Vettorello, una stakanovista al servizio della Roland

15.02.2024
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Attaccare il numero sulla schiena e prendere vento in faccia non l’hanno mai spaventata, ma c’è un dato che salta all’occhio della scorsa stagione di Giorgia Vettorello. Sessantanove giorni di gara (di cui tre open) ed un solo “DNF”, ovvero gara non portata a termine. Nel ciclismo moderno se non è un record poco ci manca.

Ed in questo avvio di 2024 ha iniziato sempre da stakanovista (nove corse in venti giorni), con l’unica ed importante differenza dei colori di maglia. Vettorello è entrata nel WorldTour passando alla Roland dopo due anni dalla BePink-Bongioanni con cui si è tolta la soddisfazione di cogliere un successo in Francia. Fra poche ore la ventitreenne di Mogliano Veneto atterrerà oltreoceano in America Centrale sulle sponde del Pacifico per un training camp sui generis. Insomma, per Giorgia la nuova avventura col team svizzero è iniziata in modo profondo. Ecco cosa ci ha raccontato.

Vettorello (seconda da destra) in questo inizio di 2024 ha già accumulato nove gare in venti giorni
Vettorello (seconda da destra) in questo inizio di 2024 ha già accumulato nove gare in venti giorni
Cominciamo subito dalla trasferta intercontinentale. Cosa avrete in programma?

Andremo a El Salvador, Nazione del nostro general manager Ruben Contreras. Staremo via tre settimane, rientreremo il 14 marzo pronte per il Trofeo Binda a Cittiglio. Laggiù durante quel periodo soggiorneremo in montagna in una casa di proprietà di Ruben, anche se speravamo di stare nella sua villa al mare (sorride, ndr). Battute a parte, lui è molto attivo e in pratica ha contribuito ad organizzare nuovamente delle gare di classe 1.1. Faremo nove giorni di gara (la prima il 4 marzo, ndr), compresa la Vuelta a El Salvador, la gara a tappe del Paese.

Vi aspettate qualcosa da queste settimane?

Naturalmente puntiamo a fare dei risultati, ma credo che ci concentreremo su altro. Siccome non abbiamo fatto un vero e proprio ritiro in dicembre, in queste gare di inizio 2024 abbiamo visto che siamo un po’ più indietro rispetto alle altre squadre. Quindi per noi questo sarà un momento importante per fare anche un buon blocco di allenamenti e conoscerci meglio fra di noi. Sarà un bel periodo per gettare le basi per il resto della stagione.

Finora com’è stato l’impatto con la Roland?

Mi sto trovando veramente molto bene. Il primo approccio è stato buono, nonostante le mie difficoltà con l’inglese, che prima non parlavo così frequentemente. Per mia fortuna mi hanno aiutato tanto ad inserirmi sia Elena sia Sofia (rispettivamente Pirrone e Collinelli, ndr). Anche Dronova, che è russa ed è stata una delle mie prime compagne di camera, mi ha consigliato una applicazione per migliorare più in fretta il mio inglese.

Hai sentito il cambiamento di categoria?

Per ciò che riguarda le gare no, perché con la BePink abbiamo sempre avuto calendari importanti. Devo dire però che il livello in gara è sempre più alto di anno in anno. Ho notato invece differenze sulla struttura della squadra, che ha tante figure specifiche al seguito ad ogni gara. Sotto il punto di vista tecnico per il momento non c’è alcun tipo di stress per i risultati. Questo è merito del diesse Sergey Klimov, che ha una filosofia molto tranquilla. Mi piace perché finora ci ha fatto vivere l’attesa della gara senza pressioni. Ovvio che ci sia una tattica ben precisa con compiti ben precisi, ma è lui il primo a tranquillizzarci qualora dovessimo fare errori, spiegandoceli con calma.

Quali sono i compiti affidati a Giorgia Vettorello?

Rispetto al passato, adesso la realtà è cambiata. In BePink avevamo a turno i nostri spazi, qua alla Roland abbiamo ruoli definiti. Sono arrivata qua per aiutare la nostra velocista Maggie Coles-Lyster (atleta canadese che corre anche su pista, ndr). Sto lavorando per diventare una delle sue co-pilote, dato che sono abbastanza spericolata in volata e riesco a buttarmi abbastanza bene nei varchi. Per il resto, non mi tirerò indietro per aiutare la squadra o le compagne più forti. Così come non avrò paura a buttarmi in fuga, magari cercando di raccogliere il mio risultato migliore.

In questo modo l’anno scorso in Bretagna alla Kreiz Breizh hai conquistato la tua prima ed unica vittoria internazionale. Ce la ricordi?

E’ stata davvero una bella soddisfazione quella corsa. La fuga era partita grazie a me, anzi grazie a Walter (Zini, il team manager della BePink, ndr) che mi aveva suggerito quale poteva essere il momento giusto per approfittarne. Pioveva e siamo rimaste in quattro, comprese Malcotti e Silvestri. Ero molto fiduciosa perché nel circuito finale, da ripetere sei volte, al penultimo giro ero rimasta con Malcotti in cima alla salita. All’ultimo passaggio ho attaccato a circa due chilometri dal traguardo in prossimità di una curva a destra in contropendenza. E’ vero, sono stata fortunata perché proprio in quella curva Malcotti e Silvestri sono cadute ruotandosi, ma io avevo già allungato. Ho tentato il tutto per tutto ed è andata bene.

Come sei arrivata alla Roland?

E’ nato tutto un po’ per caso, verso fine estate. Attraverso qualche conoscenza in comune, ero andata a fare dei test da Fabio Vedana, preparatore della squadra ed ora mio allenatore, per capire meglio quali fossero i miei limiti e valori. Lui è stato molto disponibile e guardando i dati, mi ha segnalata alla Roland senza garantirmi nulla, pur spiegandomi come fosse strutturata la squadra. Il giorno dopo quel test, mi ha chiamato Ruben dicendomi che mi offriva il contratto per quest’anno. Naturalmente sono contentissima, visto che oltretutto io trevigiana corro su una bici trevigiana (sorride orgogliosa alludendo a Pinarello, fornitore della squadra, ndr).

L’anno scorso ha gareggiato tantissimo con la BePink. Ti sono pesate tutte quelle corse?

Onestamente no e devo dire che non ho finito la stagione particolarmente stanca. In realtà avevo fatto molta fatica nella prima parte del 2023 per un problema ad una spalla. Ho sempre corso, poi dal Giro femminile in avanti sono sempre stata meglio e ho tirato dritto sino in fondo. Anche in questo caso ringrazio Zini che mi ha fatto viaggiare tanto gestendomi bene. Anche perché siamo arrivati al limite massimo dei settanta giorni di gara consentiti.

Quale sarà il calendario di Giorgia Vettorello?

Dopo Cittiglio, avrò un bel blocco di gare al Nord, ma non dovrei correre la Roubaix. Se ci sarà, dovrei fare la Vuelta a maggio e poi il Giro Women a luglio. Il resto non è stato ancora definito, lo vedremo più avanti. Di sicuro saranno previsti più periodi di riposo rispetto all’anno scorso.

Papà Collinelli, come vedi il 2023 di Sofia e Luca?

28.02.2023
7 min
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Ogni stagione che inizia ha sempre un motivo d’interesse che va oltre il risultato. Lo stesso vale anche per il genitore, specie se la sua prima vita l’ha passata in sella ad una bici, conquistando fra l’altro anche un oro olimpico. Andrea Collinelli non è un padre qualunque per i suoi figli Sofia e Luca e quest’anno ha più di una ragione per seguire con più attenzione le loro corse.

Sofia è passata alla Israel-Premier Tech-Roland, entrando così nel WorldTour femminile, ed è già partita in modo intenso disputando sette gare, compreso il UAE Tour. Luca ha esordito lo scorso weekend con il suo Team Technipes #InEmiliaRomagna correndo sabato la San Geo e poi il giorno dopo a Misano, dove ha raccolto subito un terzo posto dietro Bruttomesso e Portello. E papà Collinelli come vede il loro 2023? Glielo abbiamo chiesto, naturalmente…

Andrea Collinelli con i figli Sofia e Luca. I due chiedono sempre consigli al padre
Andrea Collinelli con i figli Sofia e Luca. I due chiedono sempre consigli al padre
Andrea andiamo in ordine cronologico partendo dal podio di Luca. Te lo aspettavi?

Sì e no. Chiaramente mi fa molto piacere. Sapevo che durante il ritiro si era fatto trovare pronto. Lui è un 2003 ed è al secondo anno nella categoria U23, ma mi hanno detto che ha fatto grandi cambiamenti. Adesso è più concentrato, più resistente ed è in un squadra che sta facendo le cose molto bene.

A cosa può essere dovuto questo cambiamento?

Forse Luca ha avuto una maturazione più lenta rispetto ai suoi coetanei. E forse subiva un po’ l’immagine di Sofia, che da junior aveva fatto tante vittorie e risultati importanti. Luca ogni anno faceva buone cose, ma diciamo che prima non ci metteva lo stesso impegno di sua sorella. Sappiamo però che la maturazione, appunto, non è uguale per tutti. Ora Luca può essere uno stimolo per Sofia nel rilanciarsi. Infatti quando escono in allenamento assieme, non si risparmiano e se le danno nei denti (sorride, ndr).

Luca che caratteristiche ha?

E’ un passista veloce ed ha potenza. Predilige una volata corta, esplosiva. Si difende bene a crono, dove l’anno scorso avevo conquistato due buone top 10 per essere al debutto nella categoria. Se migliora sulle salite brevi e sugli strappi, può diventare più completo, anche perché gli piacciono le gare dure. Ad esempio domenica a Misano il vento e il freddo hanno condizionato molto la corsa rendendola selettiva. Infatti nel finale era là davanti ed ha fatto un buon risultato.

Quali sono gli obiettivi per Luca quest’anno?

Ne ha uno prioritario: la scuola. Purtroppo ha perso un anno e quindi dovrà concentrarsi sulla maturità. Poi da luglio in avanti potrà dedicarsi al ciclismo. Però se i cambiamenti mostrati in bici valgono su tutto, allora credo che si preparerà bene anche per l’esame. In ogni caso per lui questa stagione sarà ancora di apprendistato. Corre in un team continental che prevede un calendario importante anche in mezzo ai pro’, quindi potrà fare tanta esperienza. Certo, l’obiettivo di ogni corridore è quello di passare professionista, ma non deve avere fretta. Personalmente penso che anche nel 2024 gli converrebbe restare tra gli U23.

Prima facevi riferimento al rilancio di Sofia, che ora corre nel WorldTour. Come sta procedendo?

Bene ma è solo agli inizi. L’ingaggio della Israel è un buon traguardo per avere una buonissima ripartenza. Purtroppo lei ha avuto molta sfortuna nelle ultime stagioni. Prima problemi fisici che nel 2021 l’hanno parecchio frenata. Praticamente per un anno non ha corso. Durante la fase dell’infortunio ha preso qualche chilo. Poi l’anno scorso ha corso tanto, con qualche bel piazzamento che fa bene per il morale. Ha disputato il Giro Donne ma all’ottava tappa è caduta rompendosi due costole. Complessivamente a livello psicologico non è stato facile.

Avete dovuto intervenire su qualche aspetto particolare?

Innanzitutto a livello medico. Sofia ha avuto una doppia pubalgia dovuta al disallineamento del bacino. Le avevano prescritto di stare ferma per sei mesi, che per uno che va in bici è una mazzata. Abbiamo interpellato altri specialisti e alla fine il centro Isokinetic di Bologna, che segue anche il Bologna Calcio, ha trovato la giusta terapia. Ha iniziato ad usare un bite dentale ed ha potuto allenarsi regolarmente. Ancora adesso tiene il problema fisico sotto controllo grazie ad esercizi di routine. Contemporaneamente però c’è l’aspetto psicologico da non sottovalutare.

Cosa avete fatto in questo caso?

Sta facendo un percorso con la dottoressa Valentina Marchesi di Modena, una psicologa che le fa anche da mental coach che la segue fin dai tempi della VO2 Team Pink quando era junior. Sofia si è destabilizzata quando, durante il suo infortunio, ha visto le sue compagne che andavano forte e facevano risultati. Si è buttata giù e le è un po’ scesa la catena, come si dice in gergo. Credo sia normale, sono cose che capitano. Adesso però sta lavorando sodo per ritrovare lo smalto di una volta. Non sarà immediato, ma ha solo 22 anni e quindi tutto il tempo per farlo.

Il contratto biennale in tal senso aiuta. Ha altri obiettivi Sofia?

Avere la possibilità di non dover rincorrere per forza le cose è un bene. La Israel ha un bel progetto per le giovani e non le mette pressione. Adesso che è nel WorldTour deve solo imparare, fare gavetta e migliorare, dando sempre qualcosa in più. Già il fatto che abbia fatto anche il ritiro con la nazionale è un buon segno. Il cittì Sangalli le ha detto di farsi trovare pronta perché una maglia azzurra per lei potrebbe esserci. Se crescerà come spero, Sofia dal 2024 dovrà far rivedere quelle doti del suo passato.

Estate 2022. Sofia e Luca Collinelli, qui sul Gavia, si allenano spesso assieme senza risparmiarsi (foto instagram)
Estate 2022. Sofia e Luca Collinelli, qui sul Gavia, si allenano spesso assieme senza risparmiarsi (foto instagram)
Tre consigli che papà Andrea Collinelli dà ai suoi figli.

Non faccio differenze fra loro. Primo: il corridore si fa d’inverno, a tavola e non. Ripresentarsi ai raduni fuori forma non è un bel segnale. Secondo: dare sempre il 100 per cento per i compagni. Solo facendo così potrai un giorno chiedere indietro il favore. Terzo: divertirsi andando in bici. Adesso c’è sempre più stress. Bisogna cercare di allenarsi, stare bene con i compagni e correre con la mente libera. Tutto sarà più semplice.

Aromitalia-Basso Bikes, le scommesse e le certezze

25.01.2022
5 min
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Programmazione e spirito di adattamento. Queste sono le armi dell’Aromitalia-Basso Bikes-Vaiano per combattere i cambiamenti portati negli ultimi due anni dal WorldTour femminile.

La formazione continental di patron Stefano Giugni – giunta alla tredicesima stagione di attività – quest’anno disporrà di un organico di 11 atlete, capeggiate dalla lituana e pistoiese d’adozione Rasa Leleivyte (abita a Montecatini Terme dal 2008) e guidate in ammiraglia da Paolo Baldi e Matteo Ferrari. Abbiamo sentito quest’ultimo (varesino trapiantato in Toscana con già una laurea in Lettere ed una seconda in Scienze Motorie da conseguire il prossimo luglio con tesi sui protocolli Covid nel ciclismo professionistico) proseguendo così il nostro giro di opinioni sullo stato del ciclismo femminile italiano.

Francesca Baroni, attualmente impegnata nel cross, tornerà presto su strada proprio con l’Aromitalia
Francesca Baroni, attualmente impegnata nel cross, tornerà presto su strada proprio con l’Aromitalia
Matteo, come è andato il 2021?

Siamo riusciti a fare le gare che volevamo fare. Oltre a quelle italiane, abbiamo disputato quattro belle corse al Nord (Giro delle Fiandre, Dwars door Vlaanderen, Scheldeprijs e Freccia del Brabante, ndr), poi altre in Spagna, Francia e Svizzera. Abbiamo fatto un buon calendario e al momento non stiamo risentendo della riforma WorldTour.

Però quest’anno ci saranno più formazioni WT e sarà più difficile partecipare. Un programma lo avete già fatto?

Sì, abbiamo dovuto crearci un calendario alternativo che ci permetta di correre prendendo già contatto con organizzatori diversi. Naturalmente speriamo di ricevere anche gli inviti per le gare WT estere. Quelle italiane invece siamo praticamente già sicuri di correrle. Il nostro esordio sarà alla Strade Bianche e da lì fino ai campionati italiani praticamente correremo sempre ogni settimana. Poi c’è il programma delle gare in Italia che si sta allargando ed è un bene.

Così facendo c’è il rischio di partecipare a gare di livello più basso?

Direi di no. Non lo vedo come un adattamento verso il basso quanto più come un adeguamento alla situazione. Non è facile impostare ora una stagione, ma credo che abbiamo fatto delle scelte giuste. Partecipando a certe gare ci siamo garantiti un paracadute. Poi bisogna considerare anche come si sta evolvendo il marketing e benvengano gare in posti diversi come la Serbia ad esempio. Noi per la seconda parte di stagione abbiamo dovuto inserire corse in Polonia ed Estonia che probabilmente in passato non avremmo fatto, però siamo certi che molte altre squadre faranno il nostro stesso ragionamento. E il livello sarà buono anche in queste corse minori.

Risolti i problemi muscolari, torna in mischia anche Sofia Collinelli (foto Instagram)
Risolti i problemi muscolari, torna in mischia anche Sofia Collinelli (foto Instagram)
Invece come giudichi il cambiamento del WorldTour femminile?

Noi siamo una formazione che è in una sorta di limbo tra le continental e quelle della massima categoria. Detto questo, non so quanta sostenibilità finanziaria abbia il progetto del WT. Non so quanto possa durare, anche per le stesse formazioni che ne fanno parte ora. Alcune non hanno problemi, altre potrebbero averceli già a stagione in corso.

Quindi per voi il discorso economico non è cambiato tanto?

Non possiamo lamentarci in questo senso. Tutte le aziende che ci hanno sostenuto in passato hanno continuato a farlo allo stesso modo. Il nostro budget è rimasto praticamente invariato. Non possiamo che ringraziare tutti gli sponsor che sono con noi. Certo, avere a disposizione somme maggiori aiuterebbe a correre di più all’estero, ma come ho detto prima bisogna sapersi adattare e lavorare col materiale che si ha.

A proposito di questo, dal punto di vista umano che squadra avrete?

La nostra indole ultimamente è quella delle scommesse abbinate a certezze. Abbiamo un gruppo piuttosto nuovo, con tante giovani toscane e alcune ragazze esperte. La nostra formazione ruoterà attorno a Rasa (Leleivyte, classe ’88, in apertura alla Strade Bianche 2021, ndr) che garantisce sempre risultati, come il bel terzo posto nella prova in linea agli scorsi europei di Trento. 

Leleivyte arriva al nuovo anno forte del bronzo su strada agli europei di Trento e del 2° posto al Toscana
Leleivyte arriva al nuovo anno forte del bronzo su strada agli europei di Trento
Chi sono le scommesse di cui parlavi?

Direi tre. Inga Cesuliene (altra lituana della squadra, ndr) è rientrata con noi l’anno scorso dopo sette anni di inattività nei quali ha avuto due bambini. Ha fatto bene e quest’anno può fare un ulteriore step. Valentina Scandolara aveva smesso a metà 2019 ed era diventata diesse della Cogeas. L’abbiamo incontrata spesso alle corse, ci aveva detto che avrebbe voluto ricominciare e così le abbiamo proposto il contratto. Ha già corso su pista questo inverno facendo risultati. Conosciamo il suo valore e le vittorie che ha ottenuto in passato, sarà molto utile a noi. La scommessa vera e propria però sarà Carlotta Fondriest.

Si è parlato molto del suo ingaggio in effetti…

Ha venticinque anni e ha iniziato a correre in bici da pochissimo. Paolo (Baldi, ndr) ha visto alcuni suoi test ed è rimasto colpito. Deve crescere e fare tanta esperienza, come saper stare in gruppo in gara. Fisicamente deve definirsi ancora un po’ ma crediamo in lei. Non c’entra nulla il discorso del nome che porta (è figlia di Maurizio, ex campione del mondo ’88, ndr), non ha avuto alcuna raccomandazione. Pensiamo solo che si sia meritata di fare questo salto. D’altronde ci sono tanti esempi di atlete che hanno iniziato tardi e che poi hanno continuato a correre.

Scandolara correrà anche nel 2022, con l’occhio del direttore sportivo (foto Aromitalia Vaiano)
Scandolara correrà anche nel 2022, con l’occhio del direttore sportivo (foto Aromitalia Vaiano)
Da Baroni (che ha un contratto di due anni, ndr) e Collinelli invece cosa vi aspettate?

Francesca sta finendo la stagione del ciclocross e pensiamo che su strada possa togliersi delle soddisfazioni. Correrà al Nord, nelle gare adatte alle sue caratteristiche e ci attendiamo buone cose. Sofia Collinelli ha passato due stagioni difficili per problemi muscolari. L’abbiamo aspettata come giusto che fosse. Abbiamo studiato un rientro tranquillo per lei. Il 2022 sarà la prima vera annata. Contiamo su di lei, potrebbe essere la nostra arma in più.

Matteo chiudiamo col gruppo delle altre toscane.

Sono cinque ed interessanti. Balducci, Del Sarto, Scarselli, Sernissi e Marchesini. Queste ultime due hanno fatto davvero un bell’inverno, trovando il proprio equilibrio. Da loro mi aspetto tanto impegno e sono certo che verremo ricambiati.

Collinelli: studentessa, un po’ modella e testa da campione

08.10.2021
6 min
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Anche se il 2021 è stato un anno storto per l’infortunio al Giro d’Italia del 2020, Sofia Collinelli pensa in grande e ha messo nell’obiettivo le Olimpiadi di Parigi. Effervescente come si deve essere a vent’anni, la romagnola che fra il 2018 e il 2019 ha vinto un mondiale e un europeo nell’inseguimento a squadre, nel frattempo si è trasferita a Roma. Come Letizia Paternoster prima di lei, infatti, Sofia è entrata a far parte della Luiss Sport Academy, nata nel 2015 presso l’Università romana per agevolare il percorso accademico degli sportivi di vertice. Fra i nomi, quello di Gianmarco Tamberi e Filippo Tortu, oro a Tokyo, di Pessina e Avola.

«Ho fatto domanda – sorride – e sono riuscita ad entrare. Sono nel corpo atleti, per essere ammessi devi avere certe credenziali e siamo davvero pochissimi. Paolo Del Bene, che è il capo dello sport in Luiss, mi ha preso sotto la sua ala (foto di apertura, ndr). Sono iscritta al primo anno di Scienze Politiche, vivo negli alloggi Luiss e loro mi mettono al 100 per cento nella condizione per allenarmi e studiare. Non mi fanno mancare assolutamente niente. Mi sveglio, faccio ginnastica, vado in bici. Siamo vicino alla Salaria. Mezza giornata mi alleno, l’altra mezza sono all’università».

Giro dell’Emilia 2020, prime corse dopo il lockdown
Giro dell’Emilia 2020, prime corse dopo il lockdown
Da Ravenna a Roma il passo è grande, allenarsi non è semplice…

Per ora esco da sola. Però Luigi Bielli, che è l’allenatore della squadra sportiva Luiss, mi ha messo in contatto con un gruppo di persone che escono in bici e ho cominciato ad orientarmi. Per l’inverno starò qui, perché il clima è migliore e le ore di bici sono meno. Poi è chiaro che quando inizieranno le corse, tornerò in Romagna e seguirò le lezioni online. Ho messe le cose in chiaro, prima per me c’è la bici. E non avendo obbligo di frequenza, si riesce a fare tutto con estrema calma. Ognuno di noi ha un tutor che lo segue per lo svolgimento delle lezioni e per il programma degli esami. E’ fatto tutto ad hoc per ogni atleta. 

Che stagione è stata il 2021?

Un’annata molto dura. L’anno scorso mi sono infortunata al Giro d’Italia, ho preso una pubalgia cronica agli adduttori e sono stata per un anno a curarmela. Sono tornata alle gare negli ultimi due mesi, ho ottenuto il bronzo al tricolore derny e qualche piazzamento. Ora mi sono voluta fermare per recuperare al massimo e prepararmi bene per la stagione prossima. A ben vedere non ci sarà un momento in cui mi fermerò realmente, perché sono stata ferma tanto tempo. Si pensa alla preparazione invernale in vista del 2022.

Un abbraccio a papà Andrea Collinelli: «Una delle persone più importanti della mia vita»
Un abbraccio a papà Andrea Collinelli: «Una delle persone più importanti della mia vita»
Strada e pista o ci sarà da scegliere?

Entrambe, ma non è un mistero che pensi più alla pista. Alle Olimpiadi puoi andarci solamente così.

Sfogliando il tuo profilo Instagram, si capisce che il modello della ciclista un po’ maschiaccio è tramontato…

Le cicliste (ride di gusto, ndr) non sono più come una volta. A me piace farmi vedere in bici e anche in modi diversi. E’ fondamentale far vedere alla gente com’è oggi il nostro ciclismo. Che anche se è uno sport duro, abbiamo la nostra femminilità. Qui mi vedono in bici oppure in tuta, poi al pomeriggio tiratissima e sono un’altra persona. Noi donne abbiamo diverse sfaccettature ed è bellissimo che noi cicliste nascondiamo sotto la femminilità questo lato forte.

E’ davvero così duro questo sport?

Durissimo, sia mentalmente che fisicamente. Eppure proprio con l’infortunio ho capito che cosa io voglia fare davvero nella vita. Ho iniziato ad andare in bici che avevo 6 anni, mi è sempre uscito molto bene e molto facilmente. L’infortunio mi ha costretto a stare a casa, a non fare nulla e ho trovato la grinta. Voglio essere una ciclista affermata, è per questo che ho preso da anni la decisione di impegnarmi al massimo.

Pensi che tuo papà (Andrea Collinelli, ha vinto l’oro olimpico dell’inseguimento ad Atlanta 1996, ndr) sia stato l’ispirazione per cominciare?

Sicuramente il fatto di mio babbo mi ha aiutato molto, è difficile che una bambina di 6 anni scelga uno sport duro che fanno solo i ragazzi. A Ravenna eravamo solo due bimbe a praticare ciclismo. Ma senza di lui forse non avrei mai avuto la possibilità di avvicinarmi alla bici.

Collinelli-Sagan, foto ricordo alla Tirreno.Adriatico (foto Instagram)
Collinelli-Sagan, foto ricordo alla Tirreno.Adriatico (foto Instagram)
Secondo te una ragazzina di sei anni che vede le tue foto su Instagram può avere la voglia di cominciare a correre?

Sono sicura – dice con orgoglio – inizia anche lei. Questa cosa secondo me aiuta tantissimo. Quando avevo sei anni non conoscevo nessuna ragazza più grande di me che lo facesse. C’erano solo amatori, anziani e maschi. A Forlì già c’era più movimento. Il movimento femminile si è ampliato tantissimo ed è un bene per tutti. La prima volta che sono uscita a Roma ho trovato due ragazze che mi hanno indicato la strada da prendere e sono rimasta colpita. Due ragazze affiancate sulla Salaria, tranquillissime…

Prima hai parlato di Parigi. Potrebbe essere un obiettivo?

Parigi è l’obiettivo, assolutamente. Sono comunque giovane, perché avrò 22 anni, ma ce la metterò tutta per arrivarci. C’è una bella concorrenza interna. Loro a Parigi avranno l’età giusta, io sarò ancora giovane. Bisogna tenere i gomiti larghi, ma fra noi abbiamo tutte dei bei rapporti e non vedo l’ora di tornare in pista fra un paio di mesi.

Nel 2019 ad Harrogate, Sofia Collinelli è stata ottava al mondiale juniores della crono
Nel 2019 ad Harrogate, Sofia Collinelli è stata ottava al mondiale juniores della crono
Con Salvoldi continui a sentirti?

Con Dino abbiamo buonissimi rapporti. Mi ha chiesto come stessi con l’infortunio. Il suo consiglio è stato curarmi al 100 per cento, non c’è fretta. Un po’ per il periodo e un po’ perché sono giovane. Ho avuto l’infortunio a 19 anni, è meglio curarsi bene per essere libera poi di spingere. Non mi ha dato pressione e anzi è stato un bell’appoggio.

Com’è passare da Ravenna a Roma?

Roma è gigante, infatti dico a tutti che mi sembra di stare in ritiro. Metà giornata in bici e metà a studiare. Per andare in centro minimo devi avere tre ore da perdere. Da quando sono qui, non sono riuscita ad andarci, eppure a due chilometri e mezzo c’è via del Corso. Qui ho pochissime distrazioni, tutti i giorni a duemila. Questa cosa mi piace tantissimo, penso solamente a me stessa e a fare le cose per bene.

Nei primi test di preparazione agli esami, già un 28 e un 29: si marcia bene… (foto Instagram)
Nei primi test di preparazione agli esami, già un 28 e un 29: si marcia bene…
C’è un po’ un clima da villaggio olimpico?

Non ancora, perché di atleti di alto livello in questi giorni siamo davvero pochi. C’è in giro Avola (scherma, ndr), mentre gli altri sono ancora in stagione. A volte vengono per gli esami in presenza, quindi è il modo per incontrarci. Veniamo trattati da atleti olimpici al cento per cento. Finalmente ho trovato un ambiente ottimale per allenarmi, quindi per inseguire i miei sogni, e per studiare. E’ la prima volta che in Italia ci sia una cosa del genere.

E allora in bocca al lupo…

Grazie, crepi!