Ludovico Crescioli è stato il “bimbo” che Marino Amadori ha voluto schierare al Giro della Valle d’Aosta. Si tratta di un classe 2003 che corre per la Mastromarco Sensi Nibali. Alto, magro è lo scalatore moderno.
E Amadori lo sa bene. Con lui ha iniziato a seminare in ottica futura. Se lo è portato in Valle per fargli prendere aria, per farlo tirare, per fargli assaggiare la maglia della nazionale. Almeno quella tra gli under 23, visto che da junior l’ha già vestita. Un talento su cui puntare per gli anni a venire. Tanto più che di scalatori puri, o quasi, ne abbiamo ben pochi.
Crescioli azzurro
E al Valle d’Aosta non è affatto andato piano. E’ arrivato 21° assoluto e quarto nella classifica dei giovani. Se pensiamo che a vincerla è stata il primo assoluto, vale a dire quel fenomeno che risponde al nome di Lenny Martinez, che lo scorso anno lo precedette sul podio del Lunigiana, si può dire che fosse “sul podio avulso”!
«Questa è la prima convocazione da under 23 – dice il toscano – sono molto soddisfatto perché oltre ad essere stata una bellissima esperienza, non avevo mai fatto una corsa a tappe così dura. In realtà è una delle prime corse a tappe in assoluto. Ne avevo fatte due da junior. E in questi giorni ho raccolto belle soddisfazioni.
«Ho imparato tanto e ho faticato tanto. Ma ne è valsa la pena. Siamo riusciti a piazzare Raccani terzo, Ciuccarelli quinto e a vincere la classifica a squadre».
Ma Crescioli non è del tutto sorpreso di ritrovarsi all’ombra del Cervino con tanti “campioni”. Sì, stava andando bene, ma non aveva ottenuto grandi risultati. Amadori cercava uno scalatore e il suo team, la Mastromarco appunto, collabora a stretto giro con il cittì. «Anche se essendo arrivato all’ultimo ho dormito in stanza da solo!».
A tutta bici
Il bello inizia adesso per Crescioli. Il ragazzo della Mastromarco Sensi Nibali ha appena finito la scuola e finalmente può iniziare a fare la vita da corridore al cento per cento. Del suo valore ci parlò anche Carlo Franceschi, team manager della Mastromarco. E ce ne parlò proprio al Giro, dove lui non era presente in quanto alle prese con la maturità (in informatica).
Ci disse che in salita andava davvero bene e che poteva diventare un gran buon scalatore. Ma ci aveva detto che teme che qualcuno possa portarglielo via presto.
«Sono uno scalatore che ha un buono spunto veloce – spiega Crescioli – forse non sono proprio puro, ma mi sono messo alla prova in queste salite dove il livello era alto e non credo di essere andato poi così male. Soprattutto se consideriamo che la mia preparazione è avvenuta sui libri! Una settimana fa (il giorno di Cervinia, ndr) stavo dando la maturità quindi… direi che va bene!».
Scalatore (quasi) puro
E che ha la salita nel Dna lo si capisce anche da frasi del genere: «Da piccolo mi “garbava” – da buon toscano – Contador. Mi piaceva quando e come si alzava sui pedali, sempre pronto a scattare e a spingere il rapporto. Adesso invece un idolo vero e proprio non ce l’ho».
Il ciclismo per Crescioli è affare di famiglia. Suo papà è stato un dilettante e suo fratello, Giosuè, corre con lui alla Mastromarco. In più vivendo nel cuore della Toscana, a Lazzaretto, l’ultimo paese nella provincia di Firenze prima di sconfinare nel pistoiese, il ciclismo non manca. E’ una frazione di Cerreto Guidi e ci sta che si abbia voglia di inforcare la bici e mettersi a correre.
«Io correvo con il Casano-Matec, nonostante la vicinanza con il Team Ballerini. Fino a qualche mese fa in allenamento capitava di vedere Visconti. Mentre d’inverno ogni tanto viene con noi Alberto Bettiol. Ci dà qualche consiglio».
La stagione è ancora lunga e Crescioli ha dalla sua molte corse in cui poter dimostrare quanto vale. Questo Valle d’Aosta inoltre ad un ragazzo così giovane non può che fornire dei “cavalli” in più. Aumentare la cilindrata… certo dopo aver riposato. Ma questa è stata l’ultima cosa che ci ha detto Ludovico prima di congedarci e salire sul podio con il resto dei compagni azzurri.