Gasparrini lavora per le compagne, ma è in rampa di lancio

05.05.2022
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In questa prima parte di 2022 ha già ventitré giorni di gare nelle gambe, poco più della metà di quelli messi insieme in tutto l’anno scorso. Dodici mesi fa c’era la maturità scolastica a condizionarla, ma questo dato è sinonimo di fiducia in lei da parte dei suoi tecnici. D’altronde Eleonora Camilla Gasparrini sta crescendo forte e in fretta nella Valcar Travel&Service.

La ventenne piemontese di None è alla seconda stagione con la formazione di Davide Arzeni, che per lei prevede, rispettando quasi una crono-tabella, un ruolo sempre più importante all’interno del suo gruppo. Non è un caso che dietro gli ultimi risultati ottenuti dalla Valcar ci sia tanto anche della Gasparrini e noi ne abbiamo approfittato per sentire come sta vivendo il momento.

Eleonora Gasparrini impegnata a Le Samyn dove è stata in appoggio a Consonni (2ª al traguardo)
Eleonora Gasparrini impegnata a Le Samyn in appoggio a Consonni (2ªa al traguardo)
Eleonora partiamo da quest’ultimo periodo ricco di soddisfazioni per voi.

Siamo molto contente per ciò che stiamo dimostrando con vittorie e piazzamenti. Siamo spesso nelle top ten e ci difendiamo bene ovunque, specialmente al Nord. Anzi, ormai attacchiamo e col nostro spirito competitivo non subiamo più la corsa. In Lussemburgo (al Ceratizit Festival Elsy Jacobs, ndr) abbiamo fatto vedere la nostra compattezza. Siamo state magistrali di fronte a squadroni come SD Worx, UAE Team Adq o altre del WorldTour. Avevamo Silvia Persico in maglia di leader e l’abbiamo difesa alla grande. Peccato perché nel finale dell’ultima tappa siamo rimaste attardate da una caduta di altre atlete e non siamo riuscite a ricucire tutto il gap. Silvia è arrivata terza nella generale (a 16” da Marta Bastianelli, ndr) ma ciò non toglie il valore del nostro lavoro.

Ci sembra di capire che tu ti sia inserita bene nella categoria.

Direi di sì, anche se sono solo al secondo anno. Per adesso sono felice di come sto correndo e interpretando le gare. Anche la gamba sta girando bene e questo, lo sapete, aiuta tanto. Sono nella squadra giusta e con compagne incredibili.

A proposito, la Sanguineti ci ha detto che sei la sua ombra in gara…

Ma anche fuori gara, è come se Yaya mi facesse da tutor (ride, ndr). Battute a parte, ho un bel rapporto con lei, per me è un punto di riferimento. E’ nato tutto per caso al Giro Donne dell’anno scorso. Arzeni le disse che avrebbe dovuto aiutarmi e a quel punto è nata questa sintonia. Lei mi ha insegnato molto e quando è sul pezzo gira tutta la squadra, come dice Arzeni.

Lo scorso ottobre hai chiuso la stagione con due bei terzi posti consecutivi in Olanda. Te lo aspettavi?

Onestamente no, perché è stata una stagione di ambientamento. Però questo finale in crescendo mi ha dato tanta consapevolezza nei miei mezzi. Il podio alla Ronde van Drenthe (dietro a Wiebes e Cecchini, ndr) mi riempie d’orgoglio perché è una gara World Tour.

Che effetto ti fa sapere che in alcune gare potresti già avere i gradi di capitana?

Sicuramente dopo le partenze di Elisa e Vittoria (rispettivamente Balsamo e Guazzini, ndr) abbiamo tutte un po’ più spazio. Consonni e Persico sono le prime punte ed i loro risultati confermano che siamo molto ben coperte. Personalmente sapere che potrebbero puntare su di me è sia una soddisfazione che una responsabilità. Qualcosa che mi stimola e non mi intimorisce.

Hai scoperto qualcosa di nuovo nelle tue caratteristiche in questi due anni?

Sì e no. Nei percorsi misti e vallonati mi sento piuttosto competitiva. Sugli strappi tengo bene. Sono veloce, ma solo nei gruppetti ristretti. Non ho ancora avuto modo di giocarmi una volata di gruppo però credo proprio di non esserne tagliata. Il punto debole per ora sono le lunghe salite, ma ci sto lavorando per superarle meglio.

Cos’hai imparato finora?

Innanzitutto che le vittorie ottenute da giovane, anche quelle importanti (Eleonora ha vinto tricolore junior strada e crono, europeo junior strada, mondiale ed europeo junior in pista, ndr), contano fino ad un certo punto quando fai il salto nelle elite. Devo migliorare a stare in gruppo, avere meno paura e cercare di stare più davanti. Sto lavorando per trovare una mia maturità psico-fisica. Anche col cibo in gara ho migliorato tanto. Sono più attenta a quando mangiare e bere. E poi anche nella guidabilità della bici ho imparato moltissimo. Le gare sul pavè ti insegnano tanto.

Obiettivi stagionali?

Non ne ho uno in particolare. Vorrei rifare una top ten in un’altra gara WT ma vedrò strada facendo. So che ho e avrò i miei spazi però per il momento mi sento appagata lavorando per le mie compagne. Se loro finalizzano io sono felice ed è come se avessi vinto io.

Prossime gare?

Farò il Tour de France Femmes. Avrei voluto correre il Giro Donne ma in quel periodo ci sono gli europei U23 in Portogallo. Ecco, in effetti questo con la nazionale è un obiettivo però, parlando col cittì Sangalli, so che ci sono delle gerarchie da rispettare. Zanardi e Guazzini sono le capitane, ma io voglio arrivare in forma a quell’appuntamento per aiutarle e farmi trovare pronta ad ogni evenienza.

Anche tu pensi di essere una delle prossime giovani italiane ad andare all’estero?

Attualmente non ci penso, è ancora troppo presto (ha un contratto con la Valcar-Travel&Service fino al 2023, ndr). Tuttavia credo che, visto come si sta evolvendo il ciclismo femminile, sarà una tappa obbligatoria per noi ragazze. Sempre ammesso che non cambi qualcosa qui in Italia e non tornino formazioni WorldTour.