La prima di Sara Fiorin, sprinter sempre più convinta

06.03.2024
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Certe vittorie hanno un sapore più dolce di altre e non dipende neanche tanto dalla loro importanza. Per Sara Fiorin il trionfo della scorsa settimana all’Umag Trophy Ladies è stata come una pioggia di miele, necessaria per proseguire la stagione e per dimostrare che le cose, dopo il primo anno al devo team della Uae, stanno cambiando.

E’ ormai già da un po’ che la sua vita somiglia a quella di una pallina da tennis, rimbalzando da una parte all’altra del Vecchio Continente. La vittoria in terra croata è già messa alle spalle, ora c’è da pensare anche alla pista e infatti quando la rintracciamo la Fiorin è in un momento di riposo durante i canonici due giorni di lavoro con il gruppo azzurro a Montichiari.

«Settimana prossima si parte e si va dall’altra parte del mondo, a Hong Kong per la tappa di Nations Cup. Per la seconda volta sarò chiamata a gareggiare anche nel quartetto, la prima è stata agli europei quando abbiamo ottenuto il bronzo U23 e sinceramente non vedo l’ora. Poi ci sarà la mia specialità preferita, l’eliminazione che mi dà scariche di adrenalina. E’ davvero la più divertente e adatta alle mie caratteristiche».

Le ragazze del bronzo europeo U23. Da sinistra, Quaranta, Basilico, la riserva Crestanello, Fiorin, Bragato, Collinelli e Vitillo
Le ragazze del bronzo europeo U23. Da sinistra, Basilico, Crestanello, Fiorin, Bragato, Collinelli e Vitillo
Quanto ritieni che sia utile la pista per la strada e quanto viceversa l’attività su strada per quella nei velodromi?

Io credo che siano complementari, soprattutto per una ciclista con le mie caratteristiche. La pista non può assolutamente mancare, ci sono lavori che non servono solo per l’attività specifica, ma danno un enorme aiuto anche per le gare su strada. Non è un caso se nel nostro team siamo in tante a fare la doppia attività: io, Venturelli, Pellegrini ma anche la tedesca Kunz e l’irlandese Gillespie. Il team vede molto di buon occhio questo nostro impegno e non ci sentiamo forzate. Poi saranno le nostre carriere a indirizzarci verso la miglior scelta, se unica o continuando sul doppio binario.

Veniamo allora alla vittoria di fine febbraio, quanto è stata importante per te?

Moltissimo, anche perché tutta la squadra ha lavorato al meglio e io ho dovuto solo finalizzare. Era una corsa anche un po’ frastagliata, collinare, ma si sapeva che si sarebbe arrivati alla volata. Perlomeno era quello il nostro obiettivo e le compagne hanno lavorato sodo per tenere unita la corsa. Io sono arrivata alla volata nelle condizioni migliori e il risultato è finalmente stato portato a casa.

Il suo sprint vincente ha messo in fila le altre italiane De Grandis, Bernardi e Crestanello (foto Bonaita)
Il suo sprint vincente ha messo in fila le altre italiane De Grandis, Bernardi e Crestanello (foto Bonaita)
Lo scorso anno, salvo la vittoria di tappa al Giro Rosa Mediterraneo, ti si era vista poco nei quartieri alti delle classifiche. Hai sofferto il tuo primo anno in un team così importante?

Non è stato un anno semplice, questo è sicuro. Era tutto nuovo e ci ho messo un po’ ad adattarmi, mi accorgevo soprattutto nelle gare estere, quelle in Belgio in particolare, che il livello era molto alto e io facevo fatica. E’ stato un anno di adattamento, che però alla fine ha portato frutti perché mi sento molto migliorata e più a mio agio. Ora quel livello è anche il mio.

Eri arrivata alla Uae senza una precisa identità tecnica, ora con un po’ di esperienza in più ti ritieni una sprinter pura?

Sì, è quella la mia specializzazione, non si discute. Sto però lavorando molto anche per migliorare in salita. Non sarò mai una specialista, ma tenere su alcuni strappi mi consentirebbe di allargare il numero di gare con possibile conclusione allo sprint dove essere competitiva. Ormai non basta più essere veloci, bisogna anche saper tenere in certi percorsi.

La lombarda sul podio di Umago. Nella successiva prova a Porec ha chiuso invece 22esima (foto Bonaita)
La lombarda sul podio di Umago. Nella successiva prova a Porec ha chiuso invece 22esima (foto Bonaita)
Chi ha iniziato prima fra te e Matteo?

Lui e la cosa strana è che è anche più piccolo di due anni. Solo che a 3 anni andava già in giro senza rotelle e io ero gelosa, così l’ho seguito e ci siamo ritrovati entrambi a fare quest’attività. Devo però dire che condividere la nostra passione ci ha legati ancora di più.

Considerando però le vostre attività, soprattutto ora che fai parte di un team straniero, avrete poche occasioni per vedervi…

E’ vero, lui poi ha ancora la scuola, quest’anno avrà la maturità, ma anche lui viaggia molto fra gare e ritiri con la nazionale. Ci sentiamo telefonicamente e ci supportiamo sempre. Matteo è sempre molto prodigo di consigli. Ad esempio nell’affrontare l’eliminazione mi ha dato molti spunti per andare sempre meglio, conoscendo quanto mi piaccia quella specialità.

Sara Fiorin è all’Uae Development Team dal 2023. Il primo anno è stato un po’ complicato
Sara Fiorin è all’Uae Development Team dal 2023. Il primo anno è stato un po’ complicato
Come ha reagito alla tua vittoria?

E’ stato contentissimo, anzi credo di avergli restituito un sorriso dopo la caduta a Misano che gli è costata la frattura della clavicola e tanto lavoro perso. Anche lui era in predicato di partire per Hong Kong, davvero non ci voleva. Correrò anche per lui.

Ora che cosa ti aspetta?

Prima della partenza per l’Asia andrò in Olanda per la Drentse Acht van Westerveld dove correrò con il team maggiore. Sarà la seconda volta nella prima squadra e la cosa mi fa un certo effetto, sento il carico di responsabilità. In questo caso non saranno certo le altre a correre per me, sarò io a lavorare per colei che sarà reputata la prima punta del team.

Per Fiorin ora arriva la trasferta in Olanda, dove sosterrà le compagne del WT (foto Instagram)
Per Fiorin ora arriva la trasferta in Olanda, dove sosterrà le compagne del WT (foto Instagram)
Per una velocista pura quanto cambia in questo caso il lavoro, ad esempio nell’essere il “pesce pilota”?

Non mi è mai capitato in gara, ma credo sia sempre questione di coordinazione fra gli elementi del team. Io sono pronta in quel caso a fare la mia parte, a lanciare la volata molto più da lontano, tipo ai 300 metri per poi lasciare spazio ai 150. L’importante è che a vincere sia la nostra maglia…

Fiorin è pronto per un’estate a gas aperto

08.06.2023
4 min
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«Sentiamoci domani mattina alle 9, chiedo un permesso a scuola per uscire dall’aula e rispondere al telefono». Le giornate di Matteo Fiorin sono sempre strapiene, fra lo studio al Liceo Scientifico Sportivo di Carate Brianza (a 7 chilometri da casa) e le svariate attività ciclistiche (e su questo punto torneremo fra poco) e trovare uno spazio per raccontarsi non è facile. Parliamo di un corridore di 17 anni che si sta mettendo sempre più in luce, che quest’anno già portato a casa 5 vittorie su strada, ultima il Trofeo Bornaghi dell’ultimo weekend (foto Instagram di apertura), ma che non guarda solo alla strada.

Fiorin, che corre per il Pool Cantù GB Junior Team, infatti è una delle colonne della nazionale su pista di Salvoldi, con la quale ha già portato lo scorso anno il quartetto dell’inseguimento ai vertici mondiali e durante la settimana, fra Dalmine e Montichiari, Matteo lavora sodo per ripetersi fra gli europei di Anadia (Portogallo) dall’11 al 16 luglio e per i mondiali di Cali (Colombia) dal 23 al 27 agosto. Ma non solo per il quartetto vista la duttilità del lombardo, campione europeo nell’eliminazione (foto di apertura Uec) e capace ad esempio di vincere la madison a Gand insieme a Juan David Sierra nello scorso aprile.

Se gli si chiede una preferenza fra pista e strada, Fiorin (che è stato anche tricolore esordienti nel ciclocross) non ha comunque dubbi: «Nel velodromo ho sempre ottenuto buoni risultati, ma la strada è il mio vero amore, dove sogno di diventare davvero qualcuno».

Ai mondiali pista juniores del 2022 arriva quarto nella prima corsa a punti della carriera (foto UCI)
Ai mondiali pista juniores del 2022 arriva quarto nella prima corsa a punti della carriera (foto UCI)
Questo significa che come per tanti la pista resta un amore giovanile da abbandonare?

No, anzi. Di sicuro vorrei continuare a farla perché ti dà quella marcia in più che su strada serve, soprattutto per chi come me è un velocista. La pista riesce sempre a darti quell’intensità negli scatti che può fare la differenza, la strada a sua volta è utilissima per le gare al velodromo per permetterti di avere resistenza e ritmo.

Quando hai iniziato ad andare su pista?

La mia prima gara l’ho fatta da giovanissimo, poi da esordiente ho iniziato a gareggiare e allenarmi con lo scatto fisso. D’altronde io sulla bici ci sono praticamente nato: a 2 anni avevo già abbandonato le rotelle e a 3 ho fatto la mia prima gara.

Il quartetto iridato 2022, con Fiorin c’erano Favero, Delle Vedove, Giaimi e Raccagni Noviero (foto Lariosport)
Il quartetto iridato 2022, con Fiorin c’erano Favero, Delle Vedove, Giaimi e Raccagni Noviero (foto Lariosport)
Te la ricordi ancora?

Proprio quella no, ma ricordo una volta che a una gara non volevano farmi partecipare perché ero troppo piccolo, allora feci tante storie che decisero di farmi partire dopo tutti gli altri. Era a batterie e si qualificano i primi 10, io ne rimontai tantissimi ma alla fine finii 11°. Erano tutti stupiti, perché avevo solo 3 anni e mezzo…

Torniamo un attimo alla pista. Tu sei componente del quartetto, che ruolo hai?

Sono l’uomo di lancio, quello che deve all’inizio pilotare il quartetto verso la velocità di base e poi fare una seconda tirata più lunga possibile al massimo ritmo fino a esaurimento, prima di staccarmi. Di solito arrivo fino ai 3 chilometri, noi gareggiamo sulla distanza olimpica dei 4.

La volata vincente alla Coppa di Primavera, battendo Durelli e Donati della Ciclistica Trevigliese
La volata vincente alla Coppa di Primavera, battendo Durelli e Donati della Ciclistica Trevigliese
Su strada invece che caratteristiche hai?

Sono il classico sprinter che ama le volate di gruppo, ma riesco a tenere bene anche sugli strappi corti. Quando c’è più salita mi stacco, per questo preferisco adoperarmi prima per aiutare i compagni e tirare per loro. Comunque sto migliorando anche su quell’aspetto.

Chi ha iniziato prima fra te e tua sorella (Sara Fiorin, appartenente al team Devo della Uae Adq)?

Prima io, lei mi ha seguito a ruota venendo a vedere le mie gare. Anche lei è molto veloce, abbiamo un po’ le stesse caratteristiche. Capita anche che ci alleniamo insieme, quando io non ho scuola perché lei abitualmente si allena al mattino. Infatti non vedo l’ora che la scuola finisca così potremo uscire insieme.

Matteo, campione europeo 2022 nell’eliminazione, con sua sorella Sara, del Team Uae Adq
Matteo, campione europeo 2022 nell’eliminazione, con sua sorella Sara, del Team Uae Adq
Ti parla del mondo che si vive nel UAE Team Adq?

Lei fa parte di una squadra molto organizzata, sta vivendo esperienze eccezionali e quando me le racconta io sogno a occhi aperti. E’ una bellissima realtà che spero un giorno diventi la mia, ma io non voglio fermarmi a questo. Io sogno di vincere una grande corsa, ad esempio la Milano-Sanremo, ma non basta solo essere veloci e resistenti, quella è una corsa dove anche se sei il più forte devi avere una robusta dose di fortuna.