Melavì Valtellina Ebike Festival, le due ruote per tutti immerse nella natura

15.02.2023
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Il più grande evento italiano di eMtb si sposta in primavera e apre la stagione valtellinese del cicloturismo. Il Melavì Valtellina Ebike Festival conferma la sua formula vincente fatta di escursioni, enogastronomia e atmosfera di festa, insieme a tante novità. Una su tutte il periodo, il festival infatti avverrà tra i profumi della stagione dei fiori più precisamente sabato 27 e domenica 28 maggio. Il magnifico teatro naturale sarà sempre Morbegno, una bellissima cittadina medievale alle porte della Valtellina, a pochi passi dal Lago di Como. Un territorio dalle peculiarità culinarie e paesaggistiche uniche nel loro genere che conferma la sua evoluzione in campo promozionale e sportivo in vista delle prossime Olimpiadi

Un Festival per tutti

Arrivato alla sua quarta edizione, il Melavì Valtellina Ebike Festival vanta già un’esperienza e un  entusiasmo collettivo in grado di confermare anno dopo anno tante iniziative, accrescendo e migliorando le attività. 

«A partire dalla prima edizione nel 2020 – dice Camillo Bertolini di DaysOff – l’evento ha continuato a crescere sia in termini di partecipanti attivi alle iniziative, sia come numero di visitatori ed esposizione mediatica. L’edizione 2022 è stata bellissima per via del fatto che, essendo cadute tutte le restrizioni sanitarie, abbiamo potuto vivacizzare il villaggio con tante side activities e spettacoli.

«Quello che vogliamo – prosegue – è far crescere ancora la manifestazione, mantenendo però lo spirito di accoglienza e di festa che si è respirato in queste prime edizioni. Vogliamo che l’evento diventi sempre più una grande festa della bicicletta elettrica e del territorio valtellinese. Un altro punto di cui andiamo particolarmente orgogliosi è la presenza di pubblico femminile (le donne rappresentano il 25% dei partecipanti). E questo ci dice come il Melavì Valtellina Ebike Festival sia percepito come un evento che, grazie al format e alle iniziative, riesce ad attrarre una platea di pubblico molto aperta».

Escursioni nel gusto

Morbegno è il centro di una rete sentieristica spettacolare che si dirama sui versanti orobico e retico offrendo la possibilità di realizzare tour di ogni difficoltà. Da escursioni facilissime di fondovalle e tra i vigneti terrazzati, fino ai percorsi pastorali che raggiungono gli alpeggi oppure ancora su sentieri alpini raccomandati ai soli esperti della mountain-bike. Per questo ognuno può trovare iniziative adatte al proprio livello di abilità, con la certezza di visitare le grandi bellezze naturalistiche del territorio all’interno di valli incantate. A far da filo conduttore c’è l’enogastronomia, con tappe di gusto alla scoperta dei sapori più autentici della cucina valtellinese.

Il format della nuova edizione prevede la conferma della Festival Ride, il grande tour all-mountain di 40 chilometri su un percorso super panoramico (rivisitato per il 2023) che ha visto nella scorsa edizione la partecipazione di più di 250 appassionati. Confermato anche Gusto di Valtellina, un percorso enogastronomico con poco dislivello intervallato da stop degustativi in location di pregio. Infine l’escursione Val Masino e Foresta Incantata, che porta alla scoperta di uno dei luoghi naturalistici più belli d’Italia e che lo scorso anno ha visto il sold-out in soli pochi giorni.   

L’ebike Village presenterà attività aperte a tutti e momenti di intrattenimento
L’ebike Village presenterà attività aperte a tutti e momenti di intrattenimento

Esperienze adrenaliniche

Non mancano le iniziative più adrenaliniche come la Trail Experience. Un nuovo percorso accattivante che prevede anche un pranzo e momenti di goliardia in compagnia degli alpini locali.

«Tra le novità del 2023 – dice Bertolini – c’è l’integrazione di una tappa del circuito italiano E-Enduro che porterà all’interno del Festival quel target della mountain-bike più core al quale il territorio (specialmente il versante orobico) può offrire molto in termine di dislivello e tecnicità dei sentieri».

Le iscrizioni alle iniziative sono aperte sul sito www.valtellinaebikefestival.com con un prezzo promozionale per chi prenotata prima di fine febbraio. Per chi ne fosse sprovvisto, è inoltre possibile richiedere il noleggio di una delle più di 100 ebike messe a disposizione direttamente in loco. Fulcro del Melavì Valtellina Ebike Festival sarà l’eBike Village localizzato in una grande piazza a ridosso del centro storico. Questo sarà il punto di partenza e di arrivo di tutte le attività e delle competizioni, ma anche un’area espositiva dove poter vedere e testare le nuove e-bike, partecipare a test drive di auto elettriche, assistere agli show di bmx freestyle e molto altro.   

Sicurezza e valorizzazione

L’evento, in costante crescita negli ultimi anni, è sostenuto da Melavì, eccellenza di Valtellina che riunisce oltre 300 coltivatori di mele del territorio. Un altro partner a chilometro zero è Met Helmets, azienda riconosciuta a livello mondiale nella progettazione e produzione di caschi e dispositivi protettivi per il ciclismo che proprio a Morbegno ha il suo head quarter. Anche il territorio ha risposto positivamente con il supporto da tutte le principali istituzioni come Regione Lombardia, Provincia di Sondrio, BIM Adda e il Comune di Morbegno. Partner invece per la tracciatura dei tour è komoot, applicazione mobile che consente di percorrere in modo guidato i migliori percorsi cicloturistici. 

Tra gli organizzatori figurano Mondo Ebike, mega-store focalizzato nella vendita di biciclette elettriche. Days Off, agenzia di marketing specializzata in attività outdoor e 360 Valtellina Bike, associazione che si occupa del ripristino di antichi percorsi e della manutenzione della sentieristica della bassa Valtellina.

MelavìValtellinaEbikeFestival

Camilla Alessio: dalla Valtellina alla Germania pronta a ripartire

18.10.2022
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Il sole esce tardi dalle montagne che circondano il Sentiero Valtellina, ma quando lo fa scalda tutto come se fosse estate. Il 1° Giro Totale organizzato da Ceratizit con il supporto di Kirolife ci porta a Tirano e come rappresentante del team Ceratizit WNT Pro Cycling c’è Camilla Alessio. L’atleta veneta ha chiuso il suo primo anno con la squadra tedesca: non è stato un esordio semplice, ma Camilla non perde il sorriso ed il buon umore. Durante la nostra pedalata ne approfittiamo per parlarci un po’ e lei accetta. Nel ritorno da Aquilone a Tirano, Camilla zigzaga, salta gli ostacoli e sorride. Lo si vede anche attraverso le lenti nere dei suoi occhiali da sole che la passione per la bici è ben radicata in lei.

Al Giro Totale organizzato da Ceratizit era presente anche Camilla Alessio, al primo anno nel team Ceratizit WNT Pro Cycling
Al Giro Totale organizzato di Ceratizit c’era anche Camilla Alessio, al 1° anno nella Ceratizit WNT Pro Cycling

L’entusiasmo non manca

La passione per la bici la ventunenne veneta l’ha scoperta da poco e sembra non volerci proprio rinunciare. Così pedalando e facendo scorrere la bici tra le curve e le strettoie del Sentiero Valtellina emergono tanti argomenti interessanti. Si parla anche del “duello” tra istinto e ragione e di come imparare a trovare il giusto equilibrio tra questi due sentimenti.

«In corsa sono molto istintiva – ci racconta Camilla – non mi piace guardare i numeri. Da quando sono qui alla Ceratizit WNT, in gara, sul computerino guardo solamente la mappa del percorso. Giusto per sapere quando mettermi davanti nei punti critici del percorso. Nelle corse del Nord ti capita di gareggiare in strade strettissime ed è meglio sapere quando stare davanti».

Nel tragitto il gruppo ci sfila e così ci ritroviamo in fondo, un po’ distanti dalle guide ma con dietro il sapiente Igor Gonzalez de Galdeano. «Di solito nel guardare le strade non sono bravissima – scherza – se riusciamo a tornare al ristoro senza indicazioni vorrà dire che mi dovrò affidare ancor di più al mio istinto».

Il Tour de Flanders Femmes è stata l’ultima corsa di Camilla, prima del lungo stop
Il Tour de Flanders Femmes è stata l’ultima corsa di Camilla, prima del lungo stop

Lo stop

La prima stagione di Camilla alla Ceratizit WNT Pro Cycling era iniziata bene, poi però, a causa dei soliti dolori si è dovuta interrompere anzitempo. Quando entri nel mondo del ciclismo che conta fermarsi non è semplice e lei ce lo racconta, consapevole che la forza per ripartire c’è.

«E’ un problema (quello del reflusso gastrico, ndr) che mi porto dietro da molti anni – racconta Camilla Alessio – non è facile conviverci. E’ una cosa che mi limita molto nel momento in cui vado a fare attività fisica. Alla Strade Bianche sono rimasta sempre davanti, ma non ho potuto mangiare per tutta la gara. Al Giro delle Fiandre ho sofferto così tanto da mettere quasi in dubbio la mia partecipazione alla gara. Dopo quella giornata da inferno nell’inferno del Nord – scherza Camilla – mi sono fermata per capire bene quale sia il problema».

La fiducia non manca

Quelli che sono trascorsi da aprile ad ottobre non sono stati sicuramente dei mesi facili, ma Camilla non perde il sorriso. Anzi, è proprio questa la cosa che ci sorprende, la sua serenità.

«Voglio capire il mio problema e riuscire a sconfiggerlo – continua – la squadra mi è sempre stata molto vicina e questo aiuta ad affrontare le sfide con la giusta motivazione. Una delle mie grandi passioni è la scrittura, così il team mi ha proposto di provare ad intraprendere questa strada nei prossimi mesi, con la promessa che appena riuscirò ad allenarmi mi faranno tornare in gruppo. Venerdì (14 ottobre, ndr) andrò in Germania, vivrò lì e lavorerò con l’ufficio di comunicazione della squadra. Prenderò parte all’organizzazione ed alla realizzazione di eventi come questi, nell’attesa di tornare in bici al più presto».

Al termine del bel weekend a Tirano all’insegna del ciclismo c’è tempo per una dedica che custodiremo gelosamente
Al termine del bel weekend a Tirano all’insegna del ciclismo c’è tempo per una dedica che custodiremo gelosamente

Le compagne

L’entusiasmo dei giovani è spesso come il motore di una fuoriserie, sale di giri quando si scalda, quando trova strada libera. E così, quando un’atleta giovane trova spazio per esprimersi e parlare tende a raccontarsi pienamente. Allora è giusto, da parte di chi lo ascolta incamerare tutte le informazioni, con la consapevolezza che certe cose è giusto rimangano nell’eco di questa valle.

Una cosa però a Camilla la chiediamo ancora, ovvero quali sono state le sensazioni e le emozioni del suo passare professionista in una squadra così importante.

«La squadra è stata davvero molto contenta della mia prima parte di stagione (ci dice Camilla mentre è seduta su una panchina in legno a godere della temperatura estiva di questo ottobre, ndr). Mi hanno fatto sentire compresa e capita per quanto riguarda il mio disturbo, una cosa che non si vede ma che fa soffrire. Questa prima parte della mia esperienza è stata bellissima, fin da piccola ho sempre desiderato di diventare professionista. Passare dal lato delle “top player” e essere in stanza con campionesse come Katie Archibald è strano. Il primo giorno ero tutta agitata, i primi mesi sono stati come essere al Paese dei Balocchi.

«Stare con ragazze di quel livello, come la Brennauer o la “Confa” (Maria Giulia Confalonieri, ndr) è qualcosa di indescrivibile. E’ bello fare un’esperienza del genere perché conosci tante tradizioni, religioni e culture diverse e questo ti fa crescere. A proposito di ambientamento con Lach Marta ho riscontrato una differenza di cultura, cose ti fanno sorridere ma allo stesso tempo riflettere su quanto sia importante capire chi ti circonda».

Valtellina Ebike Festival, la formula vincente su due ruote

28.07.2022
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Un weekend in sella senza pensieri con il solo scopo di divertirsi e scoprire il territorio. Sabato 17 e domenica 18 settembre andrà in scena la terza edizione del Melavì Valtellina Ebike Festival. Un’occasione per vivere iniziative diverse per difficoltà e per spirito, una festa in compagnia, sapori alpini e tour naturalistici ed enogastronomici. 

Naturalmente a misura di bici, con percorsi unici tra i meravigliosi paesaggi montani a bordo della propria mountain bike elettrica. Un modo per vivere la maestosità della montagna in maniera ecologica e alla portata di tutti, condividendo i valori delle due ruote.  

Gli itinerari si intrecciano nelle montagne valtellinesi tra luoghi di pregio storico e naturalistico
Gli itinerari si intrecciano nelle montagne valtellinesi tra luoghi di pregio storico e naturalistico

Festival Ride

L’iniziativa regina è il grande tour Festival Ride. Suddiviso in due percorsi: Easy di 25 chilometri su strade asfaltate e sterrate, Challenge di 36 chilometri con l’inclusione di trail alpini. Con la possibilità di interscambio nei diversi punti ristoro disposti lungo il tracciato. L’itinerario coinvolge vigneti, borghi alpini, boschi e panorami mozzafiato sulla Bassa Valtellina e l’Alto Lario. 

Ci sarà anche il tour Gusto di Valtellina, ridisegnato e migliorato. Sarà una gita in compagnia su un percorso facile, per tutti, con tappa in diversi punti di degustazione allestiti in location di pregio: antichi palazzi, cantine storiche e chiese dell’anno mille. Sarà anche l’occasione per apprezzare i piatti tipici della vallata, come mele, formaggi, bresaola e buon vino.

I momenti di convivialità non mancano anche grazie alle attività rivolte all’enogastronomia
I momenti di convivialità non mancano anche grazie alle attività rivolte all’enogastronomia

Le attività

Tra le altre iniziative che arricchiranno il Festival ci sarà il tour naturalistico Val Masino e Foresta Incantata. Le novità Parco delle Orobie e Via Priula, per scoprire la Valle di Albaredo e i segreti della lavorazione del formaggio Bitto. Per i biker più esperti invece ci sarà la Trail Experience, su un nuovo tracciato in Valgerola, un’avventura in stile enduro con pranzo e canti di montagna in compagnia degli Alpini. Oltre alle numerose iniziative sui sentieri, ci sarà anche un villaggio espositivo dove poter vedere e testare i nuovi prodotti per il cicloturismo. Un luogo dove portare i più piccoli ad apprendere le tecniche della mtb.

A supportare il compimento di questo importante Festival ci sono sponsor e associazioni del luogo e dintorni. A partire dai percorsi, preparati con attenzione da 360 Valtellina Bike. Un’associazione che ha come attività principale il recupero e la manutenzione della sentieristica della Bassa Valtellina. Sarà presente anche Fiera Leggera, una rete di produttori, artigiani e negozi del territorio impegnati nella promozione di prodotti e scelte di vita a basso impatto ambientale e zero waste.

Ad avvalorare il parterre dei partner principali ci sarà Melavì, Title Sponsor, società cooperativa che riunisce più di 300 aziende agricole che producono mele in Valtellina. Infine MET Helmets, azienda leader mondiale nella produzione di caschi per il ciclismo che ha come head quarter proprio Morbegno.

Per i biker più esperti sono presenti percorsi più impegnativi
Per i biker più esperti sono presenti percorsi più impegnativi

Le voci

I percorsi sono stati presentati ufficialmente in una conferenza tenuta a Morbegno, Città Alpina 2019, all’interno del suggestivo complesso di Sant’Antonio. Un ex convento domenicano del XV secolo, che sarà anche la sede del festival durante la manifestazione. Gli organizzatori hanno parlato di quanto il loro focus alla vigilia di questa edizione sia rivolto a confermare e migliorare quanto fatto.

«La varietà dei percorsi di questo territorio – ha detto Paolo Belli, presidente Comitato Promotore VEF e titolare dello store Mondo Ebike – è talmente ampia che possiamo permetterci ogni anno di proporre itinerari diversi, facendo conoscere agli appassionati di bicicletta elettrica tutte le grandi bellezze della nostra valle».

«Il Valtellina Ebike è un evento turistico con un format di successo – ha spiegato Camillo Bertolini, fondatore dell’agenzia di marketing turistico Day Off – si va alla ricerca delle emozioni vere del territorio tra percorsi mozzafiato, valli incantate e i migliori prodotti dell’enogastronomia locale. Ciò a cui puntiamo è immergere i partecipanti nella cultura e nella bellezza della Valtellina, che è un territorio in grande evoluzione e con molti progetti in divenire».

I percorsi si addicono a tutti i livelli di pratica, dai più piccoli ai più esperti senza limitazioni
I percorsi si addicono a tutti i livelli di pratica, dai più piccoli ai più esperti senza limitazioni

Valtellina da scoprire

Il Valtellina Ebike Festival è un’occasione per vivere il ciclismo ma anche l’opportunità per scoprire un territorio unico come quello valtellinese. Il luogo è famoso per le due ruote snelle dove i percorsi e le salite sono frequentate dagli appassionati soprattutto nel periodo estivo.

«La valorizzazione del territorio attraverso l’ebike – dice Gigi Negri, direttore del Consorzio Turistico Porte di Valtellina – dobbiamo diffonderla a tutta la provincia e al il lago di Como, ricalcando i successi ottenuti nella promozione della road-bike». 

Per il territorio, i cittadini, e i visitatori, vivere il ciclismo in armonia con la natura è il mantra a cui si ispirano le autorità valtellinesi. Il weekend del Festival in programma a settembre sarà il palcoscenico per promuovere e mostrare le ambizioni e le possibilità di questi luoghi. 

ValtellinaEbikeFestival

Ritorno in Valtellina per altre quattro conquiste

30.06.2022
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Il viaggio in Valtellina prosegue e nostra guida d’eccezione è ancora Francesco Gavazzi, corridore di casa, maglia della Eolo-Kometa che a quest’area geografica è legata con corda doppia.

Nell’articolo precedente, ci siamo occupati di quattro salite importanti della Valtellina come Campo Moro, Passo San Marco, Passo dello Spluga e Mortirolo. Sia queste sia le prossime sono al centro di Enjoy Stelvio Valtellina 2022, un’operazione che in giorni prestabiliti prevede la chiusura dei passi al traffico, per lasciare via libera ai ciclisti. Perciò, dopo aver annotato che per ragioni di causa maggiore la chiusura dello Spluga per il 3 luglio è stata cancellata, oggi allarghiamo l’azione e ci occupiamo della scalata dei Laghi di Cancano, dello Stelvio, di Bormio 2000 e del Gavia.

Gavazzi, che in questi giorni è a riposo dopo il campionato italiano e tornerà in gruppo alla fine dell’estate, si rimbocca le maniche e inizia il racconto.

Dopo il Giro d’Italia e quello di Slovenia, Gavazzi ha corso l’italiano
Dopo il Giro d’Italia e quello di Slovenia, Gavazzi ha corso l’italiano

Laghi di Cancano

La salita parte a 1.341 metri sul mare e arriva a 1907. Sono 8,2 chilometri con dislivello di 566 metri e pendenza media del 6,9 per cento. Il ciclismo la scoprì prima con il Giro Donne e successivamente, nel 2020, con il Giro dei professionisti che si corse in ottobre. Tappa dello Stelvio, vittoria di Hindley su Geoghegan Hart e maglia rosa ancora al compagno Ackermann.

«Adesso è diventata famosa – sorride Gavazzi, che in Valtellina ci vive – mentre prima non la conosceva nessuno. E’ la meta classica di chi è a Livigno, ma anche a Bormio. Si può prendere da diversi punti, ma alla fine si ricongiungono tutti. Il bello è che vedi sempre le Torri di Fraele e per questo lo scenario è uno dei più belli. Fra le novità degli ultimi anni, che rendono questa strada ancora più gettonata, c’è la possibilità di arrivare in cima. Adesso si possono fare quei 2-3 chilometri lungo il lago con la strada risistemata e c’è anche il bar.

«Mi piace molto andare lassù. E’ impegnativa, ma te la godi. La strada è stretta ed è bello. La salita larga passa di meno, se penso ai drittoni dell’Alpe di Pampeago, mi viene male. La salita con tanti tornanti come Cancano ti offre più riferimenti e permette di prendere meglio il ritmo».

SOLO PER LE BICI

I Laghi di Cancano saranno dedicati alle bici il 23 luglio e il 2 settembre (ore 8,30-12,30 da Fior d’Alpe).

Lo Stelvio

Sua maestà lo Stelvio. Quota 2.758, il valico stradale più alto d’Europa. Finché i cugini francesi, convinti che la vita sia un fatto di misure, decisero di batterlo, costruendo una strada inutile in cima alla Bonette, che permise di salire fino a quota 2.802. In barba all’ambiente, all’ecologia e al buon senso.

Lo Stelvio ha tre versanti. Quello della Valtellina (da Bormio), quello iconico di Prato allo Stelvio e quello Svizzero, l’Umbrail, che si prende da Santa Maria e in passato era la… palestra dei test per Armstrong. Il versante di Bormio è quello che ha le gallerie in basso, i 30 tornanti e la celebre Cantoniera. Pendenza media del 7,6 per cento (massima 14), 21,5 interminabili chilometri e dislivello di 1.533 metri.

«Lo Stelvio – sorride Gavazzi – è lo Stelvio a prescindere dai versanti. Probabilmente quello di Prato è il più storico, ma da Bormio è più battuto dai corridori, è lunghissimo e devi prenderlo con una certa filosofia. Quando arrivi sopra i 2.000 metri, senti la mancanza di ossigeno. Negli ultimi 5-6 chilometri senti che sei limitato e non è una bella sensazione».

Sullo Stelvio, l’assenza di ossigeno si fa tangibile dopo la Cantoniera: non si arriva mai (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Sullo Stelvio, l’assenza di ossigeno si fa tangibile dopo la Cantoniera: non si arriva mai (foto Parco Nazionale dello Stelvio)

L’aria che manca

E’ una salita che ha fatto la storia del ciclismo, lanciando campioni verso la gloria e respingendone malamente altri. E l’alta quota è il fattore spesso discriminante, forse più delle pendenze.

«I corridori ne soffrono anche di più – spiega Gavazzi – perché siamo costretti ad andare forte, non puoi metterti di passo ad aspettare che finisca. Quando arrivi all’ultima Cantoniera, hai ancora un quarto d’ora di gara e ti sembra di non arrivare

«Ho fatto tanti ritiri pedalandoci sopra – prosegue – e il consiglio è di andare sempre tranquilli. E’ la salita che tutti vogliono fare. Fra giugno, luglio e agosto a qualunque ora incontri ciclisti anche non allenatissimi. Non è il Mortirolo che ti respinge con le pendenze: se anche non sei al top, ti metti con la santa pazienza e lo fai. Nei nostri giri, una delle distanze classiche è Livigno, Forcola, Stelvio, Bormio, Foscagno, Livigno. Vengono fuori 6 ore. In certi allenamenti puoi anche fare qualche lavoro, ma è allenante anche solo farlo in bici. Sono gli allenamenti migliori, quelli che preferisco. Meglio ancora se in compagnia».

SOLO PER LE BICI

Lo Stelvio sarà chiuso per Enjoy Stelvio Valtellina nei tre versanti sabato 3 settembre per la manifestazione Scalata Cima Coppi, 20ª edizione (8-16 da Bagni Vecchi, Trafoi, Santa Maria Val Mustair).

Lo Stelvio da Bormio ha 30 tornanti. Pendenza massima del 14 per cento (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Lo Stelvio da Bormio ha 30 tornanti. Pendenza massima del 14 per cento (foto Parco Nazionale dello Stelvio)

Bormio 2000

A Bormio 2000, Simoni urlò così forte che i suoi insulti all’indirizzo di Cunego coprirono persino la voce dello speaker. Era il Giro del 2004 e la corsa arrivò lassù, con vittoria del veronese in maglia rosa. Da allora non ci sono più stati arrivi, in cima a questa salita della Valtellina che parte dalla cittadina delle terme e in 9,8 chilometri arriva a quota 1.938 con una pendenza media del 7,5 per cento e tratti al 9.

«Non è lunga né impossibile – spiega Gavazzi – perché sono una decina di chilometri regolari. Ha tanti tornanti non stretti e arrivi dove iniziano le piste da sci. In cima c’è un cannone sparaneve utilizzato come fontana, una sorta di monumento agli sport invernali. E’ la salita ideale per fare i lavori, tanto che fra luglio e agosto vedi passare un sacco di pro’. La strada è bella, la pendenza regolare. Oltre ai lavori ci si fanno bene anche i test».

SOLO PER LE BICI

Bormio 2000 sarà riservata alle bici sabato 23 luglio (14-16,30 da località Eira).

Passo Gavia

Il Gavia è uno dei giganti della Valtellina su cui si è scritta la storia del ciclismo. Una volta, fino al 1995, non era nemmeno asfaltato del tutto e quella stradina era terreno di sfide mitiche. Il versante di Bormio misura 25,6 chilometri, che diventano 14 se si parte da Santa Caterina Valfurva. La quota di arrivo è di 2.621 metri, la pendenza media è del 5,5 per cento, ma non mancano i tratti a doppia cifra.

«Penso che con lo Stelvio e il Mortirolo – prosegue Gavazzi – il Gavia sia tra le salite più belle e storiche del ciclismo. A essere sincero, il versante di Bormio non l’ho mai fatto in corsa, si fa sempre da Ponte di Legno che è più dura e più lunga. Invece dalla parte di Bormio sono sempre sceso, mentre lo faccio spesso in allenamento. Soprattutto quando sono a Livigno o sullo Stelvio. E’ un po’ particolare, perché comunque tutti lo considerano da Santa Caterina Valfurva, ma arrivarci da Bormio è già una bella salita. Se però lo consideriamo da Santa Caterina, allora non è lungo, perché si parte già da 1.800 metri di altezza».

Sulla cima del Gavia, i laghetti e la neve compongono uno scenario da favola (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Sulla cima del Gavia, i laghetti e la neve compongono uno scenario da favola (foto Parco Nazionale dello Stelvio)

Fra cielo e terra

Sulla cima ci sono laghetti e un rifugio, che negli ultimi tempi è preso d’assalto da cicloturisti con pedalata assistita. Un’osservazione che ai puristi può far storcere il naso, ma che ha fatto esplodere il marketing del cicloturismo.

«E’ una salita dura e non costante – prosegue Gavazzi – una rampa poi spiana, una rampa dura e poi molla. Però è bella, perché sei in mezzo alle montagne. C’è poca vegetazione essendo in alto, quindi vedi tutte le vette che ti circondano. C’è il ghiacciaio che vedi sulla sinistra e poi il finale, la parte più facile, dove ci sono anche un paio di laghetti. E’ una bella salita proprio da godere, anche per i cicloamatori».

Il Giro d’Italia scala più spesso il Gavia dal versante bresciano, per scendere su Bormio e la Valtellina (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Il Giro d’Italia scala più spesso il Gavia dal versante bresciano, per scendere su Bormio e la Valtellina (foto Parco Nazionale dello Stelvio)

«E’ dura, ma non impossibile. Non è lunghissima – conclude Gavazzi – quindi alla fine tra tutte forse è quella dove ti puoi divertire un po’ di più. Se vuoi forzare, puoi farlo. Se vuoi andare con un bel passo, puoi farlo. E’ un’altra salita su cui trovi tantissimi appassionati che salgono. E in cima la sosta al Rifugio Bonetta è una tappa di rito, con la classica Coca e crostata, Coca e panino».

SOLO PER LE BICI

Il Gavia sarà riservato alle bici domenica 24 luglio (8,30-12,30 da Santa Caterina Valfurva e Sant’Apollonia), domenica 4 settembre agli stessi orari e dagli stessi punti.

Valtellina, i primi quattro giganti a ruota di Gavazzi

15.06.2022
8 min
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Quando fai il ciclista professionista e nasci in Valtellina, probabilmente non potresti accettare di pedalare sotto un cielo diverso. Si ha questa sensazione parlando con Francesco Gavazzi, pro’ dal 2007 e oggi alla Eolo-Kometa. Così dopo aver descritto Enjoy Stelvio Valtellina, con il corridore di Morbegno iniziamo un’ideale lunga… uscita sulle salite più rappresentative del progetto. Come abbiamo già raccontato, in alcuni giorni dell’estate, esse saranno chiuse, lasciando strada aperta alle bici…

«Sono belle strade – dice – con meno traffico rispetto a Bergamo e Como. Riesci ad allenarti bene e in sicurezza. Ci sono salite storiche che è un piacere fare e il cicloturismo sta letteralmente esplodendo. Non abbiamo soltanto salite. Infatti, parallele alla statale, ci sono stradine secondarie in pianura, per cui ci sono percorsi per tutti».

Gavazzi è in Slovenia per la prima tappa della corsa che rivedrà in gruppo Tadej Pogacar. Con lui buona parte del team che ha corso il Giro: Fortunato e Albanese, Rosa, Ravasi e il giovane Fancellu uscito bene dalla Adriatica Ionica Race.

Francesco Gavazzi è nato nel 1984 ed è professionista dal 2007
Francesco Gavazzi è nato nel 1984 ed è professionista dal 2007

Campo Moro, occhi e cuore

Cominciamo da qui, il Passo Campo Moro, affrontato pochi giorni fa dal Giro U23. La salita vera e propria inizia da Lanzada e da lì si sale per 15,1 chilometri. Quota di partenza 977 metri, arrivo a 1.990, per un dislivello di 1.013 metri e pendenza media del 6,7 per cento (massima del 7,8). 

«In realtà la salita inizia prima di Lanzada – dice Gavazzi – perché per il primo tratto si risale la Valmalenco che è pedalabile. Non è una salita che faccio spesso, ma per i suoi scenari è una di quelle che più ti resta dentro. Ci starebbe davvero bene un arrivo del Giro.

«A Lanzada si comincia a salire veramente e in alto si trova una serie di gallerie, poi un laghetto e uno scenario davvero bellissimo. Mi è capitata di rifarla qualche mese fa, dopo un bel pezzo che non andavo, e sono arrivato in cima dicendomi che avevo fatto bene ad andare.

«In alto c’è un piazzale, ai piedi della diga che chiude la valle, punto di ritrovo per gli escursionisti che lasciano l’auto e iniziano a camminare. La strada finisce lì – chiude Gavazzi – probabilmente ci sono sentieri adatti per la mountain bike, ma la bici da corsa si ferma a quel piazzale. Non c’è niente, solo una fantastica natura».

SOLO PER LE BICI

La salita di Campo Moro è stata già chiusa in favore delle bici il primo giugno e lo sarà ancora il 6 luglio (ore 8-12) e il 7 settembre (stesso orario).

La strada che arriva a Campo Moro finisce ai piedi della diga: panorama bellissimo (foto Valtellina Turismo)
La strada che arriva a Campo Moro finisce ai piedi della diga: panorama bellissimo (foto Valtellina Turismo)

Passo Spluga, tornanti in serie

Il Passo dello Spluga è lungo 30,1 chilometri, parte da quota 329 metri e arriva a 2.114 per un dislivello di 1.795 metri e pendenza media del 7,95 per cento (massima del 10,7).

Sullo Spluga, dal versante svizzero, il Giro passò lo scorso anno nella 20ª tappa. La salita su cui Caruso ringraziò Pello Bilbao per il gran lavoro e poi prese il largo verso la vittoria all’Alpe Motta. Il versante italiano fu invece proposto dal Giro d’Italia U23 del 2020, quando i corridori arrivarono a Monte Spluga, un paio di chilometri prima dello scollinamento, con vittoria di Pidcock.

«Il versante italiano – spiega Gavazzi – è lunghissimo. Il vero Spluga inizia da Campodolcino. Di recente è stata costruita una variante con meno curve, ma la salita classica ha tanti tornantini in pochi chilometri. Una salita che ti permette di goderti il panorama. Non ha tratti impossibili, ma passi lungo il lago, poi il paesino con le case di pietra. Dalla Svizzera è più breve perché inizia a 1.200 metri. Però quando arrivi al laghetto, con tutte le montagne attorno, sembra davvero di essere in un quadro».

SOLO PER LE BICI

Il Passo Spluga doveva essere riservato alle bici il prossimo 3 luglio, ma la manifestazione è stata annullata per cause di forza maggiore, lo sarà di nuovo il 4 settembre (ore 8-12).

Passo San Marco, la strada di casa

Il Passo San Marco parte proprio da Morbegno a quota 250 metri, è lungo 26,6 chilometri e scollina a 1.992 metri, per un dislivello di 1.742 metri. Pendenza media del 6,5 per cento, massima del 12.

«Il San Marco è la mia salita – Gavazzi si gasa – vivo praticamente ai suoi piedi, anche se sono originario di Talamona, e ne faccio un po’ ogni giorno.  E’ lunghissima e il Giro la fece una decina di anni fa, in una tappa che poi passava in provincia di Bergamo. E’ una salita vera. Inizialmente va su regolare, poi si stringe e per 3 chilometri va su al 10-12 per cento, poi si stabilizza. Io impiego un’ora 15′, per cui un amatore ci sta anche un’ora e mezza.

«La sua caratteristica è che quando arrivi ai 3 chilometri dalla cima, succede come sullo Stelvio: vedi la cima e non arrivi mai. Un calvario, per fortuna almeno è riparata dal vento. Da noi in bassa valle è la salita più importante, quella della conquista. E’ un po’ un vanto. E se sei forte e vuoi allungare, allora puoi fare il giro largo, scendendo verso Bergamo, poi Lecco e su lungo il lago».

SOLO PER LE BICI

Il Passo San Marco, la salita di casa di Gavazzi, sarà chiusa al traffico sabato prossimo (18 giugno, ore 8-11,30), quindi allo stesso orario il 17 settembre.

Mortirolo, inferno o paradiso?

Il Mortirolo , quota 1.852 metri sul livello del mare, l’abbiamo tenuto per ultimo, giusto per ingolosire gli amanti delle salite. Ha più versanti, ognuno fatto a modo suo e scopriremo a breve che i corridori stanno alla larga in allenamento dai più duri, che sono invece… costretti a fare in corsa.

I fronti più pedalati sono quello di Mazzo, poi Tovo, Monno, Grosio e la Dritta Contador. Altri versanti vengono scoperti periodicamente, poiché la base del valico è immersa fra vigneti e frutteti, solcati da stradine che confluiscono nei rami principali.

«Per fortuna – sorride Gavazzi, come avendo schivato un pericolo – da casa mia sono 70-80 chilometri, per cui è fuori portata. Però quando sei in ritiro a Livigno, finisci con lo scalarlo spesso, ma il versante di Mazzo l’ho fatto solo in corsa. Di solito vado da Grosio, che almeno non è impossibile. Non è che da Mazzo non ti alleni, però è troppo duro. E poi rispetto alle altre salite della zona, non hai grossi panorami intorno, perché è tutto nel bosco. Lo fai perché è storico, ma immagina di pedalare con questa rampa tipo garage davanti agli occhi».

Per conquista e per orgoglio

Qui viene fuori la differenza fra chi la sfida se la cerca per dimostrare qualcosa, a se stesso o agli altri, e chi va in bici per mestiere e da certe… provocazioni può stare alla larga.

«E’ sicuramente così – ammette Gavazzi – per fare il Mortirolo bisogna essere bene allenati, motivati e avere i giusti rapporti. Sulla bici che ho a casa, ho il 39×25 e il 27 su un’altra ruota. Così sono al limite, un amatore deve usare il 36 o il 34 davanti. E’ lungo, non si fa velocità. Ci sono ciclisti come puntini a pochi metri uno dall’altro, ma quei pochi metri sono secondi e anche minuti.

«Il versante di Grosio è il più battuto. E’ una salita vera, vedi la valle, passi un paesino con la chiesetta. Anche noi cerchiamo salite nuove, ma è vero che per il tipo di lavori che dobbiamo fare, non abbiamo mai il tempo di guardarti intorno. E quando capita, perché magari stai facendo una distanza senza lavori specifici, è una sorpresa. Vedi cose che non pensavi ci fossero e capisci anche i cicloturisti che salgono lassù sgranando gli occhi. Il Mortirolo lo fai perché vuoi andarci in cima. Per avere la foto col cartello o per vedere il monumento a Pantani. E’ un pellegrinaggio da eroi, pedali e non vedi l’ora di arrivare in cima».

SOLO PER LE BICI

Il Mortirolo, meta super ambita, sarà chiuso per 2 ore il 24 luglio con formula “Only for the bravest”, solo per i più coraggiosi, dalle 14 alle 16,30. Poi di nuovo il primo settembre, dalle 8,30 alle 12,30.

Il ciclismo è esploso, anche sul Mortirolo si vedono sempre più famiglie (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Il ciclismo è esploso, anche sul Mortirolo si vedono sempre più famiglie (foto Parco Nazionale dello Stelvio)

E’ l’amore/odio fra il ciclista e la salita, il ciclista e la sua stessa bici. Quando la fatica è tanta, il primo istinto è di appenderla al chiodo o gettarla nel dirupo. Poi arrivi in cima, respiri, ti rendi conto di quello che hai fatto, ti senti importante, ti guardi intorno e si ripete il miracolo. In Valtellina accade in cima a ogni salita. Il paradiso per la bici non potrà mai diventare un inferno.

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Enjoy Stelvio Valtellina, è iniziata l’estate della bici

01.06.2022
8 min
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L’eco del Giro si è spenta da poco e sulle salite della Valtellina è tornato il rotolare di copertoncini sull’asfalto e il fiato grosso dei ciclisti che ogni giorno le sfidano rincorrendo la calma interiore, la scoperta, la forma fisica e la conquista.

La Valtellina, al pari di poche altre aree del mondo, strizza l’occhio al ciclista con la grandiosità delle sue montagne e dei suoi passi in quota. Meta per amatori e corridori che già da qualche giorno hanno iniziato a spostarsi a Livigno per recuperare dalla prima parte di stagione, ricaricarsi e gettare le basi per quel che segue.

Ai Laghi di Cancano si arriva da Bormio. La strada è bellissima. Qui al Giro 2020 vinse Hindley (foto Parco Nazionale dello Stelvio)
Ai Laghi di Cancano si arriva da Bormio. La strada è bellissima. Qui al Giro 2020 vinse Hindley (foto Parco Nazionale dello Stelvio)

Enjoy Stelvio Valtellina: strade chiuse

Da oggi e fino al 17 settembre, in date prestabilite e descritte nell’apposito calendario, scatta il progetto Enjoy Stelvio Valtellina 2022: calendario di giorni in cui i valichi della Valtellina sono chiusi al traffico motorizzato, lasciando via libera agli sportivi che possono godere dei paesaggi in assoluta sicurezza.

Il programma coinvolge le salite più classiche (Stelvio, Gavia, Cancano, Mortirolo e Bormio 2000), cui si aggiungono il Passo Spluga, il San Marco e la salita a Campo Moro. Sedici giorni, per otto salite.

Così i valichi che già normalmente sono meta di migliaia di ciclisti, costretti in alcuni giorni a convivere con il rombo delle moto e le manovre delle auto nei tornanti, diventano rotte esclusive e silenziose. Un’occasione da non perdere.

Dalla Colombia allo Stelvio

Valtellina, paradiso dei ciclisti. Alcuni arrivano da molto lontano. Una nota influencer colombiana, nostra amica, che si chiama Caro Ferrer e vive di ciclismo e per il ciclismo, vi ha appena trascorso dei giorni nel quadro di un viaggio ben più lungo su tutto l’arco alpino.

«Impossibile descrivere qui cosa provo per questa montagna – ha scritto su Instagram ai suoi 291 mila follower a proposito dello Stelvio – è un amore assurdo, quasi malato. Le sorrido e le piango dall’inizio alla fine. Questo mio piccolo corpo non riesce a contenere tutta l’emozione. Voglio solo guardare ovunque, scattare 800mila foto, ballare, cantare e continuare a piangere per l’emozione.

«Lo Stelvio ha qualcosa che ipnotizza, che ti innamora, che ci fa sentire pieni anche quando stiamo soffrendo lungo ognuno dei suoi 36 tornanti».

Basso, ambasciatore di lusso

Ivan Basso di queste zone è testimonial d’eccezione. Abbiamo già raccontato delle origini valtellinesi di sua madre Nives e delle sue prime scalate allo Stelvio e al Mortirolo, ma ovviamente c’è di più.

«La Valtellina – dice – è una bomboniera in cui trovi tre salite mitiche come Stelvio, Gavia e Mortirolo, conosciute in tutto il mondo. Più ci sono gli altri luoghi, altrettanto iconici. Aprica. Livigno. Il Santa Cristina, appena fatto dal Giro. La Forcola. Il Foscagno. Chiunque vada lassù con la sua bicicletta, porterà a casa dei trofei indimenticabili, che non hanno niente da invidiare a salite altrettanto impegnative come l’Alpe d’Huez o il Tourmalet che negli anni sono diventati dei veri brand».

Dalla Colombia al Mortirolo

La montagna però è una cosa seria. Perciò, al netto della voglia di eroismo, bisogna andare lassù con le gambe pronte. Ugualmente leggendo dal diario online di Caro Ferrer, si capisce l’impatto di salite come il Mortirolo.

«Vi dico la verità – scrive – questa è una salita che ho sempre voluto togliere dal programma! Ma la sua conquista è così infinitamente soddisfacente che ti rimane per sempre nel cuore. Per molto tempo mi sono prefissata il compito di “terrorizzare” i ragazzi che sono venuti qui con me, affinché si convincessero che sarebbe stata un’impresa durissima e solo oggi mi hanno detto: “Caro, non pensavamo sarebbe stata così dura”. Potete immaginare la sorpresa quando hanno affrontato le 33 curve e hanno visto sui computer della bicicletta che nella maggior parte del percorso non si scendeva mai sotto l’11 per cento».

Allenamento ed esperienza

Basso conferma. Un po’ le pendenze e un po’ anche la quota potrebbero giocare brutti scherzi ed è per questo che la Valtellina offre anche… prelibatezze meno estreme, ai ciclisti con pedalata assistita e ai muscolari, mentre aspettano di acclimatarsi per sfidare i giganti.

«Servono preparazione e allenamento – dice – e i rapporti giusti, anche perché non tutti sono corridori e non tutti hanno l’esigenza di arrivare in cima a ritmo di record, anzi. E dato che le salite poi capita di farle anche al contrario, occhi aperti alle discese. L’alta montagna va affrontata con rispetto, soprattutto da parte di chi magari ha noleggiato una bici con la pedalata assistita, è riuscito ad arrivare in cima a salite molto dure e farà bene a prestare attenzione a discese comunque impegnative».

I piaceri della tavola

E a proposito di prelibatezze, mentre la bicicletta si avvicina nei numeri allo sci e va fatto notare come l’e-Bike abbia dato nuovo impulso a un certo modo di fare cicloturismo, anche l’enogastronomia di questo territorio merita un approfondimento. Un territorio che nelle cime è aspro e pungente, mentre in valle è morbido e verde.

«La Valtellina – conclude Basso – è sicuramente conosciuta per lo sport, ma anche per la cucina. Basta parlare di pizzoccheri, bresaola, formaggi, vino e amari e qualunque turista capisce esattamente a quale zona si stia facendo riferimento. E’ una valle che funziona sotto ogni aspetto, quello enogastronomico non è secondo agli altri».

Sedici date, per otto salite

Perciò basta sfogliare la locandina con i primi appuntamenti che da oggi inaugurano l’estate a pedali della Valtellina e individuare il giorno in cui potremo pensare di voler sfidare i giganti di lassù. Ci sono 16 date per 8 salite, da oggi al 17 settembre. Rispetto al programma iniziale sono state annullate le giornate del 5 giugno e del 3 luglio dedicate al passo dello Spluga.

Sarà un viaggio fra emozioni, sapori e grandi fatiche. Eppure, come ogni volta che scendiamo di sella e ci ripromettiamo sfiniti che non la prenderemo mai più in mano, basteranno poche ore per riaccendere il desiderio. Nel frattempo la tavola, lo shopping e il ritmo blando di un’estate fresca e silenziosa saranno gli ingredienti perfetti per lasciarci alle spalle per qualche giorno le nevrosi di quaggiù.

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Nicola Bagioli dalla bici alle pentole di pietra: la sua vittoria

21.11.2021
5 min
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Dalla bici alle pentole di pietra. Quando Nicola Bagioli risponde al telefono è indaffaratissimo. Forse neanche da corridore ha vissuto giornate tanto frenetiche. Il valtellinese ha appeso la bici al chiodo. Anche se ha solo 26 anni, anche se poteva ancora fare bene. Lo ha annunciato lui stesso qualche giorno fa.

Ma perché? La sua, come altre volte abbiamo visto, non è stata una scelta dettata dal “non trovo più squadra”, ma da un qualcosa che ha ponderato lui stesso. Una scelta figlia di un altro (bel) progetto. «Ho detto basta perché non riuscivo più a fare le due attività», spiega Bagioli mentre sta andando a pranzo. Già, ma quale attività?

Tornitore nel DNA

Nicola, assieme alla sua compagna Arianna, produce pentole in pietra ollare. Ha messo su un’azienda di fatto, la Lavec come il nome di queste pentole. Tutto nasce dopo l’incidente del 2019.

«Da quei giorni – dice Bagioli – avevo grossi problemi alla schiena e non sapevo se sarei tornato come prima. Sapevo che in casa c’era un tornio. Era “sepolto” nella legnaia. In famiglia si faceva questo mestiere tipico della Valtellina. Ho fatto una “ricerca” con mia nonna. E “spulciando” tra i ricordi è risultato che in casa si faceva questo mestiere da almeno cinque generazioni. Ma forse anche di più visto che è un’attività che già c’era nel 1500».

Nel 2020 all’Androni, Nicola ha fatto questa ultima stagione con la B&B Hotels
Nel 2020 all’Androni, Nicola ha fatto questa ultima stagione con la B&B Hotels

La bici? Il piano B

Bagioli è stato un buon passista-scalatore. Anche abbastanza veloce, come testimoniano le gare vinte alla Zalf da U23 o nel Canturino 1902 da juniores. Fino a poche settimane fa vestiva la maglia della francese B&B Hotels. Passò professionista nella Nippo-Vini Fantini. Lui e il fratello Andrea sono sempre andati forte, specie nelle categorie giovanili. Poi il “fratellino” è letteralmente esploso anche tra i grandi e adesso è una delle preziose carte nel mazzo della Deceuninck-Quick Step.

Ma Nicola dice che vedere il fratello a quei livelli non ha inciso sulla sua decisione.

«No, non credo proprio sia dipeso da questo – spiega il classe 1995 – è stata una scelta mia. Negli ultimi periodi mi dava più soddisfazione l’attività al tornio che quella in bici. Vedevo che le mie pentole erano apprezzate, che arrivavano nelle cucine di chef importanti… E questo è stato il mio spartiacque. Il piano B semmai era diventato la bici».

«Così ho gareggiato fino al Tour de Bretagne (fine settembre, ndr). Poi ho continuato a pedalare nel caso avessi dovuto gareggiare ancora. Ma quando la squadra mi ha detto che avevo finito, la bici non l’ho più toccata. Non ho tempo! Iniziamo alle 8 e finiamo alle 23,30. Due brevi pause, a pranzo e cena, e dopocena pensiamo ai pacchi da spedire.

«Inviamo le nostre pentole fatte in modo naturale, senza vernici o metalli antiaderenti, che consentono una cucina più naturale. Le mandiamo principalmente in Italia, ma abbiamo fatto dei pacchi anche per gli Stati Uniti e il Canada. Ultimamente si affacciano anche hotel e chef di ristoranti stellati della guida Michelin».

Solo bei ricordi

«Cosa mi resta di questo viaggio nel professionismo? Beh, posso dire di aver conosciuto tanta gente. Ho imparato l’inglese ed il francese, ho viaggiato per il mondo. Chiaro, quando sono passato avevo altri sogni. All’epoca speravo in una lunga carriera. Il mio ricordo più bello è legato alla conquista della maglia verde nella Tirreno-Adriatico. Ricordo anche la fatica fatta ogni giorno su tutti i Gpm per difenderla».

La cosa più bella del parlare con Nicola Bagioli è quella di sentire un ragazzo che davvero non ha rimpianti, che è consapevole della scelta fatta. Che è sereno.

«Oggi è già difficile fare il pro’ quando sei al 100 per cento con il fisico e con la testa, figuriamoci se in ballo c’è un’altra attività che ti dà soddisfazione».

Valtellina Ebike Festival, pronto il programma

21.08.2021
3 min
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Manca circa un mese alla seconda edizione del Valtellina Ebike Festival, importante evento dedicato alla mountain bike elettrica, in programma dal 18 al 19 settembre a Morbegno, in Valtellina. Gli organizzatori potranno contare sul supporto di MET Helmets che proprio a Morbegno ha la sua sede e che ricoprirà il ruolo di main sponsor della manifestazione.

https://www.youtube.com/watch?v=yuHsep3IDyo

Al sabato un tour all-mountain

L’iniziativa regina sarà il Festival Ride by Trek di sabato 19 settembre: un grande tour all-mountain che attraverserà vigneti, antichi borghi contadini, castelli e splendidi panorami che abbracciano la vallata fino al Lago di Como. Per rendere l’iniziativa fruibile dal maggior numero di persone sono stati pensati due percorsi che andranno fra loro a incrociarsi in più punti. Il primo, più facile, sarà principalmente su strade asfaltate o sterrate. Il secondo più impegnativo, prevederà il passaggio su sentieri di montagna, comunque mai estremi. Una soluzione volta a garantire un’esperienza divertente al professionista come all’appassionato di Mtb, oppure a chi vuole semplicemente vivere una bella giornata pedalando in compagnia dei propri amici. 

I sapori tipici… non potevano restare fuori dai giochi!
I sapori tipici… non potevano restare fuori dai giochi!

Anche un tour enogastronomico

La Valtellina è famosa, oltre che per le sue bellezze paesaggistiche, anche per il buon cibo. Proprio per questo motivo è stato previsto un self-guided tour su un percorso di 20 chilometri semplice e con poco dislivello. La bicicletta diventerà un semplice mezzo di trasporto tra quattro tappe enogastronomiche dove assaggiare i prodotti tipici del luogo. 

Per chi ama invece vivere emozioni forti sono invece in programma le attività E-Day Race, una gara all-mountain su un percorso di 40 chilometri, e la Trail Experience, un’escursione sui migliori sentieri enduro delle Alpi Orobie accompagnata delle guide locali di 360 Valtellina Bike.

Non solo alte quote, si potrà andare anche alla scoperta dei borghi
Non solo alte quote, si potrà andare anche alla scoperta dei borghi

Scoprire la Valtellina nascosta

Gli organizzatori del Valtellina Ebike Festival hanno previsto diverse opportunità per far scoprire angoli meno noti del loro territorio. Utilizzando le navette con partenza da Morbegno, si potranno visitare alcune valli laterali scegliendo le escursioni guidate by Schwalbe Val Gerola e Bitto, un tour che porta in alpeggio alla scoperta dei segreti della produzione di un formaggio dalla lavorazione antichissima, oppure Val Masino e Foresta Incantata, dove ci si inoltra in uno dei paradisi naturalistici più belli d’Italia e nel suo bosco secolare che ricorda i paesaggi delle fiabe.

Al Valtellina Ebike Festival, ogni tipologia di percorso… anche i più belli e panoramici
Al Valtellina Ebike Festival, ogni tipologia di percorso… anche i più belli e panoramici

L’eBike Village, cuore dell’evento

Punto di ritrovo per tutte le attività è l’eBike Village allestito nella grande piazza a ridosso del centro storico medievale di Morbegno. Qui si potranno noleggiare le e-mtb necessarie alle attività ma soprattutto visitare gli stand delle aziende espositrici, tra cui naturalmente MET Helmets, main sponsor dell’evento.

La manifestazione è sostenuta dalle più importanti istituzioni del territorio: Regione Lombardia, la Provincia di Sondrio, la Comunità Montana e il Comune di Morbegno, il BIM dell’Adda e da altri enti e fondazioni territoriali. Partner nella tracciatura dei percorsi è invece l’applicazione komoot.

Tutte le informazioni relative alle attività, al programma e alle modalità di iscrizione sono disponibili sul sito www.valtellinaebikefestival.com