Campionati europei ciclocross 2020, s'Hertogenbosch, partenza

Il ciclocross? Una questione di rispetto…

09.12.2020
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Cross, sportellate e rispetto. Tutto è nato parlando con il Cittì Fausto Scotti, di ritorno dalla Coppa del mondo di Tabor.

«Nella gara degli Europei – aveva detto il cittì azzurro – Jakob Dorigoni al primo giro ha preso un sacco di… sportellate. Non lo conoscevano, a ogni curva o ostacolo i grandi volevano spazio, dicevano “Chi è questo qui?”. Arrivati a Tabor, in Coppa del mondo, gli ho detto: “Saluta, fatti conoscere, tu sei il campione d’Italia!”. E in gara le cose sono andate già un po’ meglio…».

Chi l’avrebbe mai detto che il ciclocross è uno sport di contatto? Abbiamo voluto saperne di più, capire che cosa significa affrontare una gara sui prati mettendo in conto anche scontri fisici e magari qualche sgarbo.

Jakob Dorigoni, europei cross 's Hertogenbosch 2020
Jakob Dorigoni, qualche difficoltà e qualche spallata agli europei
Jakob Dorigoni, europei cross 's Hertogenbosch 2020
Per Dorigoni, qualche spallata agli europei

Dorigoni ricorda

Non si poteva che iniziare dal diretto interessato. «E’ vero – racconta Dorigoni – a s’Hertogenbosch il primo giro è stato un continuo di spallate, toccate, spintoni. Il fatto è che all’inizio tutti vogliono prendere le prime posizioni e i favoriti hanno paura che davanti si formi un buco. Se non sei conosciuto, gli altri non sanno come te la cavi. Temono di perdere terreno, poi riprendere è dura… Sui percorsi veloci, se molli anche solo 5 metri, poi non li recuperi più. E’ così dappertutto. In Italia però le parti sono invertite, sono io a chiedere strada, a evitare di tirare i freni. Ci sono delle gerarchie da rispettare.

Tabor, Coppa del mondo ciclocross 2020, gruppo
Quando belgi e olandesi prendono la posizione, scalzarli diventa difficile
Tabor, Coppa del mondo ciclocross 2020, gruppo
Belgi e olandesi sono difficili da scalzare

Questione di rispetto

Il discorso è complesso e unisce la tecnica alla tattica, la necessità di trovare spazio al rispetto per gli altri. Le parole di Dorigoni a proposito delle gerarchie fanno pensare.

«Ha ragione – sentenzia Luca Bramati – nel ciclocross non s’inventa niente. Devi guadagnarti il tuo posto piano piano, per arrivare davanti devi scalare una montagna… Le botte non ci sono solo all’inizio. Chi “comanda” non si fa scalzare facilmente, devi essere pronto sia mentalmente che fisicamente a quella che è una battaglia, ogni gara è così. E se sei “nuovo”, davanti non ci arrivi alla prima e neanche alla seconda. Con il tempo devi guadagnarti il rispetto degli altri. Prova a fare lo stesso a Van Der Poel o Van Aert: se gli dai una spallata rimbalzi indietro…».

Il video su YouTube di cui parla Bramati: guardate Bart Wellens e il tifoso sul percorso…

Occhio agli eccessi

Detta così, sembra una giungla. «E un po’ lo è, devi trovare il tuo posto. L’importante è che tutto avvenga nel rispetto del regolamento. Qualche corridore più “cattivo” degli altri c’è sempre stato, qualcuno che magari va anche sopra le righe. Su YouTube gira ancora il video di Bart Wellens che, inferocito, assale uno spettatore con un calcio… Non si devono raggiungere questi eccessi, ma è certo che se vuoi emergere devi avere quel pizzico di furbizia in più e non farti mettere i piedi in testa».

Fra le donne è diverso? «Sei matto? Anzi, sono anche più cattive, a mia figlia Lucia sto insegnando a farsi rispettare, sempre».

Sara Casasola, caduta, Tabor, Coppa del mondo 2020
La partenza è una fase concitata: qui Casasola in Coppa a Tabor
Sara Casasola, caduta, Tabor, Coppa del mondo 2020
Partenze ad alto rischio: qui Sara Casasola a Tabor

Partenza decisiva

Il rispetto, un concetto che nel ciclocross è fondamentale: «Non sono contatti cattivi o scorretti – dice la sua l’ex iridato Daniele Pontoni – è solo l’unico modo per far valere il tuo stato come nel mondo animale. La partenza è fondamentale, direi decisiva e devi imparare subito a difenderti senza tirare i freni, sennò perdi posizioni. Se serve allargare un po’ il gomito, lo fai, senza mai staccare le mani dal manubrio, altrimenti sarebbe una scorrettezza regolamentare. Non conta la stazza fisica: io ero mingherlino, ma anche con i giganti mi sapevo far rispettare…».

Potere fiammingo

Allora chi vuole scalare le gerarchie, come deve fare? «Spingi, cerchi spazio: i belgi e olandesi di seconda fascia non guardano in faccia a nessuno, cercano spazio. Ma tu devi fare altrettanto, anche farti sentire. Io spesso mi arrabbiavo. Il rispetto si guadagna con il tempo. Io e Sven Nys battagliavamo, ma senza scorrettezze, magari si tirava il freno un attimo prima per non intrupparsi. Guardate le gare femminili: chi è “cattiva” fa la differenza».

Guerciotti con Dorigoni

Ciclocross, una storia di bici a marchio Guerciotti

05.12.2020
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Continua il nostro viaggio nel mondo delle biciclette da ciclocross e dopo aver sentito l’esperienza di Enrico Franzoi, abbiamo sentito Alessandro Guerciotti. Il marchio lombardo vanta una grande tradizione nella specialità e non a caso è presente ai massimi livelli di questa disciplina con il Team Selle Italia Guerciotti, che annovera fra le sue file anche il campione italiano Jakob Dorigoni.

Carbonio e dischi

«Nel ciclocross ci sono state delle evoluzioni grandissime – esordisce così Alessandro Guerciotti – a iniziare dall’uso del carbonio. Come è avvenuto per le bici da strada anche quelle da ciclocross ormai sono tutte in carbonio. A conferma della supremazia del carbonio c’è il fatto che anche nelle categorie giovanili ormai i ragazzi corrono tutti con telai in carbonio».

Ma non è solo in fatto di materiali che il ciclocross è simile alla strada: «Un’altra grande innovazione, circa 6 anni fa, è stata l’introduzione del freno a disco. Anche in questo caso ormai tutti usano solo il disco, anche i più giovani». Sul freno a disco Guerciotti ci tiene in modo particolare a spiegare perché è stata una grande innovazione per il ciclocross: «Il disco impatta meno sulla ruota rispetto ai caliper. Nel ciclocross è facile che durante una gara una ruota si storga. Mentre con i caliper una ruota storta ti faceva rallentare in quanto toccavano i patti con il cerchio, con il freno a disco questo non succede».

E continua raccontandoci un aneddoto: «Ci fu un campionato italiano in cui Bertolini, che correva con noi, stava duellando spalla a spalla con Fontana. A un certo punto a Bertolini si è storta una ruota, ma grazie al disco è riuscito a finire il giro senza problemi e senza perdere secondi rispetto a Fontana. Ha cambiato la bici al volo al box e poi ha vinto. Se avessimo avuto i caliper probabilmente Bertolini avrebbe perso quel campionato italiano».

Jakob Dorigoni
Jakob Dorigoni in azione con la sua Eureka CX
Jakob Dorigoni
Jakob Dorigoni in azione con la sua Guerciotti Eureka agli ultimi campionati italiani

Il peso è sempre più importante

Un ruolo importante nell’evoluzione delle biciclette lo giocano anche le richieste dei corridori e del mercato.
«Noi costruttori dobbiamo sempre capire quali esigenze emergono nel mercato e anche quali sono le esigenze dei corridori – continua Guerciotti – avere la squadra è importante perché facciamo testare le novità ai corridori di alto livello che poi ci danno i loro feedback. Ad esempio, in questo momento c’è sempre più attenzione alla leggerezza. Nel ciclocross la prima qualità richiesta ad una bicicletta è sempre stata la reattività per via dei numerosi rilanci. Oggi c’è sempre più attenzione anche al peso perché il livello è talmente alto che anche pochi secondi su uno strappo fanno la differenza».

Eureka CX Guerciotti
L’Eureka CX tricolore per Dorigoni e Francesca Baroni
Eureka CX Guerciotti
L’Eureka CX nella livrea dedicata ai campioni italiani Jakob Dorigoni e Francesca Baroni

Meno problemi con il monocorona

E poi c’è l’evoluzione dei gruppi: «L’introduzione del monocorona è stata un’altra bella novità. E’ una soluzione che ti dà meno problemi con il fango e si rischia di meno con i salti di catena, che nel ciclocross sono frequenti». Ma ci possono essere problemi con la scelta dei rapporti?

«Fino a qualche tempo fa forse sì, ma oggi c’è una scelta di corone anteriori molto ampia, si va dal 38 fino al 44 e poi i pacchi pignoni di oggi danno una grande ampiezza di rapporti, c’è anche chi usa una scala 11-42, quasi da mountain bike».
Anche per il monocorona così come per il carbonio e il disco, i giovani sembrano apprezzarlo in massa, secondo Alessandro Guerciotti l’80% dei ragazzi corre con il monocorona.

Guerciotti Paolo e Alessandro
A sinistra Paolo Guerciotti con il figlio Alessandro
Guerciotti Paolo e Alessandro
A sinistra Paolo Guerciotti con il figlio Alessandro

Novità in vista per Guerciotti

E per quanto riguarda Guerciotti ci sono novità pronte per l’anno nuovo? «Lanceremo l’evoluzione dell’Eureka CX, che grazie all’esperienza che abbiamo acquisito con la Bardiani, avrà dei concetti presi dalla strada e trasferiti e rielaborati per il ciclocross. E’ importante aggiornarsi perché stiamo vedendo anche dalle vendite, che il ciclocross sta avendo un vero boom, tante persone si stanno avvicinando a questa disciplina». Merito di campioni come Van der Poel e Van Aert che hanno riacceso l’interesse per questa disciplina.

Gran momento anche per il gravel

«Anche per il gravel stiamo vedendo un interesse sempre maggiore – sottolinea Guerciotti – le bici gravel sono delle ciclocross con geometrie più rilassate, manubrio più largo e possibilità di montare pneumatici più larghi. Ho notato che alcuni stradisti che avevano anche la mountain bike scelgono di venderla per comprare una gravel. Ci puoi fare più cose con una gravel, la puoi usare durante la settimana per andare a lavorare e nel week end è un’alternativa alla strada. Diciamo che le gravel in questo momento sono più fashion, il che non guasta mai. Anche qui con l’anno nuovo amplieremo la gamma per soddisfare le varie esigenze».

Jakob Dorigoni, europei cross 's Hertogenbosch 2020

In Coppa a Tabor e Dorigoni cresce bene

27.11.2020
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Domenica comincia la Coppa del mondo. Rivoluzionata nel suo programma, scatta da Tabor (Cze) e certamente non sarà come gli organizzatori e l’Uci avrebbero voluto. I problemi legati alla pandemia, che rendono ogni trasferta estremamente laboriosa, hanno fortemente influito sulla tappa di apertura. Il Belgio sarà presente solo con gli elite, lo stesso dicasi per l’Olanda, che ha “derogato” solo per due ragazze under 23 (peraltro, non essendoci la gara di categoria, gareggeranno con le elite). Spazio aperto a ogni pronostico quindi per le prove giovanili, ma il cittì Fausto Scotti sorride solo a metà.

Alice Maria Arzuffi, campionato italiano ciclocross 2020
A Tabor occhi su Alice Maria Arzuffi (qui ai tricolori 2020), che di recente non ha brillato
Alice Maria Arzuffi, campionato italiano ciclocross 2020
Arzuffi sotto osservazione, assieme alla Lechner

«E’ vero – dice – ci sono più possibilità di ottenere un buon risultato, ma in questo momento ai ragazzi servono confronti internazionali al massimo livello per capire a che punto sono. Io avrei preferito un confronto pieno, sul campo, ma dobbiamo prendere la gara per quella che è. D’altronde queste trasferte sono molto difficili anche organizzativamente. Le disposizioni sanitarie ci impongono di arrivare con molto anticipo per sottoporci ai tamponi e i collegamenti non sono semplicissimi».

La squadra di Coppa cambia rispetto agli Europei di due settimane fa?

Parzialmente, soprattutto nelle categorie giovanili. Vogliamo dare a tutti l’occasione di confrontarsi con il meglio del movimento. A Tabor ad esempio non ci saranno né Carrer né Olivo per problemi fisici, ma conto di recuperarli, magari già per Namur. Abbiamo anche aggiunto Filippo Agostinacchio, che pensiamo possa far bene su quel percorso.

Thomas Pidcock, coppa del mondo Koksijde 2019 2020
Oltre a Van Aert,in Coppa rientra Thomas Pidcock, re del Giro d’Italia U23 e star del cross
Thomas Pidcock, coppa del mondo Koksijde 2019 2020
A Tabor anche Pidcock, un vero fenomeno
Ecco, quello di Tabor che percorso è?

Veloce e duro, in queste due parole è riassunto tutto il circuito. Bisogna essere sempre al massimo, non dà tregua. Ci sono drittoni lunghi in salita, una scalinata insidiosa, poi molto influirà il clima. Noi abbiamo disputato a Tabor il mondiale, ma era a fine gennaio, con freddo e neve. Vedremo come sarà domenica, anche se mi aspetto comunque temperature rigide.

Un tracciato che a Dorigoni piace molto…

Jacob lo vedo in grande crescita, nelle sue ultime uscite mi ha impressionato, sicuramente è migliorato rispetto agli Europei, poi conosce bene il tracciato. Mi aspetto molto da lui. Vedremo anche come stanno le ragazze, Arzuffi e Lechner nell’ultima uscita a Merksplas non sono andate molto bene.

Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, Juniores, Filippo Agostinacchio
Tra gli azzurri anche Filippo Agostinacchio, primo a Gallipoli fra gli junior
Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, Juniores, Filippo Agostinacchio
A Tabor anche Agostinacchio, 1° junior a Gallipoli
Domenica in gara ci sarà anche Pidcock: potrebbe far finalmente saltare il dualismo Belgio-Olanda?

Assolutamente sì, il britannico è uno che è sempre pronto quando gareggia e ha tutto per fare la differenza. Per me se la gioca per la vittoria, i belgi avranno una bella gatta da pelare…

Il calendario

Ecco a seguire il calendario della Coppa del mondo 2020/2021:

29 novembre: Tabor (Cze)

20 dicembre: Namur (Bel)

27 dicembre: Dendermonde (Bel)

3 gennaio: Hulst (Ned)

24 gennaio: Overijse (Bel)

Dorigoni, top ten europea sfiorata

09.11.2020
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All’indomani della sua buona prestazione Jakob Dorigoni fa un’analisi del suo campionato europeo di ciclocross ad ‘s-Hertogenbosch. Per il giovane bolzanino, lo ricordiamo, un 13° posto che in ottica futura fa ben sperare.

Partenza e spallate

La sua stagione era stata sin qui quasi esclusivamente italiana. Nel senso che Jakob aveva corso solo in Italia, a parte qualche puntata all’estero, ma non nel ciclocross.

La scivolata di Dorigoni all’ultimo giro
La scivolata di Dorigoni all’ultimo giro

«Sono soddisfatto della mia gara – commenta il campione italiano in carica – tredicesimo in Europa nel ciclocross non è male. Nonostante fossi scattato dalla terza fila ho fatto un’ottima partenza. Ho subito recuperato molte posizioni. Tuttavia non avendo corso mai in Belgio o in Olanda quest’anno, gli altri non sapevano che condizione avessi, quindi per paura che potessi fare qualche buco, hanno cercato di saltarmi subito. Nel corso del primo giro, così, ho preso un bel po’ di spallate. E sono finito un po’ dietro.

«Alla fine ho fatto una corsa regolare. Ero in un gruppetto di quattro atleti. Ci stavamo giocando la top ten. Nel finale ho fatto una piccola scivolata nel tratto sulla sabbia e così ho chiuso tredicesimo».

Più ritmo per Dorigoni

Nonostante i suoi 22 anni non era la prima volta che Jakob gareggiava con i “bestioni” elite del Nord Europa. Sapeva cosa lo attendeva. Proprio per questo motivo recrimina di non aver gareggiato da quelle parti e con quella gente prima dell’Europeo.

«Mi spiace di non aver potuto fare qualche gara lassù prima di questo appuntamento. Io stavo bene, ma se proprio devo dire un qualcosa che mi è mancato allora dico il ritmo gara con atleti di quel calibro. Un conto infatti è correre in Italia e un conto è farlo in Belgio o in Olanda. Sono quasi certo che se avessi fatto due o tre gare con loro, la top ten l’avrei guadagnata. Però non si poteva (il riferimento è alla situazione covid, ndr). Nonostante ciò è andato tutto secondo le mie previsioni. Conoscevo il livello della gara e va bene così. Adesso però c’è da crescere, su tutto, in vista del mondiale. Come? Correndo il più possibile… magari all’estero». 

Lampi d’Italia nel dominio belga

08.11.2020
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Un europeo nato tra mille difficoltà, nell’olandese s’Hertogenbosch, senza pubblico, dopo l’ottimo avvio, ha offerto molti motivi d’interesse per l’Italia anche nella seconda giornata. Nella gara under 23 femminile le padrone di casa hanno rischiato la clamorosa beffa da parte dell’ungherese Kata Blanka Vas, battuta per soli 8” da Puck Pieterse replicando così l’argento di categoria già vinto ai mondiali di Mtb, bronzo all’altra olandese Manon Bakker a 10”.

Jakob Dorigoni, Campionati europei 2020
Jakob Dorigoni ottimo 13° posto alla prima gara di questo livello
Jakob Dorigoni, Campionati europei 2020
Jakob Dorigoni ottimo 13° posto

Ma qui va sottolineata la splendida prova di squadra delle azzurre, presenti in tre e tutte nella top 10, con Francesca Baroni settima a 52” allo sprint su Sara Casasola, decima Gaia Realini a 1’31”.

Legge fiamminga

Tra gli uomini elite dominio belga, come si prevedeva: gara vissuta sulla fuga a due di Eli Iserbyt e Michael Vanthourenhout che non erano i più accreditati in casa fiamminga. Alla fine l’ha spuntata il primo, appena 23 anni, con 16” di vantaggio sul compagno di team che ha contenuto il ritorno dell’olandese Lars Van Der Haar a 22”. In una prova con ben 7 belgi fra i primi 10, ottima la prestazione di Jakob Dorigoni, 13° a 2’05”, più giovane di tutti coloro che l’hanno preceduto.

Azzurre crescono

Una trasferta, quella dell’Italia, nel complesso positiva con 6 piazzamenti nei primi 10, ma è soprattutto sui più giovani che il cittì Fausto Scotti pone l’attenzione.

«Si sono difesi anche oltre le aspettative – dice – guardate la gara della Realini, partita per quart’ultima, oppure la Casasola, che per due giri è stata a livello delle migliori, poi chiaramente è emersa la maggior abitudine ai grandi eventi delle olandesi. Nel complesso però il bilancio è molto positivo».

Puck Pieterse, Campionati europei, s'Hertogenbosch, 2020
Puck Pieterse prima fra le donne U23
Puck Pieterse, Campionati europei, s'Hertogenbosch, 2020
Puck Pieterse prima fra le donne U23

Dorigoni c’è

Chi è stato particolarmente convincente è stato Dorigoni, alla sua prima uscita fra gli elite.

«Era partito pure troppo forte – sorride Scotti – intorno al settimo posto, in mezzo a quei marpioni belgi si è preso qualche botta. Poi ha continuato a spingere, è rimasto in gruppo con gente molto accreditata, alla fine il 13° posto vale moltissimo perché in Italia non ha l’abitudine a gareggiare a quei livelli. Davanti andavano davvero fortissimo, ma nel complesso tutte le gare di questo europeo sono state molto valide ed è stato un bene esserci. Agli organizzatori e alla Uec va fatto un plauso speciale, perché allestire un evento internazionale di questi tempi non è semplice, i rischi ci sono e sono molti».

Non solo strada 

Una due giorni dominata nel medagliere dall’Olanda, ma che fra gli elite vede ancora il predominio belga. Si potrà interrompere un giorno questo dominio di due sole Nazioni?

«Lì il ciclocross è sport nazionale – prosegue Scotti – per un ragazzo vale una carriera e tanti soldi, ci sono interessi che non possiamo solo sognare. Casi come Van Aert non sono la regola, non si cerca su strada il successo, il ciclocross è già ricco abbastanza».

Italia al palo

L’europeo di s’Hertogenosch ha però anche confermato come a emergere siano corridori che hanno dimestichezza con varie discipline, vedi i casi della Alvarado e della Vas, titolate anche nella Mtb, riportando così d’attualità il tema della multidisciplinarietà.

«Qui tocchiamo un tasto dolente – commenta Scotti – perché in Italia ci si riempie spesso la bocca di questa parola, ma la realtà è che appena un corridore va forte viene subito portato alla strada e lì resta. Gente come Trentin e Aru andava molto forte anche nel ciclocross, abbinare le due discipline avrebbe fatto loro bene, ma quando approdi alla strada esiste solo quella. Siamo in Italia…».

Dorigoni, pronto a sgomitare all’europeo

03.11.2020
2 min
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Jakob Dorigoni è sempre di più il mattatore della stagione italiana del ciclocross. Insieme all’esperto Cristian Cominelli si sta giocando il Giro d’Italia Ciclocross. E dire che ha solo 22 anni e che è al debutto tra gli elite.

Però l’atleta della Guerciotti sembra più determinato che mai. E’ partito subito col botto, vincendo a Jesolo e questo deve aver inciso molto sul suo cammino.

Partenza col botto

«Sono molto contento per come sono partito. L’anno scorso in Italia andavo forte e ci tenevo a continuare così».

Certo che ci teneva. Indossare la maglia tricolore è una bella responsabilità. L’ha vinta davanti a colui che è forse il miglior ciclocrossista degli ultimi anni, vale a dire Gioele Bertolini. Il “Bullo” ai tempi aveva messo dietri calibri come lo stesso Cominelli, Marco Aurelio Fontana, i gemelli Braidot. 

Dorigoni nella sabbia di Jesolo (foto Billiani)
Dorigoni a Jesolo (foto Billiani)

La cosa importante è che Dorigoni ha riportato il cross nelle mani degli “stradisti”, mentre negli ultimi anni era stato a forte appannaggio dei biker. Cambio di preparazione? Un caso? Di certo ci ha lavorato su.

«La stagione estiva di quest’anno era particolare per tutti e io ho cercato di dare il meglio. Al Giro U23 sono andato veramente forte peccato che all’ultima tappa mi sia ritirato. Sono caduto dopo un contatto con un’ammiraglia».

Però poi si è subito concentrato su questa specialità. Aver vinto a Jesolo, dove domina la sabbia, non è cosa da poco. Non bastano le gambe, serve anche tecnica e lavoro specifico.

Sotto con l’europeo

«Questo europeo sarà il primo tra gli elite e darò il mio meglio. Il mio obiettivo è quello di arrivare al traguardo avendo dato tutto. aver dato tutto».

Per questa gara Jakob punta forte sull’affidabilità dei materiali, anche se il percorso di ‘s Hertogenbosch, in Olanda, non sembra impossibile.

«Non ho cambiato quasi niente. Mi trovo bene con la mia bici. Sceglierò le gomme il giorno della gara», chiaramente dovrà verificare le condizioni del meteo. Per ora si annuncia tempo velato, ma niente precipitazioni e anche in questi giorni non piove. Sarà pertanto una corsa veloce che Jakob, onorerà al massimo con Cristian Cominelli e l’altro azzurro Antonio Folcarelli.

Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, uomini elite, volata Dorigoni-Cominelli

Jakob (cattivissimo) torna al successo

02.11.2020
2 min
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A Gallipoli, Jakob Dorigoni è tornato a fare ciò che gli riesce meglio, almeno nel panorama italiano: vincere e soprattutto vincere giocando con gli altri come il gatto col topo. Le disavventure sofferte a Osoppo, veder sfuggire gli altri per un problema meccanico e soprattutto aver perso la maglia rosa, gli avevano lasciato dentro una rabbia che l’altoatesino ha saputo sfruttare al meglio. Chi conosce il ciclocross sapeva che questa volta nulla e nessuno lo avrebbe fermato, anche se la gara è stata incerta fino all’ultimo.

Volata super

Jakob è partito subito forte, la maglia rosa Cominelli come è solito fare ci ha messo di più a carburare, la sua rincorsa era stata premiata dando vita a un ultimo giro all’insegna dell’incertezza, ma si vedeva che questa volta Dorigoni era pronto per fare poker. Come ci è riuscito? Lo racconta lui stesso.

«Mi è passato tanto per la mente – dice Jakob – avevo pensato di provare a staccarlo prima dello sprint, ma ho commesso un errore vanificando il mio attacco e ormai non c’era più tempo. Dovevo concentrarmi sulla volata, scegliere la traiettoria migliore e così è stato. Questa volta nulla mi avrebbe privato della vittoria».

Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, uomini elite, partenza
Gara uomini elite, partenza velocissima (foto Pasquale Abbattista)
Giro d'Italia Ciclocross, Gallipoli 2020, uomini elite, partenza
Uomini elite, partenza velocissima (foto Pasquale Abbattista)

Cominelli rosa

A Cominelli (Scott) non è rimasto altro che accontentarsi di un altro podio, vedendo premiata la sua costanza di rendimento con una maglia rosa che resta nel suo cassetto a due prove dalla fine (sempre che si possano fare, visti i tempi che corrono…), mentre terzo ha chiuso Antonio Folcarelli (Race Mountain Folcarelli). In classifica il lombardo ha ancora 6 punti su Dorigoni, un margine esiguo, troppo esiguo per non capire che servirà un’inversione di tendenza e che, almeno una volta, bisognerà vincere sul campo. Ma questa è un’altra storia.

U23 per Ceolin

Fra gli Under 23 questa volta è stato Federico Ceolin a stupire, con un quarto posto nella prova Open che apre grandi prospettive future. Il portacolori della Selle Italia Guerciotti Elite, stessa società di Dorigoni, ha avuto la meglio nei confronti dei due protagonisti della categoria, il biker Davide Toneatti (DP66 Giant SMP) e soprattutto Marco Pavan (D’Amico UM Tools), vincitore assoluto a Osoppo e che la sua maglia bianca di leader di categoria ormai ce l’ha in cassaforte.

Daniele Pontoni, Jesolo, Giro d'Italia Ciclocross 2020

Pontoni, buona la prima

04.10.2020
2 min
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Pontoni è soddisfatto. La prima tappa del Giro d’Italia di Ciclocross a Jesolo ha avuto un significato particolare: ripartire dopo tutto quel che è successo in Italia dall’inizio dell’anno, con l’epidemia di Covid-19 che per lunghi mesi ha fermato tutta l’attività sportiva e non solo, non era scontato, riuscirci con oltre 700 atleti al via significa che la voglia di ciclocross è intatta se non addirittura aumentata. La prima tappa si è svolta rispettando alla lettera tutte le disposizioni sanitarie in materia, pochissimi quindi gli spettatori sul percorso.

Jesolo, Giro d'Italia Ciclocross 2020
Si è svolta a Jesolo la prima prova del Giro d’Italia Ciclocross (foto Billiani)
Jesolo, Giro d'Italia Ciclocross 2020
Jesolo, Giro d’Italia Ciclocross 2020 (foto Billiani)

«La giornata è stata bella soprattutto per il gran numero di atleti che abbiamo visto ai nastri di partenza, specialmente tra le categorie giovanili – ha spiegato il responsabile organizzativo, l’ex campione del mondo Daniele Pontoni – ringrazio Achille e tutti i volontari di Jesolo. Con gli amici dell’Asd Romano Scotti abbiamo allestito una grande manifestazione, abbiamo avuto la fiducia dell’amministrazione comunale di Jesolo e abbiamo cercato di onorarla al meglio».

«Bisogna dire grazie a tutti coloro che ci hanno supportato in questo difficile inizio – afferma Fausto Scotti, vicepresidente dell’Asc Romano Scotti che allestisce il Giro in memoria di papà Romano – soprattutto ai genitori dei tanti ragazzi che ci hanno concesso fiducia guardando da lontano i loro ragazzi. Tutti hanno rispettato le ordinanze e tenuto il distanziamento, noi siamo stati anche pedanti nel farle osservare, ma era necessario».

Da cittì azzurro, Scotti ha tratto molte indicazioni interessanti.

«Dorigoni è stato molto brillante – ha spiegato – soprattutto nei tratti a piedi mi ha sorpreso. Folcarelli ha fatto una grande rimonta dopo l’iniziale rottura del deragliatore. Fra le donne la Casasola è uscita dal Giro su strada con una condizione invidiabile. Col passare delle settimane rientreranno anche coloro che stanno facendo altre attività come i Braidot, Colledani, lo stesso Bertolini in recupero dall’infortunio. Hanno tutti bisogno di gareggiare molto d’inverno per entrare in forma nell’anno olimpico. Per gli Europei? Vedremo, intanto speriamo che si possano fare…».

Jakob Dorigoni, Jesolo, 2020

Jesolo, Dorigoni parte bene

04.10.2020
2 min
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Jakob Dorigoni apre in grande stile il Giro d’Italia di Ciclocross, che si è aperto curiosamente in quasi contemporanea con la corsa rosa su strada. Una concomitanza che, si spera, resterà unica dato il forzato spostamento di tutta la stagione su strada per la pandemia. A Jesolo si sono dati appuntamento gli specialisti delle corse sui prati, visto che sia stradisti sia biker devono ancora terminare la stagione. 

Jakob Dorigoni, Jesolo, 2020
Jakob Dorigoni, campione italiano, vince la tappa di Jesolo (foto Billiani)
Jakob Dorigoni, Jesolo, 2020
Dorigoni, campione italiano, vince a Jesolo (foto Billiani)

Eccezione fra questi ultimi, Jakob Dorigoni e Cristian Cominelli. I due hanno deciso di anticipare il loro passaggio al ciclocross e i risultati si sono visti, dato che nella prova open la loro sfida ha caratterizzato la gara. Dorigoni (Selle Italia Guerciotti Elite) ha provato a imporre la sua legge sin dalle prime battute, ma nel finale ha dovuto rintuzzare la rimonta di Cominelli (Scott, che ha chiuso a soli 8”. Terza posizione a 1’20” per il laziale Antonio Folcarelli (Race Mountain Folcarelli) al suo esordio nella categoria Elite.

«Era importante saper amministrare il vantaggio senza danni, è sempre fondamentale iniziare col piede giusto perché poi tutto diventa più facile – ha commentato il tricolore Dorigoni, prima maglia rosa del circuito – la squadra è fantastica e ha lavorato molto bene«.

Sesta piazza assoluta per il primo Under 23, Marco Pavan della D’Amico Um Tools.

«E’ stata una gara molto tirata, è un’emozione grandissima che dopo questo periodo di stop regala ottime sensazioni per il resto della stagione. Una prova davvero impegnativa, specialmente per il ritmo imposto da Dorigoni, che sapevo essere l’uomo più forte. Io parto sempre velocemente per guadagnare un margine da gestire, ho cercato di non perdere troppo sulla sabbia e di guadagnare sugli altri tratti«.

La prima giornata del GIC ha dimostrato che tutto può essere continuamente messo in discussione, la seconda imminente tappa (le rivincite sono già fissate per domenica prossima a Corridonia) potrebbe cambiare le gerarchie, molto dipenderà dalle condizioni atmosferiche e dal terreno di gara.