Giovanni Aleotti e la Strade Bianche: prima, durante e dopo. Puoi essere stato il miglior under 23 d’Italia e aver quasi vinto il Tour de l’Avenir, ma quando attacchi il numero in una gara WorldTour così dura, ricomincia tutto da capo. Ecco come l’ha vissuta l’emiliano della Bora-Hansgrohe, guardato a vista da Oss.
Prima: le domande
Giovanni arriva a Siena, per la precisione a Monteriggioni, dopo un periodo di 20 giorni in altura a Sierra Nevada con cinque compagni, fra cui appunto Daniel Oss e Matteo Fabbro. Si sono allenati forte per qualità e quantità agli ordini di Sylwester Szmyd, cercando di essere pronti per la corsa toscana. Il debutto stagionale invece c’è stato al Tour de la Provence di metà febbraio.
«Che cosa so della Strade Bianche? Che è impegnativa – dice nella serata del giovedì – non c’è un metro di pianura e bisogna prendere gli sterrati davanti. Ho corso su queste strade una tappa del Giro U23 e arrivai 9°. Monte Sante Marie è lungo, mi sono divertito a provare il percorso. E’ stato bello. Stamattina abbiamo pedalato per 3 ore e fatto tutte le prove prova di gomme e pressioni, anche pensando alle discese, dove si dovranno seguire le traiettorie degli altri.
«Userò i copertoncini da 28 millimetri, quelli con la spalla nera. Mi sono trovato bene sia sugli strappi in asfalto, sia sullo sterrato. Quanto ai rapporti, con il 39 non sono andato affatto male, anche sulle pendenze sopra al 10 per cento. Dietro invece avrò il 30. Vediamo cosa monteranno gli altri. E’ la prima corsa importante».
Mattina: la calma
Aleotti si trattiene per qualche intervista dopo la firma di partenza all’interno della Fortezza Medicea di Siena. Mentre si scambia qualche parola, lo raggiunge Alessandro De Marchi, con la nuova divisa della Israel Start Up Nation.
Dice di stare bene, che la pioggia notturna porterà via un po’ di polvere dal percorso e questo è un bene. Poi si avvia verso l’ammiraglia, ci sono ancora un paio di cose da fare prima della partenza. Un’occhiata alla bici conferma la scelta dei copertoncini e dei rapporti.
Durante: il controllo
Giovanni Aleotti, dorsale 71, raggiunge il traguardo di Siena 7’48” dopo Mathieu Van der Poel. E’ stato fino all’ultimo chilometro nel gruppo di Valverde, poi ha finito il suo lavoro e si è fatto da parte.
«Ho fatto gran parte della corsa – racconta – in ottima compagnia, con Van Avermaet e Almeida. Stavo molto bene. Sante Marie si è rivelato molto impegnativo, ma l’avevo capito. Peccato che nel settore prima, quello di Asciano, Konrad abbia avuto qualche problema e ci siamo fermati per aspettarlo e quando siamo rientrati ai piedi di Sante Marie, appunto, eravamo a tutta. Come pensavo, non è stata una corsa molto polverosa. Stiamo parlando di un livello altissimo, credo si sia capito anche guardandola in televisione. Tanto che la difficoltà principale è stata quella di alimentarsi bene, avendo tanti settori di fila e sempre a tutta».
Dopo: la soddisfazione
Quattordicesimo il giorno dopo a Larciano, Aleotti ha dimostrato di aver ben recuperato la Strade Bianche e il suo bilancio finale lascia ottime prospettive.
«E’ stata dura, durissima – dice – ma bellissima come corsa. Sono stato fortunato, non ho mai avuto problemi, forature né cadute. Sono sempre riuscito a prendere gli strappi davanti restando accanto a Oss e Burghardt, che sono espertissimi. Sono anche contento alla fine della prestazione. Chiaramente non mi aspettavo di essere davanti coi primi, ma sono arrivato con il secondo gruppo inseguitore che alla fine si giocava la 18esima posizione con Mollema, Van Avermaet, Bardet, Valverde, Bettiol, Formolo e altri. Per cui ho tirato l’imbocco ai miei tre compagni (Konrad, Buchmann e Oss, ndr) e poi mi sono spostato all’ultimo chilometro. Fino a Piazza del Campo sono salito tranquillo. Insomma, l’ho finita e sono anche soddisfatto. Ho lo spirito giusto per affrontare la Tirreno-Adriatico».