Zamperini di forza, nuovo campione italiano degli U23

23.06.2024
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Si gira ancora una volta Edoardo Zamperini. Il chilometro finale verso il traguardo di Trissino sembra infinito per lui. Forse sente l’arrivo degli inseguitori, che tutto sommato gli hanno rosicchiato un bel po’ (in apertura foto Trissino 2024).

Ma il vantaggio è buono e alla fine la maglia tricolore è sua. Il corridore dell’UC Trevigiani prende l’eredità di Francesco Busatto. Classe 2003, Edoardo Zamperini è di Azzago, Verona, non troppo lontano dalla sede della gara. Ed anche per questo il tifo per lui era parecchio.

Al via 184 partenti. I favoriti? I nomi presenti anche al Giro Next Gen (foto Trissino 2024)
Al via 184 partenti. I favoriti? I nomi presenti anche al Giro Next Gen (foto Trissino 2024)

Il film in breve

Brevemente la gara. Trissino, paese nella provincia di Vicenza ospita il campionato italiano under 23. La corsa di fatto procede parallela a quella dei professionisti. Zamperini e Bettiol tagliano il traguardo in contemporanea. O al massimo con una differenza di pochi secondi.

La corsa va come da programma. Diverse fughe nei giri iniziali e poi la grande attesa per il circuito finale di 32 chilometri con la scalata maggiore verso Sella Trissino. La gara prende la sua fisionomia definitiva a circa 50 chilometri dal traguardo. Fuori c’è un drappello. Zamperini e altri rintuzzano da dietro e scappano. Scappano in cinque. Oltre a lui, anche Nicola Rossi, Pietro Mattio, Simone Gualdi e Lorenzo Masciarelli.

Appena inizia la scalata finale Zamperini balza in testa. Sui primi forcing non fa grande differenza ma poi cedono tutti e s’invola. Arriva a guadagnare 35”: quanto basta per percorrere gli ultimi 10 chilometri, tra discesa, pianura e strappo finale, che portano al traguardo in testa. E quindi al titolo nazionale U23.

Percorso davvero bello e tecnico sulle colline vicentine: 166 km e 2.400 metri di dislivello
Percorso davvero bello e tecnico sulle colline vicentine: 166 km e 2.400 metri di dislivello

Turbo Giro Next

«E’ un anno – dice Zamperini appena dopo il traguardo – che inseguo una vittoria importante. Ci sono andato vicino nelle internazionali in primavera, poi c’è stato anche qualche intoppo (leggasi la rottura della clavicola alla Ronde de Isard). Però sapevo di essere tra i favoriti e di stare bene, in quanto sono uscito dal Giro Next Gen con una buona gamba.

«Anzi, una gamba strepitosa. Oggi stavo davvero bene. Quando ho deciso di attaccare l’ho fatto. Ho recuperato sulla fuga, prima, e sono scattato in salita, poi. Ho provato ad anticipare un po’ chi poteva essere più forte di me in salita, come Florian Kajamini, ma al primo passaggio non ci sono riuscito, ma è andata bene la seconda volta».

Il tema di chi usciva dal Giro Next Gen era un po’ sulla bocca di tutti. Si sapeva che i favoriti erano coloro che uscivano dalla corsa rosa e non è un caso infatti che i primi cinque vengano tutti da lì. Come ci aveva detto in mattinata Amadori, alla fine si era vista una buona Italia al Giro Next, salita a parte.

Oggi però senza gli scalatori delle devo team delle WorldTour le cose sarebbero potute andare diversamente. E così è stato.

Zamperini ha parlato anche di una Trevigiani competitiva prima del via (foto Trissino 2024)
Zamperini ha parlato anche di una Trevigiani competitiva prima del via (foto Trissino 2024)
Prima di tutto, Edoardo, complimenti. Insomma, da quel che hai detto dopo l’arrivo la corsa è andata come ti aspettavi…

Sì. L’italiano è una gara strana, non facile da gestire. Sapevamo di stare bene, ma avevamo l’incognita di chi fosse il più forte in salita. Così volevamo fare corsa dura e ci siamo riusciti. Quando io sono entrato in azione i miei compagni avevano già fatto un lavoro assurdo.

Conoscevi il percorso?

Sì, ero venuto a provarlo in settimana e come l’ho visto ho capito che poteva venire fuori una corsa dura, ma anche interessante per me.

Hai corso con sicurezza e le tue parole lo hanno confermato. Invece quando sei partito cosa hai pensato? Cosa ti passava per la testa: paura? Adrenalina?

Ho pensato a menare e basta! Dietro, in quel drappello, c’era Mattio che non è certo l’ultimo arrivato. Anche al Giro Next è andato forte. Sapevo che su quella salita forse sarei stato un po’ più forte di lui, ma sapevo anche che la prima parte di discesa era da spingere e che lui è uno molto esplosivo, quindi dovevo guadagnare il più possibile.

Ultimissimi metri, Zamperini ormai affaticato si volta ancora. Ma è fatta
Ultimissimi metri, Zamperini ormai affaticato si volta ancora. Ma è fatta
Conoscevi i distacchi? Poco dopo lo scollinamento si è parlato di 35”…

Li sentivo dalla moto in corsa. Esatto, 35”, ma poi ho sentito poco dopo anche 19”, 15”… Immaginavo che in pianura e nel primo tratto non tecnico di discesa avrei perso qualcosa, che mi sarebbero tornati sotto, per questo ho spinto tutto il tempo e pensavo a dare il 110 per cento. Pertanto nessuna grinta in più, nessuna paura: solo la voglia di dare fino all’ultima goccia di energia, sperando che quelli dietro di me ne avessero di meno.

E anche per questo ti voltavi spesso nell’ultimo chilometro?

Esatto, perché se erano veri quei 15” su uno strappo tanto duro come quello del finale, uno esplosivo come Mattio ci avrebbe messo un attimo a riprendermi.

A proposito di discesa: un paio di curve le hai fatte davvero al limite…

Diciamo che la caduta alla Ronde de l’Isard non mi ha messo paura! Comunque sì, davvero al limite. Però come ho detto bisognava spingere.

Il podio finale con: Edoardo Zamperini (primo), Nicola Rossi (secondo) e Pietro Mattio (terzo)
Il podio finale con: Edoardo Zamperini (primo), Nicola Rossi (secondo) e Pietro Mattio (terzo)
Una curiosità: avevi il computerino sull’orizzontale e non sul manubrio: come mai?

Ah, ah – ride Zamperini – semplicemente perché in settimana mi si è rotto l’attacco del Garmin e non è arrivato in tempo quello nuovo. Nessun vezzo dunque. Ma presto tornerà al suo posto. Non è super comodo lì. Tra l’altro ho corso senza cardio e senza potenziometro. Andavo a sensazione. Ma la salita finale la conoscevo bene e sapevo come gestire le forze.

Ultima domanda, Edoardo: sai che questa maglia è un grimaldello per il professionismo. Si muove qualcosa in tal senso?

Qualcosa si è mosso questa primavera quando sono andato bene nelle internazionali, ma tra la caduta in Francia e un Giro Next non super, si era un po’ fermato tutto. Adesso spero che questa maglia sia un bel biglietto da visita per il professionismo.

Due terzi e due misure: rileggiamo gli italiani di Belletta

07.07.2023
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La scia tricolore non si è ancora esaurita, i campionati italiani corsi quasi due settimane fa sono ancora un ricordo vivo. Tra gli under 23 c’è un corridore che, al suo primo anno, si è già messo in mostra, a cronometro come nella prova in linea. E’ Dario Igor Belletta, atleta della Jumbo-Visma Development: terzo a Sarche nella prova contro il tempo e terzo anche a Mordano su strada, dietro a Busatto e Cretti

Il primo impegno per Belletta è stata la cronometro di Sarche, vinta da un grande Bryan Olivo che ha rifilato a tutti più di un minuto di distacco

«Quest’anno – dice – come quelli precedenti, ho fatto solo dei prologhi, la cronometro di Sarche era la prima con 35 minuti di sforzo. Definiamola la prima cronometro vera della mia carriera. Pensavo meglio, vedo il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, non ho ancora deciso se è andata bene o potevo fare meglio. Il percorso era lo stesso dei professionisti, davvero duro. Il livello era alto, i corridori favoriti uscivano tutti dal Giro Next Gen, a parte Olivo che però preparava questa gara da un anno. Tant’è che nella prova in linea ha pagato pegno. Dico che il Giro U23 ha alzato il livello perché tra il secondo e l’ottavo c’erano solo 40 secondi. Ci tenevo a fare bene, in queste prove esce il valore del corridore, come dicono in Olanda sei solo contro il tempo e il vento».

Per Belletta la rassegna tricolore U23 si è aperta con un terzo posto nella cronometro di Sarche (foto Instagram)
Per Belletta la rassegna tricolore U23 si è aperta con un terzo posto nella cronometro di Sarche (foto Instagram)

Trasferta “solitaria”

A proposito di Olanda, la Jumbo-Visma aveva un altro corridore a Sarche, Edoardo Affini. Lui e Belletta sono stati un po’ insieme, condividendo pareri e facendosi compagnia in questa trasferta solitaria. 

«E’ strano fare i campionati italiani senza squadra – continua – non avevamo mezzi di supporto e quindi mi sono dovuto arrangiare. Per fortuna c’erano i miei diesse della GB Junior Team-Pool Cantù 1999 che mi conoscevano e mi hanno dato tutto: rulli, ammiraglia e mezzi vari. A Sarche della Jumbo c’eravamo io e Affini, lo avevo già conosciuto nel ritiro pre stagione (foto Instagram di apertura). E’ stato molto bello parlare con lui, mi ha dato molti consigli sulla gestione dello sforzo e abbiamo analizzato i miei dati dopo la gara». 

La sorpresa di Mordano

Il vero colpo di qualità Belletta lo ha tirato fuori dal cilindro sulle strade di Mordano, chiudendo al terzo posto la prova in linea. Per quella gara lo ha raggiunto il suo compagno Mattio ed i due si sono giocati le loro carte anche in inferiorità numerica. 

«Stavo bene – racconta Belletta – la prima fuga importante è partita che mancavano 100 chilometri all’arrivo. Mi sono trovato subito a rincorrere perché gli uomini forti erano tutti davanti, Mattio è stato bravo a farsi trovare pronto e seguirli fin da subito. Busatto poi è partito ancora a 30 chilometri dall’arrivo e io non sono stato pronto a seguirlo, le gambe c’erano. Il terzo posto finale penso giovi di più rispetto a quello della cronometro, non ho rimpianti, alla fine in una corsa in linea pensi sempre di poter fare meglio.

«Di una cosa sono contento – dice ancora – e parlo della prestazione. Se avessi detto al me stesso di febbraio che avrei fatto terzo al campionato italiano, non ci avrei creduto. Invece mi sono reso conto di crescere mese dopo mese e questo è un bel modo per finire la prima parte di stagione. Correre in due non è stato semplice, ma se la corsa esce tirata come siamo abituati noi al Nord, la squadra conta fino ad un certo punto. Alla fine restano i migliori e gli equilibri si ristabiliscono. Anche Busatto aveva un solo compagno di squadra e questa cosa non gli ha impedito di vincere. Come lui anche Germani l’anno scorso, quest’ultimo era addirittura da solo».

Belletta ha già messo alle spalle belle esperienze, tra cui la Paris-Roubaix Espoirs, chiusa al decimo posto (foto Instagram)
Belletta ha già messo alle spalle belle esperienze, tra cui la Paris-Roubaix Espoirs, chiusa al decimo posto (foto Instagram)

Secondo atto

Belletta con le prove tricolore ha concluso la sua prima parte di stagione, i risultati possono essere considerati positivi. Al suo primo anno da under 23 ha collezionato esperienze importanti ed è già entrato nell’orbita di Amadori.

«Ho fatto un piccolo periodo di stacco – conclude – sono andato in vacanza alcuni giorni in Sardegna. Un periodo senza bici per ricaricare le batterie fisiche e mentali. Ho parlato anche con Marino Amadori, ora andrò a fare un ritiro con la squadra in altura e poi ci sarà una corsa a tappe in Francia con la nazionale. Vedremo se meriterò la convocazione. Ho preferito allenarmi con la squadra perché ho un programma pronto e ho lavorato molto bene in questi primi mesi. Lo stesso Marino era d’accordo, ora spero di meritarmi la convocazione a qualche evento importante».