Come forse molti di voi sapranno “fi’zi:k” è la trascrizione fonetica della parola “fisico”, riferito alla forma o allo stato del corpo umano. Non deve stupire quindi che l’azienda italiana (Fizik, appunto) fin dalla sua fondazione continui a focalizzare i propri sforzi sullo studio della fisiologia e dell’anatomia dei ciclisti, per realizzare prodotti all’avanguardia in termini di comodità, tecnologia e performance.
In quest’ottica è stata creata la collezione di selle stampate in 3D, l’Adaptive, che si è allargata ora con la nascita della nuova Antares Adaptive.
Questa scelta è probabilmente dovuta al fatto che il modello Antares è stato nel tempo tra i più apprezzati ed usati dai professionisti, usato in quasi tutti i Grandi Giri degli ultimi due decenni e tuttora scelto da corridori del Team Visma I Lease a Bike e Movistar Team.
La R1 ha scafo è in nylon rinforzato in carbonio con binari in carbonioLa R1 ha scafo è in nylon rinforzato in carbonio con binari in carbonio
La linea Adaptive
La linea Adaptive – riconoscibile dalla particolarissima costruzione a nido d’ape – ha segnato una rivoluzione nel comfort e nel supporto degli atleti. Si distingue appunto in prima istanza da una cosa: l’imbottitura stampata in 3D. Un’evoluzione che ha permesso a Fizik di sviluppare una nuova sella senza i vincoli o le limitazioni imposte dai metodi di produzione e dai materiali tradizionali.
Quest’imbottitura viene realizzata dagli esperti di Carbon® attraverso un processo noto come “Digital Light Synthesis” o “DLS”. Esso utilizza la proiezione digitale della luce ultravioletta, un’ottica permeabile all’ossigeno e resine liquide programmabili per stampare l’imbottitura della sella. Il risultato è un prodotto più resistente sia all’esposizione ai raggi UV e all’uso prolungato rispetto ad una sella di vecchia concezione.
Inoltre, attraverso questo processo di stampa, gli ingegneri Fizik sono in grado di ottimizzare il supporto della sella, incorporando diverse zone funzionali a seconda della necessità. Più solido dove è richiesta reattività, più morbido dove la riduzione della pressione è la priorità. Tutto questo ha portato ad una riduzione del 60% del picco della pressione attraverso una migliore distribuzione del peso.
Sia la R1 che la R3 (foto di apertura) hanno la copertura a nido d’ape stampata in RDSia la R1 che la R3 (foto di apertura) hanno la copertura a nido d’ape stampata in RD
Nuova tecnologia, stesso stile
Fizik è però famosa anche per lo stile minimal del suo design che l’ha resa anche un punto di riferimento per quanto riguarda lo stile. La nuova Antares Adaptive non fa eccezione, con il profilo “alare” basso progettato per consentire una sensazione di maggiore connessione e il massimo di efficienza nella pedalata e nel trasferimento della potenza.
Nella versione R1 lo scafo è in nylon rinforzato in carbonio con binari in carbonio, mentre nell’R3 i binari sono in Kium.
La R3 ha i binari in Kium e profilo “alare” basso progettato per una sensazione di maggiore connessioneL’imbottitura è più resistente sia all’esposizione ai raggi UV e all’uso prolungatoLa R3 ha i binari in Kium e profilo “alare” basso progettato per una sensazione di maggiore connessioneL’imbottitura è più resistente sia all’esposizione ai raggi UV e all’uso prolungato
Peso e prezzo
Entrambe le versioni sono disponibili in due differenti larghezze, da 140 o da 150 mm, e il loro peso è davvero interessante. Prendendo in considerazione il modello da 140 mm, Antares Adaptive R1 pesa 180 grammi, mentre R2 220 grammi. Il prezzo è in linea con la qualità proposta da Fizik: rispettivamente 299 e 259 euro.
Una sella che ha accompagnato sul podio campioni come Bradley Wiggins, Alberto Contador, Peter Sagan, i fratelli Andy e Frank Schleck, Fabian Cancellara, Sonny Colbrelli, Thibaut Pinot e molti altri. Un modello con un design che nel corso degli anni è sempre stato all’avanguardia, dalla prima NAGO nel 2007, alla seconda NAGO Evo nel 2014, fino alla terza NAGO C3 nel 2016. Da questa storia di successi, Prologo presenta NAGO R4 (Redesign 4) la quarta evoluzione di un’icona nata per soddisfare sia i professionisti che i ciclisti più esigenti, alla ricerca delle massime prestazioni e del comfort ottimale.
Coordinate geografiche 45°37′N 9°28′E, relative al quartier generale di Prologo a Busnago, vicino a MilanoCoordinate geografiche 45°37′N 9°28′E, relative al quartier generale di Prologo a Busnago, vicino a Milano
Design da pro’
Il progetto della nuova NAGO R4, è stato sviluppato in stretta collaborazione con diversi team di professionisti. E’ stata inoltre, perfezionata grazie ai risultati dei test Pressure Map MyOwn, il sistema proprietario che analizza le pressioni esercitate sulla sella durante la pedalata. Il design della NAGO R4 è innovativo e aerodinamico, il peso è ridotto al minimo (da 195 a 210 grammi) e le dimensioni di 245×137/147mm sono compatte.
La tradizionale T-shape consente una buona libertà di movimento, mentre il centro anatomico leggermente avanzato favorisce una posizione in sella più aggressiva. La forma ergonomica semi-tonda agevola la rotazione in avanti del bacino, permettendo di raggiungere senza sforzi il manubrio e favorendone la compatibilità con tutte le posizioni in sella.
Ampio canale centrale unito a una base forata, per eliminare i picchi di pressioneSella chiusa con una maggiore superficie d’appoggioAmpio canale centrale unito a una base forata, per eliminare i picchi di pressioneSella chiusa con una maggiore superficie d’appoggio
Aperta o chiusa
Prologo per andare incontro a tutte le esigenze ha sviluppato due versioni, una aperta e l’altra chiusa. La versione aperta NAGO R4 PAS, presenta una cover con due sezioni laterali separate completamente indipendenti, realizzate con schiume di ultima generazione a densità variabile, per garantire un ottimo supporto e il giusto comfort durante tutte le fasi della pedalata. Al centro della sella, è presente il sistema PAS di Prologo: un ampio canale centrale unito a una base forata, per eliminare i picchi di pressione anche nelle fasi di massima spinta sui pedali.
La versione chiusa NAGO R4, presenta invece una cover con tre sezioni indipendenti, che ricoprono tutta la sua superficie. Al centro della sella, che risulta quindi chiusa, è presente però il sistema Active Base di Prologo: sotto alla sezione centrale della cover, la base risulta comunque forata, come nel modello aperto. Questa soluzione permette di unire i benefici di una sella chiusa con una maggiore superficie d’appoggio, ai vantaggi di una sella con base aperta.
I rail selezionabili sono due a seconda delle caratteristiche di risposta che si voglionoAl centro della sella è indicato chiaramente il centro anatomicoBase realizzata in carbonio a fibra lunga
iniettatoI rail selezionabili sono due a seconda delle caratteristiche di risposta che si voglionoAl centro della sella è indicato chiaramente il centro anatomicoBase realizzata in carbonio a fibra lunga
iniettato
Comfort su misura
Le due versioni con una larghezza di 137 mm rappresentano al momento le selle ergonomiche più strette della collezione Prologo. Per soddisfare al meglio le esigenze di tutti i ciclisti, l’azienda milanese ha sviluppato anche le due versioni con una larghezza di 147 mm. Queste, rispetto ai modelli più stretti, presentano un’imbottitura maggiorata di 10 mm ai lati e di 3 mm nella parte superiore. I benefici si rivolgono a chi cerca un comfort maggiore e a chi necessita di una seduta più ampia per esigenze biomeccaniche.
Tutte le versioni della nuova sella poggiano su una base realizzata in carbonio a fibra lunga iniettato, un materiale che offre un ottimo compromesso tra rigidità e comfort. I rail selezionabili sono il Rail Nack composto da carbonio, kevlar e filamenti di alluminio, per i ciclisti più orientati alle performance, alla ricerca della massima rigidità e leggerezza. E il Rail TiroX in acciaio a lega leggera, un materiale con un ottimo equilibrio tra peso e resistenza, che conferisce alla sella una minore rigidità e un superiore assorbimento delle vibrazioni, per chi cerca maggiore comfort.
Tutti i nuovi modelli di NAGO R4 sono disponibili sul sito e presso i migliori rivenditori, ad un prezzo di listino di 229 euro per le versioni con Rail Nack, e di 139 euro per le versioni con Rail TiroX.
Fizik lancia la nuova sella Argo Adaptive, che segue le già note Antares Versus Evo. Una sella stampata in 3D che distribuisce la pressione e dà stabilità
Debutta la Prime 3.0 di Repente, la sella più comoda per atleti che hanno bisogno di un appoggio superiore. Telaio in carbonio. Rivestimento sostituibile
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Il comfort è la chiave: l’efficienza della pedalata, l’affaticamento, anche la posizione di guida e l’aerodinamica sono influenzati dalla forma e dalla costruzione della sella. La nuova Cadex Amp unisce tutti questi fattori e non solo.
Derivata in parte dalmodello Boost, questa sella vanta un nuovo design con una curva posteriore ascendente che sostiene il ciclista in una posizione aerodinamica efficiente per una potenza ottimale e un supporto ischiatico ideale. Il taglio centrale allevia la pressione dei tessuti molli e la forma arrotondata, con una linea pronunciata delle ali, aggiunge spazio di pedalata per eliminare lo sfregamento interno alla coscia.
Ergonomic center cut out allevia la pressione sui tessuti molliL’imbottitura Particle Flow disperde la pressione su un’area più ampiaErgonomic center cut out allevia la pressione sui tessuti molliL’imbottitura Particle Flow disperde la pressione su un’area più ampia
Fit ideale
Nata dall’esperienza Cadex, la Amp utilizza la stessa tecnologia Advanced Forged Composite della sella Boost. La costruzione di base di Amp bilancia il supporto pelvico ottimale con la flessibilità dell’ala di base per una pedalata più fluida ed efficiente. Il design del naso troncato e liscio aumenta ulteriormente l’efficienza riducendo la potenziale interferenza dell’interno coscia.
Due dettagli importanti sono la curva posteriore ergonomica che aumenta il supporto ischiatico e un nuovo profilo laterale che offre maggiore spazio per la pedalata. Questo per aiutare il ciclista a spingere indietro in sella per ottenere una posizione potente e aerodinamica. Inoltre, una forma arrotondata, che si stacca rapidamente sul bordo, e una base più bassa aumentano lo spazio di pedalata. Il risultato è una scelta più ampia di opzioni di adattamento senza attrito che consente di mantenere un trasferimento di potenza efficiente.
Integrated Rail Design riduce i punti di pressione e aumenta il comfortLightweight Reactive offre comfort duraturo e smorzamento delle vibrazioniIntegrated Rail Design riduce i punti di pressione e aumenta il comfortLightweight Reactive offre comfort duraturo e smorzamento delle vibrazioni
Anche comoda
Quando si aspira alla prestazione, il comfort è un aspetto da non sottovalutare, ma da assecondare per massimizzare la rendita dell’atleta. Progettata per soddisfare un’ampia gamma di ciclisti, confortevole e sagomata per una posizione di pedalata potente ed efficiente, la sella ultraleggera Amp garantisce un comfort ulteriormente migliorato, con l‘imbottitura Particle Flow ad alta elasticità, la schiuma reattiva leggera e un centro di sgancio ergonomico.
I collegamenti del rail, posizionati strategicamente, smorzano le vibrazioni della strada e alleviano i punti di pressione che possono verificarsi con la tradizionale costruzione della sella. Un centro ergonomico cut out allevia la pressione sulle aree dei tessuti molli. La combinazione di Lightweight Reactive Foam e l’imbottitura ad alta elasticità, che è integrata direttamente nella tomaia della sella, favoriscono la distribuzione del peso del ciclista su un’area più ampia, consentendo una flessibilità ottimale dell’ala della sella. Il prezzo consultabile sul sito è di 289,99 euro
La frontiera delle selle 3D sta avanzando velocemente e Selle Italia non poteva essere da meno. L’azienda veneta giusto qualche settimana fa in quel di Eurobike ci aveva mostrato i suoi gioielli con le caratteristiche 3D, stavolta andiamo più a fondo e lo facciamo con Enrico Andreola, product manager di Selle Italia, e Valerio Conti, il quale utilizzaquesta tipologia di sella.
La SLR Boost 3D Kit Carbon è la sella top di gamma di Selle Italia…La sua struttura è super rigida, grazie a scafo e uso del carbonio, ma con la tecnologia 3D è anche morbida. Il suo peso: 171 grammiCon Novus un doppio layer incrociato: uno più morbido e uno più rigido per distribuire meglio le pressioniLa SLR Boost 3D Kit Carbon è la sella top di gamma di Selle Italia…La sua struttura è super rigida, grazie a scafo e uso del carbonio, ma con la tecnologia 3D è anche morbida. Il suo peso: 171 grammiCon Novus un doppio layer incrociato: uno più morbido e uno più rigido per distribuire meglio le pressioni
Viaggio 3D
Enrico, come nasce dunque una sella Selle Italia 3D? Qual è il suo processo costruttivo?
La parte che richiede più tempo è quella della creazione della seduta, appunto la parte morbida, l’imbottitura. La capacità produttiva è ancora bassa, parliamo di tre imbottiture l’ora. Ma il mercato ci sta premiando e quindi stiamo implementando tale produzione. Poi ci sono altre fasi.
Quali?
Segue una sorta di post-processo dell’imbottitura che mira ad eliminare gli eccessi di resine. Successivamente si va avanti con la cottura in forno per stabilizzarne il materiale. E’ una cottura particolare, ai raggi UV, che fa sì che l’imbottitura diventi come la vediamo, altrimenti resterebbe “pastosa”. Per dare un’idea: se la si toccasse prima della cottura vi resterebbero le impronte digitali.
C’è poi l’assemblaggio…
E qui c’è il grande knowhow di Selle Italia, il nostro vero merito, ciò che ci differenzia per le selle 3D da tutti gli altri brand. Realizzare una sella 3D può essere molto facile se questa ha uno scafo piatto e la sua imbottitura è piatta, ma nel caso della Slr, il nostro cavallo di battaglia, ai lati ci sono parecchie incurvature. Ebbene, seguiamo anche quelle con l’imbottitura 3D. Ma noi, ed era un nostro dogma dettato dal Dna agonistico di Selle Italia, volevamo riprodurre la Slr: la sella da gara per eccellenza. Fatto questo il resto dell’assemblaggio di scafo e carrello è molto più tradizionale, ma sempre rispettando elevati standard di qualità produttiva.
Cosa vi chiedono i pro’? Voi supportate molte squadre…
Va fatta una premessa. Noi abbiamo presentato queste selle un anno fa ad Eurobike. Ne è seguita una pausa fisiologica prima di entrare in produzione. Nel frattempo alcuni atleti le provavano, specie nei training camp a Livigno. Abbiamo consegnato qualche decina di selle a dicembre, nei ritiri. Ma in quel momento molte “messe in sella” erano già fatte. Per farla breve, avevano queste selle 3D circa due atleti per team. Però i loro feedback sono stati subito positivi. Abbiamo relazioni molto strette con la Cofidis, la Tudor, la Alpecin e anche con la Corratec. Ora la stanno utilizzando Konyshev e Conti. Per il prossimo anno però saremo in grado di dare forniture molto più ampie a tutti i team.
La Watt 3D (non ancora in vendita) è la nuova sella per il triathlon e per la cronoLa Watt 3D (non ancora in vendita) è la nuova sella per il triathlon e per la crono
Al Tour, proprio in Cofidis, ci hanno detto che questa sella è particolarmente apprezzata dalle donne: è così?
E’ vero e non è qualcosa che abbiamo fatto appositamente per le ragazze, ma tant’è. In particolare il gruppo delle donne di Cofidis lavora bene, con loro scambiamo dei feedback importanti. Sia con Slr che Novus siamo andati oltre le nostre aspettative per risolvere i tipici fastidi al soprassella, sia per lui che per lei.
Cosa vi chiedono gli atleti? Magari più leggerezza, più rigidità in punta (o meno)…
I loro feedback sono molto importanti per realizzare i tuning di rigidità delle imbottiture: il morbido-rigido dove serve, per capirci… Tendenzialmente loro vogliono selle rigide. Okay il comfort, ma alla fine visti i watt che scaricano e i chilometri che percorrono vogliono una sella che sia stabile e racing. Giusto ieri un corridore della Tudor, che già utilizzava una sella 3D ma di un altro marchio, mi ha detto: «Finalmente un sella 3D con un target da corsa». Spesso infatti queste selle sono morbide. Ma torno al discorso di prima, del riuscire a replicare la Slr. Va detto però che i tuning di rigidità dei pro’ sono un po’ diversi da quelli del mercato. Questi ultimi sono un po’ morbidi.
State anche lanciando la sella da crono…
Sì, la Watt. L’abbiamo presentata ad Eurobike. Sarà in consegna ad ottobre. Per lo sviluppo di questa sella ci siamo rivolti parecchio al grande triatleta Patrick Lange, ma anche ai ragazzi della Corratec, soprattutto da quando siamo subentrati come sponsor. E’ una sella diversa, molto più lavorata e sostenuta in punta, viste le grandi rotazioni del bacino che comportano certe posizioni. Con Novus abbiamo introdotto un nuovo reticolo dell’imbottitura, che ricordo noi disegniamo in casa: questo doppio reticolo morbido-duro ci consente di differenziare parecchio il tuning di rigidità nei vari punti della sella stessa.
La sella SLR 3D sulla bici di Valerio Conti (foto Instagram)La sella SLR 3D sulla bici di Valerio Conti (foto Instagram)
Parola al corridore
E a seguire le parole di Andreola ecco quelle di uno dei corridori che lo stesso Andreola ha citato: Valerio Conti, in forza alla Corratec-Selle Italia, che non ha pensato troppo a montarla sulla sua bici. Ai ragazzi del team italiano hanno proposto queste selle e il laziale dopo averla testata non l’ha più tolta.
«Ho scelto questa sella – spiega Conti – un po’ prima del mio infortunio a maggio. A dire il vero non l’ho ancora utilizzata tantissimo in corsa, perché poi è lì che davvero la si mette sotto torchio, ma le sensazioni sono state subito ottimali.
«Io venivo da una classica Selle Italia Slr con la quale, ci tengo a dire, già mi trovavo bene e quella 3D che sto utilizzando adesso ha praticamente la stessa forma (riprendendo quanto detto da Andreola, ndr). Sostanzialmente è più morbida, si adatta perfettamente alle ossa ischiatiche e questo tende a dipanare la pressione in modo migliore. Non si hanno dei punti in cui preme di più».
Conti ha esaltato le qualità della tecnologia 3D quando si è a tutta in pianuraConti ha esaltato le qualità della tecnologia 3D quando si è a tutta in pianura
Più stabili
Conti poi insiste molto su un aspetto che non ci aspettavamo, vale a dire sul movimento antero-posteriore.
«Questo “tessuto” superficiale, ammesso si possa chiamare così, fa sì che si sia più stabili sulla sella, che si scivoli di meno. C’è più grip. Si spinge un po’ di più in salita, ma soprattutto in pianura, quando si deve spingere forte, non si finisce in avanti e si mantiene pertanto un assetto più stabile».
Sempre in merito ai feedback, sia uomini che donne, esaltano la comodità e il non affaticamento del soprassella dopo tante ore, anche col caldo estremo di questi giorni. Un aspetto che è emerso anche in casa Selle Italia nella realizzazione della Watt. Se i pro’ infatti ci passano giusto il tempo di una gara contro il cronometro (al netto degli allenamenti), per i triatleti il discorso è ben diverso.
Il 2020 è un anno segnato dal Covid-19 che ha creato molti problemi. Ci siamo chiesti come sarà Eurobike, la fiera di settore più importante di europa.
Dopo aver parlato della scelta e della messa in posizione delle selle, eccoci ancora con Prologo. Stavolta parliamo di una loro peculiarità, una tecnologia che le rende davvero particolari: il CPC. Mattia Ragni, del marketing dell’azienda brianzola ci spiega le differenze, tra una sella tradizionale Prologo e una con il CPC.
Tra i ciclisti ormai in modo gergale viene definito come il sistema di “micro ventose”, che evita lo scivolamento. Ma c’è molto di più. Scopriamolo…
Una macro del CPC per comprendere e vedere come sono fatti questi microscopici polimeri coniciUna macro del CPC per comprendere e vedere come sono fatti questi microscopici polimeri conici
Mattia, la domanda più semplice ma la più importante: cos’è la tecnologia CPC?
Il CPC è il Connected Power Control, un sistema brevettato da Prologo per essere utilizzato sulle sue selle, ma anche sul palmo dei guanti e su alcune manopole.
Quali sono i vantaggi?
Sicuramente un fortissimo grip, in questo caso sulla sella, ma anche nella zona delle mani. Non si tratta solo di scivolamento, anzi… Il CPC consente un migliore assorbimento delle vibrazioni. Sono dei piccoli polimeri conici che aiutano il grip sulla sella e, ripeto, consentono un forte assorbimento delle vibrazioni. il CPC è estremamente utile per quanto riguarda il triathlon o le gare a cronometro, attività in cui la posizione deve rimanere fissa il più possibile. Su strada la utilizzano in molti, in mtb qualcuno in meno perché lì è importantissimo muoversi avanti e indietro sulla sella. Ma ci sono dei biker che amano essere stabili.
Il CPC consente anche di “scaricare un po’ di pressione” in punta di sella. Non avendo problemi di scivolamento si può abbassare la punta (magari nella tolleranza della livella) ed evitare problemi prostatici o di pressione sui testicoli. E’ anche questo uno dei concetti alla base di questa tecnologia?
Non del tutto, anche perché sulla punta della sella spesso non mettiamo il CPC. Lo manteniamo nella parte posteriore e nella parte centrale dove effettivamente appoggiano le ossa ischiatiche e i tessuti molli dell’atleta. Certamente il CPC aiuta a non scivolare. A mantenere la corretta posizione in sella, a prescindere da quale sia la posizione della stessa sella.
Una sella Prologo Nago C3 tradizionale…E una Prologo Nago C3 CPCUna sella Prologo Nago C3 tradizionale…E una Prologo Nago C3 CPC
A livello di struttura cambia qualcosa tra una sella Prologo “tradizionale” e una con tecnologia CPC?
No, sostanzialmente è uno strato in più che va ad aggiungersi alla cover e alle schiume utilizzate per quel modello.
E ci sono differenze di peso?
Minime, parliamo di 10 grammi. Impercettibile.
Hai accennato anche ai guanti, non solo alle selle: in tutto ciò come procede lo sviluppo con con gli atleti? C’è un team con il quale collaborate di più. Voi ne avete molti tra i pro’…
Abbiamo nove team WorldTour: sei maschili e tre femminili. E svariate squadre fra professional e continental. Onestamente non abbiamo un team col quale collaboriamo di più. I feedback sono ben accetti da tutti. Nel caso specifico del CPC abbiamo due team WorldTour uomini, Bahrain-Victorious e Intermarché- Circus Wanty che ci danno feedback anche per quanto riguarda i guanti. Le sensazioni degli atleti sono state fondamentali per posizionare correttamente e migliorare il CPC sul palmo della mano.
Secondo Prologo, Matej Mohoric è tra i più sensibili in quanto a feedback e quindi per lo sviluppo del prodottoSecondo Prologo, Matej Mohoric è tra i più sensibili in quanto a feedback e quindi per lo sviluppo del prodotto
Cosa piace agli atleti in particolare del CPC?
Sono letteralmente innamorati della tenuta in discesa. Quando devono spingere forte, mantenere una posizione aero e vedono che non scivolano.
Loro vi dicono per esempio: su questo modello mettetene più qua, meno di là?
Assolutamente sì, poi bisogna andare incontro ai diversi stili di guida. E spesso interveniamo sugli spessori dei coni. Anche se poi sulle selle cambiano davvero poco, mentre variano di più sui guanti.
Hai parlato di cicliste: le donne hanno esigenze diverse?
Esigenze diverse sicuramente, tuttavia non abbiamo ricevuto richieste o feedback molto differenti dai colleghi uomini. Tuttavia sono le donne che preferiscono la tecnologia CPC. Se dovessi dare una percentuale questa penderebbe a loro vantaggio. Entrambi apprezzano molto anche i guanti.
Prologo sta insistendo molto sui guanti. Gli atleti e le atlete ne apprezzano il comfortPrologo sta insistendo molto sui guanti. Gli atleti e le atlete ne apprezzano il comfort
Ci state lavorando molto su questo capo…
È innegabile il vantaggio che il guanto CPC può dare. Perché c’è un maggior grip e tante, tante vibrazioni in meno. Possono veramente servire a tutti i ciclisti, dall’amatore al grande professionista. In più va considerato anche il grip che si ha nella parte centrale del manubrio. Pensiamo ad esempio ai manubri aereo moderni, che nella parte centrale sono privi di nastro, sono lisci: è carbonio vivo. Il CPC ti permette di avere una presa salda direttamente sul carbonio del manubrio. E ne guadagna anche la sicurezza, quando piove, quando si suda…
Il CPC sulla sella aumenta il grip, ma con i pantaloncini come si fa? Si rovinano? Ne servono di specifici?
No, non ne aumenta l’usura e non serve una tipologia specifica di salopette.
Scrivendo di Prologo qualche giorno fa, avevamo parlato della scelta della sella, come questa avvenga e su quali basi. Stavolta passiamo allo step successivo, vale a dire il montaggio. E lo facciamo ancora con l’aiuto di un meccanico e di un biomeccanico.
Il meccanico in questione è Gabriele Tosello dell’Astana-Qazaqstan, uno dei numerosi team che utilizzano selle Prologo. Il biomeccanico (e coach) è ancora Andrea Fusaz, con il quale di fatto abbiamo continuato il discorso della volta scorsa.
Gabriele Tosello alle prese con la bici di Nibali alla vigilia dello scorso LombardiaGabriele Tosello alle prese con la bici di Nibali alla vigilia dello scorso Lombardia
Meccanico, parla Tosello
Partiamo da Tosello. Il “Toso” ne ha di esperienza in merito, non a caso è il capo dei meccanici in casa Astana. Anche lui come come Ronny Baron ci ha parlato della qualità di queste selle. Apparentemente il montaggio di una sella sembra cosa banale, e magari lo è anche, tuttavia vanno considerati diversi aspetti, primo dei quali il serraggio.
Gabriele, Prologo vi dà delle indicazioni in merito?
Ci danno delle indicazioni sul montaggio chiaramente, poi siamo noi meccanici che prestiamo grande attenzione soprattutto per quel riguarda lo scafo, “il telaietto” in carbonio e il suo serraggio. Serraggio che deve essere fatto con la chiave dinamometrica. In questa fase bisogna prestare attenzione. La stretta deve avvenire in modo omogeneo e contemporaneo. Con Wilier siamo fortunati perché abbiamo un tipo di reggisella che ha una vite sola e non ha bisogno di un serraggio fortissimo. Noi chiudiamo a 10 N/m, che non è poi così tanto per una sella.
Utilizzate il vecchio trucco della carta vetrata oppure non ce n’è bisogno?
No, non ne abbiamo bisogno perché di base le selle Prologo hanno un buon grip e il nostro reggisella, come detto, si combina bene con queste selle. E comunque ormai non si usa praticamente più.
Varia il montaggio da modello a modello?
No, questo anche grazie al nostro reggisella che dalla Wilier Filante, alla Zero e fino alla bici da crono è lo stesso, magari per altri team con altri serraggi può cambiare.
Luis Leon Sanchez è tra i corridori più sensibili alla sellaLuis Leon Sanchez è tra i corridori più sensibili alla sella
Può sembrare una domanda banale, ma quanto si impiega a montare una sella?
Mediamente 10 minuti. Merito anche degli strumenti che ormai abbiamo, come la dima: riusciamo subito a metterla perfettamente nella posizione indicata.
Quali sono le richieste quando montate le selle?
Quando cambi la sella, l’unico problema è che la precedente è un pochino più morbida. Mettiamo la nuova alla stessa altezza, con gli stessi angoli, lo stesso arretramento, però alla seduta qualcuno sente la differenza. Credono di essere più alti, ma così non è. E allora è capitato che i più sensibili, vedi Felline o Luis Leon Sanchez, se la siano fatta abbassare di mezzo millimetro. E dopo due, tre giorni l’abbiano rialzata. Ma sono i super sensibili… E’ anche un fatto psicologico.
Quante selle vi fornisce Prologo ad inizio anno?
Circa 300, considerate che tra WorldTour e continental abbiamo 270 bici montate. In più nel corso della stagione c’è qualche reintegro e si arriva a 350-360 selle. Per fortuna gli atleti hanno le idee chiare e siamo riusciti a ridurre drasticamente il numero dei modelli rispetto al passato.
E quali sono quelli che vanno per la maggiore in casa Astana?
La Prologo M5 Scrath, sia nella versione tradizionale che in quella Pas (col foro in mezzo, ndr) e la Dimension. In più c’è la Dimension Tri per la crono.
La Prologo Dimension Tri, sella da crono. C’è sia in versione tradizionale che Pas (in foto), cioè col foro al centroLa Prologo Dimension Tri, sella da crono. C’è sia in versione tradizionale che Pas (in foto), cioè col foro al centro
Con i tecnici di Prologo di cosa parlate?
Prima di tutto chiedono se c’è qualche qualche richiesta particolare da parte dei corridori e se qualcuno ha qualche problema, ma il più delle volte ci annunciano i nuovi modelli in arrivo o qualche modello in particolare per questo o quell’atleta. Una cosa che vorrei dire è che con Prologo abbiamo problemi zero, a partire dai prodotti. E non lo dico perché li usiamo noi, ma perché sono davvero selle valide.
I loro tecnici ritirano mai delle selle? Magari per analizzarne il consumo, l’usura…
Ogni tanto gli diamo qualche sella. Quelle che in gergo si dicono “sfondate”, cioè che si sono imbarcate. Ma ormai, con Prologo soprattutto, non succede più. Sì, la sella perde un minimo di rigidità, di efficienza, ma è più un aspetto legato all’imbottitura che alla struttura. Di selle difettose ce ne sarà a dire tanto l’uno per cento. Per dire: quest’anno ancora nessuna è tornata indietro e lo scorso ce ne sono state 2 su 350, niente in pratica.
In effetti..
E poi sempre in seguito a delle botte, solitamente buche, avvenute in corsa. Il telaietto si era parzialmente scollato e allora le hanno ritirate, le hanno analizzate… Ma ripeto: questo era avvenuto dopo traumi importanti.
I meccanici dei pro’ hanno strumenti sempre più precisi per cogliere il decimo di millimetro. Qui una Prologo Dimension 143I meccanici dei pro’ hanno strumenti sempre più precisi per cogliere il decimo di millimetro. Qui una Prologo Dimension 143
Biomeccanico, tocca a Fusaz
Ma per un buon montaggio finale, un pro’ non può esimersi dall’esame del biomeccanico. Visto che Andrea Fusaz, del CTF Lab, aveva l’argomento “bello caldo”, siamo tornati dal lui. Va ricordato però che Prologo, proprio per la scelta e la conseguente messa in posizione della sella, ha messo a punto il sistema Prologo MyOwn Pressure Map.
Andrea, l’altra volta si parlava soprattutto del posizionamento dell’atleta? In questo caso, dopo il montaggio si parla della “messa in bolla”, se è corretto dire così…
Io non parlerei più di messa in bolla, quanto farei piuttosto riferimento alla flessibilità della persona. Flessibilità del bacino: la capacità di stare ruotato o meno col bacino. In base a questa ognuno ha bisogno di un’inclinazione differente.
Vai avanti…
C’è chi è più bloccato e chi è meno. C’è chi sente molto la punta della sella, chi invece no. Chi sente la punta della sella di norma ha una retroversione importante e a quel punto bisogna adattarlo. Bisogna adattare la sella a questa retroversione cercando di ridurla abbassando la punta. Al contrario, c’è chi riesce a stare completamente in antiversione sulla sella, per cui la sella stessa può essere messa più “in bolla”. Detto questo, io ritengo che almeno un grado di inclinazione con la punta verso il basso debba esserci.
La copertura Map di Prologo da posizionare sulla sella per individuare gli angoli migliori per quel determinato ciclista in fase di montaggioLa copertura Map di Prologo per individuare gli angoli migliori
Perché si sfrutta meglio la spinta posteriore e si è più liberi davanti, chiaro. Quindi non c’è più “l’obbligo” di stare in bolla?
Direi di no, è molto più importante riuscire a valutare le esigenze e le caratteristiche di chi utilizza la sella, in modo da consigliarlo al meglio sia per la sella stessa che per la sua posizione (inclinazione, arretramento, altezza). E non a caso sono del parere che se cambi sella devi rifare un posizionamento generale. Un diverso tipo di seduta significa un diverso tipo di spinta. Quindi ci saranno dei muscoli che lavoreranno in maniera diversa, ci sarà il bacino che potrà essere più o meno libero.
Facciamo un esempio con dei modelli?
Per esempio, una Dimension che è una sella più piatta, tende a tenere il bacino un po’ più fermo nel movimento verticale. Mentre una sella come la Scratch permette al bacino di muoversi di più. Se quindi prendo in considerazione queste due selle e le metto nella stessa posizione, la persona che ci si piegherà sopra non pedalerà allo stesso modo. Di conseguenza devo adattare la posizione.
Come vi coordinate con il meccanico?
Essendo atleti evoluti, più di qualcuno ha la sua posizione di partenza e preferisce mantenerla. Chi vuole approfondire il discorso, prima passa dal biomeccanico. Infine i meccanici riportano in maniera fedelissima tutto quello che viene fatto in studio.
Nuovi standard di peso, supporto e comfort. Sono i punti forti della leggerissima Cadex Boost, l’esclusiva sella realizzata per ridisegnare il concetto che spazia tra comodità, peso e potenza. La chiave sta nella Advanced Forget Composite Technology (AFCT) che assieme al design del carrello integrato Integrated Rail Design ha dato alla luce un rivoluzionario telaio in composito di carbonio che assicura la massima trasmissione della potenza. Il tutto senza aggiungere peso extra e con un occhio di riguardo al comfort favorito dalla tecnologia Particle Flow Technology.
Le particelle scorrevoli ETPU collocate strategicamente in due tasche separateLe particelle scorrevoli ETPU collocate strategicamente in due tasche separate
Tecnologie premium
Il processo di stampaggio (AFCT) ad alta pressione all’avanguardia nel settore, utilizzato per produrre componenti in fibra di carbonio dalla forma complessa, ha permesso di creare un telaio della sella in due pezzi che offre il perfetto equilibrio tra supporto e comfort. Questa tecnologia si traduce in una trasmissione di potenza diretta e immediata alla geometria della bici eliminando le flessioni indesiderate.
Un altro elemento determinante della Cadex Boost è l’Integrated Rail Design. Questo disegno alleggerisce i punti di pressione grazie al posizionamento del collegamento tra il carrello e lo scafo in un’area non utilizzata dal ciclista. In più, la progettazione ottimizzata del carrello massimizza la dissipazione delle vibrazioni e l’assorbimento degli urti che arrivano dalla strada. Allo stesso modo, attraverso l’eliminazione del materiale riportato sui punti di giunzione, che di solito si trova sulle selle standard, l’approccio Integrated Rail Design riduce all’essenziale il peso complessivo.
L’assetto è votato al massimo trasferimento di potenzaLe componenti in fibra di carbonio dalla forma complessa, hanno permesso di creare un telaio della sella in due pezziL’assetto è votato al massimo trasferimento di potenzaLe componenti in fibra di carbonio dalla forma complessa, hanno permesso di creare un telaio della sella in due pezzi
Caratteristiche tecniche
E’ essenziale che una sella per quanto performante sia soprattutto confortevole. Per questo i tecnici Cadex hanno scelto Particle Flow Technology. Specifiche particelle scorrevoli ETPU collocate strategicamente in due tasche separate che si modellano nella zona di contatto pelvico del ciclista. Riducono i punti di pressione e distribuiscono il peso in un’area più ampia per una posizione di guida più stabile e confortevole.
La forma della Boost si presenta con gli angoli arrotondati sul naso troncato che ne riducono il rischio di sgregamenti durante la pedalata. La linea è sinuosa e studiata in modo di adattarsi alle differenti esigenze del ciclista, valorizzando le caratteristiche tecniche della propria bici. Il peso si attesta a soli 138 grammi. Le dimensioni sono di 149 mm di larghezza, 246 mm di lunghezza e 44 mm di altezza. Il prezzo consultabile sul sito è di 249 euro.
Debutta la Prime 3.0 di Repente, la sella più comoda per atleti che hanno bisogno di un appoggio superiore. Telaio in carbonio. Rivestimento sostituibile
Leggera e confortevole coma mai prima. Fizik presenta la sella Vento Argo Adaptive 00 l’ultima arrivata della collezione a naso corto. Realizzata con imbottitura 3D a profilo inferiore combinato con struttura in carbonio ad alto modulo. E’ un concentrato di rigidità e massimizzazione del trasferimento di potenza. Il tutto rigorosamente valorizzando un comfort unico in grado di elevarla a sella senza limiti.
Questa è la sella più leggera della gamma ArgoLa linea a naso corto è una caratteristica vincente nelle selle di nuova generazioneQuesta è la sella più leggera della gamma ArgoLa linea a naso corto è una caratteristica vincente nelle selle di nuova generazione
Tecnologia 3D
La gamma Adaptive utilizza la tecnologia di stampa 3D Carbon Digital Light Synthesis. L’ammortizzazione progettata senza soluzione di continuità fornisce stabilità ed equilibrionella parte posteriore della sella e supporto dei tessuti molli nella zona anteriore. La combinazione di alto modulo, full-carbon scocca e rail offrono la massima rigidità e riducono significativamente il peso complessivo della sella rispetto alle altre selle della gamma Vento.
L’evoluzione della stampa 3D digitale ha permesso ai tecnici Fizik di sviluppare una nuova sella senza vincoli o limitazioni imposte dalla produzione tradizionale metodi e materiali. L’imbottitura della sella Adaptive è realizzata in Carbon® con la rivoluzionaria tecnologia Digital Light Synthesis. DLS è una produzioneche utilizza la luce ultravioletta digitale in proiezione e un’ottica permeabile dell’ossigeno e resine liquide programmabili da cui derivano parti con eccellenti proprietà meccaniche.
Progettata per ridistribuire le pressioni e favorire la performanceLa tecnologia 3D permette di avere una leggerezza e un comfort uniciLa tecnologia 3D permette di avere una leggerezza e un comfort unici
Testata dai pro’
Utilizzando la tecnologia del carbonio, la biomeccanica e l’ingegneria hanno regalato una possibilità senza precedenti: progettare e produrre più zone funzionali all’interno della sella. Ognuna di queste zone chiave è progettata per un’ammortizzazione distintiva e meccanica, unita progressivamente nella stessa imbottitura. Il risultato è una riduzione del 60% della pressione di picco attraverso una migliore distribuzione del peso per maggiore comfort su tutta la superficie.
Per sviluppare le zone di comfort adattive ideali, sono state studiate le varie posizioni di guida e la pressione punti di ciclisti professionisti e ciclisti amatoriali allo stesso modo, sia nei laboratori Fizik che su strada e fuori strada. Durante ogni fase di sviluppo, sono stati accuratamente testati con grande attenzione per capire come cambiano i modelli di pressione in base alle diverse geometrie della bici, in sella posizioni e tipi di superficie. La Vento Argo Adaptive 00 si è dimostrata essere un faro in ottica di versatilità e performance effettiva.
La struttura in carbonio la rende ancora più leggera e stabileGrazie alla sua struttura è stato ottimizzato il trasferimento di potenza La struttura in carbonio la rende ancora più leggera e stabileGrazie alla sua struttura è stato ottimizzato il trasferimento di potenza
Per tutte le strade
Vento Argo Adaptive 00 si trova a suo agio su un’ampia varietà di bici e tipi di superficie. Che sia rotolamento su asfalto liscio o fuori strada, l’obiettivo di questa sella è quello di mantenere una migliore postura, con una posizione di maggiore stabilità e con un peso distribuito perfettamente. Inoltre, il design più corto e a goccia fornisce un supporto superiore quando si adotta a posizione di pedalata potente e aerodinamica. Caratteristiche ideali per i ciclisti che cercano di massimizzare le proprie prestazioni senza rinunciare al comfort.
Disponibile in due dimensioni da 140 mm e 150 mm. La lunghezza si attesta a 265 mm mentre l’altezza a 75 mm. Il rail ha invece una dimensione di 9×7 mm. Per un peso complessivo che oscilla tra le due versioni tra i 175 g e i 186 g per la versione più lunga. La Vento Argo Adaptive 00 è disponibile sul sito ad un prezzo di 399 euro.
La Pinarello Crossista F di Pidcock, la bici che vedremo in azione al Mondiale di ciclocross di Fayteville. Il campione britannico ha contribuito allo sviluppo del progetto, che ha iniziato a prendere forma nella primavera 2021
Prologo ha creato una sella pensata e realizzata interamente per il corpo femminile: la Scratch EVA. Quando è arrivata la scatola a casa, è stata una bella sorpresa aprirla, trovando una sella così elegante, leggera e pensata, così c’era scritto nel foglio che la accompagnava, per il corpo di una donna. Non restava che provarla…
La sella è più piatta rispetto alle altre selle della serie Scratch, più ampia e adatta alle curve delle donne. Non è molto morbida, ma ha la giusta rigidità che permette una corretta posizione in bici e una performance migliore.
Nel corso dei miei anni da appassionata di ciclismo e triatleta ho provato diverse selle, cercando di trovarne una adatta a me, che non rendesse gli allenamenti pesanti. Una ricerca spesso vana, dal momento che non riuscivo a trovarne una che rispettasse appieno le aspettative, ma la nuova Prologo promette di essere proprio ciò che stavo cercando.
E’ stata Marta Cavalli a sviluppare per tutto il 2022 a Scratch EVA (foto Prologo)E’ stata Marta Cavalli a sviluppare per tutto il 2022 a Scratch EVA (foto Prologo)
I test di Marta Cavalli
Il feedback, riportato da Marta Cavalli durante quest’anno di prova esclusiva della sella, è sicuramente stato importante per la migliore realizzazione della sella stessa. Infatti con una base di appoggio abbastanza ampia, la Scratch EVA permette di scaricare al meglio peso e pressione, rendendo piacevole e confortevole lo stare in sella. Dettaglio decisivo soprattutto per chi, come un’atleta professionista, passa ore e ore sulla bicicletta. Il colore, inoltre, nella semplicità del nero la rende elegante e adattabile a tutte le bici.
Scratch EVA ricalca le forme della Scratch M5 di Pogacar, ma un’anatomia diversaIl centro anatomico della sella è stato spostato di 5 millimetri più avanti per offrire un appoggio più ampioLa differenza fra gli strati di schiuma (RVA) delinea un canale centrale che scarica le pressioni in eccessoScratch EVA ricalca le forme della Scratch M5 di Pogacar, ma un’anatomia diversaIl centro anatomico della sella è stato spostato di 5 millimetri più avanti per offrire un appoggio più ampioLa differenza fra gli strati di schiuma (RVA) delinea un canale centrale che scarica le pressioni in eccesso
Scratch, sella che vince
La collaborazione con Cavalli ha aiutato Prologo a perfezionare il modello giorno dopo giorno, fino al successo finale: le vittorie alla Amstel Gold Race e alla Freccia Vallone del 2022, sono state la conferma che il progetto fosse avviato nella giusta direzione.
La nuova sella riprende in parte la forma T-shape della Scratch M5, una sella multidisciplinare unisex che si è già distinta vincendo negli ultimi anni due Tour de France con Pogacar, alcune classiche Monumento e diverse gare di Coppa del mondo in mountain bike.
Salvatore Truglio consegna la Scratch EVA a Marta Cavalli (foto Prologo)Salvatore Truglio consegna la Scratch EVA a Marta Cavalli (foto Prologo)
Anatomia ridisegnata
Il disegno della Scratch EVA è stato però modificato. Il “centro anatomico” è stato spostato in avanti di 5 millimetri, per consentire di avanzare la seduta, aumentando la superficie d’appoggio per il bacino femminile, generalmente più largo rispetto a quello maschile.
Questa sella è performante, comoda e ha dimensioni compatte (245 x 140 millimetri) che consentono una buona libertà di movimento per pedalare con la massima efficienza.
Il test della sella ha confermato il comfort della Scratch EVAIl test della sella ha confermato il comfort della Scratch EVA
Imbottitura e canale
EVA è anche il nome della schiuma a densità variabile, con cui è stata realizzata l’imbottitura in base alle diverse aree della sella. Nella parte posteriore, dove appoggiano le ossa ischiatiche, essa è più spessa e realizzata con una schiuma ad alta densità. Nella parte centrale e anteriore, dove appoggiano i tessuti molli, è presente invece un’imbottitura più sottile, realizzata con una schiuma a bassa densità per ridurre al minimo i picchi di pressione.
Questa differenza di spessori e densità crea un canale al centro della sella, che al contempo garantisce un appoggio ampio e permette di scaricare le pressioni, tenendo alla larga l’intorpidimento e eventuali influenze sul flusso sanguigno.
Per chi percorre tanti chilometri in bici, indipendente che lo faccia per passione o per lavoro, è di fondamentale importanza avere una sella comoda e adatta alle proprie caratteristiche, in modo da rendere i propri allenamenti piacevoli e di volta in volta migliori.
Cecilie Uttrup Ludwig è una delle 4 leader della FDJ femminile. Un po' campionessa e un po' clown. Il suo obiettivo 2022 è la maglia gialla del Tour Femmes