Wiebes tra salite e sprint. Ma intanto spazio alla pista

10.02.2025
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Qualche settimana fa, al Media Day della SD Worx, la maggior parte dei giornalisti e delle conseguenti domande erano per la campionessa del mondo Lotte Kopecky e per la rientrante Anna Van der Breggen, vero nume del ciclismo femminile. Poi i giornalisti delle rispettive nazioni si sono accalcati intorno alle rappresentanti del proprio Paese, ma faceva un certo effetto vedere come una campionessa europea come Lorena Wiebes, primatista di vittorie della passata stagione, passasse quasi inosservata.

La vittoria di Wiebes nella seconda tappa del Uae Tour, conquistata in maniera diversa dal solito
La vittoria di Wiebes nella seconda tappa del Uae Tour, conquistata in maniera diversa dal solito

Famelica in gara, mite fuori

“Colpa” forse del suo carattere, che per chi non la conosce, per chi l’ha sempre vista in gara è quasi un enigma. Quando è in bici è un’autentica belva, sembra che appena sale sulla sella veda davanti a sé solamente il traguardo. Ha una fame di vittorie pari solo a quella di certi “cannibali” di ciclistica conoscenza al maschile. Ma poi, al di fuori, è tutt’altro. Sorridente, affabile, non si può proprio dire che se la tiri… Forse è per questo che pochi hanno colto alcuni segnali invece importantissimi in ottica stagionale. Il primo è che Lorena sta continuando in quella strada di parziale trasformazione delle sue caratteristiche, senza però per questo rischiare di compromettere le sue prerogative.

«Ho lavorato molto questo inverno – dice – per fare ulteriori progressi in salita, ma devo anche stare attenta a non inquinare le mie qualità di sprinter. Migliorare in salita può servire per allargare il range di prove dove posso giocarmi le mie carte, ad esempio le frazioni nei Grandi Giri, ma non sarò mai una ciclista da classifica generale».

Con Longo Borghini e altre due ragazze Uae. Per l’olandese tirare è diventata una buona opzione
Con Longo Borghini e altre due ragazze Uae. Per l’olandese tirare è diventata una buona opzione

Misurare sempre le energie

E’ una specifica importante soprattutto all’indomani dell’Uae Tour, dov’è stata protagonista assoluta. Ha vinto le prime due tappe e anche l’ultima. Nella terza, quella più dura con lo Jebel Hafeet, ha tenuto il ritmo delle più forti fino a poco più di 7 chilometri dal traguardo, poi ha tirato i remi in barca.

«Era sufficiente – ha spiegato – non sarebbe stato intelligente sfinirmi completamente soprattutto pensando che la tappa successiva, quella finale, sarebbe stata a me favorevole e io non avevo mai vinto la frazione finale dell’Uae Tour, cosa che poi ho fatto. Devo ragionare in questo senso, saper interpretare ogni corsa nella maniera giusta».

La leader della Sd Worx ora punta a tutte le classiche fino all’Amstel
La leader della Sd Worx ora punta a tutte le classiche fino all’Amstel

L’idea guardando il Garmin

Nella seconda tappa della prova araba lo ha fatto, anche andando un po’ contro le normali etiche ciclistiche, ma d’altronde in un panorama che sta cambiando velocemente è anche scontato.

«Mi sono ritrovata in un quintetto con 3 atlete della Uae. Era una situazione tattica ideale – racconta – ma eravamo lontanissime dal traguardo. Ho guardato il mio Garmin e ho ragionato: mancavano 50 chilometri al traguardo ma tenendo quella velocità saremmo arrivate in un’ora e il gruppo non aveva tante possibilità di viaggiare più forte di noi. Così ho deciso di dare una mano a tirare, lavorando insieme avremmo potuto portare la fuga al traguardo, pur sapendo che dietro c’era la mia squadra nel gruppo. Avevamo tutte da guadagnarci, io e Longo Borghini in primis».

La vittoria di Wiebes a Ballerup, ai mondiali su pista 2024. La sua prima esperienza ad alto livello
La vittoria di Wiebes a Ballerup, ai mondiali su pista 2024. La sua prima esperienza ad alto livello

Al Tour in aiuto di Kopecky

L’olandese ha chiuso con 3 vittorie di peso. Ha dimostrato che la cacciatrice di sprint non è cambiata: famelica, potente, sfrontata. Capace come poche di farsi largo nel gruppo, proprio come aveva fatto con manovre capolavoro all’ultimo europeo. E’ su quelle basi che ora pensa a quel che l’attende: farà tutte le classiche, con estrema curiosità per quel che potrà essere la Sanremo (il suo profilo tecnico sembra disegnato su misura per la Classicissima tutta da scoprire al femminile) fino all’Amstel, per poi disputare i tre Grandi Giri, con il tacito accordo con Lotte Kopecky di correre il Tour pensando anche a darle una mano e non solo alle vittorie di tappa.

Intanto però questa settimana c’è un altro impegno. Neanche il tempo di disfare le valigie di ritorno dagli Emirati Arabi che si va a Zolder, per gli europei su pista: «Voglio scoprire quali opportunità mi può dare il velodromo, qual è davvero il mio livello e, non lo nascondo, poter anche sfoggiare la mia maglia iridata nello scratch».

Una maglia iridata che è un suo obiettivo anche su strada. Ma non quest’anno, visto il percorso previsto
Una maglia iridata che è un suo obiettivo anche su strada. Ma non quest’anno, visto il percorso previsto

Mondiali 2025? Forse su pista

Lorena ha fatto bene i suoi conti: quest’anno i mondiali su strada sono off limits per lei viste le caratteristiche del percorso ruandese (ma anche quelle dell’alternativa svizzera di Martigny non sarebbero a lei adatte) e quindi ci sono opportunità nuove da esplorare, ancor più in una stagione come questa, che permette di sperimentarsi anche in chiave olimpica visto che i Giochi sono ancora così lontani.

«Gli europei saranno importanti anche in quest’ottica – dice – voglio vedere come me la caverò per poi prendere in considerazione un prolungamento della stagione fino ai mondiali su pista». Poi però concentrazione massima sulle classiche, quelle corse che da sole valgono una stagione: «Mi sono guardata intorno, io penso che la mia avversaria principe rimarrà Charlotte Kool, mentre sarà da capire che cosa potranno fare Chiara Consonni e Sofie van Rooijen con i nuovi treni per lo sprint tutti in costruzione». Neanche una parola per la Balsamo e sicuramente Elisa attende la prima occasione utile per ricordarle chi è…

Prima salita, prima vittoria: una Longo Borghini extra lusso

08.02.2025
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Stamattina si scherzava tramite messaggi sul fatto che oggi sarebbe stata una tappa importante, per cui quando finalmente riusciamo a parlare con Elisa Longo Borghini della vittoria appena messa in tasca a Jebel Hafeet, il suo tono di voce è allegro come di chi ha svolto correttamente l’espressione di algebra e alla fine è arrivato al giusto risultato.

Il trasferimento dopo l’arrivo è lungo un paio d’ore, c’è il tempo per raccontare e commentare le gare dei giorni scorsi. La nuova Colnago Y1Rs usata nelle tappe veloci e la V4Rs di oggi. Due anni fa, sulla stessa salita la campionessa italiana aveva vinto davanti alla compagna Gaia Realini, ma oggi è arrivata da sola facendo il forcing decisivo a 3,5 chilometri dalla vetta.

«Fa certamente un bell’effetto – dice e la sentiamo sorridere – perché è la prima vittoria in maglia UAE e per giunta qui in UAE. Loro ci tengono molto e oggi le ragazze sono state veramente eccezionali. Con Silvia (Persico, ndr) abbiamo fatto una grande dormita e siamo rimaste fuori dal ventaglio, però Backstedt ci ha aspettato e ci ha riportato dentro in un secondo. Il piano a quel punto era chiaro: toccava alle altre staccarmi, mentre io avrei cercato di vincere la tappa».

Prima vittoria in maglia UAE Team Adq per Longo Borghini e per giunta in UAE: doppio colpo
Prima vittoria in maglia UAE Team Adq per Longo Borghini e per giunta in UAE: doppio colpo

Una vittoria di squadra

Ce lo aveva raccontato prima di sparire sul Teide. Un primo ritiro per arrivare pronta nella corsa degli Emiri che da quest’anno sono i suoi datori di lavoro. Dai tre gradi sotto zero di Ornavasso alle scaldate sulle Canarie e poi il volo per il deserto. Il UAE Team Adq è arrivato in UAE il primo febbraio e le ragazze hanno avuto il tempo per acclimatarsi.

«Avevo delle belle sensazioni – prosegue Elisa – e sapevo di stare bene. Il ritiro al Teide è andato bene e, nonostante difficilmente si sbilanci, quando ho sentito Slongo dire che avrei potuto fare bene, ho capito che avevo le gambe giuste. E io ci tenevo, io voglio sempre vincere. Per me, per la squadra, per le mie compagne. E’ stata proprio una vittoria di squadra, nel senso che mi sono imposta di forza ma dopo un grande lavoro delle mie compagne. Adesso spero di poter mantenere questa condizione in vista delle delle classiche».

I ventagli al mattino potevano complicare il compito delle ragazze UAE
I ventagli al mattino potevano complicare il compito delle ragazze UAE

La corsa di casa

Per il UAE Team Adq è un risultato per il quale brindare, sia pure con bevande analcoliche, come prescrive la religione di laggiù. Già nel ritiro di Benidorm si era capito che fare bene al UAE Tour Women sarebbe stato il modo migliore per cominciare la stagione, allo stesso modo in cui toccherà presto a Pogacar cercare di imitare la Longo.

«Sin dall’inizio – sorride – ci hanno detto chiaramente che questa era la corsa di casa e che dovevamo fare bene. E’ ovvio, non chiedono di vincere, però di far vedere e onorare la maglia. Penso che sia anche giusto, visto che è l’unica corsa che facciamo in Medio Oriente. Tutti gli sponsor sono di qui e anche per questo sono contenta di aver tagliato il traguardo per prima, perché è un modo per ripagare la fiducia che mi hanno dato».

Il calore dall’asfalto

Non si pensi che sia stato facile. Distanza di 152 chilometri. Vento e ventagli in pianura. Caldo. E poi la salita finale di quasi 15 chilometri fino a 1.000 metri di quota, che hanno fatto assestare la media di gara sui 38,560 orari.

«Questa salita fa tanta selezione – spiega Longo Borghini – perché non c’è un metro di ombra ed è come salire in una cappa di caldo. Per cui, se fai troppi fuori giri li paghi, perché senti il calore arrivare dall’asfalto. E’ un po’ come quando fai le salite in estate, in piena estate, a mezzogiorno. Noi siamo riuscite a gestirla bene e ne sono orgogliosa. Mi sono ritrovata in un gruppo che crede tanto in me e questo mi dà un sacco di motivazione. Anche le ragazze, credendoci molto, danno il 110 per cento. Oggi mi sono sempre state vicine. Aspettare le mosse delle altre poteva essere un rischio, però a volte devi rischiare per cercare di vincere le corse».

Il UAE Tour Women è la corsa di casa per la squadra emiratina: un obiettivo dichiarato da tempo
Il UAE Tour Women è la corsa di casa per la squadra emiratina: un obiettivo dichiarato da tempo

Il doppio Teide

Domani l’ultima tappa: un piattone di 145,5 chilometri avanti e dietro, con mille curve per la marina di Abu Dhabi, ma senza dislivello. Poi sarà il tempo di tornare in Europa, dove la attende un’altra sorpresa.

«Finita la corsa – spiega Elisa – rimarremo un giorno qui in UAE per visitare degli sponsor e rientreremo in Italia l’11 febbraio. Farò qualche giorno tranquilla a casa e finalmente incrocerò mio marito Jacopo (Mosca, ndr) che non vedo dal 9 di gennaio quando è partito per l’Australia. Lui poi ripartirà il giorno di San Valentino per la Figueira Champions Classic e a seguire l’Algarve, mentre io tornerò sul Teide e preparerò gli appuntamenti di marzo, con la Strade Bianche come prima corsa. E’ la prima volta che vado sul Teide per due volte così ravvicinate a inizio stagione. E’ una decisione della squadra che sta investendo anche su questo, per cui sarò su con due compagne e ovviamente ci sarà anche l’immancabile Slongo. Ma facciamo un passo per volta. Cominciare così è un bel modo di affrontare il resto, sono contenta. Ci vediamo al ritorno in Europa».

L’inverno di Sara Fiorin: dall’Australia al UAE per fare esperienza

05.02.2025
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I primi passi, anzi le prime pedalate di Sara Fiorin con la nuova maglia della Ceratizit Pro Cycling Team sono arrivate in Australia. La velocista e pistard azzurra è al suo primo anno nel WorldTour, un salto importante che ha voluto fare insieme al team tedesco. Una scelta legata anche alla doppia attività, infatti con la Ceratizit, pista e strada riusciranno a combaciare.

Per Sara Fiorin (a destra) l’approccio con il mondo Ceratizit è stato facile, con le compagne ha trovato subito il giusto feeling
Per Sara Fiorin (a destra) l’approccio con il mondo Ceratizit è stato facile, con le compagne ha trovato subito il giusto feeling

Subito WorldTour

Dopo il Santos Tour Down Under Fiorin ha continuato a correre in Australia prendendo parte ad altre gare di un giorno terminando di correre l’1 febbraio. Da lì è volata in direzione Emirati Arabi per prendere parte al UAE Tour Women. In poco meno di un mese la velocista classe 2003 ha già preso parte a diverse gare di categoria WorldTour. 

«E’ stato sicuramente un inizio di stagione bello intenso – ci racconta a poche ore dalla prima tappa del UAE Tour Women – ma devo dire che è un bene aver iniziato la stagione con le gare in Australia. Questo mi ha aiutato anche per l’adattamento al caldo, rendendo più semplice il passaggio a temperature alte, cosa che abbiamo trovato qui negli Emirati Arabi».

L’esordio in Australia, seppur difficile all’inizio, le ha permesso di fare tanti chilometri e aumentare il volume
L’esordio in Australia, seppur difficile all’inizio, le ha permesso di fare tanti chilometri e aumentare il volume
Facciamo un passo indietro, com’è andato il ritiro invernale?

La preparazione con la nuova squadra è andata bene, siamo state a Calpe dall’8 al 20 dicembre e in quei giorni ho subito alzato l’asticella, si può dire, perché sono aumentati per me volume, intensità e dislivello. Direi che è stato un gran blocco di lavoro, anche se non semplice, ma comunque è sempre bello poter lavorare tutte insieme e iniziare a entrare in sintonia con le compagne.

Raccontaci dell’esordio in Australia.

I primi giorni non sono stati semplicissimi a causa del jet lag e delle alte temperature, che in alcune tappe sono arrivate anche a 36/37 gradi centigradi. E’ stato un po’ difficile gestire questo lato, ma giorno dopo giorno mi sono sentita sempre meglio. Dopo le prime due tappe ero più a mio agio in bici. Nelle altre gare dopo il Tour Down Under le temperature si sono abbassate ed è stato tutto un po’ più semplice.  

Il confronto con le compagne serve per crescere e migliorare
Il confronto con le compagne serve per crescere e migliorare
In gara le gambe come stavano?

In generale non ho iniziato a correre al mio massimo, nella settimana prima di partire non sono stata molto bene fisicamente e sono arrivata un po’ vuota alle gare. Con il passare dei chilometri la condizione è migliorata, comunque in queste prime gare dovevo restare vicina alle mie compagne a dar loro supporto. Nelle tappe adatte a me non arrivavo abbastanza fresca nel finale per provare a giocarmi qualche chance allo sprint.  

Cosa ti aspetti da questo primo anno nel WorldTour?

Sarà un anno di adattamento, l’obiettivo principale è di aumentare il volume in modo da arrivare più pronta nel finale. Non ho fretta di cercare risultati, anche la squadra mi lascia tranquilla e senza pressioni. Questo aspetto mi mette a mio agio e non vedo l’ora di fare i giusti passi di crescita. 

Visti i tanti impegni su strada Sara Fiorin non parteciperà all’europeo su pista a Zolder
Visti i tanti impegni su strada Sara Fiorin non parteciperà all’europeo su pista a Zolder
Dopo le gare in Australia subito un’altra corsa a tappe…

E’ un inizio di stagione intenso, ma devo ammettere che è un bene soprattutto in vista del fatto di voler mettere chilometri e volume nelle gambe. 

Prenderai parte ai campionati europei su pista?

Visto l’esordio in Australia e poi l’impegno del UAE Tour, non ho avuto modo di prepararli nel migliore dei modi. Ho comunque mantenuto la doppia attività, aspetto di cui la squadra è felice e mi supporta. Infatti anche prima di partire per il Tour Down Under sono stata spesso in pista ad allenarmi e sono riuscita a fare parecchi lavori ad alto ritmo e di intensità.

Dopo il UAE Tour cosa farai?

Torno in Italia e dopo un periodo di recupero e di allenamento riprenderò a gareggiare al Trofeo Oro in Euro a Montignoso il 9 marzo.

Consonni punta alla Wiebes e alle sfide del Nord

21.02.2024
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Chiara Consonni risponde con il solito tono energico e frizzante. I primi impegni stagionali sono passati e la velocista bergamasca del UAE Team ADQ ha avuto modo di togliere la polvere dalle ruote. Sei giorni di corsa, divisi tra Spagna e UAE Tour Women. Proprio negli Emirati, Consonni si è messa alla prova con le prime della classe, prendendo loro le misure. Un secondo, un terzo e un quarto posto. E’ mancata solo la vittoria, ma sulla sua strada si è messa Lorena Wiebes. L’olandese ha vinto due delle tre volate, arrivando seconda nell’altra.

«Sono in treno – ci ha detto lunedì appena iniziata l’intervista – sono appena stata a fare le visite pre olimpiche. Le avevo già fatte tre anni fa, sono una cosa di routine, normale. Sono partita domenica sera in aereo e oggi (lunedì, ndr) sono già di rientro. Meglio così, anche perché tra pochi giorni sono in Belgio per l’Opening Weekend».

Consonni alla prima volata del UAE Tour Women ha colto un terzo posto
Consonni alla prima volata del UAE Tour Women ha colto un terzo posto
Al UAE Tour Women hai fatto le prime volate della stagione WorldTour 2024, come sono andate?

Tutto sommato ne esco soddisfatta, diciamo che su quattro tappe aver portato a casa due podi non è male. La squadra è cambiata un po’ e dobbiamo ancora conoscerci bene. 

Sulla tua strada hai trovato una Wiebes in grande forma, ma sei sempre stata lì a lottare, che cosa ti è mancato?

Loro (SD Workx, ndr) hanno un treno davvero forte. Si conoscono molto bene, già solo Guarischi ha dei meccanismi collaudati con Wiebes. Se a tutto questo aggiungete che l’ultima donna del treno era Lotte Kopecky, capite bene la qualità che hanno a disposizione.

Per il momento pensare a delle volate di rimonta contro la Wiebes è difficile
Per il momento pensare a delle volate di rimonta contro la Wiebes è difficile
Hai detto che la squadra è cambiata e dovete ancora conoscervi bene…

Un lato positivo è che Tereza Neumanova faceva le volate fino all’anno scorso, quindi ha uno spunto molto buono. Arriviamo bene ai 300-400 metri, forse manca l’ultima parte, ma arriverà con le gare. E questo lo considero il lato positivo: era la prima corsa WorldTour e comunque siamo state subito competitive. Ho fiducia che gara dopo gara miglioreremo tanto. Abbiamo provato tanto in allenamento, ma la corsa è un’altra cosa.

Guardando da vicino Wiebes dove pensi che si possa battere?

Penso che ora come ora l’unico modo di battere la Wiebes sia anticiparla. Se la riescono a lanciare davanti è impossibile rimontarla, arriva troppo forte. Non è semplice nemmeno anticiparla, perché il loro treno è veloce, molto. Però nel 2023 Elisa (Balsamo, ndr) è riuscita a batterla anticipando i tempi, penso che sia questa la strada. 

Le ragazze del quartetto dovranno continuare a lavorare per preparare al meglio l’appuntamento olimpico
Le ragazze del quartetto dovranno continuare a lavorare per preparare al meglio l’appuntamento olimpico
Hai cambiato qualcosa nella preparazione invernale?

All’inizio di questo inverno ho cambiato preparatore, sono passata a Luca Zenti, che è lo stesso di Silvia Persico. La squadra ha voluto così, mi sto trovando bene. Certo, questo è un anno particolare per cambiare (il riferimento è all’Olimpiade, ndr). Però il metodo di lavoro non è cambiato, ho fatto tante ore di fondo a novembre. Poi sono andata in Sicilia con la nazionale per un altro ritiro e lì abbiamo fatto più qualità. Il tutto era rivolto agli europei di gennaio.

Che non hai corso.

Sì, io ho sempre avuto qualche problema ad entrare in condizione subito, sapevo di avere un deficit. Ora però torneremo a lavorare ancora su pista, per fare qualche richiamo, tenere la forza e restare abituate a far girare certi rapporti. Anche tra noi ragazze dobbiamo restare unite e aiutarci a vicenda. Poi certi lavori in pista tornano utili per le volate, quindi è un cerchio che si chiude. 

Ora per Consonni si apre la stagione del Nord, da sabato 24 febbraio con la Omloop Het Nieuwsblad
Ora per Consonni si apre la stagione del Nord, da sabato 24 febbraio con la Omloop Het Nieuwsblad
Tra pochi giorni parte la stagione del Nord, pronta?

Partirò da Omloop Het Nieuwsblad. Da quelle parti ho vinto la Dwars door Vlaanderen nel 2022 e ho ottenuto buoni piazzamenti. Quest’anno, però, le gare si allungheranno, dicono. E’ una cosa che leggermente mi spaventa, aggiungere 10-15 chilometri a quei percorsi può cambiare tutto. Infatti, in inverno abbiamo fatto molti più allenamenti sul fondo, aumentando le ore da quattro a cinque. Per il resto sono tranquilla, conosco le mie qualità. 

In vista di Parigi 2024 farai il Giro Donne o il Tour de France Femmes?

Sicuramente il Giro Donne, poi la prima parte di stagione dovrebbe finire. Ma vedremo, anche in base ai giorni delle gare e le esigenze di tutti. Per il momento guardo alle prossime corse, poi tireremo le somme. 

Elisa e Gaia regine a Jebel Hafeet. Un piano ben riuscito

12.02.2023
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«Questo è il modo di vincere che ognuna di noi sogna di fare». Elisa Longo Borghini taglia il traguardo di Jebel Hafeet tenendo per mano Gaia Realini ed indicandola qualche metro dopo. E’ il trionfo della coppia della Trek-Segafredo in vetta alla montagna totem del UAE Tour Women nella terza tappa, nella quale Silvia Persico completa un podio tutto italiano.

Elisa rende merito a Gaia appena dopo l’arrivo e fa bene. Intanto perché con questa vittoria la 31enne di Ornavasso ipoteca anche il successo nella generale (le due compagne sono divise da soli 7”). Poi perché l’abruzzese ha dimostrato subito di essersi calata nella parte di perfetta donna-squadra al servizio della propria capitana durante quegli ultimi 10,8 chilometri di salita, in cui ogni avversaria ha dovuto alzare bandiera bianca.

Elisa prende per mano Gaia per il meritato arrivo in parata
Elisa prende per mano Gaia per il meritato arrivo in parata

Tattica rispettata

Dopo aver aperto la stagione coi due secondi posti di Amanda Spratt al Tour Down Under e alla Cadel Evans Great Ocean Race, era facilmente intuibile che la Trek-Segafredo fosse volata negli Emirati per puntare alla generale, possibilmente con una vittoria di tappa, nella terza corsa del calendario WorldTour. E a quel punto che volesse fare la gara nella frazione regina era evidente da tante cose.

Nelle due precedenti frazioni per velociste sembrava che la formazione guidata da Paolo Slongo avesse fatto le prove generali coi ventagli. La recita vera e propria è andata in scena ieri. Backstedt, Hanson e Sanguineti hanno menato in pianura, specie quando hanno saputo che nella rete dei ventagli erano finiti pesci grossi.

Sanguineti è stata preziosa nei ventagli e nella tattica prevista da Slongo
Sanguineti è stata preziosa nei ventagli e nella tattica prevista da Slongo

«Durante la riunione mattutina – spiega Slongo – avevamo detto che nei punti in cui c’era il vento dovevamo essere davanti e attenti. Se poi qualche squadra avesse promosso anche un’azione degna di nota, dovevamo contribuire dando continuità. E così è stato. Quando abbiamo visto che si era staccata la Cavalli con tutta la Fdj-Suez e successivamente anche la Lippert con la sua Movistar, abbiamo dato ancora più forza a questa azione.

«La salita è andata come volevamo – continua il tecnico trevigiano – anche se le cose non vanno sempre come le progetti. Volevamo lasciar fare il passo agli altri e se avessero fatto un ritmo troppo basso, avremmo preso in mano noi la situazione. Ad un certo punto Elisa ha deciso che il passo doveva essere più alto e Gaia si è messa davanti. Quando sono rimaste da sole hanno dato tutto per guadagnare il più possibile fino all’arrivo. A pochi metri dal traguardo ho dato l’ordine via radio alle ragazze che si parlassero e decidessero fra loro. Elisa voleva che vincesse Gaia però alla fine è andata come avete visto tutti».

Longo Borghini con la maglia di leader della generale che guida con 7″ su Realini e 1’18” su Persico
Longo Borghini con la maglia di leader della generale che guida con 7″ su Realini e 1’18” su Persico

Vittoria da sogno

Tra Longo Borghini e Realini ci sono dieci anni esatti di differenza. Sono il presente ed il futuro del movimento italiano, oltre che della Trek-Segafredo, cui hanno aggiornato pure una statistica. Elisa e Gaia hanno messo a segno una doppietta che al team statunitense mancava dal 22 giugno 2021. All’epoca, vittoria di Van Dijk davanti a Backstedt nel prologo del Lotto Belgium Tour, ma il primo-secondo in cima a Jebel Hafeet vale molto di più.

«Oggi – racconta Longo Borghini – dobbiamo molto a Gaia Realini. Per me è stata l’MVP della giornata (Most Valuable Player, cioè l’atleta più importante, ndr). E’ stata semplicemente incredibile, imponendo un forcing serrato. All’improvviso ci siamo ritrovate io e lei. Ci siamo dette che dovevamo continuare così e poi festeggiare insieme al traguardo. Sì, è vero, abbiamo parlato per la vittoria di tappa ma confrontandoci ancora con Paolo (Slongo, ndr) e facendo dei calcoli abbiamo deciso di arrivare così».

«Con Gaia c’è stata sintonia sin dall’inizio – prosegue Elisa mentre è in pullman verso l’hotel – è una ragazza frizzante e giocherellona alla quale è impossibile non voler bene. Pensate che ad un paio di chilometri dal traguardo mi ha detto “mi viene da piangere” in pescarese. Mi ha fatto morire dal ridere. Non vedo l’ora di restituirle questa vittoria.

«Oltre a Gaia – conclude Longo Borghini – devo dire un grande grazie al resto della squadra. Ilaria, Elynor e Lauretta sono state fortissime e hanno corso nel vento per me. Ho accanto a me quattro campionesse».

Felicità Realini

Una di queste è proprio la giovane Realini, prelevata dalla Isolmant. Ha aperto il 2023 cogliendo il suo primo podio, ma non si scompone troppo. Abbiamo imparato a conoscerla come una ragazza pragmatica. Poche parole, alcune dette nel suo dialetto per smorzare la tensione. Sorride infatti anche lei mentre ci fa rivivere quel simpatico momento. E fa eco alla sua capitana relativamente ai ringraziamenti alle sue compagne.

«Sapevamo che oggi – dice Gaia – potevamo dire la nostra fin dalle prime battute in pianura. Abbiamo lavorato come un team unito. Poi in salita Elisa ed io eravamo consapevoli dei nostri mezzi. Abbiamo lavorato bene e portato a casa il classico “tappa e maglia”. Personalmente sono ancora incredula di questa situazione e penso che mi ci vorrà ancora un po’ di tempo prima di realizzare il tutto. Voglio godermi tutto questo giorno per giorno senza pressioni».