Breganze Millenium, ma conta di rimanere
La veneta è al suo primo anno alla Breganze Millenium, ma conta di rimanere
Sai che dopo questa vittoria tricolore le grandi squadre ti guarderanno con maggiore interesse?

E’ probabile, ma anche se non ho un procuratore, non voglio anticipare troppo i tempi. Parlerò con la società per continuare la mia permanenza il prossimo anno e intanto verificare quali saranno le migliori possibilità future. So che d’ora in poi mi guarderanno tutte come un riferimento, ci sarà più tensione in gara, ma questo non mi fa paura, io voglio continuare sulla strada della vittoria.

L’eredità di Venturelli, il settore junior donne è ripartito

28.05.2024
5 min
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L’impegno del cittì Sangalli per comporre composizione del quartetto delle stradiste per Parigi 2024 è particolarmente complesso, ma i compiti riservati alla categoria juniores non sono tanto da meno. Le prime uscite della nazionale nelle prove di Nations Cup sono state avare di soddisfazioni, anche se le presenze in top 10 di Iaccarino all’EZP Omloop van Borsele e di Silo, La Bella e Milesi nel Tour du Gevaudan dicono che comunque siamo sempre lì, nei quartieri alti.

Piazzamenti che però a Sangalli dicono che la base c’è, ma che bisogna lavorare tanto: «Soffriamo per due ragioni ben distinte – ammette il cittì – la prima è strutturale ed è data dalla contemporaneità con gli impegni scolastici, come d’altronde si vede anche tra i pari età. All’estero hanno un’altra struttura per lo studio delle giovani generazioni, hanno più attenzione e possibilità per fare sport, per noi cambia tutto da giugno in poi, quando gli impegni scolastici vengono meno e le ragazze possono allenarsi di più e meglio, anche mentalmente»

Paolo Sangalli si divide fra l’impegno nella nazionale maggiore e quello per le juniores
Paolo Sangalli si divide fra l’impegno nella nazionale maggiore e quello per le juniores
E la seconda?

La seconda è più contingente al momento storico ed è legata al cambio di categoria di Venturelli, che per due anni è stata un riferimento assoluto ergendosi fra le leader internazionali. I suoi risultati erano il fiore all’occhiello del movimento che ora non ha più un simile riferimento. Si è visto proprio in queste uscite internazionali dove pure abbiamo fatto bene.

La prova francese era più adatta dell’altra alle nostre caratteristiche, considerando che almeno numericamente siamo stati in prima vista?

Era una corsa per scalatrici. La gara si è costruita nella prima frazione dove c’era uno strappo duro, di 3 chilometri con pendenze al 10 per cento. Non è un caso se a vincere è stata Cat Ferguson, la britannica già avversaria della Venturelli nel 2023 e che è già nell’orbita della Movistar, dove approderà dall’1 agosto. Lei è già forte di suo, si vedeva però che aveva qualcosa in più, è già proiettata verso la categoria superiore.

Ferguson ha sbancato entrambe le prove di Nations Cup. Ad agosto passerà alla Movistar
Ferguson ha sbancato entrambe le prove di Nations Cup. Ad agosto passerà alla Movistar
I risultati delle ragazze che cosa ti hanno detto?

Il 6° posto finale di Giada Silo è un buon risultato, conferma quel che pensavo di lei, è venuta fuori nell’occasione che conta su un percorso che a lei si confaceva. Mi aspettavo un po’ di più da Eleonora La Bella, che aveva fatto molto bene lo scorso anno, ma il suo discorso rispecchia quanto detto prima. Mi aspetto un salto di qualità dall’estate in poi.

Trovi differenze tra le ragazze di primo e secondo anno?

Dipende dalle gare. Le due prove di Nations Cup in questione erano molto diverse: quella olandese richiedeva un alto grado di preparazione, le differenze si contavano, tanto per intenderci, in forma di watt… In Francia era un percorso per specialiste, per scalatrici e lì sono emerse le caratteristiche personali. In quest’ultimo caso sì, le ragazze di secondo anno erano un po’ avvantaggiate, in salita si vedeva che avevano qualcosa in più dato dall’età in costante evoluzione.

Iaccarino prima al Trofeo Bussolati Asfalti (foto Flaviano Ossola)
Iaccarino prima al Trofeo Bussolati Asfalti (foto Flaviano Ossola)
Sono gare che ti sono servite per le prove titolate future?

Delle indicazioni me le hanno date. Iaccarino ad esempio ha fatto bene in Olanda e la vedo molto importante per una gara piatta come dovrebbe essere quella dell’europeo. Lei si era messa in evidenza con un ottimo inizio stagione anche lo scorso anno, poi si era un po’ persa. Vedremo che non accada lo stesso in questa stagione.

E per i mondiali?

Quello sarà un percorso davvero duro. Io confido molto in La Bella, se raggiungerà i picchi di forma che mi aspetto sarà un bell’elemento in quell’occasione. Deve ritrovarsi, raggiungere i livelli che mi aspetto da lei, può riuscirci.

Eleonora La Bella nel 2023 ha vinto il Team Relay agli europei. Sangalli punta su di lei per i mondiali
Eleonora La Bella nel 2023 ha vinto il Team Relay agli europei. Sangalli punta su di lei per i mondiali
Abbiamo detto della perdita, sempre relativamente alla categoria, di Venturelli. Spostando l’attenzione alle ragazze arrivate dalla categoria allievi, come Sanarini vincitrice degli Eyof?

In questo caso bisogna stare molto attenti a dare il giusto valore a quei risultati. Quando si passa junior, si azzera tutto. Sanarini e Pegolo che erano le nostre portacolori nella rassegna omnisportiva sono ottimi elementi, ma scontano il passaggio di categoria, soprattutto la prima. Bisogna cambiare approccio, mentalità. Bisogna aiutarle in questo. Non sono abituate ad esempio a partire a tutta e ritrovarsi subito in fila indiana, a lottare per la posizione, a tenere ritmi subito forsennati.

Un problema del quale hai investito i direttori sportivi?

Sì, trovando terreno fertile, grande comprensione. Ad esempio insisto molto che nelle trasferte con la nazionale ci sia al fianco anche una squadra di club, per allargare il più possibile l’esperienza di queste ragazze. A giugno sarà più semplice anche da questo punto di vista.

Giada Silo, talento della Breganze Millennium in evidenza anche in Francia
Giada Silo, talento della Breganze Millennium in evidenza anche in Francia
Tornando a Giada Silo, che impressione ne hai tratto?

Non mi baso solamente sulla nostra trasferta, guardo un po’ tutta l’attività dove cerco di essere presente per quanto possibile. Ho trovato una ragazza determinata, con la mentalità giusta e inserita in un team, la Breganze Millennium che lavora bene. Non deve avere premura, faccia il suo corso, ma è un bel prospetto.