Finalmente è tornato a dare segni di vita con una vittoria strepitosa Miguel Angel Lopez. E finalmente è tornato a guidare la sua ammiraglia Alexandre Shefer. Il diesse kazako è un totem dell’Astana Qazaqstan. Lui c’è sempre stato e dopo un periodo di allontanamento forzato, Alex ha ripreso il suo posto.
Lo abbiamo incontrato al via del Tour of the Alps. E al nostro bentornato il diesse, quasi italiano – vive nel reggiano – sorride: «Sì – dice – finalmente riprendo la mia ammiraglia. E sarò anche al Giro d’Italia. Fa piacere anche a me essere qui».
Attacco perfetto
Verso Kals am Grossglockner Superman, questo il soprannome di Lopez, è stato autore di un finale magistrale. Magistrale per gambe e spunto tattico. Ai mille metri dall’arrivo ha rintuzzato un bravissimo Thibaut Pinot.
Il francese aveva un ventina di secondi di vantaggio, ma come la strada ha mollato la pendenza di forza pura è uscito Lopez. Il colombiano ha guadagnato secondi su secondi. E soprattutto vedeva Pinot. Era il suo punto di appoggio. Il francese invece doveva voltarsi. Sentiva la pressione e perdeva tempo.
In un tratto di pianura. Pinot si è girato, ha mollato quel paio di pedalate convinto che il colombiano si accodasse. E Lopez invece ha fatto finta di prendergli la ruota. Ha scartato sul lato opposto della strada ed è scattato. Mancavano mille metri.
«C’era poco da pensare – racconta Lopez – lui era davanti. Io dovevo recuperare. Risalivo forte e avrei preferito evitare lo sprint».
Sull’arrivo il suo urlo è stato liberatorio, prima di mettersi il pollice in bocca.
Pinot davanti. Una ventina di secondi non bastano a nascondersi fra le ampie radure nella valle del Grossglockner E dietro Lopez lo tiene nel mirino…
Lopez e l’Astana
Miguel Angel Lopez è tornato a braccia aperte all’Astana. Sembrava tutto rose e fiori, invece qualcosa si era inceppato. Miguel proprio non c’era.
Già alla Tirreno-Adriatico aveva fatto inquietare non poco Giuseppe Martinelli, per aver mollato anzitempo sulla salita del Carpegna. E anche in queste prime frazioni aveva accumulato un distacco importante. Un distacco che non si confà a chi punta alla maglia rosa.
«Ma no – getta acqua sul fuoco Shefer che intanto festeggia con Cenghialta tra i bus – non stava male, sappiamo che Miguel non era ancora al top. E’ venuto al Tour of the Alps direttamente dal Teide. Potevamo fare meglio, ma siamo contenti. Se penso a corridori malati, al Covid, alle cadute… Da adesso in poi speriamo di raccogliere di più. Mai vissuta una stagione così in tanti anni carriera».
«Anche nel giorno del Rolle ci ha provato. Volevo ribaltare un po’ la classifica. E’ una corsa un po’ strana quest’anno. Si gioca molto sugli abbuoni. C’era un solo arrivo in salita (quello di oggi sul Grossglockner, ndr), ma non era un vero arrivo in quota. E così il giorno del Rolle ci abbiamo provato e quando ha visto che non ce la faceva a tenere il ritmo di Sivakov ha mollato. Poi lui quando si stacca… si stacca. Ma è anche giusto, doveva risparmiare energie in vista delle frazioni successive».
E infatti oggi ha siglato un vero numero. Un numero alla Superman.
E ora il Giro
Lopez dal canto suo è sempre rimasto tranquillo. Anche a cena con i compagni lo abbiamo visto sereno. Scherzava con loro. Non dava l’idea di essere preoccupato. E aveva ragione, sapeva quale fosse la sua condizione.
«L’Astana per me è una seconda famiglia – ha detto Lopez – Sono stato contento di tornare, così come sono stato contento di aver vinto. Non ho mai dubitato del lavoro fatto sin qui».
«Questa gara – riprende Shefer – gli serve per mettere un po’ di ritmo nelle gambe in vista del Giro. Dopo il Tour of the Alps, andrà a casa ad Andorra, in altura, e da lì direttamente in Ungheria. Sappiamo che ha avuto queste difficoltà, ma per la corsa rosa sarà del tutto pronto. Noi puntiamo tutto sul Giro e provare ad arrivare al podio, almeno…».
Superman e Squalo…
Al Giro Lopez avrà al suo fianco Vincenzo Nibali. Non uno qualsiasi. Se lo Squalo potrebbe non essere il capitano per la classifica (ed è tutto da vedere), è di certo quello che oggi è chiamato il “road capitan”. Cioè il capitano in corsa, il referente del diesse.
«Di sicuro – riprende Shefer – uno come Vincenzo sarà un grande aiuto per Lopez. Ha esperienza ed è un corridore importante. Al Giro insieme potranno fare bene. Tante volte quest’anno non ha gestito bene la sua corsa tatticamente, e quando certe cose te le dice uno come Nibali hanno un certo peso. A volte più di quelle di un diesse».
«Quest’anno il Giro è un po’ strano. O ci sono grandi montagne o pianura. Poche o nessuna tappa intermedia. Secondo me si decide tutto nell’ultima settimana.
«La squadra? Al 99% è fatta. I sicuri sono Lopez, Nibali, Pronsky (anche ieri bravissimo), Dombrowsky, Tejada, Felline e credo Conti, ma vediamo come andrà al Romandia».