Alessandro Spezialetti è un nuovo direttore sportivo della Bingoal Wb (immagine photonews in apertura). L’abruzzese è stato per anni nel gruppo di Gianni Savio e dopo la chiusura del suo vecchio team è stato libero di cercare altrove. Ma cercare altrove non è così facile, specie se il via libera arriva tardi.
La voce che “Spezia” potesse fare rotta sul Belgio c’era già da qualche settimana. La firma del contratto, arrivata pochissimi giorni fa, ha sancito il tutto e adesso finalmente può tirare un sospiro di sollievo. Alessandro non vede l’ora di tornare a lavorare e di sedersi al volante della sua nuova ammiraglia.
Voglia di estero
«Come un po’ tutti coloro che erano alla Drone Hopper-Androni – racconta Spezialetti – mi sono mosso dopo che Gianni Savio e Marco Bellini hanno fatto la riunione per informare staff e corridori che c’erano delle difficoltà nel continuare come team professional. Eravamo però ad agosto… quindi parecchio in là coi tempi».
La curiosità maggiore riguarda la meta. Un diesse e un corridore così radicato nelle squadre italiane volta pagina in modo netto.
«In realtà – racconta Spezialetti – in cuor mio era già un po’ di tempo che volevo fare un’esperienza all’estero, anche perché non ero riuscito a farla neanche da corridore. E così quando ho iniziato a muovermi l’ho fatto subito in quella direzione.
«Ricordo che tutte le gare del Nord, dall’Amstel alla Freccia, mi piacevano e tornare lassù era sempre bello. Anche se ho un piccolo neo ce l’ho: Liegi del 2002, quella che poi vinse Bettini su Garzelli. Ero in fuga e nel finale ho avuto una crisi di fame. Quella mi è rimasta sempre sul groppone!».
Rotta sul Belgio
L’ex corridore di Saeco, Liquigas e Lampre racconta poi come è arrivato in questo team belga.
«Ho sentito Christophe Brandt (il team manager della Bingoal WB, ndr) con il quale ho corso per qualche anno, anche se in squadre diverse. Però c’era un buon rapporto. Così, sentendoci, è arrivata la proposta di unirmi a loro. Christophe è venuto qui in Italia ad autunno inoltrato: mi ha fatto vedere un po’ come lavoravano e mi ha spiegato alcune cose».
La Bingoal Wb è una professional. Una squadra nel cuore del Belgio, più piccola rispetto ad un gigante del calibro di Soudal-Quick Step che ha un appeal più internazionale. Eppure è in queste squadre che si radica il tratto più genuino della cultura ciclistico-sportiva di un Paese. Un po’ come lo era la Drone Hopper o lo è per la Bardiani in Italia.
Una cultura che è distante da noi e da Spezialetti. Ma a quanto pare, Alessandro oltre ad esserne consapevole, ne ha fatto uno stimolo.
«Come ripeto, da un bel po’ avrei voluto fare un’esperienza all’estero. Non ci ero riuscito da corridore ho provato a farlo da direttore.
«La mentalità è diversa? Vero, ma una volta che sei dentro la squadra per forza di cose ti devi ambientare, scoprire, imparare. E poi non credo che sarà così difficile ambientarmi, visto che mi hanno detto che correremo parecchio in Italia. Senza contare che ci sono anche dei corridori italiani. E persino le bici sono del Belpaese!».
Pronto per la sfida
Spezialetti ammette che gli mancherà non essere al Giro d’Italia, però è anche motivato a scoprire “altri calendari”.
«Alla fine – dice Spezialetti – vado in Belgio che una delle patrie del ciclismo. La bici ce l’hanno proprio nelle vene. La Bingoal WB ha anche la squadra femminile e quella continental (tra l’altro hanno vinto una tappa all’ultimo Giro U23, ndr).
«L’idea di lavorare con i giovani, se dovesse succedere che i diesse si scambieranno, mi piace. In Drone Hopper ci lavoravo parecchio. Mi dà una forte carica perché puoi tramandare il tuo passato e il tuo sapere ai ragazzi. E magari puoi vederli vincere dopo qualche anno anche grazie ai tuoi consigli. Mi vengono in mente Masnada, Ballerini… vederli lottare in quello squadrone non è cosa da poco».