Scarpe e corridori, DMT ci svela i suoi segreti

26.10.2021
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Le scarpe per i corridori sono sempre state fondamentali essendo uno degli appoggi diretti con la bici. La tecnologia ed il progresso avanzano e i materiali utilizzati sono sempre più efficaci. Ma come si coordina il lavoro di ricerca e sviluppo con quello di rifornire i team? Ne parliamo con Glen McKibben, brand director di Diamant, azienda che produce Dmt. Il suo è un lavoro di supporto costante e per seguire le esigenze dei corridori li segue in tutta Europa, dalle gare ai training camp.

«Lavoriamo da tanti anni a contatto con i corridori – inizia Glen – quel che è cambiato maggiormente nel lavoro con gli atleti sono i materiali. Anni fa si facevano le scarpe su misura, mentre ora grazie alla tomaia più morbida i corridori usano le scarpe che si trova in commercio».

Dmt collabora anche con RCS ed in onore del Giro d’Italia 2021 hanno prodotto una scarpa celebrativa
Dmt collabora anche con RCS ed in onore del Giro d’Italia 2021 hanno prodotto una scarpa celebrativa
Quindi è un lavoro più semplice?

E’ stato un lavoro di ricerca e sviluppo molto complicato per far in modo di fornire una scarpa comoda per la maggior parte degli atleti. Dico “maggior parte” perché c’è una piccola parte di loro più sensibile ai materiali che ci da un feedback per continuare a sviluppare i nostri prodotti.

Quanto è importante per voi avere una collaborazione continua con gli atleti?

E’ la base del nostro lavoro, per far uscire un nuovo modello di scarpa spesso si lavora mesi se non anni sui prototipi. Diamo ai corridori un modello di prova da usare inizialmente in allenamento e poi se tutto procede bene si portano in gara. Per evitare di essere “spiati” le camuffiamo con colori delle scarpe già in uso.

In questi casi lavorate con i corridori con maggior sensibilità o anche altre caratteristiche?

Allora, a volte per evitare di dare nell’occhio diamo le scarpe di prova a corridori un po’ meno conosciuti, diciamo che lavoriamo sottotraccia. Ci sono molti corridori sensibili ai cambiamenti e non sono sempre i più gettonati dalla stampa.

Elia Viviani è da tanti anni nel mondo Dmt e con loro ha collaborato per la riuscita di nuovo prodotti, come la tomaia utilizzata per le Kr0
Elia Viviani ha collaborato per la realizzazione della tomaia utilizzata per le Kr0
Voi lavorate a stretto contatto con grandi campioni, uno di questi è Tadej Pogacar

Il lavoro con lui è fondamentale, sia per immagine dei prodotti che per il feedback che ci dà. Abbiamo fatto molte scarpe celebrative con lui, ma anche con Elia (Viviani ndr), con cui lavoriamo da molti anni. Con Tadej Dmt ha sviluppato anche la chiusura a laccio.

Quanto è importante avere una collaborazione così lunga con un corridore?

Immensamente, come ho detto una scarpa in Dmt la lavoriamo per anni ed avere un corridore con cui portiamo avanti lo sviluppo è fondamentale. L’ultima lanciata sul mercato ha una storia di ricerca sui materiali di 3 anni.

Parliamo un po’ anche di forniture ai corridori, come fate?

Ad inizio anno diamo 3-4 paia di scarpe ad ogni corridore, consideriamo che sia il numero giusto: un paio per allenarsi e correre e due paia per le borse del freddo. Però non è che una volta consegnate le scarpe il nostro lavoro finisce, la cosa più importante sono gli incontri che facciamo nel corso della stagione. E’ raro che un corridore usi le stesse scarpe tutto l’anno, si fanno delle piccole modifiche o addirittura si propone il nuovo modello appena fatto.

Quante volte vi vedete?

Dalle 7 alle 10 volte all’anno, seguiamo molto le corse, per esempio ad inizio stagione alla Tirreno-Adriatico abbiamo avuto i primi feedback. Sono importanti anche questi incontri in corsa perchè in breve tempo raccogli più impressioni. Andiamo anche ai training camp delle varie squadre, ma quello è un lavoro dedicato ad un team.

E per le scarpe celebrative come vi organizzate?

Nel caso più recente che è quello di Pogacar al Tour le prepariamo prima (foto apertura). Per lui abbiamo addirittura preparato sia quelle gialle che quelle a pois, ci siamo detti: «Male che vada, vince la classifica degli scalatori» (dice con una lieve risata Glen, ndr). Alla fine ha vinto tutte e due le classifiche, una doppia vittoria anche per noi di Dmt che abbiamo usato tutte e due le scarpe preparate.

Alberto Contador è un punto di appoggio fondamentale per lo sviluppo delle scarpe Dmt, che fornisce le scarpe alla Eolo-Kometa
Alberto Contador è un punto di appoggio fondamentale per lo sviluppo delle scarpe Dmt
Lavorate anche con la Eolo-Kometa e di conseguenza con Contador…

Alberto è fondamentale per noi per due motivi: il primo è la sua grande esperienza nel ciclismo ed il secondo che è anche un “modello” molto seguito. Spesso gli diamo delle scarpe da provare ed il suo feedback è importante anche per lavorare bene con il team. Insomma, se una scarpa te la consiglia Contador ti fidi, sia che tu sia un professionista sia che tu sia un amatore.

Le vostre chiusure sono Boa, prendono parte allo sviluppo?

Boa è partner di sviluppo a tutti gli effetti. Mandiamo loro i disegni dei modelli che vogliamo progettare così ci dicono se le loro chiusure sono applicabili su quel modello. Una volta accordato tutto e parte la produzione del modello ci forniscono tutti i materiali necessari.

Dmt

Grande lancio DMT: ecco KR0, sviluppata con i pro’

01.09.2021
4 min
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DMT, l’azienda veronese che produce calzature da 40 anni, crea il nuovo modello KR0, una scarpa che fonde ciò che tutti i ciclisti cercano: comodità e performance. DMT ha realizzato una serie di scarpe che sono diventate simbolo e icona del ciclismo, da quelle tricolore per Elia Viviani nel 2018 a quelle gialle di Pogacar che hanno sfilato sugli Champs Elysées.

Tecnologia Engineered 3D Knit

Da più di 10 anni DMT, nei propri stabilimenti, crea e compone calzature per tutti gli sport con questa tecnologia. Una tomaia cucita con migliaia di filamenti che si intrecciano gli uni con gli altri, dando la sensazione di avvolgere il piede come un calzino.

Il primo modello realizzata con tecnologia Knit esce allo scoperto con Viviani tricolore nel 2018
Il primo modello realizzata con tecnologia Knit esce allo scoperto con Viviani tricolore nel 2018

Nel 2017 è iniziato lo studio per portare i materiali e le tecnologie utilizzate tutti i giorni nel mondo dei pedali. Un anno dopo è stata realizzata la prima scarpa in Engineered 3D Knit dedicata al ciclismo. L’ha indossata Elia Viviani, disegnata con il tricolore, in onore della maglia di campione italiano indossata dal veronese.

La nuova KR0

Rappresenta l’apice delle performance e degli studi in casa DMT, migliorando tutte le caratteristiche delle calzature in maglia. La principale sfida era riuscire a connettere un tessuto così morbido con la suola, per permettere un trasferimento di potenza efficace, senza però rinunciare al comfort. La nuova suola realizzata in carbonio SL aumenta l’areazione, per combattere il caldo e la formazione di batteri all’interno della calzatura.

Sistema di chiusura

Parte fondamentale per la scarpa, soprattutto per quelle con una tomaia molto leggera, la doppia chiusura BOA Li2 presente sulle KR0 permette una microregolazione adatta a tutti

Testata dai migliori

Da questo punto di vista sono stati importanti i test e i dati riportati dai vari atleti del mondo WorldTour che collaborano con il marchio veronese, tra cui appunto, Elia Viviani.

«KR0 è la scarpa più leggera, avvolgente e confortevole che io abbia mai utilizzato – dice il veronese, bronzo a Tokyo – l’utilizzo del Knit nella KR1 era già stata una rivoluzione, ma la KR0 è l’evoluzione, la perfezione. La nuova suola aumenta la rigidità e l’aerazione».

Si contano collaborazioni anche con Eolo-Kometa ed Intermarché Wanty Gobert, mentre nel ciclismo femminile veste i piedi delle atlete del team Alé-BTC, un’incredibile quantità di corridori con cui crescere e far sviluppare le calzature DMT.

Per tutte le taglie

Le misure disponibili partono dal 37 fino al 46, con anche la disponibilità delle mezze misure. Disponibili anche il 47 ed il 48.

Peso della scarpa, per il numero 42 di 210 grammi.

Disponibile in tre colorazioni: nero, grigio e rosso fiammante

dmtcycling.com

Pogacar Parigi

DMT: come sono nate le scarpe di Pogacar

25.11.2020
4 min
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Tornando al Tour de France 2020 tutti noi ricordiamo la bellissima vittoria di Tadej Pogacar. Il giovane sloveno ha portato sul gradino più alto del podio anche le scarpe del marchio italiano DMT, ma in una versione con i lacci che ha colpito molto gli appassionati. Abbiamo parlato di queste scarpe e del loro possibile futuro con Glen McKibben Brand Director di Diamant, l’azienda che produce le scarpe DMT e le biciclette Cipollini. McKibben è un appassionato ciclista che ha lavorato in precedenza anche per altri brand prestigiosi del mondo del ciclismo e oggi segue da vicino la nascita e l’evoluzione dei prodotti DMT e Cipollini.

Si era partiti con il Boa

Sembra strano a dirlo, ma anche per la versione con i lacci delle scarpe DMT di Pogacar c’entra il Covid-19.
«All’incirca un anno fa io e Nicola Minali avevamo parlato con Pogacar per capire che preferenze aveva in fatto di scarpe – esordisce così Glen McKibben – e lui ci aveva detto che gli piacevano i lacci. Ma noi non avevamo un modello con i lacci e gli abbiamo fornito le nostre KR1 con il Boa. Tadej le ha provate e ci ha dato subito dei riscontri positivi, soprattutto era colpito dalla morbidezza della tomaia in Knit». Per chi non lo sapesse Nicola Minali è un corridore ex professionista che ora lavora presso DMT e segue lo sviluppo delle scarpe.
«Questa cosa dei lacci era rimasta in testa a Minali – continua McKibben – che ha iniziato a pensare a qualcosa. Intanto la stagione era partita e Pogacar utilizzava le scarpe con il Boa e aveva anche vinto qualche corsa»

Pogacar con Phlippe Zecchetto CEO di Diamant
Pogacar in visita da DMT con Philippe Zecchetto CEO di Diamant
Pogacar con famiglia  Zecchetto
Pogacar in visita da DMT con il patron Federico Zecchetto a destra e suo figlio Philippe

Arriva il lockdown

Ma poi la stagione si ferma a causa del Covid-19 che ci ha costretto a fermarci e a vivere il lockdown, ma non è stato per tutti uguale: «Sai la stagione si è fermata ma in Slovenia hanno avuto un lockdown più leggero del nostro e potevano pedalare. Proprio in quel periodo, Minali aveva portato a termine la versione della scarpa con i lacci. Abbiamo pensato di farla provare a Tadej. Abbiamo diversi professionisti che usano le scarpe DMT, fra cui anche Viviani. Spesso gli facciamo provare delle novità tecniche per vedere che riscontro ci danno. La maggior parte delle volte nessuno si accorge se Elia ha corso con una scarpa con una suola diversa, ma con i lacci la cosa è più evidente»

Oltre ogni aspettativa

Per Pogacar lo stop della stagione si è trasformato in una seconda possibilità per provare qualche materiale nuovo come le scarpe.

«Poco prima che riprendesse la stagione Pogacar ci ha chiesto se poteva correre con le scarpe con i lacci, si era trovato talmente bene che le voleva tenere. A quel punto abbiamo pensato perché no?».

E i risultati sono andati ogni aspettativa: «Ci siamo detti, se va bene vince una tappa al Tour e arriva con il gruppo dei migliori, non pensavamo che lo vincesse , ed invece con quella vittoria ci siamo ritrovati un autentico boom di richieste. Tutti ci chiedevano di poter provare la versione con i lacci. A questo punto abbiamo pensato di celebrare questa vittoria e proprio in questi giorni sta arrivando nei negozi la scarpa con i lacci con l’autografo di Pogacar. Lo facciamo anche per celebrare il Made in Italy in un anno che è stato difficile per tutti».

Pogacar al mondiale di Imola
Pogacar in azione con le sue DMT ai mondiali di Imola
Pogacar al mondiale di Imola
Pogacar ha continuato ad usare le DMT con i lacci anche dopo il Tour. Qui è ai mondiali

Anche nel 2021

Glen McKibben ci ha confermato che anche per il 2021 Pogacar dovrebbe continuare ad usare questa scarpa che a livello tecnico: «Ha la suola anatomica della KR1 che sostiene bene l’arco plantare e trasmette tutta la forza ai pedali. Anche la tomaia è la stessa della KR1 in Knit, la nostra tecnologia che fa sembrare di indossare un guanto. Quelle con i lacci hanno una serie di piccole modifiche e sono dotate di un sistema di cordini che sono inseriti dentro la tomaia, passano sotto la suola e si vanno ad agganciare ai lacci». In questo modo stringendo i lacci la scarpa rimane uniformemente aderente al piede.

Comfort elevato

In molti si chiedono ma come fa un corridore a tenere per diverse ore lo stesso livello di chiusura della scarpa senza avere qualche dolore? «Questo è il grande pregio del Knit – risponde McKibben – la sua grande morbidezza ed elasticità ha permesso a Pogacar di tenere le scarpe strette in tutte le tappe dall’inizio alla fine, senza avere mai dei fastidi. Probabilmente con una tomaia in materiale classico questo non sarebbe potuto avvenire».

Pogacar alla Freccia Vallone 2020
Pogacar in azione alla Freccia Vallone
Pogacar alla Freccia Vallone 2020
Pogacar in azione alla Freccia Vallone

Il futuro sono i lacci?

Quindi con Pogacar che continuerà ad usarle, possiamo immaginare che il futuro sia un ritorno dei lacci? «Non credo, penso che la comodità del Boa per la gran parte dei ciclisti, compreso il sottoscritto, sia maggiore, infatti continueremo la nostra collaborazione con Boa e siamo felicissimi dei risultati. Certo che i lacci fanno moda e possono piacere a chi cerca un tocco di vintage in una scarpa che con il Knit e la suola anatomica in carbonio è un concentrato di innovazioni tecnologiche molto moderne».