Elisa punta il Giro Women dal San Pellegrino. Parola a Slongo

31.05.2025
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Non è ancora terminato il Giro d’Italia che già all’orizzonte si profila il Giro d’Italia Women, in programma dal 6 al 13 luglio. L’Italia si presenta con il suo vanto migliore: Elisa Longo Borghini, portacolori della UAE ADQ.

Abbiamo fatto il punto sulla sua condizione con il preparatore Paolo Slongo, che sta organizzando il ritiro in quota al Passo San Pellegrino. Tra l’altro, curiosità, ieri quando la carovana si trovava a Biella, Elisa ha fatto capolino nella corsa rosa che arrivava non troppo distante da casa sua. E’ stata un’occasione per salutare suo marito, Jacopo Mosca.

Paolo Slongo è lo storico preparatore di Elisa Longo Borghini
Paolo Slongo è lo storico preparatore di Elisa Longo Borghini
Paolo, a che punto sono i lavori e come sta Elisa?

Martedì 3 giugno iniziamo il blocco in altura al San Pellegrino e ci resteremo fino al 22, quindi poco più di due settimane. Elisa e parte della squadra arrivano da un periodo di stacco e quest’anno, a differenza degli anni scorsi, hanno partecipato a Durango e Burgos.

Al posto della Vuelta Femenina?

Esatto. Erano due buone gare e a Burgos c’erano comunque una crono e un bell’arrivo in salita, quindi volevamo testarci pur sapendo di non essere al top della condizione. E’ andata bene: Elisa è arrivata seconda nella generale, risultato in parte inaspettato.

Considerando il motore di Elisa, queste corse di preparazione si fanno a tutta o si gestisce l’intensità?

Nessun limite. Elisa correva libera. Veniva da una fase molto aerobica e, anche se non avevamo fatto lavori specifici per la crono o le salite lunghe, il suo livello era comunque competitivo.

Se dovessi fare un paragone con la Longo Borghini di fine maggio 2024, com’è la sua condizione attuale? E quanto margine ha?

In generale la vedo ancora un po’ cresciuta rispetto all’anno scorso. Siamo volutamente all’80 per cento adesso. La prima parte di stagione è stata buona, ma anche sfortunata: è stata male alla Strade Bianche, è stata ripresa a 100 metri dalla Sanremo, è caduta al Fiandre. Di conseguenza anche l’avvicinamento alla Liegi non è stato ideale. Nonostante tutto, ha vinto e fatto tanto, ma c’è un po’ di rammarico per non essere riusciti a essere competitivi in quella gara.

Elisa impegnata nella crono della Vuelta Burgos che ha chiuso al terzo posto a 8″ dalla specialista Reusser (foto Instagram)
Elisa impegnata nella crono della Vuelta Burgos che ha chiuso al terzo posto a 8″ dalla specialista Reusser (foto Instagram)
Lavorando di più su salite lunghe e distanze a ripetizione, il fisico si sfina anche un pochino. Tanto più che Elisa veene dalle classiche dove serviva più massa, più esplosività… E’ lo stesso quesito che abbiamo posto ai tecnici di Pogacar qualche giorno fa.

Sì, sicuro che questo accadrà, ma è una conseguenza. Anche se col peso è messa bene. Parliamo di dettagli. Essendo in altura al San Pellegrino, la “palestra” che ti trovi è quella delle salite, sei nel cuore delle Dolomiti. Dopo una prima fase di adattamento, inizieremo a fare salite più lunghe e a lavorare di più sull’intensità, tranne la prima settimana.

Il classico periodo di adattamento…

Esatto. Dopo lavoreremo anche di più su tutta la parte anaerobica: soglia, fuorisoglia, cosa che fino adesso abbiamo fatto poco.

Se ne avete fatto poco ed Elisa è andata tanto forte nelle classiche, significa che ha margine…

Poco dopo lo stacco post classiche, intendo. Comunque sì, faremo una progressione di lavoro che porterà, nelle ultime due settimane di ritiro, a fare anche lavori a soglia, fuorisoglia e magari allungare la resistenza alla soglia facendo salite lunghe.

Farete anche un po’ di dietro motore? Insomma le “tirerai il collo” magari dopo quattro ore?

Esatto, cercheremo di simulare un po’ la gara come si faceva un tempo (il riferimento implicito è a quel che faceva con Nibali, ndr). La moto la porto e poi lavoreremo parecchio anche sulla crono.

Il momento decisivo del Giro Women 2024: a L’Aquila Longo Borghini stacca Kopecky, la maglia rosa è sua
Il momento decisivo del Giro Women 2024: a L’Aquila Longo Borghini stacca Kopecky, la maglia rosa è sua
Sempre nella zona della Val di Cembra?

Sì, le strade sono quelle. In quella zona c’è la giusta quantità di pianura ideale per lavorare con la bici da crono. Giugno è un mese bello in quella zona perché il grande turismo arriva tra luglio e agosto e trovi ancora le strade poco trafficate, quindi è proprio bello allenarsi da quelle parti.

Paolo, qual è il tuo obiettivo da coach con Elisa? Hai detto che è ancora cresciuta rispetto all’anno scorso. Che percentuali di miglioramento ti aspetti?

Il discorso è più ampio. Il suo peso era già buono a inizio stagione e lì non ci si può lavorare più di tanto. Magari si potranno guadagnare 10 watt alla soglia. Faremo dei richiami in palestra e, tra lavoro di intensità e di resistenza, cercheremo di arrivare al Giro per far bene come l’anno scorso. Consideriamo che dopo il Giro Women Elisa correrà anche il Tour Femmes. Però, attenzione, il focus adesso è sul primo obiettivo.

Da campioni uscenti, quanto è un onere e quanto è un onore questo Giro Women?

Quello che pesa un po’ di più è la pressione che sia l’atleta che tutto il mondo che ci circonda può creare. Tanti danno per scontato che sia facile, ma rivincere non è mai facile. Quando parti con la vittoria dell’anno prima è ancora più difficile proprio per la pressione. Personalmente non la vivo, lavoro facendo il meglio che posso. Penso che anche Elisa e le ragazze in ritiro faranno lo stesso. Faremo al meglio il nostro mestiere, sappiamo di avere delle doti e possiamo far bene, poi si darà sempre il massimo e servirà anche un po’ di fortuna.

A proposito, chi ci sarà sul San Pellegrino con Elisa?

Silvia Persico, Erica Magnaldi, Greta Marturano e Alena Amialiusik.

Longo Borghini all’arrivo della Liegi, quel giorno pagò dazio per forti sensazioni di calore
Longo Borghini all’arrivo della Liegi, quel giorno pagò dazio per forti sensazioni di calore
Invece, spostiamoci sui momenti di difficoltà che ha avuto Elisa: alla Strade Bianche è stata male, alla Liegi il blackout… Come si superano queste “fragilità”?

Analizzando il contesto e la situazione. Si analizzano bene le cose e i motivi che possono aver provocato una debacle. E di solito sono tanti motivi. In molti se lo dimenticano, ma qui lavoriamo con le donne e bisogna considerare che hanno il “loro periodo”. È normale che nessuno ti dirà quando ce l’ha.

Però proprio alla Liegi, Vollering ne ha parlato apertamente alla TV e alla stampa, dicendo che andava a fasi alterne a causa del ciclo mestruale…

Questo comporta qualche variazione, puoi avere un calo, soprattutto con il caldo: è fisiologico. Le ragazze sono brave, corrono lo stesso, danno tutto. Tante volte la gente dall’esterno non sa che ci possono essere questi fattori che possono incidere sulla prestazione. Tra le donne il livello è sempre più alto, tra le top rider la differenza è minima. Non essere al 100 per cento dunque può portare a non essere da podio o altro. Quindi, secondo me, l’analisi di tutti i fattori della prestazione, interni ed esterni, fa sì che uno possa stare tranquillo. Dici: «Okay, è successo questo. Avevo questo». E sai come comportarti di conseguenza o comunque sai dare una spiegazione a quanto accaduto. Poi, come tutti i campioni, tiri una linea, cancelli il passato e guardi al futuro.

Paolo, Longo Borghini è una delle tre o quattro super campionesse del ciclismo femminile: cosa ha di meno e cosa di più rispetto alle solite Vollering, Kopecky…

E’ una domanda difficile. Ognuna ha i suoi pregi e i suoi difetti. Se penso al Giro Women, da parte nostra, essendo italiani, il Giro è una grande motivazione. Questo può essere un fattore importante che abbiamo vantaggio, a differenza di altri che magari non vivono in Italia e quindi lo sentono un po’ meno… forse!