Tre giorni di gare per assegnare tutti i titoli italiani Elite su pista. Marco Villa attende con interesse i responsi della manifestazione tricolore in programma al Velodromo Francone di San Francesco al Campo (TO) e poco importa se ci saranno assenze importanti, dettate dalla contemporaneità con i mondiali su strada dall’altra parte del mondo. La mente del cittì azzurro è già proiettata verso la rassegna iridata che lo riguarda direttamente, che si svolgerà a ottobre e per la quale i lavori sono già da tempo in corso.
L’analisi preventiva della rassegna parte da un assunto che Villa tiene a sottolineare: «E’ una gara in più che a me serve soprattutto per conoscere maggiormente il settore femminile (nella foto di apertura con Barbieri e Zanardi oro europeo nella madison, ndr). Gli uomini sono da anni il mio pane, le ragazze sono per forza di cose una scoperta nuova e ogni manifestazione è utile per saperne di più».
A proposito di donne ci sarà Barbara Guarischi reduce dalla conquista del titolo tricolore nella gravel. Una disciplina quasi agli antipodi rispetto alla pista, questo ti preoccupa?
Per nulla, anche perché Barbara l’ho avuta in allenamento a Montichiari fino alla settimana scorsa. E’ proprio lavorando su pista che ha costruito la sua grande prestazione di Argenta, ora torna da noi, non c’è nulla di strano. Io sostengo da anni che il passaggio da una disciplina all’altra, se ben gestito, non dà alcun problema ma anzi benefici, anche quando viene fatto a stretto giro di posta.
Ti aspettavi la sua prestazione?
La vedevo quando si allenava nel gruppo di Salvoldi, poi si è dedicata alla strada. E’ tornata alla pista in punta di piedi e questo l’ho apprezzato, come mi ha colpito molto la sua determinazione in allenamento. La pista l’ha fatta migliorare in volata e si è visto nel corso della stagione su strada, ora ha vinto nel gravel. So di poter contare su di lei.
Nelle presentazioni della vigilia si parlava molto della presenza di Consonni nell’omnium per guadagnare punti…
Purtroppo non ci sarà perché la sua squadra lo ha precettato, ma non è un grande problema. Per gareggiare ai mondiali servono almeno 250 punti e Simone li ha guadagnati già all’europeo ma un gruzzolo gli avrebbe fatto comodo comunque considerando che il ranking ha una durata di 12 mesi. Sarebbe stato un bene averlo al via, ma con la caccia spasmodica ai punti WorldTour è chiaro che le società di appartenenza hanno la prelazione.
La sua presenza nell’omnium ti serviva anche per valutare un’alternativa a Viviani in proiezione olimpica?
Per forza è così. Il nuovo regolamento olimpico da una parte favorisce perché ha portato da 8 a 10 i quartetti qualificati, dall’altro penalizza perché ogni nazione potrà portare 5 elementi in tutto, quindi considerando quartetto, madison e omnium avrò bisogno di corridori capaci di affrontare tutte e tre le gare e soprattutto di farlo puntando al massimo. A Tokyo volevamo 3 medaglie e ne abbiamo avute 2, non vedo perché a Parigi 2024 il discorso debba cambiare.
Chi vedremo allora al Velodromo Francone, chi guarderai con maggior attenzione?
Ci sarà Viviani, come anche Bertazzo (in apertura con Marco ai mondiali di Roubaix 2021, ndr), Lamon, Scartezzini, i giovani Pinazzi e Moro, insomma il presente e il futuro immediato delle prove endurance, mentre fra le ragazze avremo ad esempio la Fidanza e la Barbieri.
Tra coloro che mancano c’è naturalmente anche la Guazzini neoiridata U23 nella cronometro. Ti ha sorpreso la sua prestazione?
Vittoria l’ho conosciuta a maggio nella Nations Cup, ha fatto con me la sua prima esperienza di alto livello nell’inseguimento individuale e a squadre ed è andata sul podio anche nella madison con la Balsamo. Lei rispecchia il discorso fatto prima, il passaggio immediato fra una disciplina e l’altra: agli Europei di categoria era stata sul podio 5 giorni prima a cronometro e dopo su pista. Credo molto in lei e voglio vederla allo stesso livello ai mondiali su pista.
La crono iridata di Ganna ha ricordato per alcuni versi l’europeo del quartetto con le tante critiche successive all’eliminazione. L’impressione è che si sconti una grande pressione dopo i successi passati…
Quando vinci sai che migliorare è impossibile e fare peggio è molto, ma molto facile… E’ la legge dello sport. Filippo sa bene che se perde è un flop enorme, proprio come ha detto. Ma non dobbiamo dimenticare che ci sono anche gli altri e che lo sport non è matematica, non puoi mai sapere come starai quel dato giorno di gara, magari sarai vicino al 100 per cento ma magari potrai anche andare oltre e quindi in overtraining e pagarne le conseguenze. Bisogna sempre cercare di conoscersi di più e, quando perdi, sapere che l’avversario è andato meglio e pensare subito alla volta successiva.
Alcuni critici parlano di un Ganna non in condizione.
Posso smentirli dati alla mano. Abbiamo lavorato insieme fino alla sua partenza, i tempi del cronometro parlano chiaro. Ripeto: la sconfitta è sempre dietro l’angolo, bisogna accettarla senza scusanti e pensare al futuro.