Ursus: qualità e produzione tutta italiana

18.04.2023
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«La Ursus di oggi è esattamente quella che immaginavo qualche anno fa, nel momento in cui la mia responsabilità in azienda è diventata effettiva…». A parlare con bici.PRO è Mirko Ferronato, che di Ursus spa è il CEO. Quella che vi riproponiamo di seguito è la sintesi di una chiacchierata, decisamente molto interessante, che tra aneddoti, curiosità, trasformazioni e soprattutto obiettivi da raggiungere nel prossimo futuro, svela dell’azienda veneta un lato umanissimo e decisamente molto rispettoso del nostro ambiente.

Ursus affianca moltissimi team nel mondo del ciclismo
Ursus affianca moltissimi team nel mondo del ciclismo
Aprile 2023: che cosa è la Ursus di oggi?

Ursus oggi è lo specchio di un’azienda che ha raggiunto già molti dei traguardi che ci eravamo imposti. Produciamo il 100% dei nostri prodotti in Italia, e il 2022 è stato il nostro migliore anno, una stagione che è andata in archivio con il record del fatturato: 32 milioni di euro. I nostri impiegati sono oggi 63, ma possiamo arrivare ad occupare anche 75 collaboratori. Si, collaboratori più che dipendenti. In Ursus contano più le persone che i numeri, e questo rapporto speciale che abbiamo con tutte le persone che lavorano con noi, e per noi, ci da innegabilmente molta forza per fare sempre meglio…

Numeri importanti, dunque. Come sta procedendo la stagione?

Quella che stiamo vivendo non è una stagione numericamente positiva, se paragonata al trend degli ultimi anni. Ma ce lo aspettavamo e non siamo preoccupati. La nostra previsione è quella di chiudere con una contrazione di fatturato pari al 20-25% rispetto al record messo a segno nel 2022. In epoca pandemica ed immediatamente post pandemica, il settore ha vissuto un boom senza precedenti. E’ normale che adesso ci possa essere un assestamento…

E cosa si fa?

Noi lo avevamo previsto e siamo organizzati per gestire questo fisiologico decremento. Ci muoviamo in modo prudente, ma le nostre aspettative rimangono molto positive per il futuro. Il settore della bicicletta è forte ed importante, sia lato sportivo che considerandola poi come un mezzo di trasporto sostenibile, e la nostra è un’azienda estremamente sana. Non a caso il mio obiettivo rimane immutato: il traguardo ambizioso per i prossimi anni è fissato a 50 milioni di euro di fatturato.

La produzione di Ursus è al 100% Made in Italy
La produzione di Ursus è al 100% Made in Italy
Come è strutturata l’azienda da un punto di vista prettamente operativo?

Operativamente, come anticipavo, abbiamo la possibilità di occupare fino a 75 persone. Siamo flessibili, e questo aspetto ci permette di essere molto aderenti alle mutanti condizioni di mercato. Onestamente, come capita a molti, abbiamo addirittura difficoltà a trovare personale nuovo da formare ed inserire. Ho come l’impressione che dopo il periodo Covid la testa di molte persone sia cambiata. Soprattutto dei più giovani, che devono approcciarsi al mondo del lavoro… E questo non è solo un peccato, ma è anche una fonte di preoccupazione per le generazioni future.

Grande è l’attenzione alle fasi cruciali di ricerca & sviluppo, corretto?

Corretto. La nostra è un’azienda moderna, con una mentalità moderna. In Ursus amiamo ripeterci che non partiamo dal prezzo per arrivare al prodotto, ma bensì il contrario. E la qualità di quello che produciamo – e lo facciamo 100% in Italia – che guida totalmente il nostro lavoro. Qualità che origina ancor prima che un determinato prodotto venga realizzato, e questo è il passaggio della ricerca e dello sviluppo che in Ursus impiega in azienda un team composto da ben 7 persone.

Ursus e la qualità: un vero e proprio mantra aziendale…

Da quando abbiamo deciso di posizionare i nostri prodotti per il ciclismo verso l’alto, cosa che è avvenuta circa una decina di anni fa, l’attenzione per una produzione tutta italiana e di altissima qualità è divenuta quasi maniacale. Le nostre ruote alto di gamma in fibra di carbonio, così come i manubri, gli attacchi manubrio e gli altri componenti bike che produciamo, sono realizzati seguendo standard di produzione rigorosi e certificati. E l’aver deciso nel 1999 di non delocalizzare, quando invece il trend era quello in quel preciso momento storico, ci fa capire oggi quanto giusta sia stata quella scelta. Oggi più che mai…

Ursus e la sfida sostenibile: come siete organizzati?

Quella della sostenibilità per noi è una sfida vera. Il mio personale obiettivo è quello di poter lasciare ai miei figli un mondo migliore rispetto a quello che ho conosciuto io. E per questo cerchiamo di fare la nostra parte… Ursus è certificata ISO 14001 a conferma che l’azienda ha scelto responsabilmente di adottare un efficiente ed efficace sistema di controllo degli impatti ambientali connessi alle proprie attività, prodotti e servizi nel segno di un’innovazione intelligente ed ecosostenibile. La nostra può definirsi come un’azienda metalmeccanica a sostegno della mobilità alternativa. Un’eccellenza italiana che crede nel rispetto dell’ambiente e che promuove una linea produttiva a impatto ridottissimo. La battaglia per la conservazione climatica del nostro pianeta parte da ciascuno di noi e questo in Ursus lo sappiamo bene…

In che modo ve ne occupate?

Il nostro polo produttivo di Rosà (la provincia è quella di Vicenza) ci ha permesso di raggiungere diversi step di eccellenza come quello ad esempio dalla riduzione delle emissioni di CO2. Inoltre è stato attuato un vero e proprio processo di riorganizzazione completa della filiera produttiva, ampliata e ristrutturata secondo i principi di Industry 4.0 e dei più alti standard di qualità europei. Inoltre, la tecnologia al servizio dell’azienda viene supportata da un massivo impianto fotovoltaico in grado di produrre fino a 550 KWh di elettricità pulita. E forte è anche il nostro impegno nel ridurre il più possibile i materiali inquinanti degli imballaggi dei prodotti, portando avanti un programma molto ambizioso di progressiva riduzione dell’utilizzo di materie plastiche.

Ursus

Vinales in Ursus: la visita in azienda di un grande pilota

23.03.2023
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Ursus e il motociclismo sportivo: un binomio ed un rapporto importante che si rinnova anno dopo anno, anche attraverso degli accordi di collaborazione e di sponsorizzazione con piloti MotoGP di primissimo piano. Come nel caso di Maverick Vinales, ambasador Ursus, estimatore del brand e grande ciclista nei momenti liberi lontano dai circuiti del mondiale. E proprio Vinales ha recentemente fatto visita ai moderni (e super sostenibili) stabilimenti Ursus di Rosà (Vicenza) per conoscere più da vicino la produzione 100% Made in Italy di ruote alto di gamma e componentistica proposta e prodotta dall’azienda della famiglia Ferronato.

Il pilota di MotoGp durante la sua visita in azienda a Rosà
Il pilota di MotoGp durante la sua visita in azienda a Rosà

Un marchio, una storia…

«Siamo molto contenti della visita in azienda di Maverick Vinales – ha dichiarato Mirko Ferronato, il CEO di Ursus spa – un’occasione che è servita anche per soddisfare la curiosità tecnica di Maverick. E’ un vero ciclista che, come moltissimi piloti, utilizza la bici per ottimizzare i propri allenamenti durante il corso di tutta la stagione. Durante questo incontro in sede abbiamo avuto anche modo di raccontare a Vinales l’origine del marchio Ursus… Una storia particolare, alla quale teniamo molto. Un racconto che nasce nel lontano 1967 quando al fondatore, e mio padre, Sergio Ferronato, occorreva un nome, un marchio di fabbrica con cui distinguersi sul mercato dalla concorrenza. L’idea giusta lo colse… al cinema, durante la proiezione di un vecchio film: “Quo Vadis”.

La bellissima e nuova sede Ursus di Rosà
La bellissima e nuova sede Ursus di Rosà

«In alcuni fotogrammi di questo colossal – continua – il gladiatore Ursus lotta a mani nude nell’arena con un toro inferocito nel disperato tentativo di salvare Lidia, la sua principessa. Mio padre fu letteralmente ispirato dagli ideali di dedizione e di motivazione trasmessi dal personaggio di Ursus. Pensò che proprio questi ideali sarebbero stati fondamentali per la riuscita del suo progetto imprenditoriale. Decise, quindi, di dare alla sua nuova azienda il nome dell’eroico gladiatore.

«Ma non si dimenticò del toro, al quale affidò il compito di simboleggiare gli ostacoli che il suo personale eroe, la sua compagnia, avrebbe dovuto superare per riuscire nell’impresa… Da quel momento in poi le figure del Gladiatore e del Toro costituirono il marchio Ursus, con il quale ebbe inizio la nostra avventura che negli anni ci ha portato ad essere quotati in Borsa e soprattutto a registrare numerosi brevetti nel settore della componentistica meccanica per le biciclette».

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Ursus: sfida al futuro tra produzione, organizzazione e ambiente

02.08.2022
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Oramai chiusa da qualche giorno la rassegna expo Eurobike, per Ursus è tempo di effettuare un primo bilancio parziale sull’andamento dell’attività commerciale 2022. E per poterlo fare “a caldo”, abbiamo colto l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere, direttamente allo stand Ursus presente alla rassegna di Francoforte, con Mirko Ferronato che della stessa realtà imprenditoriale veneta è il CEO.

«Mi piace definire la nostra azienda come un’impresa metalmeccanica a sostegno della mobilità alternativa – ha detto Ferronato – Proprio qui a Eurobike abbiamo toccato con mano, una volta di più, quanto la bicicletta, in tutte le sue forme, sia strategica e funzionale alla complessa rivoluzione ambientale che ci attende».

«E al tema generale del rispetto dell’ambiente in Ursus crediamo moltissimo, impegnandoci quotidianamente a promuove una linea produttiva green».

La bellissima e nuova sede Ursus di Rosà
La bellissima e nuova sede Ursus di Rosà
Come si sta sviluppando il vostro lavoro? Qui in fiera abbiamo notato grande folla allo stand e molti prodotti in uscita…

La nostra azienda, in continua crescita, guarda al futuro con ottimismo, questa spinta viene dal percorso di consolidamento intrapreso negli ultimi anni, che ha visto nascere la sede operativa di Rosà. Una struttura che ha offerto a Ursus una produzione ed una direzione di ultimissima generazione. L’intero ciclo produttivo avviene nel pieno rispetto degli standard qualitativi più alti. Tutto 100% Made in Italy. Abbiamo attuato un vero e proprio processo di riorganizzazione della filiera produttiva, ampliata e ristrutturata secondo i principi di Industry 4.0 e i più alti standard di qualità europei (ISO 9001 e ISO 14001).

Un grande impegno…

Per fare tutto ciò abbiamo fatto ingenti investimenti. E’ stato aumentato lo spazio dedicato alla manifattura e allo stoccaggio dei prodotti, tramite la costruzione di un secondo capannone industriale da 3.000 metri quadrati che si è aggiunto a quello esistente che di metri ne misura 9.000.

Ursus fornisce le ruote anche al team Corratec, la neonata continental guidata da Serge Parsani
Ursus fornisce le ruote anche al team Corratec, la neonata continental guidata da Serge Parsani
E sempre con un occhio alle tematiche ambientali?

Il tema del rispetto ambientale è diventato il nostro mantra. Sempre riferendoci alla nostra struttura operativa, ad esempio, quest’ultima è stata dedicata ad una produzione pulita, che comprende lo stoccaggio e l’assemblaggio di componenti semi-lavorati. Mentre l’area già esistente è stata razionalizzata per contenere le lavorazioni pesanti delle materie prime. La tecnologia al servizio dell’azienda viene supportata da un impianto fotovoltaico che produce 550 KWh. La battaglia per la conservazione climatica parte da ciascuno di noi, e questo in Ursus lo sappiamo bene.

Una grande sensibilità green, insomma…

La nostra realtà metalmeccanica ha scelto di orientare l’attività alla produzione di componenti concepiti per supportare lo sviluppo della mobilità in bicicletta. Ma non è tutto: Ursus spa ha scelto di diventare un motore del cambiamento, attenendosi ad un’etica green anche per quanto riguarda la trasformazione pulita delle materie prime. Rispetto per l’ambiente, ma rispetto anche per il lavoro e la salute dei nostri dipendenti.

Mirko e Sergio Ferronato, titolari Ursus spa
Mirko e Sergio Ferronato, titolari Ursus spa
Differenziazione dei prodotti per tutte le declinazioni della bicicletta, attenzione massima per l’ambiente e poi?

Aggiungo un terzo fattore chiave. La razionalizzazione dei sistemi di produzione. Tutte le nostre attività produttive sono oggi gestite tramite M.E.S. (Manufacturing Execution System) e S.P.C. (Statistical Process Control).

Può spiegarci meglio?

Il primo è uno strumento gestionale che permette di ottimizzare i processi aumentando la produttività dell’impianto, migliorando al tempo stesso le condizioni ambientali. L’S.P.C. è invece un software di monitoraggio che utilizza i big data per fornire tutta una serie di statistiche utili al continuo miglioramento dei nostri apparati. Abbiamo poi reso più efficienti le operazioni di stoccaggio grazie al nuovo magazzino automatico e al gestionale Stockforce WMS.

Ursus

Automazione e sostenibilità: Ursus c’è!

14.12.2021
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L’impegno che Ursus ha preso nei confronti della propria, costante modernizzazione, quanto della generale sostenibilità è davvero concreto. Nello specifico, per la stessa realtà veneta la riduzione al minimo delle emissioni di CO2 e l’automazione del processo produttivo, rappresentano due tra gli obiettivi principali da centrare nel prossimo futuro. E nonostante la generalizzata difficoltà nel reperire le materie prime adatte a produrre i propri componenti, quest’anno Ursus incrementerà il proprio fatturato: passando da 21 a oltre 30 milioni di euro. 

Sergio e Mirko Ferronato, titolari di Ursus Spa
Sergio e Mirko Ferronato, titolari di Ursus Spa

Per le due e le quattro ruote

Ursus Spa si è sempre definita “un’azienda metalmeccanica che viaggia su due e su quattro ruote”. Il simbolo di questa realtà produttiva, operativa a Rosà (Vicenza), è il toro scalpitante. Un’immagine particolarmente familiare agli appassionati di ciclismo considerando che all’interno degli stabilimenti Ursus vengono create le ruote superleggere in fibra di carbonio che oramai da diverse stagioni percorrono le strade più celebri del ciclismo mondiale: dal Tour de France alla Parigi Roubaix, dal Giro d’Italia alla Milano-Sanremo. 

Ma bicicletta per Ursus non significa solo ed esclusivamente agonismo. Il brand sforna ogni anno milioni di componenti “urban”. In prevalenza mozzi, cavalletti e bloccaggi, inserendosi di diritto nel ristretto “pool” dei principali produttori al mondo. Ursus significa anche automotive, considerando le importanti commesse di componenti meccanici in alluminio e in acciaio destinate a clienti finali dai nomi altisonanti come Bmw, Daimler (Mercedes), Porsche, Peugeot e Citroen. 

Negli stabilimenti vengono prodotti anche molti accessori legati al settore urban, come mozzi, cavalletti e bloccaggi
Ursus produca anche molti accessori legati al settore urban

L’innovazione è nel Dna aziendale

«I nostri clienti – ha ammesso Mirko Ferronato, che di Ursus è il Ceo – sanno che affidandosi a noi trovano la preziosa certificazione IATF, un protocollo molto rigoroso, dettato dall’industria automotive, che si traduce in una garanzia assoluta di qualità, rappresentando al tempo stesso una forte credenziale per l’azienda».

Ursus è una realtà imprenditoriale con oltre cinquant’anni di storia, un’azienda che dà impiego quotidianamente a 65 addetti. Le sedi produttive sono tre, tutte a Rosà, per complessivi 12 mila metri quadrati di superficie coperta. L’80% della produzione è destinata al mercato estero. L’azienda, oggi guidata da Mirko Ferronato, fu fondata nel 1967 da suo papà Sergio assieme al fratello Domenico. E fu proprio Sergio, nel lontano 1966, a gettare il seme dell’innovazione, che tuttora oggi ispira l’operatività sul mercato di Ursus.

La sua invenzione ha rivoluzionato il sistema di fissaggio di manubri, cannotti reggisella e non solo: una leva a chiusura su un perno eccentrico, facilmente azionabile a mano, al posto del tradizionale bullone. Da allora Ursus non ha mai smesso di innovare, e ne rappresentano un esempio le ruote in carbonio superleggere TS47 Disc, l’avveniristico manubrio da corsa Magnus H.02, a totale integrazione dei cavi di comando, e il “supermozzo” HD50 con le tolleranze ridotte al micron per una scorrevolezza e silenziosità un tempo impensabili. 

Ursus è offre componenti ed accessori di ottimo livello, un esempio sono le ruote Miura TC47
Ursus produce componenti di alto livello per i team World Tour, come le ruote Miura TC47

Tutto made in… Veneto

L’intero ciclo produttivo in Ursus avviene sotto un unico tetto. «Abbiamo fatto dell’internalizzazione un nostro punto di forza – ammette Mirko Ferronato – che si tratti di particolari di una sospensione per auto oppure di una ruota in carbonio, il prodotto nasce e viene ultimato nei nostri stabilimenti. In questo modo, l’intero processo produttivo è sempre sotto il nostro totale controllo. Noi crediamo moltissimo nell’innovazione e nella tecnologia, e la nostra prossima frontiera si chiama automatizzazione. Abbiamo difatti introdotto da poco tempo una nuova linea completamente automatizzata e vogliamo continuare ad investire in questa direzione». 

L’approvvigionamento delle materie prime è oramai divenuto un problema estremamente generalizzato. Così come lo è il reperimento del personale. Ursus è alla costante ricerca di addetti per completare la pianta organica. Di figure tecniche, ma non solo. Inoltre, per venire incontro alle esigenze del personale femminile impiegato in produzione, l’azienda ha introdotto l’orario: 7-11,30 / 12-15,30. Un’iniziativa che è stata molto apprezzata, perché tiene conto delle esigenze delle famiglie e consente alle stesse dipendenti di stare più tempo con i figli.

Sostenibilità e trasparenza 

La sostenibilità, un tema fondamentale sul quale tutti, ciascuno nel proprio ambito, ha la concreta possibilità d’impegnarsi. L’accorciamento della filiera e la sua riorganizzazione secondo i criteri Industry 4.0 sono espressione del fattivo impegno dell’azienda verso la riduzione delle emissioni di Co2. Ursus è difatti dotata di un massivo impianto fotovoltaico che produce 550 KWh di elettricità pulita. Come ha ribadito anche Ferronato: «Per noi le energie rinnovabili sono molto più di uno slogan. Personalmente ritengo che il consumo di Co2 per realizzare qualsiasi prodotto debba essere una delle informazioni messe a disposizione del consumatore. Ma prima servono gli strumenti per misurare le emissioni. Noi lo stiamo cercando, e spero che presto arriveremo a dare questo servizio ai nostri clienti… e all’ambiente. E soprattutto mi auguro che non saremo gli unici a farlo».

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Baroncini da Ursus per celebrare un’annata straordinaria

04.11.2021
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E’ stata una giornata da ricordare quella recentemente vissuta dal campione del mondo under 23 Filippo Baroncini e da tutto lo staff di Ursus. L’azienda di Rosà ha infatti fornito all’iridato del Team Colpack-Ballan le ruote montate sulle Cinelli del team, per cui il romagnolo ha mantenuto una promessa e ha fatto visita agli stabilimenti che sorgono nella provincia di Vicenza.

La Cinelli Pressure di Baroncini al mondiale di Leuven montata con le ruote Ursus
La Cinelli Pressure di Baroncini al mondiale di Leuven montata con le ruote Ursus

Tech & produzione made in Italy

Ad accogliere Baroncini ha pensato direttamente il CEO dell’azienda Mirko Ferronato. A lui il campione di Leuven, accompagnato dal team manager Antonio Bevilacqua, ha consegnato una maglia iridata con dedica e autografo in segno di gratitudine. Un omaggio importante, a testimonianza dell’impegno congiunto del team e dell’azienda nel fornire agli atleti materiali di prim’ordine. Guidati sempre da un unico e chiaro obiettivo: ottenere il massimo in termini di prestazioni in occasione delle competizioni affrontate durante la stagione agonistica.

Nel corso della visita in Ursus, il campione del mondo under 23 è stato accompagnato fra i reparti produttivi dell’azienda. Ferronato e i suoi collaboratori hanno così avuto modo di illustrare le tipologie di materiali, le tecnologie e il processo produttivo delle ruote con le quali il giovanissimo atleta di Massa Lombarda è arrivato a vestire la maglia più ambita! Oltre al mondiale, nel 2021 Baroncini ha conquistato il campionato italiano a cronometro, una tappa all’Etoile d’Or e una al Giro d’Italia Under 23. Corsa vinta dal compagno di squadra Ayuso. E’ inoltre vice campione europeo ed italiano in linea e dalla prossima stagione passerà professionista con il team WorldTour Trek-Segafredo.

Soddisfazione del cliente

«Siamo estremamente orgogliosi – ha dichiarato Mirko Ferronato – di aver contributo ai quaranta successi del Team Colpack-Ballan e in particolare a quelli di Baroncini. Filippo è un ragazzo dalle grandissime doti, al quale auguro di proseguire di slancio verso una luminosa carriera nel professionismo».

Ursus è una azienda italiana specializzata da oltre cinquant’anni in lavorazioni meccaniche di precisione. La sua filosofia è caratterizzata dall’apertura all’innovazione e dalla costante ricerca dell’eccellenza. Dal 1967 si pone come obiettivo primario la soddisfazione totale del cliente (la “customer satisfaction” è davvero un elemento imprescindibile dell’attività Ursus…).

Alle porte del 2000 il business dell’azienda si è esteso al mondo delle biciclette, sia corsa che Mtb, grazie alla produzione di componenti di altissima gamma. Una scelta efficace che nell’ultimo decennio ha permesso ad Ursus di addentrarsi nel mondo del professionismo, facendo leva su un prodotto in continua evoluzione e ad una qualità sempre impeccabile.

Ursus

Il verde Ursus sfreccia su una Ducati MotoGP

24.08.2021
3 min
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Il marketing sportivo incomincia a diventare un tema particolarmente serio in Ursus. Dopo le riuscite sponsorizzazioni di team TotalEnergies, Vini Zabù e Caja Rural (senza ovviamente dimenticare la collaborazione con la Colpack-Ballan che ha portato quest’anno alla vittoria Juan Ayuso al Giro U23), l’azienda veneta di Rosà è sbarcata quest’anno nel grande “circus” del Motomondiale e lo ha fatto con Ducati.

Enea Bastianini e la Ducati sono legati ad Ursus per i prossimi due anni
Enea Bastianini e la Ducati sono legati ad Ursus per i prossimi due anni

Passione per le due ruote

In particolare, il riconoscibilissimo e distintivo verde Ursus da inizio stagione caratterizza in modo molto evidente la livrea della Ducati MotoGP dell’Avintia Esponsorama Racing Team, pilotata dal riminese Enea Bastianini (campione del Mondo in Moto2 lo scorso anno). La seconda moto del team è invece affidata a da Luca Marini, il fratello minore di Valentino Rossi. Ma non è finita qui, perché l’operazione di visibilità in questa disciplina ha condotto il logo Ursus anche sulle Moto3 di Tatay e Antonelli e in MotoE sul cupolino dei piloti Pires e Cardelus

L’accordo di sponsorizzazione – biennale – è stato definito direttamente dal Ceo di Ursus, Mirko Ferronato, e da Ruben Xaus, lo Sport Director di Avintia Esponsorama Racing Team. Potendo contare su questa partnership, Ursus ha così la possibilità di rivolgersi ad un’ampia fetta di sportivi potenzialmente interessati a conoscere i propri prodotti.

Enea Bastianini e la Ducati si sono legati ad Ursus per i prossimi due anni

Marketing e prodotto

«La passione per le due ruote ci lega anche al mondo delle moto – ha ammesso Mirko Ferronato – e Ursus da sempre sostiene lo sport, il lavoro di squadra, la velocità e la tecnologia al servizio della performance. Ecco perché siamo orgogliosi di essere entrati da quest’anno a far parte di questo nuovo team. Noi crediamo nel marketing e nella comunicazione, a maggior ragione quando queste attività possono poi contare su prodotti realmente apprezzati dai consumatori ciclisti».

«Siamo davvero molto soddisfatti – ha confidato Ruben Xaus – di questo accordo siglato ad inizi stagione tra la nostra realtà e la Ursus. Una partnership specifica che riguarda la sponsorizzazione della Ducati di Bastianini in MotoGP, ma anche di altri piloti impegnati in altre categorie. Si tratta di un accordo biennale che abbraccia la nostra struttura nella sua interezza. Siamo ovviamente molto felici dell’ingresso di questo nuovo sponsor che rappresenta il settore ciclistico al livello più alto.

«Ursus rappresenta il top per quanto riguarda la componentistica per biciclette. E senza alcun dubbio gli appassionati di motociclismo sono strettamente legati anche a questo sport. Che un’azienda italiana innovativa come Ursus investa sul motociclismo attraverso il nostro team è sicuramente una scommessa che si rivelerà vincente. Inoltre, quest’anno il 60% dei nostri piloti è di nazionalità italiana e nella categoria MotoGP corriamo con moto Ducati… e con Ursus ci sentiamo ancora più italiani».

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