BOLZANO – L’utilizzo comune del body che conosciamo tutti è quello estivo, ormai un elemento ricorrente in gruppo. Q36.5 presenta Thermobolik Body Invernale, un capo pensato per ridurre al minimo la perdita di calore tra gli strati, per offrire una vestibilità da gara e un isolamento termico efficace, e per mantenere l’atleta al caldo durante le uscite in pieno inverno, senza ingombri aggiuntivi. Lo abbiamo visto al quartier generale di Q36.5 a Bolzano durante la presentazione delle novità del brand attraverso le parole diLuigi Bergamo Amministratore Delegato e Responsabile R&D di Q36.5.
Maglie e pantaloni sono uniti per una vestibilità e un comfort ideale che non crea spessori e non altera la performanceLe strisce riflettenti sui profili aumentano la visibilitàMaglie e pantaloni sono uniti per una vestibilità e un comfort ideale che non crea spessori e non altera la performanceLe strisce riflettenti sui profili aumentano la visibilità
Protezione estrema
Il Thermobolik Body Invernale deve molto allo sci alpino, il quale fu il primo a introdurre l’uso di tessuti sintetici leggeri e performanti nel mondo del ciclismo. La parte anteriore della giacca integrata impiega il tessuto UF Hybrid, il tessuto termico con una struttura esterna ad altissima densità per una protezione dal vento unica. Il materiale in pile all’interno della giacca ha una struttura alveolare per facilitare la creazione di un cuscinetto d’aria che funge da isolante. L’effetto complessivo di questo tessuto leggero è di offrire un’ottima ritenzione del calore unita a un’alta traspirabilità dato che non serve alcuna membrana.
«Le due zone della giacca – spiega Bergamo – che sono maggiormente esposte al freddo e alla pioggia, ossia le spalle e le maniche, sono dotate di una combinazione di UF Air Insulation e UF Hybrid Shell Plus, un tessuto molto elastico che offre grande libertà di movimento. Unendo un materiale ad altissima densità che offre un’ottima protezione e traspirabilità alla protezione guscio intelligente di Q36.5 per le regioni molto esposte al vento, ci ha permesso di ottenere una vestibilità ideale e prestazioni elevate senza ingombri aggiuntivi».
Sulla spalla è presente la tasca con all’interno la pettorina antiventoSulla spalla è presente la tasca con all’interno la pettorina antivento
Comfort e performance
«Non esiste performance se non c’è il comfort». Le parole pronunciate da Luigi Bergamo in questo senso non lasciano spazio a intepretazioni. Per la realizzazione di questo Thermobolik la comodità di utilizzo è stata rifinita al massimo. I pannelli laterali della giacca come anche la calzamaglia integrata sono fatti con UF Thermo Plus. Questo tessuto proprietario ad altissima densità offre un ulteriore effetto riscaldante grazie alla fibra intelligente all’interno chiamata Heat Fiber, che attira raggi infrarossi lontani dall’ambiente e li utilizza per scaldare il corpo.
La fascia in vita, lì dove la giacca è unita al pantalone, è stata realizzata per fornire un’ulteriore protezione alla zona addominale e progettata per adattarsi al corpo senza esercitare alcuna pressione quando si è in sella. Infine, le leggere tasche invisibili permettono al ciclista di portare con sé piccoli oggetti essenziali, come il proprio documento di identità, il cellulare e le barrette e i gel.
Il design intelligente della giacca contiene anche una tasca invisibile in cui è riposta una membrana antivento integrata. Può essere facilmente aperta e fissata sulla parte anteriore del petto tramite tre bottoni magnetici. Garantisce un ulteriore livello di protezione dal vento. Il range di utilizzo si attesta tra i -5°C e i 5°C, dove riesce a offrire comfort e ottime prestazioni. Disponibile in taglia XXS a XXL, il peso complessivo è di 650 g ed è consultabile sul sito con un prezzo di 850 euro.
BOLZANO – Abbiamo imparato a conoscere Q36.5 per la continua ricerca dell’innovazione in campo tessile. Nel 2023 il brand bolzanino si è messo in gioco anche dal punto di vista agonistico con il team professional. La scorsa settimana abbiamo partecipato al training camp di Q36.5 al Lago di Caldaro, dove ci siamo immersi nel dietro le quinte del team e del marchio tricolore. Ne abbiamo approfittato per intervistare Luigi Bergamo, Amministratore Delegato e Responsabile R&D di Q36.5 e Vincenzo Nibali, brand ambassador e consulente per la squadra.
Per quanto riguarda il lato sportivo, nel breve periodo l’ambizione è quella di partecipare al Giro d’Italia e in tre o quattro anni c’è la volontà di fare il salto nel WorldTour. Lato prodotto invece, abbiamo avuto la conferma che negli uffici di Bolzano la parola innovazione sia un dogma che coinvolge tutti e tre i punti di contatto della bici, tra fondelli, guanti e scarpe in continua evoluzione.
Il team durante l’anno ha testato varie innovazioni che entreranno in commercio dal 2024Luigi Bergamo è fondatore e CEO del marchio Q36.5 (foto Jim Merithew)Il team durante l’anno ha testato varie innovazioni che entreranno in commercio dal 2024Luigi Bergamo è fondatore e CEO del marchio Q36.5 (foto Jim Merithew)
Saper testare
La mission di Q36.5 è quella di creare prodotti che si adattino ad ogni esigenza del ciclista con standard di comfort e performance al top. Il mantra è scritto nel nome del brand, creare tecnologie che mantengano la temperatura del corpo ideale e costante in ogni situazione. Il team professionistico in questo ha un ruolo fondamentale, cioè quello di essere il banco di prova per eccellenza.
«E’ sempre un po’ difficile – spiega Luigi Bergamo – all’interno di un team, trovare le persone che hanno quella sensibilità, perché tanti, dicono “sì, va bene” oppure “no, non va bene”. Però il problema è capire che cosa devi correggere. La fortuna nostra interna è che siamo tutti un po’ ciclisti e anche grazie a chi lavora con noi e ha praticato ciclismo a livello professionistico, come Ivan Santaromita o Mario Kummer, riusciamo anche in fase di sviluppo, a correggere e capire come sviluppare al meglio i prodotti. Abbiamo alcuni ragazzi del Pro Team che ci hanno dato un po’ di feedback per migliorarli. Ma soprattutto ci è servito anche per verificarli con lo stress test per eccellenza: cioè l’utilizzo professionistico.
«L’altro aspetto importante – afferma Bergamo – è che ci teniamo a capire la durata di vita del prodotto, quindi nel senso della durevolezza, se nel materiale c’è qualcosa da correggere. Non so, magari la posizione della cucitura da spostare che può dare fastidio. Piuttosto che appunto la qualità dei materiali in termini di usura».
L’ex campione italiano Ivan Santaromita testa ed è sviluppatore in prima linea dei prodotti Q36.5 (foto Jim Merithew)In occasione della visita alla sede sono state presentate novità e innovazioniTra le novità anche la nuova scarpa Clima in commercio dal 2024L’ex campione italiano Ivan Santaromita testa ed è sviluppatore in prima linea dei prodotti Q36.5 (foto Jim Merithew)In occasione della visita alla sede sono state presentate novità e innovazioniTra le novità anche la nuova scarpa Clima in commercio dal 2024
Innovazione continua
Vincenzo Nibali in questi giorni, esattamente un anno fa, chiudeva la sua carriera professionistica. Oggi è un riferimento per Q36.5 come brand ambassador e tester dei prodotti.
«Partendo dal marchio – dice Nibali, che negli stessi giorni è diventato papà per la seconda volta – sono stato introdotto praticamente quasi da subito, quindi da novembre dello scorso anno fino a oggi. Posso dire di aver provato almeno una ventina di capi d’abbigliamento. Solitamente ogni brand magari ha tre o quattro linee massimo da farti testare, ma avere così tanti prodotti da utilizzare e sviluppare costantemente non mi era mai capitato prima.
«Questo è anche il bello di Q36.5, che non si sofferma soltanto a un singolo capo, bensì ha l’obiettivo di sviluppare sempre e continuamente nuovi prodotti per ogni tipo di di settore, dalla mountain bike al gravel, dalla strada alla crono e infine il triathlon. Magliette più leggere, più areo con diversi capi magari più invernali, primaverili, autunnali e via dicendo. C’è una grandissima cura del prodotto. Luigi (Bergamo, ndr), quando crea o studia qualcosa, la segue dall’inizio alla fine. Sta alzando l’asticella su molti aspetti. Se non conoscessi il brand ed entrassi in un negozio, difficilmente ne uscirei a mani vuote».
The Shark è la collezione esclusiva che Q36.5 ha realizzato in collaborazione con NibaliThe Shark è la collezione esclusiva che Q36.5 ha realizzato in collaborazione con Nibali
Gli obiettivi di Bergamo
Nemmeno un anno di vita e il Q36.5 Pro Cycling Team ha posizionato l’asticella degli obiettivi già ad un livello impensabile anche solo pochi mesi fa.
«Non siamo WorldTour – afferma Bergamo – ma professional. Abbiamo la fortuna di avere dei partner come UBS o Breitling che ci danno il supporto economico per poter competere. Il team è partito all’ultimo momento come un’idea, se vogliamo un po’ pazza. Basti pensare che si è iniziato a lavorare nella costruzione della squadra da luglio 2022 in poi, diciamo con tempi molto ristretti. Però, nonostante tutto si è riusciti, a mio avviso, a creare un bel team. Possiamo vedere anche dei ragazzi giovani del Continental Team che hanno performato bene. E’ sempre difficile scontrarsi con i giganti WT, soprattutto, appunto, al primo anno. Nonostante non abbiamo partecipato ai Grandi Giri, i nostri atleti hanno avuto modo di farsi vedere e soprattutto i ragazzi di fare una buona esperienza.
«L’obiettivo per il 2024 – argomenta Bergamo – è di continuare a crescere. Sono stati aggiunti adesso cinque nuovi inserimenti e l’obiettivo è un po’ quello di scalare la classifica e fare questi mitici punti per poter magari nel 2025 o 2026 ambire al grande salto nel WorldTour. Il Giro d’Italia può essere un primo traguardo. Faremo il possibile per esserci, come brand italiano, come squadra con una forte presenza tricolore, da Moschetti e Conca, fino a Brambilla e l’arrivo di Nizzolo.
«Insomma, ci sono tanti italiani di valore, anche promettenti. In questo periodo diciamo dove il circuito italiano magari è un po’, come dire, alla ricerca di talenti noi abbiamo interpreti come Calzoni, ragazzo giovanissimo che promette molto bene. La nostra presenza alla corsa rosa sarebbe anche un riconoscimento e un giusto banco di prova. Sarebbe importante per il team anche per la visibilità perché poter essere lì per tre settimane, sarebbe insomma l’obiettivo massimo».
Vincenzo NIbali si è connesso da remoto per stare vicino alla nuova arrivata Miriam NibaliVincenzo NIbali si è connesso da remoto per stare vicino alla nuova arrivata Miriam Nibali
Il bilancio di Nibali
Gli atleti in maglia Q36.5 quest’anno hanno alzato le mani sul traguardo sette volte, chiudendo un anno positivo, ma con ampi margini di miglioramento. Luigi Bergamo e gli sponsor hanno ambizioni importanti. Vincenzo Nibali dall’alto dei suoi 17 anni di professionismo ha il compito di capire cosa c’è da correggere.
«Credo che il bilancio sia ottimo – conclude Nibali – perché la squadra è partita quest’anno con delle ambizioni molto forti. Abbiamo subito raccolto una grandissima vittoria allo sprint con Moschetti e poi successivamente sono arrivati anche tanti altri successi. Chiaramente non dobbiamo fermarci qua, il team deve crescere ancora. C’è ancora da lavorare tanto, ma la partenza è più che buona. Ci siamo posizionati nella categoria professional, ma abbiamo ottenuto già dei risultati molto buoni. Fare uno step successivo sicuramente non è semplice, ma c’è lo spazio per poterlo fare».
Quando l’altro giorno Mirko Pirazzoli ha parlato dell’avventura di Nibali alla Cape Epic, la gara a tappe sudafricana di marzo che si corre a coppie, ha fatto un velato riferimento al suo compagno di squadra. Si è molto fantasticato su chi sarà e qualcuno a un certo punto sparò la notizia che si trattasse di Aru, salvo essere prontamente smentito. Infatti l’onore e l’onere toccheranno a Ivan “Santino” Santaromita, che da quando l’ha saputo ha prima sudato freddo e poi si è rimboccato le maniche.
«Parlai con Vincenzo a luglio per illustrargli il nostro progetto – racconta il varesino – e lui tirò fuori questa cosa della Cape Epic. E’ una bella avventura. E a quel punto il mio capo, Luigi Bergamo, ha proposto che la facessimo insieme. Entrambi campioni italiani, compagni di squadra alla Liquigas e di allenamento, la stessa azienda…».
Lo Squalo e Santino: sino a fine 2022, Nibali è sotto contratto con l’Astana (foto Q36.5)Lo Squalo e Santino: sino a fine 2022, Nibali è sotto contratto con l’Astana (foto Q36.5)
Test in Andalucia
Un passo indietro, per capire meglio. “Santino”, campione italiano nel 2013 quando vestiva ancora la maglia della BMC, è una figura chiave nell’ambito di Q36.5, l’azienda altoatesina di Luigi Bergamo che produce abbigliamento e calzature per il ciclismo e ha fra i suoi primi testimonial anche Daniele Bennati. Dal prossimo anno, il marchio bolzanino darà il nome al team professional, guidato da Douglas Ryder, nel quale Nibali è consulente.
«Sulla squadra – spiega Santaromita – si sta convogliando l’impegno di tutti. Io mi muovo sul fronte dell’abbigliamento. Abbiamo preso le misure ai corridori e parallelamente sono di supporto per Vincenzo. L’idea della Cape Epic anni fa l’avevo avuta anche io. Se ne parlava tra amici e appena si è presentata l’occasione, non mi sono tirato indietro. Ho 38 anni, se non vado adesso, quando la faccio? L’approccio è fare meno fatica, ma ugualmente bisognerà impegnarsi. Non si va con lo stress di vincere, ma lo conoscete Vincenzo, no? Così adesso si sta ragionando di fare la Andalucia Bike Race a febbraio per trovare il ritmo giusto…».
Nel 2013 a Cles, Santaromita vince il campionato italiano in maglia BMCCon lui sul podio ci sono Michele Scarponi e Davide Rebellin. Alle loro spalle, De Marchi a 20 secondiNel 2013 a Cles, Santaromita vince il campionato italiano in maglia BMCCon lui sul podio ci sono Michele Scarponi e Davide Rebellin. Alle loro spalle, De Marchi a 20 secondi
All’alba sull’Etna
I due sono stati avvistati a orari impossibili sui sentieri dell’Etna e in giro per la Sicilia (foto Q36.5 in apertura). Vedere Nibali operativo alle prime luci dell’alba è qualcosa di inedito, infatti Santino sorride e con una battuta dice che anche questa volta è lui a dargli il ritmo, dopo gli anni a fare l’andatura in testa al gruppo.
«Dopo i premi della Gazzetta a Palermo – racconta – siamo stati a Belpasso ai piedi dell’Etna, poi a Patti. Avevamo da fare foto per la prossima stagione e nel mezzo, prima che Vincenzo partisse per Singapore (dove sta disputando i circuiti del Tour, ndr), c’è scappata anche qualche pedalata sull’Etna. Lui vorrà fare bene, anche perché in mountain bike c’è sempre andato. Avremo bici Scott, con lo stesso setup di Nino Schurter. Quanto alle divise, non so se ne faremo di speciali o se useremo quelle della squadra. Anche lo staff è da capire. Non so se ci seguirà Michele Pallini, è tutto da decidere. Mentre sul fronte tecnico avremo assistenza da parte di Scott. Mancano cinque mesi e considerando che ho smesso a fine 2019, ho 150 giorni per recuperare tre anni».
Foto per il prossimo catalogo estivo sull’Etna: Santaromita al lavoroSantino e Nibali abitano a 20 chilometri di distanza e si alleneranno insiemeFoto per il prossimo catalogo estivo sull’Etna: Santaromita al lavoroSantino e Nibali abitano a 20 chilometri di distanza e si alleneranno insieme
Inizia la preparazione
I due sono coetanei, entrambi del 1984, però Nibali ha appena smesso ed ha ancora un ottimo livello. Agonista com’è e motivato dalla sfida offroad, potrebbe riversare sulla preparazione della Cape Epic l’agonismo che finirà col mancargli nei primi mesi dell’anno.
«Io intanto mi sto portando avanti – sorride Santaromita – ho ricominciato ad allenarmi in pausa pranzo e nei weekend. Il feeling fra noi c’è, ma correre a coppie è un’altra cosa. Per fortuna abitiamo a 20 chilometri, quindi potremo allenarci insieme. Lui adesso è a Singapore, ma quando sarà tornato, ci sarà da ragionare di preparazione. Anche di fare palestra per la parte superiore del corpo. Perché il mal di gambe lo conosciamo, ma in mountain bike il male maggiore lo fanno le braccia e la schiena. Su strada nelle discese puoi un po’ rilassarti, qua ci sarà da raddoppiare la concentrazione. Saranno 8 giorni di gara, un mondo nuovo per entrambi. Lo spirito c’è. Per questo preferisco non guardare troppo il percorso. Ci sono tappe oltre i 100 chilometri. Stress o non stress, ci sarà da sudare…».
Il Tour de Suisse è da sempre considerato come importanza la quarta corsa a tappe al mondo. Segue infatti nell’ordine Tour de France, Giro d’Italia e Vuelta di Spagna. Per molti rappresenta la rivincita dopo le delusioni provate al Giro d’Italia, per altri l’ultimo banco di prova per testare la propria condizione in vista della sfida alla maglia gialla. L’edizione 2022 della corsa elvetica è in programma dal 12 al 19 giugno e quest’anno presenterà un’importante novità. Per i prossimi tre anni sarà infatti il brand di abbigliamento italiano Q36.5 a vestire ogni giorno i leader delle varie classifiche fino al traguardo finale di Vaduz. Qui, nello specifico, parleremo della maglia gialla riservata al leader, conquistata lo scorso anno da Richard Carapaz.
Retro della maglia del leader del Tour de Suisse disegnata da Q36.5 Retro della maglia del leader del Tour de Suisse disegnata da Q36.5
La Svizzera nel cuore
La scelta di “vestire” il Tour de Suisse è sicuramente dovuta al forte legame che lega Q36.5 alla Svizzera. Luigi Bergamo e Sabrina Bergamo Emmasi, fondatori del marchio, hanno infatti maturato proprio in Svizzera parte della loro esperienza professionale che li ha portati a sviluppare un personalissima visione sull’abbigliamento da ciclismo, innovativo e orientato alle prestazioni.
Luigi Bergamo, CEO dell’azienda, ha espresso con queste parole il legame che lega Q36.5 alla gara a tappe svizzera: «Per il nostro brand sostenere il Tour de Suisse è un onore. Ci riconosciamo nell’idea del successo come conseguenza della dedizione, della fatica, del lavoro e della ricerca, valori che il ciclismo di montagna e la Svizzera esprimono appieno».
Ad ulteriore prova del forte legame con la Svizzera recentemente è stato inaugurato a Zurigo il primo flagship store Q36.5.
Facciata dello store di Q36.5 a Zurigo Facciata dello store di Q36.5 a Zurigo
Il meglio di Q36.5
La maglia ufficiale dell’edizione 2022 del Tour de Suisse sarà la Y R2. Si ispira ai tradizionali capi raglan ed è stata progettata, dopo attenti studi, sia nella mappatura del corpo che nell’aerodinamica. La maglia beneficia dell’uso e della combinazione di materiali diversi, posizionati strategicamente. Il risultato finale è un capo leggero e traspirante che offre il miglior supporto anche sui lunghi chilometraggi e le diverse condizioni atmosferiche.
Oltre alle maglie per i leader delle classifiche, Q36.5 produrrà una collezione replica destinata agli appassionati. Questi ultimi potranno indossare i capi della stessa qualità, tecnicità, design di quelli dei leader di classifica.
La maglia è già preordinabile sul sito https://www.q36-5.com/it/online/uomo/collezioni/tour- de-suisse-collezione e nei migliori negozi di ciclismo a 129 euro. Sarà disponibile in consegna a metà maggio.
L’obiettivo comune di Q36.5 e del Tour de Suisse è di avere un impatto sempre minore sull’ambiente L’obiettivo comune di Q36.5 e del Tour de Suisse è di avere un impatto sempre minore sull’ambiente
La sostenibilità al centro
Tra i tanti punti di contatto tra Q36.5 e il Tour de Suisse troviamo sicuramente quello della sostenibilità. Olivier Senn, direttore del Tour de Suisse, si è espresso al riguardo con queste parole: «Il nostro obiettivo è quello di diventare entro il 2026 la corsa a tappe più sostenibile. Q36.5, con i suoi processi di produzione sostenibili, ci sostiene in questo sforzo».
Q36.5 sviluppa tessuti il cui processo di fabbricazione rispetta e protegge la natura. Il marchio si vede come parte di un ciclo naturale. Per questo motivo, tutti gli indumenti sono privi di PFC. La produzione di meno rifiuti e le distanze di trasporto brevi fanno parte dell’etica del brand. Il 95% della produzione avviene in un raggio di 350 km dalla sede di Q36.5 a Bolzano e il 100% dei materiali utilizzati proviene dall’Italia.
Un’ultima curiosità. Da quest’anno Q36.5 si lega anche al ciclismo femminile vestendo il team Roland Cogeas Edelweiss Squad. Si tratta di una squadra fondata per offrire alle giovani cicliste l’opportunità di affacciarsi al ciclismo professionistico. Il team parteciperà all’edizione femminile del Tour de Suisse in programma dal 18 al 21 giugno.
Q36.5 è un marchio di abbigliamento dedicato al ciclismo estremamente giovane, essendo nato nel 2013. A crearlo è stato Luigi Bergamo che ha voluto mettere a frutto la sua lunga esperienza nel settore per dare forma ad una propria visione dell’abbigliamento da ciclismo. Oggi Q36.5 non è solamente un semplice brand, quanto piuttosto un veicolo per sperimentare ed innovare con lo scopo di realizzare capi da ciclismo di altissima qualità.
In questa fase di continua crescita assumono un ruolo fondamentale la recente apertura dello showroom di Bolzano e soprattutto dello store di Zurigo.
A Bolzano c’è il vero e proprio quartier generale di Q36.5, qui in foto gli uffici
Nella stessa struttura sono presenti anche i laboratori
A Bolzano c’è il vero e proprio quartier generale di Q36.5, qui in foto gli uffici
Nella stessa struttura sono presenti anche i laboratori
La vetrina di casa
Lo showroom di Bolzano è stato inaugurato la scorsa estate ed è strettamente collegato ai nuovi uffici operativi dalla primavera del 2021. In un certo senso possiamo dire che rappresenta in qualche modo la “vetrina” della nuova casa di Q36.5 dove oggi è possibile poter toccare con mano le ultime novità del brand e naturalmente acquistarle.
Nel suo complesso la nuova sede si sviluppa quindi su due livelli con gli uffici posizionati al primo piano. Qui troviamo anche il reparto controllo qualità, un aspetto al quale tengono molto in Q36.5. Proprio la presenza di questo reparto permette alla sede di Bolzano di rivestire un doppio ruolo, fondamentale per la crescita e lo sviluppo del brand. Qui vengono infatti decise tutte le strategie e nello stesso tempo sempre qui le stesse strategie vengono messe in atto in maniera pratica.
Nella sede di Bolzano di Q36.5 è presente anche uno showroomNella sede di Bolzano di Q36.5 è presente anche uno showroom
Agli uffici è strettamente collegato lo showroom dove è esposta l’intera collezione. In questi giorni è già possibile acquistare i prodotti della nuova collezione primavera–estate. Per chi lo desidera è naturalmente ancora possibile comperare i capi della collezione invernale.
Nel cuore dell’Europa
L’apertura di un mono brand store a Zurigo nasce da un’idea ben precisa. Quella di avere una “vetrina” in una città che rappresenta il cuore economico dell’Europa e non solo. Zurigo oggi è una città multiculturale. Ogni giorno le sue vie sono attraversate da uomini d’affari e professionisti in arrivo da tutto il mondo. Lo store rappresenta quindi un’opportunità per far conoscere il brand ad appassionati di ciclismo che si trovano a Zurigo per lavoro. Collocazione migliore quindi non poteva esserci per permettere a Q36.5 di aprire una propria vetrina sul mondo.
Foto dell’interno dello store di ZurigoFoto dell’interno dello store di Zurigo
Un aspetto da non sottovalutare è poi sicuramente rappresentato dall’interesse per il Made in Italy che si respira in Svizzera e Q36.5 rappresenta al meglio la qualità e la passione tipici di un marchio di eccellenza.
Lo store di Zurigo si trova in Bärengasse 10, nel centro economico della città. Gli orari di apertura sono i seguenti: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18,30; il sabato dalle 10 alle 16.
Prima di chiudere, concludiamo con una curiosità e ricordiamo per chi non lo sapesse cosa si nasconde dietro la sigla Q36.5. Ebbene, Q deriva dal latino «quaerere» che significa ricerca. Mentre 36.5° indica la temperatura ideale di un corpo sano. In Q36.5 ritengono infatti che sia fondamentale durante un’uscita in bicicletta mantenere stabile la temperatura corporea ideale.