Tadej Pogacar

Pogacar verso Tour e Olimpiadi. Vero Gianetti?

09.12.2020
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Tutto il mondo ciclistico aspettava le parole di Tadej Pogacar per l’inizio di dicembre. Il vincitore del Tour de France però parlerà, sembra, prima di Natale. E’ ipotizzabile, forse anche giustamente, che la squadra voglia proteggere il giovane gioiellino sloveno e Mauro Gianetti, manager della UAE ce lo conferma, come vedremo.

E’ questa la chiave dell’inverno di Pogacar e forse uno dei passaggi più delicati della sua carriera. Vincere è difficile, rivincere è difficilissimo. Ed è quello che un po’ tutti si chiedono: ce la farà Tadej a confermare i livelli di quest’anno? Sarà schiacciato dalla pressione? Bernal sembrava avesse già in tasca cinque Tour e invece ha pagato la “notorietà”.

Tuttavia Gianetti stesso in passato ci ha raccontato di Pogacar come un ragazzo molto tranquillo, in ogni aspetto della sua vita. Una tranquillità che potrà essergli di grande aiuto.

Tadej Pogacar
Da sinistra: Mauro Gianetti, Ernesto Colnago e Tadej Pogacar
Tadej Pogacar
Da sinistra: Mauro Gianetti, Ernesto Colnago e Tadej Pogacar
Mauro buondì! Come sta andando l’inverno di Pogacar? Immaginiamo i suoi tanti impegni, le richieste da sponsor e media…

Il nostro obiettivo è quello di salvaguardare la persona in primis. E’ inevitabile poi che sarebbe arrivato tutto ciò. E’ un aspetto che un atleta di alto livello deve imparare a gestire. Squadra, ma anche famiglia, amici devono “proteggerlo”. Gli impegni vanno calibrati. Ce ne sono alcuni ai quali non puoi sottrarti e altri ai quali devi dire di no, come i capricci di chi “pretende”. E devo dire che Tadej mi sta piacendo per come sta gestendo la situazione. Prima di tutto è rimasto se stesso: la persona semplice che ha voglia di correre e vincere. Ama il suo mestiere. Parla con l’allenatore, chiede, s’informa… insomma è concentrato. Ha passato dei giorni in famiglia e poi è tornato a Montecarlo perché lì c’è un clima migliore per allenarsi. Nessun aspetto glamour, ma voglia di perseguire gli obiettivi del corridore.

Opinione tua: secondo te si rende conto di aver vinto il Tour?

A 22 anni te ne rendi conto ma non fino in fondo. Lo sta facendo piano, piano. Lui è consapevole di essere un talento e sapeva che questo momento sarebbe arrivato, lo sentiva dentro. Era un qualcosa che lui desiderava. Dopo la vittoria del Tour de l’Avenir era certo che sarebbe arrivato ad alti livelli. Magari non era partito per vincere il Tour, ma per salire sul podio… Sono emozioni da gestire. Tutto sommato il fatto di aver perso quel 1’20” nel giorno dei ventagli lo ha scaricato ancora di più di responsabilità e tutto quel che sarebbe venuto sarebbe stato un qualcosa in più.

E sentirà la pressione?

Ah sicuro! Ma la pressione verrà anche da lui stesso perché vorrà ripetersi. E poi ci sarà quella del pubblico, dei media, degli sponsor… E’ tutto un insieme di cose, ma per me Tadej vivrà bene questa emozione, perché alla fine la pressione è un’emozione ed in ogni caso, come detto, è un aspetto che dovrà imparare a gestire. Lui vuol continuare a fare le cose al meglio, come tutti del resto. Tadej è un professionista appassionato del suo mestiere e finché c’è questo atteggiamento non ci si deve preoccupare.

Giusto un anno fa ci avevi parlato di un ragazzo molto semplice anche nella vita quotidiana. Che dorme se la tv è accesa o se c’è l’aria condizionata oppure no. Insomma un ragazzo che si sa adattare…

A lui interessa far bene il suo mestiere. Se il compagno di stanza vuol vedere un film per Tadej non è un problema. E’ l’amico… e questo me lo dicono i suoi compagni. 

Veniamo al 2021, che calendario ci sarà per Pogacar?

E’ chiaro che come vincitore uscente l’obiettivo principale sarà il Tour. Inoltre in Francia ci sarà un percorso diverso rispetto a quello di quest’anno. Tadej comunque inizierà la sua stagione da Majorca e nei prossimi giorni sveleremo il resto del programma.

Tadej Pogacar
Sul podio di Parigi Tadej avrebbe voluto anche i suoi compagni
Tadej Pogacar
Sul podio di Parigi Tadej avrebbe voluto anche i suoi compagni
Ce lo aspettiamo anche nelle classiche delle Ardenne e alle Olimpiadi?

Probabilmente sì, fa parte del percorso di avvicinamento al Tour, come molti hanno fatto in passato. In ogni caso questa è la traccia dei suoi obiettivi. Poi altre cose le decideranno Tadej e i preparatori.

Quindi non lo vedremo al Giro, magari per una doppietta col Tour? I tifosi prima o poi se lo aspettano.

Pogacar compirà 23 anni a settembre, credo sia prematuro. Il Giro è una corsa bellissima ma anche molto esigente. Inoltre proprio quest’anno per via delle Olimpiadi il Tour è anticipato di una settimana e non ci sarebbero i tempi. Tutti i corridori vorrebbero fare il Giro, è la corsa più bella, ma se puoi vincere il Tour… fai le tue scelte.

La UAE si sta rinforzando parecchio: può essere la terza forza con Ineos-Grenadiers e Deceuninck-Quick Step, avete preso Majka…

E Trentin – interviene prontamente – C’è anche la Jumbo Visma che è molto forte. Il nostro obiettivo è quello di essere una delle migliori squadre al mondo se non la migliore. E anno dopo anno ci stiamo lavorando. I nostri atleti sono giovani. C’è Pogacar, ma anche Oliveira, McNulty, Ardila, Covi… Per noi sono importanti quindi i giovani, ma è giusto integrare la rosa con i tasselli mancanti vedi Majka (per la salita, ndr), Trentin (per le classiche, ndr), Gibbons (per la pianura, ndr), ognuno con caratteristiche diverse. Siamo un bel gruppo. Quando sento gente dello staff che mi dice: bello, non sono mai stato in un team così, da manager, non posso che essere orgoglioso.

E’ stato Tadej a “chiedere” Majka per la salita?

Se ne è discusso. E’ chiaro che se c’è Majka libero sul mercato e lui è disposto a venire da noi l’accordo si può realizzare. Ma attenzione però, non che all’ultimo Tour la squadra non ci fosse. Noi abbiamo perso Aru, che sulla carta avrebbe potuto aiutare in salita, e Formolo. Per questo siamo rimasti un po’ scoperti per la salita, però il team era di ottimo livello.

Tadej Pogacar
Senza Aru e Formolo solo De La Cruz (in testa) è riuscito ad aiutare Pogacar in salita al Tour
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De La Cruz (in testa) è riuscito ad aiutare Pogacar in salita al Tour
Vaccino anticovid. Sembra possiate essere i primi a vaccinarvi durante il ritiro che farete negli Emirati Arabi Uniti a gennaio…

E’ un obiettivo che stiamo cercando di realizzare. Mancano degli step, come l’approvazione da parte del governo (Uae). Ma la cura non è solo per il nostro team, ma per tutta l’umanità. Tutto il mondo aspetta i vaccini, non ce n’è solo uno. Vogliamo dare l’esempio.

Chi è stato il ponte tra voi e il vaccino?

Sveleremo i dettagli nelle prossime settimane. Posso dire che diverse aziende degli Emirati hanno contribuito allo sviluppo dei vaccini e da lì è partita l’idea e arrivare così a somministrarlo il più presto possibile, già a gennaio.

Insomma dopo un anno (quasi) si chiude il cerchio, proprio voi e proprio al UAE Tour era partito tutto il caso covid nel ciclismo. Ma chiudiamo cambiando tema: 2021, saresti contento se…?

Difficile ripetere la stagione 2020. Ogni anno va preso per quello che è. Abbiamo sempre guardato avanti. Sarà diverso non solo per Pogacar, ma anche per noi. Le aspettative sono maggiori e l’asticella è più alta.