Velocità Francoforte 2022

Qualcosa si muove nella velocità juniores. Parola di Quaranta

19.05.2022
5 min
Salva

Mentre a Milton si svolgeva la seconda tappa di Nations Cup, Ivan Quaranta ha portato i suoi ragazzi del settore velocità a Francoforte, alla Brandenburger Sprint Cup. La notizia è nel fatto che la truppa azzurra ha portato a casa una serie clamorosa di risultati di spicco, dalla doppietta di successi di Mattia Predomo fra gli juniores (con gli ori in velocità e keirin, con Marco Morgante al 3° posto), al record italiano assoluto della velocità a squadre, dove Matteo Bianchi, Mattia Tugnolo e Daniele Napolitano hanno fatto fermare i cronometri sul tempo di 44”785 togliendo oltre un secondo al vecchio record.

E’ chiaro che sono risultati da prendere col bilancino, ma che hanno un loro valore per un settore appena nato. A Quaranta, che fa parte dello staff di Marco Villa come responsabile del settore velocità, è stato chiesto un compito davvero arduo: colmare oltre 25 anni di (quasi) totale assenza. Riagganciare la storia del settore ai fasti di un ciclismo lontano nel quale l’Italia dominava il mondo.

Un record vecchio di 10 anni

Quaranta ha preso l’incarico molto sul serio e non si nasconde le difficoltà, ma l’entusiasmo è palpabile dalle sue parole. La discussione parte proprio dal tempo dei tre ragazzi.

«Il precedente record aveva oltre 10 anni – dice – era tempo di scendere sotto, ma va considerato che in Italia la velocità a squadre era stata dimenticata perché non avevamo tre atleti in grado di farla. Ora invece vogliamo coprire tutte le gare e in maniera seria. Il tempo dei ragazzi sarebbe valso il 6° posto a Glasgow e l’8° a Milton e parliamo di tre under 23».

Predomo Francoforte 2022
Il podio della velocità juniores. In finale Predomo ha battuto il polacco Marciniak
Predomo Francoforte 2022
Il podio della velocità juniores. In finale Predomo ha battuto il polacco Marciniak
Ci sono margini di miglioramento immediato?

Sicuramente, considerando ad esempio che la partenza non era stata all’altezza. Io penso che possiamo limare almeno mezzo secondo e ricordo che lo scorso anno con 44″ netti si vinsero gli europei di categoria. Io voglio far bene, portare questi ragazzi a competere ad alto livello per le gare titolate di categoria, ma il mio pensiero va anche oltre, a farli partecipare a europei e mondiali assoluti. Poi è chiaro, nella velocità a squadre magari andremo ai mondiali e arriveremo ultimi, ma almeno ci saremo. In cima alle scalate non ci arrivi se non parti proprio dalla base…

Che livello aveva la gara tedesca?

Era buono, altre Nazioni hanno fatto la nostra stessa scelta, portando juniores e under 23 mentre le prime squadre erano presenti a Milton. Noi non possiamo fare diversamente, stiamo iniziando un percorso lavorando con i giovani, proprio perché abbiamo un enorme buco generazionale. Vorrei però sottolineare il fatto che abbiamo ragazzi che valgono davvero tanto. Predomo ad esempio, lo scorso anno con 10”8 sui 200 metri è andato sul podio juniores, oggi è al secondo anno ma già fa 10”2. Io dico che può giocarsi qualcosa di molto importanti nelle gare titolate.

Bertolini Francoforte 2022
Brave anche le ragazze: Beatrice Bertolini terza nella velocità juniores davanti ad Alessia Paccalini
Bertolini Francoforte 2022
Brave anche le ragazze: Beatrice Bertolini terza nella velocità juniores davanti ad Alessia Paccalini
Mattia Tugnolo viene dalla Bmx. E’ il primo prototipo di quella commistione con il settore sul quale si fa tanto affidamento?

Il discorso è lungo e complesso. Con Tommaso Lupi, responsabile tecnico della Bmx, stiamo confrontandoci molto e sto trovando grande collaborazione. Noi dobbiamo guardare a quei ragazzi che nella Bmx, dopo aver fatto la loro esperienza e appreso le basi tecniche, hanno dimostrato di non poter emergere, magari per paura dei salti, ma possono anche coltivare sogni olimpici nella velocità. Tugnolo ne è l’esempio, è un prospetto validissimo che può trovare una sua strada nella pista.

Come ti stai trovando nel settore?

Quando me lo hanno proposto, ho chiesto tempo. Volevo studiare, guardare come si lavora all’estero e sono andato in Francia, Svizzera, mi sono anche sentito con miei ex colleghi. Avevo bisogno di capire e per farlo ho guardato i numeri. Numeri che ad esempio mi dicono che a livello allievi, i nostri sono al pari delle grandi scuole straniere se non addirittura meglio. Il miglior allievo italiano fa 11”1, il francese 11”3.

Predomo Quaranta 2022
Ivan Quaranta punta molto su Predomo, perché raccolga la sua eredità da iridato juniores (foto Fci)
Predomo Quaranta 2022
Ivan Quaranta punta molto su Predomo, perché raccolga la sua eredità da iridato juniores (foto Fci)
Dov’è allora la differenza?

La differenza è che quel ragazzo italiano non ha interesse precipuo per la pista, il suo sogno è approdare alla strada, correre il Giro d’Italia o il Tour de France. Il francese viene subito preso dai tecnici di settore e si dedicherà alla pista. Se guardiamo l’albo d’oro allievi degli ultimi 10 anni, troviamo tutti nomi che volevano correre su strada e hanno smesso. Noi dobbiamo interrompere questa catena nefasta, spingere sui genitori perché i figli facciano attività su pista o nei bike park in cui si garantisce la loro sicurezza. Ma soprattutto far capire che il ciclismo su strada non è per tutti e ci sono altre vie per emergere.

In Germania si è distinto anche Matteo Bianchi, vicino al podio nella velocità e nel keirin. Si era parlato per lui della possibiltà di approdare al centro Uci di Aigle. Ora si allena con voi?

Sì, lo seguiamo noi. La cosa nasceva dal fatto che non ci fosse un settore e Villa non poteva seguire tutto. Ora invece c’è la possibilità di lavorare in Italia con tutte le strutture a disposizione. La Federazione non mi sta facendo mancare nulla, sapendo che il lavoro per tornare ai vertici sarà lungo. Intanto però guardiamo all’immediato. Fra 10 giorni seconda trasferta tedesca a Cottbus, speriamo di fare altri passi. Io guardo soprattutto a europei e mondiali di categoria per chiudere un cerchio. Sapete chi è stato l’ultimo campione del mondo italiano nella velocità? Io, fra gli junior nel 1992. A trent’anni di distanza è ora che qualcuno mi tolga questo primato…

La zampata di Quaranta sulla velocità azzurra

14.04.2022
5 min
Salva

La prima domanda, un sospiro e una battuta divertita come risposta. «Come ho trovato la velocità della pista italiana? Eh, potrei dirvi come la penso ma dopo dovrei uccidervi! Come facciamo?». Ivan Quaranta (in apertura con Matteo Bianchi e Mattia Predomo, foto FCI), che chiamavano “il Ghepardo”, apre la nostra chiacchiera con una zampata (di spirito) proprio come terminava le volate da corridore.

Dallo scorso gennaio, ufficialmente, il 47enne cremasco è collaboratore del cittì della pista Marco Villa per le discipline veloci. Quelle che stanno facendo fatica nel nostro movimento e per le quali Quaranta dovrà rimboccarsi le maniche per riportarle agli antichi splendori. L’argomento meritava di essere approfondito con lui, che da junior nel 1992 ad Atene fu campione del mondo della velocità, prendendo spunto anche dai suggerimenti di Sir Chris Hoy dei giorni scorsi.

Il coinvolgimento di Quaranta nei piani federali era emerso già al Lunigiana 2021, dove ha guidato il team azzurro
Il coinvolgimento di Quaranta nei piani federali era emerso già al Lunigiana 2021
Ivan come mai la velocità azzurra non è più quella di un tempo?

Il mio pensiero è allineato a quello di Villa, Fabio Masotti e Diego Bragato (questi ultimi due rispettivamente collaboratore e preparatore atletico, ndr). Ovvero che in Italia è un problema culturale. L’italiano ha la velocità nel proprio DNA. Ha vinto tutto quello che si poteva fin dai tempi di Maspes e Gaiardoni fino a Chiappa o ai miei. Se oggi dovessimo fare un mondiale di velocità in pista con esordienti o allievi saremmo sicuramente tra i primi. Poi però succede che all’estero, in Francia, Gran Bretagna o Olanda, questi ragazzi continuano a lavorare su pista mentre qua da noi il diesse, il genitore o il tifoso del ragazzo inizia già ad immaginarselo vincente nelle volate su strada al Giro o al Tour. E’ vero che abbiamo vinto le Olimpiadi con Viviani, Ganna e il quartetto nelle discipline endurance ma in Italia si pensa che il ciclismo sia solo su strada. Figuriamoci la velocità.

Come si può ovviare a questo modo di pensare?

E’ dura adesso convincere un ragazzino a non abbandonare la velocità in pista, dedicandosi totalmente ad essa. La fase più importante, quindi, è quella del reclutamento. Adesso sto cercando di compiere questa missione con i più giovani, sia col mio modo di fare sia anche e soprattutto con dei numeri o certezze scientifiche. Non è che Villa o io ne sappiamo di meno dei tecnici olandesi, ad esempio. E’ che con i cavalli da corsa sono capaci tutti a vincere e tutto è più semplice. Bisogna avere più ragazzi.

Miriam Vece, Migle Marozaite, velocità, europei Plovdiv 2020
Miriam Vece, qui contro Marozaite agli europei di Plovdiv 2020, è un talento in crescita fra le ragazze
Miriam Vece, Migle Marozaite, velocità, europei Plovdiv 2020
Miriam Vece, qui contro Marozaite agli europei di Plovdiv 2020, è un talento in crescita
Cosa bisogna fare per essere persuasivi?

Bisogna farli appassionare. E per farsi appassionare devi aumentare la attività. Qui da noi le discipline veloci in pista vengono un po’ snobbate dagli organizzatori. All’estero ogni domenica i giovani gareggiano in pista. Personalmente ho pensato a un modo sia a breve che a lungo termine per convincerli ed interessarli. Nel breve bisogna lavorare bene con i ragazzi che abbiamo adesso. Il lungo termine poi sarà una conseguenza. La Federazione in ogni caso ci sta aiutando tanto, però potrebbe spingere gli organizzatori a fare più corse di questo tipo. Vi faccio un esempio per spiegarmi meglio…

Vai pure…

Prendete i ragazzi della BMX. Loro sanno già che non correranno mai il Tour de France, perché le loro prove durano pochissimo. E’ un modello di prestazione totalmente diverso alla strada, eppure chi inizia con questa disciplina continua e non gli interessa del resto. La fanno perché gli piace. E corrono tutte le domeniche. Ci vorrà della pazienza, ma la via da seguire è questa.

Matteo Bianchi, uno dei velocisti azzurri più forti, impegnato in una volata nel keirin
Matteo Bianchi, uno dei velocisti azzurri più forti, impegnato in una volata nel keirin
Se l’hai letta, cosa pensi di quello che ci ha detto Hoy a Londra?

Eh, figuratevi se dieci minuti dopo che l’avevate pubblicata, non me l’avevano già girata (ci confida sorridendo, ndr)?! Ho il suo stesso pensiero, che tra l’altro ha detto in maniera disinteressata. L’unico aspetto che non condivido a pieno è quello legato al budget. Ovvero che investendo nella velocità si tolga qualcosa all’endurance. Chris Hoy ha tanta esperienza e lo ha affermato come ipotesi, però magari non conosce bene la realtà italiana. Villa sarebbe ben felice di vincere, ad esempio, sia l’inseguimento a squadre che il team sprint. Noi tecnici dobbiamo poter lavorare con i migliori e poi garantire in futuro a questi ragazzi un adeguato stipendio per mantenersi in modo autonomo.

Come sta procedendo il tuo lavoro?

Abbiamo ragazzini che fanno già tempi buonissimi su pista in cemento all’aperto. Se lavoriamo sul rapporto da spingere portandoli in un velodromo al chiuso con pista in legno, guadagniamo un secondo abbondante come ridere. E da lì quindi iniziare a lavorare sempre meglio per abbassare i tempi. Ora stiamo facendo buone cose con Miriam Vece, cui faceva riferimento Hoy, con Mattia Predomo (bronzo mondiale nel 2021, ndr), Matteo Bianchi o Daniele Napolitano. Inoltre abbiamo iniziato una bella collaborazione con Tommaso Lupi, il cittì della nazionale di BMX.

Predomo 2021
Nel 2021, Mattia Predomo ha centrato il bronzo mondiale nella velocità juniores al Cairo
Predomo 2021
Nel 2021, Mattia Predomo ha centrato il bronzo mondiale nella velocità juniores al Cairo
In cosa consiste?

Mi hanno messo a disposizione già alcuni loro atleti che hanno girato in pista con noi. I loro atleti hanno caratteristiche simili ai nostri e viceversa. Ci stiamo già muovendo, ma ancora non entro nel dettaglio delle cose. Ciclisticamente parlando la velocità in pista e la BMX sono due discipline che più si somigliano. E infatti non è un caso che l’olandese Harrie Lavreysen (due ori olimpici a Tokyo e già campione del mondo ed europeo e vincitore della Champions League della pista, ndr) venga proprio dalla BMX.

Hoy ci ha detto che se l’Italia trova la persona giusta, la velocità azzurra si rilancerà in fretta. Sei tu quella persona?

Non lo so, ma spero proprio di sì. Posso dirvi che mi aspetta un compito difficile, però questo ruolo è stimolante. Ho affrontato così tante sfide quasi impossibili nella mia vita, che questa mi affascina. Parigi 2024 è troppo vicina, ma Los Angeles 2028 è alla nostra portata. Stiamo lavorando in questa ottica, oltre che per le rassegne mondiali e continentali. Anzi secondo me potremmo avere delle sorprese nel giro di poco.

Mattia Predomo

Il bronzo mondiale di Predomo, velocista con idee chiare

19.11.2021
5 min
Salva

Ai mondiali juniores su pista de Il Cairo, un giovanissimo trentino ha regalato alla velocità italiana un altro sprazzo di luce. Il bronzo conquistato da Mattia Predomo è stato davvero qualcosa di imprevisto, erano decenni che un italiano non riusciva ad emergere in una specialità dove una volta eravamo padroni del mondo e dove ora guardiamo da lontano realtà non solo come Olanda o Germania che dominano, ma anche Paesi senza tradizione ciclistica come Malaysia o Hong Kong, ma che in questo settore sono decisamente avanti a noi.

Quello che ha dato a questa medaglia la giusta dimensione è stato lo stesso Predomo, appena diciassettenne ma consapevole che questo è solo un gradino di una scala ancora lunga, se si vuole percorrerla per arrivare fino in cima. Su di lui e su Bianchi si fonda l’attuale futuro della specialità, sperando che il nuovo nucleo tecnico partorisca un progetto sul quale lavorare per riportare l’Italia a essere davvero presente in un mondo che attualmente ci vede solo spettatori.

E’ curioso il fatto che ci si affidi a due ragazzini che sulla base di una comune passione siano uniti da una solida amicizia: «Con Matteo ci conosciamo da sempre e devo dire che è stato lui a trascinarmi dentro questo bellissimo mondo, poi ho avuto la fortuna di trovare un diesse come Alessandro Coden che ha creduto subito in me e con il quale condivido questo cammino fatto di tanto lavoro».

Predomo Cairo 2021
Il podio della velocità ai mondiali junior in Egitto, con da sinistra Lonhard (GER, 2°), Kalachnik (RUS, 1°) e Predomo
Predomo Cairo 2021
Il podio della velocità ai mondiali junior in Egitto, con da sinistra Lonhard (GER, 2°), Kalachnik (RUS, 1°) e Predomo
Sai che l’Italia una volta era padrona di questa specialità, conosci un po’ la storia della velocità su pista?

Sì, mi sono un po’ documentato, ma da quel poco che ho visto era un altro mondo, una velocità molto diversa da quella di oggi. Una volta chi veniva dalla strada poteva competere anche nella velocità su pista, oggi anche il miglior sprinter non avrebbe scampo soprattutto perché un pistard che si dedica a queste discipline ha un fisico molto diverso.

La velocità su pista ha infatti avuto un’evoluzione particolare e i suoi protagonisti hanno tutti fisici molto massicci, con una muscolatura scolpita, il che porta molti a pensare che non sia tutto frutto di lavoro in palestra. Tu che cosa ne pensi al riguardo?

Io non credo che ci siano additivi chimici, ci sono troppi controlli in ogni gara e so per esperienza personale che è proprio dal lavoro in palestra che si cresce fisicamente. Se guardo le mie foto di 3 anni fa non mi riconosco e non solo per la mia crescita naturale, la palestra mi ha fisicamente cambiato molto, è un lavoro duro che però è essenziale per questa disciplina.

Secondo te la velocità è tutta questione di fisico?

No, anzi. A me piace molto guardare le gare e noto che la tecnica sta diventando sempre più importante, sta tornando di moda il surplace, Lavreysen ha fondato le sue vittorie soprattutto sulla furbizia. Il fisico è la base, ma solo con quello non ottieni nulla…

Il settore dello sprint comprende molte discipline come quello dell’endurance: oltre al torneo della velocità ci sono ad esempio keirin e chilometro lanciato, in queste prove come ti trovi?

Il keirin è complicato, per me è una roulette russa dove devi saper prendere le ruote giuste e scegliere il momento adatto per uscire, ma non è facile considerando che ormai sono volate lanciate già a tre giri dalla fine e sono un grande stress per le gambe, molto più del torneo della velocità. Il chilometro non l’ho mai affrontato e sono molto curioso di farlo la prossima stagione.

Come sei arrivato a quel bronzo, te lo aspettavi?

All’inizio no, anche perché ero uscito molto demoralizzato dagli Europei di categoria, non erano andati come volevo. Invece ai mondiali ho capito come potevo correre per emergere e ogni turno che passavo mi sentivo sempre meglio, ma anche dopo aver conquistato la medaglia non ho perso di vista la mia strada, so che c’è tanto lavoro da fare.

Predomo Keirin
Predomo impegnato nel keirin: è stato 6° ai mondiali, ma ancora non lo sente suo
Predomo Keirin
Predomo impegnato nel keirin: è stato 6° ai mondiali, ma ancora non lo sente suo
Corri anche su strada?

Sì, ma l’ultima stagione non mi ha dato le risposte che cercavo, anche se quando corro su strada lo faccio soprattutto pensando alla pista, è più un allenamento. Infatti nel 2022 correrò più su strada nella prima parte di stagione cercando di fare il meglio possibile, poi mi concentrerò sulla pista.

Ti sei posto degli obiettivi?

E’ chiaro che vorrei conquistare un’altra medaglia, soprattutto agli europei per cancellare la delusione di quest’anno, ma non voglio pensare troppo ai risultati, voglio soprattutto concentrarmi sul lavoro e su quanto potrò ancora imparare.

Predomo Coden
Mattia campione italiano junior fra il diesse Alessandro Coden e il meccanico Giovanni Carini
Predomo Coden
Mattia campione italiano junior fra il diesse Alessandro Coden e il meccanico Giovanni Carini
Matteo Bianchi ha la possibilità di andare ad allenarsi nel centro Uci di Aigle. Piacerebbe anche a te?

Molto, sarebbe una grande opportunità, considerando la struttura che hanno a disposizione, ma credo che anche da noi si possa lavorare bene, soprattutto quando torneremo ad avere l’impianto di Montichiari a disposizione. Aigle mi piacerebbe soprattutto per affrontare e conoscere nuove metodologie di lavoro.

E anche per avere più opportunità di confronto. Non pensi che il problema della velocità italiana sia dato anche dalla ridotta quantità di gare?

Sicuramente, io ho potuto affrontare solamente 6 gare nel 2021 e devo dire grazie alla mia società, la Campana Imballaggi che mi consente di affrontare questa disciplina pur avendo poche occasioni per poter far vedere la loro maglia. Servirebbe un calendario maggiormente fornito come anche un numero di impianti superiore, speriamo che col tempo tutto ciò arrivi e anche i miei risultati possano essere uno stimolo.