Entriamo nella stagione degli allenamenti mirati e siamo nella fase iniziale delle sedute specifiche. Questo succede per chi è concentrato sulla strada e sulla Mtb, mentre per i crossisti è fondamentale mantenere uno stato di forma ottimale. E’ così per i pro’, dovrebbe essere così per gli agonisti praticanti. Il training specifico indoor gioca un ruolo fondamentale. I rulli ( un nome che identifica una categoria) hanno cambiato il modo di allenarsi a tutti i livelli. I periodi di lockdown non sono stati altro che un detonatore in tal senso. Abbiamo fatto una chiacchierata con Luca Bianchini, coach di MagneticDays e con Thomas Pesenti, atleta del Team Beltrami TSA.
Un bagaglio notevole
Partiamo dal presupposto che “una bella uscita in bici” all’aria aperta non può essere sostituita dai rulli. E’ altrettanto vero però, che un allenamento di qualità tra le mura di casa ci permette di azzerare quelle variabili che incontriamo outdoor (il traffico, il vento e la scia delle auto, la variazione delle pendenze etc.). La tecnologia e i sistemi virtuali di ultima generazione hanno cambiato in maniera definitiva il modo di allenarsi anche per i professionisti, al punto che durante la stagione del lockdown alcuni sono riusciti a ottenere grandi livelli di prestazione. Questo è un dato di fatto imprescindibile. Grazie all’indoor training e per merito delle piattaforme smart, l’allenamento mirato è anche divertente e funziona come una sorta di “gettone motivazionale”.
Uno strumento propedeutico
A prescindere dal profilo dell’utilizzatore, i ciclisti hanno imparato a leggere ed interpretare i numeri, i grafici e a dare il giusto peso alle ore passante in sella. Talvolta ci si allena di meno, ma si ottengono risultati migliori. Si valutano il recupero e lo stato di salute, siamo tornati a “guardare” il cuore (anche grazie alla pratica del ciclocross in inverno), quasi dimenticato in precedenza e “sostituito” dai numeri del power meter. L’allenamento sui rulli ci insegna anche ad interpretare i limiti di questa faccia della medaglia. Ovvero che il training indoor non ha nessuna valenza tecnica nella conduzione del mezzo, ma può portare alla disidratazione!
Coach Bianchini
Luca Bianchini, persona estremamente autorevole nel settore e collaboratore di MagneticDays, che dice: «Il cuore è un indicatore di carico interno, mentre la potenza è un indicatore di carico esterno e il segreto del successo è combinare i due dati. Il connubio perfetto per il monitoraggio dell’allenamento. I 200 watt erogati oggi, domani e dopodomani, sono sempre 200 watt, ma se dovessimo basarci solo su questo dato, non riusciremmo a quantificare in modo corretto il carico dell’allenamento.
«E’ fondamentale analizzare la risposta cardiaca che si modifica in maniera sostanziale, importantissima per capire anche le fasi di recupero e lo stato prestativo dell’atleta. In sintesi, posso dire che utilizzando come riferimento il cuore, possiamo ottenere dei maggiori incrementi di soglia, rispetto solo all’utilizzo del misuratore di potenza». Un’affermazione che fa riflettere, più che mai vera e che dà valore “alle sensazioni”.
Più di una semplice alternativa
L’allenamento specifico eseguito sui rulli ci insegna anche a conoscere le risposte del nostro corpo e del nostro organismo.
«Il cuore è una sorta di campanello d’allarme e anche una scala graduata – continua coach Luca Bianchini – che mostra se il nostro percorso di crescita, in termini di performance, è corretto oppure no. Talvolta raggiungiamo dei valori ottimali con i watt, ma non con il cuore e questo può succedere anche nelle fasi di recupero. Non solo: questo è fattore da tenere bene a mente in tutte le categorie di atleti. E’ importante considerare la frequenza cardiaca durante il riscaldamento. Il muscolo cardiaco non adotta mezze misure quando vuole inviarci un messaggio. «Volendo essere scientifici, con l’obiettivo di far collimare le sedute sui rulli con quelle outdoor, sarebbe necessario fare il conto di quante ore settimanali prevede la nostra agenda. Il 20 per cento del tempo sarebbe da dedicare all’indoor. Un esempio: su 10 ore settimanali/totali, 2 da dedicare ai rulli, magari con una suddivisione di 1 ora due volte a settimana».
Le considerazioni di Pesenti
Lo scorso inverno ho utilizzato il Jarvis di Magneticdays, due/tre volte a settimana. Con delle tabelle personalizzate facevo dei lavori di forza e di fondo medio, sempre con un tempistica compresa tra i 60 e 90 minuti. Nella fase di pre-stagione agonistica mi alleno 6 giorni su 7 (durante la stagione agonistica 7 su 7, rispettando comunque i periodi di carico e quelli di scarico). Anche per questo motivo, mi concentro sulle sedute indoor solo in inverno, mentre per il resto dell’anno faccio uscite in bici all’esterno, focalizzandomi nel mantenere un feeling ottimale con la bici e per via delle competizioni.
Un sistema come il Jarvis e un sistema di Magnetidays dà una grossa mano nell’affrontare un allenamento dove il soggetto è la qualità. Si ha la possibilità di rimanere concentrati e pedalare, fattore molto importante».