Un altro belga che vuole farci a fette: si chiama Segaert

05.08.2021
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La recente chiacchierata di bici.PRO con Andrea Bardelli, diesse del Team Franco Ballerini, formazione juniores toscana che espatria volentieri per correre e confrontarsi con gli altri (e per scoprire nuovi talenti), ci ha dato uno spunto per interpellarlo mentre è a Livigno con Martin Svrcek e altri ragazzi. Il tecnico toscano a metà luglio è stato col suo team al Medzinárodné Dni Cyklistiky, in Slovacchia. Si tratta di una gara a tappe di tre giorni vinta dal diciassettenne ceco Milan Kadlec, figlio d’arte ed omonimo dell’ex pro’ cresciuto in Italia tra i dilettanti nell’allora Brunero e poi visto per cinque stagioni tra Mobilvetta, Lampre e Vini Caldirola. Bardelli è reduce anche dalla trasferta in Austria alla Internationale Juniorenrundfahrt, altra corsa di tre tappe. Proprio leggendo la classifica della gara austriaca, abbiamo ritrovato il nome di un ragazzo straniero che in Italia quest’anno ci ha già vinto e che Bardelli conosce bene: Alec Segaert in forza al team Gaverzicht Be Okay.

Segaert ha da poco vinto la Internationale Juniorenrundfahrt in Austria
In Austria Segaert ha da poco vinto la Internationale Juniorenrundfahrt

Corridore internazionale…

Il belga, 18 anni ed ex triathleta, si era già messo in mostra da allievo nel 2019 in Azerbaijan all’Eyof, le Olimpiadi estive giovanili europee che si tengono ogni due anni dal 1991. In quell’occasione chiuse al quarto posto sia a crono che in linea (dove secondo in entrambe le gare finì Dario Igor Belletta). Nel 2020 ha fatto poche gare, ma quest’anno sta raccogliendo buoni risultati.

A metà luglio Segaert ha chiuso al secondo posto nel campionato nazionale a cronometro, dietro a Cian Uijtdebroeks (nuovo fenomeno che ha già firmato un triennale con la Bora Hansgrohe). Dieci giorni più tardi in Austria ha vinto la prima frazione e la classifica generale sul padrone di casa Alexander Hajek, tra l’altro compagno di squadra di Uijtdebroeks, altro nome da tenere sotto osservazione.

Ma dicevamo appunto che il pubblico italiano ne ha sentito parlare lo scorso 30 maggio a Stradella. Sull’ondulato circuito ricavato dal finale della tappa del Giro d’Italia vinta da Bettiol, Segaert ha conquistato per distacco il Trofeo Cinerari-Siori. Quel giorno Bardelli, sebbene fosse in corsa col suo Team Franco Ballerini, aveva dato supporto logistico e tattico al belga.

A maggio Segaert ha vinto a Stradella per distacco con lo stesso finale della tappa del Giro
Quest’anno Segaert ha vinto a Stradella per distacco con lo stesso finale della tappa del Giro
Andrea raccontaci questa domenica di fine maggio…

Insieme ad Alec c’era anche Lorenzo Masciarelli (figlio di Simone e nipote di Palmiro entrambi ex pro’, che corre per la belga Bert Containers Pauwels Sauzen, ndr). Entrambi volevano correre perché in Belgio non avevano organizzato gare a causa del covid e l’attività sarebbe ripresa solo a fine giugno. Così li siamo andati a prendere all’aeroporto, hanno dormito con noi la sera prima e sono rimasti con noi nei giorni successivi. I regolamenti italiani consentono agli atleti tesserati all’estero di poter disputare al massimo tre gare regionali e così abbiamo sfruttato il periodo a cavallo del 2 giugno. A Stradella comunque non è andata male per loro: Alec ha vinto e Lorenzo ha fatto quarto.

Bardelli ha conosciuto Segaert agli europei 2020 di Plouay
Bardelli ha conosciuto Segaert agli europei 2020 di Plouay
Come è nato il contatto con Segaert?

Sono tanti anni che sono con gli junior e sia la mia esperienza che la mia indole relazionale mi hanno portato a conoscere Alec. L’incontro è avvenuto l’anno scorso al campionato europeo di Plouay dove io ero presente con Ponomar. Da allora sono rimasto in contatto con lui attraverso suo fratello Loic, anch’egli ex corridore. Loic è il suo preparatore atletico e gli fa anche un po’ da manager. Fra di noi la stima reciproca è cresciuta. E ho anche un simpatico aneddoto se volete.

Racconta pure…

Ero alla gara in Austria con Martin Svrcek e la sua nazionale. Gli ultimissimi istanti della prima tappa, vinta da Alec in solitaria, li ho fatti vivere in diretta a Loic con una videochiamata whatsapp. Dovevate vedere e sentire la sua gioia. Ero emozionato anch’io e queste sono le belle cose del ciclismo in queste categorie.

Seconda tappa della corsa dedicata in Belgio a Philippe Gilbert: Segaert in fuga
Seconda tappa della corsa dedicata in Belgio a Philippe Gilbert: Segaert in fuga
Che tipo di corridore è?

E’ il classico passista belga, potente, che va molto forte anche a cronometro. Deve ancora definirsi e deve migliorare anche nella guida della bici, perché soffre ancora un po’ in alcune curve, però è un prospetto molto interessante. Non mi stupirei fra qualche anno di vederlo in un ordine d’arrivo tra i pro’ nelle classiche del Nord. Mentre stavo andando a Livigno mi sono fermato a Trento per vedere il percorso degli europei in linea e a crono. Appena visionati, l’ho chiamato e gli ho spiegato che il tracciato si addice alle sue caratteristiche. Se ci arriva in condizione può salire sul podio.

A proposito, nella cronometro del campionato belga è arrivato dietro a Uijtdebroeks di 16”. Lui è veramente il nuovo Evenepoel come dicono?

Non so se lo sia, ma se una WorldTour come la Bora lo ha subito messo sotto contratto per tre anni significa che qualcosa di molto buono c’è. Personalmente lo avevo visto dal vivo l’anno scorso alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Ad un certo punto ha lasciato tutti lì. Si è fatto 50 chilometri di fuga solitaria e ha vinto.

Segaert è il classico passistone potente belga, un uomo da Nord
Il giovane è il classico passistone potente belga, un uomo da Nord
Segaert sarebbe potuto essere un tuo corridore qui in Italia, invece?

Invece nulla, per colpa di vincoli federali che non ci consentono di tesserare più di uno straniero. Quando l’ho conosciuto lui non aveva ancora deciso se venire da noi ed io nel frattempo avevo già contatti con Svrcek. Purtroppo ho dovuto fare una scelta, ma mi è dispiaciuto molto non averlo potuto prendere. Questa regola andrebbe cambiata, anche tra una regione e l’altra, perché se uno junior, prima categoria internazionale, vuole coltivare il sogno di fare il ciclista non può avere queste limitazioni. Ci sono certi controsensi assurdi ma ormai non lo ripeto nemmeno più.