Villella gregario di lusso per Valverde e Soler

12.02.2021
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Tanti fanno “confusione” sui social con i loro allenamenti, specie chi vive in posti esotici e da molti bramati come le sponde della Costa Azzurra, Davide Villella invece non è così. Lavora quasi in silenzio tra Monaco, appunto, e la sua Lombardia.

Davide ha 29 anni e sta per iniziare la sua nona stagione tra i professionisti. Sin qui è stato autore di un buon inverno. «Un inverno senza intoppi», come dice lui stesso. «Giusto oggi sono venuto a Bergamo per un sistemare le tacchette. Io sono pignolo per questa cosa. O meglio, sono molto sensibile. Basta un millimetro di differenza che lo sento sulle ginocchia».

Davide Villella (a destra) è alla seconda stagione con la Movistar
Davide Villella (a destra) è alla seconda stagione con la Movistar
Un inverno che vedrà Villella iniziare la sua stagione agonistica da…

Dallo UAE Tour.

Cavolo, ma andate tutti laggiù, Davide! Sarà meglio del Tour…

Eh, se continuano a saltare le corse è così.

L’ultima volta, con te avevamo fatto una sorta di “fantaciclismo”: Unzue ti dava carta bianca e tu disegnavi il tuo calendario ideale. In quell’occasione avevi parlato di Ardenne e Giro. E’ anche la realtà?

Più o meno ricalca quella carta bianca! Dopo lo UAE Tour, farò Laigueglia, Larciano, Tirreno, Sanremo, Tour of the Alps e Liegi. E poi il Giro d’Italia.

E avrai anche qualche spazio per te o correrai in appoggio a qualche capitano?

Non vorrei dire cavolate, ma in UAE ci dovrebbe essere Valverde e lì dovrò dare una mano a lui. Anche in altre corse sarò di supporto. Magari al Giro avrò qualche occasione in più. Anche se verremo per stare vicini a Marc Soler, il nostro capitano.

Prima si è accennato alla preparazione: hai cambiato qualcosa?

Ho lavorato molto sulla resistenza facendo qualche distanza in più e in generale qualche ora in più. E ho anche aumentato un po’ i lavori sull’intensità: i 40”-20” e le salite fatte a tutta. Non correndo più dal Giro era anche ora d’iniziare ad alzare i ritmi visto il periodo. Le gare non sono poi così lontane.

E hai fatto dietro moto anche, sei uscito con qualcuno…

Io preferisco uscire da solo, soprattutto quando faccio i lavori. Perché se poi sono in compagnia mi distraggo e neanche mi va più di fare quegli “sforzoni”. Meglio che organizzi la mia giornata! Ogni tanto esco con Formolo. E’ lui che a Monaco mi ha insegnato un po’ di strade e di salite nuove.

Soler sarà il capitano al Giro, ma sarà la sua prima volta da leader, questo ti consentirà di avere un po’ di spazio comunque?

Fare bene al Giro con Soler è il nostro obiettivo e già svolgere un buon lavoro per lui, stargli vicino è molto importante. Poi penso che in tre settimane di corsa le occasioni non mancheranno.

Parli da corridore esperto ormai! Vero che c’è Cataldo con voi ma puoi fare il regista in corsa?

Sì e no. E’ più Dario il regista. E’ lui l’uomo di esperienza e la squadra si affida molto a lui. E’ lui che sa quando si deve star davanti, quando ci si può rilassare. Se io posso farlo? Boh! L’anno scorso non c’era il capitano al Giro e tutti abbiamo corso un po’ allo sbaraglio. Ora con Soler vediamo come andrà. Lui è un cavallo pazzo! Scherzi a parte, i numeri ce li ha.

Davide Villella tra i ventagli del Qatar da neopro’ nel 2014
Davide Villella tra i ventagli del Qatar da neopro’ nel 2014
Però se le cose stanno così, puoi davvero essere l’erede di Cataldo…

Dai non farmi queste domande! Lui è un uomo fondamentale per la squadra.

Immaginiamo vi abbiano diviso in gruppi: tutti i team stanno lavorando così…

Esatto nel ritiro ad Almeria ci hanno separato per obiettivi. Io, Cataldo, Soler siamo nello stesso gruppo. Non so se faremo un po’ di altura prima del Tour of the Alps, ma conoscendo Patxi Vila ci può stare e in quel caso immagino andremo a Sierra Nevada.

Intanto caro Davide c’è da pensare all’UAE Tour e non sarà facile, se poi ci sarà vento. Ballan l’altro giorno ci ha raccontato di una folle tappa in Qatar. Si ritrovò a 80 all’ora in pianura…

So bene come funziona laggiù! Nel 2014 in una delle mie primissime gare tra i pro’ mi capitò una di quelle giornate ventose. C’era un’atmosfera come dire, frizzante, già nel trasferimento con quei bestioni da 80 chili della Quick Step che menavano come pochi. Alla fine ero più stanco che dopo una tappa dolomitica!