KMC X Flat Waxed, la catena per Sram trattata con la cera

11.09.2025
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KMC ufficializza la nuova catena con il profilo piatto specifica per le trasmissioni Sram di ultima generazione, a 12 e 13 rapporti. X Flat Waxed porta in dote la qualità costruttiva KMC, una serie di trattamenti votati alla longevità ed efficienza del prodotto, non in ultimo il trattamento con una cera sviluppata appositamente da KMC.

Vogliamo approfondire questo interessante componente che non ha nulla da invidiare ad una catena Sram standard, inoltre l’abbiamo testata in anteprima.

Catena e cera Go, due prodotti molto interessanti
Catena e cera Go, due prodotti molto interessanti

KMC serie X, ogni dettaglio fa la differenza

La serie X identifica l’apice della ricerca in fatto di design, tecnologie e materiali, in un blend di fattori che permettono di avere performance di alto livello. X Series si riferisce a tutti i player del mercato, Shimano e Campagnolo, ovviamente Sram e proprio X Flat si rivolge ai pacchetti Sram che “pretendono” la catena con il profilo piatto.

Le peculiarità di una catena S Series sono la tecnologia X-Bridge, riferita alle piastre smussate delle maglie, oltre alla MissingLink, per quelle che nel gergo comune è definita “falsamaglia”. Come tutte le altre catene della serie X, anche la X Flat è composta da 126 maglie (per il nostro test sul nuovo Sram Force, con rapporti 52-39 e 10-36 abbiamo accorciato la catena a 112 maglie, inclusa la MissingLink). Rispetto ad altre catene della gamma KMC, non adotta il trattamento EPT, in quanto c’è il trattamento Waxed alla base. Funge da schermo protettivo ed aumenta in modo esponenziale la libertà di ogni singola maglia, fin dalle prime fasi di installazione. Non è presente nessuna tipologia di grasso, a favore di una catena pulita per un lungo periodo ed accumuli di sporco ridottissimi. La cera KMC Go è disponibile separatamente e può essere usata con profitto su ogni catena.

Semplice da montare

La soluzione MissingLink, utilizzata già da qualche anno, ha portato dei vantaggi notevoli a tutti, meccanici professionisti, semplici appassionati e anche per chi si diletta ad operare in garage. Gli unici due attrezzi necessari sono: un tronchesino specifico per smagliare la catena ed una pinza che permette di estrarre con facilità la catena da sostituire. KMC X Flat fa parte di questa categoria di “componenti facili e semplificati”: in pochi minuti, la catena è al suo posto. Resta fondamentale ridurre (se necessario) la catena nuova fino al corretto numero di maglie (di solito si mutua dalla catena da sostituire) e nel caso di una X Flat lasciare il lato piatto al posto giusto.

Il trattamento Waxed è un valore aggiunto non da poco, perché non sporca ed offre dei vantaggi di scorrevolezza non comuni ad una catena nuova ancora da usare. Se consideriamo anche il prezzo di listino inferiore ai 50 euro, il valore complessivo di X Flat aumenta ulteriormente.

Come funziona la KMC X Flat

Le differenze rispetto a una catena originale sono irrisorie, non quantificabili e legate principalmente agli 8 grammi di peso (a parità di numero di maglie) che la X Flat paga nei confronti di una catena Sram Force. Risalita e deragliata non conoscono difficoltà, così come la salita della catena verso la corona più grande, anche sotto pressione e senza avere la necessità di alleggerire la pedalata. E’ parecchio fluida e anche silenziosa.

Rispetto ad una catena standard, può essere necessaria una microregolazione del bilanciere posteriore, ma al tempo stesso la X Flat mostra un range ampio di tolleranza quando si passa da pignoni nuovi ad un set già utilizzato, da una scala pignoni ad un’altra. Non sono richiesti aggiustamenti nella tensione del cambio. Infine, grazie al trattamento Waxed integrato non abbiamo avuto la necessità di lubrificare (con una pulizia minima e superficiale) la catena per oltre 500 chilometri (in condizioni di asciutto). Un altro fattore da considerare, il risparmio di tempo e risorse.

KMC

Tutta l’innovazione di KMC per il Team Solution Tech-Vini Fantini

25.07.2025
3 min
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Il Team Solution Tech–Vini Fantini ha recentemente annunciato un importante rafforzamento del proprio reparto tecnico. L’ingresso di KMC come partner ufficiale segna un passo significativo, consolidando una collaborazione destinata a portare innovazione e performance nel mondo del ciclismo professionistico. Questa partnership strategica unisce l’esperienza di un brand leader a livello globale con le ambizioni di una squadra che vuole crescere nel contesto del panorama ciclistico.

Con oltre quarant’anni di esperienza nel settore, KMC si è affermata come uno dei marchi di riferimento internazionale per quanto riguarda le trasmissioni. La sua reputazione si fonda su un impegno costante nella ricerca e nello sviluppo, che ha portato alla creazione di catene di altissima qualità, riconosciute per la loro affidabilità, scorrevolezza e resistenza. Ogni singolo prodotto KMC è il risultato di un’ingegneria di precisione, pensata per garantire prestazioni superiori in ogni condizione di gara. Per i ciclisti professionisti, scegliere KMC significa dunque affidarsi a un componente fondamentale in grado di fare la differenza in termini di efficienza e durata.

KMC sta accompagnando il team Solution Tech-Vini Fantini in una stagione ricca di soddisfazioni
KMC sta accompagnando il team Solution Tech-Vini Fantini in una stagione ricca di soddisfazioni

Una partnership di valori condivisi

La collaborazione tra KMC e il Team Solution Tech–Vini Fantini nasce da una profonda sintonia di intenti. Entrambe le realtà condividono difatti una visione orientata all’eccellenza e alla massimizzazione delle performance. 

«Siamo felici di accogliere un’azienda come KMC tra i nostri partner tecnici – ha dichiarato Serge Parsani, Team Manager del Team Solution Tech–Vini Fantini – una realtà che da oltre quarant’anni realizza catene di altissima qualità, riconosciute tra le migliori sul mercato. Poter contare su un prodotto di questo livello rappresenta per noi un valore aggiunto concreto, che contribuirà a raggiungere gli obiettivi fissati per i prossimi appuntamenti».

Le parole di Parsani hanno sottolineato l’importanza di avere a disposizione componenti che possano elevare il livello competitivo della squadra. Le catene KMC equipaggeranno le bici del team, garantendo agli atleti il massimo in termini di scorrevolezza e affidabilità, caratteristiche cruciali per affrontare le sfide su ogni terreno e in qualsiasi condizione atmosferica.

«Siamo davvero orgogliosi di essere partner ufficiale del Team Solution Tech–Vini Fantini – ha replicato Desly Hill, Direttrice Marketing di KMC – una collaborazione che riflette la volontà comune di puntare su performance, precisione ed eccellenza. Valori che definiscono sia la nostra tecnologia sia lo spirito competitivo del team. Le nostre catene sono progettate per offrire velocità, efficienza e affidabilità anche nelle condizioni più esigenti. Non vediamo l’ora di vederle in azione nel grande spettacolo del ciclismo su strada».

KMC ha nella sua gamma una serie di prodotti sviluppati per il ciclismo su strada
KMC ha nella sua gamma una serie di prodotti sviluppati per il ciclismo su strada

Il ciclismo su strada

E’ importante mettere in evidenza che l’impegno di KMC va ben oltre la semplice fornitura di prodotti; si tratta difatti di un vero e proprio supporto tecnico che mira a ottimizzare ogni aspetto della trasmissione. La collaborazione con un team come il Solution Tech–Vini Fantini offre a KMC un’opportunità insostituibile. Questo ambiente altamente competitivo del ciclismo professionistico funge da vero e proprio laboratorio a cielo aperto.

Qui, le tecnologie KMC vengono sottoposte a test rigorosi in condizioni estreme, replicando le sfide che i ciclisti affrontano quotidianamente in gara: dalle salite più impegnative agli sprint più veloci, dalle diverse condizioni atmosferiche alle lunghe distanze. Il feedback diretto dei corridori e dei tecnici del team è fondamentale per KMC, permettendo un perfezionamento continuo dei propri prodotti e l’identificazione di aree di miglioramento. Questa sinergia tra innovazione tecnologica e esperienza sul campo consolida la posizione di KMC come importante “player” nel settore delle trasmissioni per biciclette.

KMC

Catena KMC, dietro c’è un mondo di dettagli e studio

03.02.2024
4 min
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Le biciclette hanno una cosa che le accomuna, a prescindere dalla categoria del prodotto: la catena. Si parla e scrive spesso di una base tecnologica che ha cambiato completamente lo sviluppo della bicicletta e in questo rientra anche la catena.

Ne abbiamo parlato con Sylvie Bakker, Marketing Manager di KMC, azienda taiwanese leader del settore, fondata nel 1977 e che oggi si fa forza anche di una sede europea con base in Olanda.

Sylvie Bakker responsabile marketing KMC
Sylvie Bakker responsabile marketing KMC
Come possiamo definire KMC oggi?

E’ un’azienda che ha concentrato tutte le sue ricerche, lo sviluppo e le risorse, sulla produzione della catena. Si parla davvero della tecnologia di questo componente.

Dove si trova la sede?

Il quartier generale è a Taiwan, dove c’è anche la produzione, ma la sede europea, aperta nel 1995, ricopre un ruolo molto importante per tutto l’occidente. Di recente abbiamo rinnovato la struttura con un building di 3.000 metri quadrati.

La sede europea di KMC in Olanda (foto Wiep-KMC)
La sede europea di KMC in Olanda (foto Wiep-KMC)
Quanti dipendenti ha KMC nella sede europea?

Per ora siamo 18. Pochi, se consideriamo la mole di lavoro, ma un grande supporto arriva dai 250 distributori che abbiamo nella sola Europa.

Un incremento delle forze in campo dovuto ad una richiesta in crescita?

Una richiesta che è aumentata in modo esponenziale anche grazie al settore e-bike. Per quest’ultima categoria di prodotti abbiamo dedicato una fetta della produzione sviluppando anche i pignoni dedicati.

Quella olandese una sede logistica fondamentale per il mercato occidentale (foto KMC)
Quella olandese una sede logistica fondamentale per il mercato occidentale (foto KMC)
Quante catene vengono prodotte?

Il numero varia in base alla categoria. Posso dire che nel 2023 abbiamo prodotto oltre 10.000 chilometri di catena.

Si potrebbe pensare ad un numero anche maggiore di questo!

In realtà è una cifra molto alta, se consideriamo che la nostra catena si adatta alle trasmissioni di aziende diverse, ad eccezione fatta di Sram con le 12 velocità. Ma stiamo lavorando anche su questo.

La monocorona, sempre più diffusa in tutte le discipline
La monocorona, sempre più diffusa in tutte le discipline
E invece per quanto riguarda le trasmissioni con la monocorona?

Esistono già da tempo, ma solo in un periodo recente sono sbarcate e sdoganate nel mondo strada. Cambiano alcune fasi di studio del prodotto, per necessità tecniche diverse. Un esempio è l’aumento degli stress laterali che una catena subisce con la corona singola.

Quale è la parte più complicata da sviluppare?

Uno dei punti critici di qualsiasi catena e oggetto di studio da parte degli ingegneri è il pin di unione tra una maglia e la successiva. E’ una zona che sta cambiando anche per via dell’aumento delle trasmissioni con corona singola, ma anche per l’aumento dei diametri delle corone.

Gli studi della catena, diventano una vera e propria anatomia del prodotto
Gli studi della catena, diventano una vera e propria anatomia del prodotto
Quali caratteristiche deve avere allora la catena?

La catene di queste trasmissioni non solo devono essere flessibili, ma devono essere in grado di sostenere una curvatura maggiore senza rompersi. Quando si parla di catena si generalizza, eppure il dietro le quinte è molto complicato e laborioso. E poi c’è anche il processo di trattamento alla corrosione che adottiamo in KMC, che solo nelle fasi di test ha richiesto oltre 650 ore.

Risparmiare watt con la sola catena è possibile?

Sì è possibile, ma in questo caso entrano in gioco anche altri fattori tecnici, ovvero la manutenzione, la lubrificazione ed i trattamenti del prodotto originale. Alla base c’è sempre la qualità costruttiva della catena.

Giacomo Nizzolo

Per Nizzolo una Timemachine rigidissima

16.10.2020
4 min
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La bicicletta del Campione Italiano ed Europeo Giacomo Nizzolo è una BMC Timemachine Road dalle spiccate qualità aerodinamiche e molto rigida. Abbiamo approfondito gli aspetti tecnici di questa specialissima sia con il Responsabile di BMC che segue i team professionistici Simone Toccafondi che con lo stesso Giacomo Nizzolo.

Proprio Toccafondi ci ha subito svelato una qualità importante delle bici BMC.
«Il Timemachine Road – ha detto a bici.PRO – deriva direttamente dalla Timemachine da cronometro e presenta molti concetti aerodinamici a partire dai due portaboraccia integrati nel tubo obliquo e tubo verticale. Le forme dei tubi sono pensate per ottenere e mantenere le alte velocità».

Sterzo Bmc Nizzolo
Ben visibili le forme squadrate dei tubi del Timemachine
Sterzo Nizzolo
Ben visibili le forme squadrate del Timemachine, che favoriscono l’aerodinamica

Sintesi fra rigidità e comfort

Questa caratteristica rende in apparenza il Timemachine Road molto rigido, però Toccafondi aggiunge un aspetto importante: «Il Timemachine, così come tutti i modelli stradali di BMC compresa la gravel, gode della tecnologia TCC, Tuned Compliance Concept, che permette di trovare il giusto compromesso fra rigidità e comfort. Questa tecnologia si concretizza con un’applicazione specifica dei fogli di carbonio, che permette di assorbire meglio le vibrazioni verticali conferendo maggiore comfort al corridore, e al tempo stesso di ottimizzare il trasferimento della potenza e mantenere la bicicletta più aderente al terreno e quindi più scorrevole».

Nome Giaco
Il nome del campione lombardo ben in evidenza
Nome Giaco
Posto nella parte superiore del tubo orizzontale il nome del campione lombardo

Ruote Enve a profilo differenziato

Un altro punto forte della bici di Nizzolo sono le ruote Enve 5.6 con profilo differenziato fra anteriore e posteriore, il primo è più basso mentre dietro è maggiore. Lo stesso Nizzolo ci ha svelato il perchè di questa scelta.
«La ruota davanti più bassa – ha spiegato il milanese a bici.PRO – che impatta per prima con l’aria, assorbe meglio le turbolenze e fa arrivare un flusso d’aria più pulito alla ruota posteriore, inoltre le trovo un ottimo compromesso fra velocità e leggerezza utile in salita».
Anche in questo caso il risultato è una maggiore velocità e scorrevolezza.

La scelta dei tubeless Vittoria

Un altro punto molto interessante è nei pneumatici, infatti Nizzolo ci ha svelato che: «Sto usando i pneumatici tubeless di Vittoria, con i quali sento di avere un grip molto elevato e una scorrevolezza ottima».

Ampia Scelta di rapporti

Passando alla zona della trasmissione, il Team NTT equipaggia le sue biciclette con lo Shimano Dura Ace Di2, con la guarnitura Rotor e catena KMC. Nizzolo ci ha dichiarato: «Solitamente uso come rapporti un 52-42 all’anteriore e una cassetta posteriore 11-30, però quando devo affrontare una tappa alpina o una gara con delle salite lunghe e impegnative cambio il 42 con un 39 o 36, in modo da salvare meglio la gamba favorendo l’agilità e a volte cambio anche la bicicletta, utilizzando il Teammachine SLR che è un po’ più leggero e ha geometrie più adatte alle salite lunghe».

Volata Nizzolo
Il manubrio è più stretto nella parte alta
Volata Nizzolo
Dalla visuale frontale si vede bene il manubrio con gli appoggi chiusi verso l’interno

Un manubrio insolito

Infine il manubrio, un componente che ci ha incuriosito molto e di cui abbiamo chiesto informazioni sia allo stesso Nizzolo che a Simone Toccafondi. Se lo si guarda frontalmente salta subito all’occhio che le leve dei freni sono chiuse verso l’interno, un pò come usa fare anche il giovane Remco Evenepoel.
«Il manubrio che sto usando – ha confermato il campione europeo – ha una forma particolare, infatti è più stretto nella parte alta e più largo nella zona della presa bassa. Questa forma mi permette di essere più aerodinamico e di avere più leva quando sono in presa bassa durante una volata».
Se vogliamo estremizzare un po’ il discorso per capire meglio, riprende il concetto dei manubri gravel. Simone Toccafondi ha aggiunto che «pur non essendoci uno studio su larga scala che dica che il manubrio più stretto sia meglio, in realtà la tendenza va in questa direzione in quanto i corridori che l’hanno applicata hanno ottenuto ottimi risultati con numerose vittorie». Ovviamente con un manubrio di questo tipo gli appoggi superiori, dove ci sono le leve freni, sono montati seguendo la linea della curva manubrio e quindi assumono una forma a chiudersi verso l’interno. Che sia l’inizio, dopo i freni a disco, di una nuova evoluzione tecnica?