Abus, Taipan, Gravel

Taipan: il casco che risponde alle esigenze di chi ama il gravel

29.11.2025
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La domanda dalla quale in Abus sono partiti per realizzare il nuovo casco gravel Taipan è molto semplice e nasce dal contatto con il pubblico e gli appassionati. Per questo eventi come le fiere, come l’Italian Bike Festival dove è stato presentato il Taipan, ne sono un esempio concreto. Infatti la domanda che ha fatto nascere il tutto era estremamente semplice: “Avete un casco gravel?”. La risposta, tuttavia non è tanto semplice come la domanda, perché ci mette davanti a una questione difficile: capire cos’è il gravel. 

Da Abus la risposta non è arrivata semplicemente sedendosi davanti a un computer, ma provando e testando diverse situazioni. Il Taipan è casco che nasce da un foglio bianco, ma cosa c’è prima di mettersi davanti alla scrivania? Esperienze, chilometri in sella e idee. 

«Abbiamo fatto molte uscite di sviluppo – racconta Sales and Marketing Director ABUS Mobile Security International – per entrare davvero nel vivo della questione perché, dobbiamo e vogliamo sapere praticamente tutto sui caschi che produciamo. Quindi in questi ultimi due anni mi sono dedicato a capire quale fosse il target di riferimento del gravel. Ci siamo avventurati ovunque: nel freddo invernale della Germania, in un tour su strade sterrate, in pedalate notturne e tanto altro. In Abus non avevamo idea di cosa fosse il gravel, così ci siamo semplicemente messi alla prova».

Alla ricerca dell’estremo

Taipan è il nome del casco, ma è anche il nome di uno dei serpenti più velenosi al mondo che vive in luoghi estremamente remoti, nei quali l’essere umano difficilmente si avventura. Il senso del gravel è proprio questo: esplorare, pedalare e guardare oltre i confini. Quello che per molti a volte sembra insuperabile per chi ama il gravel diventa semplicemente avventura e divertimento. 

Il gravel però è anche competizione, e per avere uno dei migliori prodotti dedicato anche a chi vuole guardare alla ricerca della performance in Abus si sono rivolti a Paul Voss, ex-ciclista professionista e due volte campione nazionale tedesco di gravel (2024 e 2025). Taipan si colloca così nella grande collezione di caschi Abus, non solo prodotti pensati per competere e vincere nel ciclismo su strada come il GameChanger o l’AirBreaker, ora anche il gravel ha il suo casco ad alte performance

Sicurezza e test

Abbiamo avuto modo di testare il nuovo Taipan con una pedalata svolta in parte in notturna, le caratteristiche tecniche scelte da Abus per il suo casco gravel sono le stesse che vengono proposte per i suoi prodotti top di gamma su strada. Quello che fa la differenza è il tema della sicurezza, argomento declinabile in diversi temi: fiducia, comfort e visibilità. All’interno della calotta è stata aggiunta una gabbia per aumentare la resistenza agli urti. 

Visibilità e sicurezza, invece, sono state approfondite con l’inserimento di una luce posteriore che si aggancia in maniera facile e veloce. Una soluzione facile ma allo stesso tempo estremamente efficiente, dispone di diversi gradi di illuminazione e aumenta sensibilmente la visibilità del ciclista anche al buio. Inoltre la calotta è progettata per ospitare una luce frontale, nel nostro caso abbiamo optato per la Lezyne 1200+ che offre una fascio potente e ad ampio raggio, perfetto per pedalare fuori da tratti privi di illuminazione artificiale (come spesso accade nel gravel). 

Il Taipan, inoltre, ha una forma più larga di un millimetro per lato. Una scelta derivata dal fatto di voler offrire un comfort più elevato, fattore necessario se si aggiunge il peso della luce frontale. Avere una gabbia interna più larga permette, allo stesso tempo, di avere maggior ventilazione e quindi una temperatura interna sempre costante.

Prezzo: 220 euro.

Abus

Sprayke 4Fresh detergente profumato, igienizzante, biodegradabile

22.03.2025
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Sprayke è specializzata nella cura della bici. L’azienda veneta propone in modo costante un pool di prodotti specifici per la pulizia, protezione e lubrificazione della bicicletta, più in generale per l’attrezzatura sportiva di differenti categorie.

Entriamo nello specifico del detergente igienizzante 4Fresh, un prodotto che nasce per l’impiego professionale, adatto alla pulizia e cura di tutto il contesto bici, specifico per l’attrezzatura sportiva.

Sprayke 4Fresh non è uno schiumogeno
Sprayke 4Fresh non è uno schiumogeno

Sprayke 4Fresh, di cosa si tratta

E’ prima di tutto un detergente igienizzate, è in formula liquida ed è trasparente con un piacevole colore azzurro/blu ed il PH neutro. Ha una consistenza fluida (non è gelatinoso al tatto) ed è biodegradabile al 90% (ottima soluzione e un valore aggiunto non da poco).

Il nuovo 4Fresh è profumato con una fragranza floreale che, unita al potere igienizzante lo rende particolarmente efficacie (e appunto gradevole), una volta applicato su scarpe, caschi e piccoli accessori da indossare ed eventuali protezioni. Un igienizzante adatto anche agli interni delle auto? Perché no, il profumo che emana è davvero piacevole.

4Fresh, 4 volte efficace

Detergente ed igienizzante, persistente e con un profumo floreale particolarmente apprezzabile una volta applicato. 4Fresh è un ottimo prodotto da usare sull’attrezzatura sportiva, dal casco alle scarpe, passando da eventuali protezioni, accessori da indossare, zaini e borse da montare sulla bici in ottica bikepacking, soggette a sporcarsi una volta montate sulla bici. Utilissimo ad esempio anche per le cover proteggi smartphone, che posizionate nelle tasche sono soggette ad accumulo di vapore e calore prodotto durante lo sforzo.

E’ indicato per tutte le superfici e tipologie di tessuto. La formula di 4Fresh, abbinata alla fragranza floreale permette di prevenire al formazione di cattivi odori, aspetto da non sottovalutare con i tessuti a base sintetica.

Pratico e facile

E’ sufficiente spruzzare 4Fresh sul tessuto da trattare, lasciando agire per qualche istante. Si può ripassare delicatamente con un panno, in modo da rimuovere eventuali residui, oppure risciacquare ed asciugare. Una volta applicato sulle superfici lucide, come ad esempio le calotte dei caschi, 4Fresh aiuta a rimuovere completamente i residui di sporco, fango, sabbia ed accumuli indesiderati.

Da subito funge come ammorbidente nei confronti dello sporco, limitando l’impiego di spugne aggressive e azioni eseguite con troppo vigore, il tutto a favore di una longevità del prodotto (quello trattato), aspetto che è sempre da considerare. I due valori aggiunti sono l’igienizzazione ed il profumo, molto gradevole e persistente.

4Fresh è un flacone con spruzzatore, ma in caso di necessità, ad esempio quando è richiesta un’azione ancora più decisa e marcata, 4Fresh si può diluire (20/30 grammi per litro di acqua) per lasciare in ammollo i prodotti da trattare/pulire/igienizzare.

Sprayke

Casco e occhiali Van Rysel: un set da pro’ a prezzi super

14.11.2024
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Van Rysel è ormai a tutti gli effetti un brand sinonimo di qualità e appeal. Il contributo che quest’anno ha fornito al team Decathlon-AG2R con i propri prodotti è stato incredibile. Pensate che la squadra francese, per numero di vittorie, è tra le prime cinque al mondo, cogliendo successi dal Giro d’Italia e alla Vuelta.

In questi giorni abbiamo testato casco della gamma RCR, ovvero RACER, e occhiali della gamma ROADR 900. Entrambe le gamme sono dedicate ai ciclisti che cercano la massima prestazione e, di conseguenza, il miglior materiale. Non a caso, le gamme scelte dal team Decathlon-AG2R.

Il casco RCR Mips
Il casco RCR Mips

Casco: leggerezza totale

La prima cosa che salta all’occhio del casco RCR MIPS sono le grandi fessure per la ventilazione nella parte frontale. Queste aperture fanno pensare subito a un casco ideale per la stagione estiva: tali prese d’aria non compromettono affatto l’aerodinamica, poiché sono progettate appositamente per alte velocità e ottimizzate in relazione alla parte posteriore, che è ampia sia per il deflusso dell’aria che per la dispersione del calore.

Grazie al sistema di regolazione e alle cinghie di alta qualità, il casco RCR MIPS si adatta alla perfezione al nostro viso, anche se si desidera indossare un sottocasco.

E la sicurezza? Al top, grazie alla tecnologia MIPS, che prevede una capsula interna fissa e una calotta esterna che si muove in caso di impatto. Un dettaglio che piacerà soprattutto agli appassionati delle salite: l’RCR MIPS è leggerissimo e raggiunge i 300 grammi solo nella taglia più grande, mentre pesa 240 grammi nella taglia S e 280 grammi nella taglia M.

Gli occhiali ROADR 900 PERF
Gli occhiali ROADR 900 PERF

Occhiali: lente grande

La caratteristica principale di questi occhiali, i ROADR 900 PERF, e quindi il loro punto di forza, è la grandezza della lente. La sua ampiezza permette di coprire gran parte del viso. Il campo visivo è davvero ampio, il che si adatta perfettamente al casco, anch’esso pensato per ottimizzare il campo visivo. L’occhiale deve calzare bene, senza creare ostacoli, come quando le astine urtano la parte laterale del casco.

Un aspetto che a nostro avviso non va sottovalutato è che questa grande lente è ottimale anche per chi soffre di allergie, specie nei periodi primaverili: i pollini, infatti, non riescono a penetrare. Allo stesso tempo, la “mascherina” protegge dal vento nei periodi più freddi.

Se la lente è grande, la montatura è sottile e leggera, ma al tempo stesso resistente ed elastica. Per i ciclisti attenti al look, il fatto che la montatura sia bianca permette grandi possibilità di abbinamento.

Qualità e prezzo: 10 e lode

Nel complesso, si tratta di un set dal design decisamente moderno: pochi fronzoli, ma tanta sostanza. La qualità generale dei materiali è davvero elevata e, in rapporto al prezzo, diventa eccezionale. Parliamo di un casco che costa 89,99 euro e di occhiali che costano 59,90 euro.

I colori disponibili sono bianco, verde clorofilla fluo e nero fluo per gli occhiali, mentre nero, blu e bianco per il casco. Entrambi i prodotti, come molti altri di Van Rysel, hanno un basso impatto ambientale.

Van Rysel

Nirvana, il casco “totale” di KASK

08.08.2024
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In un mondo in cui i dettagli aerodinamici fanno sempre più la differenza, in cui sempre più spesso vediamo corridori indossare caschi da crono nelle prove in linea, KASK presenta Nirvana, il nuovo casco “totale”. Il brand dichiara infatti che Nirvana è pensato per ciclisti su strada, su pista e per triatleti, insomma chiunque sia alla ricerca della massima performance. Questo perché può contare su un’aerodinamica superiore unita ad una ventilazione eccezionale che gli garantiscono – a detta di KASK – prestazioni molto migliori rispetto ai modelli top di gamma della sua categoria.

Aerodinamica e ventilazione

Nell’ottica dell’aerodinamica, KASK ha sviluppato il suo nuovo casco con l’obiettivo di garantire la minor resistenza all’aria e la massima velocità, grazie ad un design studiato nei minimi dettagli.

Le linee di Nirvana sono infatti il frutto di un processo di progettazione portato avanti grazie all’ausilio di un software che ha permesso di effettuare simulazioni CFD (fluidodinamica computazionale). Grazie ad esso, è possibile testare le performance aerodinamiche, ma anche la ventilazione e la termoregolazione del casco.

Questo processo ha permesso di creare un prodotto con un grado di areazione (e quindi comfort) mai visto prima in un casco aero, grazie alle canalizzazioni interne che garantiscono una termoregolazione ottimale nella parte frontale e superiore della testa.

La somma di queste caratteristiche ha determinato numeri che parlano da soli. KASK dichiara per Nirvana una riduzione della resistenza aerodinamica del 35% e un aumento della ventilazione del 19% rispetto ai migliori caschi aero della stessa categoria.

Nirvana ha quello che serve per essere aerodinamico durante una crono o un triathlon
Nirvana ha quello che serve per essere aerodinamico durante una crono o un triathlon

Imbottitura stampata in 3D

Nirvana si avvale di una delle principali innovazioni tecnologiche recentemente introdotte da KASK: l’imbottitura Multipod. Si tratta una struttura stampata in 3D che consente una migliore gestione dell’energia derivante dagli impatti lineari e rotazionali. Ha un comportamento isotropico, cioè si comporta nello stesso modo a prescindere dalla direzione in cui arriva l’urto.

Il particolare disegno a nido d’ape “aperto” di Multipod concorre anche a migliorare la ventilazione del casco rispetto ad un’imbottitura tradizionale, permettendo in questo modo un passaggio dell’aria a diretto contatto con la testa del ciclista.

Regolazione OCTOFIT+ e lana Merino

Tra le altre caratteristiche che rendono Nirvana un casco “totale”, c’è il sistema di regolazione OCTOFIT+, che assicura stabilità e comfort grazie a una regolazione micrometrica sulla nuca, e il classico cinturino in finta pelle.

Oltre al già citato Multipod è presente una seconda tipologia di imbottitura interna in Merino wool, posizionata nella parte frontale e laterale della calotta. Questi inserti garantiscono ancora più comfort e un ottimo assorbimento del sudore senza irritazioni. Infine Nirvana dispone di un alloggiamento per gli occhiali da sole nella parte anteriore e un inserto rifrangente nella parte posteriore.

L’aerodinamica e la leggerezza fanno la differenza anche in salita
L’aerodinamica e la leggerezza fanno la differenza anche in salita

Colorazioni, peso e prezzo

Nirvana è disponibile nei classici colori Black Matt e White Matt e in tre livree inedite dall’effetto sfumato: Cherry Burst, Blueberry Fade e Ultraviolet.

Le taglie sono due, M e L, con un peso che nella taglia M si attesta sui 270 grammi. Il prezzo consigliato al pubblico è di 360 euro.

KASK

Rise Pro Mips, il casco della Intermarché spiegato da Colleoni

20.04.2024
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RIEMST (Belgio) – «All’inizio la differenza fra il nuovo casco e il vecchio la noti. La prima volta che lo metti – racconta Kevin Colleoni, corridore della Intermarché-Wanty – magari la chiusura è un po’ diversa, però generalmente sono tutti comodi. Non ho mai trovato negli ultimi anni un casco scomodo, forse uno può pesare qualche grammo in più e lo noti quando lo prendi in mano, ma una volta che lo hai sulla testa, passa tutto… Magari ti accorgi che circola più o meno aria, però generalmente bastano tre, quattro giorni e ci si abitua».

Il bergamasco è approdato quest’anno alla squadra belga dove, oltre a tutto il resto, ha ricevuto in dotazione il casco Uvex Rise Pro Mips. I suoi compagni che già c’erano – fra loro anche gli italiani Rota, Petilli e Busatto – lo avevano già ricevuto la scorsa estate, dato che per il debutto il marchio tedesco ha scelto il Tour de France 2023.

Feritoie davanti per l’ingresso dell’aria e dietro per la fuoriuscita: la calotta è costruita in modo modulare
Feritoie davanti per l’ingresso dell’aria e dietro per la fuoriuscita: la calotta è costruita in modo modulare

Caschi da 90 anni

Uvex produce caschi dal 1926: nel ciclismo e anche nello sci e nei cantieri. «Da oltre 90 anni – spiega Michael Winter, amministratore del gruppo Uvex – produciamo e commercializziamo prodotti di alta qualità per la protezione delle persone nello sport, nel tempo libero e nel lavoro. E se vuoi proteggere le persone, devi assumerti la responsabilità. E’ proprio da questa missione che deriva il nostro obbligo di agire in modo sostenibile, sociale e socialmente responsabile».

Perché queste non siano soltanto parole, con dedizione tipicamente tedesca, Uvex ha sposato tutte le tecnologie utili al conseguimento dell’obiettivo. Così basta tenere fra le mani il casco di Colleoni per accorgersi dell’etichetta Mips, il sistema che protegge la testa e il cervello dalle lesioni durante l’impatto obliquo, assorbendo le forze rotazionali e centrifughe durante le cadute. Inoltre, l’adozione di uno strato a basso attrito nella parte a contatto con la testa, permette un minimo movimento relativo all’interno del casco stesso, senza attriti che costringano il capo a movimenti forzati.

Colleoni, 24 anni, corre con la Intermarché e il casco Uvex da quest’anno: qui al Catalunya
Colleoni, 24 anni, corre con la Intermarché e il casco Uvex da quest’anno: qui al Catalunya

Calotta modulare

Fra le caratteristiche che permettono l’assorbimento migliore degli urti, va annotata la costruzione della calotta in più parti. Vengono infatti abbinati un guscio rigido in plastica ABS all’esterno alla tecnologia Inmold per l’interno, integrando solidità e stabilità. Il guscio ha lo strato interno in EPS ammortizzante e quello esterno in policarbonato. La tecnologia Inmold utilizzata offre livelli elevati di protezione in cambio di un peso minimo. A ciò vanno aggiunte la nuova aerodinamica e l’ottimizzazione del circolo interno dell’aria, grazie alle ampie feritoie.

«Preferisco sempre avere il casco leggero – spiega Colleoni – con i modelli aero non mi sono mai trovato bene. Forse perché da quando corro, ho sempre avuto la sensazione dell’aria nei capelli e quella con i caschi leggeri non si perde. Anzi, è proprio una sensazione che ricerco. Ovviamente quando poi fa freddo, metto in testa una cuffietta per ripararmi. Il nostro casco di quest’anno forse non è il più leggero, però mi piace il senso di solidità che trasmette. Quando lo prendi in mano e poi lo indossi, percepisci che sia davvero sicuro».

Il sistema di chiusura 3D IAS permette l’adattamento a ogni forma di testa
Il sistema di chiusura 3D IAS permette l’adattamento a ogni forma di testa

Vestibilità su misura

Il passaggio da una squadra all’altra richiede l’adattamento ai nuovi materiali. Dalle nuove misure della bici, alla personalizzazione dell’abbigliamento e anche l’uso di nuovi pedali. Magari può sembrare più semplice adattarsi a un nuovo casco, ma anche in questo caso si tratta di trovare il giusto equilibrio fra la libertà necessaria e la necessità di stringere i cinghietti perché il sistema sia sicuro.

Uvex ha adottato per i suoi prodotti il sistema 3D IAS, che consente una vestibilità molto precisa. Larghezza e altezza sono regolabili autonomamente una dall’altra, per adattarsi a una vasta gamma di circonferenze e forme della testa. Questo fa sì che, copiando perfettamente l’anatomia dell’utente, la vestibilità sia comoda e soprattutto sicura.

«I sistemi di chiusura sono spesso diversi – conferma Colleoni – con questo sono riuscito a regolare il casco e averlo davvero su misura. Ovviamente non puoi pensare di avere la stessa sensazione da un casco all’altro, però una volta fatte le regolazioni, sembra di averlo sempre usato».

Colleoni racconta di aver provato il casco in condizioni di grande caldo al UAE Tour, l’aerazione è stata efficace
Colleoni racconta di aver provato il casco in condizioni di grande caldo al UAE Tour, l’aerazione è stata efficace

Aerazione efficace

Poi subentrano le sensazioni, perché il casco nasce in laboratorio, viene testato e omologato, ma la valutazione finale spetta chi dovrà usarlo. E nel caso dei corridori, si parla di un impiego ripetitivo e in ogni condizioni meteo. Ecco perché, fra le altre cose, risulta comoda la possibilità di rimuovere, lavare e asciugare rapidamente le imbottiture interne.

«Anche se siamo soltanto ad aprile e qui in Belgio sembra ancora inverno – ammette sorridendo il bergamasco – ho usato questo casco anche in situazioni di grande caldo, come al UAE Tour. L’ho trovato traspirante e ben aerato, non ho avuto problemi. E nemmeno ho mai avuto l’esigenza di avere una retina interna per evitare che entrino ad esempio gli insetti. Perché a quel punto tanto vale prendere un modello aero: la retina infatti oltre agli insetti ferma anche l’aria. Gli occhiali invece a volte li infilo sopra, oppure dietro sul collo. Si tolgono soltanto in salita e poi nemmeno sempre…».

Il casco deve restare al suo posto e non risultare scomodo. Un valore aggiunto è il sistema Mips
Il casco deve restare al suo posto e non risultare scomodo. Un valore aggiunto è il sistema Mips

Taglie e prezzi

Il casco è disponibile in due taglie che permettono di coprire ogni circonferenza: 52-56 e 56-59. Tra i dettagli che possono fare la differenza, c’è senz’altro la chiusura magnetica, che permette di aprirlo e chiuderlo con un solo tocco, grazie al sistema Fidlock. La fibbia del casco è comandata da un magnete, in modo che il funzionamento sia intuitivo e agevole anche indossando i guanti. E per essere certi che il casco sia davvero chiuso, basta prestare attenzione al “clic” che conferma l’aggancio.

Il casco Uvex Rise Pro Mips è in vendita a 219,95 euro. Domani lo vedrete in corsa alla Liegi-Bastogne-Liegi anche con il nostro amico Colleoni e poi al Giro d’Italia. Si sono già svolte mille gare, ma il bello deve ancora venire.

Uvex Sports

Gist Veloce e Rocket, in simbiosi per la performance

06.04.2024
3 min
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Veloce e Rocket sono i nomi evocativi che descrivono l’estro e le performance di due prodotti nuovi e unici di Gist. Il primo è un casco che ha i suoi tratti distintivi nell’aerodinamica e nello stile. Rocket è invece un occhiale leggero come una piuma, dalla silhouette aggressiva e prestazionale. Scopriamo la coppia di accessori tra caratteristiche e sviluppo.

La linea è moderna e aerodinamica
La linea è moderna e aerodinamica

Sliluppo e test

Con il lancio del casco Veloce e dell’occhiale Rocket, Gist conferma il suo impegno verso l’innovazione e l’eccellenza nel campo degli accessori per il ciclismo su strada. Per la realizzazione di questi due prodotti il brand italiano ha intrapreso un percorso di test e sviluppo basato sulla sua esperienza nel settore delle due ruote.

Per il lancio di questi innovativi accessori, Gist ha avuto l’onore di collaborare con il 3 volte campione Italiano Giovanni Visconti, il cui prezioso contributo ha arricchito il processo di sviluppo e test. Un valore aggiunto, per nulla banale, che rinforza l’impegno del marchio nel realizzare prodotti dal design accattivante, ma con l’attenzione sempre rivolta alla prestazione. 

Oltre alla colorazione bianca sono disponibili quattro colori
Oltre alla colorazione bianca sono disponibili quattro colori

Veloce

“Veloce” è il nome scelto per questo nuovo modello, che accanto a Primo, Bravo e Volo, vuole ribadire l’italianità del brand. Come detto, le caratteristiche che risaltano maggiormente sono aerodinamica e stile. Due pregi studiati su misura per il ciclismo su strada. Linee pulite e moderne, con un aspetto accattivante adatto al ciclismo di oggi, fatto di dettagli minimali e colori. Il materiale scelto è dato dalla combinazione del polistirene espanso sinterizzato (EPS) con il policarbonato per ottenere una sicurezza totale.

Le prestazioni sono una certezza per quanto riguarda il Veloce. I test hanno infatti confermato che il risultato della grande ricerca svolta sono il comfort e la sicurezza a livelli di eccellenza. I 14 fori permettono una ventilazione ottimale. La vestibilità è ideale grazie alla chiusura magnetica fidlock precisa e manovrabile con una sola mano. Le taglie disponibili sono due S/M (52-56cm) e L/XL (56/62cm). Il peso è di soli 265 grammi per una facilità d’utilizzo migliorata. Il Veloce viene proposto in cinque diverse colorazioni: nero, bianco, blu navy , grigio e rosso.

Gli occhiali Rocket si adattano a tutte le forme di viso
Gli occhiali Rocket si adattano a tutte le forme di viso

Rocket

In accoppiata con il Veloce, Gist ha presentato l’occhiale Rocket. Leggero come una piuma, con soli 25 grammi di peso, offre non solo una protezione ideale dagli agenti atmosferici e dai raggi UV, ma anche un design sofisticato e contemporaneo. A beneficio del comfort, i naselli in gomma morbida anallergica sono regolabili per offrire il miglior fit ad ogni fisionomia di viso

Disponibile nelle diverse montature bianca o nera, con lente specchiata rossa o azzurra (oltre a quelle ambrate e trasparenti incluse di serie), l’occhiale Rocket si adatta perfettamente a ogni stile e preferenza. Per i ciclisti più esigenti, in particolare per il mondo della MTB, è disponibile anche con lente fotocromatica che si adatta velocemente alle diverse condizioni di luce, garantendo una visione chiara e nitida in ogni situazione. Per acquistare il casco Veloce e l’occhiale Rocket, si può visitare sito web di Gist oppure recarsi presso i rivenditori autorizzati di tutta italia. 

GistItalia

Malori e il casco vietato ad Evenepoel: assenza di logica

15.03.2024
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«La cosa brutta è che adesso uno non potrà usare il casco con cui ha fatto tutti i test e con cui ha vinto il mondiale, gli altri invece non cambieranno niente. E visto che si giocheranno il Tour, poi forse le Olimpiadi e il mondiale, non lo trovo tanto giusto. Anzi, direi che mi fa proprio… arrabbiare».

Quando sei stato cronoman e poi sei diventato ambassador di varie aziende, ti viene facile capire che cosa significhi vedersi negare da un momento all’altro l’utilizzo di un componente per il quale avevi studiato e su cui avevi investito. Così quando Adriano Malori affronta il tema dei caschi da crono prima autorizzati e poi negati, ha un moto di stizza facilmente comprensibile. Lui che sulla crono ha costruito la sua notorietà è passato attraverso la fase dei caschi… fasulli, costruiti solo per aerodinamica. Poi però ha visto arrivare quelli sicuri e anche veloci. L’ultimo step, con il divieto del sotto casco Specialized e la messa in discussione di quelli della EF, del Bahrain e della Visma, non gli va davvero giù.

Cominciamo dal casco di Specialized, che è stato vietato. Ti piaceva?

Non è tanto un fatto di gusto, anche se credo che la decisione dopo la crono della Tirreno sia stata dettata solo dai commenti di certi tifosi che giudicano l’aspetto e non la sostanza. In questi ambiti dovrebbe essere un fatto di utilità e loro sono certi che serva. Hanno fatto i loro test, anche se come ogni cosa in questo ambito, è tutto legato alla posizione dell’atleta. Per Remco (Evenepoel, nella foto di apertura, ndr) di certo funziona. Lui ha la capacità di tenere la posizione aerodinamica e quindi, dato che tiene la testa come deve e l’aria scivola dalla zona del mento al collo, il sistema funziona. Se invece prendiamo Vlasov, che tiene la testa alta per guardare avanti, allora l’utilità di quella strana cuffia viene meno. Come facessero poi a usarlo con 40 gradi, sono fatti loro…

Questo il casco Giro della Visma-Lease a Bike sotto osservazione: il problema è solo la sua estetica?
Questo il casco Giro della Visma-Lease a Bike sotto osservazione: il problema è solo la sua estetica?
Singolare che prima lo abbiano approvato e poi vietato.

Come dicevo, sembra quasi che gli ultimi visti alla Tirreno li abbiano messi in discussione perché la gente ha fatto dei commenti strani. Perché loro, l’UCI, di fatto li aveva autorizzati in anticipo, per il fatto di dover correre con gli stessi materiali che è possibile trovare in commercio. La cosa buffa è che alla partenza di ogni cronometro ci sono dei giudici UCI. Se loro hanno detto che Vingegaard poteva correre con quel casco e che la Bahrain poteva usarlo, non capisco perché l’UCI adesso dica di voler riaprire il fascicolo.

Il casco deve essere esclusivamente un dispositivo di sicurezza, giusto?

Il regolamento dice questo, ma non credo che le aziende mettano fuori dei caschi che non proteggono l’atleta. Assolutamente no. Figurarsi a livello commerciale, toccando ferro, cosa accadrebbe se Vingegaard cadesse e si spaccasse la testa perché il casco non ha retto l’impatto… Per chi lo produce sarebbe un colpo mortale, non venderebbe più un solo casco. Mi ricordo che anni fa, quando ancora correvo, i modelli da cronometro li facevano con la calotta senza il polistirolo dentro: ricordate? Era il 2008 o 2009 e tra l’altro il casco con cui ho vinto il mondiale U23 ce l’ho ancora in studio e dentro non ha protezioni. Ha solo due cuscinetti. In quel caso sarebbe stato giusto vietarlo. Ma visti i caschi in questione, trovo illogico che li vogliano fermare. E’ come per il peso delle biciclette e ogni altro sviluppo…

Il casco con cui Malori vinse il mondiale U23 di Varese era effettivamente privo di grandi protezioni
Il casco con cui Malori vinse il mondiale U23 di Varese era effettivamente privo di grandi protezioni
Vale a dire?

Facciamo un esempio. Nella MotoGP ci sono delle moto che sono delle macchine come la Formula Uno. Hanno alettoni e ali, tanto che ai puristi son sembrano più neanche delle moto. Però mi sembra che lo sviluppo vada davanti lo stesso. E allora perché qui devi proibire un mezzo che aiuta la performance, senza pregiudicare la sicurezza? Il discorso di renderlo accessibile a tutti è preservato, perché non credo che un casco così avrà un costo proibitivo. Un casco da crono costa come uno da strada. Invece l’UCI si è mossa per far vedere a tutti che comandano loro. E le cose restano ferme con il nodo per il peso della bicicletta…

I famosi 6,8 chili…

Un limite che ormai è vecchio più di 20 anni, forse 25. Non ero ancora professionista (Adriano passò nel 2010, ndr) e già c’era quella regola. Adesso ci sono le biciclette che hanno i freni a disco, dei materiali che fanno paura e nuovi studi, come abbiamo visto per esempio con Ganna per il Record dell’Ora. Per quale motivo un’azienda dovrebbe investire se ha sempre quel limite? E se anche fossi un amatore e la volessi più leggera, partecipando a qualche gran fondo internazionale, sarei passibile di squalifica. E allora la ricerca si ferma e questo non è un bene.

Questo il casco Rudy Project della Bahrain Victorious: ugualmente sotto la lente
Questo il casco Rudy Project della Bahrain Victorious: ugualmente sotto la lente
Mettiti un attimo nella testa di Remco, che ha fatto tutti i test in galleria del vento per ottenere del margine con quel caso, come ti sentiresti ora che te l’hanno tolto?

Mi girerebbero le scatole. Come se quando correvo alla Movistar e la nostra Canyon era una bici da crono pazzesca, arrivava qualcuno e mi vietava di usarla, dopo che ci avevo corso e vinto per un anno. Sono passaggi che non capisco, non c’è in ballo la sicurezza. Le crono dovrebbero essere il banco di prova della ricerca. Le aziende non fatturano poi molto con quelle bici, non ne vendono poi molte, no? Pinarello fa un telaio allo Scandio per il record dell’Ora, ci studia, il record viene e ne ottiene una bella immagine. Logicamente se lo studio viene fermato, tutto si appiattisce.

Con i caschi è lo stesso?

E lo stesso accade con i caschi. Quelli da crono dovrebbero essere un bel terreno di studio e di sviluppo, perché il casco da strada comunque è quello. Anzi, se posso permettermi, si mettono di mezzo nelle crono e poi permettono alla EF di correre su strada con un casco da cronometro. Lo avete visto quello con cui ha vinto Bettiol alla Milano-Torino? E’ un casco che usano anche le donne su strada, ma di fatto quello è un casco da crono. Sapete cosa mi dà fastidio?

Bettiol vince la Milano-Torino con il casco Procen di Poc, nato per le crono
Bettiol vince la Milano-Torino con il casco Procen di Poc, nato per le crono

Cosa?

Hanno fatto meno storie a fare entrare i dischi sulle bici da strada in gara, che sono delle lame che girano. Mi ricordo il caso di Ventoso, che correva con me e che hanno insabbiato. Fran si è aperto il ginocchio per un disco, ma dietro i caschi non ci sono gli interessi che c’erano dietro i dischi. E allora si spiega tutto, perché alla fine è un fatto di potere e di soldi. E i corridori stanno in mezzo.

Scott Cadence Plus: veloce, aerodinamico e sicuro

07.03.2024
5 min
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Nel ciclismo moderno, dove ogni singolo watt e ogni dettaglio pesa, l’aerodinamica è un aspetto da curare in maniera meticolosa. Le bici, i capi d’abbigliamento, le scarpe, tutto nasce ormai in galleria del vento. Così anche il casco, accessorio fondamentale per la sicurezza, ma anche per la penetrazione aerodinamica, visto che è la prima superficie ad impattare frontalmente con l’aria. Le polemiche degli ultimi giorno sui modelli da crono (che l’UCI ha messo sotto osservazione) danno la misura di quanto sia avanzata la ricerca su questo componente. 

Scott ha sviluppato il suo casco più veloce per le gare su strada, un prodotto votato alle alte prestazioni. Studiato tramite test approfonditi in galleria del vento, il Cadence Plus è il modello più aerodinamico della gamma Scott (foto Daniel Geiger in apertura). 

Amico del vento

Il progetto del nuovo Cadence Plus nasce dal miglioramento della sua versione precedente. Un accessorio già veloce di per sé, ma migliorato nei dettagli dagli ingegneri di Scott. La sfida è stata rendere un casco già veloce ancora più aerodinamico e performante, curando ogni minimo particolare. Per questo Scott ha eseguito ulteriori test nella galleria del vento ed il risultato è sotto gli occhi di tutti.

«In Scott avevamo il precedente Cadence Plus – spiega Jose Pereira, Product Manager – che era un casco già estremamente veloce. Ma abbiamo voluto lavorare di più sull’aerodinamica per renderlo più versatile e attraente per un più ampio spettro di consumatori e utenti, rendendolo allo stesso tempo ancora più veloce».

«Ci siamo concentrati su come fondere effettivamente l’esterno e l’interno dello scafo – gli fa eco il designer Christian Holweck – così che non importa se cambi leggermente la posizione della testa o se stai guidando in più situazioni di vento incrociato. Il casco funzionerà meglio del precedente Cadence Plus». 

Nel Cadence Plus sono stati inseriti dei tappi anteriori con cui chiudere le prese d’aria, per migliorare l’impatto aerodinamico frontale e la ventilazione. Inserendo queste protezioni, è possibile migliorare la penetrazione e proteggersi dal freddo. Quando si tolgono, l’aria circola in maniera ottimale all’interno della calotta (che diventa un tutt’uno tra interno e esterno), garantendo una temperatura costante. 

Al miglioramento della ventilazione e all’incremento della sicurezza, con la nota protezione ottimale dagli impatti rotazionali, contribuisce anche l’adozione della tecnologia Mips integrata nella calotta.

Sicurezza

Da Scott confermano infatti che tutte le energie sono state convogliate per trovare un equilibrio perfetto tra aerodinamica, tecnologia e sicurezza. Proprio per quest’ultimo campo, appunto, la scelta è ricaduta sull’utilizzo del sistema Mips Brain Protection. Un sistema che, in caso di caduta, riesce a coprire e proteggere tutte le aree più delicate della testa.  

La chiusura, sicura e semplice, è garantita da una fibbia magnetica, che rende il processo facile e intuitivo in ogni situazione. Nella parte posteriore Scott ha previsto lo spazio per inserire, in caso di necessità, una luce di sicurezza, da agganciare tramite clip alla calotta. 

Il feedback dei pro’

«Questo nuova Cadence Plus – dice Matteo Moschetti, corridore del Team Q36.5 – è veloce. Ogni dettaglio è stato pensato per questo. E’ veloce, ma è anche comodo, leggero e ben ventilato. Tutte le cose che cerchi in un casco, che danno anche la priorità alla tua sicurezza».

«Trovo il nuovo Cadence Plus – si aggiunge Charlotte Kool del Team Dsm Firmenich – un casco estremamente confortevole. Durante allenamenti intensi e gare, rimane ben ventilato, consentendomi di concentrarmi sulle prestazioni. Apprezzo particolarmente il design moderno ed elegante e le dimensioni compatte di questo casco».

Se sta bene ai corridori che lo usano ogni giorno, è una garanzia anche per gli utenti finali. Il peso, come entrambi hanno confermato, è estremamente contenuto: solamente 280 grammi. Il prezzo al pubblico di 249,90 euro. 

Scott

Rudy Project Wingdream, l’esordio del nuovo casco da crono

04.03.2024
3 min
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Rudy Project, con i suoi 40 anni di esperienza e una costante ricerca dell’eccellenza, oggi è pronto a stupire nuovamente. Si alza il velo su Wingdream: il nuovo casco da crono che farà il suo esordio alla Tirreno-Adriatico e alla Parigi-Nizza. Un prodigio tecnico che ha ottenuto risultati sorprendenti in galleria del vento e sarà indossato in anteprima dagli atleti del Team Bahrain Victorious sulle strade italiane e francesi in versione camouflage.

Seppur in forma mascherata oggi il Wingdream farà il suo esordio
Seppur in forma mascherata oggi il Wingdream farà il suo esordio

Esordio mascherato

Wingdream è il frutto di oltre due anni di ricerca e sviluppo, condotti in stretta collaborazione con il Team Bahrain Victorious, di cui Rudy Project è sin dalla fondazione fornitore tecnico. Il casco avrebbe dovuto debuttare a maggio al Giro d’Italia, dove in effetti per la prima volta sarà visibile con i colori ufficiali. Grazie ai dati raccolti in galleria del vento e ai test effettuati su strada, il Team Bahrain Victorious ha espresso però la volontà di indossarlo già nell’avvio stagionale. 

Nello specifico, come detto, saranno due i primi test in gara: la cronometro di Lido di Camaiore che apre la Tirreno-Adriatico e nuovamente la cronosquadre di Auxerre, terza tappa della Parigi-Nizza che si correrà domani. La livrea camuffata, visibile nelle foto, maschera ancora i dettagli del design finale che verrà mostrato alla presentazione ufficiale di maggio.

Rudy Project è sponsor tecnico del Team Bahrain Victorious sin dai suoi esordi come Bahrain-Merida
Rudy Project è sponsor tecnico del Team Bahrain Victorious sin dai suoi esordi come Bahrain-Merida

Risparmio energetico

Rudy Project ha dedicato notevolil energie ad approfondire gli studi aereodinamici, credendo fermamente nell’utilità della galleria del vento per tradurre in dati concreti il lavoro di ricerca e sviluppo. Il processo infatti ha affrontato vari step, sfruttando sensori di avanzata tecnologia con cui analizzare la geometria della superficie del casco in relazione alla posizione del ciclista sulla bici, seguite da test in galleria del vento. Il wind tunnel è, per l’azienda di Treviso, un mezzo fondamentale attraverso cui migliorare le performance degli atleti e quelle dei consumatori che acquisteranno il prodotto.

Il nuovo casco ambisce a ridefinire gli standard di efficienza, grazie a prestazioni aerodinamiche che hanno dato risultati importanti nei test interni dell’azienda. Con un risparmio energetico di 15,7 watt (alla velocità di 45 km/h) il nuovo casco ha vinto il confronto con diversi altri prodotti, presi a riferimento come benchmark. Un miglioramento significativo anche rispetto al già performante casco The Wing, che lo ha preceduto nel catalogo di Rudy Project e nelle forniture ai professionisti della bici da strada di cui la marca è partner. Il Wingdream sarà disponibile al pubblico per l’acquisto entro fine 2024.

RudyProject