Cadex Max 40: cresce la famiglia delle ruote high performance

27.02.2024
4 min
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Cadex è parte integrante del portfolio Giant e rappresenta l’apice della tecnologia di sviluppo, produzione, in fatto di prestazioni elevate e di cura estetica.

Cadex Max 40 nascono per gli scalatori e sono già state utilizzate da diversi corridori del Team Jayco-AlUla. I numeri di queste ruote sono molto interessanti, a partire dal valore alla bilancia, dichiarato a 1.249 grammi la coppia. Entriamo nel dettaglio.

Cadex è sinonimo di carbonio e alta efficienza
Cadex è sinonimo di carbonio e alta efficienza

Quella mania per il carbonio

La particolarità di queste ruote è la costruzione, del tutto accostabile a quella delle 50 Ultra Disc, già testate in precedenza, ma anche delle super performanti AR35 da gravel. Hanno un cerchio completamente in carbonio da 40 millimetri di altezza (hookless e con un canale interno di 22,4 millimetri) e 28 di larghezza totale, con i raggi in carbonio, così come le flange di entrambi i mozzi (il corpo è in alluminio). I mozzi si chiamano R3 (anteriore) e R3-C48 (posteriore). Si basano su un sistema interno con una ruota dentata che si innesta nel cricchetto del mozzo a 48 denti e molle oversize che danno una pressione costante per un ritorno delle forze e un ingaggio sempre equilibrato. I cuscinetti sono ceramici.

Si tratta di ruote estremamente rigide e reattive, con una tensione dei raggi sviluppata in modo specifico per garantire stabilità in curva. I raggi sono piatti, con un profilo e uno spessore continuo che prende il nome di Super Aero.

I dettagli e il valore

La ruota anteriore è dotata di 16 raggi, mentre quella posteriore ne ha 24. Non ci sono nipples esterni (a vista) nel punto in cui il profilato si innesta nel cerchio. Qui il raggio assume una forma arrotondata. Il profilo del cerchio è studiato per supportare pneumatici con sezioni che vanno dai 25 ai 32 millimetri. Il cerchio è rinforzato nei punti strategici con un tessuto ad elevata densità, che arricchisce il layup del carbonio.

Le grafiche delle ruote sono lavorate direttamente sul carbonio, soluzione che permette di risparmiare peso e di aumentare la longevità anche sotto il profilo estetico. Gli spazi per l’ingresso dei perni passanti sono tradizionali, 100×12 l’anteriore, 142×12 il posteriore. La ruota libera è disponibile per Shimano, Sram XDR e Campagnolo N3W. Previa registrazione, la garanzia delle ruote Cadex è a vita. Il prezzo di listino è di 3.598 euro.

Le nuove gomme Race di Cadex
Le nuove gomme Race di Cadex

Nuovi anche gli pneumatici

Al pari delle nuove Cadex Max 40, sono stati sviluppati i Cadex Race GC, ovvero dei tubeless dal peso ridotto. Si tratta di gomme con 240 TPI (240 fili per pollice quadrato) e con un valore alla bilancia dichiarato di 279 grammi. Hanno una mescola denominata RR-S con una base di silice ad elevata scorrevolezza.

Il design arrotondato è voluto per garantire un’elevata scorrevolezza e aderenza in curva. Al centro lo pneumatico si presenta slick, mentre ai lati ci sono degli intagli differenziati. Tra la carcassa ed il battistrada è presente una membrana di rinforzo in Kevlar. I nuovi tubeless sono disponibili in un’unica sezione da 28, in modo da essere perfettamente compatibili con tutti i cerchi tubeless e hookless del mercato.

Cadex-Cycling

Ruote Cadex AR35, spingersi oltre nel gravel

25.03.2023
6 min
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Le ruote Cadex fanno parte del portfolio Giant, dal quale si distaccano in modo importante ed il marchio assume una connotazione propria. I componenti Cadex puntano all’eccellenza in fatto di performances, tecnologie e materiali, il tutto con prezzi ragionevoli contestualizzati in una fascia altissima. In estate avevamo provato le nuove 50 Ultra Disc, quelle in dotazione alla Propel ed eravamo rimasti molto colpiti dalle prestazioni messe sul piatto.

Abbiamo provato le AR35, ovvero le top level in ambito gravel ed all-road. Hanno i raggi in carbonio ed è solo uno tra i tanti dettagli curati e ricercati.

Queste Cadex sono un prodotto da agonista
Queste Cadex sono un prodotto da agonista

Perché Cadex

Il brand, attraverso i suoi componenti, rappresenta la massima ricerca ed applicazione della materia composita in ambito ciclistico e non si vuole sovrapporre a tutto quello che già conosciamo di Giant. La famiglia di appartenenza è la medesima, questo è vero, ma Cadex guarda anche oltre le categorie delle bici del marchio taiwanese.

Carbonio, tanto carbonio e di quello che è sempre un passo avanti, per qualità, leggerezza ed estremizzazione, che tanto piace a pro ed agonisti di tutte le categorie.

Le AR35

AR è l’acronimo di all-road, ma qui di compromessi ne troviamo ben pochi. Si tratta di un pacchetto con un cerchio full carbon hookless (rinforzato ai lati), con un’altezza di 35 millimetri, un canale interno di 25, raggi in carbonio dal profilo differenziato e due mozzi in alluminio con delle flange che sono un’opera d’arte.

Non solo, perché ci sono i cuscinetti ceramici davanti e dietro, oltre ad un meccanismo d’ingaggio (proprietario Cadex) con il cricchetto che ha ben 60 punto d’ingaggio. Tantissimi. E poi il valore alla bilancia, ridotto a prescindere, ridottissimo se ragioniamo in ottica gravel e gravel race: 600 grammi per la ruota davanti, 725 per la posteriore. Questi numeri comprendono anche le valvole e la nastratura tubeless, per un peso complessivo davvero interessante e ben al di sotto della media. Leggere, anche nell’ottica di ruote road da montare con pneumatici da 28/30 millimetri (meglio i 30 che si adeguano alla perfezione con lo shape del cerchio).

La raggiatura differenziata

Differenziata in tutto, per il profilo dei profilati stessi e per il numero tra anteriore e posteriore. Sono completamente in carbonio, con la testa dritta da ambo le estremità. Dalla parte dei mozzi ci sono dei nipples dedicati che coprono, proteggono e si innestano nelle flange. Dal lato del cerchio i nipples sono filettati. Il cerchio è rinforzato in modo appropriato dove il nipple entra nella sua sede.

I raggi sono 21 per la ruota anteriore, radiali dove non c’è il disco e con incrocio in seconda dalla parte del freno. Sono 24 e tutti incrociati in seconda per la ruota del retrotreno.

Il nostro test

Le abbiamo usate principalmente con delle gomme gravel tubeless da 40 di sezione e con l’inserto interno (Tannus). Per noi è un punto fermo l’abbinamento tra cerchi hookless/pneumatici senza camera d’aria/inserto. Non è solo una questione di protezione del cerchio in caso di foratura, ma a nostro parere la stessa gomma lavora meglio ed è sempre ben ancorata alla parete del cerchio stesso. Il tallone dello pneumatico è compresso tra l’inserto ed il carbonio.

Sempre in ottica gravel, con queste Cadex AR si sfonda la porta del gravel race, il pacchetto fa la differenza e porta ad un piano superiore il carattere della bicicletta. Le AR sono rigide, soprattutto quella posteriore e mostrano una reattività che è degna di un prodotto full carbon dedicato esclusivamente alla categoria road. Cambiano direzione in un amen e quando si decide di accelerare il primo componente a rispondere è proprio la ruota. Questo insieme ci porta a considerare una corretta gestione degli pneumatici e delle loro pressioni. Meglio montare delle gomme pastose e morbide, elastiche e capaci di funzionare bene anche a pressioni basse? A nostro parere si.

Nonostante tutto le due ruote non danno mai la sensazione di essere instabili. Il cerchio con il suo canale maggiorato aiuta molto. Ma delle ruote così condizionano inevitabilmente lo stile di guida, che si spinge verso un ambiente agonistico dove il divertimento è stare costantemente sulla corda e ricercare il massimo anche dal mezzo meccanico.

Particolarmente reattive e pronte alle sollecitazioni
Particolarmente reattive e pronte alle sollecitazioni

In conclusione

Le Cadex AR35 non sono ruote concepite per fare le passeggiate ed andare a guadare i fossi. Sono uno strumento da gara che mostra una buona versatilità di utilizzo, ma con un occhio sempre rivolto al contesto agonistico. Ci vuole qualche ora di utilizzo per capire bene come sfruttarle, come adeguare gli pneumatici ed interpretare in maniera corretta come fanno cambiare le risposte della bici. Il cerchio dal profilo medio ha una struttura importante e proprio per questo motivo è in grado di vestire bene la bicicletta, gravel oppure da strada.

Ruote Cadex 50 Ultra Disc, le abbiamo messe alla prova

29.08.2022
6 min
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Dopo la presentazione ufficiale, abbiamo provato le nuove ruote Cadex 50 Ultra Disc. E’ un sistema che prende forma grazie alle stesse ruote con cerchio hookless e ai nuovi pneumatici Aero tubeless.

Rigidità e polivalenza, reattività e grande tenuta della pressione, queste sono le peculiarità di un comparto davvero interessante, per le soluzioni tecniche che mette in campo e dal punto di vista prestazionale. Sono le ruote in dotazione alla nuova Propel SL 0.

Le ruote Cadex 50 Ultra (foto Sara Carena)
Le ruote Cadex 50 Ultra (foto Sara Carena)

Perfetto per l’agonista

Il profilo da 50 millimetri è oggettivamente gratificante, perché è una sorta di abito in grado di completare l’immagine del mezzo meccanico. Se all’estetica si sommano anche delle prestazioni di altissimo livello, il risultato complessivo è quello che tutti anelano. Le ruote Cadex 50 Ultra Disc sono da gara e utilizzando un gergo motociclistico sono da MotoGP.

Si parte dal cerchio full carbon, leggermente spanciato e arrotondato, moderno e hookless, con un canale interno di 22 millimetri di larghezza (22,4 per la precisione) che permette di montare coperture da 25, 28 e perché no anche da 30 millimetri di larghezza, senza che queste si allarghino in maniera eccessiva all’esterno. La superficie hookless di contatto con il tallone dello pneumatico è maggiorata rispetto agli standard attuali. La valvola e il suo foro d’ingresso sono fatti a regola d’arte e contribuiscono all’impermeabilità del sistema.

Ci sono i raggi (a testa dritta) in carbonio con un profilo piatto e una larghezza importante che supera di poco i 5 millimetri (i terminali sono arrotondati per sfruttare al meglio i nipples in alluminio di forma tradizionale. Hanno un incrocio differenziato tra anteriore e posteriore. La prima ha un incrocio in seconda (i raggi non si toccano mai) e radiale, mentre il retrotreno ha i raggi incrociati da ambo i lati. Un pacchetto ruote da 50 con un valore alla bilancia di poco superiore ai 1350 grammi (nastro tubeless incluso); non male.

Facile da pulire e lubrificare

I mozzi sono in alluminio con un fusto centrale mediamente sottile e i cuscinetti con sfere ceramiche. Le flange hanno un’altezza diversa e sono scavate al loro interno per limare il peso. Il precarico degli stessi cuscinetti è standard e non regolabile. Il mozzo dietro ha un sistema d’ingaggio unico nel suo genere, si sviluppa intorno all’asse passante, ha una sola molla elicoidale e il corpetto è montato a pressione.

Ci sono due ruote dentate con 40 denti contrapposti per ciascuna (è differente dal RachetSystem DT Swiss e dall’Infinity di Mavic). La prima, quella più grande entra in sede all’interno del mozzo, dove è presente anche un o-ring di tenuta (protegge dallo sporco), mentre la seconda si accoppia con il corpetto. Le operazioni di smontaggio, estrazione e pulizia hanno una semplicità esemplare, facilità che si estende anche alla fase di montaggio: non è un tetris e azzera gli errori.

Con i tubeless Cadex Aero

Questo pneumatico è sviluppato per essere veloce prima di tutto (caratteristica che si percepisce quando lo si porta su strada) ed è poco più che uno slick. Le sezione centrale è liscia, con una battuta a terra risicata, mentre i fianchi hanno dei disegni visibili e con una profondità appena pronunciata. I lati hanno un contatto ampio con il terreno; un bel vantaggio quando in discesa si vuole mantenere una velocità alta e una tenuta sicura. Questo pneumatico è stato sviluppato in parallelo alle Cadex 50 Ultra.

Per sfruttare le caratteristiche e le potenzialità dell’intero progetto, a nostro parere la sezione da 25 è il minimo. Pensare di usare il sistema con gomme tubeless da 27/28, sempre nell’ottica di una performance massimizzata non è peccato, anzi.

Il nostro test

Una gran bella sorpresa, perché è vero che scriviamo di una coppia di ruote che supera i 3.000 euro di listino, ma è altrettanto vero che è il primo sistema di questa categoria marchiato Cadex ed è quasi perfetto.

In fatto di performances non sono ruote adatte a tutti. Sono rigide e cambiano in modo importante il carattere della bicicletta, con un enorme incremento della briosità generale, dell’avantreno e del retrotreno. Fanno diventare reattiva anche una bici che è normalmente un po’ “seduta”.

Cadex 50 Ultra Disc è una ruota che pretende rispetto, richiede un po’ di manico nelle situazioni tecniche dove ci sono tanti cambi di direzione. Però è tanto gratificante e chi ama “sentire la strada” trova in questo prodotto una delle massime espressioni delle ruote race tubeless.

Sono veloci sempre, ma in salita e nei cambi di ritmo sono una goduria. Quando ci si alza in piedi sui pedali non si spostano e scaricano sulla strada tutto quello che le gambe sono in grado di elargire. In discesa è meglio non tenere leggero l’anteriore perché la ruota davanti guadagna velocità in un amen e deve essere assecondata. E’ ovvio che questa compattezza si riflette in una sorta di durezza quando l’asfalto non è perfetto, ma una giusta interfaccia pressione/pneumatico può aiutare (non poco).

Nuova Giant Propel, veloce e non solo, l’abbiamo provata

18.08.2022
7 min
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Ecco in anteprima assoluta la nuova Propel Advanced SL0 2023 di Giant Bicycles la bici usata al Tour de France da tutti i corridori del Team BikeExchange-Jayco. Noi l'abbiamo provata. E' leggera (6,82 chilogrammi rilevati nella taglia M), rigida e anche più versatile, capace di accontentare anche gli scalatori più esigenti. Entriamo nel dettaglio del progetto e del test.

La nuova Giant Propel, già addocchiata al Tour de France cambia completamente pelle e prestazioni. Categorizzarla “solamente” come una bici aero concept è riduttivo. Rimangono due i moduli di carbonio di riferimento per il telaio, Advanced SL e Pro, alle quali si aggiunge una terza versione Advanced, una sorta di entry level anche negli allestimenti.

Abbiamo provato la versione Propel Advanced SL 2023, leggera (6,82 chilogrammi rilevati nella taglia M), rigida e anche più versatile, capace di accontentare anche gli scalatori più esigenti. Entriamo nel dettaglio del progetto e del test.

La nuova Propel anche un po’ TCR

La nuova Propel è prima di tutto una bicicletta da competizione, è più “sottile” rispetto alla precedente, ma non ha dimenticato il suo essere aero racing. E’ anche più comoda, un comfort che arriva principalmente dalla sezione centrale e dal carro posteriore. L’accostamento con la TCR è reale. La sua versatilità trova ulteriore conferma grazie alla possibilità di montare coperture fino a 30 millimetri di sezione.

Il progetto Propel aero racing bike si vede principalmente nell’avantreno, grazie alle tubazioni aero con sezioni diverse rispetto al passato e create per offrire una rigidità elevatissima, risparmiando peso. C’è un nuovo disegno dello sterzo con degli spacers dedicati. E poi ci sono i due portaborraccia integrati e disegnati in parallelo al progetto.

I test nel wind tunnel GST (foto Giant)
I test nel wind tunnel GST (foto Giant)

Il wind tunnel di Immenstad

Insieme al Politecnico di Milano e al polo Universitario di Eindhoven, il wind tunnel GST di Immenstad (Germania) sviluppa parecchi progetti legati al ciclismo. Qui trovano forma anche gli studi SwissSide. Qui è nata una parte della nuova Giant Propel.

Super cura dimagrante

Il kit telaio della Propel SL 2023 (frame, forcella e minuteria in metallo, serie sterzo ed expander, ISP clamp per la sella) ha un valore alla bilancia dichiarato di 1.429,5 grammi nella taglia media, più leggero di oltre 225 grammi. C’è un cockpit Giant Contact SLR che è stato alleggerito di oltre 102 grammi.

La cura dimagrante è parallela ad una rigidità maggiore nella fase statica dei test a banco: quasi il 10%. Ma il dato che colpisce di più è la maggiore rigidità del nuova Propel SL nelle fasi che riproducono la pedalata, con un aumento del 7,5%.

Due livelli di carbonio

La nuova Giant Propel Advanced SL è la top di gamma, per le tecnologie, le performances e gli allestimenti. E’ riconoscibile prima di tutto per la tubazione del reggisella che è il naturale prolungamento del piantone. E’ monoscocca e utilizza il tessuto composito Grade in alto modulo, anche se le grosse differenze sono nelle metodologie di lavorazione.

Giant Propel Advanced Pro è quella con il reggisella Vector separato dal piantone. La fibra composita di base è sempre la Advanced Grade, ma non utilizza le medesime tecnologie. Nonostante questo la versione Pro, a prescindere dagli allestimenti, mutua il design ed alcune soluzioni dalla sorella maggiore.

Stesse geometrie per SL e Pro

Le taglie disponibili sono sei: XS, S, M, ML, L e XL e mostrano dei valori uguali per entrambe le versioni, ad eccezione per la lunghezza del piantone.

Due allestimenti

I due allestimenti sono 0 e 1. La Propel 1 ha la trasmissione Shimano Dura Ace 12v con il power meter Shimano, il nuovo cockpit Giant Contact SLR e le ruote hookless Cadex 50 Ultra (hanno i raggi in carbonio) con le nuove gomme tubeless Cadex da 25 e la sella Giant Fleet SLR in carbonio. Questa bicicletta è disponibile nella colorazione “stardust”.

La Giant Propel Advanced SL 1 si differenzia dalla precedente per la trasmissione Sram Force 12v (con il power meter Quarq compreso nella dotazione). E’ disponibile nella livrea denominata “airglow”. Tutti i prezzi, di questo allestimento e dei successivi sono ancora in via definizione. A prescindere dalla trasmissione, le due SL sono la massima espressione del sistema Giant: framekit-cockpit-ruote.

Tre allestimenti Pro, due per Advanced

La Propel Advanced Pro 0 ha due allestimenti e si basano rispettivamente sulle trasmissioni Sram Force eTap AXS e Shimano Ultegra Di2. La forcella è la medesima utilizzata per la SL. Il cockpit è della serie SL Aero, con l’attacco manubrio in alluminio e la piega aero in carbonio. Ci sono le ruote Giant SLR1 50 Carbon. La sella è la sempre la Fleet, ma nella versione SL con rails in acciaio. La colorazione è unica e comune ai due montaggi, ovvero la “black currant-chrome”.

Le Propel Advanced 1 e 2 si differenziano dalle versioni Pro per gli allestimenti e per la costruzione della forcella, che ha lo stelo in alluminio e i foderi in carbonio. La 1 ha la trasmissione Sram Rival eTap, mentre la 2 ha la trasmissione Shimano 105 a 11 velocità. La Advanced 1 ha le ruote con cerchio tubeless in carbonio (Giant SLR 2), mentre l’allestimento 2 prevede delle ruote Giant in alluminio.

In discesa pretende attenzione ed è velocissima (@sara carena)
In discesa pretende attenzione ed è velocissima (@sara carena)

I nostri feedback

La Propel Advanced SL ha ben pochi limiti. E’ un’affermazione non banale dal ragionamento ampio, che considera le necessità di chi vuole una bicicletta aero, ma non disdegna le salite, anche quelle lunghe ed impegnative. In alcuni momenti, anche grazie all’allestimento 0, sembra di pedalare su una bici da salita, leggera, fluida e scattante, briosa in discesa e per nulla scomoda; una sorta di TCR mascherata.

La geometria è racing e segue il fil rouge del progetto della nuova Giant Propel. Il corpo è ben centrato sul piantone e si spinge bene da seduti. L’avantreno offre un sostegno non secondario, un riferimento non da poco per chi ama alzarsi spesso sui pedali e rilanciare l’andatura. Proprio sui cambi di ritmo e in discesa prende velocità che è un piacere, ma bisogna avere un po’ di manico.

E poi queste nuove ruote Cadex C50 Ultra hookless, che sono belle da vedere e su strada sono gratificazione allo stato puro. Sono esigenti, ma con una buona gestione della pressione delle gomme, si guidano bene anche nei tratti più tecnici. A nostro parere gli pneumatici da 25 sono al limite, considerando anche l’abbondante canale interno da 22 millimetri.