Neopro’ precoci e giovani a piedi: Scimone perché?

19.01.2021
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Raimondo Scimone era il procuratore (e ottimo amico) di Michele Scarponi e lo è oggi, fra gli altri, per De Marchi, Fabbro, Pozzovivo e Aleotti. Nelle squadre, degli U23 come dei professionisti, quelli che fanno il suo lavoro godono di reputazioni piuttosto diverse. C’è chi li vede come dei commercianti di uomini e ne sta alla larga e chi invece se li tiene stretti, per averne il favore e i corridori migliori. Scimone non è di quelli super invadenti e forse proprio la sua discrezione ne ha fatto il riferimento per il Cycling Team Friuli.

«E questo – dice – è una grande soddisfazione. Serve rispetto per gente che guida corridori da trent’anni, come può essere Bressan, che ne sa sicuramente più di me. Non avrebbe senso che entrassi in ambiti che non sono miei e forse questo ha costruito la fiducia. Al punto che a volte sono loro a chiedere la mia presenza nelle riunioni tecniche, per permettermi di conoscere meglio i corridori».

Ci siamo rivolti a Scimone per avere un’altra opinione sulla tendenza di far passare corridori giovanissimi, col rischio di vederli sparire altrettanto precocemente.

Matteo Fabbro
Matteo Fabbro e Giovanni Aleotti, entrambi corridori di Scimone, entrambi alla Bora-Hansgrohe
Matteo Fabbro
Fabbro e Aleotti, entrambi atleti di Scimone
Come funziona il passaggio di un corridore poco noto o molto giovane?

Ci sono due dinamiche basate sulla reciproca conoscenza. La prima: il team manager conosce il corridore e lo prende. La seconda: il team manager non lo conosce e si fida del suo agente. In entrambi i casi parleranno i risultati di quei primi due anni.

Se invece il corridore è più conosciuto?

Si cerca di scegliere fra le squadre WorldTour che fanno le loro proposte. Per quelli buoni spesso ci sono più due anni per far vedere qualcosa e c’è anche maggiore indulgenza da parte dei team

Che cosa succede nelle professional alla fine dei due anni?

Tirano una riga e decidono, dato che ognuno è padrone in casa sua. Due anni sembrano tanto, ma possono essere anche poco se ad esempio uno dei due è stato falsato dal Covid. In certi casi, fra prendere un neopro’ tutto da costruire e tenersi un corridore che ha già fatto esperienza, io sceglierei il secondo. Anche perché la differenza di costi non è enorme.

Di quanti soldi parliamo?

In una professional, da lavoratore dipendente, si passa da 26.849 euro lordi a 32.102. Questo per il 2020, per come indicato nell’accordo paritario.

Come ti regoli davanti al corridore molto giovane che riceve un’offerta: batti il ferro finché è caldo o suggerisci di aspettare?

La seconda. Se si guarda alla mia storia, uno dei corridori più precoci è stato proprio Aleotti, che ha comunque fatto 3 anni da U23. In giro si vedono forzature, che a mio parere servono per tenere il passo delle WorldTour, che hanno battezzato la tendenza di far passare il fenomeno molto giovane. La differenza è che certe squadre hanno gli osservatori, il vivaio e gli allenatori che li fanno passare quando li reputano pronti. Anche su Evenepoel si è fatta una valutazione. Non dobbiamo confondere i veri fenomeni con la tendenza di accaparrarsi dei possibili talenti prima degli altri.

Cosa succede al ragazzo lasciato libero dopo i primi due anni?

E’ difficile da ricollocare. Oggi c’è l’estrema difficoltà della pandemia che ha ridotto gli organici e poi c’è il discorso tecnico: se è stato lasciato a piedi dalla tale squadra, perché dovremmo prenderlo noi? Per cui, dopo aver provato con tutte le professional, gli interlocutori diventano le continental, che vedono in questi ragazzi degli elementi di esperienza subito pronti per correre tra i professionisti. Spendendo una cifra inferiore al minimo della squadra professional. Il guaio è che c’è sovraffollamento e non tutte le continental fanno attività tra i professionisti.

Davide Bais, Mattia Bais, Rovereto 2020
I fratelli Bais sono entrambi pro’: Mattia alla Androni, Davide alla Eolo
Davide Bais, Mattia Bais, Rovereto 2020
I fratelli Bais, Mattia alla Androni, Davide alla Eolo
Pensi che quelli… buoni siano ancora in gruppo o qualcuno abbia smesso prima?

Sicuramente qualche stortura si è verificata, ma secondo me nessun buon talento è andato perso. Non sempre i ragazzi hanno la capacità di tenere la concentrazione e magari i due anni non bastano. Possiamo aver perso qualche buon corridore, ma del resto i team manager possono fare quel che ritengono più giusto.

Due anni sono pochi?

No, credo che siano abbastanza giusti. Se un corridore esplode deve avere la possibilità di essere valorizzato. Anche noi passiamo da una prima fase da amici, a quella in cui, essendo riconosciuto il loro valore, abbiamo un ritorno anche noi.

E’ possibile che tanti corridori vengano fatti passare per accrescere le vostre percentuali?

Nel mio contratto c’è un allegato in cui si scrive che al di sotto di certe cifre, non ci sono compensi da versare. Così nella prima fase posso fare da talent scout e creare il legame con l’atleta. Non so se alcuni colleghi si muovano diversamente.

Quanto corridori hai?

Una ventina, compresi quelli che l’anno scorso erano juniores e ora sono U23. Avrei preferito non rivolgermi a ragazzi così giovani, ma visto che lo fanno tutti e che qualcuno si spinge fino agli allievi, ho dovuto adeguarmi. Però se mantieni un’etica, è anche divertente. Sei una sorta di fratello maggiore che lavora per immaginare il ragazzo, anni dopo, nel gruppo che conta. Devi avere un buon rapporto con le famiglie, dato che per un po’ hai a che fare con un minorenne. Non devi sembrare uno che punta ai soldi ed è meglio stare alla larga dalle famiglie che puntano soltanto a quelli.