DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il (nostro) doppio test

DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il nostro (doppio) test

15.11.2025
6 min
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DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, c’è molto oltre ad un nome che è diventato iconico. Il cerchio è più alto con i suoi 55 millimetri (in precedenza era 50), il canale si è allargato a 22 (larghezza totale 28) e la raggiatura è differente rispetto alla versione precedente. Ma c’è dell’altro.

Questa famiglia di ARC è la prima completamente sviluppata per poter alloggiare gli pneumatici larghi (tendenza sempre più attuale e sposata da molti) con design aerodinamico. Il nostro test kit prevede il tubeless Continental Aero111 da 29 per la ruota davanti, un classico GP5000TR da 30 per quella posteriore. Perché il doppio test? Perché la prova si è sviluppata con un setting diverso: due prove ben distinte tra loro, ovvero con il binomio pneumatici tubeless con camera d’aria in TPU, per poi passare alla configurazione tubeless (senza camera).

DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il (nostro) doppio test
Nel complesso, un profilo da 55 tanto agile e molto guidabile ovunque
DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il (nostro) doppio test
Nel complesso, un profilo da 55 tanto agile e molto guidabile ovunque

La base di partenza

Per la nostra prova abbiamo utilizzato principalmente la BMC Teammachine SLR01 e la Drali Iridio. Una bici più leggera con vocazione alla salita, una più aero oriented.

Ad ogni sessione di test abbiamo rilevato e tenuto da parte i dati per noi di interesse. I numeri relativi ai pesi (delle ruote): 2,2 chilogrammi (netti) rilevati con le camere in TPU, ricordando le sezioni generose degli pneumatici, 29 e 30, rispettivamente per anteriore e posteriore. Il set di ruote è stato fornito con gli pneumatici e le camere d’aria montate. Il prezzo di listino per il set completo è di 2.799,80 euro.

Un cenno ai tubeless Continental

Il GP5000TR non ha bisogno di presentazioni, anche se la sezione da 30 deve essere ancora completamente “digerita” dall’utente medio (e dal mercato). Il focus principale è verso il tubeless anteriore. Aero111 da 29 è prodotto da Continental e disegnato da Swiss Side: pneumatico che ha l’obiettivo primario di essere efficiente in fatto di aerodinamica estremizzata. E’ rotondo, non prevede ribs ed intagli, ma ha dei piccoli incavi quadrati.

In fatto di performance mostra un’eccellente stabilità e scorrevolezza quando l’asfalto è asciutto, meno con il bagnato. E’ una gomma piuttosto dura, con risposte secche e dirette, con e senza camera. Misurata sul cerchio mantiene perfettamente la larghezza da 29, mentre la GP5000 sul posteriore spancia di 1 millimetro (si allarga a 31).

Le pressioni utilizzate

Il range di pressioni utilizzato. Per l’anteriore con camera d’aria siamo arrivati fino a 5,8 atmosfere (tanto, ma è pur vero che il binomio regge davvero bene), identificando a 5,5 il compromesso ottimale. 5/5,2 atmosfere in configurazione tubeless. Sulla posteriore ci siamo spinti fino a 6 con la camera (tantissimo, forse troppo, ma è pur vero che siamo andati alla ricerca di una sorta di limite).

Il compromesso giusto per noi è 5,2/5,4 con il setting tubeless, per un peso di 66 chilogrammi, con la preferenza di risposte molto secche e dirette da parte di ruote/gomme. Si può scendere fino a 5 atmosfere in tutta tranquillità, sacrificando poco o nulla in termini di resa tecnica. In questi casi è sempre bene considerare le preferenze (soggettive) legate alla guida e alla percezione delle risposte che arrivano dagli pneumatici.

DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il (nostro) doppio test
Un bel grazie a chi ci supporta in questi test, che richiedono un impegno temporale non banale
DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il (nostro) doppio test
Un bel grazie a chi ci supporta in questi test, che richiedono un impegno temporale non banale

Il test con le camere d’aria in TPU

Abbiamo rilevato un peso di 2.690 grammi (inclusi i pignoni 11/30 Ultegra ed i dischi 160/140 Ultegra). Percorso di 10 chilometri (prevalentemente pianeggiante) a 300 watt medi, tratto eseguito in 15 minuti e 39 secondi ad una velocità media di 38,4 chilometri orari.

Le DT Swiss csenza camere

E’ stato rilevato un peso di 2.715 grammi (25 in più rispetto alle camere d’aria) e da sottolineare l’aggiunta di 40 cc di liquido anti-foratura per ogni ruota. Stesso percorso e partenza da fermo. Tempo rilevato 15 minuti e 33 secondi ad un media di 38,6 chilometri orari. 6 secondi in meno rispetto alla configurazione con le camere in TPU.

DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il (nostro) doppio test
A confronto le ARC 38 e le nuove 55
DT Swiss ARC 1100 Dicut 55, il (nostro) doppio test
A confronto le ARC 38 e le nuove 55

In salita, il confronto con le ARC 38

Considerando la resa tecnica ottimale anche quando la strada sale, ecco la domanda che ci siamo posti: «Perché non fare un confronto con le ARC 38?». Ecco fatto. Salita di 4,87 chilometri con un dislivello positivo di 225 metri ed alcuni tratti oltre il 10%. La stessa salita prevede una tratto di 300 metri circa di discesa, dove ai fini della prestazione è fondamentale non perdere troppa velocità. In entrambe le prove abbiamo tenuto un riferimento di 285 watt medi.

Con le 38 abbiamo percorso l’ascesa in 13 minuti e 11 secondi, alla velocità media di 22,3. Il peso della bici (pronta per il test, tutto incluso) è di 6,85 chilogrammi. Con le DT Swiss ARC da 55 millimetri abbiamo percorso la stessa salita con il medesimo tempo, medesima velocità media ed il peso rilevato della bici è di 7,05 chili (200 grammi in più delle ARC 38). Tra le due prove è cambiata leggermente (3 watt, ininfluente) la potenza normalizzata, che è stata maggiore durante l’utilizzo delle 55. Le ARC con il cerchio più alto perdono qualcosa èsui tratti più ripidi, ma sono nettamente più veloci quando la pendenza è in intorno al 5/7% e dove la strada permette di fare velocità.

In conclusione

Mai ci saremmo aspettati di utilizzare una ruota da 55 millimetri di altezza al pari di all-round stradale, sul piatto, vallonato e anche in salita con la massima gratificazione. La nuova ARC resta un prodotto spinto verso l’agonismo, ma capace di regalare delle ottime sensazioni in termini di comfort funzionale alla resa tecnica (che non significa comoda), gestione anche sul lungo periodo, adattabilità, ma soprattutto in fatto di guidabilità. Guidabilità che è decisamente superiore al modello 50 precedente.

L’avantreno non è “appesantito” da una ruota che vuole “comandare a tutti i costi”, anzi, a tratti sembra di guidare con la versione ARC da 38. La rinnovata famiglia DT Swiss ARC è l’esempio lampante di quanto sono evolute e diventate più “facili” le ruote con il cerchio alto.

DT Swiss

1174 grammi e raggi in carbonio. Le nuove DT Swiss da 38

1.174 grammi e raggi in carbonio. Le nuove DT Swiss da 38

13.11.2025
5 min
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DT Swiss mostra i muscoli ancora una volta. Le nuove ARC 1100 Spline 38 CS (acronimo di Carbon Cpokes) diventano la coppia di ruote aero concept con il profilo medio più leggere del mercato.

Una coppia di ruote alte 38 millimetri con sviluppo aero? Sì, perché sono due i fattori da considerare. Il primo è legato alla collaborazione con Swiss Side, il secondo è l’appartenenza alla categoria Aero+ di DT Swiss. Entriamo nel dettaglio delle nuove ruote dell’azienda svizzera.

1174 grammi e raggi in carbonio. Le nuove DT Swiss da 38
Forme e soluzioni di design sviluppate a braccetto con Swiss Side
1174 grammi e raggi in carbonio. Le nuove DT Swiss da 38
Forme e soluzioni di design sviluppate a braccetto con Swiss Side

Le soluzioni tecniche

Partiamo dal cerchio. Le nuove ARC 1100 Spline 38 CS mutuano in toto il cerchio full carbon dell’attuale versione ARC 1100 Dicut 38. E’ un full carbon da 38 millimetri di altezza, con un canale interno da 20 e l’uncino per l’ingaggio degli pneumatici (tubeless ready e non hookless). Il canale prevede l’utilizzo del tape tubeless. Rispetto alla versione già esistente la prima grande differenza è legata alla presenza di una sorta di nipplo (uno per ogni raggio) che emerge dal cerchio. DT Swiss ci ha abituato nel corso degli anni a nascondere completamente i nipples ed il sistema di aggancio dei raggi all’interno del cerchio.

Si tratta di una variazione tecnica importante per DT Swiss, una via obbligata per dare maggiore forza alla testa dei raggi in carbonio, assecondare le differenti tensioni (rispetto ai profilati in acciaio) e facilitare eventuali operazioni di manutenzione. Ma è tutto il sistema raggio/mozzo ad essere diverso. I raggi in carbonio sono 18 per la ruota davanti, con una soluzione mista tra radiali ed incrocio in seconda. Per la ruota posteriore sono 24 totali e con incrocio in seconda da ambo i lati. Gli stessi raggi non sono un prodotto che esce dal quartier generale DT Swiss, ma sono realizzati da Vonoa su specifiche dell’azienda Svizzera. Tutti i nipples sono in alluminio.

Mozzo DT Swiss Spline 180

A dire la verità, il nuovo mozzo assomiglia molto più all’ultima versione del Dicut 180. Da quest’ultimo mutua la livrea nero lucida e le finiture cromate (specchiate) e le flange che sembrano fare parte in modo maggiore del disegno Dicut.

Il mozzo della ruota davanti è parecchio scaricato dal lato senza disco e presenta la flangia rialzata dalla parte della pinza. Quello posteriore è flangiato da entrambe le parti, con una lavorazione molto particolare che tende ad irrobustire, proteggere ed irrigidire i punti di ancoraggio dei raggi. La meccanica della ruota libera è di matrice DT Swiss Rachet System EXP con ruote dentate da 36 denti.

Cosa significa Aero+

Abbiamo davanti una ruota che nasce con un importante concetto aerodinamico alla base, che non ha senso esclusivamente ragionando di cerchi dai 50 millimetri di altezza in avanti. Anche un profilo da 38 millimetri può avere alle spalle un’analisi approfondita dei dati dell’aerodinamica e le ARC 38 ne sono un esempio.

Significa che il disegno, la forma ed il volume del sistema ruota/pneumatico sono sviluppati per ridurre al minimo la resistenza, sfruttare a proprio vantaggio l’effetto vela e non pesare sulla sezione dello sterzo. Una ARC 38 Aero+ di nuova generazione potrà non essere veloce come una 55 o una 65, ma presenterà una resistenza al rotolamento ridotta rispetto alla media della categoria.

Altri dettagli da considerare

Le nuove ARC 1100 Spline 38 CS sono dichiarate a 1.174 grammi di peso senza pneumatici, a 1.781 grammi con il sistema pneumatici Continental/Swiss Side. Davanti il modello Aero111 da 26, tubeless ready e montato con la camera in TPU, dietro un classico GP5000s TR da 28 millimetri, sempre tubeless ready e montato con camera in TPU. Il prezzo di listino è di 3.199 euro.

DT Swiss

Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65

Swiss Side Hadron3 650 Classic, veloci e gratificanti

28.10.2025
7 min
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Abbiamo provato le ruote Swiss Side Hadron3 650 nella versione Classic, ovvero quelle con il profilo da 65 millimetri e con i mozzi che si basano sulla meccanica dei DT Swiss 370.

Chi partiva con qualche remora (giustificata se contestualizzata in un’epoca passata) ora dovrebbe cambiare idea. Le ruote con profili altissimi offrono dei vantaggi non secondari e, prodotti ben congegnati come le Swiss Side, sono divertenti e anche piuttosto facili da guidare. Entriamo nelle specificità della nostra prova, eseguita con una doppia configurazione.

Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65
Quella famiglia di ruote che invitano a fare velocità
Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65
Quella famiglia di ruote che invitano a fare velocità

Hadron3 650 Classic: il dettaglio

La serie Classic di Swiss Side adotta la medesima tecnologia di sviluppo della Ultimate, ma è resa “più democratica” per scelte differenti di alcuni componenti. Ci sono i mozzi in alluminio con meccanica DT Swiss 370 (sempre con Rachet System interno al mozzo posteriore e cuscinetti sigillati con sfere in acciaio), raggi in acciaio (DT Swiss) Aero Comp con incrocio in seconda ed un cerchio full carbon da 65 millimetri di altezza. Il cerchio è quello di ultima generazione: è tubeless ready con uncino (non hookless) ed ha un canale largo 22 (la larghezza complessiva è di 29). Il canale prevede l’impiego del tubeless tape. Un cerchio con questo shape è ottimizzato anche per coperture fino a 32 millimetri di sezione.

Una delle particolarità di queste ruote è il sistema combinato ruota/pneumatico, possibile grazie ad una installazione di fabbrica con i pneumatici Continental/Swiss Side (come nella versione usata per il test). Dietro abbiamo un “classico” GP5000s TR da 30 millimetri, che prevede il montaggio originale con la camera d’aria in TPU (da notare che lo pneumatico è tubeless ready). Davanti c’è un Swiss Side Aero111 da 29, gomma dal disegno e shape particolari, marcatamente aero concept, prodotta da Continental su specifiche Swiss Side. Anche in questo è tubeless ready ed è montata in originale con la camera in TPU. Il peso (rilevato) della coppia con gomme e camere montate è di 2470 grammi. Il prezzo di listino (al netto di eventuali sconti spesso disponibili sul sito Swiss Side) è di 1495 euro.

Test doppio: camere poi tubeless

Proprio così, non ci siamo fermati alla singola prova, ma abbiamo voluto capire come può funzionare una “ruotona” del genere con un setting differenti di pneumatici. Prima la prova in originale, poi con la configurazione tubeless (tolte le camere ed inserito il liquido).

Stesso giorno di lavoro, stesso percorso e medesima bici usata per il test finale dal quale abbiamo estrapolato i dati. 10 chilometri esatti, un vallonato leggero e comunque lineare in modo da minimizzare le variabili ambientali. 30 metri circa di dislivello positivo in modo da sfruttare anche la velocità generata dalle Hadron3. Vento a 3 chilometri orari rilevato per tutto il test e 15° come temperatura esterna.

I numeri del test con le camere d’aria in TPU

2.925 grammi rilevati per le Hadron3 pronte per la messa su strada. Dischi da 160/140, camere in TPU Continental con valvola da 80 (37 grammi ciascuna). 300 watt medi per un rapporto fisso 54/16. Tempo di percorrenza rilevato 15 minuti e 38 secondi. Velocità media di 38,4.

La prova con il montaggio tubeless

Abbiamo rilevato il medesimo valore alla bilancia del montaggio. 2.925 grammi anche per il setting tubeless. Valvole da 80 millimetri e 30 cc di liquido sigillante per ogni gomma. In entrambe le prove la partenza è stata da fermo. Cosa ci dicono i numeri del setting tubeless? Che siamo stati più veloci di 12 secondi con i 1526″ secondi rilevati a parità di tutto. La media oraria è stata di 39 chilometri orari con i tubeless.

Alcune considerazioni relative alle Hadron3 650

Il risparmio di tempo con il setting tubeless è lampante. 12 secondi possono non sembrare molti. Se però andiamo nel dettaglio e quantifichiamo sono poco più di un secondo al chilometro per soli 10 chilometri di test. Se il test fosse stato di 60/80 chilometri il tempo risparmiato sarebbe esponenziale. Non solo, perché ad una velocità più elevata la configurazione tubeless permette un maggiore e migliore controllo, dissipazione aumentata delle vibrazioni che arrivano dal basso. Un maggiore controllo e fluidità della bici soprattutto sull’avantreno, anche e soprattutto in discesa e quando è necessario cambiare traiettoria ad alta velocità.

Il test completo delle Swiss Side da 65 ha previsto anche giornate di utilizzo collinare. Salite e discese, percorsi vari mediamente tecnici, ben coscienti del fatto che un profilo del genere trova la sua massima sfruttabilità ad andature elevate e senza eccessive complicazioni ambientali.

Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65
Sono oggettivamente un bel vestito per la bici
Swiss Side Hadron3 650 Classic, non sembrano ruote da 65
Sono oggettivamente un bel vestito per la bici

In conclusione

Le Hadron3 650 Classic sono l’esempio di quanto una ruota alta moderna possa essere facile, molto più che in passato, gratificante e anche sfruttabile. Non siamo qui ad affermare che sia un prodotto dedicato a tutti i ciclisti, ma di sicuro abbatte alcune convinzioni che arrivano dal passato e relative a queste categorie di strumenti dedicati alla ricerca della performance. Non obbligano ad arpionare il manubrio quando si cambia direzione e non mostrano effetti negativi sullo sterzo della bici. Aiutano a mantenere una velocità elevata e spingono a dare gas quando la stessa andatura è già alta (comunque oltre i 40 chilometri orari). In discesa quando si oltrepassa il muro dei 55 chilometri orari diventano un boost e si attiva una sorta di effetto volano facile da percepire, quello che non avviene (ad esempio) con profili da 38.

Ovviamente non sono ruote da salita e quando le velocità sono piuttosto basse necessitano di molta energia, forza ed impegno per essere rilanciate nel modo adeguato. Il prezzo di listino. Lo troviamo adeguato, quasi vantaggioso, considerando proprio la versione Classic e la categoria di utenti potenziali, che non hanno il peso ridotto come pallino, ma pretendono velocità ed efficienza.

Swiss Side

Ricerca e tecnologia, ora l’abbigliamento, il mondo Swiss Side

06.09.2025
4 min
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Swiss Side entra in modo ufficiale nella categoria dei capi super tecnici in grado di migliorare e massimizzare l’efficienza aerodinamica. La nuova collezione comprende un pool di indumenti, per uomo e per la donna, salopette, jersey e body.

Balzata agli onori del ciclismo professionistico di vertice, Swiss Side non è sinonimo esclusivamente di ruote (fornite al Team Decathlon). Prima di tutto è ricerca e sviluppo ed in questo rientra anche la categoria dei capi tecnici. L’azienda svizzera ha una sua linea e ora la vediamo nel dettaglio.

Capi super tecnici e disegnati con l’aerodinamica alla base
Capi super tecnici e disegnati con l’aerodinamica alla base

La salopette Swiss Side Aero Ultimate

E’ disponibile per uomo e per la donna, ovviamente con tagli differenziati ed ergonomia studiata per configurarsi al meglio con le forme (diverse) del corpo. Ogni salopette è pensata per essere efficiente e anche duratura. Non solo, dal punto di vista compressivo e del taglio, tutto è ottimizzato per fornire supporto durante l’attività e farlo nel modo corretto. Lo stesso fondello è stato prodotto e posizionato tenendo conto delle differenti necessità di genere, per offrire una resa tecnica di altissimo livello.

Non è stato dimenticato il fattore termoregolazione, a partire dalla qualità e tipologia di tessuti, fino ad arrivare al confezionamento. Sono un esempio le bretelle, con pannellatura posteriore e trame differenziate, così come il fondo gamba, dove gli inserti siliconici sono ridotti al minimo. Sono presenti dei microfori per una aerazione aumentata. Il prezzo di listino è di 195 euro.

Aero Jersey Ultimate

Sviluppata, disegnata e prodotto grazie a numerosi test in galleria del vento. Per Swiss Side è lo standard, si parte dall’aerodinamica e si procede. Aero Ultimate non è un compromesso, ma al tempo stesso non si è voluto sacrificare il comfort, necessario per mettere a proprio agio il corridore nelle diverse fasi di gara. La maglia Swiss Side è costruita grazie a tessuti con varie densità, posizionati in modo specifico. Ognuno ha un compito preciso. Le maniche adottano una trama a coste, perché l’aria deve scorrere via, contribuiscono a mantenere il capo stabile.

Davanti c’è una trama fitta e una zip lunga facilmente accessibile, il tutto per garantire comfort e stabilità del capo. Il collo è ribassato e le spalle sono coperte da un tessuto con trama irregolare e “cellette”. Questa parte deve assecondare il piegamento verso il basso e porre la minima resistenza all’aria. E’ una delle parti del corpo più esposte allo spazio. Infine la pannellatura posteriore con le tre tasche. C’è una rete mesh ultra fine e leggera che non ostacola la veicolazione all’esterno dell’umidità prodotta durante lo sforzo. Non sfarfalla grazie alla sua elasticità. Il prezzo di listino è di 175 euro.

Il body Aero Ultimate

Una chicca, un capo tecnico più che mai attuale. Rispetto ad un body specifico per il triathlon, se messo a confronto con un body “tradizionale”, ha un taglio modificato che non compromette il comfort e sfrutta i tessuti a favore della traspirabilità. Le cuciture sono ridotte al minimo, così come i gli spessori di queste ultime, fattore comune a tutti i capi della nuova collezione. Il taglio, la forma e nel complesso l’ergonomia tengono conto anche dell’impiego sulla bici standard. Il nuovo body non è specifico solo per le cronometro. Un aspetto importante per quanto concerne la versatilità e l’ampio delta di impiego.

Il fondello (il medesimo in dotazione alla salopette) ha uno spessore costante di 10 millimetri, pur adottando schiume con densità diverse e con supporto altrettanto differente. E’ un capo che integra molta tecnologia ed ha un prezzo di listino importante, 395 euro.

Swiss Side

Richiamo di sicurezza Swiss Side

02.08.2025
3 min
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La sicurezza per chi pedala è davvero da considerare un pilastro inamovibile. Swiss Side, un brand emergente e sempre più accreditato nel settore delle soluzioni aerodinamiche avanzate, e partner di produzione di DT Swiss, ha recentemente annunciato un importante richiamo di sicurezza. Questa iniziativa, che riguarda specifici modelli di ruote in carbonio, sottolinea l’impegno incrollabile della stessa azienda per la sicurezza dei ciclisti. L’obiettivo è informare tempestivamente i possessori delle ruote potenzialmente interessate, garantendo che ogni singola pedalata avvenga in totale tranquillità.

Il richiamo riguarda alcuni modelli di ruote Swiss Side HADRON appartenenti a specifici lotti di produzione. È fondamentale per i ciclisti verificare se le loro ruote rientrino nell’elenco per agire di conseguenza. I modelli potenzialmente interessati sono:

  • – HADRON2 All road 450
  • – HADRON2 All road Ultimate 450
  • – HADRON2 Classic 500
  • – HADRON2 Ultimate 500
  • – HADRON3 Classic 550
  • – HADRON3 Classic 650

È importante mettere in evidenza che non tutti i modelli HADRON sono coinvolti. Le ruote HADRON 380, 625, 680, 800 e 850 non rientrano difatti in questo richiamo. Inoltre, tutte le ruote HADRON3 Ultimate, prodotte nello stabilimento DT Swiss in Polonia, non sono in alcun modo interessate.

Swiss Side ha richiamato per un controllo i modelli di ruote HADRON
Swiss Side ha richiamato per un controllo i modelli di ruote HADRON

Come agire in questa situazione?

Per aiutare i ciclisti a identificare rapidamente le ruote coinvolte, Swiss Side e DT Swiss hanno fornito linee guida chiare e condivise. Le ruote potenzialmente interessate sono quelle vendute dopo il 1 agosto 2024 e quelle con numeri di serie DT Swiss superiori a 2740000. È dunque essenziale controllare il numero di serie su entrambe le ruote, anteriore e posteriore, per una verifica accurata.

La priorità assoluta è la sicurezza. Se si possiedono ruote che potrebbero rientrare in questo richiamo, è fondamentale seguire questi passaggi:

  • Interrompere immediatamente l’utilizzo delle ruote potenzialmente interessate
  • Visitare il sito web DT Swiss dedicato al richiamo https://www.dtswiss.com/recall. Qui si trovano le istruzioni dettagliate su come individuare il numero di serie delle ruote
  • Utilizzare lo strumento di verifica sul sito DT Swiss.

Se le ruote non sono interessate, non è richiesta alcuna ulteriore azione. Qualora invece lo fossero, occorrerà seguire attentamente il processo descritto sul sito. DT Swiss gestirà direttamente tutte le fasi successive e le comunicazioni con i clienti, garantendo un supporto completo.

Swiss Side è partner tecnico del team Decathlon AG2R La Mondiale
Swiss Side è partner tecnico del team Decathlon AG2R La Mondiale

Un impegno per la qualità

Sebbene non siano stati segnalati difetti specifici per le ruote Swiss Side HADRON, questo richiamo è una misura precauzionale. Approfonditi controlli di qualità da parte di DT Swiss hanno difatti rivelato problematiche di fabbricazione simili a quelle riscontrate in modelli precedenti di DT Swiss (ERC/CRC/HEC) che sono stati oggetto di richiamo. La decisione congiunta di Swiss Side e DT Swiss dimostra così un impegno totale verso la sicurezza dei clienti, mettendo la prevenzione al primo posto.

Swiss Side continua a essere un player riconosciuto nel settore, spingendo i confini dell’innovazione con soluzioni aerodinamiche sempre all’avanguardia. Questo richiamo, gestito con estrema trasparenza e proattività, rafforza la reputazione di Swiss Side come azienda che antepone la sicurezza e la soddisfazione del cliente a ogni altra considerazione.

Swiss Side

Swiss Side entra anche nella categoria degli Aero Cockpit

31.07.2025
3 min
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Si chiama proprio Aero Cockpit, è sviluppato da Swiss Side ed è un pacchetto completo che si basa sulle estensioni/prolunghe, utilizzabili in ambito crono e triathlon.

Il kit è stato disegnato per offrire le massime performance tecniche, essere completo, ma sempre tenendo l’atleta al centro dello studio. Quest’ultimo fattore implica il fatto di non sacrificare completamente il comfort. Vediamo le sue particolarità.

L’atleta è sempre al centro dello sviluppo
L’atleta è sempre al centro dello sviluppo

Swiss Side Aero Cockpit, visto al Tour de France

Swiss Side è al fianco del Team Decathlon-AG2r, non solo in ambito ruote, ma in tutto quello che concerne la ricerca aerodinamica e delle performance. Come è facile immagine in questo rientra anche l’ambito prove contro le lancette. Aero Cockpit ha debuttato in modo ufficiale alla Grand Boucle ed al fianco del campione fancese a cronometro, Bruno Armirail. La base del cockpit Swiss Side è la medesima, ma con gli opportuni aggiustamenti si può sfruttare la configurazione road oppure triathlon.

Il kit prevede le due estensioni con i terminali adattabili per integrare i pulsanti delle trasmissioni elettroniche. La sezione centrale è voluminosa e nella parte superiore è previsto un inserto grippante che ferma l’avambraccio del corridore. La sezione posteriore ha una sorta di disegno alare/contenitivo ed ha l’obiettivo di fermare il gomito, senza influire negativamente sulla comodità, offrire una sorta di protezione/guscio aerodinamico. Quest’ultima parte, grazie alle piastre sottostanti è ampiamente posizionabile/orientabile. Per tutte le discipline è previsto un supporto per il device, per la versione triathlon è possibile integrare anche un portaborraccia.

Alcuni numeri

Il prezzo di listino di Aero Cockpit è di 749 euro (tramite il sito ora sono disponibili a 599 euro) e come vuole la regolamentazione UCI è disponibile per il grande pubblico. Il valore alla bilancia del sistema è (dichiarato) di 633 grammi, non molto se consideriamo la categoria.

I materiali utilizzati per la sua costruzione/assemblaggio sono il carbonio T700 per le estensioni, viteria in acciaio e nylon con composito iniettato per i diversi supporti. Le imbottiture sono in EVA, morbide, adattabili e longeve.

Swiss Side

Regole UCI: aziende nel caos. Ma ecco le prime reazioni

17.07.2025
7 min
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Qualche settimana fa, il 12 giugno per la precisione, l’UCI ha reso pubbliche alcune nuove e importanti regole che entreranno in vigore dal prossimo gennaio. Norme che puntano alla sicurezza, ma che impattano su una cospicua parte dei materiali utilizzati dai professionisti. Le modifiche riguardano manubri, ruote, rapporti, gomme, telai (qui potete rileggere nello specifico il tutto).

Vi avevamo già accennato nell’editoriale di lunedì quale problema enorme rappresenti questa svolta improvvisa per le aziende. Stavolta, quindi diamo voce proprio ad alcune di loro: quelle che per prime hanno avuto il coraggio di farsi sentire.

Decathlon e Van Rysel, ad esempio: un’enorme parte dei manubri già prodotti non sarà più omologata secondo i regolamenti UCI. In teoria, non si potranno nemmeno utilizzare in una gran fondo sotto l’egida della Federazione e di riflesso dell’UCI. Prendiamo anche l’ultima bici Factor, per esempio, vista al Tour, con forcella e carro molto ampi: sarà fuori norma. E la lista dei brand coinvolti è lunga.

Jean Paul Ballard CEO di Swiss Side durante la presentazione delle nuove ruote Ultimate e Classic a Lille alla vigilia del Tour
Jean Paul Ballard CEO di Swiss Side durante la presentazione delle nuove ruote Ultimate e Classic a Lille alla vigilia del Tour

Già a Lille il clima era teso

La querelle è esplosa in pieno giugno. Molte aziende si erano organizzate, anche in vista del Tour de France, per presentare i propri nuovi prodotti, approfittando della visibilità garantita dalla corsa francese.

A una di queste presentazioni eravamo presenti anche noi. Ricordate le ruote Swiss Side? Ebbene, al netto della qualità indiscutibile, una parte delle nuove ruote, tra cui le Ultimate (quelle di fascia più alta), non potrà essere utilizzata da gennaio. Parliamo dei modelli da 85 e da 68 millimetri, quando il nuovo limite imposto è 65. Daniele Cerafogli, del marketing team di Swiss Side, non aveva nascosto il disappunto, specie per le tempistiche con cui l’UCI aveva comunicato i cambiamenti. Oltre allo sviluppo praticamente vanificato, questi modelli erano già entrati in produzione.

Il grafico presente nella lettera che Swiss Side ha inviato all’UCI. In pratica più le linee hanno un valore di yaw basso e più la ruota è stabile. Si nota come quella da 68 mm sia più efficiente
Il grafico presente nella lettera che Swiss Side ha inviato all’UCI. In pratica più le linee hanno un valore di yaw basso e più la ruota è stabile. Si nota come quella da 68 mm sia più efficiente

Le prime lettere

Proprio ieri, Swiss Side ha inviato una lettera all’UCI, firmata dal CEO Jean Paul Ballard. Una lettera lunga, dettagliata, in cui sono elencate le criticità: danni economici, produzione già avviata, impossibilità di essere pronti a inizio 2026.

Secondo Swiss Side, una ruota con profilo più alto ma progettata con un determinato disegno (profondità e larghezza del canale) è più sicura in termini di stabilità e guidabilità rispetto a una ruota con profilo più basso. Nel documento è allegato anche un grafico con dati della galleria del vento, che mostra l’impatto del vento trasversale (fino a 15°) sul cerchio.

Nel finale della lettera, a dimostrazione che qualcosa si muova, si legge: «L’UCI, in quanto organo di governo del ciclismo, dovrebbe sempre essere considerato responsabile, obiettivo e inclusivo. Le azioni attuali non sono coerenti con questi valori. Chiediamo pertanto un’urgente riconsiderazione della recente modifica all’attuazione del regolamento».

Davide Guntri di Deda Elementi (qui a colloquio con Maestri): il rapporto con i team è costante sia in termini di performance che di sicurezza
Davide Guntri di Deda Elementi (qui a colloquio con Maestri): il rapporto con i team è costante sia in termini di performance che di sicurezza

La voce delle aziende

Abbiamo sentito Davide Guntri di Deda Elementi, che rappresenta bene i brand che si erano mossi in base a un regolamento poi modificato improvvisamente. Grazie alla sua disponibilità e chiarezza ci ha aiutato ad approfondire l’argomento. In precedenza, anche Gianluca Cattaneo, responsabile dell’azienda lombarda, aveva espresso la sua contrarietà in un post su Linkedin.

Davide, ci sono aziende che si ritrovano con una parte di prodotti fuori norma, già in produzione. E’ davvero così?

No, non una parte: la maggior parte è già in produzione. Parlo di tutti i prodotti presentati a Eurobike, la fiera più importante in Europa e tra le prime al mondo. Ruote da 70 millimetri, manubri da 38 centimetri. Per esempio, noi di Deda abbiamo dovuto fare una frenata improvvisa e ora ci troviamo in difficoltà con tutte le squadre che sponsorizziamo. Avevamo già dei prodotti pronti per la consegna, tipo i manubri. E adesso cosa facciamo?

Di solito c’era un confronto tra UCI e brand?

Sì, ma stavolta non c’è stato nessun confronto. Loro hanno deciso e noi lo abbiamo saputo dopo.

Chi ha cambiato le carte in tavola? L’associazione SafeR c’entra qualcosa?

Davvero non lo so. Ma l’iter non doveva cambiare, soprattutto a ridosso della fiera più grande dell’anno o quando tutte le squadre hanno i nuovi manubri montati. Anche le aziende di bici hanno già avviato la produzione per il 2026. Canyon, ad esempio, ha un manubrio che non andrà più bene. Peggio ancora Ridley: tutti i loro manubri saranno fuori norma, dalla squadra WorldTour a quella femminile e development. La perdita economica è notevole. Anche perché non tutti i fornitori accettano di fermare la produzione. Cosa facciamo, rottamiamo tutto?

La sicurezza in primis, ma non si può ridurre alla larghezza di un manubrio o di una gomma, quando ancora i piedini delle transenne spuntano nella careggiata
La sicurezza in primis, ma non si può ridurre alla larghezza di un manubrio o di una gomma, quando ancora i piedini delle transenne spuntano nella careggiata
Parliamo di professionisti, ma un cicloamatore potrebbe comunque usare questi componenti?

Certo, ma l’amatore segue le tendenze dei pro’. E non posso quantificare la perdita, ma potrebbe essere pesante per tutte le aziende coinvolte. Persino quelle che fanno i gruppi.

Ti riferisci al pignone da 10 denti di Sram che manderebbe oltre il limite di sviluppo metrico il set con molte delle sue corone?

Esatto. Le loro cassette sono un monoblocco, non basta togliere un ingranaggio.

Volendo essere maliziosi Shimano e UCI sono molto vicini…

Sembra che Shimano abbia detto all’UCI di fare attenzione, che certe regole avrebbero messo in difficoltà anche altri costruttori di gruppi. Hanno avuto una posizione molto corretta.

Il punto è capire se si tratta di sicurezza reale o solo di facciata…

Esatto. Siamo andati all’estremo. E’ giusto: non puoi far correre un ragazzo alto due metri con un manubrio da 36 centimetri. Però se vogliamo parlare di sicurezza vera, dobbiamo uscire dalla questione materiali. Vogliamo parlare di transenne, curve non messe in sicurezza, spartitraffico… E poi fermi le aziende? E indirizzi fortemente il mercato?

Anche i team dicono di aver ricevuto un questionario UCI pochi giorni prima delle nuove norme…

Immagino! Qualche sera fa ero in pista, a Crema, come presidente della FCI della provincia. Parlando con Ivan Quaranta mi ha raccontato che quando tre anni fa svilupparono con Pinarello il manubrio Most, il loro ingegnere suggerì di lavorare su un manubrio da 35, non da 33 centimetri. «Vedrete che il 33 non andrà più bene», gli disse.

Guntri non nega che certe regole servano. In qualche caso si è andati oltre, come questa piega da 28 cm per la pista (dove il limite è stato portato a 35 cm)
Guntri non nega che certe regole servano. In qualche caso si è andati oltre, come questa piega da 28 cm per la pista (dove il limite è stato portato a 35 cm)
A chi giova questa situazione?

Bella domanda. Quando il nostro direttore mi ha mandato l’estratto della normativa, mi si è gelato il sangue. Mi sono chiesto: «Cos’è successo? Ho sbagliato qualcosa nella lettura delle regole?». Ti viene da pensare di aver perso qualcosa. Leggi e rileggi. Poi vedi la realtà dei fatti. E’ difficile orientarsi tra le regole. Quelle della crono, ad esempio, sono complesse da interpretare anche per noi. E a proposito di crono e di precisione da parte dell’UCI, vogliamo parlare delle dime con cui misurano se una bici è a norma?

Parliamone…

Al Giro dItalia, alcune bici di un team con cui abbiamo un buon rapporto anche se non è nostro cliente, andavano bene per la crono in Albania, ma non a quella di Pisa. Stesse bici, identiche. E poi parliamo di sicurezza: vogliamo discutere della quantità di macchine al seguito? Ci sarebbero tante regole da sistemare prima di agire sui materiali. Perché nella crono esistono tre categorie (1, 2, 3) per altezza dell’atleta e misure del mezzo e su strada no? Basterebbe introdurre lo stesso sistema e risolveresti.

Chiaro, senza vietare certi prodotti. E questo automaticamente sistemerebbe anche il settore femminile, che per assurdo in alcuni casi vede ingrandirsi i manubri oltremodo…

Ripeto: la sicurezza viene prima di tutto. Va bene fare regole che spingano in quella direzione. Però affrontiamola per gradi. Troviamo qualcosa che protegga sotto al casco, dico per dire. E facciamolo con le tempistiche giuste e con dialogo.

Ci sarà una reazione delle aziende? L’UCI dovrà dare delle spiegazioni, no?

So che ad Eurobike Adam Hansen (presidente del CPA, ndr) e un ispettore UCI hanno incontrato i produttori. Spero che venga concessa una deroga per il 2026, perché i tempi sono troppo stretti e in molti non riusciranno a rifare tutto in tempo.

Van Rysel EDR CF Ultra, nasce endurance e può andare ovunque

14.07.2025
4 min
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Van Rysel spinge forte sull’acceleratore, quello dedicato al rinnovamento e sviluppo importante della gamma. Dopo le bici in dotazione al Team Decathlon-AG2r La Mondiale (categoria RCR), arriva anche la nuova endurance.

EDR CF Ultra è dedicata agli amanti delle lunghe e lunghissime distanze, agli amanti del comfort e fa l’occhiolino anche ad un concetto light off-road. Vediamola nel dettaglio.

Una piattaforma nuova, EDR CF Ultra
Una piattaforma nuova, EDR CF Ultra

Attenzione particolare al peso

Il telaio della nuova EDR CF Ultra è tutto in carbonio e utilizza la tecnologia monoscocca. La fibra è di matrice HM (alto modulo), con un valore (dichiarato) alla bilancia di 830 grammi nella taglia media. E’ un peso davvero buono, soprattutto se consideriamo una categoria endurance.

Tornando alla fibra composita, per la EDR CF Ultra è stato sviluppato un layup specifico, capace di far collimare robustezza, reattività e per l’appunto un peso davvero interessante. Anche la forcella è completamente in carbonio.

I dettagli da tenere presenti

EDR CF Ultra si pone come una nuova piattaforma, non una semplice evoluzione. Si possono montare coperture fino a 38 millimetri di sezione ed è compatibile con i parafanghi. La nuova Van Rysel ha tre punti di ancoraggio per altrettanti portaborraccia.

La zona dello sterzo è stata disegnata in collaborazione con Deda e c’è la possibilità di montare anche dei cockpit aero integrati (non sono previsti negli allestimenti a catalogo, ma le specifiche permettono il montaggio). Non in ultimo è possibile montare una luce anteriore con il cavo che scorre all’interno del fodero della forcella e si aggancia al mozzo/dynamo sviluppato in collaborazione con DT Swiss.

Allestimenti e taglie

Van Rysel EDR CF Ultra è disponibile in tre allestimenti diversi. La prima è LTD Force AXS che, in modo intuitivo si basa sulla nuova trasmissione Sram Force AXS 2×12 e porta in dote le ruote Swiss Side Hadron Allroad con il mozzo/dynamo. Il prezzo di listino è di 5.099 euro. Nella scala dei valori c’è poi la EDR CF Ultra con la trasmissione Shimano Ultegra. Il prezzo di listino è di 4.899 euro ed il montaggio prevede le ruote Swiss Side Hadron Allroad 350 (350 si riferisce alla categoria del mozzo, che è su base DT Swiss). Infine il montaggio che si basa sul pacchetto Shimano 105 Di2, con le ruote Van Rysel VR35 (con il cerchio in carbonio). Molto buono il rapporto qualità/prezzo di questa versione, 3.499 euro.

Le taglie a catalogo sono 5, dalla XS alla XL. Tutte mostrano uno stack piuttosto alto, in puro stile endurance ed un passo abbondante, fattore che permette di beneficiare di una notevole stabilità anche sullo sterrato. Tutte le misure hanno in comune il rake della forcella di 45 millimetri e la lunghezza (425 millimetri) del carro posteriore.

Van Rysel

Swiss Side HADRON³: la terza dimensione della velocità

04.07.2025
6 min
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LILLE (Francia) – Dopo la presentazione dei team (e la festa in casa Van Rysel) è tempo di un’altra presentazione: quella di Swiss Side. Il brand elvetico, che più volte abbiamo avuto modo di testare da vicino, ha alzato i veli sulle due nuove linee di ruote: la terza generazione delle HADRON³, appunto al cubo. Un’evoluzione che alza ulteriormente l’asticella dell’aerodinamica (ma non solo come vedremo) nel nel ciclismo su strada e anche nel triathlon.

Jean-Paul Ballard, CEO e co-fondatore di Swiss Side, durante la presentazione delle nuove ruote avvenuta poche ore fa a Lille
Jean-Paul Ballard, CEO e co-fondatore di Swiss Side, durante la presentazione delle nuove ruote avvenuta poche ore fa a Lille

Aerodinamica, maneggevolezza e ottimizzazione del sistema ruota-pneumatico sono i tre pilastri su cui poggia questa gamma rinnovata, sia della super top level linea Ultimate che della Classic. Con cerchi più profondi e larghi, nuovi mozzi e un grande sviluppo pensato per le condizioni di gara reali e non solo in laboratorio.

La linea Ultimate, la più pregiata, si riconosce per il logo rosso. I tre nuovi profili sono da 55, 68 e 85 millimetri
La linea Ultimate, la più pregiata, si riconosce per il logo rosso. I tre nuovi profili sono da 55, 68 (in foto) e 85 millimetri

HADRON³ Ultimate: prestazioni pure

Il top di gamma HADRON³ Ultimate è il frutto di anni di ricerca sul campo e in galleria del vento. Le tre nuove versioni, da 550, 680 e 850 millimetri, condividono la nuova sezione V-shape dei cerchi, più profonda e larga, ma al contempo più leggera rispetto alla generazione precedente. Il profilo è stato ricalibrato per ridurre la resistenza aerodinamica con angoli d’inclinazione del profilo stesso ridotti di 5°, generando un risparmio medio del 15 per cento di potenza dissipata in meno rispetto alle HADRON².

La vera rivoluzione è il concetto di handling attivo, che migliora la stabilità e consente al corridore di mantenere la posizione aerodinamica anche con vento laterale. Questo è possibile anche grazie ai nuovi mozzi Aero basati su DT Swiss 180, con cuscinetti ceramici SINC e raggi Aerolite II.

Il peso è contenuto: la versione 680, ad esempio, pesa 1.559 grammi, ben 123 in meno rispetto alla HADRON² corrispondente (la 650). Le Ultimate offrono compatibilità totale con pneumatici da 25 a 32 millimetri, e sono ottimizzate per misure da 28-29 millimetri.

La linea Classic è la stessa ma con materiali e componenti un filo meno al top. I nuovi profili sono da: 55, 68 (in foto) e 85 millimetri
La linea Classic è la stessa ma con materiali e componenti un filo meno al top. I nuovi profili sono da: 55, 68 (in foto) e 85 millimetri

HADRON³ Classic: qualità accessibile

La linea HADRON³ Classic eredita lo stesso disegno del cerchio delle Ultimate, ma con un approccio più economico in termini di componentistica. I mozzi sono gli Swiss Side – DT Swiss 370 Aero, più compatti, che garantiscono comunque un miglioramento delle prestazioni aerodinamiche rispetto alla precedente generazione: -16 per cento di drag medio (resistenza aerodinamica) con gomme AERO 111 e -12 per cento con Continental GP5000S TR.

Da segnalare che la collaborazione tra Swiss Side e DT Swiss è strettissima ed entrambi i prodotti dei due brand vengono sviluppati insieme.

I raggi sono i DT Aerocomp a J-Bend e il set pesa 1.674 grammi nella versione 550. Si attesta sui 1.746 grammi la versione da Classic 680. Mentre la HADRON² 380 (presentata già nel 2024) la più amata dagli scalatori, ferma l’ago della bilancia a 1.476 grammi. Ovviamente per tutti questi pesi ci riferiamo alla coppia.

I mozzi DT Swiss per la linea Ultimate e Classic: questi e il sistema produttivo sono le principali differenze fra le due gamme
mozzi DT Swiss per la linea Ultimate e Classic: questi e il sistema produttivo sono le principali differenze fra le due gamme

Le nuove versioni disponibili di HADRON³ Classic sono tre: 550, 680 e 850, con profondità rispettive di 55, 65 e 85 millimetri e un canale interno la cui larghezza è di 22 millimetri, come la linea Ultimate del resto. Anche qui la costruzione hook-type consente l’uso sicuro di diverse pressioni e pneumatici, favorendo il tuning del sistema ruota-gomma in base al vento.

Uno dei punti forti di questa ruota è anche il suo rapporto qualità/prezzo, che parte da 1.495 euro, circa 700 euro in meno rispetto alla linea top di gamma. La linea HADRON³ Classic è quindi una scelta perfetta per chi cerca prestazioni da WorldTour con un occhio al budget, grazie anche al divario ridotto di soli 0,7 watt rispetto alla linea Ultimate.

La HADRON³ Ultimate DISC pesa 1.055 grammi e ha il canale interno da 20 mm
La HADRON³ Ultimate DISC pesa 1.055 grammi e ha il canale interno da 20 mm

HADRON³ Disc: cronometro e triathlon

All’estremo della ricerca aerodinamica si posiziona la nuova HADRON³ Ultimate DISC, pensata per prove contro il tempo e gare di triathlon. Questo modello disc wheel completa la gamma Ultimate offrendo la stessa filosofia costruttiva: profilo ottimizzato, peso contenuto e compatibilità con pneumatici moderni. Nonostante l’ampiezza e la struttura monolitica, la ruota è costruita con materiali avanzati che ne limitano il peso senza compromettere rigidità o maneggevolezza.

I test mostrano una riduzione del drag di oltre 2 watt rispetto ai migliori competitor WorldTour, mantenendo un controllo superiore anche alle alte velocità. E’ qui che Swiss Side sfrutta al massimo la modularità del sistema ruota-gomma: in condizioni di vento assente, si possono usare pneumatici GP5000 TT TR per una resistenza al rotolamento minima. Quando invece la gara è influenzata da raffiche trasversali, gli AERO 111 garantiscono effetto vela e massima stabilità. Da segnalare che questa ruota è stata testata e sviluppata con il team Decathlon-AG2R e dei campioni Ironman Sam Laidlow e Laura Philipp.

Il “sistema” ruota-gomma

Abbiamo parlato più volte del sistema ruota-gomma. Ma davvero incide così tanto? In fin dei conti si parla dell’alloggio di un copertone su un cerchio: quanto può essere differente da gomma a gomma? Nel ciclismo dei dettaglio parecchio.

Un elemento distintivo dell’intera gamma HADRON³ è la possibilità di ottimizzare le prestazioni in base al vento e alla tipologia di gara. Swiss Side introduce il concetto di “Dual Performance Setup”: con vento laterale, il pneumatico Continental AERO 111 offre effetto vela e migliore tenuta. In condizioni calme o in cronometro ad alta velocità, si può montare un GP5000 TT TR, più leggero e con minore rolling resistance. In entrambi i casi, la resistenza aerodinamica resta contenuta grazie alla base drag ridotta della ruota.

Le HADRON³ si distinguono anche per la compatibilità con sezioni da 25 a 32 millimetri, mantenendo stabilità e sicurezza grazie al cerchio hook-type. I grafici mostrano curve di momento sterzante più lineari e prevedibili rispetto ai concorrenti, anche a profondità elevate. E’ un vantaggio reale per chi cerca non solo velocità massima, ma anche controllo, affidabilità e adattabilità su ogni tipo di percorso.

Swiss Side