Merida ha recentemente ampliato il proprio “roster” di testimonial accogliendo Alessandro Vanotti, ex ciclista professionista noto per le sue abilità strategiche all’interno dei team in cui ha militato. Il primo impegno ufficiale di Vanotti nel suo nuovo ruolo di ambassador sarà la Merida Valtellina Social Ride, evento che si terrà sui celebri passi dello Stelvio e di Gavia.
Alessandro Vanotti è una figura di rilievo nella storia recente del ciclismo italiano. Nel corso della sua carriera, durata ben 16 anni, ha pedalato accanto a campioni del calibro di Ivan Basso, Vincenzo Nibali e Fabio Aru. Il suo contributo è stato poi fondamentale per numerose vittorie di squadra. Oggi, Vanotti mette a disposizione la sua vasta esperienza nel nuovo ruolo di ambassador per Merida. Unendosi ad un gruppo di illustri rappresentanti del marchio che operano sia nel ciclismo su strada che in quello “off-road”. Oltre alla sua specializzazione su strada, Vanotti è anche impegnato come responsabile di una scuola di mountain bike. Una dimostrazione della propria versatilità e passione per il ciclismo in tutte le sue forme.
Come anticipato, il primo evento che vedrà protagonista il neo-ambassador sarà la Merida Valtellina Social Ride, prevista per il 31 agosto e il 1 settembre. Durante questa manifestazione, i trenta ciclisti fortunati che si sono registrati avranno l’opportunità di pedalare insieme a Vanotti sui leggendari passi dello Stelvio e di Gavia. Non sarà solo in questa avventura: ad accompagnarlo ci sarà anche un altro ambassador di Merida, Sonny Colbrelli.
Per questa nuova collaborazione, Alessandro Vanotti ha scelto di pedalare una Scultura 9000, uno dei modelli di punta della gamma su strada di Merida: una bicicletta che rappresenta l’eccellenza tecnologica e la qualità che caratterizzano il marchio taiwanese.
Una strategia definita
Merida Industry Co. Ltd. è stata fondata nel 1972 a Yuanlin, Taiwan, da Ike Tseng. Il nome Merida deriva dalla combinazione delle tre sillabe “Me-Ri-Da”, che simboleggiano l’obiettivo di produrre articoli di alta qualità che permettano a chiunque di raggiungere i propri traguardi nel modo più piacevole possibile. L’azienda è oggi un esempio di successo grazie alla produzione a Taiwan e al centro di ricerca e sviluppo situato in Germania. Questo binomio ha reso Merida uno dei marchi di riferimento nel settore del ciclismo, con un’offerta che include biciclette da strada, Mtb, gravel e proposte elettriche.
L’ingresso di Alessandro Vanotti nel team degli ambassador Merida rafforza ulteriormente la posizione del marchio nel panorama ciclistico italiano, ma non solo. La sua esperienza e la sua passione per il ciclismo sono difatti in perfetta sintonia con i valori di Merida, e il suo coinvolgimento in eventi come la Merida Valtellina Social Ride contribuirà a promuovere non solo il brand, ma anche la passione per il ciclismo tra gli appassionati praticanti. L’inclusione di Vanotti nel team degli ambassador Merida è altresì una mossa strategica che promette di portare grandi benefici al marchio con eventi importanti già all’orizzonte.
La Valtellina guarda già alla prossima estate e alla stagione turistica che verrà. L’inizio è fissato per giugno 2024, più precisamente sabato 1 e domenica 2. L’evento di grande rilievo riguarderà, ancora una volta, un format che ormai è un’istituzione: la chiusura dei passi. Si parte con il Passo Forcola.
«Ripartiamo con la certezza che l’evento Enjoy Stelvio Valtellina è in grande crescita – dice Gigi Negri – il 2023 è stato un anno ricco di numeri ed eventi (in apertura foto Enjoy Stelvio Valtellina). La risposta cicloturistica in Valtellina è stata elevata, grazie all’arrivo di nuove forme di amanti della bici. Non ci sono solamente gli “appassionati storici”, ma è nato un discorso di turismo familiare. Sulle nostre strade, piste ciclabili e sentieri vediamo sempre più famiglie che si dedicano alle vacanze fatte in sella. I genitori vogliono abbandonare i motori e immergersi nella natura e nel farlo va alla ricerca di servizi di livello: come bike hotel che diano prodotti del territorio. Il fulcro non è solo la bici, ma la scoperta di tutto quello che una terra come la Valtellina può offrire».
Fra i primi appuntamenti del 2024 ci sarà Campo Moro (foto Enjoy Stelvio Valtellina)I paesaggi mozzafiato fanno da cornice agli eventi (foto Enjoy Stelvio Valtellina)Bisogna portare con sé solo il gusto della pedalata (foto Enjoy Stelvio Valtellina)
Due novità
Come sottolineato anche dallo stesso Gigi Negri, Enjoy Stelvio Valtellina è un evento che ha raccolto sempre più consensi. Basti pensare che nel 2023, gli appassionati che si sono cimentati nella scalata di uno dei passi presenti nell’iniziativa sono stati 23.000. I cicloturisti non hanno avuto modo di pedalare solamente su alcune delle salite mitiche di questo territorio come Stelvio, Gavia, Mortirolo e Cancano, ma di scoprirne di nuove. Negli anni, infatti si sono aggiunte: Passo Spluga, Passo San marco, Campo Moro e Passo Forcola di Livigno.
Il 2024 si aprirà con una grande novità, con l’aggiunta in calendario di un’ulteriore data di chiusura della salita di Campo Moro. La seconda novità riguarda l’ingresso di una nuova sfida per gli amanti dei pedali. Infatti, i cicloturisti potranno mettersi alla prova sul versante del Mortirolo di Sernio. Questo tratto di strada, che percorre la dorsale della mitica salita legata indissolubilmente al mondo del ciclismo, è stata percorsa dal Giro d’Italia U23. Diventano così due i versanti del Mortirolo sui quali pedalare in sicurezza.
La salita iconica della Valtellina, lo Stelvio, sarà riservato alle bici il 12 giugno e il 31 agosto (foto Enjoy Stelvio Valtellina)Nel 2023 l’affluenza per totale è stata di 23.000 cicloturisti (foto Enjoy Stelvio Valtellina)Lo Stelvio sarà aperto solo alle bici in due date: 12 giugno e 31 agosto (foto Enjoy Stelvio Valtellina)Nel 2023 l’affluenza per totale è stata di 23.000 cicloturisti (foto Enjoy Stelvio Valtellina)
Le date
Si partirà con il fine settimana dell’1 e 2 giugno 2024 con la chiusura al traffico veicolare del Passo Forcola, dalla località Alpe Vago. Sempre nello stesso mese, dal 12 al 15, saranno chiusi, in ordine: Passo dello Stelvio, Laghi di Cancano, Passo Gavia e San Marco. Tutte queste strade rimarranno a disposizione dei soli ciclisti dalle 9 alle 13. A chiudere il mese di giugno ci penserà il Passo dello Spluga, nella giornata di domenica 30.
A luglio i giorni di chiusura saranno tre – sabato 6, venerdì 12 e sabato 13 – e vedranno interessate le salite di Campo Moro (da Franscia), Laghi di Cancano e Mortirolo (da Mazzo). Agosto replica con altre tre date: 29, 30 e 31. Questa volta il versante del Mortirolo chiuso al traffico veicolare sarà quello di Sernio, toccherà poi ancora ai Laghi di Cancano e al Passo dello Stelvio.
L’edizione 2024 dell’Enjoy Stelvio Valtellina si concluderà in bellezza domenica 1 e domenica 8 settembre. Gli ultimi due appuntamenti riguarderanno il Passo Gavia e Campo Moro (da Lanzada).
L’accoppiata casco e occhiali Salice è ormai una certezza nel mondo del ciclismo professionistico. L’azienda nata sulle sponde del lago di Como può annoverare diverse collaborazioni. Fra queste spiccano quelle con le squadre Petrolike e Rime Drali. Gli atleti, professionisti dell’una e under 23 dell’altra, possono oggi contare sul meglio dei prodotti firmati Salice.
«Lavorare con atleti professionisti o di squadre continental – spiega Paolo Tiraboschi, che per Salice cura i rapporti con i team – ci permette di avere i giusti feedback. Ai massimi livelli del ciclismo i prodotti devono essere leggeri e funzionali, l’azienda realizza il design in base alle indicazioni che riceve dai corridori».
Il casco Gavia è dotato di ben 15 prese d’aria, per un ricambio continuoIl rotore posteriore ha una luce di sicurezza integrataIl casco Gavia è dotato di ben 15 prese d’aria, per un ricambio continuoIl rotore posteriore ha una luce di sicurezza integrata
Casco Gavia
Quando si parla di eccellenza nel mondo dei caschi da strada, non si può non menzionare il modello Gavia. Un prodotto che offre una ventilazione costante, anche a basse velocità. Questo è dovuto alla presenza di 15 fori e da un’imbottitura interna ridotta, che evita l’accumulo di calore. Nonostante il peso contenuto, la protezione è sempre massima, infatti Salice ha deciso di utilizzare, per la costruzione della calotta del casco Gavia, la tecnologia in-moulding. Si tratta di un mix tra policarbonato e EPS, dotata di un sistema antiscalzamento. La presenza del rotore posteriore, nel quale è integrata anche una luce di sicurezza, rende la chiusura sicura e modulabile. In più, nella parte esterna della calotta, sono state inserite due guide per il posizionamento degli occhiali.
«Nel caso del casco Gavia – racconta Tiraboschi – la protezione deve andare di pari passo con la leggerezza. Il mix di policarbonato e EPS serve proprio a questo: superare i test imposti dall’UCI e riuscire comunque a fornire un prodotto performante. Il Gavia rimane il nostro casco più areato, cosa sulla quale ha influito in maniera positiva il feedback dei corridori. E’ un’evoluzione dei modelli precedenti, migliorare i nostri prodotti è un obiettivo costante, sul quale l’atleta ha un grosso impatto».
Il modello 027 ha come base una lente cilindricaE’ facile da smontare, per cambiare comodamente lente a seconda delle esigenzeIl modello 027 ha come base una lente cilindricaE’ facile da smontare, per cambiare comodamente lente a seconda delle esigenze
Occhiali 027
Come detto all’inizio, i corridori del team Petrolike e Rime Drali possono contare su casco e occhiali. Insieme al casco Gavia, in Salice consigliano l’utilizzo degli occhiali 027. Un modello polivalente, in grado di accontentare tutti i ciclisti. E’ composto da una lente cilindrica, essenziale e trasparente. E’ possibile poi sostituirla con altre lenti più scure e protettive. La parte delle aste e della lente sono collegate con un attacco laterale. Tutte le parti sono stampate in Grilamid e permettono la sostituzione ed il cambio delle lenti con una manovra facile e veloce. Terminali e nasello sono invece realizzati in Megol, materiale anti scivolamento e antiscalzamento. Il posizionamento risulterà quindi saldo in ogni fase di corsa o allenamento. Il modello 027 è predisposto per il montaggio del Kit Optik B6 che permette l’uso di lenti con correzione massima diottrica di 3,5 e supporta lenti oftalmiche base 4.
«Per gli occhiali 027 – conclude Tiraboschi – la particolarità sta nelle lenti cilindriche. La caratteristica è che da cima a fondo risultano piatte, si tratta prettamente un fattore estetico. Quello che più conta nella lente è la protezione dai raggi solari, quindi da quali filtri è composta. Per dare profondità di scelta spesso forniamo due o tre lenti per ciascun modello. Il modello più gettonato è la Radium, che offre ottima protezione totale, anche in caso di cambio repentino del clima».
Saranno le mitiche ascese valtellinesi del Passo dello Stelvio e del Passo Gavia le assolute protagoniste del secondo appuntamento con la social ride di Merida Italy. L’iniziativa consentirà a tutti coloro che vorranno partecipare di pedalare lungo gli epici tornanti dei due passi alpini accompagnati da Sonny Colbrelli ed in sella alle biciclette Merida del team Bahrain Victorious. E questo anche grazie alla perfetta coincidenza, nei stessi giorni dell’iniziativa, di Enjoy Stelvio Valtellina che prevederà (il 2 e 3 settembre prossimi) le strade delle due storiche salite legate alla storia del grande ciclismo completamente chiuse al traffico. Enjoy Stelvio Valtellina è un evento che dal 2018 programma un calendario specifico di chiusure al traffico motorizzato con l’intento di valorizzare i grandi passi alpini del Parco dello Stelvio e dell’Alta Valtellina.
Dopo il successo della prima iniziativa, andata in scena in giugno in occasione del Sella Ronda Bike Day, torna dunque e… raddoppia l’imperdibile giornata in bicicletta promossa da Merida Italy. Dalle splendide Dolomiti la Merida Social Ride si sposta sposta nello scenario dell’Alta Valtellina dove si potrà scegliere se prendere parte alla pedalata sul Passo dello Stelvio, sabato 2 settembre, oppure a quella lungo i tornanti del Passo Gavia l’indomani domenica 3 settembre.
Colbrelli insieme allo staff di Merida e la sua Reacto Limited EditionColbrelli insieme allo staff di Merida e la sua Reacto Limited Edition
Sui pedali con il Re di Roubaix
E per affrontare al meglio questi due splendidi tracciati, lungo cui si sono scritte autentiche pagine di storia del ciclismo mondiale, Merida Italy metterà a disposizione di ciascun partecipante una Scultura Team: esattamente la stessa bicicletta con cui gareggiano i corridori del Team Bahrain Victorious, nonché la divisa ufficiale del team. Ma non solo, a guidare lo speciale gruppo di 12 fortunati ciclisti selezionati dalla campagna social – già in corso in questi giorni – sarà niente meno che il vincitore della Parigi-Roubaix 2021 Sonny Colbrelli, che pedalerà con la sua personalissima Merida Reacto Limited Editionrecentemente presentata presso la sede italiana del bike brand taiwanese.
La Valtellina è un autentico paradiso per i ciclistiI tornanti dello Stelvio attendono i partecipanti della Merida Valtellina social ride (foto Enjoy Stelvio Valtellina)La Valtellina è un autentico paradiso per i ciclistiI tornanti dello Stelvio attendono i partecipanti della Merida Valtellina social ride (foto Enjoy Stelvio Valtellina)
L’iscrizione alla Merida Valtellina social ride è gratuita, ma la previsione è quella di un massimo di 12 posti disponibili per ciascuna delle due giornate, quella sullo Stelvio e quella sul Passo Gavia (non si potrà prendere parte a tutti e due gli appuntamenti). In entrambi i casi il punto di partenza delle due pedalate sarà Bormio.
Per scalare i fantastici passi del Parco dello Stelvio come un vero professionista, è già possibile inviare la propria candidatura compilando il modulo al seguente indirizzo (reperibile anche sul sito web e sui profili social di Merida Italy):
Il Team Bahrain Victorious, sfortunato al Giro per le cadute di Landa e Mohoric, punta forte sulle corse a tappe. Colbrelli l'uomo di punta per le classiche
La posizione di Colbrelli desta curiosità: visto quanto è corto? Sonny è in volo per la Francia e intanto ne parliamo con Bartoli. Poi arriva la conferma
L’eco del Giro si è spenta da poco e sulle salite della Valtellina è tornato il rotolare di copertoncini sull’asfalto e il fiato grosso dei ciclisti che ogni giorno le sfidano rincorrendo la calma interiore, la scoperta, la forma fisica e la conquista.
La Valtellina, al pari di poche altre aree del mondo, strizza l’occhio al ciclista con la grandiosità delle sue montagne e dei suoi passi in quota. Meta per amatori e corridori che già da qualche giorno hanno iniziato a spostarsi a Livigno per recuperare dalla prima parte di stagione, ricaricarsi e gettare le basi per quel che segue.
Ai Laghi di Cancano si arriva da Bormio. La strada è bellissima. Qui al Giro 2020 vinse Hindley (foto Parco Nazionale dello Stelvio)Ai Laghi di Cancano si arriva da Bormio. La strada è bellissima. Qui al Giro 2020 vinse Hindley (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Enjoy Stelvio Valtellina: strade chiuse
Da oggi e fino al 17 settembre, in date prestabilite e descritte nell’apposito calendario, scatta il progetto Enjoy Stelvio Valtellina 2022: calendario di giorni in cui i valichi della Valtellina sono chiusi al traffico motorizzato, lasciando via libera agli sportivi che possono godere dei paesaggi in assoluta sicurezza.
Il programma coinvolge le salite più classiche (Stelvio, Gavia, Cancano, Mortirolo e Bormio 2000), cui si aggiungono il Passo Spluga, il San Marco e la salita a Campo Moro. Sedici giorni, per otto salite.
Così i valichi che già normalmente sono meta di migliaia di ciclisti, costretti in alcuni giorni a convivere con il rombo delle moto e le manovre delle auto nei tornanti, diventano rotte esclusive e silenziose. Un’occasione da non perdere.
I tornanti dello Stelvio da Bormio sono il marchio di fabbrica di una salita inconfondibile (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Lo Stelvio è il vero gigante. I tre versanti (Bormio, Prato e quello svizzero) sono da collezionare (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Una foto e salite al ritmo che si vuole nei giorni di chiusura al traffico di Enjoy Stelvio Valtellina (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
I tornanti dello Stelvio da Bormio sono il marchio di fabbrica di una salita inconfondibile (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Lo Stelvio è il vero gigante. I tre versanti (Bormio, Prato e quello svizzero) sono da collezionare (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Una foto e salite al ritmo che si vuole nei giorni di chiusura al traffico di Enjoy Stelvio Valtellina (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Dalla Colombia allo Stelvio
Valtellina, paradiso dei ciclisti. Alcuni arrivano da molto lontano. Una nota influencer colombiana, nostra amica, che si chiama Caro Ferrer e vive di ciclismo e per il ciclismo, vi ha appena trascorso dei giorni nel quadro di un viaggio ben più lungo su tutto l’arco alpino.
«Impossibile descrivere qui cosa provo per questa montagna – ha scritto su Instagram ai suoi 291 mila follower a proposito dello Stelvio – è un amore assurdo, quasi malato. Le sorrido e le piango dall’inizio alla fine. Questo mio piccolo corpo non riesce a contenere tutta l’emozione. Voglio solo guardare ovunque, scattare 800mila foto, ballare, cantare e continuare a piangere per l’emozione.
«Lo Stelvio ha qualcosa che ipnotizza, che ti innamora, che ci fa sentire pieni anche quando stiamo soffrendo lungo ognuno dei suoi 36 tornanti».
Caro Ferrer, colombiana: sullo Stelvio la quota non è un problema, ma la suggestione è enorme
Caro ha raccontato i suoi “60 giorni in Europa” con post su Instagram per i suoi 291.000 follower
Il ciclismo al femminile impazza in Colombia e la Valtellina è una meta super trendy
Caro Ferrer, colombiana: sullo Stelvio la quota non è un problema, ma la suggestione è enorme
Caro ha raccontato i suoi “60 giorni in Europa” con post su Instagram per i suoi 291.000 follower
Il ciclismo al femminile impazza in Colombia e la Valtellina è una meta super trendy
Basso, ambasciatore di lusso
Ivan Basso di queste zone è testimonial d’eccezione. Abbiamo già raccontato delle origini valtellinesi di sua madre Nives e delle sue prime scalate allo Stelvio e al Mortirolo, ma ovviamente c’è di più.
«La Valtellina – dice – è una bomboniera in cui trovi tre salite mitiche come Stelvio, Gavia e Mortirolo, conosciute in tutto il mondo. Più ci sono gli altri luoghi, altrettanto iconici. Aprica. Livigno. Il Santa Cristina, appena fatto dal Giro. La Forcola. Il Foscagno. Chiunque vada lassù con la sua bicicletta, porterà a casa dei trofei indimenticabili, che non hanno niente da invidiare a salite altrettanto impegnative come l’Alpe d’Huez o il Tourmalet che negli anni sono diventati dei veri brand».
Ancora il Mortirolo, scoperto dal ciclismo nel 1990 e poi tenuto… vivo di anno in anno (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Il Mortirolo è un appuntamento fisso del Giro e luogo di sfide soprattutto con se stessi. Ha 8 versanti (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Il versante da Mazzo così spoglio l’avete mai visto? E’quello più tosto, da… addentare con cautela (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Ancora il Mortirolo, scoperto dal ciclismo nel 1990 e poi tenuto… vivo di anno in anno (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Il Mortirolo è un appuntamento fisso del Giro e luogo di sfide soprattutto con se stessi. Ha 8 versanti (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Il versante da Mazzo così spoglio l’avete mai visto? E’quello più tosto, da… addentare con cautela (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Dalla Colombia al Mortirolo
La montagna però è una cosa seria. Perciò, al netto della voglia di eroismo, bisogna andare lassù con le gambe pronte. Ugualmente leggendo dal diario online di Caro Ferrer, si capisce l’impatto di salite come il Mortirolo.
«Vi dico la verità – scrive – questa è una salita che ho sempre voluto togliere dal programma! Ma la sua conquista è così infinitamente soddisfacente che ti rimane per sempre nel cuore. Per molto tempo mi sono prefissata il compito di “terrorizzare” i ragazzi che sono venuti qui con me, affinché si convincessero che sarebbe stata un’impresa durissima e solo oggi mi hanno detto: “Caro, non pensavamo sarebbe stata così dura”. Potete immaginare la sorpresa quando hanno affrontato le 33 curve e hanno visto sui computer della bicicletta che nella maggior parte del percorso non si scendeva mai sotto l’11 per cento».
Il Gavia è un gigante. Il lago in cima e la neve che spesso rimane fino all’estate inoltrata (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Livigno è la base per la preparazione in altura di tanti pro’ e centro dello shopping, grazie al duty free
Il Gavia è un gigante. Il lago in cima e la neve che spesso rimane fino all’estate inoltrata (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Livigno è la base per la preparazione in altura di tanti pro’ e centro dello shopping, grazie al duty free
Allenamento ed esperienza
Basso conferma. Un po’ le pendenze e un po’ anche la quota potrebbero giocare brutti scherzi ed è per questo che la Valtellina offre anche… prelibatezze meno estreme, ai ciclisti con pedalata assistita e ai muscolari, mentre aspettano di acclimatarsi per sfidare i giganti.
«Servono preparazione e allenamento – dice – e i rapporti giusti, anche perché non tutti sono corridori e non tutti hanno l’esigenza di arrivare in cima a ritmo di record, anzi. E dato che le salite poi capita di farle anche al contrario, occhi aperti alle discese. L’alta montagna va affrontata con rispetto, soprattutto da parte di chi magari ha noleggiato una bici con la pedalata assistita, è riuscito ad arrivare in cima a salite molto dure e farà bene a prestare attenzione a discese comunque impegnative».
I piaceri della tavola
E a proposito di prelibatezze, mentre la bicicletta si avvicina nei numeri allo sci e va fatto notare come l’e-Bike abbia dato nuovo impulso a un certo modo di fare cicloturismo, anche l’enogastronomia di questo territorio merita un approfondimento. Un territorio che nelle cime è aspro e pungente, mentre in valle è morbido e verde.
«La Valtellina – conclude Basso – è sicuramente conosciuta per lo sport, ma anche per la cucina. Basta parlare di pizzoccheri, bresaola, formaggi, vino e amari e qualunque turista capisce esattamente a quale zona si stia facendo riferimento. E’ una valle che funziona sotto ogni aspetto, quello enogastronomico non è secondo agli altri».
Sono tre i formaggi tipici della Valtellina: il Bitto, il Casera Dop e lo Scimudin
I pizzoccheri sono simili alle tagliatelle, ma più corti. Preparati con farina di grano saraceno, cavoli e patate
La bresaola è un prodotto di salumeria ottenuto con la carne salata e stagionata delle cosce di bovino
I vini della Valtellina? Tutti Superiori, dal Sassella al grumello. Inferno e Valgella, Maroggia, Rosso e Sforzato
L’amaro Braulio, fatto con erbe, bacche e radici alpine e invecchiato in botti di rivere, è una tipicità della Valtellina
Sono tre i formaggi tipici della Valtellina: il Bitto, il Casera Dop e lo Scimudin
La bresaola è un prodotto di salumeria ottenuto con la carne salata e stagionata delle cosce di bovino
I pizzoccheri sono simili alle tagliatelle, ma più corti. Preparati con farina di grano saraceno, cavoli e patate
I vini della Valtellina? Tutti Superiori, dal Sassella al grumello. Inferno e Valgella, Maroggia, Rosso e Sforzato
L’amaro Braulio, fatto con erbe, bacche e radici alpine e invecchiato in botti di rivere, è una tipicità della Valtellina
Sedici date, per otto salite
Perciò basta sfogliare la locandina con i primi appuntamenti che da oggi inaugurano l’estate a pedali della Valtellina e individuare il giorno in cui potremo pensare di voler sfidare i giganti di lassù. Ci sono 16 date per 8 salite, da oggi al 17 settembre. Rispetto al programma iniziale sono state annullate le giornate del 5 giugno e del 3 luglio dedicate al passo dello Spluga.
Sarà un viaggio fra emozioni, sapori e grandi fatiche. Eppure, come ogni volta che scendiamo di sella e ci ripromettiamo sfiniti che non la prenderemo mai più in mano, basteranno poche ore per riaccendere il desiderio. Nel frattempo la tavola, lo shopping e il ritmo blando di un’estate fresca e silenziosa saranno gli ingredienti perfetti per lasciarci alle spalle per qualche giorno le nevrosi di quaggiù.
Situato a Bormio alle pendici di piste da sci e delle salite più iconiche italiane come Stelvio e Gavia, Hotel Funivia rappresenta la casa della bici a 1.200 metri sul livello del mare. Tanti servizi dedicati e altrettante storie da raccontare, questo Bike Hotel è un nido da cui spiccare per i ciclisti che vogliono immergersi nelle strade leggendarie del Giro d’Italia.
A raccontarci la struttura è il titolare, Daniele Schena, soprannominato “Stelvioman”. Non a caso visto che le sue scalate sulla omonima salita contano più di 400 passaggi.
«Da noi – spiega – si respira la passione vera per la bici. Si discute di materiali, ruote, trasmissioni. Le salite, sono democratiche, in questo ambito non importa che tu sia un idraulico o un manager, su di esse siamo tutti uguali. Pantaloni corti, borraccia e via…».
Il titolare della struttura è Daniele Schena soprannominato “Stelvioman”Il titolare della struttura è Daniele Schena soprannominato “Stelvioman”
Lo Stelvio
Il contesto per un Bike Hotel è fondamentale e spesso determina la qualità del soggiorno. La località diBormio è sinonimo di salite e storie sportive di ogni tipo, soprattutto per le ruote strette. Lo Stelvio su tutti è la salita più iconica presente a pochi passi dall’Hotel Funivia.
«Stelvio è una parola – dice Schena – molto cliccata dal ciclista. Tutti vogliono farlo una volta nella vita. Io l’ho fatto più di 400 volte. Ho costruito la mia figura dietro la passione atavica per questa leggendaria salita. Non mi interessano follower o altro, adoro l’idea di farne parte a mio modo. L’ho odiato da giovane e oggi non ne posso fare a meno. Ma non siamo solo quello, siamo anche Gavia e Mortirolo. Ci sono anche tante altre salite non convenzionali che ti portano in località fuori dal tempo».
A pochi passi dal Bike Hotel è possibile scalare l’iconico Passo dello StelvioA pochi passi dal Bike Hotel è possibile scalare l’iconico Passo dello Stelvio
Servizi dedicati
L’idea di Bike Hotel deriva da un’intuizione ben precisa. «L’idea l’ho avuta – racconta Schena – prendendo spunto dagli hotel della riviera che frequentavo. L’ho importato in montagna adattandolo alle esigenze di questo ambiente. Dalla sua creazione posso dire di aver intrapreso la strada giusta. I clienti arrivano come tali e vanno via come amici. Tutto quello che riguarda il mondo della bicicletta, è legato dalla passione più genuina».
La struttura è cucita sulle esigenze delle due ruote. Sono infatti presenti servizi di noleggio in collaborazione con partner dell’Hotel. Percorsi guidati alla scoperta del territorio. Spazi comuni dove poter conoscere altri ciclisti e confrontarsi. E ancora, la bike room videosorvegliata, l’officina attrezzata e il servizio lavanderia. Anche il momento dei pasti è adattato, è disponibile il packed lunch, frutta secca e sandwich alla partenza dell’escursione e una merenda dedicata al rientro dal tour.
Sono tanti i servizi dedicati alle due ruote tra cui la bike room e l’officina attrezzataSono tanti i servizi dedicati alle due ruote tra cui la bike room e l’officina attrezzata
Il legame con i pro’
Per strutture di questo tipo il mondo dei pro’ è all’ordine del giorno. L’orbita del panorama professionistico è intorno a Bormio e di conseguenza all’Hotel Funivia. Allenamenti, ritiri e passaggi del Giro d’Italia rendono questo luogo un riferimento logistico. Sono tanti i professionisti che passano su quelle strade e che si fermano per un saluto.
«Sonny Colbrelli, Alberto Bettiol e Davide Formolo – dice Schena – sono diventati amici. A volte ci si allena insieme. O meglio, assistiamo al loro lavoro da professionisti. Un aneddoto bello fu quello con Bettiol. Io vendo la birra Kwaremont. Una sera Alberto venne a cena poco dopo aver vinto il Fiandre e ho servito questa birra in suo onore. Le foto vennero ricondivise dalla azienda produttrice. Sono dettagli che valorizzano e arricchiscono l’esperienza nella nostra struttura».
Gli itinerari del territorio sono infiniti, alcuni dedicati anche a gravel, Mtb e E-bikeGli itinerari del territorio sono infiniti, alcuni dedicati anche a gravel, Mtb e E-bike
Da tutto il mondo
Che il concetto di Bike Hotel sia apprezzato all’estero non è un segreto. Quando la vetrina funziona allora il ritorno economico e umano e naturale.
«La svolta ci fu quando Thomas De Gent – racconta Schena – ha vinto la tappa dello Stelvio nel 2012. Da quel momento in particolare è stato dato il via all’arrivo della clientela belga. Loro hanno conosciuto la salita attraverso la sua vittoria».
Non solo Europa ma anche da altri continenti, infatti il concetto dell’Hotel Funivia è sbarcato dall’altra parte del mondo in Australia. «Siamo legati con l’Australia dal punto di vista dell’amicizia e dei rapporti di lavoro. Abbiamo molti clienti che vengono da là e noi siamo clienti a nostra volta. Loro sono innamorati di questo territorio. Un mio amico australiano ha fatto ben 50 volte lo Stelvio. Se ci si pensa, un australiano che ha fatto così tante volte questa salita fa capire quando sia affascinante questo posto».