Il Tour del ritorno all’estate, il Tour della rivincita slovena Pogacar-Roglic, il Tour del minimo di presenze italiane da anni a questa parte. A due giorni dal via la Grande Boucle si sofferma a contare i suoi numeri, in attesa che le ruote inizino a dare i loro verdetti in un’estate infuocata che avrà un’appendice destinata a pesare, visto che solo 6 giorni dopo l’arrivo a Parigi ci si giocherà l’oro olimpico dall’altra parte del mondo.
Andiamo per ordine: Tadej Pogacar va a caccia del bis consecutivo, un’impresa che al Tour non è certo infrequente. Il primo a riuscirci fu Lucien Petit Breton, nel 1907 e 1908. Da allora ben 11 corridori hanno compiuto lo stesso iter, qualcuno come Bernard Hinault riuscendoci due volte (1978-79 e 1981-82), qualcun altro andando anche oltre, come Chris Froome autore di un tris e Jacques Anquetil, Eddy Merckx e Miguel Indurain arrivati al poker consecutivo. Armstrong andò anche oltre, ma sulla sua carriera come noto è stato passato un deciso colpo di spugna…
Da Bottecchia a Pantani, 10 grandi colpi
Uno della “magnifica dozzina” era italiano, Ottavio Bottecchia, primo nel 1924 e 1925 e soprattutto primo italiano a vincere la Grande Boucle. Bottecchia era un corridore che agiva in Francia, era quasi ritenuto uno di casa, ben diverso il discorso quando iniziarono ad arrivare i campioni da questa parte delle Alpi, come Bartali (1938-48), Coppi (1949-52), Nencini (1960), Gimondi (1965) fino ai più recenti trionfi di Pantani nel ’98 e Nibali nel 2014, ultimo italiano a salire sul podio agli Champs Elysees.
Proprio considerando il podio, le 10 vittorie si uniscono ai 15 secondi e 15 terzi posti, quindi i successi rientrano in una congrua media matematica.
Il Tour non è fra le manifestazioni sportive francesi più favorevoli ai nostri colori, considerando che in altri sport vige da quelle parti il detto “la course des italiens”. Molto dipende anche dalla partecipazione.
Le firme di Bitossi e Petacchi
Con 9 presenze italiane sparse per vari team, torniamo a contingenti nazionali che ricordano fortemente gli anni Ottanta, quando squadre e corridori nostrani privilegiavano il Giro e le partecipazioni in Francia erano ridotte al minimo. Nel nuovo secolo mai si era scesi alla singola cifra, ma non essendo presenti team italiani la cosa ha un suo perché.
Abbiamo detto che il Tour è sempre stato poco italiano, ma è davvero così? la maglia verde della classifica a punti è stata vinta solo da due italiani, Franco Bitossi nel 1968 e Alessandro Petacchi nel 2010. Quella a pois del miglior scalatore ha registrato 14 successi azzurri, da Bottecchia negli anni dei suoi trionfi a Claudio Chiappucci nel 1991 e ’92.
Gli italiani più combattivi
Quella bianca di miglior giovane ha visto 5 successi italiani (Moser nel ’75, Pantani nel ’94 e ’95, Basso nel 2002, Cunego nel 2006), ma non vanno dimenticati i 6 premi alla combattività conquistati da Gimondi nel ’65, Ghirotto nel ’93 seguito l’anno dopo da Poli, Chiappucci sempre nel ’91 e ’92 fino ad Alessandro De Marchi che mise la sua firma nel 2014.
Vittorie di tappa
Capitolo vittorie di tappa: si resta quasi stupiti vedendo che l’Italia è al terzo posto nella classifica per nazioni con 268 centri, certamente lontana dai 710 della Francia e 477 del Belgio, ma ben protetta dal ritorno dell’Olanda, ferma a 177. Se le ultime vittorie risalgono al 2019 con Viviani, Trentin e Nibali, la prima è datata addirittura 1910, per merito di Ernesto Azzini, un gigante di quasi due metri che fu anche il primo ad abbinare una vittoria di tappa al Tour a una al Giro. Scomparso a soli 38 anni per una forma di tisi, il suo nome resta comunque una pietra miliare nella storia italiana del Tour.