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Dopo Orano, Anadia e Val d’Aosta, Amadori tira le somme

19.07.2022
5 min
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Marino Amadori non si ferma davvero mai. Neanche il tempo di rientrare da Orano e dai Giochi del Mediterraneo che ha preso l’aereo per Anadia e gli Europei su strada, poi di nuovo in marcia per il Giro della Val d’Aosta. Proprio durante la corsa a tappe lo abbiamo intercettato per mettere un po’ d’ordine nelle ultime settimane, nelle quali si è passati dalla grande delusione africana alla gioia per il bronzo di De Pretto in Portogallo.

Orano Penhoet 2022
L’acuto vincente di Penhoet a Orano, davanti ai connazionali Castiou e Retailleau (foto MIllereau/KMSP)
Orano Penhoet 2022
L’acuto vincente di Penhoet a Orano, davanti ai connazionali Castiou e Retailleau (foto MIllereau/KMSP)

Il “buco” di Orano

Due gare dal contesto molto diverso, eppure i punti di contatto non sono mancati. Ma prima di parlare di quel che ha fatto De Pretto, è doveroso tornare su quel “maledetto” giorno in Algeria, che per poco non costava ad Amadori un travaso di bile.

«Non esageriamo – sorride Amadori – però è vero che mi sono arrabbiato molto, anche se errori come quelli commessi a Orano ci stanno in questa categoria. Quel che mi ha fatto arrabbiare è stato l’approccio alla gara, presa troppo alla leggera col risultato di essere stati disattenti nella sua evoluzione, quando i francesi hanno preso le redini della corsa. Hanno scelto un tratto dove tirava vento laterale, si sono accorti che i nostri erano indietro, nessuno nei primi 20, e hanno tirato la trappola. A quel punto la frittata era fatta…».

De Pretto Anadia 2022
L’azione di Vacek e De Pretto ad Anadia, ma Engelhardt è poco distante (foto Uec)
De Pretto Anadia 2022
L’azione di Vacek e De Pretto ad Anadia, ma Engelhardt è poco distante (foto Uec)
Possibile che una gara così sui generis, con due formazioni a confronto (Italia e Francia) e il resto a fare da cornice abbia un po’ confuso i ragazzi?

Forse, ma questa non è una giustificazione. Poteva anzi essere una gara da gestire in maniera più semplice strategicamente. Ma ripeto, ci stanno anche errori del genere nella maturazione di un corridore. Sono sicuro che non li commetterebbero più.

Oltretutto l’occasione della rivincita è arrivata presto…

Vero, perché ad Anadia la Francia ha presentato la stessa squadra, ma sapevamo che era una formazione molto forte e agguerrita. In Portogallo abbiamo corso molto bene. Sapevamo che c’erano dei velocisti fortissimi in casa francese e olandese e abbiamo corso proprio per eliminare le ruote veloci, tanto è vero che il transalpino Penhoet è arrivato 10°, quello olandese, Van Uden, addirittura 21°. Abbiamo costretto le loro squadre a rincorrere, tanto è vero che si sono consumati.

Francesco Busatto è stato uno dei protagonisti degli europei di Anadia, in copertura di De Pretto
Francesco Busatto è stato uno dei protagonisti degli europei di Anadia, in copertura di De Pretto
Che sapore ha quel terzo posto?

E’ la dimostrazione che noi non siamo da meno. Io sono convinto che certi errori derivino dalla mancanza di un’adeguata attività internazionale. Correndo sempre con i migliori, impari e alla fine sei al loro livello. Quello che ha vinto (il tedesco Felix Engelhardt, ndr) è un signor corridore, corre nella Tirol Ktm e ha fatto tante top 5 in questa stagione. E’ un po’ che lo incontriamo per le strade europee, ma vorrei sottolineare il fatto che a un certo punto aveva perso le ruote degli altri 3, l’azione di De Pretto gli aveva fatto male su uno “zampellotto”, poi è rientrato e all’arrivo ne aveva di più.

Che corridore è De Pretto?

E’ uno che ha carattere, è forte innanzitutto per quello. E’ uno che non ha paura di attaccare, ma per farlo ci pensa bene. Busatto e Germani gli hanno dato una grande mano nella costruzione dell’azione decisiva, Parisini lo avevamo tenuto più coperto pensando allo sprint di gruppo, infatti è giunto secondo nella volata finendo 6° assoluto. Hanno corso tutti con il piglio giusto. Tornando a Davide, va bene sugli strappi brevi, ma io sono convinto che lavorandoci sopra può migliorare molto anche per le salite lunghe.

Germani Van d'Aosta 2022
Germani in Val d’Aosta, parte dell’ennesimo capolavoro Groupama FDJ. Amadori studia molto il calendario del team (foto Instagram)
Germani Van d'Aosta 2022
Germani in Val d’Aosta, parte dell’ennesimo capolavoro Groupama FDJ (foto Instagram)
Quando si parla di De Pretto c’è sempre la questione in sospeso se dovrebbe tornare a fare un po’ di ciclocross. Amadori in base alla sua esperienza che cosa dice?

Se è qualcosa che gli piace, se si diverte e se la sente, perché negargli questa possibilità? Non deve certo essere un’imposizione, va ponderata considerando la sua attività su strada, ma male non gliene fa di certo. Deve però essere un suo desiderio.

Guardando la classifica del Valle d’Aosta, notavamo come i nomi siano per gran parte gli stessi del Giro d’Italia, della Corsa della Pace ancor prima e che saranno protagonisti anche al Tour de l’Avenir. Non è però che questi ragazzi corrono un po’ troppo per la loro età?

Bella domanda, bisogna fare un distinguo. Guardate la Groupama FDJ: dopo il Giro non hanno più corso. Loro si gestiscono così. Privilegiano le corse a tappe e fra l’una e l’altra pensano al recupero e agli allenamenti, programmando anche periodi in altura. Le corse di un giorno sono ridotte al minimo. Noi invece ci perdiamo in una maniera di gare ogni fine settimana, corriamo troppo spesso. Alla fine i corridori stranieri che come dite fanno tutte le corse a tappe, avranno 40-50 giorni di gara nel curriculum, i nostri almeno 70. La differenza è tutta lì, sono anni che vado ripetendolo, ma non mi ascoltano…