Le gregarie nel ciclismo femminile: tre tecnici a confronto

16.02.2022
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La mission del ciclismo femminile è quella di cercare di ridurre il più possibile il gap nei confronti di quello maschile. La riforma del WorldTour – che per molti dei team manager delle continental italiane ancora fa discutere o non convince – può far cambiare il trend e le considerazioni per alcuni ruoli. Quello delle gregarie, ad esempio, che potremmo considerare attrici non protagoniste nel cast di una gara. Lo spunto di riflessione ce lo ha dato Silvia Valsecchi qualche settimana fa.

«Anche se sta cambiando, il problema del ciclismo femminile – spiegava la lecchese – è che se sei gregario non vai avanti tanto. Non succede come negli uomini dove un capitano si porta con sé gli uomini più fidati. Nel femminile si guardano solo i risultati. Magari ci si arriverà più avanti. Ma quando?».

Silvia Valsecchi, BePink
Questa inchiesta sulle gregarie è nata da una riflessione di Silvia Valsecchi, in gruppo fino al 2021
Silvia Valsecchi, BePink
Questa inchiesta sulle gregarie è nata da una riflessione di Silvia Valsecchi

La risposta probabilmente ce la darà il tempo, come per tutte le altre domande legate alla auspicabile parità (sportiva e non) tra donne e uomini. Noi però abbiamo voluto sentire i pareri di Davide Arzeni della Valcar Travel&Service, Giorgia Bronzini della Liv Racing Xstra e Michele Devoti del Team UAE ADQ per capire se anche la figura del gregario nel femminile potrà costruirsi una carriera ad hoc.

Arzeni d’accordo con Valsecchi

«Sono d’accordo col pensiero della Valsecchi – analizza Arzeni – anche se qualche caso più unico che raro c’è stato. Diciamo che in passato è capitato più di una volta che fosse un diesse che si portasse dietro una capitana e un paio di atlete da una formazione all’altra. Adesso qualcosa sta cambiando, sono convinto che qualche squadra potrebbe iniziare a farlo. Ingaggiare una big e qualche sua compagna di fiducia».

Elisa Balsamo con Arzeni. La Valcar-Travel&Service ha un modo di correre in cui tutte sono leader e tutte gregarie
Balsamo e Arzeni: alla Valcar-Travel&Service si ruota nei ruoli: tutte aiutano tutte

Un fatto di budget

Se tatticamente negli ultimi anni la figura della gregaria è stata sdoganata, contrattualmente invece sembra ancora patire come su un gpm impegnativo.

«Quel termine però – prosegue il “Capo” – non mi piace molto, perché per me si parla sempre di gruppo. Quantomeno da noi, dove a turno tutte si aiutano. Per quello che riguarda il discorso economico, prima si parlava di cifre basse e quindi si tendeva a prendere solo l’atleta di punta. Ora si stanno formando dei gruppetti affiatati tra le velociste e le scalatrici. Questa situazione potrebbe essere un valore aggiunto per i team. Magari alzando di poco il budget per una capitana potrebbero prendere tutto un pacchetto di atlete fidelizzato a lei».

Gli esempi di Bronzini

«Il gregariato nel ciclismo femminile non c’è mai stato – esordisce la Bronzini con un mezzo sorriso e col pragmatismo che la contraddistingue – perché non ci sono mai stati soldi. Tutto legato a quello. E’ sempre stato stato pagato il campione e le altre come se non esistessero. Gli stipendi sono ancora troppo bassi per fare certe operazioni e prendere in blocco due/tre atlete al servizio di una capitana».

Longo Borghini e Cordon Ragot corrono insieme dal 2014: la collaborazione funziona
Longo Borghini e Cordon Ragot corrono insieme dal 2014: la collaborazione funziona

Ci sono però casi che sono andati in contro tendenza. «Posso portare l’esempio – continua la piacentina – di Longo Borghini e Cordon Ragot. Loro si sono spesso spostate assieme perché formavano un binomio vincente. Il lavoro di Audrey è sempre stato apprezzato da Elisa. La francese è sempre stata considerata un gregario di alto rango. Pensate che corrono assieme dal 2014 quando erano in Hitec Products per poi passare l’anno successivo alla Wiggle Honda dove c’ero anch’io. Nel 2019 sono andate alla Trek-Segafredo con me come diesse. In carriera invece io ho avuto al mio fianco Alessandra Borchi per tanti anni».

Nessun problema per Bronzini a prendere nella LIV Xstra gregarie indicate dalla leader (foto Michiel Mass)
Nessun problema per Bronzini a prendere nella LIV Xstra gregarie indicate dalla leader (foto Michiel Mass)

Comanda il gruppo

Contesti del genere potranno essere sempre più frequenti in futuro? «Credo proprio di sì – spiega la Bronzini – ma starà ai capitani farsi sentire. Se vogliono spostarsi possono chiamare con sé le compagne più fidate. O meglio, basterebbe solo che le società ascoltassero le esigenze delle campionesse. Io lo farei se mi chiedessero di prendere anche i loro corridori di fiducia. Per me il gruppo ha sempre fatto la differenza. Ed ora in gruppo ci sono tante campionesse col carisma giusto per poter fare certe richieste ed essere accontentate».

L’esultanza di Anna Trevisi per la vittoria di Bastianelli alla Vuelta CV Feminas parla di lavoro di squadra
L’esultanza di Anna Trevisi per la vittoria di Bastianelli alla Vuelta CV Feminas parla di lavoro di squadra

La gregaria per Devoti

Il nostro giro di opinioni lo chiudiamo con un diesse che dal 2021 vede il mondo femminile da dentro dopo una vita nel maschile.

«Finora – espone il suo punto di vista Devoti – non c’è mai stata questa figura, anche per un discorso di mentalità. Prima c’era una gestione molto più semplice, forse perché le squadre si poggiavano solo sulla singola atleta. Ora invece che molte formazioni maschili hanno un team femminile e sono dirette dallo stesso staff, si può andare verso una determinata direzione. Anche perché il ruolo della gregaria sta avendo sempre più un impatto tattico nelle corse. Penso alla nostra Bastianelli che ha vinto l’apertura stagionale a Valencia (la Vuelta CV Feminas, ndr). Magari 10-15 anni fa avrebbe dovuto arrangiarsi da sola o avrebbe avuto solo una compagna ad aiutarla. Invece per lei hanno fatto un grande lavoro Trevisi, Bujak e Boogaard chiudendo davanti».

Anche l’olandese Boogaard a Valencia ha lavorato per Marta Bastianelli
Anche l’olandese Boogaard a Valencia ha lavorato per Marta Bastianelli

Compiti chiari

Bisogna dare quindi il giusto peso, fa capire Devoti che esordirà in ammiraglia alla Strade Bianche, a queste atlete di fiducia che lavorano per la propria leader.

«Il lato economico – conclude – ha inciso non poco. I budget erano limitati e non si potevano fare grandi cose. Speriamo ora per le ragazze che qualcosa possa cambiare in meglio. L’aspetto che mi è piaciuto di più è che le donne rispettano i compiti che gli dai molto più degli uomini. Sia in allenamento che in gara. Sono molto dedite al lavoro per sé e per la propria capitana. Anche per questo alcune ragazze meriterebbero di essere maggiormente considerate nelle trattative di mercato».

Garcia verso Giro-Tour. Devoti progetta, Gianetti ci crede

08.01.2022
6 min
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L’accoppiata Giro Donne-Tour Femmes continua a tenere banco e poco per volta tutte le possibili interpreti stanno scoprendo le proprie intenzioni. Una di loro è Mavi Garcia dell’UAE Team ADQ, che ha alle spalle una bella storia da raccontare e davanti a sé un 2022 da recitare come protagonista. Dall’anno scorso è allenata da Michele Devoti, diesse e Performance Director della formazione degli Emirati Arabi Uniti, che, dopo una vita tra gli uomini, ha appena vissuto la sua prima esperienza nel mondo femminile.

La spagnola, vincitrice dell’ultimo Giro dell’Emilia (foto di apertura), ha compiuto 38 anni lo scorso 2 gennaio ed è diventata elite solo nel 2015 (quando andò alla Bizkaia Durango dove rimase tre stagioni). Prima era stata campionessa di duathlon, con un argento europeo, un argento ed un bronzo mondiali quando già correva con il team basco. E fino al 2018, stagione in cui firmò per la Movistar (rimanendoci per un biennio) dedicandosi solo alla bici, ha lavorato per dodici anni nell’amministrazione di un’azienda di macchinari del settore alberghiero.

A Tokyo ha ottenuto il 12° posto su strada e il 23° nella crono
A Tokyo ha ottenuto il 12° posto su strada e il 23° nella crono

Quando contattiamo Mavi e Devoti, sono entrambi in Spagna. Lei è a casa sua a Palma di Mallorca dove si sta allenando. Lui è a Valencia per un mini-collegiale in attesa di partire l’indomani per l’Italia e così ne approfittiamo per chiedergli di introdurci la sua atleta.

Michele, la Garcia ha un passato che ricorda un po’ quello di un’altra ragazza che avevi nel 2021, la Reusser (passata alla Sd Worx, ndr).

E’ vero, Mavi è arrivata un po’ più tardi al ciclismo rispetto alla svizzera, ma entrambe hanno un gran motore. Mavi in questo periodo ho dovuto frenarla negli allenamenti, mi sono quasi spaventato. Nei test in soglia ha valori di 5,5 watt/kg. Solo nel 2021 abbiamo iniziato a fare lavori specifici, prima non ne aveva mai fatti. Fra di noi c’è fiducia reciproca. E’ cresciuta tantissimo, grazie anche alla nuova posizione in bici che le ho rivoluzionato dopo la tappa di Prato Nevoso all’ultimo Giro Donne. Ne ha beneficiato subito e poi sino a fine stagione. Abbiamo apportato altri dettagli ed ora sembra un’altra a pedalare. Per me ha ancora un margine di miglioramento di almeno il 10 per cento

Devoti è dallo scorso anno nel WorldTour femminile, dopo aver allenato i pro’ della Gazprom
Devoti è dallo scorso anno nel WorldTour femminile, dopo aver allenato i pro’ della Gazprom
Che calendario avrà?

Lo abbiamo già stilato in linea di massima. Quest’anno dovrebbe fare più di 60 giorni di gare, con almeno tre picchi di forma, che tra l’altro le donne sanno mantenere per lunghi periodi, più degli uomini. Strade Bianche, Cittiglio, Ardenne, campionati nazionali, Giro, Tour, europei, Vuelta e mondiali. E tante altre. In mezzo ai vari blocchi di gare, ci saranno tre ritiri in altura a Sierra Nevada.

Andiamo subito al sodo. L’obiettivo doppietta Giro-Tour è alla sua portata quindi?

Lo dico sinceramente: per me lei è l’unica che può battere la Van Vleuten, anche se non vanno trascurate tante altre avversarie di quel calibro. Sulla carta dovremmo venire al Giro per migliorare il quinto posto del 2021, conquistato facendo i cambiamenti di cui parlavo prima. Dobbiamo però ancora vedere come sarà il percorso. Il Tour invece sembra disegnato per Mavi. Inoltre non possiamo nasconderci perché Mauro Gianetti (Team Principal e CEO dell’UAE Team Emirates, ndr) vuole la doppietta al Tour con Pogacar e la Garcia. Lui ci sta col fiato sul collo (ride, ndr). Ce lo dice tra il serio e il faceto, ma so che ci crede davvero.

Il Giro d’Italia è stato una scoperta, con un 5° posto su cui costruire il prossimo
Il Giro d’Italia è stato una scoperta, con un 5° posto su cui costruire il prossimo
Insomma vi ha messo addosso un bel carico di pressione. Come la gestirete?

Mavi è una ragazza che affronta bene le tensioni pre gara. L’ho messa alla prova al Giro dell’anno scorso quando le ho chiesto il penultimo giorno di fare un certo di tipo di corsa nella tappa del Matajur. Ed infatti fece un’ottima prova. Se nel 2022 partiremo avendo già risolto tutti quei problemini che avevamo all’inizio dell’anno scorso, allora possiamo fare davvero tanto bene.

E Mavi cosa dice?

La parola ora passa alla Garcia, il cui nome per esteso è Margarita Victoria. Ci accordiamo via messaggio per chiamarla e la troviamo mezz’ora prima che inizi una pedalata indoor sui rulli smart. Dopo la nostra telefonata farà circa due ore. Chissà se, parlando dei suoi prossimi traguardi, le abbiamo dato una motivazione in più durante questo allenamento…

Con Moolman e Van Vleuten, Mavi Garcia tra le favorite di Giro e Tour
Con Moolman e Van Vleuten, Mavi Garcia tra le favorite di Giro e Tour
Mavi, Michele ci ha parlato molto bene di te. Ci ha detto che puoi migliorare ancora del 10 per cento.

E’ una percentuale altissima (risponde divertita, ndr). Non sarà facile fare questo step ulteriore, ma sto lavorando per questo. Lui è stato molto importante per me. Se nel 2020 ho capito le mie vere potenzialità cambiando mentalità, dall’anno scorso so che posso stare davanti nelle gare più importanti. Conoscerò però la mia vera condizione solo quando correrò. Sono molto stimolata a fare una bella stagione.

Che obiettivi ti sei prefissata?

Non lo so, andare forte dove posso. Ho iniziato tardi a correre, so di non essere più giovane e non so per quanti anni andrò avanti ma adesso voglio fare al meglio tutte le corse possibili. Mi sento sempre meglio col passare del tempo e ho tanta voglia di fare le corse, poi vedremo cosa farò.

Devoti sostiene che tu possa essere l’antagonista della Van Vleuten al Giro e al Tour.

Anche questo non lo so. E’ fortissima, ma non c’è solo lei da cui guardarsi. Penso a Moolman e Vollering (rispettivamente seconda e terza all’ultimo Giro Donne, ndr). Poi ci sono Longo Borghini e Cavalli. Non sarà semplice. Sarà importante il supporto della squadra e avere un buon feeling interno. Io potrò contare su Sofia Bertizzolo ed Erica Magnaldi (arrivate quest’anno nella UAE, ndr). Quest’ultima è più scalatrice, ci siamo già allenate assieme qui a casa mia. Penso che lei possa arrivare con me e con le migliori.

Ci è allenata con Erica Magnaldi in Spagna: le due sono ora compagne di squadra (foto Instagram)
Ci è allenata con Erica Magnaldi in Spagna: le due sono ora compagne di squadra (foto Instagram)
Con la Van Vleuten hai un piccolo conto aperto dalla Strade Bianche del 2020. Eri davanti da sola con più di tre minuti di vantaggio a circa 20 chilometri, eppure vinse lei. Che cosa successe?

Stavo bene anche se avevo più di 50 chilometri di fuga solitaria nelle gambe in un percorso così. Finché ho avuto le comunicazioni sui distacchi ero tranquilla perché mi gestivo, ma ad un certo punto nessuno mi ha detto più nulla. Ho fatto un tratto senza sapere i distacchi e quando hanno ricominciato ad aggiornarmi la Van Vleuten era a 30” da me. Comunque al traguardo ero contentissima, perché avevo fatto una grande gara.

Mavi prima di lasciarti… sei un po’ pentita di aver iniziato solo nel 2015?

Non guardo indietro e non ci penso. Dai 7 ai 17 anni ho fatto pattinaggio artistico e poi ho mollato tutto senza un motivo. Diciamo che forse sarebbe stato meglio iniziare a correre in bici cinque anni prima.