Matxin: «Vi spiego perché Ayuso farà la Vuelta»

16.08.2022
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«Ayuso non farà un grande Giro quest’anno», ci aveva detto Joxean Fernandez Matxin, il tecnico e diesse della UAE Emirates, solo qualche settimana fa. Poi la squadra di Mauro Gianetti ha divulgato la formazione che prenderà parte all’imminente Vuelta Espana e guarda chi c’è? Juan Ayuso.

Così abbiamo sentito di nuovo Matxin. Dal suo discorso non è emersa una contraddizione, ma una lucida spiegazione. Il tecnico spagnolo con chiarezza e passione, ci ha elencato il perché di questa “inversione di marcia”.

Ayuso Getxo
Ayuso vince il Circuito de Getxo. In quel momento l’ipotesi Vuelta era già concreta
Ayuso Getxo
Ayuso vince il Circuito de Getxo. In quel momento l’ipotesi Vuelta era già concreta

Cambio di rotta

«Vero, Ayuso non doveva fare un grande Giro in questa stagione – spiega Matxin – Questo argomento è stato frutto di un’evoluzione in corsa. Juan ha fatto quinto alla sua prima corsa a tappe WorldTour (il Catalunya, ndr) e quarto alla seconda (il Romandia, ndr) e pur uscendo dal Covid, non ha mostrato alcun cedimento.

«Poi al Delfinato è andato davvero forte. Se un giorno non avesse avuto un mal di testa fortissimo, che lo ha costretto al ritiro, avrebbe lottato per la vittoria».

E’ passata qualche settimana, il canonico recupero di metà stagione, e al rientro Ayuso si è mostrato ancora, subito, competitivo.

«Ad Ordizia, nella Prueba Villafranca, si è trovato a lottare alla pari con gente del calibro di Simon Yates. A Getxo ha vinto. In tutta questa fase non solo ha mostrato una buona condizione, ma numeri davvero importanti e soprattutto un recupero eccellente. Abbiamo valutato tutto questo e anche il desiderio del ragazzo».

Al Romandia il catalano ha chiuso al quarto posto nella generale
Al Romandia il catalano ha chiuso al quarto posto nella generale

Obiettivo Madrid

Alla luce di tutto questo bisognava prendere una decisione. Qualche giorno fa Matxin stesso aveva scritto sulle sue pagine social: “Il talento non si può fermare”. E se un esperto conoscitore dei giovani come lui decide di prendere questa decisione e addirittura di ribaltarla, la motivazione deve essere a dir poco valida.

«Abbiamo così deciso di anticipare quel che sarebbe stato il 2023 – riprende Matxin – crediamo che Juan sia pronto. Ha fatto i passi necessari ed è il momento giusto per farlo esordire. 

«Lui poi voleva farla. E’ stato contentissimo. Ne abbiamo parlato tutti insieme: Juan, il preparatore Inigo San Millan, lo staff, io… abbiamo deciso che si poteva provare senza pressione, ma al tempo stesso con il concetto di non fermarsi».

E questo è un passaggio chiave in tutto ciò. Matxin è sempre stato coerente quando ha parlato dei pezzi da 90 della sua squadra. E in particolare di Ayuso. Due sue frasi ci tornano in mente. «Ayuso non è un giovane. Ayuso è un campione e noi come tale lo abbiamo sempre trattato». E ancora: «Non si va alle corse per fermarsi o per allenarsi, specie un campione». Tutto torna.

«Questo – continua Matxin – non vuol dire che debba fare chissà cosa, parte comunque senza pressioni. La Vuelta per Auyso è un importante test per vedere come reagisce il suo fisico alle tre settimane. Come sarà la sua fisiologia, il suo recupero, come reagirà a sforzi ripetuti con corridori di livello mondiale». E anche per imparare: gestire pressioni, rapporti con la stampa, momenti di difficoltà, vittorie…

Al Delfinato solo il mal di testa lo ha battuto. Ayuso va forte anche a crono (quel giorno fu decimo)
Al Delfinato solo il mal di testa lo ha battuto. Ayuso va forte anche a crono (quel giorno fu decimo)

Cuscinetto mediatico

Matxin ripete più volte che Ayuso non doveva fare la Vuelta, che i programmi non erano questi, ma che sono state le circostanze a far pensare di cambiare le carte in tavola.

«Nella sua e nella nostra testa – dice Matxin – questa idea ha iniziato a frullare dopo il Delfinato, perché davvero ne è uscito benissimo. Ma tutto è rimasto volutamente sopito, anche perché dovete pensare che in Spagna c’era già una certa pressione mediatica. Lo volevano alla Vuelta».

Pensate, Ayuso spagnolo, classe 2002, alla Vuelta. Attesissimo, coi riflettori puntati su chi cerca l’erede di Contador. Il dualismo con Carlos Rodriguez. La “bomba perfetta”.

«Ma posso anche dire che dopo Ordizia (il 25 luglio, ndr), siamo anche andati a vedere qualche tappa. Ma non abbiamo voluto dirlo. Abbiamo pensato di far uscire la notizia comunicando la formazione e non con un comunicato specifico per Juan, proprio per attutire la pressione».

Matxin con Almeida all’Aprica. Un paio di giorni dopo il portoghese lascerà la corsa per Covid. Ora punta deciso alla Vuelta
Matxin con Almeida all’Aprica. Un paio di giorni dopo il portoghese lascerà la corsa per Covid. Ora punta deciso alla Vuelta

Almeida capitano

Con Matxin si parla di Ayuso, ma anche della squadra. La UAE Emirates alla Vuelta schiera una signora formazione, anche senza Pogacar. Joao Almeida parte con i gradi del leader, ma conoscendo la cattiveria agonistica e la forza di Ayuso, Juan finché potrà lotterà come un campione. Fa parte del suo Dna. E come ha scritto Matxin stesso: il talento non lo puoi fermare.

«Abbiamo una gran buona squadra – conclude Matxin – Almeida chiaramente è il leader. Soler conosce bene la Vuelta e sono convinto che potrà fare dei grandi numeri, così come McNulty. Poi c’è Juan appunto. E ci sono corridori di supporto come Polanc e Oliveira. Senza contare che abbiamo Molano come apripista di Ackermann (da vedere dopo la caduta all’europeo, ndr). E’ una squadra equilibrata».

«Joao è in crescita di condizione. Ha vinto a Burgos, contro nomi importanti, ha preso fiducia e soprattutto sta ritrovando il ritmo gara, che è ciò di cui aveva bisogno dopo il Giro d’Italia».