Nuovi arrivi azzurri alla Roland. L’ultimo regalo di papà Ruffilli

01.01.2025
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Il Team Roland dal prossimo anno avrà due italiane in più, Giulia Giuliani e Vittoria Ruffilli, promosse direttamente dal K2 Women Team. Una promozione che ha sorpreso in molti e che rappresenta anche l’ultima vittoria della squadra continental, che ha appena chiuso i battenti. Una scelta dolorosa per Massimo Ruffilli, il titolare che ha investito tutta la sua passione nel ciclismo femminile e per il quale la carriera della figlia, il suo accesso nel ciclismo di vertice, è il più bello dei regali di Natale che potesse ricevere.

La giovane Ruffilli viene dal triathlon, ha iniziato seriamente con il ciclismo 4 anni fa (foto DirectVelo)
La giovane Ruffilli viene dal triathlon, ha iniziato seriamente con il ciclismo 4 anni fa (foto DirectVelo)

Il racconto parte proprio dal papà che ci tiene a sottolineare come il legame con il team svizzero non si esaurisca solamente con la promozione delle due ragazze: «Anche il nostro meccanico Gaetano Romano è passato a far parte della squadra, come anche l’ex ciclista Nicole Fede che accede come massaggiatrice. E’ un premio al nostro lavoro, d’altronde le due ragazze si sono impegnate molto e hanno visto premiata la loro crescita».

Quando è nato il contatto?

Con la Roland abbiamo sempre avuto rapporti e già nel 2023 ci avevano esternato il loro interesse. Giulia e Vittoria avevano però bisogno di altro tempo, di imparare anche considerando il fatto che abbiamo avuto poche occasioni di confronto con i team più blasonati. Al Giro dell’Emilia la trattativa ha preso la piega giusta, ci hanno detto di volerle ingaggiare e noi siamo stati ben felici.

La Giuliani, 22 anni, è una passista. Stessa età per la Ruffilli, forte in salita
La Giuliani, 22 anni, è una passista. Stessa età per la Ruffilli, forte in salita
Che cicliste sono?

Mia figlia è portata per la salita, grazie anche al suo fisico leggero. Più le gare sono dure, più riesce a emergere e farsi vedere, per questo è ideale per un team WorldTour. Giulia invece è una passista che si adatta a qualsiasi tipo di corsa.

La loro promozione addolcisce un po’ il rammarico per la chiusura del team…

E’ stata una scelta sofferta ma per certi versi necessaria. Io vengo dal calcio e sono abituato a vivere lo sport in maniera differente. Il ciclismo femminile avrebbe bisogno di un approccio diverso: non è come i colleghi maschi, non ha la stessa visibilità, bisognerebbe agire sul calendario, sulle gare, renderle maggiormente appetibili anche agli sponsor. Io che cosa posso garantire loro? Non hanno riscontri sufficienti per mettere a disposizione le cifre necessarie. Se poi le grandi corse, che già sono poche, invitano solo le squadre di alto livello, noi siamo completamente fuori gioco.

Per la Giuliani un secondo posto di prestigio al GP Arcade, battuta da Virginia Bortoli
Per la Giuliani un secondo posto di prestigio al GP Arcade, battuta da Virginia Bortoli
E’ un problema solo d’immagine?

No, perché io devo pensare anche alla crescita delle ragazze e questa avviene solo confrontandosi con le migliori. Io sono riuscito a far invitare il team al Tour de l’Ardeche e per le ragazze è stata un’esperienza esaltante, fondamentale, fare 6 tappe con i team del WorldTour. Perché non si può fare lo stesso qui?

Quanto ha influito nel passaggio di Vittoria essere tua figlia?

Se pensate che sia uno di quei papà che spingono sui figli, non sono la persona giusta. Vittoria voleva seguire questo sogno, io l’ho lasciata fare, ma è tutta farina del suo sacco. Se l’è meritato lei, è stata lei ad attirare l’attenzione dei dirigenti svizzeri. Io devo pensare alla mia azienda, al mio lavoro.

Il team italiano era davvero una famiglia. Il suo scioglimento è l’ennesima sconfitta per il movimento
Il team italiano era davvero una famiglia. Il suo scioglimento è l’ennesima sconfitta per il movimento

Un ingaggio a sorpresa

Nelle parole di papà Ruffilli c’è un pizzico di rammarico per la chiusura dell’avventura generale, mitigato dal successo della figlia Vittoria che da parte sua è carica a mille: «A settembre mi hanno contattato e sinceramente non me l’aspettavo proprio. Per me vedere che la mia passione diventa un lavoro vero e proprio è il massimo».

Conoscevi già il team svizzero?

Sì, ma come tutti gli altri, non avrei mai pensato che un giorno sarebbe diventato casa mia. Lo seguivo sui social, poi quando mi hanno avvicinato sono rimasta di sasso.

Sai già che cosa vorranno da te?

Ne parleremo nel primo ritiro di gennaio, ma io sarò una delle più giovani e voglio mettermi a completa disposizione della squadra, imparare quanto più possibile dalle più esperte, tenendo conto che poi d’imparare non si smette mai davvero… Per me saranno tutte esperienze nuove, sono emozionata e al contempo anche un po’ intimorita.

Vittoria Ruffilli al Tour de l’Ardeche, chiuso al 57° posto ma con un’ottima prestazione nella quinta tappa (foto DirectVelo)
Vittoria Ruffilli al Tour de l’Ardeche, chiuso al 57° posto ma con un’ottima prestazione nella quinta tappa (foto DirectVelo)
Com’è stato il tuo 2024?

L’inizio era stato abbastanza normale, ma in primavera ho avuto problemi di salute che mi hanno ostacolato in allenamento e in gara, anche se realmente non mi sono mai fermata. Sentivo però che era tutto molto frenato, che non rendevo come mi aspettavo. Poi d’estate le cose sono andate un po’ meglio, all’Ardeche, nella tappa più dura sono anche rimasta a lungo nelle posizioni che contano ottenendo una prestazione al di là delle mie aspettative.

Che cosa ti lasci indietro con il cambio di squadra?

Mi lascio una famiglia. Si era creato un ambiente ideale, eravamo tutte amiche prima che compagne di squadra e infatti siamo tutte rimaste in stretto contatto. Per me era tutto un mondo nuovo, io ho iniziato solo qualche anno fa, venivo dal triathlon che è una disciplina completamente diversa. Non nascondo che andar via mi è dispiaciuto, ma fa parte della crescita. Sapere poi che la squadra ha chiuso i battenti mi addolora molto, ma queste sono scelte che non mi competono. Ora guardo alla nuova stagione nella quale non mi pongo obiettivi legati a questa o quella gara, voglio solo crescere e fare quel che mi diranno.

Continental italiane: «Rimandare i ProTeam femminili»

30.11.2023
6 min
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La decisione dell’UCI di introdurre i ProTeam femminili dal 2025, in Italia sta già allineando il pensiero di tutte le continental. Nessun loro dirigente è favorevole, quantomeno per la poca chiarezza di un argomento particolarmente delicato ad un solo anno dall’entrata in vigore della riforma.

Al malumore e scetticismo suscitati ieri al nostro primo giro di opinioni, oggi fanno eco le parole di Massimo Ruffilli della GB Junior Team, Renato Pirrone della Mendelspeck e Matteo Ferrari dell’Aromitalia Basso Bikes Vaiano, gli altri tecnici che abbiamo interpellato. Requisiti economici minimi garantiti, fidejussioni bancarie, sponsor, calendario, atlete e organizzazioni sono alcune degli aspetti che toccheranno da vicino sia le nuove formazioni professional che le già esistenti continental (in apertura foto Spalletta). Andiamo a vedere il loro punto di vista.

L’UCI pensa alla nascita dei ProTeam femminili, ma nel WT si è appena concretizzata la fusione tra Jayco Alula e Liv Racing
L’UCI pensa alla nascita dei ProTeam femminili, ma nel WT si è appena concretizzata la fusione tra Jayco Alula e Liv Racing

Il pensiero della GB Junior Team

Esattamente un anno fa la GB Junior Team prendeva la licenza UCI per ampliare la propria visibilità attraverso la partecipazione al Giro Donne e tutto il resto del calendario nazionale. Uno sforzo oneroso non indifferente per la realtà di Massimo Ruffilli, che tuttavia ora rischia di non bastare più.

«Ve lo dico sinceramente – attacca il team manager lombardo – ma vedo brutta la situazione. Adesso tutto ruota attorno alle cifre obbligatorie pretese dall’UCI, che tendono a salire a fronte di un numero sempre uguale di sponsor. Stiamo facendo piccoli “grandi” passi per fare crescere le nostre ragazze. Quest’anno per la prima volta faremo un lungo ritiro in Spagna ad inizio 2024 perché ci hanno invitati nelle tre gare di Mallorca (nuove per il calendario femminile, ndr) e vogliamo farci trovare pronte. E’ una spesa che sosteniamo volentieri perché ci crediamo e perché per le nostre squadre la missione è quella di correre il Giro. Come il Tour per le francesi. Se però con la nuova riforma togli loro quella possibilità, allora per le continental ci sarà poco da fare».

Il Gb Junior Women ha preso la licenza UCI nel 2023, ma la nuova riforma dei ProTeam rischia di limitarne l’attività
Il Gb Junior Women ha preso la licenza UCI nel 2023, ma la nuova riforma dei ProTeam rischia di limitarne l’attività

«Al momento quella dell’UCI – conclude Ruffilli – sembra più una mossa politica che sportiva a favore dei piccoli team, ma credo che prima dovrebbero sistemare la nostra categoria. Anziché tassarci di ogni cosa, mi piacerebbe che l’UCI creasse un calendario ed un mercato per le continental ben regolamentati, anche in termini economici. O che magari potesse suggerire connubi tra professional maschili e continental femminili dello stesso Paese, benché sappia che è pura utopia. In ogni caso dovremo fare certe valutazioni, se si andrà verso una determinata direzione. Potrei anche pensare ad una fusione con un’altra continental, però il rovescio della medaglia sarebbe che delle atlete resterebbero a piedi. E quest’anno hanno smesso circa 40 ragazze, non si può continuare un trend simile».

Parola al Team Mendelspeck

Rispetto al GB Junior Team, la Mendelspeck ha acquisito la licenza UCI con un anno di anticipo, ad inizio 2021. Il team manager Renato Pirrone è nel ciclismo da tanti anni e si dimostra molto diplomatico nel valutare la possibile riforma che andrebbe a condizionare il suo lavoro.

«Anch’io sono in linea con i colleghi – analizza il dirigente di Laives – e penso che gli aspetti fondamentali saranno due: calendario e requisiti economici. Le continental continueranno a vivere solo se potranno fare un certo tipo di gare. Ad oggi le WorldTour possono correre sempre e ovunque, come al Liberazione che è una 1.2 (lo status più basso, ndr), anche se inizialmente la norma non doveva essere così. Un organizzatore per far alzare sempre di più il livello della propria corsa vuole sempre i top team, però non può e non potrà essere sempre così. In questi due anni non abbiamo fatto troppe polemiche per evitare di “giocarci” un invito per l’anno dopo, ma abbiamo dovuto accettare dei compromessi per partecipare ad alcune gare, anche di prestigio. Non è giusto nei confronti delle continental, specie se piccole o non ricche come le nostre».

Francesca Tommasi è appena passata dalla Mendelspeck alla BePink. Per il futuro qualcuno auspica un mercato regolamentato meglio (foto Ph Rosa)
Francesca Tommasi è appena passata dalla Mendelspeck alla BePink. Per il futuro qualcuno auspica un mercato regolamentato meglio (foto Ph Rosa)

«L’UCI è sempre molto veloce e solerte nel mandarti le sanzioni via email – chiude Pirrone – ma per questo caso non si sono preoccupati di avvisarci. Associazioni come l’ACCPI potrebbero intermediare con l’UCI per cose come queste. Tuttavia le ultime voci dicono che questa riforma la vogliano posticipare ad inizio 2027. Sarebbe la decisione più saggia, a patto che pongano certi parametri anche per le continental, per evitare che valga tutto a livello contrattuale come è stato finora. Nel frattempo noi avremmo la possibilità di fare certi piani con i nostri sponsor per progettare meglio il futuro».

Tutto libero. Attualmente le WorldTour partecipano anche alle gare di classe 2. Originariamente la regola era un’altra (foto Guillaume DirectVelo)
Tutto libero. Attualmente le WorldTour partecipano alle gare di classe 2, ma la regola era un’altra (foto Guillaume DirectVelo)

Il Vaiano in controtendenza

Una delle formazioni storiche del movimento italiano è l’Aromitalia Basso Bikes Vaiano che vuole essere preparata alla eventuale novità. Il diesse Matteo Ferrari, braccio destro del team manager Paolo Baldi, ha ben chiara la situazione che potrebbe delinearsi, tanto da essere l’unico un po’ più fiducioso di tutti malgrado tutto.

«Quando abbiamo saputo della notizia – spiega – abbiamo fatto un sondaggio generale tra i nostri sponsor, pur non avendo alcuna linea guida dall’UCI. Stiamo lavorando con l’idea di poter diventare ProTeam iniziando a fidelizzarci ancora di più con i nostri partner e fornitori, compreso quello delle bici che sarà nuovo e che potrebbe darci più stabilità economica. Comunque ci sarà da vedere la sostenibilità di questa riforma. Nel WorldTour abbiamo appena assistito alla fusione tra Jayco Alula e Liv Racing. Insomma, non proprio un bel segnale per volere un altro cambiamento, alla luce anche della chiusura o forte ridimensionamento in Spagna di Massì-Tactic, Sopela e Bizkaia (quest’ultima ha disputato gli ultimi 6 Giri Donne, ndr). Per me ritarderanno l’arrivo dei ProTeam sulla base di quante continental resteranno a fine 2024».

La leader della Aromitalia Vaiano è la lituana Rasa Leleivyte, che garantisce sempre un buon numero di punti UCI
La leader della Aromitalia Vaiano è la lituana Rasa Leleivyte, che garantisce sempre un buon numero di punti UCI

Fra le tante questioni ci sarebbe da riformulare un calendario puro per le continental, magari per la stagione che sta per iniziare ed in previsione della riforma. Nel 2023 tra le gare di classe 1 e 2, in Belgio ci sono state 22 gare, in Francia 16 mentre in Italia solo 5.

«Infatti – finisce Ferrari – io lascerei le corse con lo status minore alle continental e agli eventuali ProTeam, che a loro volta parteciperebbero alle gare WT e di classe Pro assieme alle WorldTour. Se poi resteranno posti liberi nelle corse WT, allora sarebbe discrezione degli organizzatori chiamare le continental che preferisce, auspicando che in Italia chiamino le italiane. Intanto però proprio in Italia quest’anno abbiamo affrontato un altro problema. Ci siamo già dovuti adeguare alla riforma dello sport per le società. Questo inciderà molto sui budget visto che ci saranno esborsi che prima non c’erano. Ora dobbiamo solo aspettare che l’UCI si faccia viva con noi, anche se è già in ritardo».

GB Junior Women, marzo intenso aspettando l’ok del Giro

22.02.2023
6 min
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C’è un punto di domanda nel calendario della GB Junior Women che al momento lascia un alone di preoccupazione a dirigenti e atlete. La formazione piemontese ha già stilato una buona parte del programma agonistico di questa sua stagione di debutto nel circuito UCI, però manca una gara per completare il mosaico.

L’attesa di conoscere il destino del Giro Donne di quest’anno – percorso e squadre partecipanti su tutti – ha alimentato qualche pensiero da parte di Massimo Ruffilli, team manager della GB Junior Women. Proprio con lui abbiamo voluto capire com’è cambiata la vita della sua squadra e che cosa potrebbe rappresentare correre o meno la maggiore gara a tappe italiana.

Roster e staff della GB Junior Women che quest’anno debutta nel circuito UCI (foto facebook)
Ol roster della GB Junior Women che quest’anno debutta nel circuito UCI (foto facebook)
Dall’ultima volta che ci eravamo sentiti che differenze hai notato nella gestione della squadra?

Ce ne sono tantissime. Rispetto all’anno scorso, adesso abbiamo una enorme mole di lavoro. Arrivano molte più email, come ad esempio le richieste di materiale da parte di fotografi o giornalisti stranieri che vogliono avere maggiori informazioni su di noi. Vogliono sapere chi siamo, chi sono le nostre atlete e pure il nostro calendario. Anche per le stesse ragazze, le giornate sono più impegnative. Non ci eravamo abituati, dobbiamo adeguarci alla categoria in cui siamo entrati.

Il cambiamento maggiore quale è stato?

Non saprei quale scegliere. Forse la prima cosa che mi viene in mente sono gli allenamenti per le crono. Prima di quest’anno era una specialità che non preparavamo perché in pratica non le facevamo quasi mai. Abbiamo acquistato bici da crono ed iniziato a fare subito tante sedute di allenamento. Poi ci stiamo preparando sugli sterrati in vista della Strade Bianche. A inizio gennaio invece abbiamo fatto un ritiro di quindici giorni poi abbiamo avuto Giuliani a Calpe con la nazionale. Insomma, adesso per noi è diventato un lavoro vero e proprio, considerando che molti di noi hanno anche un’altra attività.

La formazione piemontese nel 2023 sarà riconoscibile per le sue De Rosa… rosa (foto GB Junior Women)
La formazione piemontese nel 2023 sarà riconoscibile per le sue De Rosa… rosa (foto GB Junior Women)
Avete dovuto allargare lo staff?

Sì, era necessario ed anche noi ci siamo messi alla prova. Ci siamo mossi per avere altre figure. Ci sarà un nuovo team manager che si occuperà delle gare, tra inviti, richieste e logistica. Ci sta già aiutando ma lo annunceremo solo fra un mese quando saranno più sistemate alcune sue questioni lavorative. Siamo ben coperti con i meccanici e posso farne il nome con orgoglio. Mattia Oppici (figlio di Fausto, meccanico della Soudal-Quick Step, ndr) e Flaviano Frugeri sono bravissimi, esperti e saranno un valore aggiunto al nostro team.

In pratica è come se aveste iniziato quasi da zero?

Più o meno è così, perché ci sono tanti aspetti che impari a considerare col passare del tempo. Ad esempio abbiamo dovuto dare quasi il triplo del vestiario alle ragazze, compresi body da crono e da gara. Abbiamo raddoppiato le bici, i gruppi, le ruote. Abbiamo dovuto prendere anche altri mezzi, arrivando a tre ammiraglie e due furgoni. Sono stati investimenti importanti. Sappiamo a cosa stiamo andando incontro.

Ad inizio gennaio la Gb Junior Women è stata in ritiro a Francavilla a Mare
Ad inizio gennaio la Gb Junior Women è stata in ritiro a Francavilla a Mare
Cosa intendi?

Noi quest’anno dobbiamo essere pronti a livello mentale, ma soprattutto organizzativo. Ho preso spunto guardando qua e là, chiedendo consigli, anche alle stesse ragazze. Ci stiamo affidando a chi ha vissuto certe situazioni prima di noi. Una filosofia che abbiamo avuto proprio come quando abbiamo iniziato la nostra avventura con Bortolami. Il ciclismo femminile è in un momento in cui se ti fai vedere organizzato e preparato, magari puoi essere assorbito da qualche formazione più grande e forte.

In questi mesi come hai visto la tua squadra?

Quando prima parlavo di aspetto mentale mi riferivo al fatto che le nostre ragazze devono correre con grinta e coraggio. A loro porto sempre alcuni esempi. Carbonari si è fatta vedere con una lunga fuga ed è arrivata nell’orbita UAE. Oppure, ancora più lampante, Realini che è stata presa dalla Trek-Segafredo dimostrando già di valere il WorldTour. Complessivamente abbiamo un roster che non è competitivo come altre formazioni simili a noi, a parte Giuliani che è nel giro azzurro e che speriamo di far approdare in team più importanti. Tuttavia vogliamo far vedere la GB Junior Women in ogni corsa.

Il vostro calendario cosa prevede?

Stiamo lavorando sodo per un marzo intenso. Eravamo a rischio, ma abbiamo avuto la conferma di partecipare a Strade Bianche e Cittiglio. Per noi è soddisfazione enorme poter disputare due gare WT come queste. Nel mezzo faremo altre due internazionali. Il Trofeo Oro in Euro a Montignoso il giorno dopo Siena e poi il Ponente in Rosa dal 7 all’11 marzo. Faremo anche una settimana in Belgio. Ci sta dando una mano Simone Masciarelli che è rimasto lassù anche dopo che suo figlio Lorenzo è venuto alla Colpack. Stiamo aspettando l’ok su quali gare fare.

E dopo le corse in Belgio?

Progetteremo la seconda parte di stagione, però l’attenzione più alta è legata al Giro Donne. Siamo vigili e sul pezzo. In teoria avevano dato per certa la partecipazione di tutte le formazioni continental italiane, ma questo clima di incertezza ci preoccupa. Siamo nel limbo e non è un bene.

Le nuove bici da crono e subito tanti allenamenti specifici (foto Gb Junior Women)
Le nuove bici da crono e subito tanti allenamenti specifici (foto Gb Junior Women)
Per la GB Junior Women il Giro Donne sarebbe l’obiettivo primario, giusto?

Di più, è linfa per noi. Se non dovessimo farlo, sarebbe un colpo sotto la cintola che metterebbe a repentaglio tutte le altre nostre gare. Abbiamo preso la licenza UCI solo per quello. Anzi, sarebbe quasi un fallimento tenendo conto degli investimenti di cui parlavo prima. Se Cavalli e le altre grandi nostre cicliste vogliono avere notizie del Giro Donne, figuratevi noi che abbiamo un budget limitato. Tuttavia restiamo fiduciosi. Alla luce di questo però faremo le corse di marzo col coltello fra i denti, onorandole tutte. Sperando poi che arrivino buone conferme per noi.

Il GB Junior Women diventa continental e sogna il Giro Donne

10.11.2022
6 min
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Un assaggio di internazionalità il GB Junior Team Women ce lo ha avuto qualche settimana fa quando Giulia Giuliani ha corso in Argentina con la maglia della nazionale. Dal 2023 però la formazione nero-arancio potrà sedersi al tavolo dei grandi quasi sempre grazie all’acquisizione della licenza UCI e del titolo “continental”.

Un salto di categoria importante per la squadra piemontese (di affiliazione) che avrà una mission ben precisa. E così abbiamo fatto un colpo di telefono al team manager Massimo Ruffilli per scoprire meglio cosa bolle in pentola tra attività e programmi per l’anno prossimo.

Le strade bianche del GP Valle del Ticino, gara open organizzata dal GB Junior Team (foto facebook)
Le strade bianche del GP Valle del Ticino, gara open organizzata dal GB Junior Team (foto facebook)
Massimo facciamo una breve introduzione della squadra.

Siamo la sezione femminile della GB Junior Team Pool Cantù di Bortolami. Siamo nate nel 2021 come formazione under ed elite mantenendo un calendario nazionale. Quest’anno eravamo otto elite e tre junior e spesso alle gare open andavamo al completo. In queste due stagioni siamo riusciti a vincere tre-quattro corse e a cogliere piazzamenti che rispecchiano la nostra filosofia.

Quindi un bel gruppo…

Abbiamo sempre avuto ragazze molto giovani ed interessanti. Su tutte senza dubbio c’è Giulia (Giuliani, ndr) ma alcune di loro arrivano da altre discipline. Sylvie Truc che è stata azzurra agli europei giovanili di MTB oltre ad essere stata campionessa italiana di MTB da esordiente ed allieva. Oppure come Vittoria Ruffilli che ha fatto triathlon fino a qualche anno fa. Noi abbiamo sempre scelto l’atleta o la persona, non i suoi risultati.

Ci racconti invece com’è nato il progetto di diventare continental?

La decisione è stata quella di dare un premio alla crescita delle nostre ragazze. Con Gianluca (Bortolami, ndr) siamo amici fin da bambini e gli ho proposto di fare lo step successivo. Ha appoggiato la mia idea purché continuassimo noi ad occuparcene, visto che tutto ciò comporta un maggior dispendio di energie. Gli ho risposto che sarebbe stato così. D’altronde noi siamo una squadra atipica. A parte il prezioso sostegno degli sponsor, di fatto siamo quattro genitori che investono su giovani ragazze che scegliamo comunque con dei nostri criteri. A noi interessano corridori che vogliano fare le prime esperienze. Vogliamo creare dei corridori. Diventando continental vogliamo dare alle nostre ragazze un’anteprima di visibilità su certi palcoscenici, sperando che poi li possano calcare sempre di più in futuro.

Questa annata invece com’è stata?

Diciamo in chiaro-scuro. A maggio Giuliani è stata sfortunata al Giro di Campania perché è caduta a 500 metri dal traguardo nella tappa decisiva. Alla fine ha chiuso terza nella generale ma per me avrebbe potuto vincere tranquillamente la corsa. Da giugno abbiamo avuto l’inserimento di Cipriani che ha vinto subito a Comeana e ha proseguito cogliendo tanti piazzamenti davanti. Alla fine il bilancio è comunque positivo perché abbiamo avuto soddisfazioni da tante nostre ragazze. Borello è stata convocata nella nazionale di gravel e Giuliani è stata chiamata dal cittì Sangalli.

Quest’ultima con Giuliani è stata la ciliegina sulla torta per voi?

Credo che vestire la maglia azzurra sia sempre un lusso. Per la ragazza ma anche per la sua società. Specie per noi che siamo piccoli e senza licenza UCI. Con Paolo eravamo già in contatto da inizio anno, sapevo che la teneva sotto osservazione. Giulia è una buonissima atleta con tante altre valide caratteristiche. Sa comportarsi bene nei vari ambienti, peculiarità cui noi facciamo molto caso, così come credo lo faccia anche lo staff della nazionale. La sua chiamata alla Vuelta a Formosa secondo me non è stata fine a se stessa. Mi sentirei di dire che Giulia ormai faccia parte del giro azzurro.

Sarà lei quindi il faro della vostra squadra l’anno prossimo?

Sì, ma senza metterle pressione addosso. Giulia sono due anni che è richiesta da team più blasonati del nostro ma ha deciso di restare con noi proprio per continuare nel suo processo di crescita. Naturalmente lei sa che dovrà continuare a lavorare e migliorare e che non avrà troppi privilegi. Ha ancora vent’anni e deve ancora temprarsi. Quando avrà fatto la scorza giusta saremo noi che la proporremo alle altre squadre. Però conto molto anche sulle sue compagne. Partiranno tutte alla pari perché sono convinto che possano ben figurare tutte quante.

La squadra del 2023 come sarà strutturata?

A parte Giulia, abbiamo confermato Truc, Rossetti, Garavaglia, Ruffilli e arriverà Sernissi dal Vaiano che, seppur sia giovane, ha già una discreta esperienza internazionale. Passa elite la nostra junior Rebecca Rigamonti. E sempre dalle junior abbiamo preso Chiara Sacchi dalla Vo2 Team Pink e Giulia Miotto dal Breganze Millenium.

E i diesse?

Saranno Enrico Giuliani e Sabrina Morelli, mentre Elena Valli è nel quadro societario e ci darà una mano all’occorrenza. Abbiamo introdotto la figura del nutrizionista. Ce lo hanno richiesto le ragazze stesse vedendo che le loro avversarie alle gare seguivano certe tabelle alimentari. Ogni ragazza si affiderà al suo nutrizionista di fiducia, così come per il preparatore atletico. Naturalmente entrambi si rapporteranno fra loro e con noi per fissare gli obiettivi di ogni singola atleta. Infine abbiamo raggiunto un accordo con De Rosa e correremo con le loro bici.

Che calendario farete?

Entriamo in punta di piedi in un ambiente che non è il nostro. Manterremo l’impegno nelle gare open, cercando di andarci con un atteggiamento psico-fisico di costante miglioramento. L’estero lo faremo a spizzichi e bocconi, valuteremo durante il corso della stagione. Intanto abbiamo fatto richiesta di partecipare alla Vuelta Valenciana a febbraio.

E il Giro Donne lo farà il GB Junior Team?

Solitamente tutte i team italiani continental sono al via senza grossi problemi però ho già parlato con chi di dovere perché ci tengano in considerazione. Noi vogliamo correre il Giro Donne. Non solo, vogliamo farci vedere e farci conoscere ancora meglio.