I rulli e il training indoor in generesono la gioia ed il dolore del ciclismo moderno. Durante il periodo delle restrizioni ci hanno permesso di salire comunque sulla bicicletta, in inverno ci aiutano a non far scendere la condizione.
Cosa è meglio fare quando pedaliamo in modo statico in una stanza? I pro’ li utilizzano? Sentiamo cosa ci racconta Alessandro Vanotti, che dopo la carriera di atleta non ha mai smesso di documentarsi e crescere anche sotto il profilo nell’ambito del training e preparazione atletica. Collabora a stretto contatto con MagneticDays per lo sviluppo del training indoor.
L’attività dell’ex corridore lombardo si allarga con l’apertura di alcuni centri per il training indoor (foto MagneticDays)L’attività dell’ex corridore lombardo si allarga con l’apertura di alcuni centri per il training indoor (foto MagneticDays)
In che modo i rulli possono sostituire al meglio le uscite in bicicletta?
Il periodo Covid ha dimostrato anche ai più scettici che è possibile allenarsi e divertirsi anche utilizzando i rulli. Bisogna farlo con criterio, ma è possibile. I rulli, intesi come macro categoria non possono sostituire completamente le uscite in bicicletta all’aperto, ma diventano un punto di riferimento quando si vuole sviluppare un allenamento specifico, un percorso di crescita e migliorare le prestazioni da riportare sulle uscite in bici.
Per cos’altro sono utili?
I rulli, quelli sviluppati su una base scientifica, sono anche un eccellente strumento di recupero, lo sono dopo un infortunio e quando si vuole riprendere dal periodo di off-season, oppure dopo lunghe trasferte. Oggi come oggi sono un’integrazione ottimale da sfruttare dopo lunghe uscite. Li usano i pro’ dopo le tappe nei grandi Giri.
Vanotti durante un test di valutazione (foto Alessandro Vanotti)Vanotti durante un test di valutazione (foto Alessandro Vanotti)
Quindi, per rendere produttive le sedute sui rulli è necessaria un’adeguata programmazione?
E’ fondamentale, come è fondamentale non perdere confidenza con la bicicletta con l’utilizzo classico in esterno. Quello che ci permettono di fare i sistemi di gestione indoor è azzerare le variabili che ci sono all’esterno, sempre nell’ottica di ottenere il massimo da un allenamento specifico e mirato. Bisogna creare degli obiettivi, un percorso di crescita e adeguare gli allenamenti, anche in base alla vita quotidiana. Sono tutti pezzi di un grande puzzle e in questo rientra anche la capacità dei coach e dei preparatori che si confrontano con questi sistemi, che poi devono collimare con quelli utilizzati sulla bicicletta.
Coach Luca Bianchini di MD illustra i programmi al Vanotti Cycle Camp (foto MagneticDays)Coach Luca Bianchini di MD illustra i programmi al Vanotti Cycle Camp (foto MagneticDays)
Indoor e outdoor, i parametri da usare sono gli stessi?
No, i parametri cambiano. Ogni atleta, a prescindere dalle sue capacità, deve essere valutato singolarmente, grazie al test d’ingresso e a quelli predisposti nel corso della stagione per valutare i miglioramenti, o comunque lo stato di forma. L’ideale è eseguire due test separati, sulla bicicletta sui rulli e creare una tabella ad hoc. Rimanendo su una linea generale, i valori indoor si abbassano in media del 7%, talvolta anche del 10%.
Una trasferta siciliana del Vanotti Cycle Camp (foto Alessandro Vanotti)Una trasferta siciliana del Vanotti Cycle Camp (foto Alessandro Vanotti)
Al netto della parte virtuale, ci sono delle dritte che si possono usare per rendere meno opprimente una training indoor?
Parto dal presupposto che un training indoor, se adeguato e cucito sulle proprie esigenze non è opprimente. Deve essere bilanciato nel modo corretto e sposarsi ottimamente con la vita quotidiana. Quando si sale sui rulli per allenarsi è necessario curare l’aspetto dell’idratazione. La parte virtuale delle gare e delle sfide è bella, coinvolgente e stimolante, ma anche rischiosa perché ci può portare ad eccedere. Bisogna prestare attenzione. I rulli in genere e tutte le applicazioni collegate al macromondo indoor devono aiutare a finalizzare i vari passaggi, con l’obiettivo di migliorare una volta che si sale in bicicletta.
Vanotti esegue una vera e propria attività informativa e formativa (foto MagneticDays)Vanotti esegue una vera e propria attività informativa e formativa (foto MagneticDays)
Facendo un passo indietro, se tu fossi un pro’ oggi, useresti uno strumento come MD e/o i rulli per allenarti?
Si, oggi userei i rulli e lo farei in modo specifico. Quando ero professionista le possibilità che ci sono oggi non esistevano. Mi riferisco a tutta la tecnologia che c’è dietro, compresi gli strumenti di analisi dei dati. Non dico che i rulli sostituiscono i lavori da fare in bici, che sono obbligatori anche per mantenere un certo feeling con il mezzo e con lo sforzo che viene profuso quando si è in gruppo. Di sicuro offrono dei vantaggi non secondari.
Bardet, grande estimatore dei rulli, non solo nel dopo garaBardet, grande estimatore dei rulli, non solo nel dopo gara
I pro’ usano i rulli?
Al netto nelle sponsorizzazioni che legano l’atleta al team ed al marchio che fornisce lo strumento, si i corridori moderni usano i rulli. Oggi è possibile anche per loro allenarsi con qualità, farlo in modo oculato, evitando di disperdere energie. E’ sempre necessario contestualizzare il luogo dove è il corridore, il periodo e i suoi programmi, ovviamente la sua predisposizione. Però si, i corridori moderni integrano la normale attività con le sedute indoor.
Le quattro stagioni scandiscono l’anno solare e sono da sempre fonte d’ispirazione per gli artisti che hanno regalato all’umanità scritti, dipinti e musiche come l’omonima e famosa opera di Antonio Vivaldi. Il compositore per ordinare le note della sinfonia dedicata all’autunno ha utilizzato i movimenti: allegro, adagio molto e ancora allegro. Parole che non stridono alle orecchie del ciclista e che spesso scandiscono anche l’andatura in sella. L’autunno sarà la stagione che farà da cornice alla pedalata organizzata da FVG Bike Emotion, con i suoi colori che dipingono il territorio del Friuli Venezia Giulia. Con una tavolozza naturale pennellata su alberi, colline e panorami unici.
A dirigere l’orchestra ci saràAlessandro Vanotti, ex professionista che accompagnerà i ciclisti il 22 e il 23 ottobre in occasione delle due pedalate autunnali. Insieme a lui nella direzione ci sarà Anna Andriani di FVG, amante delle due ruote e fulcro dell’organizzazione. Dopo aver affrontato le pedalate di primavera ed estate ora tocca alla stagione dai colori caldi e i profumi della vendemmia e del sottobosco. Il tutto avvolto da panorami mozzafiato, dalla Carnia, al Collio, al mare triestino. Un’occasione imperdibile di danzare in sella accompagnati dalla musica della natura friulana.
Qui Alessandro Vanotti e Anna Andriani di FVG Bike EmotionLe pedalate si susseguono tra centri storici e soste enogastronomicheQui Alessandro Vanotti e Anna Andriani di FVG Bike EmotionLe pedalate si susseguono tra centri storici e soste enogastronomiche
FVG e le quattro stagioni
Pedalare sulle strade friulane è un’esperienza che tutti possono provare prendendo la bici e il casco e andando incontro alle bellezze e alle salite più iconiche. Farlo accompagnati e coccolati sotto tutti i punti di vista è però un altro modo per godersi e vivere un’esperienza unica.
«Questo è il terzo evento dell’anno – dice Anna Andriani – siamo partiti a marzo e dopodiché abbiamo deciso di fare le quattro stagioni. Primavera, estate, autunno e poi ci sarà l’appuntamento invernale a fine anno. FVG Bike Emotion è fondamentalmente un profilo instagram, una vetrina per mettere in risalto il cicloturismo nella nostra regione. Far scoprire i territori, i percorsi collegandoli ad aspetti extraciclistici, quindi enogastronomici, culturali con l’obbiettivo di fare conoscere il nostro territorio a tutti.
«Ho incontrato Alessandro Vanotti casualmente – racconta – e abbiamo trovato fin da subito un’intesa rivolta a quello che è il nostro messaggio. Ha apprezzato fin da subito il nostro territorio per quello che può offrire dal punto di vista ciclistico. C’è la montagna, c’è il mare, c’è la collina, ci sono un’infinità di posti differenti. Poi si è accorto che di traffico ce n’è veramente poco e che le strade sono ben tenute e si è innamorato da subito di questi luoghi.
«Ad aiutarci invece – spiega – dal punto di vista organizzativo c’è Banca Ter, che ha sposato a pieno il progetto e ci sostiene dal primo giorno. Il Gatto e la Volpe, bar di riferimento nel centro di Tolmezzo, che rappresenta un po’ il nostro braccio destro dal punto di vista di alcuni aspetti organizzativi. Infine il Pedale Manzanese, la mia società ciclistica che è stata la scintilla del gruppo che ha dato il via ad organizzare questi eventi».
I chilometri sono costellati da una natura rigogliosa e i profumi dell’autunnoTra le salite che sono state percorse durante le prime due stagioni anche lo ZoncolanI chilometri sono costellati da una natura rigogliosa e i profumi dell’autunnoTra le salite che sono state percorse durante le prime due stagioni anche lo Zoncolan
La sinfonia d’autunno
Le pedalate in programma il 22 e il 23 ottobre sono state studiate minuziosamente rivolgendo un’attenzione mirata a far godere la vista e il gusto a tutti i partecipanti.
«Il punto di partenza sarà Cormons. Da lì partiremo per i giri che ci porteranno a scoprire il Collio goriziano e il Collio sloveno e infine il mare perché andremo a Trieste pedalando sulla Costiera che è una bellissima strada che si affaccia sul bellissimo golfo della città marittima. In più faremo un tour che ho definito “piccolo fiandre friulano” perché sarà animato da un susseguirsi di muri tra Italia e Slovenia tra cui quello protagonista della 15ª tappa del Giro d’Italia 2021.
«Il weekend partirà il sabato da Cormons con un giro di 120 chilometri attraversando il Carso per arrivare poi a Trieste. In particolare andremo sul Monte Grisa che vanta una vista mozzafiato su tutto il golfo triestino. Per poi rientrare sulla Costiera. Il sabato pomeriggio ci ritroveremo a Grado con la possibilità di fare la doccia, mentre per chi arriva da più lontano c’è la possibilità di un punto d’appoggio in albergo. La sera si andrà ad assaporare le specialità di pesce a Grado. La domenica da Cormons si farà appunto il “Piccolo Fiandre Friulano” con tutti muri che lo caratterizzano attraversando il Collio friulano e il Collio sloveno».
Lo spirito di gruppo e le nuove amicizie sono il motore dell’eventoLo spirito di gruppo e le nuove amicizie sono il motore dell’evento
Alla scoperta con Vanotti
Oltre ad un contesto naturale da scoprire e vivere metro per metro tra le eccellenze paesaggistiche e culinarie, Alessandro Vanotti rappresenta il valore aggiunto a questa esperienza in sella. L’ex pro’ infatti da qualche anno accompagna i ciclisti in lungo e in largo per l’Italia fianco a fianco una pedalata dopo l’altra.
«Fin dal primo evento – racconta Vanotti – ho visto entusiasmo, voglia di fare gruppo e di unire le persone. Facendo questo tipo di pedalate si cerca di portare leggerezza e non competizione. Quando si attraversano i paesi, i bambini ti salutano, le persone ti guardano e vedono che stai facendo qualcosa diverso. Non è il classico gruppo che esce a tirarsi il collo. E’ un po’ il messaggio che stiamo cercando di trasmettere.
«Il mio compito – spiega – è quello di dirigere il gruppo. Alcuni li conosco già perché hanno già riconfermato la presenza e altri invece saranno nuovi. Prima della partenza si fa sempre un briefing per avere chiaro che si viaggia sulle strade e che quindi bisogna comportarsi nel rispetto nostro ma anche degli automobilisti. Un aspetto che apprezzo molto del Friuli è quello che si incontra davvero poco traffico, è il contesto migliore per apprezzare il territorio e goderne al meglio».
FVG Bike Emotion è protagonista nel promuovere il cicloturismo in Friuli Venezia GiuliaFVG Bike Emotion è protagonista nel promuovere il cicloturismo in Friuli Venezia Giulia
Un autunno da vivere insieme
La lunga carriera di Alessandro è un biglietto da visita unico che avvicina i ciclisti e li incuriosisce a domandare com’era il ciclismo visto da dentro il gruppo.
«Quando passava il Giro d’Italia sulle strade del Friuli – dice – ero sempre davanti al gruppo a tirare. Mi ha sempre incuriosito e mi capitava di captare un territorio tenuto bene, la natura rigogliosa e contaminata a misura di ciclista, le strade tenute bene, sembrava di essere Svizzera. Tant’è che dissi “Mamma mia che regione che ho scoperto”.
«Nell’analisi ciclistica che faccio – spiega – le regioni più cliccate dagli stranieri, sono Sicilia e Toscana mentre il Friuli è sempre visto come una regione un po’ più lontana, poco conosciuta. Invece è un mondo da scoprire. Le Dolomiti sono bellissime, però il traffico e l’affluenza rendono tutto più difficile per esperienze cicloturistiche di gruppo. Il Friuli non è assolutamente un ripiego, ma una regione da scoprire. E’ un territorio pazzesco, ti senti sicuro e pedali in totale libertà. Non a caso abbiamo voluto fare le quattro stagioni perché è un territorio da vivere tutto l’anno».
I paesaggi sono unici così come l’esperienza da vivere insiemeI paesaggi sono unici così come l’esperienza da vivere insieme
Coach al fianco
Pedalando su e giù per le pendenze del territorio friulano, avvolti dal clima gentile dell’autunno, Vanotti è pronto ad essere oltre che cicerone anche coach in sella.
«Il focus del camp – dice Alessandro – è rivolto a valorizzare il territorio e a colorare le strade del Friuli apprezzandone tutte le sue particolarità. Non è un evento improntato sul coaching, ma io metto al servizio di tutti la mia esperienza. Mi capita infatti di dare consigli in gruppo. Io mi occupo infatti anche di questo, dando feedback e consigli su respirazione, postura, tecnica di guida direttamente con il mio supporto in bici. Questo lo faccio sia nelle strade di casa oppure come in questi casi in pedalate di questo tipo. Credo sia un momento di crescita anche sotto questo punto di vista.
«Dietro c’è l’assistenza – conclude – si ha quindi la possibilità di viaggiare con le tasche vuote. Questo è un valore aggiunto che ti permette di pedalare in sicurezza con i comfort di avere un cambio, indumenti pesanti, impermeabili e perché no liberarsi anche del cellulare per godersi a pieno la bici in tutta la sua convivialità pedalando leggeri in tutti i sensi. Un momento magico che unisce, lontani dallo stress, instaurando amicizie, unendo culture regionali e creando sinergie che solo il ciclismo ti sa regalare».
I corridori non sono tutti capaci di farsi scivolare addosso le pressioni, perciò tanti rischiano uno stress eccessivo. Si può intervenire in qualche modo?
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Il Villaggio è un paese. Si fanno incontri. Si fa la fila per il caffè. Si legge il giornale. Si ritrovano sguardi che mancavano da mesi. Qualcuno non lo vedi dalla Liegi, qualcuno dall’anno prima. E nel villaggio di Calais, ieri alla partenza, Alessandro Vanotti era super indaffarato attorno allo stand Santini. Fra maglie di ogni colore e ospiti con la borsa piena e il sorriso soddisfatto, il bergamasco tutto orgoglioso mostrava la foto del colpo di reni nel velodromo di Roubaix. Il giorno prima, approfittando del riposo, sono andati in bici nel finale dell’Inferno del Nord, in una giornata di sole e colori splendenti.
Al Villaggio con Stefano Devicenzi del marketing Santini, Vanotti è al Tour con l’azienda di BergamoAl Villaggio con Stefano Devicenzi del marketing Santini, Vanotti è al Tour con l’azienda di Bergamo
Pioggia e risate
Non fu così quella volta nel 2014, proprio no. Quando quel mattino nell’hotel dell’Astana aprirono le finestre. Scarponi alzò gli occhi al cielo e si mise a ridere. Di quelle risate nervose da cui capivi che Michele stava cercando di convincersi della fattibilità dell’impresa.
«Ho i brividi solo a pensarci – dice Vanotti – Michele era energia pura, positività in tutti gli aspetti. E in quelle giornate era fondamentale per il gruppo. Metteva serenità sul pullman, andando alla corsa. Anche sulla linea di partenza, quel giorno, fece le solite cose. Ci sta guidando ancora adesso da lassù, ne sono convinto. Sono certo che un po’ avesse paura, ma lui alla paura reagiva ridendo. Mi ricordo quando alla partenza di una cronosquadre alla Vuelta, con la salita subito, cominciò a ridere sulla rampa e io gli chiedevo di smetterla perché non riuscivo a concentrarmi. Ma lui era fatto così, sdrammatizzava tutto ed era un professionista molto serio».
Il viaggio in giallo di Nibali resta una delle esperienze più intense per i suoi ex compagni: Vanotti fra loroIl viaggio in giallo di Nibali resta una delle esperienze più intense per i suoi ex compagni: Vanotti fra loro
Tensione a mille?
Per il maltempo e la pioggia. Non era come alla Parigi-Roubaix, che in gruppo ci sono tanti specialisti. E’ quella la differenza. Tanti corridori erano un po’ preoccupati. Io avevo già affrontato il pavé alla Roubaix e in altre corse, quindi non ero troppo agitato. Il rischio però era alto.
Quando il gruppo è nervoso, in corsa cosa succede?
La tattica era di stare davanti fino al primo tratto di pavé. Per cui fu una cronometro a squadre per tutte le squadre, uno sforzo incredibile. Noi conoscevamo l’abilità di Vincenzo sul pavé e nel guidare la bici da quando è ragazzino e questo ci ha avvantaggiato. In più era supportato da una condizione super, fu proprio una giornata magica.
Pensavi fosse capace di domare così il pavé?
Sono sincero, non mi espongo mai prima. Però sapevo delle sue qualità, ma serve anche un pizzico di fortuna, perché è un attimo andare per terra. Oggi non dovrebbe piovere, ma la fortuna servirà per tutti.
Durante tutta la tappa, Nibali riesce a schivare pericoli e caduteDurante tutta la tappa, Nibali riesce a schivare pericoli e cadute
Quel giorno si risolse la classifica.
Vedendolo in gruppo, Froome non aveva una condizione super e neppure i suoi compagni. Cadde in due curve non sui settori di pavé. Era sicuramente più teso di noi e questo gli giocò un brutto scherzo. Ma secondo me Vincenzo in quel Tour era superiore. Me ne ero già accorto sulle Dolomiti, prima del Tour. Lo conosco, siamo cresciuti insieme. E vedendolo pedalare mi dissi che avrebbe vinto il Tour o sarebbe stato duro staccarlo. E così fu.
Il pavé non cambia, le bici sono diverse.
I materiali cambiano e migliorano. Sono più efficaci. Le squadre sono supportate da staff fortissimi, ormai gli sponsor investono e fanno ricerca. Ma alla fine, sta ai corridori fare la differenza e il fatto che sia asciutto è meglio per tutti…
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Incontro con Cavendish. L'obiettivo Tour ha riacceso il fuoco. I propositi di ritiro spazzati da Vinokourov e dai compagni. Per il ciclismo ha vero amore
Mole Occhiali per lo Sport è un centro ottico davvero speciale in quanto dedicato esclusivamente all’occhiale sportivo ed in particolare all’occhiale da ciclismo, grande passione del suo titolare, Roberto Gambirasio. La sua passione per la bicicletta è così forte che sabato 4 giugno organizzerà a Zogno in provincia di Bergamo il Campionato Nazionale Criterium ACSI. Ad aiutarlo nella sua organizzazione ci sarà l’ex professionista Alessandro Vanotti. Per farci raccontare qualcosa di più sulla gara di sabato abbiamo personalmente incontrato Roberto Gambirasio presso il suo negozio di Zogno alle porte della Val Brembana.
Alessandro Vanotti aiuterà Roberto Gambirasio nell’organizzazione del Campionato Nazionale Criterium ACSI Alessandro Vanotti aiuterà Roberto Gambirasio nell’organizzazione del Campionato Nazionale Criterium ACSI
Roberto toglici una curiosità. Come nasce l’idea di creare un centro ottico specializzato in occhiali per lo sport?
Tutto è nato uscendo in bici con gli amici e scoprendo come molti di loro davano poca importanza al fatto di indossare un occhiale da sole di qualità. Io sono un ottico e ho sempre lavorato nel negozio della famiglia di mia moglie (Ottica Ceroni a Zogno, ndr). Essendo un grande appassionato del marchio Oakley ho provato allora a uscire in bicicletta portando con me qualche modello da far provare agli amici. Mentre pedalavo, facevo consulenza e fornivo loro dei consigli. Durante quelle uscite in bici ho capito che potevo unire il mio lavoro di ottico alla mia passione sportiva per il ciclismo. Moleocchialiperlosport è nato così.
Esattamente quando è nato il tuo centro ottico?
Il centro è stato inaugurato a settembre dello scorso anno. Nell’occasione era presente anche Alessandro Vanotti. Fin da subito ho voluto creare un centro ottico che non si occupasse solamente della vendita, ma che fosse un vero e proprio punto specializzato nell’occhiale sportivo correttivo. Per questo motivo mi sono affidato a marchi esclusivi e qualificati come Oakley, Rudy Project, KOO e Bliz. Qui da noi è possibile trovare parti di ricambio per il proprio occhiale da sole e soluzioni ai propri bisogni visivi grazie al “Metodo Mole” e al “Servizio Test”.
Interno del negozio Moleocchailiperlosport a Zogno, in provincia di Bergamo Interno del negozio Moleocchailiperlosport a Zogno, in provincia di Bergamo
Di cosa si tratta esattamente?
Il “Metodo Mole” prevede degli step ben definiti. Si parte dalla prenotazione di un appuntamento presso il nostro centro ottico. Invitiamo il cliente a presentarsi sempre con il proprio casco in quanto dovremo poi scegliere un’occhiale che si abbini tecnicamente e non solo esteticamente al casco che indossa nelle sue uscite. Seguono poi il ritratto del difetto visivo, ove sia presente, e il ritratto psicologico sportivo, molto importante per profilare l’attività sportiva praticata dal cliente. Successivamente si passa alla scelta della montatura e del suo colore. Altro passaggio fondamentale è naturalmente rappresentato dalla scelta delle lenti e della tipologia di ausilio in caso di difetto visivo fino ad arrivare alla consegna dell’occhiale. Parte fondamentale la assume anche il nostro “Servizio Test”. Forniamo al cliente la possibilità di testare prima dell’acquisto la montatura che abbiamo individuato insieme a lui. Gli forniamo inoltre diverse tipologie di lenti da provare in maniera tale da individuare la lente ideale, naturalmente sempre con la nostra consulenza.
Passando invece al Criterium di sabato 4 giugno cosa ci puoi dire?
Il circuito misura sui tre chilometri è si sviluppa nell’abitato di Zogno che sarà completamente chiuso al traffico. Saranno previste tre batterie a seconda della fascia d’età. La partenza della prima batteria è prevista per le 14. La manifestazione è organizzata sotto l’egida di ACSI Bergamo e con il patrocinio del Comune di Zogno. Al termine delle gare saranno assegnate le maglie tricolori ai vincitori di ogni categoria. Abbiamo anche previsto un dopo gara a base di street food, musica, gonfiabili e intrattenimento per i bambini. Vogliamo che sia una giornata di festa non solo per i ciclisti ma anche per le loro famiglie…e naturalmente per tutti gli abitanti di Zogno.
C’è qualcuno che ti senti di ringraziare?
La prima persona che mi viene in mente è Alessandro Vanotti che mi è stato da stimolo e soprattutto mi ha aiutato nella parte organizzativa. Voglio poi ringraziare il sindaco di Zogno per l’appoggio che mi ha dato e per aver permesso la chiusura totale delle strade in occasione delle singole batterie. Un grazie speciale va sicuramente agli sponsor a partire da Oakley che fornirà dei premi tecnici per i primi classificati e dei gadget per tutti gli iscritti. Un grazie di cuore va anche agli altri sponsor che sosterranno l’evento come FSA & Vision, Ethic Sport, Acqua San Pellegrino e Conad. Ora non resta che pedalare!
Il piano di Vingegaard consisteva nel far stancare Pogacar, evitando fuori giri e tenendolo nel mirino. Alessandro Vanotti ne è convinto e spiega perché
Abbiamo incontrato Vanotti per farci dire come sarà secondo lui il 2022 dell'amico Nibali. Le idee chiare: è un capitano! Punti su Giri e certe classiche
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Alessandro Vanotti e MagneticDays: una collaborazione attiva che l’ex corridore professionista, oggi impegnato nella promozione e nella realizzazione dei suoi Cycle Camp, contribuisce costantemente a diffondere attraverso numerose iniziative in bicicletta in giro per l’Italia. Così come successo nel corso dell’ultimo fine settimana in Friuli, dove – grazie alla collaborazione della FVG Bike Emotion – Vanotti è tornato a pedalare alla scoperta di un territorio meraviglioso.
Durante il weekend friulano c’è stata la possibilità di scoprire i metodi di allenamento di MagneticDays Durante il weekend friulano, è stato possibile scoprire i metodi di allenamento di MagneticDays
Un weekend entusiasmante
L’evento svolto a Clauiano (UD), presso la struttura La Corte dei Vizi, è stato un appuntamento dove bicicletta, enogastronomia e divertimento sono andati a braccetto. Sabato e domenica si è pedalato assieme al gregario preferito da Ivan Basso e Vincenzo Nibali, assieme al quale ha vinto Giro d’Italia e Tour. Successivamente si è avuta l’opportunità di conoscere il sistema Jarvis e la metodologia HTT MagneticDays per l’allenamento indoor e outdoor, contando sulla preziosa presenza del coach MD Luca Bianchini.
Molto più che semplici rulli per biciclette con l’integrazione della componente elettronica… MagneticDays rappresenta un sistema complesso dalle infinite possibilità sia a livello hardware ma soprattutto a livello software. Una vera e propria nuova filosofia di allenamento sui rulli che utilizza i dati dell’atleta per poter realizzare un lavoro in termini di allenamento personalizzato di estrema precisione.
Si sono degustati fantastici vini del Collio dell’azienda Terre del Faet.Si sono degustati fantastici vini del Collio dell’azienda Terre del Faet.
La metodologia HTT
La metodologia MagneticDays, HTT (Hight Tech Training) si basa sul binomio “valutazione/erogazione dei carichi allenanti”. Può essere applicata durante tutto il corso dell’anno, eseguendo la tipologia di lavoro richiesta in quello specifico momento.
La prima cosa che avviene affidandosi al metodo MD è un colloquio telefonico con un coach, durante il quale si stabiliscono gli obbiettivi e vengono date spiegazioni approfondite sul lavoro che si svolgerà. Si procede poi con alcuni allenamenti contenenti delle verifiche che daranno al coach stesso la misura dei valori e delle caratteristiche che l’utente ha in quel preciso momento. Assieme al primo report di valutazione, verranno inviati i primi sei allenamenti personalizzati, ultimati i quali si riceveranno i successivi sei ricalcolati sui valori riscontrati negli ultimi due del gruppo precedente, proseguendo così fino al completamento del pacchetto acquistato (gli allenamenti sono venduti in pacchetti da 12 o multipli). Tutti gli allenamenti durano circa un’ora, e ciascuno è diverso dall’altro in quanto è sempre basato sui valori specifici dell’utente.
Locandina della collaborazione tra Vanotti Cycle Camp e MagneticDays Locandina della collaborazione tra Vanotti Cycle Camp e MagneticDays
Fra casa e strada
Gli allenamenti, soprattutto nei periodi in cui le uscite outdoor sono possibili e frequenti, saranno integrati da un programma settimanale. Tale programma indicherà i giorni in cui lavorare indoor ed i giorni in cui allenarsi outdoor (con le relative indicazioni di lavori da svolgere). E’ tutto calcolato in base al giorno in cui l’utente ha l’uscita più impegnativa come ad esempio una gara oppure una Gran Fondo. L’utente potrà sempre richiedere contatti con il coach: via email oppure attraverso il servizio di messaggeria presente nella propria pagina di scambio dati. Il servizio prevede tutto ciò che riguarda la parte di allenamento indoor e, marginalmente, indicazioni riguardanti il programma scelto per quanto riguarda la parte outdoor.
Il piano di Vingegaard consisteva nel far stancare Pogacar, evitando fuori giri e tenendolo nel mirino. Alessandro Vanotti ne è convinto e spiega perché
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Si è svolto a Messina, presso la sede del Gruppo Formula 3, l’atteso Open Day MagneticDays (foto apertura di Nicita Mauro). L’appuntamento, che ha registrato un bellissimo riscontro in termini di appassionati ciclisti e cicloamatori intervenuti, ha consentito di introdurre, di presentare e di illustrare a tutti i presenti l’esclusivo sistema di allenamento e training MagneticDays, e questo anche grazie alle preziose testimonianze di Marco Sbragi e di Marco Sgarella, rispettivamente il CEO e il “pricipal coach” di MD.
L’open day è servito per illustrare a tutti i presenti il funzionamento dei prodotti di MagneticDays (foto Nicita Mauro) L’open day è servito per illustrare il funzionamento dei prodotti MagneticDays (foto Nicita Mauro)
La giornata ha poi potuto contare anche su un’ospite d’eccezione, l’ex professionista Alessandro Vanotti. Il qualeha approfittato dell’occasione per raccontare la propria positiva esperienza con Magnetic Days oltre a presentare l’attività e la stagione 2022 dei Vanotti Cycle Camp.
Per tutta la settimana successiva a questo incontro sono state installate delle postazioni MagneticDays per poter svolgere allenamenti di prova seguiti da coach professionisti. Il tutto grazie anche alla preziosa collaborazione di Bici & Bike, sarà possibile fare queste prove presso la struttura messinese del Gruppo Formula 3 .
Marco Sbragi CEO di Gobat, la realtà proprietaria del brand Magnetic Days (foto Nicita Mauro) Marco Sbragi CEO di Gobat, la realtà proprietaria del brand Magnetic Days (foto Nicita Mauro)
Soluzioni per il training
MagneticDays è un brand 100% italiano nato nel 2012 in Toscana da un’idea di Gobat, ramo societario di engineering della O.R.F. srl e sviluppato con la “mission” di realizzare nuove soluzioni innovative nel settore delle attrezzature sportive per l’allenamento ciclistico indoor, superando i limiti tecnici dei classici rulli di allenamento in commercio: peso, rumorosità e ingombro.
Dopo diversi anni di intenso lavoro e sviluppo è nato Jarvis: la prima piattaforma per l’allenamento “indoor” con un approccio scientifico. Dove teoria e pratica si fondono assieme per regalare all’utente una esperienza unica a 360 gradi. Eccellenza, design, qualità, silenziosità, compattezza e alta tecnologia tutta italiana rappresentano i “plus” di questo prodotto innovativo dedicato a tutte quelle persone che vogliono mantenersi in forma pedalando “indoor” senza mai annoiarsi, ma anche a tutti coloro che vogliono ottenere risultati più importanti in bicicletta attraverso allenamenti di qualità.
Jarvis è una piattaforma di allenamento interattiva dotata di WiFi integrato che consente di collegare lo strumento a dispositivi fissi e mobile. I dispositivi sono collegabili tramite software scaricabile dal sito internet oppure da App dedicata per smartphone e tablet. Attraverso questa piattaforma è possibile monitorare in tempo reale lo stato di avanzamento della sessione di allenamento, fornendo indicazioni dettagliate su parametri essenziali.
Allenamento su misura…
Inoltre, MagneticDays ha sviluppato, e continua a sviluppare, la metodologia HTT (High Tech Training): una eccellente personalizzazione scientifica di un allenamento. La metodologia HTT si basa sul binomio valutazione/erogazione dei carichi allenanti, può essere applicata durante tutto l’anno eseguendo la tipologia di lavoro richiesta al momento.
Tutto comincia con un test incrementale che registra i valori dell’utente in quel preciso momento, valori che diventano i parametri base sui quali costruire un allenamento specifico, proprio come un vestito di alta sartoria cucito addosso. Ogni allenamento viene pensato e scritto per ogni singolo utente dai coach MagneticDays, che sviluppano una metodologia HTT personalizzata per quel singolo utente nelle condizioni fisiche in cui si trova in quel momento.
A chiudere gli occhi e ricordare il primo Nibali in Astana, viene in mente lui, scortato da Alessandro Vanotti e Michele Scarponi. Oggi che Vincenzo è tornato alla corte di Vinokourov quei due ci sono ancora: Michele, lo osserva da una dimensione superiore, Alessandro rimanendo in contatto costante e ricoprendo il ruolo che ha sempre svolto: tenere alto il morale del suo capitano.
Incontriamo Alessandro Vanotti in un bar del centro di Brembate Sopra – paese in provincia di Bergamo dove oggi abita – nel giorno di San Valentino e scopriamo un uomo fortemente innamorato del ciclismo, anzi della bicicletta.
Appuntamento in un bar di Brembate Sopra, con il numero di quel Tour 2014
Questo invece è il body con cui Vanotti corse l’ultima crono Bergerac-Perigueux
Appuntamento in un bar di Brembate Sopra, con il numero di quel Tour 2014
Questo invece è il body con cui Vanotti corse l’ultima crono Bergerac-Perigueux
Alessandro, cosa potrà fare Nibali quest’anno?
Vincenzo non deve snaturarsi. Credo che debba continuare a puntare a fare bene nei grandi Giri, nelle brevi corse a tappe e nelle classiche dove ha dimostrato di saper andare forte: Lombardia, Sanremo, Liegi. E poi deve avere un programma certo, condiviso con la squadra, che sia rispettato fino alla fine: ha bisogno di programmazione.
Pensi potrà puntare a fare classifica al Giro o al Tour?
Dipenderà dalla condizione con la quale arriverà a ridosso dei grandi eventi e a quel punto lui e la squadra dovranno essere bravi a ragionare. Si potrebbe pensare di partire senza grandi aspettative per poi ritrovarsi a metà corsa in lizza per la classifica. Oppure lasciar perdere, risparmiare energie per investirle al grande Giro successivo.
Nel magico 2014, accanto a Vanotti anche l’allegria, la testa e le gambe di Michele ScarponiNel magico 2014, accanto a Vanotti anche l’allegria, la testa e le gambe di Michele Scarponi
Si era parlato di togliersi qualche sfizio, tipo correre la Roubaix…
Non scherziamo: con quali aspettative? Io penso che Vincenzo una corsa come la Roubaix possa correrla l’anno in cui deciderà di smettere. Farlo adesso, come fece Wiggins a suo tempo, sarebbe solo un grande rischio.
Lo vedi ancora nelle vesti di capitano o ormai il suo ruolo è di insegnare ai giovani compagni?
Nibali è un capitano! Può ancora vincere tappe importanti e togliersi soddisfazioni. E’ chiaro però che avere lui in squadra è come avere Ibrahimovic nello spogliatoio, può insegnare tantissimo ai giovani, può trasmettere insegnamenti tecnici e mentali che derivano dalla sua esperienza, sia in gara che nei ritiri.
Si capisce che Astana è una famiglia per come si è trattati durante le visite in KazakhstanSi capisce che Astana è una famiglia per come si è trattati durante le visite in Kazakhstan
Il suo ritorno in Astana, cosa significa?
Che aveva bisogno di ritrovare un ambiente famigliare. Ha fatto bene a fare le esperienze che ha fatto, ma l’ambiente solido che si crea in quel team è unico. Mi ricordo quando andavamo in Kazakhstan per la presentazione. In quel momento capisci quanto ci tengano, ti sembra quasi di correre per la maglia della nazionale, sei portato naturalmente a dare tutto.
Chi sarà l’uomo chiave?
Michele Pallini, sicuramente. E’ quello che lo conosce da più tempo e il suo ruolo di massaggiatore è cruciale, non solo per l’aspetto fisico, ma anche mentale. Toccandogli la gamba capisce subito se c’è qualcosa che non va.
Vanotti non concluse il Giro 2013 per la frattura di un braccio, ma seguì la squadra sino in fondoVanotti non concluse il Giro 2013 per la frattura di un braccio, ma seguì la squadra sino in fondo
Dietro al suo ritorno c’è la volontà di Martinelli. Cosa ci puoi dire di lui che ancora non sappiamo?
E’ il Nibali dei direttori sportivi. Quello che ancora oggi, se gli telefoni perché hai bisogno, viene a casa tua, ti ascolta e ti parla. Martinelli è quel direttore sportivo che quando arriva in ritiro lo senti, ti dà sicurezza.
Vi sentite ancora molto con Vincenzo, come sta in questa primissima parte di stagione?
Sereno. E tranquillo. Maturo, equilibrato, sta sfruttando le conoscenze che ha acquisito in tutti questi anni da professionista.
Quando vi sentite, gli dai ancora qualche consiglio?
Quando ci sentiamo non parliamo mai di ciclismo. Ridiamo e scherziamo, facciamo battute, serve per stemperare la tensione. Prima del Covid ci vedevamo molto più spesso e allora, uscendo in bicicletta insieme, mi capitava ancora di sentirmi il suo gregario e gli davo qualche parere. Dopo tanti anni insieme, capisco dalla sua pedalata se sta bene o no. Ricordo quando vinse la Sanremo: dalla tv lo vidi sulla Cipressa e dissi che avrebbe vinto.
Dopo una vita in bicicletta da corridore, il suo… ufficio è ancora la strada (foto Celeste Valentina)
Vanotti è innamorato della bicicletta e manda avanti i suoi Vanotti Cycle Camp (foto Celeste Valentina)
Fra i suoi sponsor ci sono Santini, Trek, Limar, Magnetic Days e Bonaldi Auto (foto Celeste Valentina)
Dopo una vita in bici, il suo… ufficio è ancora la strada (foto Celeste Valentina)
Vanotti ama la bicicletta e gestisce i Vanotti Cycle Camp (foto Celeste Valentina)
Fra i suoi sponsor, Santini, Trek, Limar e Magnetic Days(foto Celeste Valentina)
Quando scenderà dalla bicicletta, lo vedi direttore sportivo?
No, lo vedo meglio come manager di una grande squadra. Uno capace di trascinare i giovani e attirare sponsor. E’ ancora l’italiano più conosciuto, ha vinto tutto. E’ una figura che serve, come Tosatto, come Bennati. Non pensiamo che oggi i preparatori contino più dei corridori, che i numeri servano più dell’esperienza.