Alessandro Borgo, Bahrain Victorious 2025

Borgo e il WorldTour: le sfide tra passato e presente

19.12.2025
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Alessandro Borgo quest’anno nel ritiro di dicembre della Bahrain Victorious ha cambiato tavolo, letteralmente. La scorsa stagione era seduto insieme ai ragazzi del devo team mentre ora è seduto accanto ai nuovi compagni di squadra del WorldTour

«Essere accanto a corridori che fino due anni fa guardavo in televisione – racconta Borgo – è strano, però se sono arrivato fin qui vuol dire che qualcosa di buono posso farlo pure io. Per cui sì, c’è emozione, ma quella giusta. All’inizio i due con cui mi sono sentito un attimo in soggezione, se così si può dire, sono stati Mohoric e Caruso. Il primo per la famosa vittoria alla Sanremo e quelle al Tour de France, mentre Caruso per quello che ha fatto nei Grandi Giri. Però si è subito creato un bel rapporto, sia con loro che con lo stesso Tiberi».

Alessandro Borgo è pronto a proseguire il suo cammino di crescita, dal 2026 sarà nel WorldTour
Alessandro Borgo è pronto a proseguire il suo cammino di crescita, dal 2026 sarà nel WorldTour
Sei uno che ama le sfide, arrivare nel WorldTour a cosa equivale?

Fino a tre anni fa non sapevo a cosa stessi andando incontro, il ciclismo era un gioco. Poi pian piano è diventato un lavoro. Negli ultimi due anni ho iniziato a pormi degli obiettivi, sono uno che crede molto in se stesso e mi ero prefissato di fare due stagioni da under 23 e poi entrare nel WorldTour. A livello personale sono contento di aver rispettato quello che mi ero prefissato. Ora che sono qui me ne sono posti degli altri. 

Di questi due anni da under 23 che bilancio trai?

Al primo anno arrivavo in una categoria nuova, in un ciclismo diverso e sempre più impegnativo. Avevo iniziato a fare le prime esperienze all’estero, con avversari molto forti. Sono entrato nella categoria senza sapere nulla al riguardo e senza aspettative. Dopo le prime gare in Belgio ho capito di essere a un buon livello. Il 2025 è stato l’anno della consacrazione, con due vittorie importanti (Gent U23 e il campionato italiano U23, ndr).

C’è qualche aspetto che avresti potuto o voluto fare meglio? 

Quando mi fanno questa domanda rispondo sempre che un rimpianto è il secondo posto di tappa al Giro Next Gen. Vincere avrebbe dato qualcosa in più. Mi ero imposto di fare un bel risultato di tappa all’Avenir, ma anche in quel caso non è andata secondo le aspettative. Tuttavia è stata una corsa che mi ha dato tanto, in termini di esperienza e consapevolezza

In che senso?

Nella tappa regina sono andato molto forte in salita, quella prestazione mi ha fatto crescere molto. Tanto da portarmi una convocazione al mondiale in Ruanda. Era un obiettivo fin dall’inizio della stagione. E’ stata un’esperienza indimenticabile, sia a livello personale che ciclistico. 

Con il senno di poi il mondiale in Ruanda era troppo duro?

Il percorso era esigente, ma se la corsa si fosse svolta in un altro modo avrei potuto dire la mia. Ha vinto Lorenzo (Finn, ndr) uno scalatore, e tra i primi dieci sfido a trovare un corridore che non lo sia.  

Campionati del mondo Kigali 2025, U23, Alessandro Borgo, PSimone Gualdi, Pietro Mattio, gesto dell'arco come Lorenzo Finn
Borgo insieme a Mattio e Gualdi sono stati gli alfieri che hanno accompagnato Lorenzo Finn nella vittoria iridata U23 a Kigali
Campionati del mondo Kigali 2025, U23, Alessandro Borgo, PSimone Gualdi, Pietro Mattio, gesto dell'arco come Lorenzo Finn
Borgo insieme a Mattio e Gualdi sono stati gli alfieri che hanno accompagnato Lorenzo Finn nella vittoria iridata U23 a Kigali
La stagione scorsa si è conclusa con il secondo posto nel campionato italiano crono a squadre…

Ci tenevo a far bene, più per i miei compagni Marco e Bryan (Andreaus e Olivo, ndr). Anche perché c’era il rischio che potesse essere la loro ultima corsa. Mi sarebbe piaciuto aiutarli a vincere una maglia tricolore. Hanno avuto degli anni difficili, purtroppo il ciclismo non regala nulla. Ripartire non è mai semplice e non tutti capiscono cosa vuole dire

Torniamo alle sfide, qual è quella di quest’anno?

Sicuramente voglio rubare con gli occhi dai più esperti, tra tutti Mohoric, che è l’atleta a cui sento di potermi ispirare. Il 2026 sarà l’anno delle esperienze, mi piacerebbe fare tante gare in Belgio e imparare a muovermi su quei terreni. 

Pensi che possano diventare le tue gare?

Direi di sì. Dico il Belgio ma intendo tutte le Classiche, con pavé, freddo, vento e muri. 

Borgo quest’anno ha già fatto qualche esperienza con i professionisti, qui in azione al Tour de Wallonie
Borgo quest’anno ha già fatto qualche esperienza con i professionisti, qui in azione al Tour de Wallonie
Ora che sei nel WorldTour lo spirito deve rimanere lo stesso di sempre? 

Sicuramente non posso andare con l’idea di vincere la Roubaix il prossimo anno, avremo un capitano e dovrò lavorare per lui. Siamo una squadra che si è ringiovanita tanto, con innesti interessanti come Alec Segaert. Entrambi siamo giovani e vogliamo emergere sulle pietre del Nord. Ovviamente in questi anni il leader sarà Mohoric e lavoreremo per lui, mettersi a disposizione di un talento del genere è ancora più bello. 

Tre anni fa non pensavi di poter essere qui, ora hai un pensiero su Borgo da qui a tre anni?

Penso di poter rispondere a questa domanda una volta terminata la mia prima stagione da professionista. Fino a quando non sei dentro e non corri è difficile capire cosa sia il WorldTour e le difficoltà a esso collegate. Anche solo entrare in un settore di pavé o andare alla presentazione dei team la mattina della Roubaix sono cose che posso solo immaginare ora. 

Allora ci diamo appuntamento a ottobre?

Va bene.

Lorenzo Finn, Bora Hansgrohe Rookies (Photors.it)

Gli sgambetti che rallentano la rincorsa del ciclismo italiano

18.12.2025
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Lo stato di salute del nostro ciclismo cambia a seconda della prospettiva dal quale lo si guarda. Chi ha nel mirino d’azione i professionisti dice che manca qualcosa per competere con i più grandi del movimento mondiale, e in effetti così è. Tuttavia se si pensa ai giovani in rampa di lancio, o a chi ha già preso l’abbrivio per spiccare il volo, la temperatura si abbassa e lo stato di salute sembra più solido. Giulio Pellizzari guida la rivalsa dei giovani che avanzano, accanto a lui c’è Davide Piganzoli e dietro tanti altri ragazzi dai quali ci si aspetta molto (a ragione o meno). 

Dalle categorie giovanili emerge il dato lampante che porta a pensare al fatto che i talenti non manchino. Molti di loro proprio quest’anno passeranno da under 23 a professionisti e saranno chiamati alla prova del WorldTour. Alessandro Borgo è forse il nome di maggior spicco tra tutti, lo seguono Pietro Mattio, Mattia Agostinacchio e Matteo Milan. Se si guarda alle spalle di questi atleti si vedono arrivare profili ancora più giovani, come quello di Lorenzo Finn, campione del mondo in carica under 23 (in apertura vittorioso a San Daniele del Friuli, Photors.it) o di Roberto Capello.

Pellizzari
Il ciclismo italiano sta aspettando la completa maturazione dei suoi migliori prospetti, quest’anno Pellizzari è chiamato a un ulteriore passo
Pellizzari
Il ciclismo italiano sta aspettando la completa maturazione dei suoi migliori prospetti, quest’anno Pellizzari è chiamato a un ulteriore passo

Basi poco solide

Tuttavia più si scava e maggiori sono le crepe che emergono alla base di una struttura non più così solida. La categoria under 23 si trova probabilmente nel suo momento di maggior difficoltà, le squadre hanno iniziato a chiudere anni fa e il problema ora si sta riversando sulla categoria juniores. Matteo Berti, diesse del Team Vangi, ci ha detto di aver avuto maggiori difficoltà rispetto agli anni scorsi nel trovare squadra ai suoi ragazzi. Il problema è che la ricerca del talento ha spostato la lente di ingrandimento sul movimento giovanile, dove per andare avanti e far emergere i propri ragazzi non bastano più gli sforzi fatti in passato. Per questo alcune formazioni hanno chiuso, come il Team Fratelli Giorgi e l’Aspiratori Otelli

Altri hanno cercato di unire le forze, Il Team Coratti era andato a bussare alle porte della Borgo Molino con l’obiettivo di allargare la propria attività internazionale. Il bacino d’utenza del ciclismo mondiale si sta allargando e se qualche anno fa le nostre squadre erano capaci di dettare legge ora la subiscono senza possibilità di replica. 

Il cortocircuito delle continental

L’effetto a catena è partito con la realizzazione dei team continental, cosa fortemente voluta dall’UCI. Avrebbero dovuto essere delle formazioni di transizione nelle quali dare la possibilità ai dilettanti, o under 23, di mettersi alla prova con i professionisti con l’obiettivo di avvicinarsi e chiudere il divario tra le due categorie. In Italia questi progetti si sono trasformati presto in un modo per raccogliere vittorie e consensi degli sponsor, fatto sta che molti team continental (non tutti ma una grande maggioranza) non hanno mai proposto un’attività internazionale volta a far crescere i ragazzi. Inoltre, l’accentramento di risorse e talenti in una manciata di squadre ha portato alla chiusura di diverse formazioni under 23

L’arrivo dei devo team, formazioni continental che di fatto sono dei satelliti delle squadre WorldTour, ha portato il tutto a livello superiore. Ora queste realtà rappresentano il vero cuscinetto tra le categorie giovanili e il professionismo, con attività di rilievo internazionale e budget praticamente infiniti. Per le nostre realtà andare a competere con questi team è diventato difficile se non impossibile. Alcune di queste hanno gettato la spugna cessando l’attività (come la Zalf Euromobil) altre invece si sono dovute reinventare (come la MBH Bank che dal 2026 sarà professional). 

La rincorsa al talento ha abbassato l’età media, ora è la categoria juniores al centro di tutto (foto Instagram)
La rincorsa al talento ha abbassato l’età media, ora è la categoria juniores al centro di tutto (foto Instagram)

L’età si abbassa

Quello che sta accadendo a livello juniores è esattamente lo stesso che abbiamo visto tra gli under 23. La rincorsa al giovane talento richiede risorse sempre più grandi e investimenti difficili da portare avanti per singoli imprenditori o realtà locali. Chi può va avanti, forte del suo potere economico. Gli altri invece sono costretti a unire le forze, e se per caso questo non dovesse avvenire si va avanti da soli fino a quando si riesce. 

E’ evidente che la potenza economica dei team WorldTour ha asfissiato il movimento giovanile e allora la domanda sorge spontanea. Perché non immettere quei soldi nel ciclismo giovanile creando partnership solide con diversi team? In questo modo si potrebbe ampliare la sfera di influenza e permettere alle squadre giovanili di fare il loro lavoro. Se ognuna delle squadre WorldTour avesse modo di sostenere una o più formazioni continental si avrebbe un ritorno evidente sul movimento, con un dialogo costante i tecnici potrebbero formare nuove figure e permettere a queste realtà di progredire. 

Factor One

Factor One: la bici estrema, stabile e veloce

17.12.2025
4 min
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Factor apre un nuovo capitolo per quanto riguarda le biciclette dedicate alla performance e alla massima prestazione, il tutto grazie al modello Factor One, una bici da strada nata grazie alla collaborazione con i team del massimo livello al mondo e all’esperienza accumulata nelle corse UCI. Questo nuovo modello è il risultato di anni di ricerca e sviluppo portati avanti internamente da Factor e dalla sua sezione. La Factor One è una bicicletta in grado di unire un’aerodinamica avanzata, leggerezza e totale controllo in ogni situazione. 

Una bicicletta studiata e progettata assecondando i canoni del ciclismo moderno, con geometrie del telaio ottimizzate per posizioni avanzate ed estreme. Tutto questo però senza dimenticare che alla base di tutto ci deve essere il massimo controllo, anche in quelle che sono le situazioni più complicate. 

Factor One
La nuova Factor One propone delle geometrie completamente rivoluzionate
Factor One
La nuova Factor One propone delle geometrie completamente rivoluzionate

Innovare

La nuova Factor One non è solamente una bicicletta veloce, ma anche il risultato di una ricerca e uno sviluppo continuo. Ogni dettaglio conta quando la differenza tra vincere e perdere è racchiusa in pochi secondi o in attimi. Gli ingegneri di Factor hanno lavorato con un approccio innovativo, che unisce performance e aerodinamica a una precisione elevata nella guida e possibilità di adattamento a ogni esigenza legata al professionismo. 

Le qualità di questo modello sono già state evidenti grazie ai risultati sportivi ottenuti ancora quando era un prototipo, non ultima la vittoria di tappa all’ultimo Critérium du Dauphiné. Tutto è stato testato a fondo con simulazioni CFD e numerose prove in galleria del vento: dalla forcella Bayonet all’attacco manubrio integrato. 

Ottimizzare 

Nel corso degli anni Factor ha studiato, progettato e approfondito le sue conoscenze tecniche, prima realizzando modelli sempre più performanti e poi arrivando a mettere insieme tutto per avere una bicicletta performante e completamente conforme alle norme UCI. Per questo ogni dettaglio della Factor One è stato prima soggetto a diverse simulazioni CFD e poi testato fisicamente. Tutto è passato sotto lo sguardo attento del reparto ricerca e sviluppo: la forma della forcella, l’alloggiamento delle corone anteriori, le superfici aerodinamiche, i punti di montaggio dei freni, passando anche dalla disposizione delle borracce sul telaio.

Tuttavia non esiste solamente la ricerca della massima aerodinamicità, ma anche la posizione in sella vuole la sua parte. Il ciclista ora utilizza manubri stretti, selle con posizioni sempre più avanzate e pedivelle corte. Elementi che hanno rivoluzionato gli equilibri del ciclista in sella, spostando il peso verso l’anteriore. 

Factor One
Il sempre più crescente utilizzo delle pedivelle corte ha portato a ripensare anche l’altezza del movimento centrale
Factor One
Il sempre più crescente utilizzo delle pedivelle corte ha portato a ripensare anche l’altezza del movimento centrale

Senza compromessi

La geometria della Factor One nasce per soddisfare questo nuovo assetto in sella, senza tuttavia scendere a compromessi. Separando il punto di fissaggio del manubrio dall’asse di sterzo, la bici offre il reach estremo richiesto dai professionisti senza ricorrere ad attacchi manubrio eccessivamente lunghi, i quali possono creare instabilità nella guida. Il movimento centrale è stato abbassato per compensare il centro di gravità più alto generato da pedivelle corte e pneumatici più generosi, ciò garantisce una distribuzione dei pesi equilibrata tra anteriore e posteriore. La Factor One conserva la stessa geometria di sterzo dei telai più grandi, garantendo una risposta uniforme e prevedibile per ogni ciclista.

Un dettaglio interessante riguarda il nuovo manubrio Gull Wing, il quale offre una rigidità superiore fino al 50 per cento rispetto ad altri abbinamenti manubrio e attacco manubrio. 

La nuova Factor One viene distribuita in esclusiva in Italia da Beltrami TSA. 

Prezzo al pubblico: a partire da 8.199 euro.

Factor

Beltrami TSA

Wilier Filante SLR ID2 Firelight Red

Filante SLR ID2: una nuova bici “fiammante” per la Groupama

13.12.2025
4 min
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La ricerca della massima prestazione e della continua evoluzione tecnica guida l’anima di chi disegna, progetta e realizza biciclette. Se a questo si aggiunge quel pizzico di competizione che arriva dal fatto di essere parte di un team WorldTour allora il senso della sfida si amplifica. In casa Wilier Triestina è andata esattamente in questo modo, quando si è trattato di realizzare la Filante SLR ID2 Firelight Red che sarà in dotazione agli atleti del team Groupama-FDJ

Partiamo dall’aspetto maggiormente in evidenza: il colore. Rispetto alle passate stagioni il bianco lascia spazio a un rosso vivo, da qui il nome Firelight Red, che rappresenta il momento esatto in cui il calore del fuoco incontra l’ossigeno e sprigiona la sua massima energia. 

Wilier Filante SLR ID2 Firelight Red, Groupama-FDJ
La nuova Wilier Filante SLR ID2 Firelight Red sarà la bici ufficiale del team Groupama-FDJ
Wilier Filante SLR ID2 Firelight Red, Groupama-FDJ
La nuova Wilier Filante SLR ID2 Firelight Red sarà la bici ufficiale del team Groupama-FDJ

Uniti

La Filante SLR sarà ancora la bicicletta che Romain Grégoire e compagni utilizzeranno anche nella stagione 2026, con debutto previsto al Tour Down Under, in Australia. Con la nuova Filante SLR ID2 Wilier ha voluto però unirsi ancora di più con la formazione WorldTour francese, realizzando un telaio e una livrea capaci di unirsi e creare un’identità visiva chiara e ben radicata tra atleti e bicicletta. 

Un apporto importante è arrivato proprio dagli atleti della Groupama-FDJ, impegnati in maniera attiva nella realizzazione della Filante SLR ID2. La loro esperienza e sensibilità tecnica ha permesso di creare una bicicletta ancora più performante e veloce, un mezzo con il quale sfidare i migliori ciclisti al mondo. 

Wilier Filante SLR ID2 Firelight Red
Uno dei punti rinnovati nel telaio è il tubo obliquo, con il nuovo sistema portaborracce Aerokit
Wilier Filante SLR ID2 Firelight Red
Uno dei punti rinnovati nel telaio è il tubo obliquo, con il nuovo sistema portaborracce Aerokit

Nuovi standard

La ricerca della prestazione e della massima performance tecnica quando si sviluppa e si progetta una bicicletta non deve essere esclusivamente fine a se stessa, ma improntata all’utilizzo da parte di chi pedala. Efficienza, ma anche comfort e controllo diventano fattori fondamentali, così da avere una guida sicura e stabile in ogni momento e in tutte le fasi della corsa. 

Le novità e gli aggiornamenti tecnici non mancano, soprattutto nella realizzazione del telaio. Una delle zone più delicate dal punto di vista progettuale, il tubo obliquo, è stato sviluppato con l’obiettivo di avere la minor resistenza aerodinamica possibile. Inoltre in Wilier si sono concentrati molto anche sul ridurre il più possibile l’esposizione all’aria delle borracce. Il sistema prende il nome di Aerokit ed è stato realizzato in collaborazione con Elite Cycling in modo da fornire un kit funzionale e attento alla performance. 

Dal punto di vista tecnico, l’Aerokit funziona come un vero e proprio alettone, capace di mantenere l’aria più stabile e meno perturbata attorno al telaio. Rispetto ai sistemi tradizionali la resistenza aerodinamica si abbatte di oltre due terzi.

Vantaggi in numeri

Nel ciclismo moderno la performance si traduce in numeri e dati. La nuova Wilier Filante SLR ID2 vede un telaio diverso nelle forme ma sempre con lo stesso peso: 860 grammi in taglia M. Le novità però arrivano quando si tratta di analizzare la prestazione e tradurla in dati tecnici. La rigidità è aumentata del 7,49 per cento rispetto al modello precedente. 

Per quanto riguarda la resistenza aerodinamica i numeri evidenziano un vantaggio estremamente elevato, che per la Filante SLR ID2 si attesta con un guadagno del 13,1 per cento. Se a ciò si aggiunge l’atleta il vantaggio in termini aerodinamici rimane nell’ordine del 5,22 per cento rispetto alla Filante SLR ID1

Se si guarda ai watt il risparmio di energia necessario per tenere una velocità di 40 chilometri orari è del 4,91 per cento. Ultimo dato significativo: per percorrere 70 chilometri a 290 watt il tempo impiegato dalla Filante SLR ID2 è di 1 ora, 43 secondi e 15 centesimi. Con un risparmio di 1 minuto e 45 secondi. 

Wilier

Scott Foil RC, Team NSN

Scott torna nel WorldTour: insieme al Team NSN

06.12.2025
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Scott ha recentemente annunciato l’avvio di una nuova partnership pluriennale con l’NSN Cycling Team, entrando come sponsor ufficiale per la fornitura delle biciclette. L’accordo segna un momento chiave per entrambi gli attori: da un lato il team svizzero-spagnolo apre un nuovo capitolo sportivo, dall’altro Scott celebra il ritorno alle competizioni dell’UCI WorldTour, riportando le proprie tecnologie ai massimi livelli del ciclismo professionistico.

La collaborazione nasce da una visione comune: innovazione, ricerca tecnologica e ambizione sportiva. NSN Cycling Team, con sede in Spagna ma licenza svizzera, condivide infatti la stessa radice geografica di Scott, che ha il suo quartier generale a Givisiez. Un legame simbolico che si rafforza attraverso un progetto tecnico di lungo periodo.

I componenti sono Syncros

«È un vero privilegio supportare NSN Cycling Team – ha dichiarato Pascal Ducrot, co-CEO di Scott Sports – perché questa sponsorship rappresenta il nostro ritorno nel WorldTour e ci permette di mettere a disposizione dei corridori prodotti di altissimo livello. Vogliamo accompagnare gli atleti nel dare il meglio su ogni palcoscenico internazionale. Inoltre, Scott considera i propri prodotti strumenti per andare oltre. Essere parte della missione di NSN, ispirare milioni di persone attraverso il ciclismo, è una grande responsabilità e un grande orgoglio…».

La partnership prevede la fornitura delle bici top di gamma Scott, insieme ai componenti Syncros. Il team utilizzerà la Foil RC, una delle bici aerodinamiche più vincenti del WorldTour, e la Plasma RC TT, modello dedicato alle prove contro il tempo. Una scelta tecnica che conferma la volontà di NSN di puntare su mezzi performanti, pensati per affrontare ogni tipologia di gara.

Scott Foil RC
Scott dal 2026 tornerà ufficialmente nel WorldTour
Scott Foil RC
Scott dal 2026 tornerà ufficialmente nel WorldTour

L’iniziativa “Racing For Change”

Per Scott, il progetto va oltre la semplice sponsorizzazione. L’azienda sarà difatti parte integrante dello sviluppo del team, inclusa la squadra dedicata ai giovani talenti. Un impegno coerente con la mission del brand: creare attrezzature capaci di superare i limiti grazie a innovazione, tecnologia e design.

NSN Cycling Team guarderà al 2026 come all’anno zero della sua nuova identità nel WorldTour. Tra gli atleti di punta ci sarà Biniam Girmay, vincitore della maglia verde al Tour de France e tre volte vincitore di tappa, ora leader del progetto sportivo. La squadra porta avanti anche l’iniziativa “Racing For Change”, un programma che utilizza il ciclismo come strumento sociale, legato allo sviluppo del centro ciclistico “Field of Dreams”.

La nuova stagione inizierà ufficialmente con il Tour Down Under, a gennaio. Sarà la prima occasione per vedere le nuove bici Scott in gara con i colori NSN, inaugurando una collaborazione che punta a lasciare il segno nel panorama del ciclismo internazionale.

Scott

Jayco AlUla, Filippo Conca, campione italiano 2025

Un viaggio nel motore di Conca: parola al preparatore

04.12.2025
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Il team Jayco-AlUla è già immerso nel primo ritiro di stagione, una settimana in Spagna, più precisamente a Denia. Un ritrovo per gettare le basi in vista del prossimo anno, nel quale si aprirà un triennio importante ed è fondamentale iniziare con il piede giusto. Tra coloro dai quali ci si attende una risposta c’è sicuramente Filippo Conca, il campione italiano che a Trieste ha messo nel sacco i professionisti. Dopo il titolo tricolore conquistato insieme allo Swatt Club per Conca è arrivata la chiamata della Jayco-AlUla. Un ritorno nel WorldTour per il corridore lecchese, che dopo quattro stagioni tutt’altro che facili era uscito dal professionismo. 

Fabio Baronti, preparatore Jayco AlUla
Fabio Baronti è entrato nello staff performance della Jayco AlUla come preparatore a inizio 2025
Fabio Baronti, preparatore Jayco AlUla
Fabio Baronti è entrato nello staff performance della Jayco AlUla come preparatore a inizio 2025

Cambiamenti e ritorni

Ora Filippo Conca sta vivendo la sua seconda chance e nel preparare la sua prima stagione con la Jayco AlUla sta lavorando con Fabio Baronti, preparatore che lo scorso anno è entrato nel team australiano dopo gli anni di formazione al Cycling Team Friuli

«Per me il 2025 – ci dice Baronti – è stato un anno importantissimo nel quale sono cresciuto tanto. Arrivavo con molta voglia di dimostrare che la fiducia riposta nelle mie capacità fosse giustificata. Personalmente ho fatto un grande passo in avanti e penso di poterne fare altri nella stagione che è alle porte. La squadra guarda avanti e ha già fatto dei cambiamenti. A capo del gruppo performance è arrivato, dal team femminile, Gene Bates. Ho avuto modo di lavorare con lui e sono felice di ritrovarlo anche nella formazione maschile. E’ tornato a far parte dell’organico anche Neil Stephens, diesse che era con il team agli inizi (poi passato in UAE Emirates e Bahrain Victorious, ndr) siamo consapevoli di doverci evolvere e guardare al futuro, per farlo però non vogliamo perdere un certo legame con il passato».

Conca ha conquistato il titolo italiano a fine giugno, durante l’inverno era rimasto senza squadra
Conca ha conquistato il titolo italiano a fine giugno, durante l’inverno era rimasto senza squadra
Nel tuo primo anno sei entrato in contatto con il campione italiano, Filippo Conca, com’è andata?

E’ entrato in squadra ad agosto, quindi il primo approccio è stato “soft”. Conca lavorava già con il suo preparatore, abbiamo deciso di non intervenire direttamente ma di seguirlo e dargli supporto. Alla base c’era un contatto giornaliero che serviva per coordinare allenamenti e gare. 

E’ stato semplice?

Abbiamo la fortuna di lavorare in uno sport che si basa molto sui numeri e dal quale riusciamo a raccogliere molti dati riguardo all’atleta. Riusciamo a monitorare i ragazzi a 360 gradi, tuttavia rimane fondamentale l’aspetto umano, anche nel lavoro del preparatore. 

Tre Valli Varesine 2025, Filippo Conca
La Jayco-AlUla lo ha riportato nel WordTour e metà 2025, i primi mesi sono serviti per riprendere le misure
Tre Valli Varesine 2025, Filippo Conca
La Jayco-AlUla lo ha riportato nel WordTour e metà 2025, i primi mesi sono serviti per riprendere le misure
Cosa si è guardato nei primi mesi?

A tutti e due gli aspetti. Dal punto di vista tecnico ci siamo coordinati per capire quali fossero la struttura di lavoro di Conca e gli elementi funzionali al suo interno. D’altro canto ci siamo interrogati su cosa potesse essere cambiato, al fine di lavorare al meglio insieme. Un aspetto molto importante è la conoscenza personale, capire quali fossero le convinzioni e le idee radicate nella testa del corridore. Per fare il salto fisico a volte non basta il solo allenamento, serve anche uno step mentale.

Conca arrivava da una situazione particolare, come hai approcciato questa situazione?

Solitamente un corridore professionista vive una certa routine di progressione costante negli anni, fino ad arrivare a un livello nel quale rimane per diverso tempo. La situazione di Conca, uscito dal professionismo e ripartito con lo Swatt Club l’ho giudicata al pari di un infortunio. Lui è uscito dalla zona di comfort ed è ripartito da solo. Si è trovato a rimettersi in discussione, senza punti di riferimento. Però se sei capace di rialzarti sono quelli i momenti in cui cresci e crei resilienza, alzando il tuo livello.

Jayco AlUla, Filippo Conca, campione italiano 2025
Il long Covid ha condizionato il finale di stagione di Conca, che ora è ripartito per costruire il 2026
Jayco AlUla, Filippo Conca, campione italiano 2025
Il long Covid ha condizionato il finale di stagione di Conca, che ora è ripartito per costruire il 2026
Così è stato?

Il dubbio c’era ed era legittimo, anche perché Conca nella prima parte del 2025 ha corso pochissimo. I dati raccolti ci hanno confermato che pur senza correre i suoi valori sono aumentati. 

Te lo saresti aspettato?

Da un certo punto di vista, sì. Filippo senza un calendario certo ha avuto modo di fare tantissima base durante l’inverno, cosa che da professionista è impossibile perché a gennaio già si corre. Lui, invece, si è allenato molto e questo gli ha dato dei benefici evidenti. E’ come se avesse resettato tutto. Certo, gli manca l’aspetto competitivo, ma quello si crea.

Jayco AlUla, Filippo Conca, campione italiano 2025, Tour de Slovaquie
Conca è un corridore dal fisico imponente, ma delle ottime qualità atletiche che gli permettono di essere competitivo sui percorsi duri
Jayco AlUla, Filippo Conca, campione italiano 2025, Tour de Slovaquie
Conca è un corridore dal fisico imponente, ma delle ottime qualità atletiche che gli permettono di essere competitivo sui percorsi duri
Come avete impostato il lavoro?

Serviva programmare il tutto, senza estremizzare. Si deve trovare l’equilibrio tra blocchi di allenamento e di gare. Nei primi costruisci, con i secondi finalizzi. Solo in questo modo si migliora la forma fisica. Ricordiamo che Conca ha subito anche gli effetti di un long Covid a fine 2025, la cosa importante era farlo recuperare. Gli abbiamo concesso tre settimane di riposo completo ed è ripartito due settimane dopo gli altri, a metà novembre. Meglio così per me, non ci sono differenze. 

Ultima domanda, che motore è quello di Conca?

E’ un corridore atipico, con una stazza importante. Parliamo di un ragazzo alto 192 centimetri e con un peso che oscilla tra i 75 e i 77 chilogrammi. Non ha le caratteristiche di uno scalatore, ma ha un motore ottimo, mettendo insieme le sue caratteristiche fisiche viene fuori un corridore capace di essere competitivo nelle corse impegnative. Per questo non mi ha sorpreso che abbia vinto l’italiano a Trieste.

Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)

Pavanello e Borgo Molino: i motivi dietro l’addio

22.11.2025
5 min
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Quattro anni da corridore e poi altri ventisei in ammiraglia, a seguire, allenare, parlare e veder crescere giovani di generazioni tanto diverse ma con un’unica passione: il ciclismo. Le strade di Cristian Pavanello e della Borgo Molino Vigna Fiorita si sono separate dopo trent’anni, una scelta difficile ma necessaria. Il cammino intrapreso insieme è giunto a un bivio e non è stato più possibile proseguire l’uno accanto all’altro (in apertura Photors.it). 

«Ho fatto il diesse per tanti anni – racconta Pavanello quando lo chiamiamo per raccontarci questa storia – ma non sono io il padrone di casa. In queste situazioni nel momento in cui non sei d’accordo con determinate scelte è il momento di voltare pagina. La stagione 2025 non è stata una delle migliori, ma in tanti anni di attività possono capitare delle annate storte. Abbiamo avuto degli infortuni che ci hanno rallentati, succede e si guarda avanti».

Cristian Pavanello, Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
Cristian Pavanello dopo 26 anni lascia la Borgo Molino Vigna Fiorita (Photors.it)
Cristian Pavanello, Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
Cristian Pavanello dopo 26 anni lascia la Borgo Molino Vigna Fiorita (Photors.it)
Tuttavia le strade si dividono…

Chi è a capo del team ha voluto fare dei cambiamenti sui quali non mi trovavo d’accordo. Si è voluto inserire del personale nuovo che avesse un collegamento con squadre WorldTour, sinceramente mi è sembrato un passo fin troppo grande. E’ normale che dopo tanti anni si provi a cambiare, tutti cerchiamo di restare aggiornati e seguire i tempi. 

Quale aspetto non ti ha convinto?

Si vogliono apportare determinati cambiamenti in una categoria, quella juniores, nella quale i ragazzi hanno ancora tante altre cose a cui pensare. Prima tra tutte la scuola. Il ciclismo in età giovanile e adolescenziale non dovrebbe essere visto come una professione, eppure questo già succede. Ci sono ragazzi che lasciano gli studi.

Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
Il 2025 è stato un anno difficile ma non privo di soddisfazioni, qui la vittoria al GP Rinascita, la corsa di casa del team (Photors.it)
Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
Il 2025 è stato un anno difficile ma non privo di soddisfazioni, qui la vittoria al GP Rinascita, la corsa di casa del team (Photors.it)
Un mondo, in generale, nel quale si fa fatica a riconoscersi?

Sono arrivate anche qui (tra gli juniores, ndr) le società satellite dei team WorldTour. Per fronteggiare e competere contro queste armate non basta dire: «Facciamo come loro». Stiamo parlando di realtà con budget praticamente illimitati e un numero di personale decisamente superiore e qualificato. Per restare al passo con i tempi serve fare scelte ponderate, non basta la voglia di simulare ciò che fanno questi team. 

In Italia è possibile?

Partiamo dal dire che il regolamento federale non aiuta, non è colpa della Federazione perché per aggiornarci serve tempo e mettere d’accordo tante teste (troppe forse, ndr). Ma facciamo un paragone.

I devo team juniores hanno alzato il livello, rendendo difficile per le squadre italiane il confronto, qui la Grenke Auto Eder in parata al 37° Trofeo GD Dorigo (foto Instagram/ATPhotography)
I devo team juniores hanno alzato il livello, rendendo difficile per le squadre italiane il confronto, qui la Grenke Auto Eder in parata al 37° Trofeo GD Dorigo (foto Instagram/ATPhotography)
Prego…

Un devo team juniores può prendere ragazzi di tante nazionalità diverse, senza limiti (il Team Grenke-Auto Eder nel 2025 aveva nove ragazzi di sette nazionalità differenti, ndr). Una squadra juniores italiana può prenderne al massimo uno e poi due atleti con un punteggio superiore a 35. Va da sé che nel confronto non si parta ad armi pari, anche perché ogni domenica corri contro atleti di livello internazionale e noi abbiamo al massimo uno o due ragazzi che possono competere (ne è esempio il successo in parata della stessa Grenke-Auto Eder al Trofeo Dorigo, ndr). 

Guardiamo all’estero ma il confronto è difficile?

E’ tutto completamente diverso, hanno capacità e metodi che per noi sono impossibili da replicare. Pensate al calendario, questi devo team possono correre all’estero quando vogliono. Lo staff e il personale sono pagati e fanno questo di lavoro. In Italia ci basiamo ancora sul volontariato: sacrosanto e per fortuna che esista, ma non si può competere. 

Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
In Italia il movimento juniores si è sempre basato su solide realtà, ma la crisi è evidente (Photors.it)
Juniores, Borgo Molino Vigna Fiorita 2025 (Photors.it)
In Italia il movimento juniores si è sempre basato su solide realtà, ma la crisi è evidente (Photors.it)
Impossibile farlo ora, ma in futuro?

Penso sia possibile, ma si deve fare tutto grado per grado. E prima di quei cambiamenti portati avanti dal team si devono fare altre cose. Ad esempio c’è il discorso dei materiali: biciclette, abbigliamento, ecc… I devo team si basano sulle squadre WorldTour, possono offrire all’atleta un supporto illimitato. Da noi avere due o tre biciclette, poi la bici da cronometro e kit nuovi ogni mese è impossibile

Di squadre che sanno lavorare bene ce ne sono anche da noi…

Chiaramente davanti all’offerta dall’estero un ragazzo si fa attrarre, così come la famiglia. Sembra che in Italia non siamo più bravi a fare nulla, non penso sia vero. Abbiamo le nostre qualità, certo per competere con determinate realtà si fa fatica. Ma ci siamo sempre difesi.

L’accordo tra Borgo Molino e Coratti era stato siglato tra i due presidenti, Pietro Nardin e Simone Coratti. Poi il dietrofront di questi giorni
L’accordo tra Borgo Molino e Coratti era stato siglato tra i due presidenti, Pietro Nardin e Simone Coratti. Poi il dietrofront di questi giorni
E’ notizia di qualche giorno fa che la Borgo Molino e il Team Coratti non si uniranno più.

Era un’iniziativa portata avanti da me, negli anni ne abbiamo fatte tante tra Italia ed estero. Non so come mai non sia proseguita la cosa. Io avevo fatto incontrare i due presidenti delle squadre che poi erano arrivati a trovare l’accordo, ma è saltato tutto. A mio avviso era una bella iniziativa. Va bene ambire al WorldTour (l’obiettivo dichiarato della Borgo Molino è diventare devo team entro cinque anni, ndr) ma prima sarebbe stato meglio aprire gli occhi e allargare il bacino d’utenza in Italia.

IGPSPORT, ciclocomputer

iGPSPORT e Groupama-FDJ: una nuova partnership tecnologica 

20.11.2025
3 min
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Un nuovo accordo strategico segna un passo importante nel mondo della tecnologia applicata al ciclismo. iGPSPORT, marchio internazionale specializzato nella produzione di ciclocomputer smart, ha difatti annunciato la definizione di una una partnership pluriennale con il Team Groupama-FDJ. L’intesa sancisce l’ingresso ufficiale del brand cinese nel panorama delle competizioni WorldTour, portando nel gruppo professionistico soluzioni tecnologiche avanzate e sviluppate per le esigenze del ciclismo moderno.

Il Team Groupama-FDJ è una delle squadre più longeve e titolate del ciclismo internazionale. Fondato nel 1997, è stabilmente nel WorldTour dal 2005. La formazione francese vanta un palmarès di alto livello: 29 partecipazioni al Tour de France, 40 vittorie di tappa nei Grandi Giri, 3 Classiche Monumento e una media di oltre 20 successi stagionali. Una storia costruita con continuità, qualità e un costante investimento nelle performance.

iGPSPORT nasce invece nel 2012 con una missione chiara: progettare, sviluppare e produrre ciclocomputer intelligenti e accessori dedicati ai ciclisti. In pochi anni il marchio ha costruito una presenza globale, superando i 2 milioni di utenti nel mondo e raggiungendo più di 40 Paesi, tra cui Francia, Germania, Spagna, Giappone e Corea del Sud. La partnership con Groupama-FDJ rappresenta un riconoscimento internazionale della qualità dei suoi prodotti e un passo decisivo per la crescita nel settore professionistico.

Lorenzo Germani, Groupama-FDJ
iGPSPORT dal prossimo anno sarà partner tecnologico del team Groupama-FDJ
Lorenzo Germani, Groupama-FDJ
iGPSPORT dal prossimo anno sarà partner tecnologico del team Groupama-FDJ

Piattaforma tecnologica completa

A partire dalla prossima stagione agonistica 2026, la squadra francese utilizzerà l’intera gamma di dispositivi iGPSPORT per allenamenti e gare. Tra questi spiccano il BiNavi Bike Navigator, ciclocomputer di nuova generazione con funzioni di navigazione avanzata, e il BSC300T, un modello “touch screen” ultra sottile pensato per chi cerca massima leggerezza. La dotazione include anche il cardio frequenzimetro HR50 e il fanalino radar SRmini, evoluzione della sicurezza attiva su strada.

Il ciclismo professionistico è da sempre un banco di prova estremo per la tecnologia. Velocità oltre i 40/45 km/h, vibrazioni continue, temperature variabili, pioggia, luce diretta e condizioni imprevedibili richiedono strumenti affidabili, leggibili e precisi. Il BiNavi risponde a queste necessità con un display da 3,5 pollici, perfettamente visibile in ogni condizione. Le sue funzioni si basano su algoritmi proprietari iGPSPORT e su una piattaforma tecnologica progettata per offrire dati completi, rapidi e stabili.

IGPSPORT, ciclocomputer
IGPSPORT realizza dispositivi all’avanguardia capaci di sostenere al meglio gli atleti durante allenamenti e gare
IGPSPORT, ciclocomputer
IGPSPORT realizza dispositivi all’avanguardia capaci di sostenere al meglio gli atleti durante allenamenti e gare

Affidabilità al top

«Siamo sempre alla ricerca dell’attrezzatura migliore per i nostri corridori – hanno dichiarato dal quartier generale del Team Groupama-FDJ – ed abbiamo testato il BiNavi in allenamento, rimanendo positivamente colpiti dalla stabilità, dalla chiarezza dei dati e dalla sua capacità di adattarsi alle nostre esigenze. Siamo convinti che iGPSPORT sia il partner giusto per affrontare le sfide delle prossime stagioni».

«Il nostro obiettivo – hanno ribattuto da iGPSPORT – è quello di fornire al team i ciclocomputer più avanzati, garantendo un supporto tecnico affidabile per ottenere grandi risultati. Questa partnership va oltre la collaborazione commerciale: vogliamo contribuire allo sviluppo della cultura ciclistica globale. Insieme continueremo a creare prodotti innovativi, di qualità e facili da usare. Questo accordo rafforzerà la presenza internazionale di iGPSPORT e introdurrà un modello di collaborazione basato su competenze condivise e innovazione tecnologica. Un approccio capace di portare nuova energia all’intero movimento ciclistico e di accelerarne l’evoluzione nei prossimi anni».

iGPSPORT

Filippo Agostinacchio, EF Education-EasyPost-Oalty, Liguria, novembre 2025

Filippo Agostinacchio: il WorldTour rimandato di un anno

07.11.2025
5 min
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Sulle strade della Liguria, Filippo Agostinacchio è già tornato a pedalare in vista della stagione di ciclocross. Una settimana di allenamenti passata a sfruttare il clima favorevole della costa, con un sole ancora caldo sopra la testa (nella foto di apertura durante un allenamento). 

«Ho iniziato a far girare le gambe e prepararmi per la stagione invernale – racconta il più grande dei due fratelli – sono venuto qui in Liguria insieme a un amico. Abbiamo affittato un appartamento e ci stiamo allenando lontani dal freddo di Aosta».

Filippo Agostinacchio, EF Education-EasyPost-Oalty, Liguria, novembre 2025
Filippo Agostinacchio durante uno dei primi allenamenti in maglia EF Education-EasyPost-Oalty
Filippo Agostinacchio, EF Education-EasyPost-Oalty, Liguria, novembre 2025
Filippo Agostinacchio durante uno dei primi allenamenti in maglia EF Education-EasyPost-Oalty

Il cross

Una ripresa che lo ha già visto indossare la maglia della EF Education-EasyPost-Oatly con la quale correrà nella stagione del ciclocross. Il valdostano è alla ricerca della condizione, l’esordio nel fuoristrada non è lontano e c’è da lavorare

«La ripresa degli allenamenti sta andando bene, a livello metabolico – racconta – mentre sotto l’aspetto fisico ho un problemino al ginocchio da sistemare. Nulla di grave, è un edema osseo al terzo distale del femore che mi causa un leggero fastidio. Si tratta di un problema che arriva a causa di diversi microtraumi. In bici riesco ad andare e allenarmi senza problemi, per il momento ho interrotto palestra e corsa. Metabolicamente posso lavorare e arrivare in condizione alle prime gare di ciclocross, dovrei iniziare il 7 dicembre in Sardegna».

Il 2025 per Filippo Agostinacchio è stato l’anno della consacrazione tra gli U23: qui nella vittoria di tappa al Giro Next Gen (foto La Presse)
Il 2025 per Filippo Agostinacchio è stato l’anno della consacrazione tra gli U23: qui nella vittoria di tappa al Giro Next Gen (foto La Presse)
Ti stai già allenando con la nuova divisa…

E’ quella del team di ciclocross, ha la stessa grafica di quella WorldTour. Posso indossarla per via dell’accordo “tre parti” dell’UCI, il prevede che su strada continuerò a correre con la squadra di provenienza, e per il ciclocross correrò con la EF Education-EasyPost-Oalty. 

L’anno prossimo non correrai più con la Biesse-Carrera-Premac?

In realtà qui arriva la novità, in realtà nel 2026 su strada correrò ancora con loro. Alla fine per me non si è liberato il posto nella formazione WorldTour. A causa di certe dinamiche interne al team non si è trovato il modo di farmi passare con la EF Education-EasyPost.

Nonostante gli ottimi risultati per Agostinacchio, a causa di sfortunate coincidenze, non si sono aperte le porte del WorldTour
Nonostante gli ottimi risultati per Agostinacchio, a causa di sfortunate coincidenze, non si sono aperte le porte del WorldTour
Come mai?

Perché secondo gli accordi iniziali, presi a maggio, dovevo passare nel devo team, poi la mia stagione è decollata e mi hanno detto che avrebbero preferito farmi entrare nel WorldTour. In squadra si sarebbero liberati tre posti, ma altri atleti avevano già firmato a maggio per subentrare. Dovevano uscire altri corridori ma così non è stato (Carapaz doveva essere uno di quelli, ma dopo tante voci di mercato dovrebbe proseguire con la EF Education-EasyPost, ndr). Io dovrei entrare in squadra nel 2026 come stagista e passare ufficialmente nel 2027.

Dopo una stagione dove sei andato davvero forte che effetto fa non passare professionista?

Diciamo che era l’anno sfortunato per raccogliere così tanti risultati, molte squadre cambiano licenza, visto che è finito il triennio, altre si uniscono. D’altro canto la EF Education era l’unico team che mi avrebbe fatto correre nel cross. Infatti hanno comunque messo in piedi una formazione per me e mio fratello, quindi credo in questo progetto. 

Marco Milesi e la Biesse, una volta saputo che Agostinachio non sarebbe passato pro’ lo hanno accolto per un altro anno
Marco Milesi e la Biesse, una volta saputo che Agostinachio non sarebbe passato pro’ lo hanno accolto per un altro anno
Che inverno sarà?

Se avessi saputo prima quella che poi è stata la decisione finale, avrei gestito diversamente gli ultimi mesi su strada e avrei prolungato la stagione del ciclocross. A settembre avevamo deciso insieme alla EF Education di fare due mesi intensi, poi staccare e ripartire a dicembre. Alla fine il mio calendario con la formazione di ciclocross prevederà quindici gare. Dopo l’esordio in Sardegna partirò insieme a mio fratello per il Belgio e staremo lì tre settimane per correre. Saremo in un appartamento insieme a un massaggiatore e con nostro padre come accompagnatore e diesse. 

Nel 2026 sarai elite, hai già parlato con la Biesse del calendario?

Devo ringraziarli perché appena hanno saputo della situazione, si sono messi a disposizione e mi hanno tenuto con loro. Dovremo decidere bene quali gare fare e come gestirmi, anche perché sanno che poi ad agosto dovrei andare a fare lo stagista con la EF Education-EasyPost. 

Da sinistra: Mattia Agostinacchio, Filippo Agostinacchio, EF Education-EasyPost-Oalty, ciclocross, novembre 2025
I due fratelli Agostinacchio avranno modo di correre insieme nel cross, su strada ci sarà da attendere ancora un altro anno
Da sinistra: Mattia Agostinacchio, Filippo Agostinacchio, EF Education-EasyPost-Oalty, ciclocross, novembre 2025
I due fratelli Agostinacchio avranno modo di correre insieme nel cross, su strada ci sarà da attendere ancora un altro anno
Pensi di poter vivere il 2026 su strada in maniera più tranquilla?

Di tranquillo nella mia carriera non c’è stato praticamente nulla (dice con una risata, ndr). Ho parlato con il mio procuratore e sono in contatto con Vaughters che è il general manager, quindi sono abbastanza tranquillo. Spero non ci siano problemi e di aver modo di fare le cose al meglio, a partire da questo inverno con il ciclocross.

Avrai comunque modo di stare vicino a tuo fratello?

Assolutamente, per un paio di giorni sono ancora il suo preparatore (dice ancora ridendo, ndr). Poi avrò modo di stargli vicino e aiutarlo in questo primo anno di WorldTour.