Lo Slovacchia di Double, ormai sempre più “italiano”

03.10.2025
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Primo grande successo in una corsa a tappe per Paul Double, il britannico della Jayco Alula che si è portato a casa il Giro di Slovacchia, impreziosendo così la sua prima stagione nel WorldTour. Il corridore di Winchester è ormai un italiano d’adozione: ha trascorso tanti anni nelle squadre del nostro Paese, ha imparato il mestiere e si è talmente affezionato ai nostri lidi da aver programmato la sua permanenza proprio da queste parti, trasferendosi a San Marino.

Per il corridore di Sua Maestà quella slovacca è la classica vittoria che rappresenta un crocevia nella sua carriera: «La inseguivo da tempo, erano anni che sentivo di avere nelle gambe il successo in una gara di più giorni e in Slovacchia ho pensato che avevo la forma giusta per vincere. Il successo nella seconda tappa della Coppi & Bartali mi aveva detto che ero sulla strada giusta e soprattutto nel team giusto. In squadra sto bene, è un team ideale per me, con molti britannici e australiani ma anche italiani, quindi mi sento molto a casa».

In Slovacchia l’inglese è stato autore di un’impresa, ribaltando la gara all’ultima tappa
In Slovacchia l’inglese è stato autore di un’impresa, ribaltando la gara all’ultima tappa
Tu hai fatto il Giro d’Italia, hai notato un cambiamento nella tua forma ma anche nella tua esperienza prima e dopo il Giro?

E’ stata una grande esperienza, di quelle che ti cambiano. Dopo la corsa non sono stato bene di salute e mi è dispiaciuto perché appena sono rientrato in gara ho sentito che le gambe andavano ancora forte, avevo acquisito una forma invidiabile e non avevo potuto sfruttarla appieno. Sono rimasto fuori dalle gare oltre un mese e quando ho ripreso in Austria è stato un supplizio, stavo malissimo. Adesso ho ritrovato la forma di prima con un po’ di lavoro mirato con il mio allenatore, abbiamo recuperato bene ed è stato un sollievo perché ho avuto paura di non recuperare più per questa stagione.

Il Giro di Slovacchia è stato la tua prima vittoria in una corsa a tappe. Prima dell’ultima tappa pensavi che fosse possibile? In classifica eri molto indietro…

Io ed Engelhardt avevamo puntato tutto sull’ultima tappa, ma avevamo anche De Pretto pronto al risultato. Nel finale ci siamo trovati davanti io e Felix, ma sapevamo che con il controllo della Visma-Lease a Bike sarebbe stato difficile costruire qualcosa, invece siamo riusciti a trovare la tattica giusta e devo dire grazie al mio compagno di squadra tedesco che mi ha coperto, riuscendo così a vincere tappa e giro. E’ stato un gran colpo.

Ben sette stagioni in Italia per Double, l’ultima nel 2024 alla Polti. Alla Jayco è confermato per il 2026
Ben sette stagioni in Italia per Double, l’ultima nel 2024 alla Polti. Alla Jayco è confermato per il 2026
Tu sei arrivato al World Tour quest’anno. Quanto sono stati importanti tutti gli anni che hai passato in Italia?

Talmente tanto che sto pensando di tornare. Le difficoltà che ho incontrato, la lingua, l’ambientamento, mi hanno forgiato, sono state fondamentali. Sono arrivato al WorldTour al momento giusto, nel senso che ero finalmente pronto per affrontarlo e i risultati mi stanno dando ragione.

Tu hai 29 anni. Hai mai avuto paura di non poterlo raggiungere, visto che le squadre scelgono sempre i più giovani?

Sì, certamente. Io però credo sempre che la carta d’identità dice 29 anni ma io me ne sento molti meno. La testa è giovanissima e quella conta enormemente nel ciclismo di oggi.

In stagione Double ha accumulato 58 giorni di gara: nessuna Top 10, ma ben 3 vittorie per il suo team
In stagione Double ha accumulato 58 giorni di gara: nessuna Top 10, ma ben 3 vittorie per il suo team
Pensi che la vittoria in Slovacchia sia il momento più importante della tua carriera?

Penso che è tutto importante. Secondo me questo successo è un altro step perché ha aumentato la mia fiducia, considerando anche coloro che mi sono lasciato dietro, gente importante, che ha già vinto nella massima serie. Io credo che ogni esperienza sia importante, nel bene come nel male, ma è chiaro che vincere aiuta.

Che differenze trovi come organizzazione tra le squadre italiane dove sei stato e quella australiana?

C’è una grande differenza, che influisce sul corridore e se ne parla troppo poco. Faccio un esempio: quand’ero alla Zappi, spesso toccava a me portare anche il camion con tutto il materiale. In un team della massima serie hai tutto a disposizione, sei servito e riverito, ma io non sono capace. Spesso chiedo di dare una mano e mi dicono che devo pensare solo a correre e stare tranquillo. Ma non è nella mia natura, non sono stato abituato così. Per questo dico che gli anni passati in Italia sono stati così importanti. Mi hanno forgiato nell’animo. Apprezzo molto il lavoro che fanno quelli che fanno parte dello staff, tutti, anche quelli che non sono mai citati, ma nelle nostre vittorie c’è anche la loro mano…

Il britannico ai tempi della sua permanenza al Zappi Racing Team, fondamentale per la sua crescita (foto Instagram)
Il britannico ai tempi della sua permanenza al Zappi Racing Team, fondamentale per la sua crescita (foto Instagram)
Che cosa ti aspetti dalla prossima stagione, visto che hai ancora un anno di contratto?

Ne parliamo in questo inverno con la squadra, con il mio allenatore, ma io sono contento di imparare, di fare cose nuove. Qualsiasi cosa succeda, sono pronto. Se poi mi chiedessero di andare al Tour de France, sarebbe un sogno, lì c’è la crème de la crème. Sarebbe bello, ma per me sarebbe bello anche tornare al Giro perché mi sento a casa. Forse è meglio fare un’altra volta la corsa rosa. Vedremo comunque che cosa mi porterà il destino, io sono a disposizione.

Paul Double alla Jayco AlUla: un cammino lungo otto anni

16.10.2024
6 min
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COMO – Mentre nelle strade della provincia di Bergamo e di Como, tra salite e discese si è disegnato il 118° Giro di Lombardia, ai pullman parcheggiati dietro lo stadio Sinigaglia c’era un gran via vai di persone e curiosi. Sul bus della Lidl-Trek Paolo Barbieri ha ripercorso insieme a noi i suoi anni nel ciclismo, nei quali ha curato la comunicazione e i rapporti con la stampa per grandi campioni. Pochi metri più avanti, invece, seduto nel vano dei bagagli del mezzo della Polti-Kometa c’era Paul Double. Occhiali a goccia alla Top Gun, giubbino da aviatore, un largo sorriso e tanta voglia di raccontarsi. Il britannico parla un italiano praticamente perfetto, frutto degli anni trascorsi da noi a gareggiare. 

E’ arrivato nel lontano 2017 alla Zappi’s Racing Team, con la quale ha gareggiato per due stagioni. Nel 2019 è passato nella bergamasca Colpack-Ballan, poi ancora alla Zappi, che nel frattempo era diventata Holdsworth Zappi Team. Nel biennio 2021 e 2022 invece è arrivata la MGKVis, ultima squadra continental della sua carriera. E’ passato professionista con la Human Powered Health nel 2023, ma alla chiusura della professional americana ha dovuto cercare una nuova sistemazione. Ecco che spunta la Polti-Kometa, ennesima realtà italiana del suo cammino lungo e tortuoso. Un anno alla corte di Basso e Contador e per Paul Double è arrivata la chiamata nel WorldTour, a 28 anni. 

«Il 2024 – racconta – è stato un anno bellissimo per me. All’inizio la squadra non mi conosceva bene, ma dal primo training camp mi dicevano che andavo forte e mi sono guadagnato la loro fiducia. La prima parte di stagione è andata bene, sono arrivato terzo nella classifica generale del Presidential Tour of Turkey ad aprile. Non sono ancora riuscito a vincere una gara da professionista, ma in Slovenia ci sono andato tanto vicino. Sono sempre stato accanto ai primi, corridori che da anni sono nel WorldTour, e questo mi ha reso fiero. Penso sia stata la gara più bella per me nel 2024».

Una delle persone più importanti sul suo cammino è stato Flavio Zappi, con il quale ha corso per tre stagioni
Una delle persone più importanti sul suo cammino è stato Flavio Zappi, con il quale ha corso per tre stagioni
Facciamo un salto indietro, raccontaci il tuo percorso da corridore. 

Non è stato normale (dice con una risata contagiosa, ndr) è stato davvero difficile. Ho iniziato tardi, correvo come amatore in Inghilterra, ma più per divertirmi. Poi ho vinto una gara di club e Flavio Zappi mi ha detto di provarci, di venire in Italia perché aveva visto qualcosa in me. 

Com’è stato l’approccio con il nostro Paese e il ciclismo?

All’inizio è difficile, il  gruppo è doppio. Nelle prime gare ero sempre in fondo, ma Flavio non ha perso la volontà. Era convinto che in me ci fosse qualcosa, mi ha convinto a restare. Però ogni anno a fine stagione mi trovavo sempre nel mondo delle continental e pensavo che il ciclismo non facesse per me. Ero lì che mi dicevo «Okay, voglio fare professionista però forse non sono adatto».

Nel 2018 la sua prima vittoria con la maglia del team Zappi, a Pinerolo (foto Dario Costantino – Pinerolo)
Nel 2018 la sua prima vittoria con la maglia del team Zappi, a Pinerolo (foto Dario Costantino – Pinerolo)
Poi però è arrivata la Human Powered Health.

A 26 anni, è stata una bella iniezione di fiducia. Ero davvero contento di passare professionista con loro, però a fine 2023 dopo un anno la squadra ha chiuso. E ancora mi sono trovato a chiedermi se ne valesse la pena, fare tutti questi sacrifici per non avere certezze. Il destino era contro, ecco. 

E invece la Polti-Kometa ti ha dato una grande mano…

Fortunatamente mi hanno preso e dai, è stato, come ho detto, un bell’anno. Adesso provo una sensazione un po’ strana perché mi piace tanto qui, però a 28 anni volevo provare il massimo livello del ciclismo e vediamo che riuscirò a fare. Penso che la Jayco-AlUla sia una bella squadra. 

Tanta Italia nel suo cammino, nel 2019 ha vestito i colori del Team Colpack
Tanta Italia nel suo cammino, nel 2019 ha vestito i colori del Team Colpack
Come ti hanno contattato?

Stavo lavorando con il mio procuratore Gary McQuaid di Altus e abbiamo detto che se fossi dovuto andare in un team WorldTour avrei dovuto farlo con una squadra che potesse andare bene per me. Non voglio andare nel WT solo perché arriva un’offerta. La Jayco ha mostrato interesse nei miei confronti e nel parlare abbiamo trovato diversi punti in comune.  

Perché pensi che possa essere giusta per te?

Parlo italiano, è vero, però andare in una squadra in cui la lingua principale è l’inglese mi piace. Non è che lo preferisco, però forse capisco di più. Tornare in un ambiente dove si parla la mia lingua d’origine sarà bello, però lì ci sono tanti italiani quindi è perfetto. 

Se ti guardi indietro quanto pensi sia stato importante l’insistere di Flavio Zappi? 

Per la mia carriera è stato importante, senza di lui non sarei arrivato qui. Mi ha aiutato tanto e ho parlato spesso con lui negli anni in cui ho corso nella sua squadra.

Come hai vissuto il fatto di ripartire ogni anno da zero?

Forse ho avuto un po’ di stupidità, però alla fine eccomi qui. Penso di essere una persona resiliente e adattabile e questo è importante. E poi perché mi piace davvero quello che faccio, questa vita è bella, uno spettacolo. Quando sei in gara c’è sempre tanta emozione, una sensazione che non puoi trovare in altro. 

Si fa avanti la Polti-Kometa con la quale vive il suo miglior anno, e dal 2025 sarà WT con la Jayco-AlUla (foto Maurizio Borserini)
Si fa avanti la Polti-Kometa e dal 2025 sarà WT con la Jayco-AlUla (foto Maurizio Borserini)
In che modo ti sei appassionato così tanto alla bici?

Probabilmente quando ero piccolo ho usato la bici qualche volta, ma non ricordo. Mio padre era un amatore molto forte, però non mi ha trasmesso questo interesse. Un giorno mi hanno detto di andare a fare una cronometro, in Inghilterra fanno tante gare del genere, sono andato forte. E da qui ho iniziato a usare la bici, ma come hobby. Solo alla Zappi ho pensato che sarei potuto diventare un ciclista professionista. 

Con la Jayco hai fatto dei test?

Abbiamo parlato un po’ dei miei numeri, penso sia un mio punto forte. Vero che anche se i tuoi dati sono buoni devi fare i risultati, però quest’anno sono andato bene e mi sono meritato una posizione così.  Questo è un forte punto per me. Dal 2017 a ora sono cresciuto anno dopo anno ed è questa la motivazione che mi ha spinto a continuare. Non c’è ancora un limite, ora magari sono ad un punto in cui mi sono posizionato ma penso ci sia ancora spazio per migliorare. 

Allora non resta che farti un grande in bocca al lupo per i prossimi due anni. 

Grazie, a presto!

Double: lo scalatore inglese scoperto dalla Polti è pronto per il WT

27.08.2024
6 min
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I movimenti di mercato sono iniziati da qualche settimana e hanno portato già a grandi notizie che ci proiettano con curiosità verso il 2025. La Tudor con l’arrivo di Alaphilippe e Hirschi ha tenuto banco, ma anche le altre formazioni si sono mosse. Una di queste è la Jayco-AlUla, la quale all’interno del suo organico porta Paul Double, britannico classe 1996 che arriva direttamente dalla Polti-Kometa. Un profilo non di primo piano, vero, ma che ci ha fatto sorgere qualche curiosità.

Paul Double è passato professionista con Human Powered Health nel 2023, dopo un periodo da stagista nel 2022
Paul Double è passato professionista con Human Powered Health nel 2023, dopo un periodo da stagista nel 2022

Pro’ a 27 anni

Paul Double è passato professionista tardi, se si guarda agli standard del ciclismo moderno, a 27 anni. Lo ha fatto con la Human Powered Health, formazione professional americana. Nel 2022 è stato preso come stagista, mentre nel 2023 è entrato ufficialmente nell’organico del team. Dopo una stagione fatta di alti e bassi è passato alla Polti-Kometa. La professional italiana lo ha preso, cresciuto e formato, tanto che in un solo anno è arrivato il salto nel WorldTour. 

Tra coloro che lo hanno seguito più da vicino, in questo 2024, c’è Stefano Zanatta, diesse del team Polti-Kometa. Proprio a lui chiediamo cosa ha visto e quali sono le caratteristiche del britannico. 

«Da noi – spiega Zanatta mentre si gode gli ultimi giorni a casa prima di riprendere la routine delle corse – Double è arrivato quasi casualmente. E’ stato proposto ai fratelli Contador (Fran e Alberto, ndr) la scorsa estate. Con l’addio di Fortunato eravamo alla ricerca di un corridore che potesse sostituirlo. Abbiamo capito che Double potesse essere una valida opzione perché lo avevamo visto in azione quando correva con la Mg.K Vis. In salita teneva molto bene ma peccava nella gestione della corsa, tatticamente era molto discontinuo. La conferma delle sue qualità è arrivata poi nei primi test invernali fatti con noi, i dati erano gli stessi fatti registrare da Fortunato. Così si è deciso di prenderlo e dargli fiducia».

Nelle stagioni precedenti si era fatto vedere nelle corse italiane, qui al Giro di Sicilia del 2021 con la Mg.K Vis
Nelle stagioni precedenti si era fatto vedere nelle corse italiane, qui al Giro di Sicilia del 2021 con la Mg.K Vis
Però arrivava da formazioni che non gli avevano dato così tanta esperienza, in cosa peccava?

Sapevamo che in salita sarebbe venuto fuori, ma era da perfezionare nelle altre situazioni di gara. Per fortuna da noi ci sono corridori come Maestri e Sevilla, ragazzi che sanno affiancare i meno esperti e insegnare loro come muoversi in gruppo. Double doveva migliorare nelle corse a tappe, specialmente in quelle più lunghe. Piano piano abbiamo incrementato i giorni, partendo da gare di quattro tappe fino ad arrivare al Giro di Turchia. 

Una corsa di otto giorni, impegnativa, nella quale ha colto un bel terzo posto finale…

Quello è stato un buon segnale, tanto che se avesse avuto un po’ più di solidità in passato avremmo anche potuto portarlo al Giro d’Italia. Double non ha mai fatto una grande attività, e fargli fare una corsa di tre settimane sarebbe stato un azzardo. Da inizio stagione è migliorato tanto, soprattutto nei percorsi misti e in discesa. Ha trovato maggiore confidenza con i mezzi e in sé stesso. 

La Polti-Kometa ne ha capito il potenziale, anche se tatticamente risultava ancora acerbo
La Polti-Kometa ne ha capito il potenziale, anche se tatticamente risultava ancora acerbo
Come spieghi il suo arrivo tardivo nel mondo dei professionisti?

Ha avuto squadre differenti, ma mai nessuna vicina alle sue caratteristiche. Gli mancava la fiducia, quest’anno con noi ha trovato una dimensione che lo ha stimolato. Tra le corse in Spagna e Italia si è ritrovato su percorsi vicini alle sue caratteristiche e in più lo abbiamo seguito molto bene. Non era abituato a lavorare seguito da un preparatore o da un nutrizionista. Si è adattato al nuovo sistema ed è stato molto bravo. 

Tatticamente in che modo avete lavorato?

Innanzitutto gli abbiamo dato fiducia, fin dai primi giorni. Nei due ritiri invernali gli abbiamo detto che calendario avrebbe fatto da lì a tre mesi. Anche a questo non era abituato, ma una strutturazione degli impegni è la base per programmare e gestire la preparazione. Parlando con Double lui era convinto di venire a certe gare in appoggio a Piganzoli. Noi gli abbiamo fatto capire che lui doveva farsi trovare pronto anche per fare la sua corsa. Avere un team che ha fiducia in te è la prima cosa utile per sentirsi apprezzato. 

Con il passare delle gare ha acquisito sempre più consapevolezza, il risultato migliore al Giro di Turchia, terzo nella generale
Con il passare delle gare ha acquisito sempre più consapevolezza, il risultato migliore al Giro di Turchia, terzo nella generale
Più specificatamente cosa hai visto, una volta in gara?

Attaccava da lontano e faceva fatica a tenersi a bada, a risparmiare le energie per le ultime parti di gara. In Turchia ha corso bene e il risultato è arrivato, sono però serviti due mesi di gare nelle quali ha imparato tanto. Dopo la pausa primaverile è ripartito dallo Slovenia e ha riallacciato il filo di quanto fatto in precedenza. Nella tappa più dura, la quarta, è arrivato secondo dietro a Pello Bilbao e regolando il gruppo dei migliori che comprendeva Aleotti (vincitore poi del Giro di Slovenia, Pozzovivo e Pellizzari, ndr). 

Il segreto qual è stato?

Trattarlo come un neo professionista. Senza offesa ma era come se lo fosse, quindi il lavoro fatto è stato di costruzione. Ne siamo stati sempre soddisfatti, tanto che avremmo voluto tenerlo con noi, poi però sono arrivate le sirene del WorldTour. Ci rimane il piacere di aver formato un ragazzo forte, l’ennesimo passato da noi e poi finito tra i grandi. Una cosa è certa, se fosse rimasto con noi lo avreste visto al Giro del 2025. 

In Slovenia un’altra grande prestazione nella tappa regina, secondo dietro solamente a Pello Bilbao
In Slovenia un’altra grande prestazione nella tappa regina, secondo dietro solamente a Pello Bilbao
Ora però ha ancora possibilità di crescere e imparare con voi…

Da qui a fine stagione lo faremo correre e sfrutteremo la sua crescita. Adesso farà Larciano, Matteotti e Pantani, poi lo porteremo al Giro di Malesia e vedremo se farlo correre al Lombardia. Sarebbe al sua prima monumento e la seconda corsa nel WorldTour (la prima è stata il Tour de Pologne nel 2023, ndr).

La Jayco prende quindi un corridore ancora in grado di fare degli step importanti?

Sicuramente. Pensare che Double possa diventare un gregario da grandi corse a tappe è difficile. Ma in una gara di tre settimane può essere un ottimo battitore libero. Il fatto che non abbia ancora fatto esperienze del genere gli permetterebbe di aumentare ancora i giri del motore. Sono sicuro che in un contesto organizzato come una squadra WorldTour troverà il modo di fare bene. Gli facciamo tutti un in bocca al lupo.

Lonardi, due podi alla Valenciana. Per Zanatta è solo l’inizio

07.02.2024
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La prima trasferta si può proprio dire che sia stata positiva. In casa Polti-Kometa si fanno i conti dopo la trasferta in terra spagnola, per le corse di Mallorca e la Volta a la Comunitat Valenciana. In particolare quest’ultima ha regalato segnali positivi con i piazzamenti di Giovanni Lonardi, per due volte sul podio e le prestazioni generali di Paul Double e Davide Piganzoli, finiti a un soffio dalla Top 10.

Lo sprint per il 2° posto a La Valldigna. Consonni e Fiorelli battuti, ma Mohoric è già arrivato…
Lo sprint per il 2° posto a La Valldigna. Consonni e Fiorelli battuti, ma Mohoric è già arrivato…

Alla guida del team nella particolare occasione era Stefano Zanatta, decisamente soddisfatto per questa prima presa di contatto con le gare dopo settimane di preparazione: «Il primo test è andato bene, già nelle classiche maiorchine e di vigilia della Volta avevamo raccolto piazzamenti, ma soprattutto avevo visto i ragazzi vogliosi di essere protagonisti. E questo è un segnale importante anche per il prosieguo della stagione».

Al di là dei risultati, a che cosa hai guardato in particolare?

Intanto la gara aveva squadre di alto livello, molte presenze di team del WorldTour e quando ti confronti con loro, trovare spazi è sempre difficile. La cosa che mi è piaciuta di più, al di là dei piazzamenti, è stata vedere il carattere dei ragazzi, sempre in 3-4 nel cuore della corsa, anche nelle concitate fasi finali, sia per quanto riguarda la conquista delle tappe sia, con Paul e Davide (rispettivamente Double e Piganzoli, ndr), per dare un’occhiata alla classifica.

Stefano Zanatta, 60 anni compiuti da poco, è alla Polti-Kometa dal 2021
Stefano Zanatta, 60 anni compiuti da poco, è alla Polti-Kometa dal 2021
Il livello come ti è sembrato?

Molto alto e il podio finale, con corridori di Uae, Bahrain e Bora lo dimostra. Anche le squadre WT erano in Spagna per mettersi in evidenza e si è visto che corridori come McNulty e Vlasov erano già in ottima forma. Ma noi ce la siamo giocata, ci siamo fatti trovare pronti dopo la lunga preparazione invernale e siamo pronti a migliorare ancora.

I risultati migliori sono arrivati da Lonardi con due podi di seguito. Era il veronese la punta della vostra squadra?

Sapevamo che Giovanni era già in buone condizioni, ha fatto un proficuo lavoro invernale senza intoppi, il che è importante. La Volta a la Comunitat Valenciana aveva occasioni favorevoli, con le prime tre tappe quasi destinate alla volata, anche se le insidie non mancavano. Il primo giorno è rimasto staccato, ma nel secondo è rimasto sempre nel vivo della corsa e solo il colpo di mano di Mohoric in discesa l’ha privato di una possibile vittoria. Anche nel terzo giorno era lì nel vivo. Ma vorrei sottolineare anche la prova di Double e Piganzoli, che hanno anche provato a farsi vedere in salita e sono arrivati a ridosso dei più forti. Il risultato conta, ma mi conforta di più la prestazione atletica.

Paul Double, 27 anni, arriva dalla Human Powered Health. E’ corridore da gare a tappe
Paul Double, 27 anni, arriva dalla Human Powered Health. E’ corridore da gare a tappe
Lonardi lo scorso anno aveva chiuso con ben 15 piazzamenti nei dieci da Ferragosto in poi. Continua su quella scia?

Direi di sì, considerando anche che nella prima parte del 2023 era stato un po’ ai margini per problemi fisici. Conoscendolo – ormai è al terzo anno con noi – si nota la grande voglia di emergere, considerando anche che riesce ad adattarsi bene a differenti situazioni.

Ha un treno a disposizione per le volate?

Lonardi è un velocista atipico, non molto pesante considerando che ha un peso forma di 70 chili, ma questo lo favorisce su percorsi vallonati. Nella seconda tappa erano rimasti una cinquantina e lui c’era, a differenza di molti velocisti più di spicco, ma anche più pesanti. Un treno non possiamo permettercelo, saremmo pretenziosi al confronto con squadre come quelle presenti in Spagna. Giovanni aveva però a disposizione uno come Maestri che è molto abile a portarlo in posizione e con Munoz e Sevilla che si sono molto prodigati per aiutarlo. Non era proprio un treno, ma ha avuto un bel supporto.

Per Piganzoli un buon inizio stagione. Ora al Tour of Antalya conta di migliorare anche in classifica
Per Piganzoli un buon inizio stagione. Ora al Tour of Antalya conta di migliorare anche in classifica
Che cosa gli manca per emergere appieno?

Io gli dico sempre che dovrebbe essere un po’ più “cattivo”. Sta lavorando bene e la sinergia con Maestri penso che possa aiutarlo molto. E’ consapevole che, se ha fatto quel che ha fatto alla Valenciana con gente di primissimo rango, in corse leggermente minori può anche puntare al bersaglio grosso.

Lo vedi protagonista anche al Giro?

E’ chiaro che se lo confrontiamo con velocisti del calibro di Merlier o Milan, che oggi reputo il più forte in circolazione, Lonardi è uno scalino sotto. Le gerarchie però non sono intoccabili, nel senso che ogni corsa è a sé, anche i più forti possono sbagliare qualcosa e lui deve essere lì pronto. Io dico che può fare la sua figura e, perché no, pensare anche a vincere una tappa. Noi ci crediamo molto.

Prima vittoria di Milan con Lonardi terzo. Per Zanatta il friulano oggi ha una marcia in più
Prima vittoria di Milan con Lonardi terzo. Per Zanatta il friulano oggi ha una marcia in più
Ora che cosa vi aspetta?

Ormai l’attività è entrata nel pieno. Noi avremo due gruppi, uno ad Antalya e l’altro sempre in Spagna per Almeria e Andalucia. Giovanni sarà in Turchia, in una corsa a tappe forse anche più accessibile per le sue caratteristiche, con almeno tre occasioni a disposizione e una concorrenza certamente non come quella trovata alla Volta a la Comunitat Valenciana. Poi sarà a El Gran Camino, ma lì servirà mettere chilometri nelle gambe in vista di marzo e dell’inizio della stagione italiana alla quale teniamo particolarmente, con corse come la Milano-Torino che sono altre occasioni per emergere.