De Vallier, tanti piazzamenti sognando di passare pro’

26.06.2022
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La stagione delle junior ha sicuramente due prime attrici come Federica Venturelli e Eleonora Ciabocco, ma alle loro spalle si sta distinguendo una ragazzina veneta che ha nella costanza di risultati la sua forza. Gli ordini di arrivo non mentono: Elisa De Vallier è pressoché sempre lì, appena dietro le due grandi rivali e la cosa non è sfuggita agli addetti ai lavori, perché tali risultati significano applicazione e rendimento garantito.

La ragazza della Conscio Pedale del Sile ha dalla sua una gran voglia di emergere, pur sapendo di avere ancora molto da apprendere e di avere ancora un divario dalle prime due, guardate più con ammirazione che con invidia.

«Vederle davanti non è una sorpresa – dice – avveniva così anche da esordiente e allieva, erano le prime assolute e continua ad essere così. Sanno dove possono arrivare e sono concentrate per questo, è questo il lato di loro che apprezzo di più».

De Vallier compagne
Nella Conscio Pedale del Sile Elisa ha trovato un ambiente ideale e anche uno stimolo nell’altro talento Michela De Grandis
De Vallier compagne
Nella Conscio Pedale del Sile Elisa ha trovato un ambiente ideale e anche uno stimolo nell’altro talento Michela De Grandis
C’è qualcosa di diverso rispetto a te?

Forse quella consapevolezza di se stesse che le porta ad avere sempre maggiore fiducia e convinzione e ad allenarsi meglio. Vedo con quale cura sono seguite, ma anche quanto impegno ci mettono, ma da questo punto di vista certamente non sono da meno, anche io prendo questa attività molto seriamente…

Quando hai iniziato?

Praticamente subito, perché i miei genitori sono appassionati di ciclismo. Mio padre gareggiava, come mio fratello e mia sorella maggiore. Andavamo a guardare le loro gare ma io mi annoiavo, mi piaceva di più pedalare. Così a 7 anni ho iniziato a fare anch’io le mie prime gare con la Sanfiorese, poi ho corso con le giovanili della Fassa Bortolo prima di passare al team attuale dove mi trovo molto bene.

E guardare le gare di ciclismo ti annoia ancora?

No, mi piace, cerco sempre di seguire le gare e di carpire qualche segreto ai migliori. Ma non nascondo che pedalare mi piace di più…

De Vallier Fassa
Elisa De Vallier con la divisa della Fassa Bortolo, con la quale ha corso nelle categorie giovanili
De Vallier Fassa
Elisa De Vallier con la divisa della Fassa Bortolo, con la quale ha corso nelle categorie giovanili
Dove ti trovi meglio in quanto a percorsi?

Preferisco quelli mossi, dove c’è salita, dove c’è possibilità di “agitare le acque”. Sono abbastanza veloce, ma non amo certamente gli sprint affollati, preferisco arrivi ristretti dove meglio riesco a sfruttare le mie doti che sto affinando con la pista.

A tal proposito notiamo che siete ormai in tante che dividete la vostra attività fra strada e pista…

I benefici sono evidenti, io avevo iniziato da allieva, poi a causa del lockdown ho dovuto lasciarla perdere. Ho ripreso da poco, praticamente quando ci sono competizioni nazionali ci ritroviamo tutte. Comunque ammetto che continuo a prediligere la strada, mi diverte di più.

Quali sono le specialità su pista che preferisci?

Quelle che più rispecchiano le caratteristiche delle prove su strada, quindi lo scratch oppure la corsa a punti. Le gare individuali non le amo molto, non solleticano la mia fantasia.

De Vallier Noventa 2021
La bellissima vittoria conseguita a Noventa, anche contro le Elite come Silvia Zanardi (foto Soncini)
De Vallier Noventa 2021
La bellissima vittoria conseguita a Noventa, anche contro le Elite come Silvia Zanardi (foto Soncini)
Qual è stata la gara più bella che hai finora disputato, quella che ti è rimasta maggiormente impressa?

Probabilmente quella Open di Noventa Vicentina dello scorso anno, dove ho vinto la volata di gruppo con gente importante alle mie spalle, anche la Zanardi che aveva appena vinto il titolo europeo. Allo stesso livello però metto anche una gara da esordiente vinta in Lombardia a Sabbio Chiese, perché vincere lì per una ragazzina veneta significa tanto, c’è sempre una forte rivalità fra di noi…

I tuoi continui piazzamenti non stanno passando inosservati. Ti accorgi di essere migliorata rispetto allo scorso anno?

Sì, tanto. Quando ho cambiato categoria ho avuto bisogno di tempo per abituarmi e prendere le misure. Ora va molto meglio, ma mi accorgo anche che c’è tanto da migliorare perché se qualcuna arriva sempre davanti significa che ci sono aspetti da mettere a punto e fare altri salti di qualità.

Tanti piazzamenti possono voler significare anche una chiamata in azzurro…

Sarebbe bellissimo. Darei qualsiasi cosa per indossare quella maglia e mi metterei a disposizione delle più forti, sarei pronta a correre solo per aiutare chi ha più possibilità e condividere un buon risultato perché lo sentirei anche mio. Sarebbe davvero una soddisfazione per me.

Il podio Esordienti a Sabbio Chiese 2018, un successo che Elisa ricorda ancora oggi (foto Ghilardi)
De Vallier Sabbio Chiese 2018
Il podio Esordienti a Sabbio Chiese 2018, un successo che Elisa ricorda ancora oggi (foto Ghilardi)
Tu che arrivi quasi sempre tra le prime 5, ai tricolori a cronometro sei arrivata dietro, come mai? Non ti piace quella specialità?

Mi piace ma so anche che va preparata bene e finora non ho potuto ancora farlo. Venivo da giornate impegnative, con molte gare e sin dal mattino mi sono sentita appesantita. E’ stata proprio una giornata no…

Veniamo alla tua quotidianità: come riesci a conciliare scuola e allenamenti?

Non è un problema. Io frequento l’Istituto Tecnico di Economia con indirizzo ragioneria, ho la media del 9 quindi credo di andar bene… D’inverno esco in bici appena finita la scuola con mia sorella e le amiche, d’estate la mattina, di solito fra le 2 e le 3 ore, ma al mercoledì facciamo allenamento di squadra e stiamo fuori anche 4 ore. Per fortuna il caldo non mi pesa e riesco a rendere bene.

C’è un’atleta nella quale ti rispecchi e che guardi come modello?

Elisa Balsamo, la campionessa del mondo, perché ha un po’ le mie caratteristiche, è velocissima ma tiene anche su certe salite. Io vorrei essere così.

Sogni un futuro da pro’?

E chi non lo fa? Spero di trovare una squadra buona per il prossimo anno ma so che non sarà facile, dipende molto dai risultati e anche da un pizzico di fortuna. Io comunque ce la metto tutta, se però non trovassi una via per raggiungere quel livello non mi fascerò la testa e cercherò un’altra strada.

Venturelli e Cattani, i nuovi padroni della crono juniores

23.06.2022
5 min
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Com’è l’appuntamento perfetto con il tricolore? Forse nessuno lo sa, ma in qualunque modo avvenga è sempre un piccolo grande sogno che si realizza. E’ stato così anche per Alessandro Cattani (Bustese Olonia A.S.D.) che ha vissuto il suo sogno italiano in 20’59”28 a una media di 45,740 orari. Questo è il tempo che il nuovo campione italiano a cronometro juniores ha impiegato martedì per correre e vincere sui 16 chilometri a San Giovanni al Natisone. All’arrivo è sorridente, sul podio ancora incredulo. Alessandro è visibilmente emozionato e quando lo fermiamo per scambiare due parole, quasi non sa che dire.

Sul podio degli uomini, Alessandro Cattani ha preceduto Donati e Milesi, entrambi della Trevigliese
Sul podio degli uomini, Alessandro Cattani ha preceduto Donati e Milesi, entrambi della Trevigliese
Alessandro, complimenti! Il tricolore è sempre una grande soddisfazione…

Sì. Era da un po’ che con la squadra stavo preparando questa corsa, ci abbiamo sempre creduto e la vittoria è arrivata.

Raccontaci un po’ com’è andata.

E’ andata bene. Il punto più difficile è stato lo scollinamento all’Abbazia di Rosazzo. La nostra tattica era di arrivare in cima con quanto più vantaggio possibile e poi cercare di mantenerlo nella seconda parte, fino all’arrivo. Il mio allenatore, sin dai primi metri, mi ha sempre incitato aiutandomi a credere sempre più in questa maglia.

Come hai gestito la pioggia?

Ho avuto una pioggia abbastanza forte solo negli ultimi 5 chilometri, prima una pioggerellina tutto sommato sopportabile.

Cattani ha lavorato sodo sulla crono: sperava di vincere (foto Instagram)
Cattani ha lavorato sodo sulla crono: sperava di vincere (foto Instagram)
Oggi vesti la maglia di campione nazionale, ma come sei arrivato al ciclismo?

Un po’ per caso, come spesso succede. Facevo le classiche garette con mio papà e mi piaceva. Poi sono arrivato al Pedale Saronnese, continuando però a sfidare gli amici.

Cosa ti aspetti da questa maglia adesso?

Il massimo sarebbe una convocazione in nazionale, sarebbe fantastico. Per il momento però guardo all’immediato futuro, cioè alla corsa a tappe che correrò questa settimana in Toscana.

Alessandro sale sul podio scortato da Davide Donati e Nicolas Milesi, i due atleti della Ciclistica Trevigliese che si avvicinano al miglior tempo per appena 5”30 e 7”61.

Dopo il podio juniores uomini, con Cattani anche il diesse Marco Della Vedova e Gabriele Bessega, nei primi 10
Dopo il podio, con Cattaniu anche il diesse Marco Della Vedova e Gabriele Bessega, nei primi 10

Venturelli e il meteo

Una due giorni tricolore all’insegna dell’incognita meteo, che anche con gli juniores ha giocato un po’. Prima della partenza gli atleti, pronti dopo il controllo dei rapporti, guardavano i nuvoloni neri avvicinarsi e speravano di riuscire a concludere la prova prima che arrivasse l’acqua. Non avevano del tutto torto: il vento che ha accompagnato la pioggia ha costretto il rinvio della partenza delle ragazze di quasi un’ora. A fine corsa sapremo poi che la vera differenza non l’ha fatta tanto la pioggia, quanto (indovinate un po’!) il vento.

Chi non ha avuto problemi davanti a vento e pioggia, abituata a condizioni peggiori nel ciclocross, è Federica Venturelli (Team Gauss Fiorin), neo laureata campionessa italiana a cronometro. Federica è, in una parola, multidisciplinare: impegnata su strada e nel ciclocross, si toglie qualche soddisfazione anche su pista e nelle prove a cronometro.

Venturelli ha vinto dopo ottime prestazioni ai tricolori juniores su pista a Noto (foto Instagram)
Venturelli ha vinto dopo ottime prestazioni ai tricolori juniores su pista a Noto (foto Instagram)
Federica, tu competi in tanti campi diversi, come ti definiresti ciclisticamente parlando?

Su strada credo di essere una buona passista, mi trovo molto a mio agio nelle crono, nelle prove contro il tempo, che sono anzitutto prove contro me stessa. Anche la salita non mi dispiace, credo di sapermi gestire tutto sommato bene.

Qui com’è andata? Quali erano le sensazioni?

Non nascondo che sono arrivata abbastanza stanca: la scorsa settimana ho corso i campionati italiani su pista a Noto, in Sicilia, però ho sfruttato anche quel lavoro e credo di essere arrivata qui in forma per questa maglia. Sono riuscita a dare il meglio di me stessa in un percorso così particolare, nonostante la salita a metà prova avrebbe potuto essere il punto di forza di altre atlete. Sicuramente ho sfruttato il falsopiano per guadagnare qualcosina.

Federica Venturelli brilla su strada, ma anche in pista e nel ciclocross, in cui è uno dei fari azzurri
Federica Venturelli brilla su strada, ma anche in pista e nel ciclocross, in cui è uno dei fari azzurri
C’è stato un punto critico sul percorso che ti ha messa alla prova? 

A dire il vero nel tratto prima della salita ho sofferto un po’, ma ho pensato che alla fine eravamo tutte nella stessa condizione. Stavamo soffrendo tutte. Eravamo a metà prova e mancava ancora la salita. Il ciclocross mi ha aiutato tantissimo per quanto riguarda la guida della bici: nella discesa bagnata penso che l’aver saputo gestire bene la bici abbia fatto la differenza rispetto alle altre.

A concludere il podio Valentina Zanzi (Vo2 Team Pink), a 23” di ritardo, ed Eleonora Ciabocco (Ciclismo Insieme – Team di Federico) a 47” dalla cremasca.

Venturelli vs Ciabocco: talento e simpatia a confronto

02.06.2022
5 min
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Ogni epoca ha i suoi dualismi, anche nelle categorie giovanili. E forse sono quelli più belli, sia che tu li riveda a distanza di anni, sia che tu li viva quasi in diretta, perché tra le rivali in bici possono nascere belle amicizie. Nell’ultimo periodo – specialmente al Giro di Campania in Rosa – Federica Venturelli ed Eleonora Ciabocco (in apertura, foto Ossola) si sono succedute l’una all’altra negli ordini d’arrivo delle junior.

La lombarda della Cicli Fiorin – 17 anni e tricolore allieva uscente – ha vinto le prime due tappe e la classifica generale della corsa campana. La marchigiana del Team Di Federico – classe 2004 e campionessa italiana in carica – ha conquistato la terza frazione ed il secondo posto finale. Sicuramente le rivedremo ancora sfidarsi in strada però noi abbiamo voluto metterle alla prova, l’una di fronte all’altra, in una sorta di intervista doppia. Anche in questo frangente vi garantiamo che hanno sfoderato talento e simpatia.

Nelle ultime settimane vi siete alternate ai primi posti. Come state vivendo questo momento?

VENTURELLI: «Sono molto soddisfatta dei miei ultimi risultati, in particolare per quelli ottenuti al Giro di Campania, dopo solo due settimane dalla ripresa dell’attività a causa dello stop per il covid. Eleonora è stata per me uno stimolo a dare il meglio in questa occasione e continuerà ad esserlo. Comunque il mio obiettivo è quello di migliorare e di fare esperienza al primo anno nella categoria junior, senza che i risultati a breve termine siano la mia priorità».

CIABOCCO: «Non lo sto vivendo in maniera diversa dal solito. Cerco sempre di fare del mio meglio sapendo che ci sono avversarie molto temibili e Federica è indubbiamente una di queste».

Che rapporto avete fra di voi, sia in gara che fuori?

VENTURELLI: «Eleonora ed io siamo amiche, non c’è mai stata tensione tra noi. Durante la gara c’è pieno rispetto, dopo la competizione parliamo e scherziamo insieme molto volentieri. Il nostro legame si è rafforzato durante la trasferta in Belgio con la nazionale e spero che con il tempo possiamo diventare sempre più unite».

CIABOCCO: «Con Federica ho un ottimo rapporto, siamo state insieme anche in nazionale e ci siamo confrontate su tanti aspetti della nostra vita da atlete. Fra noi c’è grande rispetto».

Eleonora Ciabocco è nata il 4 marzo 2004, nel 2021 ha vissuto una grande stagione conquistando tricolore e argento europeo su strada (Ph Rosa)
Eleonora Ciabocco è nata il 4 marzo 2004, nel 2021 ha conquistato tricolore e argento europeo su strada (Ph Rosa)
Che qualità ruberesti all’altra?

VENTURELLI: «A Eleonora ruberei sicuramente la sua forza in salita e la sua esperienza nella gestione della gara. Giù dalla bici mi piacerebbe essere sempre sorridente e allegra come lei, con una battuta sempre pronta in ogni occasione».

CIABOCCO: «Mah, questo è difficile da dire. Siamo due atlete molto diverse e rubare una qualità dall’altra significherebbe cambiare il proprio modo di essere e magari peggiorare le cose. Meglio accontentarsi di quello che abbiamo (sorride, ndr)».

In cosa pensi di essere migliore rispetto alla tua avversaria?

VENTURELLI: «Se esistesse una gara completamente in discesa, grazie alla mia statura e al mio peso, potrei sicuramente farmi valere (ride, ndr)».

CIABOCCO: «Questo non spetta a me dirlo, lascio che siano gli addetti ai lavori e la strada a decidere».

Dove pensi che la tua avversaria sia più forte?

VENTURELLI: «Un po’ dappertutto, come ha dimostrato in quasi tutte le gare di quest’anno. Sicuramente abbiamo strutture fisiche completamente diverse. Io sono molto più pesante perciò direi che Eleonora è sicuramente più predisposta di me per i tratti di salita, soprattutto quelli con pendenze elevate. Nonostante il suo fisico minuto è anche molto forte in volata».

CIABOCCO: «Sicuramente a cronometro, credo che Federica sia fortissima in questa specialità e penso che sarà un punto fermo della nazionale anche nei prossimi anni nelle gare contro il tempo».

Venturelli 2022
Federica Venturelli è nata il 12 gennaio 2005 ed è nel giro azzurro sia su strada che nel ciclocross
Venturelli 2022
Federica Venturelli è nata il 12 gennaio 2005 ed è nel giro azzurro sia su strada che nel ciclocross
Salita, volata, menata per portare via la fuga e visione di gara. Chi è la più forte in questi aspetti?

VENTURELLI: «Essere più forte di lei è molto difficile. Una specialità, che non è tra quelle della domanda, in cui posso sperare di competere con lei sono le cronometro».

CIABOCCO: «Le nostre caratteristiche fisiche direbbero che io sia più forte in salita, ma non sempre è stato così. Federica ha dimostrato di essere una atleta completa, difficile trovarle un punto debole. Le sue numerose vittorie lo dimostrano».

Chi è l’avversaria che temete di più?

VENTURELLI: «Oltre ad Eleonora che si è dimostrata l’atleta più forte d’Italia. Le ragazze che temo e che al contempo mi stimolano a fare meglio sono quelle che hanno già fatto esperienze all’estero. Parlo di Francesca Pellegrini, Gaia Segato, Michela de Grandis e Elisa Valtulini».

CIABOCCO: Non c’è una avversaria particolare, Federica è una fra le più forti ma ce ne sono anche altre e non mi sento di fare un nome. Perché le gare stanno dimostrando che il livello è alto e in tante possono dire la loro».

Chi è più brava nelle interviste e perché?

VENTURELLI: «Sicuramente non io. Sono abbastanza timida e non sono molto brava con le parole. Mi troverei sicuramente più a mio agio davanti a un problema di matematica rispetto a un’intervista (ride, ndr)».

CIABOCCO: «Non saprei, in generale però preferisco tenermi alla larga dalle interviste. Ho sempre paura di sbagliare!».

Chi fra voi due vincerà la prossima gara o farà meglio dell’altra?

VENTURELLI: «Senza dubbio Eleonora, su strada non c’è storia. E’ praticamente imbattibile. Spero però di far bene nella prossima cronometro».

CIABOCCO: «Sono scaramantica, perciò dico Federica! (ridono entrambe, ndr)».

Venturelli, dal ciclocross alla strada vestendo sempre l’azzurro

29.03.2022
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C’è un singolare parallelismo che coinvolge le nostre due maggiori speranze del ciclocross femminile italiano, protagoniste di podi a ripetizione nelle gare internazionali invernali: mentre Valentina Corvi sta continuando la sua collezione nella mountain bike, Federica Venturelli si è già messa in luce su strada, al punto da essere convocata già in nazionale per la Gand-Wevelgem, prima uscita assoluta del gruppo juniores e non va dimenticato che parliamo di una primo anno, cosa che lei tiene spesso a sottolineare.

La cosa che colpisce sempre parlando con la ragazza del Gs Gauss è la sua estrema consapevolezza delle sue qualità. Ci vengono alla mente le parole di Guerciotti all’indomani del suo ingaggio nel team di ciclocross. «Sono rimasto strabiliato – disse Alessandro – vedendo i risultati di questa ragazza fra le allieve, vince in ogni disciplina, qualcosa che in Italia è inusuale». Nel ciclocross ha già fatto vedere molto, ora anche su strada sta evidenziando il suo talento: «Avevo un po’ paura del passaggio di categoria, invece mi sono subito abituata, forse anche perché finora ho fatto solo gare juniores e non Open, ma già ho visto che il chilometraggio influisce non poco».

Azzurre Gent 2022
Le azzurre della Gand-Wevelgem: Casagranda, Ciabocco, De Grandis, Pellegrini, Segato e Venturelli
Azzurre Gent 2022
Le azzurre della Gand-Wevelgem: Casagranda, Ciabocco, De Grandis, Pellegrini, Segato e Venturelli
A tal proposito, considerando il passaggio da allieva a junior, è cambiata la tua preparazione?

Un po’ sì, soprattutto si sono allungate le distanze, almeno una ventina di chilometri in più per i lavori lunghi e dovrò allungare ancora. Finora ho affrontato gare fino a 80 chilometri ma so che, quantomeno nella seconda parte di stagione, si arriverà anche a 100.

Sei soddisfatta di questo inizio di stagione su strada?

Sì, considerando il fatto che non sono sicuramente al mio massimo. Nelle prime gare sono però riuscita a rimanere sempre con le prime e anche se non sono andata a podio credo di essermi espressa in maniera soddisfacente.

Risultati tali da farti subito indossare la maglia azzurra anche su strada. Com’è stata la tua prima uscita alla Gand-Wevelgem?

E’ stata sicuramente un’esperienza utilissima, ho imparato tante cose. Quando gareggi in Belgio ti trovi a fare i conti con gare molto diverse da quelle a cui siamo abituate, con andatura sempre molto alta e in stradine strette, dove devi essere sempre davanti. Mi aspettavo di trovare vento, invece no e questo ha un po’ penalizzato il nostro compito.

Venturelli 2022
Federica Venturelli, questa volta in azione su strada
Venturelli 2022
Federica Venturelli, questa volta in azione su strada
In che misura?

Se si guarda bene la gara, noi siamo state le uniche a gareggiare davvero di squadra, le altre correvano un po’ ognuna per sé. Noi però eravamo tutte atlete forti in salita, ma non adatte a una volata di gruppo, non avevamo una compagna così forte per quella soluzione, soprattutto considerando che la volata era sul pavé. Ci aspettavamo un’altra gara. Però quel che mi è piaciuto è il gruppo che si è subito creato fra noi ragazze.

Queste tue prime uscite su strada confermano comunque la tua poliedricità. Tra tante discipline qual è la tua preferita?

E’ difficile scegliere. Quella che mi fa divertire di più è il ciclocross, anche perché è la più soggetta al clima, che influisce molto sul tipo di gara che si andrà ad affrontare, ma se devo dire ogni specialità ha un suo fascino: le cronometro mi attirano perché sono una sfida contro se stessi, la pista perché mi piace gareggiare per un obiettivo comune come avviene nel quartetto dell’inseguimento, la strada perché propone sempre qualcosa di nuovo da imparare. Molti mi chiedono di scegliere ma io per ora non ho intenzione di farlo, voglio continuare a imparare e scoprire.

Venturelli strada 2022
La Venturelli si è subito guadagnata la selezione azzurra finendo ottava al Piccolo Binda
Venturelli strada 2022
La Venturelli si è subito guadagnata la selezione azzurra finendo ottava al Piccolo Binda
In squadra sono favorevoli al tuo impegno invernale nel ciclocross?

Sì, sanno che per me è vitale. Io ho bisogno di avere sempre obiettivi a breve scadenza, senza il ciclocross ci sarebbero troppi mesi di inattività dedicati solo all’allenamento e non sarebbero utili per me psicologicamente. Così rimango allenata e soprattutto concentrata, a me serve molto lo spirito di competizione perché mi dà stimoli.

In questo modo però non hai soste e questo può pesare anche sulla scuola…

No, riesco a conciliare bene le cose, intanto perché la scuola mi piace, frequento il Liceo Scientifico a Cremona e non mi pesa. Riesco a organizzarmi bene, ora magari è un po’ più dura perché gli allenamenti su strada richiedono più tempo che il ciclocross, ma poi verrà l’estate quando sarò più libera, quindi va bene così.

Venturelli tricolore 2019
La cremonese è stata tricolore esordienti 2° anno e Allieve 2° anno
Venturelli tricolore 2019
La cremonese è stata tricolore esordienti 2° anno e Allieve 2° anno
Ti vedremo anche su pista?

Sicuramente, sono già stata precettata per la nazionale di categoria, spero di avere le mie chance sia nell’inseguimento a squadre che in quello individuale.

Quali obiettivi ti poni?

Io non dimentico di essere appena approdata a questa categoria e quindi il mio proposito è fare esperienze e valutare le mie avversarie, imparare tutto quello che posso per poi raccogliere i frutti il prossimo anno. Intanto spero di far bene per restare in nazionale, mi piacerebbe guadagnarmi una maglia per una gara titolata, ma ripeto, io guardo già molto più lontano…

azzurri ciclocross 2021

Regole rigide e clima sereno: è la nazionale di Pontoni

20.11.2021
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In queste settimane l’attività nel ciclocross è frenetica, ma ha già dato alcuni segnali importanti. Anche in chiave italiana, con il nuovo corso di Daniele Pontoni corredato da tre podi (Realini in Coppa U23 a Waterloo, Paletti agli Europei Junior, Venturelli ancora in Coppa Junior a Tabor), ma soprattutto da un coro di evidente entusiasmo. A chiunque si chiede, soprattutto fra i giovani, tutti non fanno che parlare dell’atmosfera nuova che si respira in casa azzurra. La sua prima battaglia, il tecnico friulano l’ha già vinta.

Già prima di iniziare il suo lavoro, Pontoni era stato chiaro: «La nazionale bisogna guadagnarsela con il sudore e il rispetto, va meritata anche, anzi soprattutto in base al comportamento». Su questo non sono ammesse deroghe: «Abbiamo costruito uno zoccolo duro con lo staff, fatto da gente giovane, appassionata e competente. Abbiamo portato entusiasmo e ascolto, ma i ragazzi sanno che non tutto quel che chiedono gli viene dato, devono imparare a valutare, chiedere e accettare consigli e capire che ogni scelta ha una sua motivazione alla base».

Pontoni Osoppo 2021
Pontoni, primi mesi da Cittì all’insegna di risultati e grande entusiasmo (foto Roberto Ferrante)
Pontoni Osoppo 2021
Pontoni, primi mesi da Cittì all’insegna di risultati e grande entusiasmo (foto Roberto Ferrante)
Si parla molto dell’ambiente che è stato messo in piedi…

I ragazzi devono sentirsi a loro agio e soprattutto devono sentirsi parte di un gruppo, sapendo però che ci sono delle regole da seguire. Durante la giornata ci sono momenti per scherzare, ma quando si lavora si pensa solo a quello, bisogna essere concentrati. Io cerco solo di trasmettere quello che ho imparato, vengo ad esempio da una scuola come la Zalf dove era fondamentale come ti ponevi in gara ma anche fuori.

Torna a galla quindi il discorso del comportamento…

Ci mancherebbe altro… Noi siamo in giro con la maglia della nazionale, rappresentiamo l’Italia, questo ai ragazzi l’ho detto subito. Dobbiamo essere d’esempio sia per chi vuole entrare nel gruppo, sia per chi ci guarda da fuori. Pretendo – è sono intransigente su questo – che i ragazzi abbiano un comportamento impeccabile sempre, in ogni situazione.

Paletti Col du Vam 2021
Luca Paletti, un bronzo europeo che ha illuminato tutta la spedizione azzurra
Paletti Col du Vam 2021
Luca Paletti, un bronzo europeo che ha illuminato tutta la spedizione azzurra
Tu che hai sulle spalle la maturità e la saggezza degli anni, senti la differenza con gli adolescenti o poco più che entrano in nazionale?

E’ una differenza enorme, è un altro mondo rispetto a quello che vivevamo alla loro età e siamo noi che dobbiamo adattarci perché quei tempi non torneranno più. Certe volte quando ci riuniamo e noi più “vecchi” raccontiamo aneddoti e storie del nostro passato, vediamo che i ragazzi ci ascoltano sbalorditi. Questi sono aspetti che vanno considerati, è un mondo il loro che va capito, non senza però che ci sia il rispetto verso di noi.

I ragazzi come hanno preso queste nuove regole?

C’è chi arriva prima e chi dopo, chi si adatta senza problemi e chi è più restio, ma nel complesso si stanno adattando tutti come è normale che sia in un gruppo. Vorrei che fosse una famiglia in modo che tutti si sentano a proprio agio. Sono convinto che ci arriveremo e sai da che cosa lo vedi? Dal fatto che i ragazzi arrivano col sorriso, contenti di esserci e sono dispiaciuti quando la trasferta per la gara o anche il ritiro finisce. E’ un bel segnale.

Venturelli Tabor 2021
La crescita improvvisa della Venturelli è un altro ottimo segnale per questo inizio stagione
Venturelli Tabor 2021
La crescita improvvisa della Venturelli è un altro ottimo segnale per questo inizio stagione
Kreuziger ci raccontava della differenza negli ultimi anni rispetto agli inizi, quando si giocava a carte e si stava insieme in ritiro, mentre oggi tutti sono attaccati al telefonino e si socializza poco. Succede anche in nazionale?

Su questo sono inflessibile. Innanzitutto a tavola i telefonini sono vietati: è il momento per stare insieme, confrontarsi, si deve imparare a parlare e comunicare e non scrivere… Quando c’è la gara, da due ore prima a due ore dopo il telefono non si usa perché pretendo il massimo della concentrazione. All’inizio qualcuno ci ha provato, a tenere il cellulare in tasca e “sbirciare”: al primo pranzo abbiamo messo le cose in chiaro e non è successo più.

Venendo all’aspetto agonistico, sei soddisfatto di come sono finora andate le cose?

Moltissimo, ho scoperto che i ragazzi sono più avanti di quel che auspicavo e che hanno ancora grandi margini di miglioramento. Siamo stati sempre competitivi, abbiamo avuto grandi soddisfazioni e anche quando le cose sono andate male si è visto che c’erano possibilità per fare meglio, vedi Toneatti domenica a Tabor, con una condotta più accorta sarebbe entrato facilmente in top 10. Soprattutto la cosa che mi è piaciuta è che tutti si sono impegnati dal primo all’ultimo metro, anche solo per migliorare una posizione pur essendo lontani dal vertice. Questo è lo spirito giusto.

Bertolini Europei 2021
Bertolini 9° e Dorigoni 10° a Tabor: bisogna tornare al secolo scorso per due azzurri nella Top 10 in Coppa
Bertolini Europei 2021
Bertolini 9° e Dorigoni 10° a Tabor: bisogna tornare al secolo scorso per due azzurri nella Top 10 in Coppa
Si è posto poco l’accento sulla prestazione di Bertolini e Dorigoni in Repubblica Ceka: era dai tempi tuoi e di Bramati che due italiani non entravano insieme fra i primi 10…

E’ vero, è un risultato molto importante. Gioele era molto abbacchiato per com’era andato l’Europeo e tutta la sfortuna che aveva avuto, Jakob era bello carico perché vede finalmente i progressi auspicati. Siamo competitivi in tutte le categorie, già questo è qualcosa che pesa tantissimo e ripaga i nostri sacrifici. Quando siamo in nazionale si va a letto a notte fonda e all’alba si è già in piedi, ma quando le cose vanno così lo si fa volentieri e non pesa…

In punta dei piedi, nel mondo di Federica Venturelli

16.11.2021
4 min
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Un terzo posto in una prova di ciclocross di Coppa del mondo può essere un buon motivo per conoscere meglio chi l’ha conquistato? Certo, specialmente se parliamo di una junior al primo anno. Federica Venturelli – che compirà 17 anni il prossimo 12 gennaioha centrato il bronzo a Tabor, in Repubblica Ceca, destando un misto tra interesse e stupore. Interesse perché è una ragazza che da esordiente e allieva ha vinto tantissimo tra cui tricolori su strada, a crono, in pista e nel ciclocross. Stupore perché corre nella nuova categoria da un paio di mesi e forse nessuno si aspettava già così presto un podio in una gara internazionale.

Da quest’anno è passata alla Selle Italia-Guerciotti per il ciclocross mentre nel 2022 correrà su strada per il Team Gauss Fiorin. Approfondiamo meglio quindi il profilo di questa giovane atleta di San Bassano che frequenta la quarta classe (ha fatto la primina) al Liceo Scientifico Tradizionale “Aselli” di Cremona (che le ha dedicato una news sul sito della scuola per la convocazione agli europei in Olanda). 

Federica Venturelli è del 2005, frequenta il 4° Liceo Scientifico. In apertura, foto Billiani
Federica Venturelli è del 2005, frequenta il 4° Liceo Scientifico. In apertura, foto Billiani
Federica il podio in Coppa del mondo è un bel biglietto da visita. Te lo aspettavi?

Sinceramente no. Arrivavo da un infortunio. Mi ero sublussata la spalla sinistra e avevo fatto due settimane di stop. Ero rientrata a Corridonia, alla terza tappa del Giro d’Italia del ciclocross (il 24 ottobre, ndr). Ho ritrovato un po’ di condizione, ma non credevo di essere già così competitiva, soprattutto in una corsa internazionale. A Tabor sono partita dietro perché non avevo tanti punti e non pensavo di recuperare. Ma più andavo avanti, più rimontavo fino ad arrivare davanti.

Cosa ti ha dato questo terzo posto?

Un po’ più di consapevolezza e più esperienza. Con queste gare ci si rende conto di quanto il livello sia alto. E quindi anche di quanto devi migliorare.

Nel 2020 ha vinto i campionati italiani crono per allievi a Città di Castello (foto Instagram)
Nel 2020 ha vinto i campionati italiani crono per allievi a Città di Castello (foto Instagram)
Come mai corri nel ciclocross?

Non c’è un motivo vero. In realtà sono stata stimolata a provare questa disciplina quando avevo circa 12 anni, da G6. Vedevo le sfide tra Van Aert e Van der Poel e mi entusiasmavano. Ho voluto iniziare anch’io e mi è piaciuto.

Ed invece quando hai iniziato a correre?

Da G1 e G2 ho corso nella C.C. Cremonese 1891, poi da G3 a G6 nella Madignanese. Esordienti e allieve li ho fatti nella Cicli Fiorin, con cui correvo anche nel ciclocross. Faccio la doppia attività dall’ultimo anno da giovanissima e più seriamente da quello successivo.

Agli europei ha conquistato il sesto posto dopo una gara dispendiosa (foto Uec)
Agli europei ha conquistato il sesto posto dopo una gara dispendiosa (foto Uec)
Da questa stagione di ciclocross cosa ti aspetti?

Nelle gare open corro con ragazze più grandi e mi servono per fare esperienza ed imparare a gestirmi. Ho raggiunto un primo obiettivo, che è stato ricevere la convocazione per gli europei. Vorrei fare altrettanto per i mondiali di fine gennaio negli Stati Uniti. Poi chiaramente vorrei fare bene al campionato italiano di qualche settimana prima (7-9 gennaio, ndr).

E su strada invece?

Direi più o meno le stesse cose, fare bene agli italiani e partecipare a qualche gara internazionale, anche se in questo caso non ho obiettivi precisi. Vedrò strada facendo e lo deciderò col mio allenatore Daniele Fiorin, lo stesso che ho avuto da esordiente e allieva.

Nel 2022 correrà su strada per il Team Gauss Fiorin
Nel 2022 correrà su strada per il Team Gauss Fiorin
Quali sono le tue caratteristiche?

Eh, bella domanda! Passista sicuramente. Vado bene a crono e anche in salita mentre in volata sono un po’ incapace, lo ammetto. Ma non perché non sia veloce, quanto per la paura di stare in gruppo nelle fasi concitate dello sprint a ranghi compatti. Forse sono un po’ troppo prudente, forse è un blocco psicologico. E’ un aspetto sul quale lavorerò.

Nelle categorie giovanili hai vinto tanto e qualcuno dice che sei una predestinata. Forse è un po’ presto per dirlo. Tu come vivi questa situazione? Avverti della pressione attorno a te?

In realtà le uniche pressioni che sento sono quelle che mi faccio da sola. Ovvero di non riuscire a fare bene qualcosa in corsa. Una sorta di ansia pre-gara in quelle più importanti. Da una parte però mi fa bene perché mi mantiene concentrata. Quando poi inizio a pedalare passa tutto. Ormai mi sta passando, ma devo migliorare un po’ per evitare di consumare energie nervose. Ad esempio in nazionale in questi giorni non ne ho avute. Mi ha aiutato l’ambiente nuovo. Lì il gruppo è unito e il clima piacevole. 

Bronzo azzurro a Tabor e per il resto guerra fra giganti

14.11.2021
5 min
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Tabor esige il solito tributo di fatica e chiama in prima fila i crossisti più solidi e dotati della condizione migliore, per gare dure e veloci. Le sponde ripide e gli ostacoli tecnici disseminati sul percorso della Repubblica Ceca per il sesto turno di Coppa del mondo, hanno potuto poco per rallentare il ritmo in testa, ma alla fine la differenza è stata netta e i migliori al mondo hanno imposto la loro legge.

La prova di Tabor ha richiamato un grosso pubblico, in una giornata asciutta e su un percorso tecnico e duro
Tabor ha richiamato un grosso pubblico, in una giornata asciutta e su un percorso tecnico e duro

Un altro bronzo

Per noi si comincia col brindisi e un terzo posto che fa il paio con quello della scorsa settimana di Paletti agli europei di Col du Vam. Questa volta il terzo gradino del podio è di Federica Venturelli, classe 2005, che fra le donne junior si inchina alla campionessa europea Zoe Backstedt e Leonie Bentveld.

«Questo percorso era molto duro – ha raccontato dopo le premiazioni la cremonese – non c’era posto per respirare. La gara non è stata per nulla tattica, perché siamo andate subito a tutta. Io non sono molto brava nelle partenze, quindi alla prima curva ero abbastanza indietro, ma piano piano sono riuscita a recuperare. Non con troppa foga, come invece avevo fatto all’europeo. Così sono riuscita a tenere fino alla fine e a guadagnarmi il terzo posto in volata. Non sono brava nella tecnica, ma aver fatto il sopralluogo del percorso con Pontoni e poi con i suoi consigli in gara, sono riuscita ad esprimermi al meglio».

Inchino a Brand

Fra le più grandi, annotato il 14° posto di Eva Lechner, si può sottolineare anche il quarto fra le U23 di Gaia Realini, 20ª assoluta, giusto alle spalle di Persico e Arzuffi. Ma le nostre poco hanno potuto contro Lucinda Brand e le altre dotate di cilindrate al momento superiori.

La campionessa del mondo e d’Europa ha giocato di esperienza e si è portata a casa la vittoria del sesto round di Coppa. Il percorso veloce ed erboso pretendeva resistenza e abilità dall’inizio alla fine. E se la giovane Pieterse ha dimostrato la sua affinità con il terreno fin dal primo giro, partendo subito a tutta e saltando gli ostacoli mentre le altre scendevano di sella, Brand ha mantenuto la calma fiutando che sarebbe stata una gara impegnativa.

La giovane olandese, leader della Coppa U23, ha sferrato l’attacco al quarto di sei giri, ma è stata ripresa nel corso del penultimo. E proprio in quel momento Lucinda Brand si è affacciata davanti e si è messa a dettare il ritmo. Questa volta è stata lei a fare strada tra le tavole e Pieterse, sebbene ancora molto vivace, non è stata in grado di superare l’iridata, che ha conquistato Tabor per il secondo anno consecutivo.

Nys aveva ragione

Tra gli uomini copione tutto sommato simile e la conferma che Sven Nys aveva ragione: la vittoria nell’europeo ha messo le ali a Van der Haar. Così è stato, infatti, e il campione europeo ha ottenuto una vittoria schiacciante.

Eli Iserbyt è scattato subito in testa, guidando il gruppo in una lunga fila per gran parte del primo giro, anche se non si sono viste grosse differenze fino al secondo giro. A quel punto infatti, Quinten Hermans (secondo agli europei) e Van der Haar hanno alzato il ritmo, con Vanthourenhout incollato alla ruota del campione d’Europa.

Iserbyt in testa

Iserbyt ha dato la sensazione di voler amministrare, nascondendosi nella pancia del gruppo, ma è tornato in testa al sesto giro dettando legge sui tratti più tecnici. Sembrava fatta, ma ricalcando il copione già visto agli europei, all’ultimo giro Van der Haar lo ha raggiunto e ha preso il controllo delle operazioni. Mentre dietro lo stesso Iserbyt ha cominciato a commettere errori tecnici dovuti certo alla stanchezza. Con Van der Haar primo e Iserbyt secondo, dopo Tabor il piccolo belga ha mantenuto la testa del ranking di Coppa del mondo.