Tiberi, Svizzera sfortunato e la telecronaca della caduta

20.06.2021
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Anche se in fondo probabilmente lo sapeva già, Antonio Tiberi ha sperimentato sulla sua pelle che l’adattamento al livello WorldTour non è una passeggiata. E così se prima la Settimana Coppi e Bartali gli aveva dato la prima top 10 di tappa nel giorno di San Marino e il Giro di Ungheria a seguire il primo podio da professionista, con un terzo posto che sa di buono, il Giro di Svizzera ha preteso un rispetto superiore. Non che Antonio non ne avesse, il ragazzo ha la testa sulle spalle, ma era partito per fare la sua classifica e ha scoperto che non sempre a quel livello le ciambelle riescono col buco.

Caduta in diretta

Così quando è caduto nella sesta tappa, che da Fiesch portava il gruppo a Disentis Sedrun, se ne è fatto una ragione. E il suo racconto è l’emblema della capacità dei corridori di immedesimarsi nelle storie di cui sono protagonisti.

«Era finita la prima salita – dice – facevo parte di un gruppetto che rimontava. In realtà eravamo in un tratto che spianava e poi iniziava la discesa. Arrivavo in velocità e non mi aspettavo quella curva secca a destra. Ho pensato di frenare, ma mi sono reso conto che se avessi inchiodato sarei volato di sotto. Allora ho mollato i freni. Andavo forte e sono andato verso un guardrail. Sono caduto e ho pensato di abbracciarlo. L’ho stretto proprio fra braccio e fianco. Per questo ho battuto la scapola e mi sono procurato una lesione muscolare, che sta andando a posto solo adesso. Ma per fortuna l’ho fatto. Mi sa che se non lo prendevo, volavo di sotto. Sarà durato tutto 5 secondi, ma se ci penso lo rivivo al rallentatore…».

Nel giorno della caduta con Serrano, al Giro di Svizzera
Nel giorno della caduta con Serrano, al Giro di Svizzera

Settimo al tricolore

Come parziale risarcimento, è arrivato però il settimo posto nella crono tricolore di Faenza (foto di apertura). Il distacco di 3’47” sembrerebbe piuttosto quello di un tappone dolomitico, ma è pur vero che cronometro di quella distanza non se ne fanno più. Nemmeno ai mondiali, tanto che Ganna lo scorso anno vinse sulle stesse strade la prova iridata sulla distanza però di 31,3 chilometri. E soprattutto non faceva così caldo.

«E’ stata una bella combinazione di caldo e salite – racconta – grande caldo, parecchio afoso, e un percorso lungo e duro. Era la prima volta che facevo una crono così lunga e così impegnativa. Alla fine sono anche riuscito a spingere bene, ma ormai il finale era già scritto. Poi ho avuto l’inconveniente di perdere la borraccia dopo 15 chilometri. E’ saltata su una buca ed è stata veramente dura. Diciamo che ho fatto una bella esperienza».

Meglio a Faenza

In proporzione però è andato meglio a Faenza che nella crono inaugurale dello Svizzera a Frauenfeld, con un passivo di 1’12” sui 10,9 chilometri domati da Kung.

«Sinceramente mi trovo meglio nelle crono lunghe – ammette – e quella dello Svizzera era l’aspetto peggiore delle crono per me. Era bagnata, molto tecnica e breve. E nelle crono tecniche dove ci sono da fare tanti rilanci e brevi non mi trovo bene. Vado meglio col ritmo regolare nelle crono di resistenza. Ci lavoro tanto, anche quando sono a casa. La bici da crono la uso spesso, a volte anche quando faccio scarico, per tenere il fisico abituato alla posizione».

Tero sul podio del Giro di Ungheria dietro Howson e Hermans
Tero sul podio del Giro di Ungheria dietro Howson e Hermans

Svizzera sfortunato

Il suo Giro di Svizzera si è fermato invece in quel modo piuttosto brusco, anche se doveva essere la prima corsa a tappe in cui mettersi alla prova, approfittando delle due cronometro.

«Niente – sorride mestamente – è andato come volevo. In nulla. Sono stato parecchio sfortunato, con due cadute. Una purtroppo non per colpa mia, l’altra invece…. Però sulle salite è andata abbastanza bene. Il ritmo era parecchio alto. Per cui all’inizio le sensazioni erano di sofferenza. E’ una cosa mia, di genetica. All’inizio di uno sforzo mi servono 4-5 minuti per prendere il ritmo, poi mi scaldo e va bene. Forse però è arrivato il momento di fermarsi un pochino. Finisco questo campionato italiano e poi a luglio starò a casa a tirare il fiato, poi riprenderò con il Giro di Polonia e il Tour de l’Ain. E magari la seconda parte di stagione avrà un gusto migliore».

Strada-pista: la Valcar si conta e si prepara a qualche addio

17.06.2021
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Il Capo Arzeni l’altro giorno era in pista a osservare il gran lavoro delle sue ragazze in maglia azzurra. La sua Valcar & Travel Service (in apertura il podio dopo la vittoria di Chiara Consonni alla Valenciana) è una delle principali fornitrici di atlete alla nazionale e questo da un lato è un onore, dall’altro significa perdere il loro apporto in una bella fetta di corse. Elisa Balsamo un paio di giorni fa raccontava di quanto sia stato importante per lei correre tanto su strada a primavera, vista la cancellazione delle prove in pista, ma adesso anche lei è presa nella a rincorsa alla convocazione olimpica. Anche se i suoi dubbi sono probabilmente più di maniera che di sostanza. Cosa fai, lasci a casa la Balsamo?

Guazzini e Alzini, due ragazze chiave nel team Valcar, con grandi margini
Guazzini e Alzini, due ragazze chiave nel team Valcar, con grandi margini

«So che tutto il mondo ha già dato i nomi – dice Arzeni – ma anche io penso sia un discorso che non tocca Elisa. Però è un fatto che il gruppo sia composto da 9 ragazze e probabilmente il commissario tecnico avrà ancora dei dubbi. Per quello che vedo io, però, Elisa lavora per l’obiettivo olimpico. La sua partecipazione la darei per scontata».

Proprio Elisa si è detta fortunata ad aver corso tanto su strada.

Quello che sta facendo l’Uci di spostare gli eventi pista nel periodo della strada non mi piace molto. L’avrei lasciata in autunno/inverno come è sempre stata. In modo che se ci sono stradiste che vogliono fare pista, possono farlo d’inverno, come per il cross. Mia opinione, ovviamente, perché comunque salti da un albero all’altro… La pista fa bene, ma messa nel periodo giusto.

Le azzurre non corrono una madison dagli ultimi europei: per questo a luglio saranno a Fiorenzuola. Qui Balsamo-Guazzini
balsamo-Guazzini non corrono una madison dagli europei: per questo a luglio saranno a Fiorenzuola
A primavera non va bene?

Nel periodo della campagna delle Fiandre non la vedo bene. Ci sono atlete polivalenti che possono fare bene da una parte e dall’altra. Come accade tra gli uomini, a Consonni, Ganna… Come può permettersi Viviani di saltare la Campagna del Nord? Se la pista si facesse d’inverno, anche uno stradista di nome, lo stesso Ganna, potrebbe partecipare alle Coppe delle Nazioni e prove che danno più valore alle stesse gare su pista.

Quest’anno la Coppa delle Nazioni è saltata…

Però con Elisa ci siamo lasciati dopo la Freccia del Brabante e l’Amstel e siamo tornati a gareggiare su strada 15 giorni fa, correndo comunque in funzione della pista. Quest’anno è un anno particolare, le Olimpiadi si fanno per forza d’estate, però entriamo anche nell’ottica che dal 2023 si ricomincerà a lavorare per Parigi. Una ragazza come Vittoria Guazzini di fatto non ha mai potuto lavorare bene su strada e lei ha dei margini clamorosi. Si aspetta il 2022 per cominciare e francamente è una bella sfida, seguendo un cammino che, assieme agli spazi che probabilmente si apriranno, le permetterà di sbocciare alla grande. Ma di fatto collaborare così tanto con la nazionale fa sì che non riesci mai a lavorare in modo compiuto con le tue atlete.

Lorena Wiebes batte Consonni in Olanda, ma Chiara sta molto bene
Lorena Wiebes batte Consonni in Olanda, ma Chiara sta molto bene
Balsamo non farà il Giro: poteva essere un’idea?

Lo abbiamo valutato. C’era quest’idea, però in calendario nello stesso periodo c’è la Sei Giorni di Fiorenzuola su pista. Visto che sono saltate tutte le gare, Fiorenzuola sarà la prima occasione di provare la madison in gara. Cosa fai? L’obiettivo principale quest’anno sono le Olimpiadi e io non posso andare da Dino Salvoldi e dalla stessa Elisa a dire che quest’anno vogliamo portarla al Giro. Non hanno più fatto una madison, è dagli europei dell’anno scorso che non gareggiano. A Montichiari le provano bene, ma una specialità come quella è importante provarla in gara. Anche se si correrà su una pista di cemento, più lunga di quella olimpica in legno di 250 metri, però sicuramente aiuta. Quindi purtroppo anche per quest’anno Elisa non farà il Giro.

E con chi ci vai?

Sto aspettando anche io le scelte di Salvoldi per capire chi posso portare, perché comunque una velocista voglio portarla. Auguro a tutte di andare a Tokyo, altrimenti una verrà al Giro. E poi ci sarà Arzuffi, che i primi anni era adatta per fare classifica. Poi aumentando il cross, ha dovuto un po’ mollare. Ma è meglio uscire di classifica e puntare a vincere qualche tappa, anche perché se punti a entrare nei venti, così ci arrivi lo stesso.

Arzeni e patron Valentino Villa sono la spina dorsale della Valcar
Arzeni e patron Valentino Villa sono la spina dorsale della Valcar
Programma nell’immediato?

Adesso si va agli italiani, poi andiamo a fare La Course, dove mi sarebbe piaciuto andare con Elisa Balsamo, però quest’anno va così.

Prima hai parlato di spazi che si apriranno. Il gruppo resterà compatto o qualcuna andrà via?

Sta succedendo quello che è successo con gli uomini. Col WorldTour ci sono budget superiori, sarà difficile tenerle tutte insieme, ma ci saremo lo stesso a combattere. Si parla di cifre troppo alte e loro sono andate forte, se ne sono accorti un po’ tutti. E’ giusto a un certo punto che le migliori vadano, non ho rimpianti. Dobbiamo ragionare per quello che siamo adesso, senza pensare alle trattative che ci sono in corso. Già a inizio stagione, dopo cinque o sei anni che siamo insieme, ci dicemmo che potrebbe chiudersi un ciclo e aprirsene un altro.

Con quali obiettivi?

Saremo competitivi, questo posso dirlo. Abbiamo delle giovani che stanno crescendo. La Gasparrini è un’altra che farà parlare tanto di sé. E poi non è che andranno via tutte. Sono girate offerte importanti e come succede, si sono create delle aste. E’ la regola della domanda e dell’offerta.

Balsamo lascerà la Valcar? Le offerte (anche importanti) non le mancano
Balsamo lascerà la Valcar? Le offerte (anche importanti) non le mancano
Le tue ragazze hanno il procuratore?

Qualcuna sì, altre no. Per esempio Elisa non ce l’ha e neppure Chiara (Consonni, ndr). Alcuni procuratori si sono affacciati, altri sono entrati senza troppe conoscenze e rispetto per le ragazze e hanno combinato dei pasticci. Alcune hanno firmato contratti di più anni a meno del minino e adesso si mangiano le mani. Ma perché farle firmare così, se non per prendere subito i soldi? Ad altre hanno proposti gli stessi soldi che daremmo noi, probabilmente anche meno, mettendogli in testa chissà quali prospettive. Tante volte il rapporto con le ragazze si costruisce negli anni e portarle via senza considerarne i margini di crescita, significa ancora una volta non fare il loro interesse.

Nizzolo, quel tricolore coperto così difficile da lasciare

17.06.2021
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Nizzolo a Imola ci sarà per onore di firma, poi andrà in altura e di lì metterà nel mirino il mondiale. Il suo anno in maglia tricolore è durato per nove mesi, a causa del Covid che lo scorso anno fece slittare a fine agosto il campionato italiano di Cittadella. Ha vinto due corse, la Clasica de Almeria e la tappa di Verona al Giro d’Italia. ma l’aspetto ancora più singolare è che, essendo partito quella sera stessa con Cassani alla volta di Plouay e dei campionati europei, vinti in volata su Demare, Giacomo non ha mai indossato in gara la maglia tricolore.

Giro d’Italia, Verona: ecco finalmente la prima vittoria di tappa per il velocista della Qhubeka-Assos
Giro d’Italia, Verona: ecco finalmente la prima vittoria di tappa per il velocista della Qhubeka-Assos

«Eppure ci tengo tanto al fatto di averla avuta sotto quella di campione europeo – dice – e mi dispiace sapere di non averla più. Quella vittoria ha significato il ritorno a livelli importanti, dopo anni storti. Quando la vinsi per la prima volta nel 2016, mi sentivo pronto per il salto di qualità. Ero nell’età giusta, ma si misero in fila tutti quegli intoppi…».

Il riferimento è ai guai del ginocchio? 

Sembravano ogni volta risolti e invece, alla prova dei fatti, sono sempre saltati fuori a fermarmi.

A voler dare una lettura ottimistica, sono stati proprio quei problemi a farti arrivare a 32 anni con margini ancora da esplorare.

Avrei voluto essere spremuto – sorride – perché avrebbe significato aver corso, ma in effetti non sono un atleta sfruttato e questo fa sì che da un certo punto di vista io sia più giovane della mia età.

Mondiali di Doha 2016, a ruota di Guarnieri verso la volata. Vincerà Sagan, Giacomo 5°
Mondiali di Doha 2016, a ruota di Guarnieri verso la volata. Vincerà Sagan, Giacomo 5°
E così domenica passerai la tua maglia a un altro campione italiano.

Il percorso di Imola sarebbe proibitivo per il miglior Nizzolo, figurarsi ora che la condizione proprio è lontana. Però devo esserci per tutto quello che la maglia tricolore rappresenta. La maglia è un simbolo e deve esserlo sempre di più. Non mi piace vederla disegnata come se fosse un fastidio, con grafiche sacrificate. Non può essere mortificata e la regola dovrebbe valere per tutte le nazioni. Spero passi fra le mani di un corridore che riesca a farla ben figurare.

Hai parlato di mondiale, prima però ci sono gli europei di cui sei anche testimonial.

Ho sondato il terreno, possono essere fra gli obiettivi, ma sono impegnativi. Non credo siano alla mia portata, però lo vedremo dopo che avrò ripreso al meglio la preparazione.

Ha iniziato il 2021 con la maglia di campione europeo a coprire la tricolore
Ha iniziato il 2021 con la maglia di campione europeo a coprire la tricolore
Invece i mondiali…

Sono un obiettivo importante e per questo saranno il focus centrale della seconda parte di stagione.

Anche a Doha nel 2016 partisti come leader della nazionale: credi di essere un corridore diverso?

Sono sicuramente un Nizzolo più consapevole. A Doha ero spavaldo, zero timore reverenziale. Sentivo di avere poco da perdere e alla fine venne fuori il quinto posto. Spero di riuscire a vivere il prossimo mondiale con leggerezza, anche se avrò più occhi addosso. Credo di poterlo gestire con la giusta tensione.

Leggerezza in questo contesto è una bella parola.

La mia forza è sempre stata quella di affrontare i grandi appuntamenti senza farmi schiacciare dalla tensione e questo è un vantaggio.

L’ultima corsa dopo il ritiro dal Giro è stato il Giro del Belgio
L’ultima corsa dopo il ritiro dal Giro è stato il Giro del Belgio
E forse oggi, dopo l’europeo vinto l’anno scorso e le vittorie successive, potrebbe renderti più leader anche agli occhi degli altri azzurri, no?

In realtà sentivo il supporto della squadra anche a Doha, però certo all’europeo lo scorso anno la percezione di fiducia è stata più netta e mi ha aiutato molto. Al mondiale potrebbe essere la stessa cosa, anche se potrebbero esserci alternative a Nizzolo. Il percorso si presta anche per altri azzurri e starà a Cassani in quel caso creare la giusta amalgama.

Perciò adesso il programma prevede?

Tricolore e poi subito a Livigno. Abbiamo ancora un sacco di cose da fare.

Si torna a Imola per il tricolore: tre crono e strada pro’

15.06.2021
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Ritorno a Imola, a casa degli organizzatori della Nuova Placci, che fanno capo a Marco Selleri e Marco Pavarini, che negli ultimi dieci mesi hanno organizzato la ripresa delle corse con Extra Giro 2020, la prima corsa a tappe con il Giro U23 del 2020, il mondiale, sette corse in nove giorni nella recente primavera, il Giro d’Italia U23 del 2021 e da venerdì a domenica i campionati italiani: crono per donne junior, donne elite e uomini elite; strada per gli uomini elite. Trattandosi di organizzatori che non lo fanno di mestiere, si capisce bene che lo sforzo sia notevole. Soprattutto in una fase storica in cui anche solo per prendere dei contributi pubblici regolarmente assegnati c’è da continuare a produrre documenti, anche oltre quelli richiesti al momento dell’erogazione.

«Al punto che due settimane prima del Giro d’Italia U23 – dice Selleri con una punta di amarezza – ci siamo guardati e ci siamo chiesti se davvero valesse la pena partire. Siamo arrivati per gradi a questo livello, ogni anno sono aumentati l’impegno e le nostre competenze. Le risorse sono sempre le stesse e si passa più tempo a risolvere problemi che ad organizzare, rendere migliore il prodotto, cercare nuovi sponsor. Il mondiale non è ancora chiuso e questo ha fatto sì che ci sia mancata la liquidità per lavorare al resto. Perciò adesso siamo concentrati su campionati italiani, poi domenica sera tireremo una bella riga».

Cambio di passo

Due giorni di gara: le crono venerdì, la gara su strada domenica. Le prime a Faenza, le seconde da Bellaria a Imola, su quel circuito finale dei mondiali già collaudato con le salite di Mazzolano e Gallisterna (foto di apertura) che hanno consentito ad Alaphilippe e prima ancora ad Anna van der Breggen di conquistare il simbolo iridato che rimetteranno in palio a settembre sulle stradine di Leuven.

La gara su strada degli uomini presenta un dislivello importante di 3.677 metri concentrati in 225,9 chilometri. Percorso tosto e temperature che si annunciano torride.

Il via dalla riviera romagnola, poi via verso Faenza e da Brisighella prima scalata verso Monticino, per poi affrontare la Gallisterna ed entrare per il primo passaggio nell’autodromo. Di qui, si faranno quattro giri del circuito che comprenderà anche la salita di Mazzolano.

Mazzolano e Gallisterna, già salite simbolo dei mondiali 2020
La salita di Mazzolano, la prima nel circuito dei pro’, che ricalca in parte quello dei mondiali
La Gallisterna, salita ben nota per aver deciso i mondiali del 2020

Strade chiuse

Farà molto caldo, Selleri lo conferma. Così come conferma che dal primo giugno è possibile la presenza di pubblico agli eventi sportivi all’aperto, purché si ricorra alle mascherine. Pare che a Castelfranco Veneto, per l’arrivo dell’ultima tappa del Giro dp’Italia U23, ci fosse un pubblico all’altezza delle più grandi gare dei professionisti.

«E’ tutto pronto – dice Selleri – anche se potrò dirlo davvero quando anche l’ultima gara sarà partita. Dal punto di vista delle garanzie sul percorso, non cambia nulla rispetto al mondiale. Invece la situazione è molto più semplice dal punto di vista della circolazione. Per i mondiali dovemmo chiudere le strade dalla tale ora del mattino e fino a sera, per i campionati italiani, si aspetta il fine corsa e si riapre alla circolazione. Di fatto ci sarà chiusura ogni 20 minuti circa, come per una qualunque corsa in linea».

Crono torride

Le crono, si diceva, partono e arrivano a Faenza. Diciamo che è abbastanza insolito questo sparpaglio di categorie sul territorio nazionale, per cui sarà la Toscana sabato ad ospitare la prova su strada degli U23, mentre le donne elite, che venerdì si giocano la crono a Faenza, dovranno poi scendere ad Alberobello per la prova su strada. Questioni certamente di budget, di cui fanno le spese però spettatori e atleti. Non necessariamente in quest’ordine.

Le donne elite corrono sulla distanza di 33,3 chilometri, con due salitelle: Rocca di Poggiolo e Cima Sabbioni. Le donne junior avranno un percorso appena vallonato, mentre gli uomini elite si misureranno su una distanza importante, 45,7 chilometri, le stesse salite delle donne elite più quella di via Agello. Se il caldo sarà all’altezza delle previsioni, anche la crono sarà una prova a sfinimento.