A tu per tu con Bredewold, una campionessa da scoprire

21.09.2025
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Con 8 vittorie internazionali, Mischa Bredewold è uno dei grandi nomi di questa stagione. Successi in serie, sia in corse in linea che nelle tappe, risultando un vero e proprio alter ego della compagna di team Wiebes. Avevamo imparato a conoscerla un paio d’anni fa quando conquistò non senza sorpresa il titolo europeo, ma rispetto ad allora la ragazza olandese dal nome russo («ma solo il nome, di russo non ho nulla» dice ridendo) è cresciuta moltissimo.

Mischa Bredewold è di Amersfoort, ha 25 anni. Quest’anno ha vinto 8 corse con 13 Top 10
Mischa Bredewold è di Amersfoort, ha 25 anni. Quest’anno ha vinto 8 corse con 13 Top 10

Tutta quest’attenzione non la coglie di sorpresa né la disturba, anzi è estremamente disponibile nell’analizzare anche le cause di questa crescita veemente: «E’ una stagione fantastica, ovviamente la migliore da quando corro. Diciamo che molto sta andando a posto ed è bellissimo, anche se penso sempre che si possa fare di più, non si raggiunge mai davvero il limite che si ha in mente».

Quest’anno hai vinto 8 volte e gare molto diverse fra loro: che tipo di ciclista pensi di essere?

Mi fanno spesso questa domanda e una risposta precisa non c’è. Penso che la mia forza sia stare bene nel team e sapere come interpretare ogni tipo di corsa pur senza eccellere in nulla. Ad esempio so che non sono il miglior scalatore del gruppo, ma in ogni caso riesco a difendermi e a stare con le migliori, lo stesso nelle prove più veloci, lo stesso in certe volate. Conta molto la consapevolezza che posso vincere le gare, spesso.

Al Tour, Bredewold ha corso in aiuto alle compagne, ma vuole crescere in salita per puntare alla classifica
Al Tour, Bredewold ha corso in aiuto alle compagne, ma vuole crescere in salita per puntare alla classifica
Tu hai vinto il titolo olandese a cronometro e domenica sei stata quinta al Tour de l’Ardeche: pensi che col lavoro puoi diventare anche una ciclista per corse a tappe?

Mi piacciono molto, credo per le piccole corse a tappe a questo punto della mia carriera di essere portata. E’ qualcosa che mi piace fare, soprattutto se c’è qualche cronometro prevista. Diverso è il discorso relativo ai grandi giri: per emergere al Giro o al Tour devi davvero avere un altro passo in salita, se vuoi le prime posizioni devi essere un ottimo scalatore e allora devo davvero allenarmi su questo. Quindi devo fare scelte diverse. Significa che devo concentrarmi su questo aspetto, ma non voglio farlo subito, voglio arrivarci nel tempo, magari fra un paio d’anni.

Sei nello stesso team di Wiebes e Kopecky. Come fate a collaborare e a non essere in competizione fra voi?

Abbiamo un team molto bello, dove c’è un sistema di dare e avere che funziona. Abbiamo molte atlete che sono in grado di vincere gare, ognuna ha il suo spazio. D’altronde penso che sia anche una scelta che fai. Se vai in questa squadra, sai, a volte devi dare, ma sai anche di essere in un super team, dove avrai di nuovo quella possibilità e avrai una squadra super forte alle spalle. E’ sicuramente un vantaggio avere più carte da giocare e questo significa che a volte devi farlo., devi dare un po’ di più e se lo sai, puoi trarne beneficio.

L’olandese insieme a Guarischi e Wiebes. Con la campionessa europea nessuna rivalità, ma tanto rispetto
L’olandese insieme a Guarischi e Wiebes. Con la campionessa europea nessuna rivalità, ma tanto rispetto
C’è qualcosa che invidi alla Wiebes e qualcosa dove pensi di esserle superiore?

Beh, stiamo parlando della migliore velocista del mondo, non so se mi spiego…Penso che non ci sia bisogno di mettersi a confronto, capire chi è migliore o chi è peggiore. Alla SD Worx, avendo così tanti buoni corridori, ci miglioriamo a vicenda e in un certo senso ci completiamo a vicenda, perché abbiamo corridori per ogni necessità che sono in grado di fare tante cose diverse. Io non sto guardando Lotte (Kopecky, ndr) o Lorena e penso “loro sono più brave di me in questo o quello o io sono più brava in questo o quello”, non sono mie avversarie, sono mie compagne di squadra. Sicuramente io e Lorena siamo piuttosto diverse. Abbiamo un modo diverso di guidare. Ma certamente non ci ostacoliamo.

Il trionfo di Drenthe 2023, per Bredewold è stato una vera svolta nella carriera
Il trionfo di Drenthe 2023, per Bredewold è stato una vera svolta nella carriera
Due anni fa hai vinto il titolo europeo: pensi che quella sia stata la svolta della tua carriera?

Penso di sì, ma a dire il vero, l’entrare in questa squadra dopo un periodo difficile da professionista è stato un punto di svolta per me. Mentalmente è scattato qualcosa in me e questo è stato prima degli Europei. Lì però ho fatto un salto di qualità, ho capito che potevo vincere gare importanti come quella. Dopo essere diventata campionessa europea, le cose sono cambiate, decisamente.

Delle tante vittorie di quest’anno qual è quella alla quale tieni di più?

L’Amstel, sicuramente. Quello era il mio primo obiettivo, per noi olandesi è “la” gara. Un altro obiettivo era diventare campionessa nazionale contro il tempo perché era un traguardo che inseguivo da così tanto tempo che è stato davvero speciale per me. Infine la vittoria a Plouay perché sapevo che vincendo per la terza volta di fila avrei scritto una pagina di storia. Queste gare sono state le mie preferite.

L’olandese ha conquistato il titolo nazionale cronometro, lungamente inseguito. Ora vuole l’oro europeo
L’olandese ha conquistato il titolo nazionale cronometro, lungamente inseguito. Ora vuole l’oro europeo
E quali sono i tuoi obiettivi per la fine della stagione?

Ora punto moltissimo sulla prova continentale a cronometro e mi sto preparando specificamente per questo. E’ un percorso così difficile che dipenderà molto da come andranno le cose in quel singolo giorno. Ma so che mi sto impegnando molto, è un obiettivo importante per me.

Quest’anno sei stata in Italia solo per la Strade Bianche: ti piace correre qui?

Moltissimo. La Strade Bianche è una delle mie gare preferite. Ma ogni gara è speciale, ci trovi salite brevi o lunghe, non sono mai corse comuni né scontate. Poi il cibo è fantastico… Spero di tornare quanto prima.

Bredewold mette tutte nel sacco. E Persico si mangia le mani

20.04.2025
4 min
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Podio tutto olandese nell’Amstel Gold Race delle ragazze, con la SD Worx-Protime ancora sugli scudi e vincitrice con Mischa Bredewold dell’ennesima classica dopo la Sanremo, la Gand e la Roubaix. Il rendimento delle ragazze di Danny Stam colpisce per la regolarità ad alto livello. E quando non si tratta di Kopecky e Wiebes, ecco l’arrivo solitario di questa olandese classe 2000, già campionessa europea nel 2023, lesta a infilarsi nella grande fuga che ha deciso la corsa.

L’Amstel Gold Race si corre nel Limburgo olandese. Non manca il mulino a vento…
L’Amstel Gold Race si corre nel Limburgo olandese. Non manca il mulino a vento…

L’occasione di Persico

Da italiani ce ne andiamo con il rammarico di Silvia Persico, quinta all’arrivo a soli 9 secondi da Bredewold, che ha davvero creduto di poter vincere. Ma quando è rientrata sul Cauberg all’ultima scalata, ha scoperto di non avere più gambe e anche il podio è andato a farsi benedire. La curiosità è che Silvia fu quinta anche quando nel 2023 l’olandese conquistò il titolo europeo.

«Avrei voluto vincere – dice con franchezza la bergamasca del UAE Team Adq – ma davvero ai 400 metri mi si sono bloccate le gambe. Ho fatto un bel rientro e mi dispiace perché il podio almeno poteva esserci. Guardando le ultime edizioni, era difficile pensare che potesse andare via una fuga così numerosa. Io dovevo correre agressiva, per essere in supporto di Eleonora Gasparrini per la volata ed eventualmente di Longo Borghini in caso di attacco. Poi però, una volta nella fuga, ho corso per vincere. Nell’ultimo giro mi sono resa conto che Puck Pieterse e Juliette Labous andavano più di me, mentre Mischa (Bredewold, ndr) è stata furba, ma per vincere serve anche quello».

Già nell’ultimo giro, Persico si era resa conto delle gambe migliori di Labous e Pieterse
Già nell’ultimo giro, Persico si era resa conto delle gambe migliori di Labous e Pieterse

Fra testa e gambe

Bredewold è al settimo cielo. A parte l’europeo, nel palmares di questa ragazza alta 1,81 c’erano finora una tappa alla Valenciana, una al Baloise Tour e una al Simac. L’Amstel è la perla che dimostra la sua capacità di concretizzare le poche occasioni a sua disposizione.

«Sono molto sorpresa – ha detto subito dopo – ho avuto una settimana difficile mentalmente, ma la squadra mi ha davvero aiutato a superarla. Sono grata e felice. Lo sport di alto livello non è facile, si dubita molto e spesso ci si impegna tanto per ottenere scarsi risultati. Vincere una gara è così difficile. La chiave è stata la fuga. Ci siamo concentrati su Lotte (Kopecky, ndr), ma abbiamo visto questa opportunità e l’abbiamo colta. Io stessa forse avevo troppa paura di attaccare, quindi sono contenta che Ellen (Van Dijk, ndr) l’abbia fatto per tutte. Le altre non mi hanno seguito, quindi mi sono buttata. Odio il Cauberg, ma ho continuato, e poi sono rimasta sola in cima. Significa molto per me. Questa è l’Amstel, una gara importantissima nel mio Paese. E’ un sogno».

Elisa Longo Borghini (che ha portato in corsa la V5Rs) ha coperto l’attacco di Persico. Ora fa rotta di Freccia e Liegi
Elisa Longo Borghini (che ha portato in corsa la V5Rs) ha coperto l’attacco di Persico. Ora fa rotta di Freccia e Liegi

Programmi da riscrivere

Di corsa a livello mentale potrebbe parlare in fondo anche Silvia Persico, caduta al Trofeo Binda e recuperata in extremis per il Fiandre. Il progetto era vincerlo accanto a Elisa Longo Borghini, invece si è trovata a scortarla dalla caduta fino al ritiro. Il programma prevede un periodo di stop, ma la corsa per il team emiratino non è andata come speravano. Alena Amaliusik si è ritirata e adesso anche il programma di Silvia rischia la riscrittura.

«Sto tornando a casa dai miei – dice – e da programma non dovrei fare Freccia e Liegi, ma adesso devo aspettare cosa deciderà la squadra. Quattro settimane fa avevo una costola rotta, per cui la mia campagna del Nord finora è tutta da leggere. La squadra ha avuto diversi infortuni e io non sono ancora al top, perché ho poco allenamento alle spalle, ma è ancora tutto da capire. Arrivo a casa, provo a riposarmi domani e poi vediamo cosa mi diranno».