Drali Milano cresce e presenta la nuova officina 

09.08.2024
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MILANO – Era la fine di gennaio quando Gianluca Pozzi, Amministratore Delegato di Drali Milano, ci presentava l’area che avrebbe presto ospitato il nuovo magazzino e soprattutto la nuova officina della sua azienda. Drali aveva infatti da poco acquistato gli spazi di una ex legatoria situata nello stesso stabile di Via Palmieri, nella parte sud di Milano, dove da qualche anno lo storico marchio milanese ha ripreso a “pedalare” sulla spinta dello stesso Gianluca Pozzi e dei suoi soci Andrea Camerana e Robert Carrara. Un marchio che ha fatto la storia del ciclismo milanese, e non solo, e che nel 2025 taglierà il traguardo del primo secolo di vita.

In una mattinata milanese particolarmente calda e che invogliava ad andare in vacanza, abbiamo deciso invece di fare nuovamente visita a Drali per vedere se gli spazi vuoti visti a fine gennaio si erano in qualche modo “riempiti”. La risposta è stata assolutamente positiva.

Il magazzino e la nuova officina sono ora perfettamente operativi con tre persone dedicate alle fasi di ricezione, spedizione e assemblaggio bici. A guidarci nella nostra visita Daniele Calvi, marketing & comunicazione di Drali.

Le nuove strutture di Drali rispecchiano le ambizioni dell’azienda
Le nuove strutture di Drali rispecchiano le ambizioni dell’azienda
Con il magazzino e la nuova officina, attualmente su quanti metri quadrati si sviluppa la sede di Drali?

Complessivamente siamo all’incirca su mille metri quadrati, metà dei quali dedicati al magazzino e all’officina. Il resto è occupato dagli uffici, dallo spazio vendita e dal nostro flagship store, che anche quest’anno ha ospitato diversi incontri aperti al pubblico e che continuerà sicuramente a farlo.

Come è strutturata l’area dedicata al magazzino e all’officina?

La prima parte è dedicata al ricevimento e alla spedizione della merce. Per quel che riguarda il ricevimento ci riferiamo ai telai, che possono essere grezzi oppure verniciati. I telai grezzi sono quelli che arrivano dalla nostra sede produttiva. Appena arrivati, sono sottoposti ad un rigido controllo per verificare che non vi siano delle imperfezioni. Se tutto è a posto vengono spediti in verniciatura. Al ritorno dalla verniciatura vengono sottoposti ad un ulteriore controllo per verificare che questa sia stata eseguita in maniera perfetta.

Al Velofollies Drali ha presentato le borse BAC per il bikepacking
Al Velofollies Drali ha presentato le borse BAC per il bikepacking
Terminata questa fase di doppio controllo quale è il passaggio successivo?

In realtà i controlli sono tre. L’ultimo avviene al momento dell’imballaggio e della spedizione che può essere del solo telaio o della bici completa. Quest’ultima arriva dall’officina dove avviene l’assemblaggio e che è il cuore della nuova area della nostra sede.

Visitandola abbiamo notato una bellissima e modernissima area lavoro per i vostri meccanici.

E’ assolutamente vero. Il merito va riconosciuto a 3D Beta che ha realizzato per noi tre postazioni di lavoro per i nostri meccanici personalizzandole con i nostri colori. Attualmente qui operano tre persone che possono diventare anche cinque nei momenti di massimo lavoro.

Il resto degli spazi come sono stati occupati?

Abbiamo implementato il nostro magazzino per quel che concerne la componentistica. Discorso analogo per quel che riguarda le tubazioni. Ora siamo in grado di rispondere in tempi rapidissimi a qualsiasi richiesta che ci dovesse arrivare per realizzare un telaio con geometrie particolari. Abbiamo inoltre previsto uno spazio per le nostre biciclette test e noleggio.

Avete già avuto delle esperienze in merito?

Qualcosa sì, grazie al nostro rivenditore in Canada che ha organizzato di recente dei training camp sulle Dolomiti e a Maiorca e ha noleggiato le nostre biciclette per i partecipanti al camp. Uno spazio è poi dedicato a BAC. Si tratta di un marchio di portapacchi e borse ideali anche per il gravel disegnate dal Product Design Engineer, Alfonso Cantafora. E’ una realtà giovane con la quale abbiamo iniziato a collaborare quest’anno e che ha fatto il suo debutto ufficiale con noi a gennaio in occasione di Velofollies, la fiera di riferimento per tutti gli appassionati di bici del Benelux.

Drali Milano sarà presente al prossimo Italian Bike Festival
Drali Milano sarà presente al prossimo Italian Bike Festival
Cercando di trovare una sintesi, quale motivo vi ha spinto a dotarvi di un magazzino e di una nuova officina?

Tutto nasce dalla necessità di rispondere ad una richiesta di prodotto sempre maggiore che arriva dalla nostra clientela. Una maggiore richiesta richiede giocoforza una maggiore capacità produttiva. Contemporaneamente stiamo lavorando per incrementare altri aspetti del nostro lavoro come la qualità e il numero dei nostri fornitori, ma anche la nostra forza commerciale. A breve implementeremo anche il nostro impegno a livello di marketing tenendo fede a quello che è un pensiero di Gianluca Pozzi, il nostro Amministratore Delegato: “Alzare contemporaneamente tutti i livelli!”. Tutto in Drali deve crescere in maniera omogenea.

Il prossimo appuntamento con Drali Milano è previsto dal 13 al 15 settembre a Misano in occasione di Italian Bike Festival. L’azienda sta lavorando a qualche bella novità che speriamo di poter presto vedere e raccontare.

Drali Milano

IBF e La Gialla: Wepere presente con la grande novità Viggo

07.08.2024
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Wepere sarà anche quest’anno presente con un proprio stand espositivo e rappresentativo (lo spazio è il G12) in occasione del prossimo Italian Bike Festival, la rassegna expo & test in programma dal 13 al 15 settembre all’interno dell’autodromo Misano World Circuit – MUC di Misano Adriatico, Rimini. In aggiunta alla presenza all’IBF, Wepere sarà anche partner per quanto riguarda la fase di recupero del palinsesto di eventi e manifestazioni La Gialla, che come tradizione completano ed arricchiscono il programma del grande evento espositivo.

E proprio in coincidenza con IBF e delle manifestazioni La Gialla, Wepere darà la possibilità a chiunque lo desiderasse di provare l’ultima grande novità messa a punto dal brand veneto: il dispositivo Viggo.

Viggo si propone di rivoluzionare il recupero muscolare delle gambe di qualsiasi ciclista praticante. Grazie alla tecnica della pressoterapia, Viggo massaggia i muscoli contribuendo al loro rilassamento e alla loro rigenerazione successivamente ad un allenamento oppure ad una competizione, riducendo – e non è un fattore di poco conto – il rischio di infortuni.

Viggo concede inoltre la possibilità di scegliere l’intensità del massaggio, regolando la pressione da 40 a 200 mmHg, mentre tre sono i programmi differenti per personalizzare la sessione di recupero. Inoltre, è anche possibile selezionare una sola camera per lavorare su un’area specifica delle gambe. L’autonomia della batteria arriva fino a tre ore, e questa caratteristica – unitamente al fatto che Viggo è davvero facile da trasportare – permette di effettuare le proprie sedute dove si desideri: e la borsa è inclusa.

La “mission” di Wepere

Wepere (acronimo di Wellness-Performance-Recovery) è la divisione sportiva di I.A.C.E.R. azienda leader nella progettazione e nello sviluppo di dispositivi elettromedicali per la terapia domiciliare e professionale del dolore cronico, con oltre un milione di dispositivi attivi venduti negli ultimi dieci anni e programmi selezionati e realizzati in collaborazione con ospedali e università.

La missione di Wepere è dunque insita nel proprio nome: favorire il Wellness, il benessere psicofisico degli sportivi e non solo, potenziare la Performance, per raggiungere risultati sempre maggiori, e supportare il Recovery, aiutando a recuperare più in fretta dopo un allenamento o una gara, oppure a seguito di infortuni.

Il team di Wepere sarà a vostra disposizione per tutti i chiarimenti e le domande
Il team di Wepere sarà a vostra disposizione per tutti i chiarimenti e le domande

Tutti i dispositivi proposti da Wepere rispondono alle esigenze degli sportivi e degli amanti del fitness che cercano una soluzione facile e comoda per sostenere il mantenimento della forma fisica e di un alto livello di prestazione: la compressione sequenziale accelera il recupero muscolare e drena i liquidi, gli ultrasuoni lavorano su contratture muscolari e problematiche tendinee o articolari, ma anche estetiche, l’elettrostimolazione tonifica la muscolatura e riduce il dolore mentre la magnetoterapia è efficace per contrastare infiammazioni muscolari e patologie ossee.

Wepere

GEKO all’Italian Bike Festival con la novità… gravel!

22.07.2024
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Dopo aver presentato alla recente Ultracycling Dolomitica i propri capi d’abbigliamento per il ciclismo, ed in modo particolare gli originali pantaloncini con il sistema brevettato “anti scivolamento, il brand GEKO ha ufficializzato la propria partecipazione al prossimo Italian Bike Festival. Tutti gli appassionati che lo vorranno potranno dunque toccare con mano e magari testare dal 13 al 15 settembre prossimi, presso lo stand GEKO (A8) all’interno dell’autodromo Santamonica di Misano Adriatico, la valenza di questa innovazione Made in Veneto che tanto e bene sta facendo parlare di se. Con una bella novità: la presentazione ufficiale dei pantaloncini GEKO specifici per il gravel.

Grazie all’inserto GEKO è molto più semplice mantenere la posizione in sella
Grazie all’inserto GEKO è molto più semplice mantenere la posizione in sella

Con il sistema brevettato GEKO si è in grado di ottenere il massimo grip sulla sella, evitando di conseguenza inutili sprechi in termini di potenza, e godendo di maggiore stabilità e sicurezza senza compromettere la libertà di movimento.

I primi a partecipare allo sviluppo del brevetto, a testare e a indossare i pantaloncini GEKO sono stati il due volte campione del mondo Gianni Bugno ed il diesse della Polti Kometa Stefano Zanatta.

«Entrambi ci hanno creduto sin dall’inizio – ci confida Francesco Nardi, che di GEKO è il fondatore – e oggi con grande orgoglio sono loro i testimonial d’eccezione del nostro pantaloncino brevettato».

GEKO realizza anche capi di abbigliamento
GEKO realizza anche capi di abbigliamento
Qual’è in sintesi la storia di questo prodotto? Come si è arrivati all’idea?

«Il brevetto GEKO nasce da un’intuizione quasi casuale che si è rapidamente evoluta in un preciso progetto volto a soddisfare una esigenza specifica: migliorare l’efficacia e la durata dei sistemi antiscivolo convenzionali. Abbiamo, inoltre, puntato a raggiungere un altro obiettivo spesso sottovalutato: la sicurezza per il ciclista. Il pantaloncino GEKO è il risultato di una ricerca e di uno sviluppo che hanno coinvolto un team esperto per oltre due anni, sin dalle prime fasi di ideazione del prodotto. Durante questa fase, abbiamo avuto il privilegio di collaborare con i due grandi campioni del calibro di Gianni Bugno e Stefano Zanatta, i quali hanno messo a disposizione la loro esperienza e la loro professionalità per garantire la realizzazione di un prodotto veramente utile e funzionale».

Mai più in punta di sella, dunque…

«Allineamento del bacino, flessione dell’anca, distribuzione del peso, angolo del ginocchio, altezza della sella: sono questi alcuni dei fattori che determinano prestazioni, comfort ed efficienza del movimento una volta in sella alla bicicletta. Il nostro sistema antiscivolo brevettato GEKO permette di rimanere stabilmente nella posizione studiata dal biomeccanico e di far lavorare correttamente la muscolatura. Indossando i nostri pantaloncini si potrà pedalare senza effettuare inclinazioni laterali o slittamenti in avanti e indietro, mantenendo sempre una posizione neutra».

Nel settore siete innovativi, qual è la vostra storia?

«Siamo una start-up specializzata nell’abbigliamento tecnico. La passione per il settore è supportata da un solido background di vent’anni nell’industria della stampa e da una stretta collaborazione con produttori di articoli sportivi di alta gamma, noti per la qualità dei materiali impiegati e per la maestria costruttiva. La nostra esperienza tecnica ci ha permesso, inoltre, di dare concretezza alla sempre più sentita esigenza di una maggiore sicurezza del ciclista. Quello che siamo riusciti a fare è stato sviluppare un prodotto innovativo, efficace e resistente nel tempo.

Invece che obiettivi avete?

Stefano Zanatta, in modo particolare, si è occupato di testare personalmente il brevetto e ha contribuito fattivamente nelle varie fasi del suo sviluppo. Il nostro obiettivo è consentire ai ciclisti di godere dell’esperienza di pedalare, senza incorrere in rischi e con la tranquillità di una protezione aggiuntiva. Quello che ci piace fare è impegnarci a offrire un senso di maggiore comfort e performance, consentendo a tutti coloro che si trovano in bicicletta di vivere appieno la propria passione per il ciclismo».

GEKO

AURUM in Italia: si avvia una precisa strategia di crescita 

09.07.2024
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Il marchio spagnolo di biciclette AURUM, fondato dagli ex campioni Alberto Contador e Ivan Basso, sta guadagnando una notevole popolarità in Italia. Questo successo è testimoniato non solo dall’adozione delle biciclette AURUM da parte del team Polti Kometa, ma anche dalle recenti iniziative di espansione commerciale del brand. In particolare, AURUM ha lanciato una versione completamente in italiano del proprio sito web, rendendo i propri prodotti e servizi ancora più accessibili ai ciclisti “di casa nostra”.

Per consolidare ulteriormente la propria presenza nel mercato italiano, AURUM ha deciso di partecipare all’edizione 2024 dell’Italian Bike Festival. Questa prestigiosa manifestazione, che si terrà dal 13 al 15 settembre al Misano World Circuit di Misano Adriatico, offre agli appassionati di ciclismo l’opportunità di esplorare le ultime innovazioni del settore. AURUM non solo esporrà le proprie biciclette, ma permetterà anche di testare su strada la nuova Magma, il modello di punta della collezione.

E’ stata avviata una strategia per ampliare il proprio mercato, compresa anche l’Italia
E’ stata avviata una strategia per ampliare il proprio mercato, compresa anche l’Italia

La Nuova Magma

«La nuova Magma è ancora più veloce, aerodinamica e integrata – dichiarano dal dipartimento R&D di AURUM – un modello che rappresenta l’apice di anni di esperienza accumulata da Contador e Basso nelle competizioni professionistiche, combinata con l’avanzata ricerca e sviluppo del brand nel campo del design e della produzione in fibra di carbonio. La nuova Magma non è solo il risultato di prove su strada e feedback ricevuti dai ciclisti di tutto il mondo, ma anche di un continuo miglioramento basato sulle prestazioni della prima generazione del modello.

La Magma è progettata per essere una bicicletta ad alte prestazioni, adatta a qualsiasi tipo di percorso e capace di eccellere in salita, in discesa e sul piano. Con un telaio che pesa appena 780 grammi nella taglia 54, AURUM è in grado di assemblare una bicicletta completa dal peso di appena 6,5 chilogrammi. Questo equilibrio tra rigidità, comfort, leggerezza, controllo e aerodinamica rende la Magma una scelta perfetta per tutti i ciclisti che lo desidereranno».

Produzione artigianale e personalizzazione

Un aspetto distintivo delle biciclette AURUM è il loro processo di produzione artigianale. Ogni telaio subisce una pulizia approfondita e una levigatura precisa prima dell’applicazione di un “primer” e uno strato di base specificamente formulato per la fibra di carbonio. Successivamente, si applicano gli adesivi personalizzati e la verniciatura finale, eseguita a mano da tecnici esperti.

Nel quartier generale di AURUM a Pinto, vicino Madrid, ogni telaio destinato all’area di assemblaggio porta il nome del cliente finale, permettendo ai montatori di adattare le misure e le caratteristiche di ogni bicicletta alle esigenze specifiche dell’utente. Questo livello di attenzione e personalizzazione garantisce un prodotto esclusivo e di alta qualità. Le biciclette AURUM vengono poi assemblate individualmente, evitando catene di montaggio, e imballate in modo sostenibile considerando la destinazione finale.

Ivan Basso e Alberto Contador, fondatori e proprietari di AURUM
Ivan Basso e Alberto Contador, fondatori e proprietari di AURUM

Il mercato italiano, e di conseguenza la partecipazione all’Italian Bike Festival, rappresentano un’opportunità unica per AURUM di dimostrare l’eccellenza dei propri prodotti e di rafforzare il proprio legame con gli appassionati. Con la nuova Magma, AURUM continua a innovare e a elevare gli standard nel mondo del ciclismo, offrendo biciclette che combinano prestazioni di livello con una cura artigianale a dir poco maniacale.

Aurum

Per Italian Bike Festival è già 2024: ecco le nuove date

30.10.2023
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Per l’Italian Bike Festival la stagione 2024 è già iniziata. Il settimo “round” del grande evento internazionale dedicato al mondo della bicicletta e della mobilità slow, organizzato da Taking Off con il supporto concreto di APT Servizi Emilia-Romagna, si svolgerà difatti il prossimo anno da venerdì 13 a domenica 15 settembre 2024. E per la terza volta consecutiva Italian Bike Festival verrà organizzato all’interno del funzionale Misano World Circuit di Misano Adriatico (Rimini).

Italian Bike Festival, un’autentica fiera “outdoor” ad ingresso gratuito che lo scorso settembre ha richiamato oltre 53.000 visitatori, si consolida dunque come un vero e proprio punto di riferimento per appassionati, buyer e operatori economici del settore. E questo grazie all’innovativo format espositivo, alla possibilità di partecipare ai bike test predisposti dalle aziende espositrici e ad un articolato programma di incontri d’approfondimento e di attività dinamiche e formative per un coinvolgimento totale sia degli appassionati così come di tutta la famiglia.

Italian Bike Festival si è confermato come una straordinaria occasione per generare network, per rafforzare il proprio legame con il grande pubblico e per presentare al mercato le proprie novità. 

Il picco di visitatori nell’edizione del 2023 di IBF lo si è avuto il sabato: con 22.000 presenze
Il picco di visitatori nell’edizione del 2023 di IBF lo si è avuto il sabato: con 22.000 presenze

Numeri da capogiro

Nel dettaglio, i numeri dell’ultima edizione 2023 sono stati davvero impressionanti: oltre 600 i brand presenti, 17 i Paesi di provenienza degli espositori, più di 25.000 i bike test effettuati durante la manifestazione, 300 i media accreditati, 20 gli incontri d’approfondimento che si sono svolti all’interno della nell’Arena Talk Turismo coinvolgendo oltre 50 qualificati speaker protagonisti del mondo bike.

Oltre il 50% del pubblico è arrivato da Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Veneto, e Trentino Alto-Adige. Il 10,5% da Lombardia, Piemonte, Val D’Aosta e Liguria. Il 29,3% da Toscana, Umbria, Lazio e Marche. Il restante 6,1% è giunto a Misano Adriatico dalle regioni del Centro-Sud Italia e dalle Isole. I visitatori stranieri sono stati il 4% del totale, con provenienze da Spagna, Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Svezia e Danimarca. Il picco d’affluenza del pubblico è stato invece registrato sabato 16 settembre con ben 22.000 ospiti!

La domenica è stata la giornata della Granfondo che ha accolto tantissimi partecipanti
La domenica è stata la giornata della Granfondo che ha accolto tantissimi partecipanti

Nel confermarsi un appuntamento imperdibile per negozianti, addetti ai lavori ed operatori professionali, l’edizione 2023 di Italian Bike Festival ha inoltre dato voce all’industria con gli Stati Generali della Bicicletta: la tappa conclusiva del circuito Be Off-Cycling Meeting Hub, ovvero quattro tavole rotonde con l’intervento di ventisei relatori che hanno parlato di Bike Economy, Sport, Smart City e Lifestyle. Contando dirette streaming, e visioni successive, è stata ad oggi superata la quota di 1.200 visualizzazioni.

Italian Bike Festival

Esclusiva LEM, gli occhiali da bici graduati per davvero

28.09.2023
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MISANO ADRIATICO – Ancora da Italian Bike Festival, questa volta con un’idea che potrebbe cambiare la visione del mondo per coloro che vanno in bici con le lenti a contatto o applicando nei modi più disparati le lenti oftalmiche all’interno di mascherine sportive. L’idea l’ha messa sul banco LEM, azienda che porta lo storico nome dei caschi per moto disegnati e prodotti negli anni 70 da Romano Magnani (Lavorazione Elmi Magnani), detto il Gufo. Solo che accanto ai caschi, nello stand di LEM abbiamo notato dei nuovi occhiali LEMi e qui la novità è veramente importante e stravolge il concetto della lente oftalmica applicata al mondo degli occhiali sportivi.

Il Gufo era il soprannome di Romano Magnani, creatore del marchi LEM: un aggancio con la storia
Il Gufo era il soprannome di Romano Magnani, creatore del marchi LEM: un aggancio con la storia

Il coraggio di LEM

Contrariamente a quanto avviene altrove, qui la lente oftalmica è integrata nella mascherina. Le lenti sono eaborate con tecnologie Maximum Free Form altamente personalizzate che utilizzano prismi rotazionali per compensare l’elevata curvatura che avvolge il design delle lenti, ottimizzando l’esperienza visiva per chi lo indossa. Le doppie lenti vengono iniettate utilizzando una formula esclusiva di policarbonato che supera tutte le specifiche ANSI ed EN, incluso l’impatto di massa elevato per applicazioni militari/tattiche di sicurezza/ASTM e MilSpec.

«LEM è attenta a tutte quelle che sono le tecnologie innovative che permettono di migliorare le performance degli atleti – spiega Paolo Sotti di LEM – una volta effettuata la visita oculistica, i dati vengono inviati al team Maximus che produce una lente esclusiva customizzata per il cliente».

Gli occhiali hanno lenti Maximus, ma disegno e tenologia LEM
Gli occhiali hanno lenti Maximus, ma disegno e tenologia LEM

Brevetto americano

Le lenti sono prodotte da Maximus Optic, azienda USA, che nel 2022 ha lanciato Maximus Rx Shield, la prima mascherina integrata con lenti oftalmiche. Le lenti sono disponibili monofocali e progressive, garantiscono una visione ottimale offrendo una migliore gestione della luce e un peso ridotto al minimo. In condizioni estreme come richiede il mondo dello sport. Le tecnologie adottate sono in grado di elaborare l’85 per cento delle prescrizioni, con il preciso intento di coprire a breve ogni esigenza.

«Negli ultimi tre anni – spiegano Patrick Hussey, co-fondatore/direttore di Maximus Optic e Massimo Vedani, responsabile commerciale Europa – abbiamo lavorato a stretto contatto per affinare e perfezionare le nostre tecnologie Maximus Rx Lens con un gruppo mirato di importanti ingegneri ottici, marchi sportivi, professionisti dell’ottica e atleti, con grande successo. Le nostre scoperte tecniche più recenti includono le prime collezioni di protezioni prescrittive polarizzate e fotocromatiche sul mercato: lenti fotocromatiche Zeus polarizzate e Velocity dotate di una speciale tecnologia a film sottile sviluppata internamente in X Lab».

LEM produce anche caschi, tuttavia la vera novità di IBF 2023 sono stati gli occhiali
LEM produce anche caschi, tuttavia la vera novità di IBF 2023 sono stati gli occhiali

Una vera svolta

La sensazione immediata è quella di trovarsi di fronte a una tecnologia che cambierà per sempre il mondo e le prestazioni degli atleti che necessitano di lenti oftalmiche durante le loro attività sportive. LEM è sempre stato e sarà a fianco degli atleti amatori e professionisti del mondo della bici e dello sport a 360 gradi.

Per informazioni

paolo@lemi-wear.eu

Oxyburn Shelter, l’intimo che mette d’accordo tutti

26.09.2023
3 min
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MISANO ADRIATICO – Oxyburn è strada, running, gravel, MTB e tanto altro. Oltre a questo è anche il supporto per il ciclista che vuole prepararsi per il cambio di stagione con un intimo completo e performante sotto ogni punto di vista. In occasione dell’Italian Bike Festival abbiamo incontrato Jacopo Pea, titolare di Oxyburn, che ci ha fatto scoprire la maglia Shelter. Un capo unico, dall’anima versatile per mantenere un microclima corporeo sempre ideale. 

Ultraleggera e versatile

La Shelter si distingue per la sua costruzione con tessuto ultraleggero, in grado di mantenere una termoregolazione costante. La struttura a microrete auto ventilante accelera la traspirazione del sudore lasciando il corpo asciutto anche nelle attività più intense. La totale assenza di cuciture e le finiture a taglio vivo sono una garanzia di comfort assoluto.

«La Shelter – dice Pea – è un intimo primo strato invernale. Abbiamo utilizzato la tecnologia che già applicavamo sui prodotti a taglio vivo indemagliabili per l’estivo traforato, quindi con il polipropilene Dryarn all’interno. Un tessuto che ha la capacità di espellere in tempi rapidissimi il sudore e il calore in eccesso verso l’esterno.

«Ci sono – spiega – due pregi da sottolineare. Il primo è che offriamo una maglia che ha un vantaggio per il rivenditore perché è taglia unica.  Il secondo è la sua caratteristica di essere indemagliabile. Il consumatore se trova la manica più lunga di 3 cm e vuole averla più corta, taglia l’indumento e senza nessun problema, questo prende la nuova forma mantenendo le stesse caratteristiche».

Il collo alto protegge per un utilizzo costante e prolungato
Il collo alto protegge per un utilizzo costante e prolungato

Sempre asciutta

Lo strato a contatto con la pelle è batteriostatico e anallergico, realizzato in polipropilene Dryarn. Un materiale che oltre ad essere tecnico facilita la versatilità di questa maglia su più fronti.

«La sua costruzione – prosegue Pea – e l’utilizzo del Dryarn permette di veicolare sudore in eccesso, calore, umidità immediatamente verso l’esterno, mantenendo la pelle sempre asciutta. All’esterno è presente un nylon microfibra per dare più durabilità all’indumento nell’utilizzo e una sagomatura anatomica che è tipica e necessaria nel ciclismo. Il colletto è alto per fornire una protezione completa. Anche qui, vige la stessa caratteristica, se l’utente vuole il collo accorciato e farlo diventare un girocollo può utilizzare la forbice e tagliare senza pensieri.

«La Shelter – conclude – gode ovviamente di un bodymapping ad hoc per il ciclista. Ci sono dei punti di traspirazione al centro dello sterno. Poi abbiamo le forature laterali per migliorare l’evaporazione del sudore. Infine, sulla parte posteriore della schiena è presente una micro foratura, anche questa studiata per agevolare la termoregolazione. Il range di temperature va da 10 fino a 40 gradi. Questo capo lo stiamo testando con due squadre che sponsorizziamo. Ci tengo a precisare che tutto sta alla capacità dell’utilizzatore di abbinare anche dei gusci esterni aggiuntivi per creare il proprio microclima ideale».

Oxyburn

Abbiamo pedalato con Hinault sulle strade del Tour 2024

22.09.2023
5 min
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CESENATICO – Alla scoperta del prossimo Tour de France pedalando con la leggenda Bernard Hinault (in apertura con Davide Cassani e Gianmaria Manghi, Capo della Segreteria Politica della Presidenza della Regione Emilia Romagna). Le strade italiane si tingono di giallo e l’Emilia Romagna si è tirata a lucido per presentare la Grand Départ 2024 in un contesto frequentatissimo come l’Italian Bike Festival di Misano Adriatico.

Alcuni media privilegiati poi, hanno potuto persino cominciare a scoprire in prima persona alcuni degli scorci che nel luglio dell’anno venturo si riempiranno di tifosi per una prima volta storica.

Foto ricordo per l’autore con Hinault davanti alle tappe italiane del prossimo Tour
Foto ricordo per l’autore con Hinault davanti alle tappe italiane del prossimo Tour

Base a Cesenatico

Mai avrei pensato un giorno di trovare come compagno di pedalate il Tasso. Così tenace e scaltro quando macinava vittorie su vittorie (5 Tour, 2 Vuelta e 3 Giri per limitarsi alle grandi corse a tappe), tanto disponibile e cordiale nel weekend in cui è stato l’ospite illustre dell’European Media Cycling Contest, la gara per gli operatori della comunicazione di tutto il Vecchio Continente pazzi per le due ruote.

Ci siamo ritrovati nell’accogliente Lungomare Bike Hotel di Cesenatico e nella città del mio mito d’infanzia: Marco Pantani. Anche il primo cittadino Matteo Gozzoli è venuto a farci un rapido saluto e a condividere qualche chilometro con noi, prima di rientrare alla base per non perdersi il Memorial Pantani che si sarebbe concluso a pochi metri da lì proprio quel pomeriggio.

Subito spettacolo

Tra un aneddoto e l’altro di Davide Cassani, animatore del folto plotone e giocherellone con qualche scatto simulato, ci siamo avviati verso la prima asperità di giornata, Montemaggio, una delle salite che i corridori affronteranno il 29 giugno 2024, nel corso della prima tappa da Firenze a Rimini.

«Sono convinto che sarà subito spettacolo», commenta Bernard prima di arrampicarsi sornione sulle rampe inziali. Ancor più affascinante però è la salita successiva verso San Marino, con l’arrivo regale tra le mura: una passerella che Vingegaard e compagni non potranno godersi ma che noi, invece, assaporiamo rifacendoci gli occhi. 

Nonostante i suoi 68 anni, Bernard non molla un colpo e ha la stessa voglia di pedalare di quando si è avvicinato sulle due ruote a 17 anni.

«Ho fatto le prime gare e le ho vinte, così ho proseguito», ci ha raccontato con naturalezza. Dodici vittorie su 20 al primo anno, roba da predestinati, e non a caso oltre ai successi a raffica nei grandi giri già citati, sono poi arrivati anche la consacrazione mondiale, una Roubaix, due Lombardia e due Liegi. 

Il gruppo dei giornalisti europei di ciclismo ha posato con Hinault a Cesenatico per celebrare le giornate romagnole
Il gruppo dei giornalisti europei di ciclismo ha posato con Hinault a Cesenatico per celebrare le giornate romagnole

Fra Evenepoel e Pogacar

Sulla grande partenza del Tour 2024 proclama: «L’Italia è un Paese di ciclisti e sono sicuro che sarà una festa fantastica per i tifosi. Siete fortunati perché il vostro territorio offre di tutto, dalla pianura alle grandi montagne, ce n’è per tutti i gusti. Questa Grand Départ sarà molto insidiosa e, come l’ultima Vuelta, obbligherà i big a fare la corsa sin dalle prime tappe. Stiamo vivendo in una generazione di giovani fenomeni, mai vista, e sono sicuro che daranno vita a uno show favoloso». 

Chi di loro si avvicina di più a Hinault? Il diretto interessato risponde così: «Ce ne sono due. Remco Evenepoel perché è un combattente, capace di vincere classiche e grandi Giri. Ma quello che si avvicina più ai campioni del passato, che mi fa pensare anche a gente come Merckx e Moser, è Pogacar. Vince le classiche a inizio stagione, è protagonista al Tour e poi ancora nelle corse di fine stagione. E’ il più completo».

Sosta con visita allo Spazio Pantani di Cesenatico e incontro con Tonina
Sosta con visita allo Spazio Pantani di Cesenatico e incontro con Tonina

Il vascone di Pantani

Tutti quelli che ci incontrano, lo riconoscono e subito chiedono una foto ricordo. Una delle più belle però è quella che facciamo sulla strada del ritorno, durante la sosta a Sant’Arcangelo di Romagna, dove viene a trovarci Stefano Serra, storico meccanico di Pantani alla Giacobazzi dal 1988 al 1991.

«Non lontano da qui – comincia a raccontare – c’è il vascone dove Marco si lavava tutto dopo le pedalate più calde. Poi lui non portava mai dietro la borraccia. Mi ricordo quando a 15 anni mi ha incontrato e mi ha detto: “Te sei Serra della Giacobazzi? Lo sai che da grande voglio fare il corridore?”. Quando gli ho detto che per farlo doveva andare forte, lui mi ha subito rassicurato. Aveva ragione. Lo sapete che, quando si fermava per una sosta, nascondeva le valvole delle ruote tra le forcelle, per paura che qualcuno gli sgonfiasse le gomme?». 

Anche Hinault ha girato nel velodromo Fausto Coppi di Cesenatico, che sarà inaugurato domani
Anche Hinault ha girato nel velodromo Fausto Coppi di Cesenatico, che sarà inaugurato domani

L’abbraccio con Tonina

La pedalata si conclude a Cesenatico, ma le emozioni proseguono il giorno successivo. Gli instancabili organizzatori dell’Emcc si inventano una cronometro di una dozzina di chilometri all’interno nel nuovo velodromo intitolato a Fausto Coppi, che verrà inaugurato ufficialmente sabato 23 settembre in occasione del weekend della Nove Colli. Un altro regalo poter essere i primi a calcarlo e trovarsi nello stesso ordine di partenza di Monsieur Hinault.

Si diverte eccome Bernard a coprire 10 giri in questo piccolo gioiello d’asfalto che nei prossimi anni consacrerà i nuovi campioni della terra del Pirata. A proposito di Marco, non si poteva proprio non passare allo Spazio Pantani e lì all’ingresso, ad aspettarci, ci sono mamma Tonina e papà Ferdinando.

«Posso abbracciarti?» chiede Tonina a Bernard dopo le strette di mano istituzionali. Il campione francese sorride e annuisce. «Marco è un campione indimenticabile, che ha marcato la sua epoca»: il suo pensiero.

Due fuoriclasse così diversi e così vicini, entrambi nel libro di storia di quel Tour che l’anno prossimo avrà tinte italiane. Stiamo già contando i giorni che ci separano alla festa tutta gialla tra Toscana, Emilia Romagna e Piemonte.

Il nuovo corso di Sidi fra marketing e grandi artigiani

20.09.2023
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MISANO ADRIATICO – Massimiliano Mirabella è il nuovo direttore marketing di Sidi, inserito in azienda all’inizio della scorsa primavera. L’incontro di cui vi raccontiamo si svolge nella rutilante e calda atmosfera di Italian Bike Festival, dove le aziende sfoggiano il meglio delle collezioni. Il mondo del marketing è cambiato così tanto che, mentre un tempo le fiere erano il momento per tirare fuori le novità, nell’era di internet c’è una fiera ogni giorno. Per cui siamo sommersi quotidianamente di novità e dei relativi embargo: date limite prima delle quali è vietato mostrare quel che si vede.

In casa Sidi si può parlare di tutto, perché la chiara intenzione è quella di tenere aperte le porte e mostrare il lusso aggiunto del marchio: la produzione interna che consente ogni tipo di personalizzazione. E’ chiara la volontà di portare modernità dove il punto di forza è invece rappresentato dalla tradizione. Il passaggio di Paolo Bettini e il confabulare su un modello di scarpini dà l’idea dell’interazione fra azienda e utenti.

Nello stand di Sidi all’Italian Bike Festival l’intera collezione, da spiegare a curiosi e appassionati
Nello stand di Sidi all’Italian Bike Festival l’intera collezione, da spiegare a curiosi e appassionati
Di cosa ha bisogno un’azienda radicata come Sidi?

Parliamo di una realtà che ha tradizione e la capacità unica di fare prodotti. Siamo qui per continuare il suo percorso e ampliarlo. Il bello di Sidi è la sua storicità, portata avanti da maestranze che sono da anni in azienda e hanno la capacità di creare oggetti pensati per durare nel tempo. Sono loro il valore che vogliamo preservare.

In quale misura la spinta dei marchi stranieri costringe un marchio di tradizione ad accelerare o cambiare strada?

Noi abbiamo la nostra direzione, cioè quella di continuare a produrre una scarpa di estrema quantità, che ti consenta nel tempo di avere una migliore esperienza di pedalata. Vogliamo mantenerla e abbiamo la fortuna di avere un patrimonio di atleti che ci consente costantemente di sviluppare prodotti. Quando sono in ufficio, ogni settimana passa qualche leggenda del ciclismo.

I campioni sanno valutare meglio un prodotto?

C’è una rete di testimonial privilegiati che hanno diverse competenze e diverse esperienze per i vari settori. Abbiamo anche tester che sono persone normalissime, perché bisogna ascoltare tutte le istanze. Le informazioni che riusciamo a raccogliere si traducono nel prodotto. Altre aziende hanno processi più lunghi, perché devono spedire il lavoro dall’altra parte del mondo. Qui c’è un andirivieni costante, quindi si riesce a lavorare su dettagli microscopici che però fanno una grandissima differenza.

Quanto dura la gestazione di un nuovo modello?

Anche un paio d’anni, proprio perché c’è la lunga fase dello sviluppo. In altri mondi, tipo quello della moto, può durare anche tre anni, perché ci sono più stampi da fare.

Invece a livello di marketing, quali sono i valori che si vogliono legare a Sidi?

Non siamo qua per stravolgere Sidi, proprio perché ci piace quello che Sidi ha sempre rappresentato. Quindi l’idea è mantenere questa grandissima capacità di realizzare scarpe che non siano soltanto alla moda, ma offrano comfort e soluzioni a chi va in bicicletta. Negli anni Sidi ha portato soluzioni poi riprese da tutti. La prima tacchetta aggiustabile, i primi rotori, la prima suola in carbonio… Erano le istanze dei ciclisti e la nostra azienda ha trovato le soluzioni. L’idea è continuare in quella direzione, quella di un prodotto di valore fatto per durare nel tempo, che porti veramente un beneficio.

Sidi