Nuova in Spagna: ecco la Litening AIR C:68X di Cube

19.08.2022
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C’è chi debutta al Tour e chi alla Vuelta. Così la Intermarché-Wanty-Gobert ha scelto la corsa spagnola per portare al debutto la nuova Cube Litening AIR C:68X, bici nuova e leggera, con il telaio che pesa appena 799 grammi.

In realtà non si tratta di una prima apparizione, dato che la sperimentazione è iniziata sin dal Delfinato del 2021, per poi passare anche a corse di questa stagione. Oltre alle vittorie di tappa al Giro del Belgio, all’Ethias Tour de Wallonie, al Giro dell‘Appennino e al Sazka Tour, è stato soprattutto il trionfo di Jan Hirt alla tappa regina del Giro d’Italia 2022 a coronare la fase di prova delle nuove biciclette.

Con la nuova Cube, Hirt ha vinto la tappa di Aprica al Giro
Con la nuova Cube, Hirt ha vinto la tappa di Aprica al Giro

Si comincia da Vitoria

Per questo ora, in coincidenza con l’inizio della Vuelta, Cube presenta la nuova serie Litening AIR C:68X, composta da tre modelli. Nella quarta tappa della Vuelta, da Vitoria Gasteiz a Laguardia, arriveranno le prime salite e vedrà la luce la nuova bicicletta leggera della storia Cube, per giunta in una tinta speciale. Sarà la bici, fra gli altri, di Pozzovivo e Meintjes, come pure Hirt e Bakelants.

L’obettivo del progetto Litening AIR C:68X – estremamente leggero, aerodinamico e comodo anche dopo molte ore di sella – è ottenere la perfetta combinazione fra peso ridotto e design aerodinamico.

Telaio da 799 grammi

Per conseguire tale obiettivo, gli ingegneri di Cube hanno optato per l’impiego di composito di carbonio C:68X di alta qualità. Realizzando il telaio in un laboratorio dedicato, si è riusciti a ridurre il peso al minimo. Nella taglia media, infatti, il telaio pesa solo 799 grammi, gettando le basi ideale per una bicicletta velocissima da 6,6 chili (nella variante SLT).

Il modello leggero, conforme a tutti i regolamenti dell’UCI, fa ricorso anche a un manubrio integrato, al collarino reggisella integrato e al passaggio ruota massimo di 31 millimetri. Il telaio è realizzato con la tecnologia Air Monocoque Advanced Twin Mold, i tubi hanno sono frutto di un’ottimizzazione Aero-Weight fra penetrazione aerodinamica e leggerezza, il passaggio dei cavi è tutto interno e il montaggio dei dischi è flat mount.

Una bici per correre

Si tratta evidentemente di una bici per correre e il fatto che verrà impiegata ufficialmente alla Vuelta fra le mani di una WorldTour dice che si tratta di un modello dalle doti spiccate e inconfondibili. Come recita il comunicato di Cube, questa bicicletta è nata per la velocità!

I modelli sono tre: Litening AIR C:68X SLT, Litening AIR C:68X SLX, Litening AIR C:68X Race.

Litening AIR C:68X SLT combina un peso estremamente ridotto, prestazioni aero, la piena conformità con le regole dell’UCI e tutta una serie di componenti testati nelle gare, per dare il meglio in gara.

Litening AIR C:68X SLX è stata costruita per eliminare tutto il peso, pur nei limiti previsti dall’UCI, mantenendo un vantaggio aerodinamico. Il misuratore di potenza è integrato.

Litening AIR C:68X Race combina un peso leggerissimo, un concetto aero e componenti attentamente selezionati. Il risultato? Una bicicletta da gara conforme ai regolamenti dell’UCI, dalla massima leggerezza possibile, incredibilmente comoda… e velocissima.

Cube

Pozzovivo, dicci un po’: quale bici per Aprica?

24.05.2022
6 min
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Le giornate di riposo dei grandi Giri corrono via veloci anche per i corridori. Una sgambata leggera in tarda mattinata, massaggi e relax al pomeriggio, ma con un occhio rivolto alle scelte tecniche ottimali. Siamo stati da Domenico Pozzovivo, ci siamo fatti raccontare la sua bicicletta in vista della tappa del Giro con arrivo ad Aprica e la convivenza con i problemi fisici.

Una Cube Litening TE taglia 50 per Pozzovivo
Una Cube Litening TE taglia 50 per Pozzovivo

La Cube Litening TE del “Pozzo”

Si tratta di una bicicletta full carbon monoscocca da 6,8 chilogrammi di peso, nella configurazione che andiamo a raccontare. Il telaio, la forcella e anche il cockpit integrato, sono quelli standard in dotazione alla squadra, mentre le ruote sono una chicca. Sono una sorta di customizzazione delle NewMen R50 Streem, con i raggi in carbonio e con un valore alla bilancia di 457 e 570 grammi, rispettivamente per anteriore e posteriore (l’unica coppia in dotazione alla Intermarché Wanty Gobert). Hanno il profilo da 50 millimetri con predisposizione per il tubolare (pneumatici Continental Competition da 25 millimetri).

La sella utilizzata dal corridore lucano è la Prologo Zero II CPC Nack. La trasmissione è Shimano Dura-Ace 12v, con guarnitura (53/39) e power meter della vecchia generazione. Il cambio posteriore ha il bilanciere CeramicSpeed. In vista della durissima tappa odierna, con arrivo ad Aprica, Pozzovivo ha fatto montare una cassetta 11-34.

Ci sono due dischi da 140 millimetri. I pedali sono i Look Blade Ceramic con lama in carbonio da 20Nm (quella blu). La Cube Litening TE di Pozzovivo è una taglia 50.

Facendo un confronto con il passato, dopo l’ultimo incidente usi una posizione differente sulla bicicletta?

Siamo intervenuti sull’inclinazione e sull’altezza sella, abbassandola leggermente, ma anche sulla posizione delle leve del cambio, più rialzate rispetto al passato. Quest’ultima soluzione in particolare, mi permette di contrastare al meglio la posizione del braccio sinistro che fa fatica ad allungarsi. In merito alla sella ho dimezzato la sua inclinazione, considerando che ho sempre pedalato con la punta rivolta verso l’alto. Sempre con la punta rivolta verso l’alto di 0,6°, in passato ero intorno ai 1,2°. Diciamo che è un giusto compromesso. Mi permette di non sovraccaricare la zona lombare e di tenere leggermente scaricate anche le braccia. Le leve sono dritte e non sono girate verso l’interno del manubrio.

Hai dei fastidi quando sei in sella, sulla zona lombare e sulla schiena?

Convivo con questo fastidio, che diventa costante e si fa sentire quando le tappe sono particolarmente impegnative. Il fastidio non si presenta solo in salita, ma anche quando si affrontano le discese con tanta pendenza, perché il carico del corpo si sposta in avanti. Comunque riesco a tenere tutto sotto controllo, ma è pur vero che ho lavorato molto con gli osteopati e passo dopo passo abbiamo migliorato una situazione inizialmente complicata.

Ti viene a mancare la forza nelle fasi di frenata più decise?

Sì, mi manca la forza e anche la sensibilità delle due dita esterne.

La bici del Pozzo al Giro d’Italia 2022
La bici del Pozzo al Giro d’Italia 2022
Percepisci delle limitazioni anche nella zona delle gambe?

Sono costantemente in torsione con il bacino e di conseguenza con la parte inferiore del corpo. Questo accade perché cerco di sopperire alla mancanza di forza del braccio sinistro. Inizialmente ho avuto qualche problema al soprasella, ma ora ho quasi risolto anche questo aspetto.

Pedali con il massimo della tensione
Pedali con il massimo della tensione
Non utilizzi una sella corta: una scelta voluta, oppure condizionata dai problemi fisici?

Mi trovo particolarmente bene con la Zero II di Prologo, perché è piatta ed è conformata in maniera perfetta per il mio ischio. Mi piace anche l’inserto CPC. L’avevo persa per qualche tempo, ma ora che l’ho ritrovata me la tengo stretta.

Sella con lunghezza tradizionale, una Prologo Zero II CPC
Sella con lunghezza tradizionale, una Prologo Zero II CPC
In una situazione come questa, la bicicletta con i dischi ti porta dei vantaggi?

Si, tutte le dinamiche legate alla frenata sono meno complicate e sono portato a fidarmi di più. Questo mi succede nelle situazioni di asciutto, ma anche di bagnato e di sconnesso, anche e soprattutto se dovessi fare un confronto con il passato quando si usava il cerchio in carbonio, quando la frenata diventava un fattore critico.

E invece cosi ci dici di queste ruote?

Mi sono trovato benissimo fin dalla prima volta che me le hanno date da provare, perché sono leggere e perché mi permettono di chiudere tantissimo le traiettorie, come piace a me. Di solito le ruote super leggere sono da controllare e da assecondare, in questo caso ho un prodotto reattivo e guidabile, si adatta al mio stile di guida. Mi piace sentire la ruota e in parte anche la sua secchezza nelle risposte.

Pozzovivo e i numeri in gara, usi tanto il power meter?

Sempre, ho confidenza con i numeri e mi divertono, perché mi aiutano anche a far passare il tempo. Spesso in gara faccio anche i lap e faccio dei confronti con quello che eseguo in allenamento. Nelle ultime stagioni cerco sempre più, quando mi alleno, di simulare delle situazioni di gara. Questo fattore mi è stato utile anche per modificare una parte del training, visto che non sono più un ragazzino e mi confronto con gente che ha 15 anni meno di me.

Pozzovivo sulla strada del Giro con le brugole in tasca

22.02.2022
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L’episodio di Pozzovivo che parte dall’Italia per andare a Charleroi a recuperare la nuova bici, raccontato nei giorni scorsi dal suo agente Scimone, è ancora più colorito di quanto fosse sembrato in un primo momento.

«Ero a metà ritiro sull’Etna – racconta Domenico – e grazie a Piva, che stava andando in Oman, sono riuscito a organizzare di prendere la bici. Sarei voluto partire da Catania, ma non c’erano voli. Così ho guidato fino a Palermo. Sono andato in Belgio. L’ho presa e sono tornato in Sicilia per continuare ad allenarmi. Metà ritiro con la BMC del 2021, metà sulla Cube con cui correrò quest’anno».

La squadra con Pozzovivo è arrivata a quota 32 atleti. Dopo Kristoff, l’italiano è il più rappresentativo
La squadra con Pozzovivo è arrivata a quota 32 atleti. Dopo Kristoff, l’italiano è il più rappresentativo

Due ritiri in 7 giorni

In uno scambio di messaggi alla vigilia della Ruta del Sol con la Intermarche-Wanty-Gobert, Domenico aveva scherzato dicendo di essere piuttosto indaffarato nel fare in pochi giorni quello che normalmente si fa in due training camp e che se la sarebbe cavata con l’esperienza. E da qui cominciamo. Domenico è al volante, di rientro verso Morcote in Svizzera dove vive. Un asceta della bici e una gran brava persona, misto di passione e serietà.

Il debutto con la nuova squadra è andato, con l’ottavo posto nel giorno della vittoria di Covi e una caduta l’indomani (terza tappa) nei pressi del traguardo di Otura che gli ha portato qualche abrasione.

Per Pozzovivo, prima corsa con tanto morale e un elenco ben chiaro di cose da fare
Per Pozzovivo, prima corsa con tanto morale e un elenco ben chiaro di cose da fare
Sei riuscito a fare quel che avresti fatto in due ritiri?

Nel mio caso (ride, ndr) ne sarebbero serviti tre. Si può capire che non ho ancora la posizione ideale. Non sono mai stato di quei corridori che vanno in giro con le chiavi in tasca facendo i vari aggiustamenti, invece questa volta l’ho fatto per mettermi a posto il più rapidamente possibile. Ho provato diversi set-up, ma ancora non ci sono arrivato. La gara è stata la verifica per capire se ho fatto tutto nel modo giusto. E poi mi sono dato una dead line nella Tirreno-Adriatico. Fino a lì ci arriverò come meglio posso, poi faremo qualche approfondimento.

Andare in Belgio è stato davvero necessario, insomma…

L’alternativa sarebbe stata avere la bici il giorno prima della corsa. Io la notte dormo sereno, ma quella è una prospettiva che non mi tranquillizzava molto.

A proposito di dormire tranquillo, ci riuscivi anche non avendo squadra ad anno ampiamente iniziato?

Ho sempre dormito. Mi ero fissato l’obiettivo di essere in condizione il primo febbraio. L’esperienza precedente più simile era stata la firma a fine 2019, dove eravamo arrivati al 27 dicembre, perciò quando abbiamo passato quella data, ho iniziato a preoccuparmi. Avrei raggiunto la condizione. Avrei fatto qualche salita a tutta. E poi avrei smesso.

Al Giro dell’Emilia 2021, Pozzovivo è arrivato 14°. Ha chiuso la stagione una settimana dopo al Lombardia
Al Giro dell’Emilia 2021, Pozzovivo è arrivato 14°. Ha chiuso la stagione al Lombardia
In serenità?

Con un bel fastidio, perché sapevo che c’erano tante squadre con vuoti in organico in cui avrei potuto benissimo trovare posto. Mi avrebbero potuto prendere ai saldi di fine stagione, ma è vera la battuta sul fatto che avevo trovato squadra quando ero zoppo e stentavo a credere di non riuscirci ora. Quando nel 2019 firmai con la NTT, ancora non camminavo.

E’ vero che i giovani fortissimi oggi in gruppo ti spingono a superare i tuoi limiti?

Mi spostano i numeri. Prima raggiungevo un certo standard e valutavo che bastasse. Adesso il livello è più alto e non posso più accontentarmi. Potreste chiedermi perché non lo facessi anche prima e in effetti qualche rimpianto potrei averlo, ma è anche vero che qualche anno fa non c’erano le stesse tecnologie e le stesse metodiche di allenamento.

Arrivare in condizione al primo febbraio significa essere in anticipo?

Rispetto agli ultimi due anni, sicuramente. Rispetto a quando debuttavo in Australia, non proprio. L’incidente mi ha lasciato degli strascichi. Se lavoro bene arrivo al 100 per cento, altrimenti sono all’80. Non riesco più a stare intorno al 90 per cento. Quindi ho doppia scelta: essere al top o soffrire troppo. L’anno scorso ho sofferto troppo e non volevo ripassarci.

Pozzovivo trova ad attenderlo altri tre italiani: Petilli, Rota e Pasqualon
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Come ti trovi in squadra?

Sentivo tanto parlare di clima familiare e mi pare che sia vero. C’è parecchia Italia e c’è anche competenza. Quello che mi dispiace è non aver preso parte ai ritiri e di conseguenza i programmi sono stati fatti senza prevedere me. Sarò io a dovermi adattare ai piani e al clima della squadra, ad esempio per il Giro. Se ci fossimo allenati insieme, conoscerei le caratteristiche dei miei compagni e oggi ci sarebbero altre sintonie. Anche questo fa parte del dover recuperare.

Il gruppo Giro?

La firma del contratto è stata legata agli obiettivi. E a parte Louis Meintjes, la squadra non ha altri corridori da corse a tappe, per cui il Giro sarà la mia stella polare e ho chiesto di aggiungerci la Vuelta. La motivazione ad andare avanti è stata proprio il ritiro dall’ultima edizione, dopo la tappa di San Giacomo. Mi sentivo bene, andare via e non cercare riscatto sarebbe stato come lasciare il libro a metà.

L’adrenalina del pericolo scampato ti spingerà a dare di più?

Devo dire che sul piano dell’impegno (sorride, ndr) ho pochi margini. Il fatto di aver cambiato squadra e di dover gestire questa situazione sono uno stimolo per uscire dalla routine e sicuramente daranno qualcosa in più.

Crono di Torino al Giro 2021, Pozzovivo fra gli scalatori andati meglio: 31″ da Ganna
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Davvero credevi che la Qhubeka sarebbe ripartita?

Eravamo in contatto con Ryder Douglas e lui ci trasmetteva fiducia. Per cui quando a novembre è uscito l’elenco dei team WorldTour e noi non c’eravamo, è stato un fulmine a ciel sereno. Ricordo bene. Così come ricordo il momento in cui Raimondo mi ha detto che era fatta con la Intermarché. Ero sul Teide, quel posto porta bene. Ero lassù anche a fine dicembre 2019 quando arrivò la NTT.

Quindi quali sono i prossimi passi?

Sul fronte delle corse, il programma prevede Laigueglia, al 99,9 per cento la Tirreno-Adriatico, un altro periodo in altura, il Giro di Sicilia, Freccia, Liegi e Giro d’Italia. Non farò il Tour of the Alps perché la squadra è al completo, ma ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto andare in Sicilia e ci andrò.

Quali altri fronti ci sono oltre alle corse?

Quello dei materiali. Il fitting dell’abbigliamento con Nalini, che per me non è banale, incluso il body da crono. E poi sempre per la crono dovrò prendere la bicicletta. Credo che il modello nuovo uscirà per il Tour, per cui al Giro dovremmo avere quella del 2021. Mi prenderò il tempo che serve dopo la Tirreno per trovare tutte le soluzioni più giuste. Dopo il buon livello raggiunto l’anno scorso, voglio raggiungere uno standard ugualmente soddisfacente.