Nasce Trek South Europe, chiusa Trek Italia

13.04.2024
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Una settimana fa, senza che si potesse pensare ad altro che non fosse lavoro, i dipendenti della sede italiana di Trek hanno ricevuto una comunicazione. L’amministratore delegato Davide Brambilla li invitava ad essere tutti presenti martedì 9 aprile nella sede di Bergamo. Due giorni prima, nella Parigi-Roubaix, Pedersen aveva portato una Trek sul podio alle spalle di Van der Poel e Philipsen. Nessuna specifica di altro genere sul contenuto della riunione.

L’America in Italia

Che ci sia qualcosa di diverso si capisce quando l’incontro inizia. Lo conducono Olivier Pelous (foto di apertura), francese e direttore generale di Trek South Western Europe, e uno svizzero da Trek Europe, mentre Brambilla in un angolo assiste in silenzio. Pelous in passato ha già eseguito un’operazione analoga, facendo la sintesi fra Trek Portogallo e Trek Spagna, per dare vita alla struttura che già dirige.

La sede italiana di Trek è stata inaugurata nell’ottobre del 2019, alla presenza di Nibali, Basso, Contador, Luca Guercilena, Pedersen e i campioni che hanno dato lustro al brand. Varchi il cancello e ti sembra di essere atterrato nella sede centrale di Waterloo nel Wisconsin, anche se all’interno si parla italiano. Uno spazio molto ampio su due livelli, profumo di America. Uffici e un enorme salone di biciclette e scritte motivazionali alle pareti al piano terra. Altri uffici con pareti a vetri e spazi comuni sono al piano superiore. Davvero un bel posto in cui si respira ancora l’odore di nuovo.

La sede di Trek Italiana era stata inaugurata nel 2019, con Pedersen fresco iridato, Brambilla, Basso e Contador
La sede di Trek Italiana era stata inaugurata nel 2019, con Pedersen fresco iridato, Brambilla, Basso e Contador

Entusiasmo e sfide

A giugno 2023, l’azienda americana è stata inserita da Fortune Magazine nell’elenco delle 100 migliori al mondo in cui lavorare.

«In Trek – ha commentato Chiara Algisi, responsabile delle risorse umane – siamo attentissimi nel cercare ogni giorno di costruire e mantenere un luogo di lavoro dove le persone si sentano orgogliose di dire che ne fanno parte. Vogliamo essere sicuri di avere le persone migliori nei ruoli in cui possono avere successo e investiamo moltissimo per far sì che Trek sia uno dei posti migliori al mondo dove lavorare. Far parte di Trek Bicycle significa accettare con entusiasmo ed energia le sfide che il cambiamento presenta e coglierne tutte le opportunità di crescita personale».

Il cambiamento infatti è alle porte. La riunione procede attraverso la proiezione di una serie di slide. Al termine, i due annunciano che la sede italiana dell’azienda sarà assorbita da Trek South West Europe. Nascerà così una nuova entità con sede a Madrid dal nome di Trek South Europe. In conseguenza di ciò, il posto in cui si trovano nel giro di poche settimane sarà chiuso. Il personale sarà assorbito dal nuovo gruppo, ma ci saranno dei tagli.

Sede Trek Italia Bergamo, dicembre 2020
Questa un’inquadratura della sede di Trek Italia durante una nostra visita del 2020
Sede Trek Italia Bergamo, dicembre 2020
Questa un’inquadratura della sede di Trek Italia durante una nostra visita del 2020

Non c’è posto per tutti

Spiegano che chi rimarrà potrà farlo in smart working, ma sarà anche allestito un luogo di lavoro sopra al Trek Store di Lallio, ugualmente in provincia di Bergamo. Chi vorrà trasferirsi a Madrid, riceverà supporto nella ricerca di casa. Poi il gruppo dei dirigenti venuti dall’estero inizia il giro degli uffici e non si ferma se non dopo aver comunicato nove licenziamenti. A voler immaginare la scena, ricordate che gli spazi sono divisi quasi esclusivamente da vetri. Tutto ciò è molto americano, ma anche piuttosto duro.

Nel comunicato diffuso il giorno dopo, Harald Schmiedel ringrazierà Davide Brambilla per il lavoro degli ultimi 14 anni, per la creazione di Trek Italia e per aver guidato un team davvero affiatato e un’ottima rete vendita. Brambilla, al pari di Filippo Zoboli e Daniele Galeazzi dell’ufficio marketing, sono fuori. Brambilla probabilmente sapeva tutto già da qualche giorno, ma non ha potuto dire nulla.

Davide Brambilla lascia il mondo Trek dopo 14 anni (foto Giorgio Riganti)
Davide Brambilla lascia il mondo Trek dopo 14 anni (foto Giorgio Riganti)

Riduzione dei costi

Le motivazioni fornite nel corso della riunione, che sono poi quelle ufficiali, vertono sulla riduzione dei costi e la riorganizzazione del lavoro e delle risorse. Ciò sarà possibile attraverso la creazione di un gruppo unico più grande, con un solo country manager per quattro Paesi, una sola sede fisica per quattro Paesi, così come un solo marketing manager, un solo customer service manager. Il mercato è in flessione dopo l’euforia post Covid. Come spesso accade in simili situazioni, la soluzione più rapida è tagliare i rami che per qualche considerazione manageriale vengono ritenuti non più fruttiferi o troppo costosi.

La scelta colpisce, anche rileggendo la storia recente di Trek, che ha creato una serie di store ufficiali, il cui personale è dipendente direttamente dall’azienda. I proprietari, che hanno venduto in cambio di assegni a sei zeri, sono stati assunti come store manager con stipendi importanti. Così se gli impiegati della sede bergamasca sono circa 35, quali numeri si raggiungono sommando anche quelli dei vari negozi?

Questo è il Trek Store di Firenze, ricavato negli ambienti bellissimi della ex Manifattura Tabacchi
Questo è il Trek Store di Firenze, ricavato negli ambienti bellissimi della ex Manifattura Tabacchi

La rete italiana

Che cosa cambia ora nel rapporto fra Trek e il territorio? In teoria nulla. La parte commerciale resta invariata. Ci sono ancora degli agenti che gestiscono le varie zone d’Italia, ma cambierà il management sopra di loro e le decisioni commerciali saranno prese nella sede di Madrid per tutto il Sud Europa, invece di essere decise proprio dall’Italia sulla base delle esigenze del mercato italiano. I negozianti continueranno ad avere delle figure di riferimento che li seguiranno. Quel che non c’è più e per un po’ sarà difficile da ricostruire è l’entusiasmo di quel luogo così americano alle porte di Bergamo, in cui ciascuno in questi ultimi tre anni e mezzo ha messo del suo per farne un posto migliore.

La vita va avanti, i conti devono tornare e l’azienda è probabilmente troppo grande per fermarsi a ragionare su numeri così piccoli. Dispiace tuttavia che nove persone abbiano saputo in questo modo di essere state lasciate indietro. A loro va la nostra solidarietà, agli altri l’auspicio che possano svolgere al meglio il loro lavoro.

Trek porta in Italia il buon umore con Electra

16.03.2022
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La statunitense Trek, tra i leader della bike industry mondiale, ha di recente annunciato l’arrivo in Italia di Electra Bikes. Si tratta di un marchio forse ancora poco conosciuto nel nostro Paese che ha la sua sede principale nella California meridionale. Negli Stati Uniti Electra Bikes è sinonimo di design, eleganza, comfort, ma soprattutto benessere e divertimento, come conferma il suo motto #ridensmile. Un mix perfetto in vista dell’imminente primavera.

Electra Bikes porta in Italia lo stile ed il design californiano
Electra Bikes porta in Italia lo stile ed il design californiano

Il fascino della California 

Grazie a Trek, Electra Bikes sbarca quindi in Italia con una gamma completa di biciclette tradizionali ed elettriche all’insegna del comfort e della personalizzazione. Sono biciclette che invitano a sorridere e a pedalare, come se fossimo lungo le spiagge della California.

Davide Brambilla Country Manager TREK/Electra ha così espresso la sua soddisfazione per l’arrivo in Italia del marchio: «Sono molto felice di avere ufficialmente Electra in Italia. E’ una realtà nel mercato americano, leader nella categoria delle comfort bike da diverso tempo e, dal 2014, componente della famiglia Trek. È un brand dalle caratteristiche uniche – continua Brambilla – da una parte il mood californiano con le sue bici cruiser a manubrio largo e, dall’altra, modelli classici dal fascino intramontabile. Con queste bici andiamo a soddisfare quella clientela più attenta ad un prodotto dal design ricercato, di elevata qualità e che si differenzi dalla massa anche grazie all’ampia possibilità di personalizzazione».

Il marchio americano è entrato nella famiglia Trek nel 2014
Il marchio americano è entrato nella famiglia Trek nel 2014

Già disponibili

Tutti i modelli firmati Electra sono disponibili in Italia dallo scorso mese di febbraio. E’ possibile trovarli presso rivenditori selezionati Trek e presso una selezione dei migliori dealer.

L’arrivo del marchio californiano nel nostro Paese si colloca in un momento estremamente positivo per il mondo della bicicletta. Nel 2020 sono stati venduti oltre 2 milioni di pezzi con un numero record per le e-bike con 280 mila unità pari a un +44% sul 2019 (dati Ancma). 

In questa fase così positiva , l’arrivo in Italia del marchio Electra porta con sé un messaggio molto chiaro: pedalare crea benefici sia alla salute fisica che a quella mentale, riduce i livelli di stress, migliora la produttività e la creatività. Esercizio fisico, aria fresca e divertimento sono gratuiti e, grazie alla pedalata assistita, si riescono a coprire maggiori distanze.

Chiudiamo con un bel messaggio presente nell’homepage del sito che ben riassume la filosofia del brand californiano: «In Electra, ci ispiriamo all’arte, parte integrante della nostra cultura, e ai dettagli che ci circondano. Abbiamo fondato questa azienda con l’idea che potevamo fare sempre meglio, perché alla fine è l’innovazione ciò che ci distingue»

Trek conferma il proprio impegno per l’ambiente

15.10.2021
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In un nostro precedente articolo di fine 2020 avevamo parlato dell’impegno di Trek nel ridurre l’utilizzo della plastica nella fase di imballaggio bici. Un segno concreto da parte dell’azienda americana, grazie anche ad un programma avviato da anni per intervenire su alcuni processi di produzione e logistica. Nei giorni scorsi Trek ha presentato il proprio rapporto di sostenibilità 2021 che è liberamente consultabile al seguente link: https://view.publitas.com/trek-bicycle/tk21_trek-sustainability-report_it/page/1

Davide Brambilla spiega come Trek abbia modificato la logistica delle sue spedizioni
Davide Brambilla spiega come Trek abbia modificato la logistica delle sue spedizioni

Eliminate tonnellate di plastica

Ad illustrarci il rapporto del 2021 è Davide Brambilla, amministratore delegato di Trek Italia, che ha voluto da subito evidenziare l’importanza di aver ridotto in maniera significativa i rifiuti di plastica: «Nel 2020 abbiamo introdotto un nuovo imballaggio che ha dimezzato i pezzi non riciclabili. Dopo questo primo passo, abbiamo esteso il processo a tutto il nostro packaging di biciclette e accessori, eliminando così oltre 160 tonnellate di plastica in un solo anno».
Un altro fronte estremamente importante sul quale si è lavorato è stato quello della logistica. Per ridurre le emissioni dei trasporti via terra, la sede europea di Trek utilizza una strategia di spedizione in lotti. Essa abbassa il chilometraggio necessario per spostare il prodotto dalla distribuzione ai negozi. Parallelamente l’azienda sta lavorando per diminuire la dipendenza dal trasporto aereo, con l’obiettivo di ridurre il chilometraggio del 75% entro il 2024.

Imballo usato da Trek che ha eliminato 160 tonnellate di plastica in un solo anno, entro il 2024 ridurranno a zero la quota del materiale di scarto
Imballo usato da Trek che ha eliminato 160 tonnellate di plastica in un solo anno, entro il 2024 ridurranno a zero la quota del materiale di scarto

Obiettivo 2024, zero quota scarti

A fianco di interventi concreti nel settore degli imballaggi e della logistica, Trek sta revisionando anche il processo di produzione. L‘obiettivo è ridurre a zero entro il 2024 la quota di materiale di scarto. Per raggiungere questo traguardo ambizioso, l’azienda sta lavorando all’introduzione di soluzioni tecniche alternative: «Ci impegniamo a usare materiali riciclati, riciclabili, rigenerati o rinnovati, e a progettare, quando possibile, processi produttivi che si basano sulla circolarità – prosegue Brambilla -. Oggi, per esempio, realizziamo 15 prodotti interamente in materiali riciclati e abbiamo in programma di svilupparne molti altri nel prossimo futuro».

Ad oggi Trek realizza 15 prodotti utilizzando materiale riciclato, la svolta green dell’azienda americana è già iniziata!
Ad oggi realizza 15 prodotti utilizzando materiale riciclato, la svolta green dell’azienda americana è già iniziata!

Il contributo del singolo

In Trek sono fortemente convinti che la salvaguardia dell’ambiente debba comunque partire dai comportamenti del singolo individuo. Come l’uso della bicicletta come mezzo di spostamento quotidiano. Filippo Zoboli, marketing manager di Trek Italia, sottolinea con queste parole l’importanza della bicicletta vista come strumento di cambiamento: «Il post pandemia ha dimostrato quanto sia utile, facile, economico e salutare una pedalata, sia per andare a scuola o in ufficio che per benessere fisico».

Trek

Trek Italia: la bici è rientrata nella nostra cultura

01.03.2021
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Che cosa sia successo in Trek Italia alla ripresa della vita dopo il lockdown di marzo 2020 e in che modo vadano avanti gli affari è il focus di questo incontro con Davide Brambilla, Amministratore Delegato della filiale italiana del marchio del Wisconsin. E’ una fortuna, per quello che è emerso finora nel nostro viaggio attraverso il mondo dell’industria ciclistica, essere agganciati a colossi commercialmente così forti. In un modo o nell’altro, infatti, le risorse e le competenze della casa madre riescono a puntellare le situazioni che più di altre sono andate in sofferenza. Così è stato per Specialized e Cannondale, così è stato per Bianchi e per il marchio Cervelo inserito nella colossale holding olandese Pon.

«Abbiamo la fortuna di far parte di una multinazionale – conferma Brambilla – per cui già a febbraio, quando da noi ancora non si era fermato nulla, dal Far East ci arrivavano segnali incoraggianti sulla ripresa del mercato. Sapere con un paio di mesi di anticipo quello che sarebbe successo ci ha permesso di prevedere qualcosa e di iniziare con gli approvvigionamenti».

Davide Brambilla accoglie in sede Pedersen iridato 2019 (foto Trek)
Brambilla accoglie in sede Pedersen iridato 2019 (foto Trek)

Come avevamo già spiegato in un nostro precedente incontro, Trek Italia si occupa più direttamente della diffusione commerciale del marchio nel nostro Paese, mentre il rapporto con il team di Nibali e Ciccone, Longo Borghini e Paternoster viene tenuto direttamente dalla casa madre. Ugualmente, gli atleti italiani della Trek-Segafredo sono all’occorrenza i migliori testimonial per le campagne sul territorio nazionale. Anche via social, quando il Paese si è fermato.

Per cui a febbraio si inizia a intuire che dopo il panico ci sarà la ripartenza: quali strategie avete messo in atto in Trek Italia?

Negli Stati Uniti si è capito quello che stava per succedere, per cui a marzo abbiamo iniziato a raccontare in videoconferenza ai nostri dealer quello che avremmo fatto. In questo modo anche noi di Trek Italia siamo riusciti a mantenere gli ordini senza ricevere cancellazioni. Alla riapertura dei negozi, avevamo già un programma di consegne da rendere esecutivo e abbiamo ripreso subito a spedire. Anche se, al netto di ogni previsione possibile, quello che è successo ci ha spiazzato parecchio. La domanda è stata tale che le scorte si sono assottigliate e siano entrati in una fase di sofferenza.

I pro’ aiutano nello sviluppo della bici: la Madone con cui oggi vince Pedersen è… figlia di Cancellara (foto Trek)
La Madone di Pedersen è… figlia di Cancellara (foto Trek)
Che cosa non era stato previsto?

Che stava per nascere un pubblico nuovo. Che la bicicletta non sarebbe rimasta uno strumento per fare esercizio, ma stava diventando un fenomeno culturale. Non c’erano altre opportunità. Le famiglie non avevano più la possibilità di progettare le vacanze e la bici è arrivata a un uso diverso da quello che se ne faceva in passato. E il distanziamento sociale ha fatto il resto.

In che senso?

Nel senso che quando si è iniziato a parlare con terrore dell’affollamento degli autobus e dei treni, chi ha potuto ha scelto mezzi alternativi e la bici è entrata nel novero delle possibilità. Anche per persone che non l’avrebbero mai nemmeno considerata. Lo sapete com’è. Te ne innamori e ne diventi subito il più accanito sostenitore. Si è creato un passa parola che ha innescato la valanga degli acquisti.

La bicicletta è rientrata nella cultura italiana, per grandi e piccini (foto Trek)
La bicicletta è rientrata nella cultura italiana, per grandi e piccini (foto Trek)
Nel nome dell’attenzione per l’ambiente?

Sono state toccate le abitudini e le idee. Poi è chiaro che l’auspicato cambiamento radicale delle abitudini non ci sarà, ma tante persone hanno sposato i concetti del green e del rispetto dell’ambiente e hanno cominciato a guardare verso altri Paesi europei, in cui la mobilità sostenibile ha cambiato le città. Per questo non credo sia una fase destinata a chiudersi.

Pensa che le città italiane saranno… salvate dalla bicicletta?

In alcune grandi come Milano, se ne vedono già molte più di prima, anche a Roma. Ci sarà una crescita costante, se il Governo saprà assecondarla.

Probabilmente rispetto ad aziende votate esclusivamente (o quasi) al settore corsa, il fatto di avere una gamma praticamente completa vi ha dato un bel passo, giusto?

E’ stata la nostra fortuna. Tutti i tipi di bici e tutti i segmenti di mercato sono cresciuti in modo omogeneo e sostanziale, forse con l’elettrico in testa al gruppo.

L’elettrico dà modo a tutti di avvicinarsi al ciclismo (foto Trek)
L’elettrico dà modo a tutti di avvicinarsi al ciclismo (foto Trek)
E’ un po’ il ritornello di questi tempi…

La pedalata assistita agevola l’avvicinamento. La bici è sempre stata dipinta quasi come uno strumento di tortura, poter alleviare la fatica ha convinto tanti a fare il passo in più su tutti i terreni. Anche a quelli che non erano allenati. Il prodotto elettrico è destinato a crescere, ma in Italia l’appassionato utilizzerà sempre il prodotto tradizionale. Devo dire che malgrado quello che si dice e che abbiamo letto, non ci aspettiamo un cambiamento radicale.

Di fatto però, stando a quanto ci siamo detti, il ciclismo sportivo resta nel suo ambito meraviglioso e a crescere è il resto: in che modo avere una squadra WorldTour è un investimento vantaggioso?

Siamo l’unico gruppo proprietario di un team e la scelta è dovuta sostanzialmente a due motivi. Il primo è che siamo sicuri che il prodotto corsa rimarrà trainante. Il secondo è che tutti i nostri atleti partecipano quotidianamente allo sviluppo dei prodotti. Attualmente il loro apporto è fondamentale. Avevate già scritto del ruolo di Cancellara nel progettare la Madone, ma la raccolta dei loro feedback non si ferma mai. Senza la Trek-Segafredo, non esisterebbero questi prodotti.

Corre su Trek anche Lucinda Brand, vincitrice di tutti i titoli di cross 2020
Corre su Trek anche Lucinda Brand, dominatrice nel cross 2020
All’inizio abbiamo parlato delle conferenze con i dealer. Crede che il negozio di biciclette sia destinato a cambiare aspetto?

E’ una mutazione già iniziata prima, a dire il vero. Il livello si alza e noi di Trek Italia siamo i primi a credere nella necessità di formare i nostri rivenditori. Spendiamo milioni di dollari su corsi online, in cui il dealer può entrare per sviluppare le sue competenze, mentre con il retail interveniamo anche nello sviluppo degli spazi interni. La vecchia bottega esisterà sempre meno oppure dovrà specializzarsi, che poi è il passo più intelligente, allo stesso modo in cui è cresciuta la competenza della clientela.

Il bonus bici ha aiutato?

E’ stato un supporto ulteriore per questa spinta verso la bicicletta, ma ho idea che il boom ci sarebbe stato lo stesso. Ricordate quale grande voglia avessimo di uscire di casa? I più hanno comprato la bicicletta credendo che un giorno avrebbero riavuto indietro una fetta dei soldi spesi, ma per loro la cosa più importante era salire in sella e uscire all’aria aperta.

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