Mathieu Van der Poel, vacanze 2025, California (immagine Instagram)

Torna Van der Poel e Namur diventa il centro del mondo

13.12.2025
5 min
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Sarà il periodo dell’anno e magari anche la sensazione che mancasse qualche pezzo, il ritorno di Van der Poel nel ciclocross fa pensare alla fine di un’attesa messianica, che sarà completa sabato prossimo, quando ad Anversa tornerà anche Van Aert. E quello sarà il primo derby nel fango, il primo dei cinque scontri fra i due giganti.

Van der Poel è tornato a inizio settimana dalla Spagna e il fatto che per debuttare abbia scelto Namur fa pensare che il suo livello sia davvero molto alto. L’olandese non è uno che corre sapendo di essere battuto ed evidentemente i suoi riscontri sono all’altezza della situazione.

«Fino a qualche anno fa – commenta il suo team manager Christoph Roodhooft – non avrebbe osato ripartire da Namur. Ma come atleta, si è evoluto a un livello tale che è pronto per debuttare su un percorso così impegnativo. Avrebbe potuto rendersi le cose molto più facili scegliendo il prossimo fine settimana, con Anversa e Koksijde. Inizialmente, era quello il punto di partenza della sua stagione, ma Mathieu si sente bene e ha abbastanza fiducia in se stesso per affrontare questa sfida. Mi aspetto che vinca? In ogni gara di ciclocross a cui Mathieu partecipa, ci aspettiamo che vinca. Se lo aspetta lui stesso, se lo aspettano tutti».

L'ultima vittoria 2025 di Van der Poel è quella di Geraardsbergen al Renewi Tour: che fatica battere De Lie!
L’ultima vittoria 2025 su strada di Van der Poel è quella di Geraardsbergen al Renewi Tour: che fatica battere De Lie!
L'ultima vittoria 2025 di Van der Poel è quella di Geraardsbergen al Renewi Tour: che fatica battere De Lie!
L’ultima vittoria 2025 su strada di Van der Poel è quella di Geraardsbergen al Renewi Tour: che fatica battere De Lie!

Quattro settimane di stop

Sembra di rileggere le parole pronunciate ieri da Giuseppe Martinelli, sia pure nel diversissimo ambito delle corse a tappe. La filosofia però è la stessa e la capacità e la facilità di prepararsi alla gara non correndo, unite all’immensa classe dell’atleta in questione, fa sì che la vittoria sia la prima delle opzioni. Non l’unica, ma quasi.

Van del Poel ha chiuso la stagione estiva a metà settembre con l’amaro in bocca per il 29° posto ai mondiali di mountain bike di Crans Montana, su cui invece puntava molto. La mountain bike continua a respingerlo, il gap tecnico sembra incolmabile. Sarà curioso vedere se presto o tardi deciderà di metterci una pietra sopra, concentrandosi sul ciclocross dove vincere invece gli viene molto più… facile.

«Ho riposato per un periodo più lungo del solito – ha spiegato ieri – la mia stagione si è conclusa prima rispetto agli anni precedenti (la foto Instagram di apertura lo ritrae in California, ndr). Questo mi ha dato l’opportunità di prendermi quattro settimane di riposo, poi ho ripreso ad allenarmi in Belgio. Due settimane dopo mi sono trasferito nella mia base in Spagna per continuare a potenziarmi e aumentare gradualmente l’intensità».

Nel passaggio alla MTB, Van der Poel non è ancora riuscito nella magia di colmare il gap tecnico dagi avversari (foto Alpecin-Deceuninck)
Nel passaggio alla MTB, Van der Poel non è ancora riuscito nella magia di colmare il gap tecnico dagi avversari (foto Alpecin-Deceuninck)

Gareggiare per non allenarsi

Il cross per allenarsi meno: questa è l’unica concessione che specialisti di questa grandezza fanno ai vecchi concetti della preparazione, eccezione all’infallibilità delle tabelle.

«Il fatto di avere un programma di 12-13 gare di ciclocross – ha spiegato – ha un senso. La seconda metà di dicembre offre sempre più opportunità di gara e finché sono in Belgio, preferisco gareggiare piuttosto che allenarmi. Ho guardato i percorsi e ho scelto le gare che mi sono sempre piaciute di più. Il fatto che molte di queste si svolgano nei dintorni di Anversa è un bel vantaggio».

Lo stesso ragionamento fatto da Van Aert. Le energie sono un capitale da salvaguardare e ridurre i viaggi gli permette di continuare con il cross, prendendone solo il positivo.

L’ottavo mondiale

L’obiettivo principale sono i mondiali di Hulst, che in caso di vittoria porterebbero a 8 il suo bilancio iridato. Sentendolo parlare, la sensazione è che fosse stanco di allenarsi e che non vedesse l’ora di riattaccare il numero sulla schiena.

«E’ passato molto tempo dall’ultima volta che ho corso a Namur – ha raccontato – e il percorso mi è sempre piaciuto. Mi sento pronto. Finora non ho fatto una grande preparazione specifica, ad eccezione di due sessioni: una martedì e l’altra giovedì. Gli ultimi due giorni invece sono stati più blandi. Dopo l’allenamento di giovedì, ne ho programmati due più facili per essere fresco e riposato sulla linea di partenza. Non è molto, ma l’anno scorso è bastato. Le aspettative sono alte. Forse sono un po’ al di sotto del livello del 2024, ma credo che possa bastare per giocarmi la vittoria».

Campionati europei ciclocross 2025 - Middelkerke, Thibau Nys
Thibau Nys (qui agli europei) quest’anno ha già vinto due volte in Coppa del mondo: a Tabor e Flamanville
Campionati europei ciclocross 2025 - Middelkerke, Thibau Nys
Thibau Nys (qui agli europei) quest’anno ha già vinto due volte in Coppa del mondo: a Tabor e Flamanville

Il confronto con Nys

Immaginiamo la pressione che il suo ritorno stia mettendo addosso a coloro che sono stati protagonisti fino a questo momento. In particolare sarà molto interessante assistere al primo confronto di stagione con Thibau Nys, indicato da più parti come il possibile sfidante.

«Mi pare di aver capito che Nys sia diventato il nuovo punto di riferimento – ha detto Van der Poel – mentre Nieuwenhuis continua a confermarsi. A Namur, in particolare, bisogna stare attenti a Michael Vanthourenhout (vincitore della Coppa del mondo di Marceddì, ndr) e Toon Aerts. E Cameron Mason ha chiaramente fatto un passo avanti. Ci sono molti sfidanti. Come ogni anno infine, presto troverò anche Van Aert. Ognuno di noi ha la sua preparazione, soprattutto in vista delle classiche di primavera. Questo significa che ci incrociamo di tanto in tanto. Come ci confronteremo quest’inverno sarà presto chiaro, basterà aspettare una settimana. Speriamo di poter offrire un bello spettacolo ai tifosi».

Filippo Agostinacchio, ciclocross, EF Education EasyPost (foto Alessio Pederiva)

La settimana tipo del crossista: parola a Filippo Agostinacchio

11.12.2025
6 min
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L’ottavo posto nella prova di Coppa del mondo di ciclocross in Sardegna ha mostrato un Filippo Agostinacchio in grande spolvero. L’atleta valdostano era solamente alla sua seconda gara sul fango, in questa particolare stagione invernale che lo vedrà correre con i colori della EF Education EasyPost, prima di indossare anche la maglia della Biesse Carrera Premac in primavera. In Valle d’Aosta il freddo picchia forte e si fa sentire, trovare lo spazio per uscire in bici e allenarsi non è semplice e si devono fare i conti con tanti fattori. Eppure i lavori fatti dal più grande dei due fratelli ciclisti lo ha portato a vedere la top 10 in una delle gare più importanti della sua stagione sul fango (in apertura foto Alessio Pederiva). 

L’assist è pressoché perfetto e così insieme al ventiduenne di Aosta, che intanto porta avanti i suoi studi in Scienze Motorie e Sportive, andiamo a curiosare nella sua “settimana tipo” nel ciclocross. 

«La prima cosa che ho notato – racconta Filippo Agostinacchio – è di avere una buona condizione ma di aver bisogno di qualche ora in più in sella, per migliorare la guida e la tecnica. Il ginocchio che mi aveva fatto leggermente tribolare a novembre ora sta meglio e riesco a gestire bene tutto tra carichi di allenamento e gare».

Filippo Agostinacchio, ciclocross, EF Education EasyPost (foto A. Di Donato)
Quando il calendario del cross propone impegni ravvicinati dopo la gara Agostinacchio dedica dieci minuti al defaticamento (foto Alessandro Di Donato)
Filippo Agostinacchio, ciclocross, EF Education EasyPost (foto A. Di Donato)
Quando il calendario del cross propone impegni ravvicinati dopo la gara Agostinacchio dedica dieci minuti al defaticamento (foto Alessandro Di Donato)
Allora partiamo con la settimana tipo, iniziamo con il giorno dopo la gara…

In teoria già dopo la corsa della domenica (al momento il calendario di Agostinacchio prevede una gara a settimana, ndr) dovrei fare dieci minuti di defaticamento. Quando corro meno, come in questo periodo non lo faccio sempre. Se gli appuntamenti aumentano e diventano ravvicinati allora sì.

Adesso arriviamo al lunedì?

Giorno di scarico in cui faccio un’uscita di un’ora e mezza con la bicicletta da cross sulla quale monto le ruote da strada e pedalo su asfalto. Preferisco tenere la bici che uso per le gare per non avere variazioni nella seduta, le posizioni tra cross e strada cambiano sempre un pochino. Nel pedalare cerco di non guardare i numeri, diciamo che vado a spasso. Qualche volta l’occhio cade sul computerino che segna sempre tra Z0 e Z1 in termini di potenza. Se riesco pedalo in compagnia e faccio la classica sosta bar. 

Filippo Agostinacchio, ciclocross, EF Education EasyPost
Dopo il giorno di scarico, su strada, il martedì Agostinacchio riprende gli allenamenti in un campo di cross vicino a casa
Filippo Agostinacchio, ciclocross, EF Education EasyPost
Dopo il giorno di scarico, su strada, il martedì Agostinacchio riprende gli allenamenti in un campo di cross vicino a casa
Siamo a martedì?

Si parte con una pedalata su strada in Z2 per riscaldarmi. Poi vado a fare i lavori specifici su un campo da cross che ho dietro casa in modo da tenermi allenato anche sulla tecnica di base. Un giro del circuito corrisponde a tre chilometri, quindi circa sette minuti di percorrenza se fatto a tutta. Il martedì lavoro sul VO2 Max e divido l’allenamento così: faccio un giro a ritmo gara alternato a uno di riposo, per tre volte. Una volta terminato aggiungo degli sprint da trenta secondi da seduto.

Perché da seduto?

Per il cross è più utile visto che in gara non capita spesso di alzarsi sui pedali per rilanciare l’andatura. Questi sprint mi servono per simulare l’uscita di curva e situazioni che ritrovo in corsa. Di solito effettuo anche qualche variazione di cadenza per simulare i diversi terreni sui quali mi trovo a correre. 

Filippo Agostinacchio, EF Education-EasyPost-Oalty, Liguria, novembre 2025
Il mercoledì Agostinacchio lo dedica al lungo, per tenere allenata anche la parte aerobica
Filippo Agostinacchio, EF Education-EasyPost-Oalty, Liguria, novembre 2025
Il mercoledì Agostinacchio lo dedica al lungo, per tenere allenata anche la parte aerobica
Mercoledì?

E’ il giorno del lungo, se riesco prendo la macchina per andare verso Verres, dove il sole spunta prima da dietro i monti e fa leggermente più caldo. Per il lungo rimango nell’ordine delle quattro ore e mezza o cinque. Solo se c’è una gara importante diminuisco il volume e faccio tre ore e mezza. E’ un allenamento importante per mantenere una base aerobica e perché torna utile quando poi tornerò a correre su strada. Anche in questo caso meglio allenarsi in compagnia e fermarsi ogni tanto per riscaldarsi e socializzare. 

Si entra nella seconda parte della settimana…

Giovedì ritorno sul campo da cross per allenare la tecnica di base. Prima però faccio un paio d’ore in Z2 su strada, sempre utilizzando la bici da ciclocross. Una volta finito entro nel percorso e mi metto a girare a buon ritmo, guido, salgo e scendo dalla bici, porto la bici in spalla, salto ostacoli. Insomma alleno tutti gli aspetti tecnici. Al termine inserisco sempre una decina di sprint brevi, anche meno di dieci secondi, per tenere la gamba allenata. 

Venerdì cosa prevede il menu?

Mi regolo in base al viaggio, di solito si corre la domenica quindi il venerdì ci si sposta nella località di gara. Se riesco metto un’oretta di scarico, altrimenti faccio riposo completo e si passa al giorno successivo.

Sabato, vigilia della gara. 

Si fa un allenamento di un’ora e mezza, massimo due, con una prima parte su strada per riscaldarsi. Poi si entra nel percorso, faccio i primi giri piano per studiare e capire bene come approcciare i passaggi più delicati. Una volta memorizzato mi metto a ritmo gara per sbloccare la gamba dopo il giorno di riposo. Al termine di tutto inserisco qualche prova di partenza e qualche sprint sui dieci secondi. Domenica si corre e poi riparte la settimana. 

Filippo Agostinacchio, ciclocross, EF Education EasyPost, core, allenamento, corpo libero
Durante la settimana non mancano gli esercizi per il core e la palestra
Filippo Agostinacchio, ciclocross, EF Education EasyPost, core, allenamento, corpo libero
Durante la settimana non mancano gli esercizi per il core e la palestra
Apriamo il capitolo palestra?

Certo. Preferisco farla lontana dalle gare perché mi sono reso conto di fare più fatica a recuperare da questo tipo di allenamento, quindi la inserisco il martedì. Dopo l’allenamento in bici aspetto quattro ore e la sera vado in palestra. Faccio sempre qualche lavoro per potenziare il core e poi i classici esercizi: stacchi, squat e qualcosa di pliometria per allenare forza e velocità. Durante la settimana inserisco sempre anche due sessioni di allenamento a corpo libero, per rinforzare la schiena: solitamente lunedì e venerdì. 

Ultima domanda, fai anche qualche sessione di corsa a piedi?

Una a settimana. Una trentina di minuti prima di colazione, solo perché mi dà fastidio correre senza aver digerito. Mi gestisco abbastanza liberamente quando inserire la corsa, di solito è il lunedì, oppure la faccio nel giorno del lungo e tolgo trenta minuti di bici.

Coppa del mondo ciclocross, Marceddì, Terralba, Sardegna, dicembre 2025, Filippo Agostinacchio

Nell’ombra di Vanthourenhout brilla un grande Agostinacchio

07.12.2025
5 min
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MARCEDDI’ – Ad avere l’occhio un po’ allenato si era visto da ieri che Michael Vanthourenhout fosse quello più in palla, il candidato più convincente per la vittoria. Soltanto Sweek alle sue spalle, avendo in palio la testa della Coppa del mondo, ha provato a impensierirlo, ma alla fine si è fatto infilare anche da Nieuwenhuis, che ha colto il secondo posto. In questo tripudio nordico, non poteva passare inosservato l’ottavo posto di Filippo Agostinacchio: seconda gara di stagione e prima top 10 in Coppa del mondo. Nonostante sia una maschera di fango nero, il valdostano ha gli occhi che sfavillano per la soddisfazione e un po’ di sorpresa.

La corsa ha avuto ritmi frenetici. A differenza delle donne, gli uomini hanno pestato sui pedali con una potenza spaventosa: anche per questo le loro facce alla fine sono più sudice. Passavano così forte da sollevare l’acqua come motoscafi: un’acqua copiosa, come neanche ieri, che ha reso il percorso meno veloce e piuttosto impegnativo.

«Sinceramente non mi aspettavo di andare così bene – dice Agostinacchio – anche se sapevo di avere una discreta condizione. Già a Torino, che avevo preso la bici da 20 giorni, sentivo la gamba buona. Sono passate due settimane, ho rifinito un po’ la condizione e diciamo che oggi è andata sopra le aspettative. Ho fatto un errore il secondo giro per la foga di ritrovarmi davanti. Ho provato a recuperare un po’ di posizioni in un punto un po’ critico e sono caduto. Però per il resto penso di aver fatto pochissimi errori».

Qualche errore tecnico

Indossa la maglia della EF Education. La sua vicenda contrattuale ve l’abbiamo già raccontata, per cui conclusa la stagione del cross, Agostinacchio tornerà nelle file della Biesse-Carrera in attesa di passare nel WorldTour dal 2027. E se le strette di mano possono non bastare, questo suo pedalare selvaggio e potente si trasformerà di certo nel miglior biglietto da visita.

«Ovviamente è la seconda gara – prosegue dalla sua maschera nera – quindi qualche errore di più a livello tecnico l’ho fatto. Infatti dovevo recuperare ogni volta dopo i pezzi di sabbia. Diciamo che giro dopo giro mi sono sentito sempre meglio, anche nei pezzi tecnici. Ho preso un po’ di confidenza e alla fine negli ultimi due giri, quando ho visto che mi stavo giocando la top 10, ho dato tutto. Sinceramente è incredibile ottenere la mia prima top 10 di Coppa in Italia, con il pubblico che mi gasava un botto».

Dopo Agostinacchio, per gli italiani si sono piazzati al 14° posto Ceolin e 16° il tricolore Bertolini (foto A. Di Donato)
Dopo Agostinacchio, per gli italiani si sono piazzati al 14° posto Ceolin e 16° il tricolore Bertolini (foto A. Di Donato)
Dopo Agostinacchio, per gli italiani si sono piazzati al 14° posto Ceolin e 16° il tricolore Bertolini (foto A. Di Donato)
Dopo Agostinacchio, per gli italiani si sono piazzati al 14° posto Ceolin e 16° il tricolore Bertolini (foto A. Di Donato)

La campagna del Belgio

A lui il percorso è piaciuto. E forse per un atleta ancora in cerca della miglior condizione il fatto che non ci fosse un grande dislivello è stato un fattore positivo. La gamba ora verrà e gli permetterà di affrontare i percorsi in arrivo con altra solidità. A partire da Namur la prossima settimana.

«Un percorso divertente – dice Agostinacchio – è un peccato che ci fossero quelle pozze d’acqua che hanno un po’ infangato il tutto, però è stato divertente. La prossima settimana sarò a Namur e poi c’è tutta la campagna di Natale in Belgio. Pontoni lo sento abbastanza spesso, è anche il mio CT del gravel, quindi siamo sempre in contatto. Diciamo che il bello potenzialmente sta per cominciare».

Un giorno indimenticabile

Fa per allontanarsi e dalla transenna gli passano una borraccia così bianca che rende la sua faccia nera ancora più nera. Poi un bambino gliela chiede e lui dice di sì. E quando fa per allontanarsi, i tifosi lo circondano e gli chiedono di fare un po’ di selfie. Vi aspettereste che dopo una gara così faticosa e di rincorsa sia poco lucido, invece è lui a valutare la situazione e dire al ragazzino: «Metti il grandangolo, così ci stiamo tutti».

La foto viene scattata e immortala una giornata indimenticabile per il grande dei fratelli Agostinacchio. Anche in sala stampa volano gli apprezzamenti. Ci chiedono se lo vedranno ancora al Nord, gli diamo appuntamento a Namur. A noi non resta che scrivere.

Coppa del mondo ciclocross, Marceddì, Terralba, Sardegna, Lucinda Brand

La Sardegna di Lucinda, quasi un debito d’onore

07.12.2025
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MARCEDDI’ – Sin dal mattino si era capito che Lucinda Brand fosse una sorta di eroina locale. I suoi giorni dello scorso anno, quando annullata la gara rimase per fare lezioni ai bambini, non sono stati dimenticati. I sardi sono gente grata e quando l’hanno vista tornare, si sono sbracciati. Hanno disegnato striscioni che inneggiavano il suo nome. E quando l’hanno vista avvantaggiarsi spingendo forte, l’hanno incitata anche più di quanto abbiano fatto con le atlete italiane di cui magari non conoscevano il nome.

Lucinda Brand ha vinto la prova italiana di Coppa del mondo accelerando da seduta con la grande potenza di cui dispone. Ha scavato un solco fra sé e le due connazionali alle sue spalle: Shirin Van Anrooj che ha tirato sempre l’inseguimento e Aniek Van Alphen, che nell’ultimo giro ha ringraziato ed è andata a prendersi il secondo posto. Dopo aver tagliato il traguardo e prima delle interviste televisive, Brand si è guardata intorno, ha visto il mare e si è messa in acqua per togliersi di dosso la sabbia e il fango. Inutile sottolineare che gli obiettivi dei fotografi si siano avventati e l’inquadratura è diventata ancora più suggestiva quando al quadro si è aggiunta anche Van Anrooij. Compagne di Lidl-Trek e di cross con la Baloise Glowi Lions.

Partenza alle 13,15 dal porticciolo di Marceddì: 16 gradi
Partenza alle 13,15 dal porticciolo di Marceddì: 16 gradi
Partenza alle 13,15 dal porticciolo di Marceddì: 16 gradi
Partenza alle 13,15 dal porticciolo di Marceddì: 16 gradi

Lucinda Brand la agganciamo dopo l’antidoping ed è sorridente come quando si guardava intorno sul podio. C’è il tempo per poche domande, perché poi partirà la gara degli uomini e si dovrà correre di nuovo fra pineta, mare e prati zuppi d’acqua. Lei sorride, i registratore cattura le risposte.

Sei sembrata un’eroina locale, che effetto fa avere così tanti tifosi in Sardegna?

E’ davvero bello vedere come tutti abbiano fatto il tifo per me e i ragazzi del club di qui super entusiasti. E’ bello vedere che il nostro sport non è così popolare solo vicino a casa, nel Nord Europa, ma anche in luoghi così lontani…

Che tipo di gara è stata?

Piuttosto difficile. E’ un percorso super veloce, ma c’erano alcuni settori con la sabbia e alcuni passaggi sul fango davvero difficili. Ovviamente questo si somma e soprattutto se non hai la linea perfetta, ti mette in difficoltà. Rallenti nel fango e poi non è mai facile tornare a fare alte velocità. Penso che sia strano da dire, ma è stato bello avere così tanta acqua sul percorso, perché ci ha permesso di mandare via un po’ di sabbia.

Sei venuta qui perché dovevi tornare dopo l’anno scorso?

Sì, più o meno è andata così. Voglio dire, era giusto farlo, no? L’anno scorso non siamo riusciti a correre e volevo comunque provarci un’altra volta. In più venire in Sardegna si adattava al mio programma e questa ovviamente era la cosa più importante. E’ stato bello.

Con la vittoria di Marceddì, Lucinda BRand ha colto la 9ª vittoria stagionale
Con la vittoria di Marceddì, Lucinda Brand ha colto la 9ª vittoria stagionale
Con la vittoria di Marceddì, Lucinda BRand ha colto la 9ª vittoria stagionale
COn la vittoria di Marceddì, Lucinda Brand ha colto la 9ª vittoria stagionale
E’ strano correre con sedici gradi nel pieno dell’inverno?

Sono condizioni diverse, ovviamente, ma anche a Benidorm troveremo una situazione simile. Inoltre, per fortuna, all’inizio della stagione il tempo è ancora piuttosto bello anche nei Paesi Bassi e in Belgio. Quindi da una parte ci siamo abituati, dall’altro questo è un clima diverso e per questo penso che sia stato divertente venire e trovare che aveva piovuto tanto anche qui.

Tre olandesi sul podio, che cosa significa?

I Paesi Bassi sono davvero forti, soprattutto con le donne. Fortunatamente in questa stagione abbiamo già avuto parecchi podi internazionali, è anche bello vedere il proprio Paese che si comporta così bene. Ma sono anche felice quando abbiamo altre nazionalità sul podio perché è importante per lo sport in genere che più nazionalità che lottino per la vittoria.

Ora andrai al ritiro della Lidl-Trek in Spagna?

No, ne ho già fatto uno. Ora torno in Belgio, mi rimetto a posto e mi preparo per le prossime gare di cross.

Che cosa vuoi dire ai tuoi tifosi sardi?

Prima di tutto voglio salutarli. E poi adesso potrebbero essere loro a venire lassù per vedere l’atmosfera e come funziona il ciclocross da quelle parti. E però devo ringraziarli per aver messo a nostra disposizione il camper, il gazebo e le strutture di questa trasferta. Per noi si è trattato solo di volare ed è molto facile affrontare una trasferta quando si ha tanto appoggio.

Cyclocross World Championships 2023, Wout Van Aert, Mathieu Van der Poel

Cinque testa a testa: Wout e Mathieu col contagocce

03.12.2025
6 min
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Van der Poel è arrivato per primo anche nel comunicare le sue presenze nel cross. Appena pochi giorni però ed è arrivata anche la lista della… spesa di Wout Van Aert e fra Belgio e Olanda è iniziato il gioco degli incroci. Ebbene, rispetto a quello che è accaduto negli inverni immediatamente successivi al Covid (quando quei due sembravano macchine infaticabili), i testa a testa saranno soltanto cinque.

Anversa (Coppa del mondo) il 20 dicembre.

Hofstade (X2O) il 22 dicembre.

Louenhout (X2O) il 29 dicembre.

Mol il 2 gennaio.

Zonhoven (Coppa del mondo) il 4 gennaio.

Sono otto le gare di cross scelte da Wout Van Aert per l’inverno, poi si concentrerà sulla strada
Sono otto le gare di cross scelte da Wout Van Aert per l’inverno, poi si concentrerà sulla strada

Van Aert a piccole dosi

Per entrambi l’annuncio è stato accompagnato da una serie di annotazioni da cui si capisce che i tempi sono cambiati: probabilmente l’età della spensieratezza è finita. Uno deve fare i conti con l’invadenza di Pogacar, l’altro con risultati non sempre all’altezza.

«Wout ci ha sottoposto la sua proposta abbastanza presto – spiega Mathieu Heijboer, capo dei tecnici alla Visma Lease a Bike – e non c’è stato tanto da discutere. Sappiamo cosa serve per fare bene, senza che questo sminuisca la stagione su strada. C’è un tacito accordo sul rispetto dei ritiri, ma ad esempio, non sarà possibile che partecipi a quello in Spagna fra l’8 e il 16 dicembre.

«Abbiamo pianificato otto gare di ciclocross, tutte in Belgio. Non è una coincidenza: vogliamo ridurre al minimo i tempi di viaggio per non aumentare carico e affaticamento. Allo stesso modo pensiamo che tre giorni di gara di fila siano eccessivi, come sforzo e per la salute, per cui Wout si concentrerà al massimo su doppiette. In questo periodo dell’anno, è necessario anche allenarsi con molto volume e deve esserci il tempo per farlo».

Van der Poel indosserà anche quest’anno la maglia iridata, riconquistata a Lievin lo scorso anno
Van der Poel indosserà anche quest’anno la maglia iridata, riconquistata a Lievin lo scorso anno

La polmonite di Van del Poel

Per quanto riguarda Van der Poel, pare che l’olandese abbia ancora gli strascichi della polmonite del Tour o così ha detto suo padre Adrie per spiegare il fatto che da luglio in poi, Mathieu abbia vinto una tappa al Renewi Tour e poi si sia fermato che era ancora agosto.

«Ci lotta da molto tempo – ha detto Adrie – non era solo un raffreddore. Dopo il Tour, si è riposato per due settimane. Quando ha ripreso, continuava a lamentarsi di non sentirsi ancora come prima e in gara era molto deluso. Al Renewi Tour, ad esempio, è arrivato secondo, ma continuava a non essere brillante. Anche per questo si è fermato e ha ripreso ad allenarsi molto lentamente. Ci sono obiettivi importanti l’anno prossimo ed è meglio recuperare a dovere prima di ricominciare.

«Mathieu si sente molto meglio da qualche settimana, lo capisco dai messaggi che mi manda. Sono andato a trovarlo in Spagna tre settimane fa e si vede che ha un obiettivo. Aveva un bel sorriso, esce in maglia e pantaloncini. Tornerà quando si sentirà in grado di competere per la vittoria».

La presenza dei due campioni fa schizzare il numero dei tifosi (tutti paganti) che seguono le gare di cross
La presenza dei due campioni fa schizzare il numero dei tifosi (tutti paganti) che seguono le gare di cross

Miracoli al botteghino

A queste considerazioni di ordine tecnico devono attenersi gli organizzatori. Una volta ricevuti i calendari, che si tratti di Flanders Classics o di Golazo, sta a loro contattare i team manager dei campioni e cercare di capire in quali condizioni arriveranno e come le loro gare si incastreranno con il fitto programma dei ritiri invernali. Poi si mettono in contatto con i sindaci dei comuni in cui si svolgeranno le gare, perché è ovvio che tutti vogliano ospitare la sfida dei due. Questo da un lato significa spendere di più, ma anche avere una presenza di pubblico sensibilmente superiore.

«Se c’è al via uno fra Wout e Mathieu – ha spiegato a Het Nieuwsblad Christoph Impens di Golazo – il numero di spettatori cresce. Se si hanno entrambi, l’effetto è ancora maggiore. La gara di Mol senza di loro ha abitualmente intorno a 1.500 spettatori. Un anno l’abbiamo spostata al venerdì sera, all’inizio delle vacanze di Natale, e Wout e Mathieu sono partiti entrambi. Gli spettatori sono diventati 6.000. Lo scorso anno a Loenhout sono stati 15.800, un record».

Sul fronte dei costi, l’ingaggio dei due si aggira fra i 15 mila e i 20 mila euro ciascuno per ogni gara. «Devi potertelo permettere – commenta ancora Impens – ma i ricavi extra generati da Van Aert e Van der Poel di solito coprono i costi aggiuntivi. Potrebbero chiedere molto di più, ma non lo fanno e gliene siamo grati. Sono molto ragionevoli: dopo la pandemia, hanno fissato il prezzo e da allora non è cambiato quasi per niente».

Wout Van Aert non ha svolto allenamenti specifici per il cross, ma ha usato parecchio la bici da gravel
Wout Van Aert non ha svolto allenamenti specifici per il cross, ma ha usato parecchio la bici da gravel

Van Aert, mondiale forse

L’ultimo nodo da sciogliere riguarda il mondiale di Hulst. Lo scorso anno Wout escluse che avrebbe partecipato alla sfida di Lievin, invece si infilò nel gruppo all’ultimo momento e ottenne il secondo posto a 45 secondi da Van der Poel.

«Non è stato certo un gioco da parte nostra – dice Heijboer – la porta era chiusa finché Wout non l’ha improvvisamente aperta. Onestamente, in questo momento è socchiusa. Non ci stiamo concentrando sui campionati del mondo e non vogliamo nemmeno prendere una decisione definitiva al riguardo. Wout ha ricominciato ad allenarsi un po’ prima ed è in una forma migliore rispetto all’anno scorso. Allo stesso tempo, non ha ancora svolto molti allenamenti specifici per il cross, al massimo un po’ di gravel. Tecnicamente, non dovremo aspettarci troppo da lui nelle prime gare, ma sta migliorando».

Van der Poel si sta allenando in Spagna, in cerca della condizione migliore (immagine Instagram)
Van der Poel si sta allenando in Spagna, in cerca della condizione migliore (immagine Instagram)
Van der Poel si sta allenando in Spagna, in cerca della condizione migliore (immagine Instagram)
Van der Poel si sta allenando in Spagna, in cerca della condizione migliore (immagine Instagram)

Van der Poel, mondiale certo

Van der Poel invece concluderà la sua stagione di cross proprio ai mondiali, per andare a caccia dell’ottavo titolo iridato. Il percorso di Hulst, fa sapere suo padre, gli piace molto.

«Ci sono dei tratti nei prati – ha spiegato Adrie Van der Poel, vincitore a sua volta di un mondiale di cross – che quando piove possono diventare molto fangosi e sono sicuramente un problema per Wout. Ma a parte questo e le sfide fra i tifosi, il percorso deve essere buono e sicuro, e questi sono aspetti che a volte vengono trascurati».

Il debutto di Van der Poel sarebbe previsto per il 14 dicembre a Namur, prova di Coppa del mondo, ma è in forse per le condizioni di salute del campione del mondo. Peccato che nessuno dei due sarà presente domenica prossima alla prova di Terralba, in Sardegna. Il pubblico italiano lo avrebbe certamente apprezzato.

Il consuntivo del Regioni, ma Scotti già pensa al 2026

Il consuntivo del Regioni, ma Scotti già pensa al 2026

02.12.2025
5 min
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Tempo di consuntivi per il Giro delle Regioni di ciclocross. La challenge che ha inaugurato la stagione è andata in archivio con la prova di Cantoira e i successi finali di Folcarelli e Borello, ma sul suo sviluppo c’è ancora molto da dire, considerando la sua particolare conformazione, con un team supervisore, quello di Fausto Scotti e varie squadre che mettono insieme il loro impegno facendo del circuito una struttura fondamentale per lo sviluppo dell’attività.

Fausto Scotti, a sinistra, è da sempre il deus ex machina del Giro d'Italia prima e del Regioni poi
Fausto Scotti, a sinistra, è da sempre il deus ex machina del Giro d’Italia prima e del Regioni poi
Fausto Scotti, a sinistra, è da sempre il deus ex machina del Giro d'Italia prima e del Regioni poi
Fausto Scotti, a sinistra, è da sempre il deus ex machina del Giro d’Italia prima e del Regioni poi

Tutto è iniziato a Corridonia

Ad aprire le ostilità è stata Corridonia grazie all’impegno del Bike Italia Tour con a capo Francesco Baldoni: «Sono passati due mesi dall’evento, ma noi siamo già al lavoro per valutare un possibile cambio data e per migliorare ulteriormente ogni aspetto della manifestazione, con l’obiettivo di renderla sempre più completa e funzionale sia per gli atleti che per il pubblico. La numerosa partecipazione, costante in tutte le edizioni, rappresenta per noi organizzatori un grande riconoscimento e uno stimolo a proseguire su questa linea di crescita».

A Tarvisio si è mosso in prima persona il Bandiziol Cycling Team di Mauro Bandiziol: «Quest’anno è stato difficile capire realmente quanto afflusso ci sia stato se non dai numeri degli iscritti, considerando le difficili condizioni meteo al limite della praticabilità del percorso, tuttavia il comitato organizzatore insieme allo staff principale ha portato a casa 3 semafori verdi dalla commissione UCI presente sul posto. Che dire , quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, un grazie speciale a quanti hanno collaborato per l’ottima riuscita dell’evento».

La prova di Tarvisio è stata quella più penalizzata dal maltempo. Una gara da Nord Europa...
La prova di Tarvisio è stata quella più penalizzata dal maltempo. Una gara da Nord Europa…
La prova di Tarvisio è stata quella più penalizzata dal maltempo. Una gara da Nord Europa...
La prova di Tarvisio è stata quella più penalizzata dal maltempo. Una gara da Nord Europa…

Lo Zoncolan non ha tradito le aspettative

A Osoppo è toccato al Jam’s Bike Team Buja di Gessyca Baldassa: «La tappa del Rivellino Ciclocross non è solo una competizione, è un punto di riferimento. L’evento si distingue non solo per l’alta competitività, ma anche per la sua location eccezionale e unanimemente riconosciuta come una delle più affascinanti e performanti. Il percorso di quest’anno è stato particolare, creando sul tracciato la scritta del suo nome celebrando così i 20 anni di attività».

Poi c’è stata l’attesissima prova sullo Zoncolan, la novità di quest’anno, per merito del Carnia Bike: «Organizzare una gara di questo tipo a 1.300 metri di altitudine non è semplice – garantisce la vicepresidente Vanezza Zagar – e racchiude molte sfide ma siamo comunque riusciti a fare un buon lavoro grazie all’ottima collaborazione con il Comune di Sutrio e tutto il territorio limitrofo. La buona risposta delle moltissime società partecipanti ci dà la carica per pensare a un’edizione 2026 davvero entusiasmante».

Tutti i vincitori finali del Regioni 2025, premiati nella tappa finale di Cantoira
Tutti i vincitori finali del Regioni 2025, premiati nella tappa finale di Cantoira
Tutti i vincitori finali del Regioni 2025, premiati nella tappa finale di Cantoira
Tutti i vincitori finali del Regioni 2025, premiati nella tappa finale di Cantoira

Già tante richieste per il 2026

Chiusura a Cantoira, in Piemonte: «Abbiamo garantito alle categorie giovanili il confronto formativo con i migliori atleti italiani anche in previsione della imminente Coppa Italia e dei campionati tricolori – testimonia il coordinatore locale Pier Franco Guglielmetti – Non posso non sottolineare la mia personale soddisfazione nella riuscita della manifestazione anche dal punto di vista promozionale per le Valli di Lanzo. La riuscita dell’evento, la sinergia tra organizzatori ed enti territoriali fa poi ben sperare per un’evoluzione della manifestazione anche a livello internazionale».

A riassumere il tutto è Fausto Scotti, che ha portato a termine un’altra impresa: «Alla fine, tanti partecipanti, tanti numeri e il livello si alza sempre di più anche a livello giovanile. I numeri aumentano, a oggi posso già dire che abbiamo 14 richieste e 8 hanno i requisiti per poter fare una tappa. Sarà difficile scegliere le 6 gare, comunque l’anno prossimo punteremo a farlo tutto internazionale e intanto a riaggiungere una tappa».

Grandi numeri di partecipazione in tutte le tappe. Il record spetta all'inaugurazione di Corridonia
Grandi numeri di partecipazione in tutte le tappe. Il record spetta all’inaugurazione di Corridonia
Grandi numeri di partecipazione in tutte le tappe. Il record spetta all'inaugurazione di Corridonia
Grandi numeri di partecipazione in tutte le tappe. Il record spetta all’inaugurazione di Corridonia

Maggiore spazio dai media

Un aspetto sul quale Scotti intende spingere è la copertura mediatica: «Soprattutto il rapporto con la Rai va rivisto. E’ vero che passano un paio di minuti su Radio Corsa, ma ci vorrebbe più spazio  per dare anche un po’ più di risonanza ai team e alle città. E’ chiaro che a ottobre c’è ancora tanta attività su strada. Ma invece di far vedere Juventus-Roma del 1932 perché non mettere dentro una gara che noi ti mandiamo a pacchetto chiuso, con il lavoro (costoso) del server? E’ vero che su Bike Channel o Scratch riusciamo a passare due ore e ci fanno vedere tutte le categorie, ma la rete nazionale ha ancora un altro impatto».

C’è poi il lavoro di contorno: «Abbiamo fatto promozione nelle scuole coi bambini, abbiamo lasciato gadget, abbiamo divulgato il ciclismo e questo colpisce anche gli sponsor che si stringono a noi».

Mattia Agostinacchio ha preso l'abbrivio al Regioni per raggiungere la forma migliore per gli europei
Mattia Agostinacchio ha preso l’abbrivio al Regioni per raggiungere la forma migliore per gli europei
Mattia Agostinacchio ha preso l'abbrivio al Regioni per raggiungere la forma migliore per gli europei
Mattia Agostinacchio ha preso l’abbrivio al Regioni per raggiungere la forma migliore per gli europei

Un trampolino per le nostre stelle

Tutti, da Agostinacchio e Viezzi in giù, dicono dell’utilità del circuito posizionato a ottobre, perché pur non andando a gareggiare all’estero, hanno potuto rodare la gamba, quindi la posizione nel calendario è ideale: «Aver fatto il cittì per 17 anni mi dà l’esperienza necessaria per sapere come costruire una stagione e aiutare i nostri. Se allestisci le gare internazionali e non inviti stranieri tutti i punti vanno ai corridori italiani e questo li aiuta poi a partire più avanti nelle prove estere, europei in primis. Inoltre così gli fai fare tutto ottobre pieno e arrivano all’evento che hanno fatto un bel rodaggio. Fai solo scarico di allenamento, galleggi quella settimana e vai all’europeo che hai una buona gamba. Se il Giro serve anche a questo, ben venga…».

Giorgia Pellizotti, Fas Airport Service-Guerciotti-Premac

Pellizotti e il cross: sabbia, Belgio e papere di gomma

30.11.2025
5 min
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Per una volta la famiglia di Giorgia Pellizotti ha lasciato a casa il camper per seguire la prima trasferta di Coppa del mondo di ciclocross. Il freddo di Tabor, cittadina a sud-est della Repubblica Ceca, non ha perdonato e hanno preferito viaggiare in macchina. La giovane di casa Pellizotti ha raccolto un promettente podio al suo esordio stagionale in Coppa del mondo, corso in maglia azzurra. 

«Sono stata con la nazionale – racconta Giorgia Pellizotti, proprio in queste ore impegnata nella prova di Flamanville – fino a dopo la corsa, domenica mattina, poi sono tornata a casa con i miei genitori. Il viaggio era parecchio lungo e a me non piace molto stare seduta in macchina per troppe ore, così ci siamo fermati a un mercatino di Natale lungo la strada. Adoro questa festa e volevo assolutamente vederne uno, poi in Austria ci sono quelli più belli. Ci siamo fermati un’altra volta, in Friuli, per cenare e infine siamo arrivati a casa. Anche perché lunedì mattina c’era la presentazione del FAS Airport Service-Guerciotti-Premac (suo nuovo team per la stagione 2025/2026 di ciclocross, ndr)».

Podio, Coppa del Mondo di ciclocross, Tabor 2025, juniores donne, Giorgia Pellizotti
Giorgia Pellizotti ha conquistato il terzo posto alle spalle di Barbara Bukovska e Lise Revol a Tabor
Podio, Coppa del Mondo di ciclocross, Tabor 2025, juniores donne, Giorgia Pellizotti
Giorgia Pellizotti ha conquistato il terzo posto alle spalle di Barbara Bukovska e Lise Revol a Tabor

Il ritmo delle grandi

A Tabor, Davanti a Giorgia Pellizotti si sono piazzate le due dominatrici della passata stagione sul fango: Barbara Bukovska, Repubblica Ceca e Lise Revol, Francia. La francese è anche campionessa del mondo di ciclocross in carica di categoria. Il distacco della nostra azzurra è stato di ventisei secondi, un divario che non ha lasciato spazio a sogni di gloria. Ma Giorgia Pellizotti guarda con fiducia a questo risultato.

«Bukovska e Revool sono le più forti – analizza – però le altre sono tutte al mio livello. In realtà devo dire che le sensazioni in gara erano molto positive, sentivo di potermela giocare. Purtroppo al terzo giro, mentre ero attaccata al duo di testa, sono scivolata. Si è aperto un margine che non sono più riuscita a colmare. Diciamo che sono al loro livello, ma non posso permettermi di perdere nemmeno un metro. Non sono ossessionata dal raggiungerle, insieme al mio preparatore abbiamo deciso di non esagerare con gli allenamenti e di fare tutto con i giusti tempi».  

Giorgia Pellizotti, Fas Airport Service-Guerciotti-Premac
Da quest’anno Giorgia Pellizotti nel cross corre con il team Fas Airport Service-Guerciotti-Premac
Giorgia Pellizotti, Fas Airport Service-Guerciotti-Premac
Da quest’anno Giorgia Pellizotti nel cross corre con il team Fas Airport Service-Guerciotti-Premac
La Coppa del mondo è un obiettivo?

Vorrei fare tutte le prove del calendario perché mi piacerebbe giocarmi il podio, anche se adesso insieme al team stiamo programmando il periodo di Natale. La squadra andrà in Belgio a correre (ce lo aveva detto anche Patrick Pezzo Rosola, ndr) e cercheremo di capire come incastrare i vari impegni. 

Come hai approcciato questa seconda stagione da junior? 

Sento di migliorare costantemente rispetto all’anno scorso, anche gli obiettivi sono cambiati. Se prima volevo fare esperienze nuove quest’anno, invece, voglio puntare un po’ più in alto. Per il resto non è che ci siano grandi differenze. Ho deciso di cambiare squadra per poter fare qualche gara in più in Belgio, per tenere il ritmo delle prime e migliorare ulteriormente.

Podio, Coppa del Mondo di ciclocross, Tabor 2025, juniores donne, Giorgia Pellizotti
La sabbia rimane un terreno difficile da digerire per l’azzurra, sia in bici che nella corsa a piedi
Podio, Coppa del Mondo di ciclocross, Tabor 2025, juniores donne, Giorgia Pellizotti
La sabbia rimane un terreno difficile da digerire per l’azzurra, sia in bici che nella corsa a piedi
Quali sono le corse in cui vorresti migliorare? 

Il grande obiettivo è riuscire a fare il podio e vincere una gara del calendario X2O Trophée, alle prime tre viene data una papera di gomma e la sogno da quando l’ho vista la prima volta (ride, ndr). Entrando nell’ambito tecnico vorrei migliorare il più possibile sulla sabbia, non è ancora il mio terreno. Mentre per il finale di stagione cercherò di arrivare in forma al mondiale, che si correrà a Hulst dove lo scorso anno ho ottenuto il mio miglior piazzamento in Coppa del mondo (quinta, ndr). Sarebbe bello ripetersi, o addirittura migliorare. 

Sulla sabbia come si migliora?

Mi manca un po’ di potenza, sia nella pedalata che nella parte di corsa a piedi. Quando risalgo in bici sento di avere le gambe affaticate, non pronte allo sforzo. All’europeo, corso due settimane fa, c’erano tanti tratti in sabbia e ho fatto fatica. Il quarto posto (Giorgia Pellizotti successivamente è stata squalificata a causa di problemi con la bici, ndr) è stato un buon risultato. 

Giorgia Pellizotti, Fas Airport Service-Guerciotti-Premac
La stagione nel cross di Giorgia Pellizotti è iniziata alla grande, con cinque vittorie in nove giorni di gara
Giorgia Pellizotti, Fas Airport Service-Guerciotti-Premac
La stagione nel cross di Giorgia Pellizotti è iniziata alla grande, con cinque vittorie in nove giorni di gara
Hai pensato anche alla strada?

Sto valutando di fare qualche gara in più il prossimo anno, visto che il mio livello è buono. Un obiettivo del 2026 sarà provare a entrare nel giro della nazionale anche su strada. E’ l’unica maglia azzurra che mi manca. Vorrei trovare il modo di partecipare a gare internazionali, come il Piccolo Trofeo Binda, ma dovrei trovare un team per correre oppure una squadra mista. Però al momento non ci penso molto, tra cross e scuola ho pochissimo tempo.

A proposito, come stanno andando gli studi?

Bene, sono al quarto anno del liceo scientifico sportivo. Noto che sta diventando sempre più difficile seguire il programma, visto che gli argomenti si complicano. Non è sempre facile studiare in furgone o in macchina tornando a casa dalle trasferte. Le giornate sono parecchio impegnative, tra scuola, allenamenti e studio mi alzo presto e finisco a mezzanotte. Per fortuna la scuola è vicino a casa, ad appena sei chilometri. 

Vai in bici anche a scuola?

A volte capita, quando mamma e papà non possono accompagnarmi in macchina mi tocca pedalare anche lì!

Cafueri, il terzo uomo degli Under 23? Forse anche di più

Cafueri, il terzo uomo degli under 23? Forse anche di più

29.11.2025
5 min
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Senza grandi proclami, Tommaso Cafueri prosegue il suo cammino di crescita, su strada e nel cross. Se c’è una caratteristica che lo contraddistingue è la costanza, che lo porta a farsi vedere su strada e a emergere quando possibile nell’attività sui prati, dove si è già ritagliato un ruolo di “primo degli umani” dietro le due grandi stelle internazionali Mattia Agostinacchio e Stefano Viezzi che raccolgono soddisfazioni anche all’estero.

L'arrivo di Cafueri a Cantoira, una vittoria non sufficiente per fargli vincere il Giro delle Regioni
L’arrivo di Cafueri a Cantoira, una vittoria non sufficiente per fargli vincere il Giro delle Regioni
L'arrivo di Cafueri a Cantoira, una vittoria non sufficiente per fargli vincere il Giro delle Regioni
L’arrivo di Cafueri a Cantoira, una vittoria non sufficiente per fargli vincere il Giro delle Regioni

Mai fuori dai primi 10

Nello scorso fine settimana il friulano si è preso il lusso di conquistare la tappa finale del Giro delle Regioni, portando decisamente sul positivo la lancetta della sua stagione.

«L’anno scorso ho avuto, da giugno 2024, un po’ di complicazioni – dice – tra infortuni, vari cambiamenti e altro. Quindi la stagione scorsa non era andata molto bene.  Tutto questo 2025 l’ho passato a ricostruire tutto quello che avevo perso l’anno precedente, quindi ero arrivato abbastanza preparato, tenevo ad avere risposte e nel complesso devo dire che è iniziata bene anche se non ho fatto grossissimi risultati. O almeno non prima di Cantoira. Ma sono stato molto costante, perché non sono mai uscito dai 10».

Il friulano della DP66 Pinarello in gara a Osoppo. Per lui l'obiettivo è rientrare in nazionale
Il friulano della DP66 Pinarello in gara a Osoppo. Per lui l’obiettivo è rientrare in nazionale (foto Billiani)
Il friulano della DP66 Pinarello in gara a Osoppo. Per lui l'obiettivo è rientrare in nazionale
Il friulano della DP66 Pinarello in gara a Osoppo. Per lui l’obiettivo è rientrare in nazionale (foto Billiani)
A Cantoira è stata più la gioia per la vittoria o il dispiacere per quel punto mancante per vincere la classifica finale?

Per me era la seconda vittoria, avevo vinto il weekend prima a Roverchiara. Ero contento sicuramente di aver vinto, sapevo che era un po’ difficile prendere la maglia del Giro all’ultima tappa anche se mancava Scappini. Ho dato tutto, ma quando sono arrivato ero cosciente che quel punto faceva la differenza e che Folcarelli ne aveva tenuto conto.

Che cosa significa competere nella stessa categoria con due dei più forti al mondo?

Beh, sicuramente dà morale, nel senso che sono due ragazzi che fanno da riferimento a livello internazionale, quindi quando vengono qui in Italia, in quelle poche gare dove riusciamo a confrontarci con loro, sicuramente è un bel punto di riferimento che ci stimola sempre di più anche a noi a crescere.

Durante la stagione estiva il corridore della Trevigiani si è disimpegnato anche nella gravel
Durante la stagione estiva il corridore della Trevigiani si è disimpegnato anche nel gravel
Durante la stagione estiva il corridore della Trevigiani si è disimpegnato anche nella gravel
Durante la stagione estiva il corridore della Trevigiani si è disimpegnato anche nel gravel
Tu sei in crescita di condizione, due vittorie in stagione. L’obiettivo a questo punto è riuscire a entrare appunto in nazionale dietro loro due?

Sì, anche perché finora probabilmente non ho ancora convinto abbastanza il cittì Pontoni per farmi convocare, quindi devo cercare di fare ancora qualche altra bella prestazione e concentrarmi in vista dei prossimi obiettivi, dimostrare che posso meritarmi anch’io quella convocazione.

Tu l’anno prossimo sarai sempre alla Trevigiani. De Candido ha detto che sei uno dei due confermati per la prossima stagione. Come ti trovi con il nuovo diesse?

All’inizio ci siamo dovuti capire. Lui doveva anche entrare un po’ in sintonia con la categoria, perché comunque gestire una nazionale a livello juniores e gestire una Continental a livello under 23 è tutta un’altra cosa, c’è una mentalità diversa. Quindi ci siamo dovuti venire incontro e dopo piano piano ci siamo trovati. Io mi sto trovando molto bene, è molto disponibile, ci stiamo sentendo anche tutt’ora, si interessa molto della mia attività invernale. Quindi finisco il ciclocross e poi quando sarà tempo di girare pagina mi concentrerò bene sulla strada e parlerò per bene con Rino dei futuri obiettivi.

Cafueri (a sinistra) è con Fabbro uno dei due confermati alla Trevigiani anche per il prossimo anno
Cafueri (a sinistra) è con Fabbro uno dei due confermati alla Trevigiani anche per il prossimo anno
Cafueri è con Fabbro uno dei due confermati alla Trevigiani anche per il prossimo anno
Cafueri è con Fabbro uno dei due confermati alla Trevigiani anche per il prossimo anno
Ciclocross e strada: hai una preferenza fra le due?

Mi piace di più il cross, lo sento più mio e mi diverto maggiormente, ovviamente anche quando vado su strada punto sempre a dare il massimo, ma lì l’aspetto ludico traspare meno. Comunque con i giusti tempi, i giusti riposi, si cerca sempre di dare il massimo in tutte e due le discipline.

Il ciclocross è una specialità più individuale, la strada un po’ più di squadra. Che ruolo riesci a ritagliarti nelle prove su strada?

Quest’anno ho lavorato molto nel treno per il velocista che avevamo, Riccardo Fabbro. Ho lavorato spesso per tenere davanti il treno o comunque nelle battute finali, per portarlo nella miglior posizione e poi lanciare il penultimo uomo, ma ho anche provato tante fughe. Presumo che il prossimo anno sarà un po’ diverso e spero che Rino riesca a darmi anche un po’ più di fiducia, me l’ha già detto, quindi sicuramente in gare vallonate e un po’ dure, cercherò di farmi valere.

Ora mirino puntato sui campionati italiani e poi sulla strada, alla ricerca di soddisfazioni personali
Ora mirino puntato sui campionati italiani e poi sulla strada, alla ricerca di soddisfazioni personali
Ora mirino puntato sui campionati italiani e poi sulla strada, alla ricerca di soddisfazioni personali
Ora mirino puntato sui campionati italiani e poi sulla strada, alla ricerca di soddisfazioni personali
Adesso fai il ciclista a tempo pieno?

Diciamo di sì, anche se sono iscritto alla facoltà di Scienze Motorie e voglio andare avanti con gli studi. Per il momento do la preminenza all’attività per vedere dove mi porterà. Ora mi sto preparando al meglio per i campionati italiani, poi si vedrà come andrà la il finale di stagione.

Coppa del Mondo, cross Pontoni

Cross: scattata la Coppa, Pontoni ci parla dei suoi ragazzi

29.11.2025
6 min
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Domenica scorsa è iniziata la Coppa del Mondo di ciclocross: 12 tappe, da Tabor a Hoogerheide, passando anche per la Sardegna e la Spagna. Per l’Italia, quest’anno più che mai, almeno questa è la sensazione, è una challenge intrigante, soprattutto per le categorie giovanili. E ce lo spiega bene il commissario tecnico, Daniele Pontoni.

A Tabor, dominata da un Thibau Nys sempre più convincente e maturo, e da Lucinda Brand, i nostri giovani si sono comportati più che bene. Con Pontoni vogliamo capire cosa aspettarci da questa Coppa: quali tappe vedremo per i nostri ragazzi, dove potremo essere protagonisti e con quali ambizioni.

La rassegna di Middelkerke si era aperta con il bronzo di Nicole Azzetti fra le junior (qui insieme al cittì Pontoni)
Il cittì Pontoni con Nicole Azzetti a Middelkerke
La rassegna di Middelkerke si era aperta con il bronzo di Nicole Azzetti fra le junior (qui insieme al cittì Pontoni)
Il cittì Pontoni con Nicole Azzetti a Middelkerke
Quindi, Daniele: 12 tappe avvincenti. Cosa ti aspetti dai nostri in questa Coppa del Mondo?

Come apertura direi che siamo partiti molto bene, perché ottenere quattro podi nella stessa prova di Coppa del Mondo, considerando anche la categoria elite, è qualcosa che non era mai accaduto. Noi, come negli ultimi 4-5 anni seguiremo le sei prove riservate alle categorie Juniores (maschile e femminile) e under 23 maschile.

E quali sono queste tappe? Ricordiamolo…

Tabor, che si è appena corsa, poi Flamanville. Avremo il 21 e il 28 dicembre Koksijde e Dendermonde, per poi passare alle ultime due prove di gennaio, Benidorm e Hoogerheide, che sono due classiche vere e proprie. La categoria elite avrà un calendario doppio rispetto agli altri, ma per quanto ci riguarda quelle gare verranno affrontate dai club. Terremo comunque monitorata la situazione.

L’inizio a Tabor, ma più in generale tutta la stagione, non è stato affatto male…

Abbiamo cominciato facendo una rotazione ampia tra gli juniores: ne abbiamo convocati sei, dopo i quattro portati agli europei, più quattro donne. A Flamanville faremo ancora rotazione tra i ragazzi, dopodiché credo che manterremo un gruppo numeroso per le due prove in Belgio, prima di fare una selezione dopo i campionati Italiani, dove avremo le idee già più chiare su chi andrà al mondiale. Le aspettative sono buone: i ragazzi stanno tutti bene, il trend è positivo e lo sarà anche in futuro. Nelle prime due prove internazionali, gli europei e Tabor, ci siamo trovati in condizioni alle quali non siamo abituati, ma ne siamo usciti molto bene.

Il momento dell'attacco di Agostinacchio, Haverdings prova a tenere ma cederà poco dopo
Mattia Agostinacchio durante l’europeo. Pontoni e il suo staff avevano preparato bene la parte della corsa piedi
Il momento dell'attacco di Agostinacchio, Haverdings prova a tenere ma cederà poco dopo
Mattia Agostinacchio durante l’europeo. Pontoni e il suo staff avevano preparato bene la parte della corsa piedi
A cosa ti riferisci? Al terreno?

Mi riferisco alla sabbia di Middelkerke e alle temperature polari di Tabor, con diversi gradi sotto zero domenica mattina. I ragazzi hanno risposto bene anche sotto questo punto di vista. A Flamanville troveremo un terreno diverso, perché è prevista parecchia pioggia. Speriamo di arrivarci senza intoppi: avevamo programmato il volo per essere tranquilli, ma lo sciopero di ieri ci ha complicato un po’ le cose.

Hai già toccato un tema importante: i percorsi. Quali delle sei tappe vedi, sulla carta, più adatte ai nostri?

Sulla carta avrei sempre escluso i terreni sabbiosi, però i ragazzi hanno dimostrato negli ultimi anni di saperci fare: sono andati bene a Middelkerke e l’anno scorso a Zonhoven, dove Agostinacchio ha vinto e Pellizzotti ha fatto molto bene. Nonostante qualche problema in partenza, anche le ragazze avrebbero potuto ottenere di più. Temevo sempre queste trasferte, ora devo dire che non mi fanno più paura.

Una bella presa di fiducia e consapevolezza…

Sanno dove andranno a correre, sanno che tipologia di percorso troveranno, perché ormai li studiano su YouTube e arrivano preparati. Per Middelkerke abbiamo lavorato molto sulla corsa a piedi, che si è rivelata ancora più importante del previsto. E anche domenica il fattore meteo influirà molto. Si sta andando verso la pioggia, quindi ci sarà un terreno abbastanza insidioso. Però i percorsi li metterei in secondo piano

Perché?

L’importante è che i ragazzi arrivino pronti e chiaramente serve anche una dose di fortuna, perché se ti capita qualcosa durante la corsa, magari devi fare dei tratti a piedi o succede un guaio lontano dai box, può sempre influire sulla prestazione.

La sabbia, storicamente terreno ostico per gli azzurri, adesso non fa più paura
La sabbia, storicamente terreno ostico per gli azzurri, adesso non fa più paura
Piccolo passo indietro, ma restando sui percorsi: perché secondo te i ragazzi sono migliorati sulla sabbia? Ci avete lavorato? E’ una questione di materiali?

Indubbiamente questi ragazzi sanno andare molto bene, in maniera importante. L’equilibrio (fisico e mentale), il lavoro fatto su questo aspetto e il fatto di sapere per tempo come devono prepararsi ha aiutato molto. Loro seguono attentamente sia le indicazioni del team sia quelle che diamo noi. Quest’anno abbiamo fatto una riunione con tutti i ragazzi e con le loro squadre: avevamo già fornito un’infarinatura su come impostare la stagione e, insieme ai ragazzi del team performance, abbiamo dato delle linee guida generali per i macrocicli. In modo tale da arrivare agli appuntamenti importanti nel miglior modo possibile.

Un’impostazione corale, di sistema. Nonostante sia sempre più difficile, visto che l’età del richiamo della strada si abbassa sempre di più.

E’ il ciclismo moderno: bisogna fare di necessità virtù. Più andiamo avanti, più serve programmare tutto con largo anticipo: questo diventa fondamentale. Avere dei ragazzi che ti seguono facilita il lavoro, perché è più semplice per loro, e di conseguenza per noi, arrivare ai risultati.

Abbiamo parlato in generale, ma ti chiediamo un paio di nomi da cui ti aspetti davvero tanto…

Per quest’anno da Grigolini e Pezzo Rosola mi aspetto molto. Ma terrei d’occhio anche Dell’Olio e Cingolani per il futuro. Fare i nomi non è mai semplice, però spero che possa inserirsi anche qualcun altro.

La Pellizotti punta a ripetere il podio e sarà la prima a scendere in gara
La Pellizotti punta a ripetere il podio e sarà la prima a scendere in gara
La Pellizotti punta a ripetere il podio e sarà la prima a scendere in gara
La Pellizotti punta a ripetere il podio e sarà la prima a scendere in gara
E tra le ragazze?

Giorgia Pellizotti nel primo anno ha mostrato cose molto interessanti. Lo stesso vale per Elisa Bianchi, che ha finalmente ottenuto un ottimo risultato in Coppa e potrebbe essere subito dietro di lei. Penso poi ad Azzetti: questo podio non è da sottovalutare. E abbiamo anche Peruta e Righetto.

E tra gli Under 23?

Abbiamo Viezzi e Agostinacchio: anche qui disponiamo di un doppio asso. E tra le donne c’è chiaramente Sara Casasola. Ma attenzione anche al bell’inizio di stagione di Lucia Bramati: se confermasse questi progressi sarebbe una grande notizia, anche perché è al primo anno di categoria.

Insomma: pochi (neanche tanto), ma buoni…

Tra le under 23 donne al momento abbiamo Elisa Ferri: non è da podio, ma è una ragazza che conosciamo da tanto tempo, l’ho seguita dal primo anno, e in ottica Team Relay è fondamentale. E’ l’atleta che ci può consentire di portare avanti anche questa specialità. In generale mi auguro che, magari nel periodo natalizio, possa ritrovarmi qualche ragazzo o ragazza a cui tengo particolarmente e che possa essere con noi. Ma chiaramente non dipende solo da me, bensì dai loro team.