Ritorno alla Cento: possibile o suggestione?

20.08.2021
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Piace pensare che ci fosse una logica quando decisero di farle così. Pertanto, nella Roma che diede l’oro al quartetto azzurro su pista, altri quattro italiani conquistarono l’oro nella Cento Chilometri su strada con Trapè, Bailetti, Cogliati e Fornoni. Una cronometro a squadre che si trasformò in uno straordinario banco di ricerca (che aveva la versione light negli juniores con la 70 Chilometri) e andò avanti alle Olimpiadi fino al 1992 e ai mondiali fino al 1994.

Sul tetto del mondo

Ve ne abbiamo già parlato, ricordate? L’Italia conquistò l’oro a Los Angeles 1984 con Giovannetti, Bartalini, Poli e Vandelli, mentre prese l’argento a Barcellona 1992 con Anastasia, Contri, Peron e Colombo battuti dai tedeschi (l’anno prima ai mondiali di Stoccarda, prima Italia e seconda Germania).

Gli eroi di Palermo 94: da sinistra, Contri, Colombo, Salvato, Andriotto e Dolci. E bici Colnago
Gli eroi di Palermo 94: da sinistra, Contri, Colombo, Salvato, Andriotto e Dolci. E bici Colnago

Eravamo tra i più forti al mondo, poco da dire. Italia e Germania si dividevano costantemente i primi due gradini del podio. Quelli dotati di memoria migliore ricordano le settimane di lavoro dei cittì azzurri, da Edoardo Gregori a Giosuè Zenoni, fino ad Antonio Fusi che portò il nostro quartetto – composto da Salvato, Andriotto, Contri e Colombo, con Andrea Dolci per riserva – alla vittoria nell’ultimo mondiale di specialità a Palermo 1994, prima che la Cento venisse definitivamente accantonata. Secondi i francesi, zitti i tedeschi.

Ritorno alla Cento

Perciò oggi, con l’entusiasmo del quartetto di Tokyo e delle splendide gare di Lamon, Consonni, Milan e Ganna, ci siamo chiesti quando sarebbe spettacolare avere nuovamente la Cento e che fantastico banco sarebbe se a correrla fossero i professionisti. Già, perché la Cento Chilometri venne tolta dal programma olimpico quando ai Giochi vennero ammessi i professionisti, con il pretesto che il gap tecnologico fra le grandi Nazioni e le piccole fosse troppo marcato. Via la cronosquadre e dentro quella individuale.

L’Uci negli anni ha provato a inserire nel programma mondiale la cronometro a squadre per club, con sei atleti per squadra, ma la Cento era un’altra cosa rispetto ai 62,8 chilometri che nel 2018 premiarono a Innsbruck la Quick Step. Loro corsero in sei, la Cento Chilometri si correva in quattro. E si correva per nazioni.

Solo suggestione?

Così per giocare, ma con i piedi per terra, abbiamo rivolto qualche domanda a Cristian Salvato, uno degli ultimi quattro iridati di Palermo 1994 (l’anno prima vincitore anche a Oslo) e oggi presidente dell’Accpi, l’Associazione italiana dei corridori, per capire se ci sarebbe il margine per reintrodurre la Cento e come eventualmente secondo lui la accoglierebbero i corridori.

«Quella per club – dice – forse si correva in troppi, avrebbero potuto fare il quartetto anche loro. Correndo in sei si privilegiavano troppo gli squadroni. Ma di sicuro per il team e di conseguenza per la Nazione sarebbe ancora una vetrina straordinaria. Quasi due ore di diretta…».

Parlando di professionisti, viene da pensare che il primo scoglio sarebbero le bici. Voi avevate le Colnago uguali per tutti…

Anche in pista sono professionisti e hanno le Pinarello uguali per tutti, non credo sarebbe quello il problema. Semmai vedo complicata la distanza, per le abitudini delle crono di oggi, 100 chilometri sono una cosa enorme. Erano quasi due ore di sforzo massimo (a Palermo l’Italia vinse in 1h 57’54”, ndr), ma sarebbe curioso vedere a quali medie la farebbero adesso.

Già, mettere assieme Ganna, Milan, Affini e un altro tra Cattaneo e Sobrero. Ci sarebbe il problema della preparazione: la vostra aveva tempi lunghi.

Facevamo l’avvicinamento in ritiro, per circa un mese. Prima 15 giorni in altura, con tre blocchi distinti di velocizzazione, resistenza e forza in salita con interval training. Poi tornavamo a casa per tre giorni, si faceva una corsa su strada e poi iniziavano i cicli di lavoro specifico. Un professionista che ad esempio esca dalla Vuelta, potrebbe fare una settimana di lavori specifici e sarebbe prontissimo.

Sarebbe possibile fare la Cento e quattro giorni dopo la crono individuale, immaginando un programma mondiale oppure olimpico?

La gara era la parte più facile del discorso, il duro era prepararla e arrivarci bene. Per cui se sei portato e la domenica fai la Cento Chilometri, il mercoledì puoi fare la crono individuale. Sarebbe più dura da recuperare una prova su strada. Adesso ai mondiali e agli europei c’è il Team Relay, pare che a Trento potrebbe esserci anche Ganna.