Jay Hindley

Hindley: «Nella crono lotterò fino alla morte»

24.10.2020
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Jay Hindley non avrebbe mai pensato di arrivare a giocarsi il Giro e tantomeno di indossare la maglia rosa alla vigilia della crono finale. Dovrà lottare alla morte, ma non ha paura.

Il giovane scalatore australiano verso Sestriere ci ha provato. Appena il compagno di squadra Wilco Kelderman si è staccato ha capito che per lui si apriva un portone enorme. Una possibilità unica. E forse solo in quell’istante è davvero cambiato il suo Giro. Ad un tratto era il capitano della Sunweb. Onore ed oneri.

Forse Jay ha pagato un po’ anche la pressione. Se sul secondo passaggio al Sestriere si è sentito libero di fare la sua corsa, nella scalata finale dopo il traguardo volante aveva tutto il peso della corsa. E quelle maglie scure della Ineos-Grenadiers forse un po’ gli facevano paura.

Una pacca sulla spalla all’ex maglia rosa e compagno Kelderman
Una pacca sulla spalla all’ex maglia rosa Kelderman

Nessun rimpianto

Eppure l’aussie è sorridente. Abbozza persino qualche parola d’italiano imparata in quel 2015 in Abruzzo all’Aran Cucine. Ci mette poco a riprendersi.

«E’ incredibile indossare la maglia rosa – e la pizzica con pollice e indice – guardavo il Giro da bambino e ora ci sono io. Ammiravo tutti gli australiani, McEwen, Evans, Porte…».

Vista come è andata oggi, la mente scorre alla tappa dello Stelvio. Chissà se nella sua testa ci sono rimpianti? Quel giorno era palesemente il più forte.

«No, non ho rimpianti. Il piano era quello e io l’ho rispettato, anche se potevo andare via. E poi quel giorno abbiamo preso maglia rosa, bianca e tappa. Per la Sunweb è stata una buona giornata. Oggi dopo che Wilco si è staccato non ho potuto far altro che seguire i due della Ineos. Sull’ultima salita guardavo Geoghegan Hart per cercare di capire come stesse, se e quanto fosse stanco. Poi ci ho provato, più volte. Ci ho provato con tutte le mie forze ma non sono riuscito a staccarlo. Almeno io e Tao siamo amici e lottare con lui è bello».

In effetti dopo il traguardo il volto e l’affanno del respiro non combaciavano con la pedalata sciolta che invece è ormai tipica della sua azione. Il ragazzino di Perth è davvero bello da vedere in bici. E quando prende il manubrio con le mani basse dà l’idea di poter fare il vuoto da un momento all’altro. Però il finale di questo Giro è stato duro anche per lui evidentemente. E più passavano i chilometri e più Tao acquisiva sicurezza. L’inglese avrebbe perso meno tempo e aveva vicino (o poco dietro) un fantastico Rohan Dennis. L’esatto contrario di quel che provava Hindley.

Hindley con le mani basse sul manubrio. Un stile bello a vedersi ed efficiente.
Mani basse per Hindley anche in salita
Hindley con le mani basse sul manubrio. Un stile bello a vedersi ed efficiente.
Mani basse per Hindley anche in salita

Fino alla morte

E adesso? Mancano una notte e poche ore alla crono che deciderà il Giro e una grossa fetta della carriera di questi due ragazzi. Jay però non sembra spaventato.

«Per un giovane australiano lasciare la sua terra dall’altra parte del mondo e venire in Europa non è facile. Però sono testardo. Da quel giorno che vidi per la prima volta il Tour de France in tv a 6 anni e decisi che avrei fatto il corridore, sono arrivato sin qui.

«Domani sarà una crono particolare, nella quale non sarà avvantaggiato lo specialista ma chi starà meglio, chi avrà più energie. Io darò tutto fino alla morte».

A Valdobbiadene è stato più bravo Tao. A Palermo è andata meglio a Jay. Anche stavolta i due pretendenti alla maglia rosa sono (quasi) pari. Li dividono 86 centesimi.

Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Sestriere, Giro d'Italia 2020

Sestriere chiama, «Teo» risponde

24.10.2020
4 min
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Lo stesso pezzo, una settimana dopo Piancavallo, per raccontare Tosatto e il suo «Teo», perché così il grande veneto chiama il gallese che ha appena vinto la tappa di Sestriere e così continueremo a scriverlo per tutto il pezzo. Il loro dialogo è un ideale botta e risposta che la dice lunga sul clima in casa Ineos-Grenadiers. Sul morale sprofondato dopo la caduta di Thomas e poi piano piano risalito fino a sfiorare un bersaglio pieno che era impossibile anche solo da immaginare.

Tutto previsto

Toso è sempre senza voce e forse se infilasse una felpa sopra quella t-shirt grigia avrebbe qualche chance di ritrovarla.

«A Piancavallo non si poteva dir nulla – dice Tosatto – avevamo vinto la tappa, ma mancava una settimana. Sono cambiate delle cose, soprattutto nella gerarchia in casa Sunweb. Noi abbiamo fatto una cosa molto importante nella tappa dello Stelvio, abbiamo preso fiducia e oggi abbiamo fatto quello che ci eravamo prefissati ieri sera e stamattina. Domani partiamo a Milano con lo stesso tempo del vincitore e vediamo come va a finire».

FIlippo Ganna, Rohan Dennis, Sestriere, Giro d'Italia 2020
Una scodella di riso per Ganna e Dennis prima di partire per Milano
FIlippo Ganna, Rohan Dennis, Sestriere, Giro d'Italia 2020
Ganna e Dennis, tappa finita da poco

Essere felici

«Teo» è sfinito e va di fretta, perché fuori lo aspetta il furgone nero diretto da Sestriere a Milano.

«Devi pensare che nella vita tutto è possibile – dice – ma non me l’aspettavo. Sono piuttosto felice di come sia andata la gara. Il ciclismo è cambiato molto negli ultimi due anni. Il 2020 è stato davvero un anno molto strano e il Tour lo ha confermato. Si sono fatti molti ragionamenti su quale sia stata la miglior preparazione, ma la verità è che la differenza alla fine l’ha fatta l’equilibrio di noi corridori. La capacità di essere felici. Stare in famiglia e stare bene mentalmente mi ha aiutato a superare il periodo di lockdown».

Stiamo calmi

Tosatto fischia a Puccio che arriva al pullman, guarda in strada se nel gruppetto ci sia uno dei suoi e poi torna a parlare.

«Teo ha preso morale a Piancavallo – dice – però c’era ancora un bel distacco. La cosa che mi ha stupito è che non è cambiato in niente. Io continuavo a dirgli: “Teo stiamo calmi, siamo là, se finiamo il Giro nei primi 5 è un ottimo risultato per noi”. Poi abbiamo cominciato a pensare al podio e stasera penseremo ad altro. Ci gustiamo la vittoria di oggi, che è la sesta di questo Giro…».

Per “Nico”

«Teo» trattiene il fiato, il pensiero vola lontano e ad ascoltarlo viene il magone, perché forse non c’è niente di casuale nella vita.

«Penso ancora a Nico (Nicolas Portal, tecnico della Ineos-Grenadiers, scomparso per un infarto il 3 marzo 2020, ndr), il vero riferimento della squadra. Con lui ho fatto il Giro e la Vuelta del 2019 e abbiamo passato parecchio tempo insieme ad Andorra. Nico mi ha fatto credere in me stesso. Anche al Giro l’anno scorso stavo andando molto male e lui non ha mai smesso di sostenermi. E’ stato tremendo essere al suo funerale e ora è un ricordo speciale, una spinta a tenere duro».

Rohan Dennis, Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Sestriere, Giro d'Italia
Il gran lavoro di Rohan Dennis sulla salita finale
Rohan Dennis, Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Sestriere, Giro d'Italia
Il gran lavoro di Dennis nel finale

Svolta Stelvio

Toso prende fiato e ripassa mentalmente gli ultimi giorni, in cui la storia del Giro è cambiata

«La tappa dello Stelvio – dice – è stata la vera botta di morale, la risposta che volevamo per vedere come stavano i ragazzi. Abbiamo finito tutti in crescendo tutti, dal primo all’ultimo. Sapevo che Teo poteva vincere a Sestriere. Ai Laghi di Cancano ha vinto Hindley, ma ha tirato sempre Teo. Qui ha corso da corridore navigato ed è andata bene».

Thanks Rohan

«Teo» prima di andare ha un ultimo ringraziamento per il corridore che prima sullo Stelvio e poi verso Sestriere lo ha preso per mano e l’ha supportato con l’autorita dei grandi campioni.

«Quello che ha fatto negli ultimi giorni Rohan Dennis – dice e poi saluta – si descrive da sé. E’ stato incredibile, una macchina. Super concentrato nel lavoro, uno spettacolo da vedere. E’ entrato in servizio sullo Stelvio e oggi ho capito il privilegio di avere un due volte campione del mondo che lavora per me».

Domani l’aiuto di Dennis gli sarà prezioso per i consigli che potrà dargli. Prima l’australiano tenterà di vincere la sua sfida personale contro Ganna e alla fine entrambi saranno lì a tifare per il compagno goloso di crostate che stasera si è fermato a un passo dal cielo.

La Sunweb ha salvato capra e cavoli

22.10.2020
3 min
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«La Sunweb ha salvato capra e cavoli», parola di Giuseppe Martinelli. L’ombra scende sui Laghi di Canacano. Le ammiraglie parcheggiano man mano in degli spazi di erba e pini mughi dopo la linea d’arrivo. I ds scendono per sgranchirsi le gambe. Sembra la consueta riunione prima delle gare di dilettanti. C’è chi sorride e chi ha il muso lungo. E c’è chi, come il “vecchio” Giuseppe Martinelli, che prende atto della situazione del suo Jakob Fuglsang (non brillante) e trova il tempo di analizzare la corsa della Sunweb.

Giuseppe Martinelli è il direttore sportivo dell’Astana
Giuseppe Martinelli è il ds dell’Astana

L’attesa tappa dello Stelvio alla fine è stata un terremoto. Più che all’azione da leggenda si è assistito ad una selezione da dietro. Dapprima il logoramento della Sunweb, poi l’affondo della Ineos Grenadiers. E ciò che era emerso a Piancavallo ha trovato conferma. Jai Hindley è il più forte in salita. Tao Geoghegan Hart il più pericoloso e Wilco Kelderman quello “appeso” al filo.

Doppio fronte

La Sunweb ha deciso di giocare su due fronti. Non vuol perdere il Giro. Lo si è visto quando l’olandese si è staccato sullo Stelvio e l’ammiraglia non ha fermato Hindley. In quel momento e in fondo alla discesa Kelderman non se l’è passata bene. Anzi, si è anche innervosito. Per un po’ è sembrato aver mollato. In realtà, in quel tratto intermedio stava gestendo le energie per la salita finale. Mentre davanti Dennis, menava forte per Geoghegan Hart. Certo, non è stato bello vedere il capitano e la virtuale maglia rosa lasciata sola.

«La Sunweb ha corso bene – dice Martinelli – ha vinto la tappa, ha preso la maglia rosa e la maglia bianca. Hanno ragione loro. Vero, Hindley è più forte, ma ricordate che in questi casi un direttore sportivo cerca di salvare capra e cavoli. Mi sono trovato tante volte in una situazione come questa, con due punte. E non è facile. In più Kelderman a fine stagione va via (passerà alla Bora-Hansgrohe, ndr) e l’altro rappresenta il futuro. Quando Fuglsang stava rientrando su Wilco ho visto il gesto di stizza che l’olandese ha fatto alla sua ammiraglia, credo fosse restato senza acqua».

Dennis, Gheoghegan Hart e Hindley davanti. Kelderman insegue da solo
Dennis, Gheoghegan Hart e Hindley davanti. Kelderman insegue da solo

Intrigo tattico pazzesco

Salvare capra e cavoli. Però a questo punto la Sunweb rischia grosso con la cronometro finale. E’ vero che a Valdobbiadene Kelderman le ha suonate sia a Geoghegan Hart che a Hindley, ma è anche vero che è in calo. E Martino aveva puntano il dito su Tao già la sera di Piancavallo.

«Questo è il Giro corso ad ottobre – sentenzia il ds dell’Astana – le gambe sono queste. Hai voglia a dire che si è corso poco. Però è tutto aperto. Guardate che la tappa del Sestriere è impegnativa. E’ una salita vera, soprattutto nei due passaggi finali. E poi arriva dopo quella di oggi (5.700 metri di dislivello, ndr) e quella di domani: 253 chilometri per di più sotto l’acqua, sembra».

L’incastro tattico che ci attende è fantastico. Hindley non può attaccare il compagno in maglia rosa. Kelderman dovrà tenere duro. E Geoghegan Hart si ritrova tra due fuochi, come tra l’altro ci aveva detto ieri Dario Cataldo. La sua Ineos è fortissima, ma se Tao attacca e stacca Kelderman rischia a sua volta di essere staccato da Hindely: più forte in salita, ma più debole a crono. Insomma altre 48 ore di attesa e risolveremo l’enigma.

Tao Geoghegan Hart, Piancavallo, Giro d'Italia 2020

Tosatto regista della vittoria di Tao

18.10.2020
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C’è una firma italiana anche nella vittoria di Tao Geoghegan Hart a Piancavallo: quella di Matteo Tosatto. C’era il tecnico veneto, che ha ormai perso la voce, sull’ammiraglia alle spalle del gallese e sono stati i suoi consigli a spianare la strada del ragazzo dal volto simpatico e pieno di lentiggini.

«Tutta la Sunweb, i compagni di Kelderman hanno fatto un buon lavoro – ha detto il vincitore – dovevano guadagnare più tempo possibile sulla maglia rosa e hanno fatto un grande forcing. Io ho cercato di restare calmo e restare focalizzato sulla vittoria, anche se a volte la tentazione di muovermi prima l’ho avuta. Per fortuna da dietro Tosatto, che ha grande esperienza mi diceva di stare calmo».

Rohan Dennis, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Rohan Dennis a lungo in fuga verso Piancavallo
Rohan Dennis, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Rohan Dennis a lungo in fuga

La tattica di Tosatto

Dopo Cioni accanto a Ganna, un altro asso italiano dell’ammiraglia. Toso ascolta e sorride e forse nel cambio di mentalità del Team Ineos-Greenadiers dopo la caduta e il ritiro di Thomas c’è anche quel suo spirito pratico e scanzonato da vecchio combattente del gruppo.

«La squadra aveva dimostrato alla Tirreno – dice – che eravamo pronti a fare un bel Giro. Non ci siamo mai nascosti, puntavamo a vincere con Thomas e la squadra era pronta. Dopo l’incidente, a parte la condizione fisica che c’era, i ragazzi hanno cambiato mentalità con attacchi e vittorie. Oggi abbiamo voluto la fuga. Con Dennis, ma avremmo sganciato volentieri anche Puccio e Narvaez. Volevamo metterne due in fuga per tenere Tao tranquillo. E alla fine ha funzionato perché Tao ha vinto. Nel finale ha fatto una cosa stupenda ed è salito al quarto posto».

Reset mentale

In questa sorta di scambio fra il direttore e il suo pupillo, le parole di Tao completano il quadro.

«Niente di strano in questo nostro modo di correre – ha detto – eravamo venuti al Giro convinti di avere un super leader come Thomas in ottima condizione. Eravamo pronti per sostenerlo. E’ stato duro quel giorno in Sicilia, soprattutto per la natura della caduta. Abbiamo dovuto fare un reset, lui è andato a casa e noi abbiamo onorato la corsa. Abbiamo grande supporto dai nostri sponsor e vogliamo fare il massimo per loro. Abbiamo ancora sette giorni in cui fare il massimo.

«Dobbiamo prendere quello che viene. Ci saranno altri distacchi. Ci saranno le tappe di montagna successive. Sapevamo con il nuovo calendario che le cose potevano cambiare per il meteo. Ci saranno gap maggiori, alcuni attaccheranno da lontano come Froome nel 2018 e io non vedo l’ora. Sarà una terza settimana molto spettacolare».

Tao Geoghegan Hart, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Così Geoghegan Hart sul traguardo di Piancavallo
Tao Geoghegan Hart, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Così Geoghegan Hart sul traguardo di Piancavallo

Podio possibile?

Si pedala fra cautela ed entusiasmo. Ma se un ammiraglio esperto come Martinelli pensa che Geoghegan Hart possa essere l’uomo della maglia rosa finale, allora forse con Bramati bisogna approfondire il discorso.

«Tao già l’anno scorso al Tour of the Alps – dice Bramati – è andato forte, ha fatto vittorie, ha fatto il podio e ha aiutato Sivakov. Ha fatto la Vuelta, ha fatto fughe. E’ un giovane interessante, deve migliorare su certi punti di vista nella gestione della corsa. Oggi ha fatto una grande vittoria. Non parlo della sua classifica che è una sorpresa anche per noi, anche se non del tutto dopo la caduta di Thomas. Tao è quarto in classifica e ad un secondo dal podio. Da qui a dire che salirà sul podio o vincerà il Giro, il passo è lungo».