Piganzoli: l’esperienza maturata e i progressi verso il Giro

27.04.2025
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SAN CANDIDO – Davide Piganzoli è sempre più al centro del progetto della Polti-VisitMalta, il valtellinese cresciuto con passi mirati e precisi si appresta a correre il suo secondo Giro d’Italia in carriera. Dopo l’esordio della passata stagione e un solido tredicesimo posto finale, arrivato grazie a caparbietà e tenacia, i riflettori si girano illuminando anche il suo profilo.

L’avvicinamento è restato pressoché lo stesso del 2024, concluso in crescendo con il terzo posto al Giro dell’Emilia: si è partiti con le corse in Spagna, poi la Volta a la Comunitat Valenciana, Tirreno-Adriatico e infine Tour of the Alps (in apertura foto Maurizio Borserini). L’unica differenza è arrivata dal fatto di aver corso il Gran Camino e non il Tour of Antalya, vinto lo scorso anno. Scelta forzata visto che la corsa a tappe turca non è stata disputata. 

Il passaggio dal Tour of the Alps ha permesso a Piganzoli di confrontarsi con i migliori scalatori in vista del Giro (foto Maurizio Borserini)
Il passaggio dal Tour of the Alps ha permesso a Piganzoli di confrontarsi con i migliori scalatori in vista del Giro (foto Maurizio Borserini)

Solidità

I risultati non sono diversi, anzi, anche quelli sono praticamente identici: nei primi quindici alla Valenciana e in top 20 alla Tirreno. E’ mancata la vittoria, vero, ma le prestazioni colte al Gran Camino sono sembrate più solide: sempre tra i primi e un secondo posto nella cronometro alle spalle di Derek Gee

«Sicuramente arrivo con una maturazione diversa – racconta all’interno della tenda dietro al palco delle premiazioni – mentre il programma di lavoro è rimasto lo stesso, sia prima che dopo il Tour of the Alps. Quindi ho fatto un ritiro in altura, poi questa corsa per rifinire il lavoro e poi si va verso il Giro d’Italia. Visti i risultati dello scorso anno credo che sia un approccio corretto. In generale mi sento migliorato parecchio e si può sperare in bene».

Al termine di questi cinque giorni di gara il valtellinese ha colto un 11° posto finale, 3° fra i giovani
Al termine di questi cinque giorni di gara il valtellinese ha colto un 11° posto finale, 3° fra i giovani
Maturato in cosa?

Sicuramente ho un maggiore quantitativo di esperienza e sento di essere migliorato fisicamente. Anche la squadra credo sia cambiata in meglio.

Andiamo per punti, perché ti senti più forte fisicamente?

Mi sento più forte sul ritmo gara, riesco a tenere meglio il passo degli altri uomini di classifica. Quando sei giovane devi sempre prendere un po’ di dimestichezza con il gruppo e migliorare. Credo, con il passare del tempo e delle stagioni, di arrivarci. 

A livello di esperienza in gara cosa hai imparato dal Giro dello scorso anno?

Sicuramente che bisogna sempre stare attenti e cercare di non andare a tutta ogni giorno. L’obiettivo in una gara così lunga è di mantenere un briciolo di freschezza per il finale perché proprio nelle tappe conclusive si creano occasioni importanti.

Piganzoli nella prima parte di stagione ha disputato diverse corse a tappe, qui al O’ Gran Camino chiuso al secondo posto
Piganzoli nella prima parte di stagione ha disputato diverse corse a tappe, qui al O’ Gran Camino chiuso al 2° posto
Cosa hai cercato di fare “in più” rispetto al 2024?

Ho cercato di fare piccoli passi: qualcosa in più per il fondo aumentando leggermente le ore in bici, migliorando quello che lo scorso anno ho curato meno, ovvero i chilometri fatti durante la settimana. Il risultato è che mi sento più solido a livello di prestazione. 

Guardando alla prestazione fatta in questo Tour of the Alps come ti senti? Sei sui passi giusti?

Credo di essere in un buon periodo, tutto sta andando secondo i piani. Dopo questi giorni mi godrò un attimo di riposo e poi andremo diretti in Albania. Anche quest’anno guarderò ancora la classifica, ma senza troppo stress. Siamo in una squadra piccolina e questo credo sia un vantaggio anche per puntare a qualche fuga e conquistare delle tappe. 

Uno dei punti in cui Piganzoli si sente più forte rispetto al 2024 è il passo, anche sulle salite lunghe
Uno dei punti in cui Piganzoli si sente più forte rispetto al 2024 è il passo, anche sulle salite lunghe
Senza Pogacar sarà un Giro più aperto?

Sì, sicuramente e credo lo sarà fino alla fine. Come in questi giorni ci saranno tanti campioni e tanti corridori che potranno fare la gara. Senza qualcuno in grado di dominare vedremo maggior controllo probabilmente ma allo stesso tempo ci sarà più spettacolo e maggior spazio per tutti. 

Più bello ma più difficile da interpretare?

Tecnicamente sarà difficile tenere in mano la corsa, però dai, credo sia una cosa positiva per lo spettacolo e per gli spettatori a casa.

Tour of the Alps: la firma di Frigo, sempre più forte e convinto

23.04.2025
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SAN CANDIDO – La calma e la tranquillità del carattere di Marco Frigo rischiano di farci prendere sotto gamba quella che oggi è stata a tutti gli effetti un’impresa. Un’azione alla quale ci hanno abituato nomi ben più importanti e grandi rispetto al giovane veneto, il quale oggi però ha dimostrato di valere tanto. Cinquanta chilometri da solo, salutando la compagnia in cima al Passo Furcia. Poi la vallata con il vento che soffiava in faccia, cattivo e gelido pronto a spingerlo indietro. Invece il passista veneto, appassionato di sci di fondo, lo ha infilato posizionandosi sulla sua bici in maniera aerodinamica e pedalando a fondo. All’arrivo di San Candido le guance sono rosse nel segno di uno sforzo intenso, il Tour of the Alps ha incoronato un giovane promettente che oggi ha avuto il coraggio dei grandi.

«Alla partenza – racconta dietro al palco delle premiazioni – immaginavo potesse essere la giornata giusta per una fuga. Mi sono detto di provarci e così mi sono buttato nel primo tentativo buono. Si è trattato di una vittoria arrivata dalle gambe ma anche con un po’ di fortuna, dietro il gruppo ha lasciato spazio».

Dopo l’arrivo i segni della fatica sul volto di Frigo e anche qualche accenno di crampi
Dopo l’arrivo i segni della fatica sul volto di Frigo e anche qualche accenno di crampi

Prova di forza e carattere

Nel tratto di fondovalle che portava a San Candido si notavano le bandiere che sventolavano nel senso opposto a quello della corsa, con la strada che sale e scende in maniera irregolare. Non è facile in queste situazioni trovare il ritmo giusto che permette di avere la giusta costanza per poi imboccare l’ultima salita con ancora le forze per resistere agli attacchi dei migliori. Nel gruppo dei migliori mancavano forse le forze per imporre un ritmo alto, sottovalutando magari le caratteristiche da cronoman di Frigo.

Sul Passo Furcia per il corridore della Israel Premier Tech le sensazioni erano buone e ha provato l’allungo
Sul Passo Furcia per il corridore della Israel Premier Tech le sensazioni erano buone e ha provato l’allungo
Cosa hai pensato negli ultimi chilometri?

Ero davvero stanco e provato, quei venticinque chilometri nella valle li ho sofferti tanto. Tuttavia quello sforzo mi ha permesso di arrivare all’ultima salita con quasi quattro minuti di vantaggio sul gruppo dei migliori. La dedica va a tutti coloro che mi hanno accompagnato fino ad adesso, è la prima vittoria da professionista e quindi un pensiero a chi c’è sempre stato è giusto. 

Azioni del genere sono sempre più nelle tue corde?

Sento che è il mio modo di provarci e di correre. Nelle scorse tappe ho sofferto le salite brevi e intense dato che arrivavo da un periodo in altura. Oggi mi sono sentito meglio sul passo, la scelta di impostare la gara sul ritmo e non sull’esplosività. 

«Una vittoria – ha detto Frigo – costruita con le doti da cronoman e gestita in salita»
«Una vittoria – ha detto Frigo – costruita con le doti da cronoman e gestita in salita»
Quando hai capito che la tappa era chiusa?

In cima alla salita finale, sapevo che anche scollinando con pochi secondi, sarei comunque riuscito ad arrivare al traguardo. Quando poi ho saputo dell’attacco del mio compagno di squadra Riccitello mi sono sentito sollevato. 

Hai già realizzato di aver raggiunto la prima vittoria da professionista?

Ci penserò. Fa parte del processo di crescita, sono un corridore che non vince molto e devo godermela. Ho un carattere abbastanza freddo, non sono uno che fa festeggiamenti particolari. Me la godrò e si va avanti. Sono andato vicino anche al successo in una tappa di un grande giro, nel 2023 al Giro d’Italia e l’anno scorso alla Vuelta. Anzi, proprio dal secondo posto a Yunquera ho imparato qualcosa

Marco Frigo, Davide Piganzoli, Tour of the Alps 2025
Marco Frigo, Davide Piganzoli, Tour of the Alps 2025
Cioè?

Ho perso quella tappa nello stesso identico modo con il quale oggi ho vinto. O’Connor aveva attaccato da lontano e non lo abbiamo più visto fino all’arrivo. 

Abbiamo visto le tue doti da cronoman, sei andato forte in salita, a quale punto sei arrivato nel processo di crescita?

C’è ancora da lavorare, riesco a esprimere il mio potenziale quando riesco a mettere insieme tutti i mattoncini e credo di esserci riuscito nell’ultimo periodo. La vittoria di oggi ne è una prova e mi dà confidenza nel mettere insieme queste prestazioni.

Frigo questo inverno si allenato spesso con gli sci da fondo
Frigo questo inverno si allenato spesso con gli sci da fondo
Cosa ti manca per tentare di vincere la classifica generale in gare di questo tipo?

E’ un processo sul quale stiamo lavorando insieme al team. Nelle gare principali non ho ancora quel ruolo di capitano, ma la squadra mi sta supportando parecchio per provare a dire la mia in qualche corsa minore e gestire le mie ambizioni personali. Capiterà, penso dopo il Giro, di provare a fare qualcosa in ottica classifica generale in appuntamenti di secondo piano. Cosa manca? Ci stiamo arrivando. Il lavoro è sempre lo stesso, ci si sveglia la mattina per puntare a migliorare sempre.  

Devi tornare qui per festeggiare la vittoria con una bella sciata. 

Vero, sono venuto qui lo scorso inverno ma non ho mai provato i percorsi, tornerò.