Martin Marcellusi, Jonathan Milan, Extra Giro 202

Balducci mette in moto la Mastromarco 2021

23.11.2020
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Mastromarco è in zona rossa come tutta la Toscana e per Balducci è come essere tornati alla primavera. Non proprio un bel segnale alla ripresa degli allenamenti.

«Ma andrà bene anche questa volta – dice il tecnico della squadra toscana – allo stesso modo in cui i ragazzi hanno avuto una bella reazione alla ripresa dopo il lockdown, ne sono certo».

Alessio Nieri, Mastromarco 2020
Alessio Nieri, una vittoria a luglio, scalatore da scoprire
Alessio Nieri, Mastromarco 2020
Nieri ha vinto la crono per Alfredo Martini

La Mastromarco-Sensi, è noto, ha portato al professionismo campioni, fra cui Nibali, Bettiol e Caruso. Negli ultimi anni la strada si è fatta in salita, da quando il gap fra i team è diventato economico prima che tecnico. I corridori vengono fuori, poi arriva sempre chi se li porta via.

L’ultimo è Nencini, prima Benedetti…

A chi cerca i nostri corridori, dico che siamo bravi noi a individuarli. Se lo scopo è cercare e sviluppare i talenti, chi va a prendere quelli degli altri forse ha qualcosa in meno.

Balducci è soddisfatto del 2020?

Soddisfatto per la reazione dei ragazzi. Contento che Marcellusi abbia vinto la prima a Extra Giro, il segno che si fosse lavorato bene. Poi le vittorie di Molini a Lastra a Signa e di Magli a Vinci hanno completato il quadro. Dispiace, soprattutto per i ragazzi. Ci potevamo divertire molto di più.

Carlo Franceschi
Carlo Franceschi ha cresciuto Nibali e resta il riferimento della Mastromarco
Carlo Franceschi
Franceschi è il riferimento di Mastromarco
Cosa vi aspettate dal 2021?

Che siano cresciuti. Magli e Molini sono al quarto anno, abbiamo confermato buona parte di chi già c’era. Nencini ci ha lasciato. E abbiamo dei ragazzini di primo anno. Butteroni e Arzilli, figlio del Fabrizio che correva con me. Poi Frius, un ragazzo di Mastromarco, perché un corridore di casa ci sta sempre.

Marcellusi non ha avuto offerte?

Qualcosa c’è stato, ma con lui e con Massimiliano Mori, che lo segue come procuratore, abbiamo deciso di fare un altro anno. Può crescere. Si è creato un buon rapporto. Abbiamo già sentito Amadori per le prime trasferte e s’è buttato un occhio anche sul mondiale.

Un romano a Mastromarco…

Sembra ci sia nato. Ogni tanto sparisce dal ritiro e lo trovo dal barbiere o al circolo a parlare con tifosi e anziani. Il rapporto fra il paese le la squadra era un po’ allentato senza corridori di riferimento, ma con Martin si sta ricreando. E’ diverso dai ragazzi che stanno per ore sui social, che poi è il vero problema nella creazione del gruppo. E’ un trascinatore. Tanto sembra tranquillo fuori corsa, per quanto diventa cattivo in gara. Da tanto non vedevo un corridore cambiare tanto quando attacca il numero.

Un esempio?

La sera prima dell’italiano voleva andare a casa. Non andava e lo sapevamo. L’ho convinto a provarci e giro dopo giro era sempre lì. Alla fine è arrivato settimo e i compagni non si capacitavano di come avesse tirato fuori una giornata così. 

Tommaso Nencini, Mastromarco 2020, Firenze-Empoli
Tommaso Nencini lascia la Mastromarco e passa con Provini
Tommaso Nencini, Mastromarco 2020, Firenze-Empoli
Tommaso Nencini ha scelto di cambiare
Cosa dici di Nieri, che ha vinto la cronoscalata per Alfredo Martini?

Ne vedremo delle belle con lui. Sta a Santa Maria a Monte, il mio paese e sua madre lavora con mia moglie Romina da anni. Lui andava in bici e aveva una passione incredibile, finché un giorno ho detto ai genitori di farlo provare. Per età era allievo di secondo anno, così l’ho portato a fare un giro con i ragazzini dello Stabbia e in salita li ha staccati tutti. Allora ho chiesto in giro di farlo correre l’anno dopo fra gli junior eppure, con tanti favori che ho fatto, non s’è trovato nessuno. Perciò l’abbiamo messo alla Taddei, che fa mountain bike, la squadra di Francesco Casagrande e Favilli. L’anno dopo lo volevano tutti, ma è andato alla Big Hunter e ha fatto tre o quattro piazzamenti in cronoscalate. Finché nel 2020 è venuto con noi e in salita ha fatto dei numeri. Non l’ho portato al Giro e purtroppo non s’è fatto il Val d’Aosta, così non ha trovato troppo terreno.

Ma una l’ha vinta…

Appunto, la cronoscalata per Alfredo di fine luglio. Quel giorno io ero in Romagna con gli altri e sul percorso c’era il mio maestro, Marcello Massini. Prendeva i tempi e mi ha chiamato quando l’ha visto passare. E con quel suo tono furbo, mi ha detto: «Se non vince, ci va vicino!». Marcello è sempre in gamba, ci vediamo spesso, ogni 3-4 giorni è a casa mia…

Gabriele Balducci in una foto… d’epoca: con Antonio Nibali, ancora U23: è il 2013
E’ il 2013: Balducci con Antonio Nibali
Vuol dire, Balducci, che adesso Nieri ve lo portano via?

Lui è uno di famiglia, non lo porta via nessuno. Ma qualcuno l’ha notato. Dopo la Strade Bianche siamo andati un giorno ad allenarci con la Ef Pro Cycling, che si era fermata per una settimana in Toscana, perché Alberto Bettiol ci sta davvero tanto vicino. E Fabrizio Guidi è rimasto colpito. Vedremo. Se son rose…

Hai parlato di Massini, ma resta Franceschi il vero riferimento di Mastromarco?

E ci mancherebbe! Carlo è in regia, un’istituzione. E il suo sguardo, per quello che sa e quello che ha fatto, per questi ragazzi è un grandissimo valore aggiunto…

Emiliano Borgna, Edita Pucinskaite

Borgna-Fci: lavoriamo insieme per i giovani?

21.11.2020
5 min
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Emilliano Borgna è il presidente di Acsi Ciclismo e in questo periodo si sarà sentito tirare idealmente per la giacca. Acsi è un’associazione che raggruppa un significativo numero di organizzatori di eventi amatoriali e recentemente, con l’appoggio di Nalini, ha dato vita a un circuito di Gran Fondo da febbraio a settembre. Nella foto di apertura, Borgna è con Edita Pucinskaite, iridata a Verona 1999, la cui Gran Fondo dal 2020 è con Acsi.

Fci e amatori

Fra i temi cari ai candidati alla presidenza della Federciclismo, quello di riportare gli amatori e i cicloturisti alla casa madre è abbastanza ricorrente e spiegato in vario modo. E al di là del nobile intento, il dato che resta e fa pensare è che i cicloturisti e gli amatori sono gli unici che pagano. Per affiliarsi. Correre. Fare attività. Riportarli a casa potrebbe avere un valore economico non trascurabile. La Fci può avere effettivo giovamento nel riunirli sotto la sua egida o ne risulterebbe appesantita, perdendo di vista lo scopo olimpico?

Emiliano Borgna, GF Squali, Acsi
Emiliano Borgna, alla GF Squali affiliata all’Acsi
Emiliano Borgna, GF Squali, Acsi
Borgna alla GF Squali, affiliata Acsi

Nei giorni successivi alle interviste di Martinello, Di Rocco, Dagnoni e Isetti, più di un corridore ci ha contattato, infatti, chiedendo se abbia senso far confluire gli amatori all’interno di una Federazione che ha come fine ultimo la partecipazione alle Olimpiadi e la formazione di atleti che alle stesse un giorno possano arrivare. Non avrebbe più senso ricordarsi di quando si facevano i Giochi della Gioventù e investire sui giovani, piuttosto che rincorrere adulti che in taluni casi pensano di essere campioni?

La posizione è ovviamente estrema e viene da ex professionisti, ma un passaggio con Borgna, che fra le Gran Fondo ha il suo pane quotidiano, andava fatto.

Avvocato, che cosa pensa della problematica?

Penso che il settore amatoriale debba tornare tale, anche se l’Uci inventando le prove di World Series ha sdoganato l’agonismo. Ma quella sfera va lasciata ai professionisti e ai giovani che nel ciclismo possono avere un futuro. La Fci ha finalità olimpica, che cosa se ne fa degli amatori e dei cicloturisti in quest’ottica?

Che futuro immagina per le Gran Fondo?

Devono essere eventi molto partecipati per valorizzare i territori in cui si svolgono. Non credo si debba alimentare l’agonismo. Genera comportamenti eccessivi e diventa un deterrente per la stessa partecipazione. Le strade sono piene di bici e di neofiti. Se uno che non ha mai corso va al via di una prova in cui si parte a 70 all’ora, secondo voi continua o butta via la bici?

Partenza Arco Acsi
Le Gran Fondo tornino eventi che aggregano e fanno promozione
Partenza Arco Acsi
La Gran Fondo è la miglior promozione del territorio
Perché tante Gran Fondo hanno lasciato la casa madre e hanno bussato alla vostra porta?

Lamentano costi molto alti e la troppa burocrazia, che ammazza gli eventi. Noi ci occupiamo anche di questi aspetti, seguiamo per loro i protocolli delle varie richieste. Non basta più il foglio A4 di una volta. Adesso le amministrazioni vogliono sapere tutto e stare appresso a questi aspetti è un lavoro. Che noi facciamo per i nostri associati.

Pensa che esista un’alternativa alla lite?

Lo spero davvero tanto. Ho parlato con Silvio Martinello e Rosario Fina, candidato al Comitato regionale siciliano. Siamo in una fase in cui si può davvero collaborare. Si possono immaginare organizzazioni parallele, come a volte facciamo. Sfruttando la logistica della Gran Fondo, abbiamo fatto gare giovanili. E a quel punto la domenica della Gran Fondo diventa una festa di sport per tutta la famiglia.

Una delle grosse contestazioni è che un tempo i papà portavano i figli a correre, oggi i campioni sono loro.

Perché tutti vogliono la foto su Facebook, mentre l’attività amatoriale dovrebbe tornare su altri binari. Mi rendo conto che si spendono soldi importanti per tecnologie eccezionali, ma questo non sfocia per forza nelle liste rosse e nelle leghe fra manifestazioni. Su questo gli organizzatori sono uniti. Una volta l’ex professionista che dominava veniva mitizzato, oggi è guardato con fastidio. E crea problemi.

Di che tipo?

Per la chiusura strade. Di solito dopo 15 minuti dal passaggio dei primi, viene riaperto il traffico. E capirete che un Tommaso Elettrico scava subito quel margine e ti ritrovi con l’80 per cento del gruppo nel traffico. Bisogna ampliare questo margine, dare modo alla gente di vivere certi eventi con la giusta calma, di godersi i posti. Le Gran Fondo che non danno fastidio sono quelle organizzate a braccetto con le Amministrazioni locali, che ne approfittano per valorizzare il proprio territorio. La prima cosa da fare è proprio parlare con loro.

Gara giovanissimi Imola (foto Max Fulgenzi)
Le Gran Fondo dovrebbero sempre ospitare gare di giovanissimi (foto Fulgenzi)
Gara giovanissimi Imola (foto Max Fulgenzi)
Gran Fondo e attività di base: si può collaborare (foto Fulgenzi)
Quindi promozione e non agonismo?

L’agonismo in bici ci sarà sempre, ma non va spinto troppo oltre. Il ciclismo amatoriale deve e può essere la spinta perché lo sport popolare riparta. Per questo Nalini ha deciso di stare al nostro fianco nell’appoggiare un circuito in cui chi si iscrive avrà comunque un capo di abbigliamento dedicato, anche se per Covid si dovesse chiudere di nuovo. Gli eventi devono essere l’occasione di offrire temi diversi, come le experience che può offrire Paolo Bettini o approfondimenti sulla sicurezza con Marco Scarponi.

Quindi leggendo le dichiarazioni dei vari candidati?

Dico loro: incontriamoci. Ho visto che hanno tagliato i costi di affiliazione per avvicinarsi agli Enti. Spero solo che chiunque sarà eletto abbia voglia di ascoltare. Se un marito trascura la moglie e quella va con un altro, la colpa non è solo della moglie e dell’amante. Io sarei contento di collaborare, ma per farlo bisogna essere in due.

Daniela Isetti

Elezioni Fci, scende in pista anche Isetti

15.11.2020
5 min
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Isetti c’è sempre, che si tratti di un campionato italiano o di un mondiale. Se guardi bene, lei c’è sempre ed ha sempre cose da fare. In tanti anni che la conosciamo, raramente l’abbiamo vista con le mani in mano. Daniela si mette a ridere quando le chiediamo se da piccola sognasse di fare il presidente federale, ma è certo che il suo cammino nei vari ruoli federali porterebbe proprio lassù, dove nessuna donna si è mai seduta. Ma anche lì, lei probabilmente non starebbe seduta più di cinque minuti.

«L’idea di candidarmi – dice Isetti – è maturata col tempo. Il ciclismo è una passione smisurata di famiglia, l’idea di impegnarti per gli altri e non per te stesso. Nel mondo del ciclismo ho fatto tutto, tranne il giudice e il direttore di corsa, per cui è una decisione presa per le conoscenze e le competenze che sono certa di avere».

centro Studi, corso direttori sportivi. Davide Cassani, Alex Zanardi
Ai corsi del Centro Studi è intervenuto anche Zanardi, cui vanno tutti i nostri auguri (foto Sestili)
centro Studi, corso direttori sportivi. Davide Cassani, Alex Zanardi
Anche Zanardi ai corsi del Centro Studi. Auguri, Alex! (Foto Sestili)

Come sia stato che una donna abbia potuto inserirsi così bene nei meccanismi piuttosto maschilisti del nostro sport è il prossimo passo. Così, dopo aver raccontato la candidatura di Martinello e l’attendismo di Di Rocco e Dagnoni, ecco le idee di Isetti. E Daniela volentieri racconta.

Le cose stanno cambiando, ma qualche anno fa un po’ di maschilismo c’era…

La mia fortuna è aver trovato un uomo illuminato come Gianni Sinoppi. Fu un grande dirigente e capì che magari coinvolgendomi poteva portare un punto di vista lungimirante. Fu lui a suggerire ai miei che smettessi di correre ed entrassi nel Comitato regionale. E lì ho fatto tutta la trafila, a partire dall’ufficio stampa. Prima di entrare in Consiglio federale sono stata segretaria dell’Associazione dei team dei dilettanti. E fu un orgoglio essere sostenuta da elettori uomini. Non mi hanno mai considerato un elemento debole del sistema.

Perché ci si candida alla presidenza federale? Per cambiare qualcosa che non va o per proseguire il lavoro?

Ci ho pensato nei modi e nei tempi dovuti, per il ruolo di Vicepresidente Vicario che ricopro. Non vedo neppure la necessità di accelerare i tempi. Ho parlato con Di Rocco e lui sa. Ci si candida perché assieme ad altre persone abbiamo iniziato a condividere idee e progetti. Conosco i meccanismi federali. Sono in Consiglio da quattro mandati e sono anche nel Consiglio Coni. Sono sollecitata dalla base a fare un passo in più, per immaginare un ciclismo diverso.

Attraverso cosa passa il cambiamento?

Semplificazione e trasparenza. Rinnovata attenzione verso la promozione e il ciclismo giovanile. Fra le poche cose positive di questo periodo, c’è che il ciclismo è uno dei pochi sport che riesca a proporsi. Spingendo sull’acceleratore, è possibile avvicinarsi di più ai giovani. Ci sono tanti aspetti che possono esser sviluppati in modo più consono agli anni che viviamo.

Miriam Vece, velocità, europei pista 2020
Il settore velocità va rilanciato. Lei è Miriam Vece, agli europei di Plovdiv
Miriam Vece, velocità, europei pista 2020
Secondo Isetti, la velocità rilanciata. Lei è Miriam Vece
Una spallata al ciclismo delle strade bianche?

Il nostro sport ha una storia meravigliosa, radici che ci consentono di restare solidi anche quando ci lanciamo verso il futuro. Di quella storia ci dobbiamo ricordare, occupandoci di tutto ciò che la bicicletta può rappresentare. Dobbiamo essere aperti a una nuova immagine del ciclismo. Imparare a proporci in maniera nuova.

Parliamo dunque di promozione?

Serve maggior supporto a chi fa avviamento al ciclismo. Abbiamo 144 scuole, cui stiamo erogando gratuitamente dei corsi di formazione per individuare percorsi di attività più ampi rispetto al semplice andare in bicicletta. Ma la Fci ha il fine olimpico, quindi l’agonismo. Solo che oggi la bicicletta si declina in tanti modi, dalla mobilità dolce al turismo, che sono elemento di arricchimento per le società che propongono ciclismo. Le scuole di ciclismo possono essere cellule di base per ciclismo a tutto tondo.

La pista?

Ha bisogno di nuovo impulso, perché va bene per tutti. Si è attivato ormai da tempo un processo di armonizzazione fra base e vertice, ma occorre spingere forte. E soprattutto va sviluppato un progetto per la velocità, che ci vede un po’ indietro e ha un gran numero di medaglie.

Ci sono due temi caldi: la gestione degli juniores e il Sud. Da dove partiamo?

Le problematiche degli juniores meritano una rilettura, l’attività stessa va riletta. La categoria non può essere un punto di arrivo, ma occorre parlare con tutti e a tutti i livelli. E’ il sistema che ha bisogno di una taratura. Stesso discorso per il Sud.

Avanti, Isetti.

E’ una miniera, per attività, talenti e numero di praticanti. Ci sono difficoltà logistiche oggettive, ma non possiamo ignorare il fatto che ad esempio la Sicilia da anni ci regala fior di campioni. A Fiorenzuola si è fatto un gemellaggio con Noto, dove c’è un bellissimo velodromo, il cui patrono San Corrado è piacentino. In questo momento per ovvi motivi è un gemellaggio virtuale, ma in futuro è auspicabile che generi uno scambio tecnico.

Gran Fondo L'Eroica
Il mondo delle Gran Fondo, questa è L’Eroica, torneranno nell’alveo della Fci? (foto pENNI)
Gran Fondo L'Eroica
Il mondo delle Gran Fondo tornerà alla Fci? Isetti dice di sì (foto pENNI)
E poi c’è il fronte dei cicloturisti…

Bisogna condividere le esperienze e c’è tanto da lavorare anche su questo. Il cicloturismo deve essere riportato in federazione. Ci sono elementi che non possiamo più ignorare.

Il Centro Studi di cui sei referente ha approfittato del lockdown per organizzare parecchi corsi per direttori sportivi aperti agli atleti, è corretto?

E continuiamo a farlo. Il 12 novembre è partito quello di terzo livello chiuso a 35 candidati a fronte di 70 richieste, per mantenere un bel rapporto fra allievi e docenti. Abbiamo fatto 700 ore di formazione per atleti in attività, con quasi 200 adesioni e 186 partecipanti. Li abbiamo divisi per livelli, con 6 classi di primo livello e 7 classi di secondo. E quasi tutti hanno completato il percorso. Fra loro c’erano tre atleti già laureati in Scienze Motorie, come Paolo Simion, e altri laureandi. I tre sono già abilitati come tecnici giovanili, gli altri sono ancora studenti.

E’ bello vedere che gli atleti pensano a restituire al ciclismo ciò che il ciclismo gli ha dato…

Gli atleti di ogni specialità sono il nostro futuro. Li vedo che fanno le cose con passione. Alberto Bettiol si è iscritto a un corso che si dovrebbe fare a Lugagnano d’Arda, dove si farà il primo livello e anche il corso guide. Li ho sentiti dire: «Adesso do un senso a quello che faccio. E ho la possibilità di aiutare i bambini a capire». Prima avete chiesto perché lo faccio…

Esatto.

A quello che ho risposto, aggiungete anche che mi sento in debito con un mondo che amo in modo viscerale. Ci sono dinamiche che negli anni non sono migliorate e mi sento di dover dare qualcosa in più.