Primo attore da junior, ora in gruppo. La scuola di Scalco

31.03.2023
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Dov’è finito Matteo Scalco? Miglior azzurro ai mondiali juniores 2022, protagonista assoluto della stagione italiana con le perle delle vittorie al GP Sportivi Loria, alla Corrubio-Montecchio e al Trofeo Buffoni, il corridore di Thiene è scomparso un po’ dai radar. Niente di preoccupante, è un prezzo che si paga al cambio di categoria. Il veneto infatti è approdato nelle file della Green Project-Bardiani-Csf-Faizané per affrontare la sua prima stagione U23 e chiaramente paga l’apprendistato.

Sondando il suo umore, ci si accorge di come il non comparire in alto negli ordini di arrivo non lo preoccupi, anzi. Sa bene che queste gare gli sono servite molto più di qualsiasi vittoria. Come sa anche che tutto è nato proprio dalla sua stagione 2022.

Scalco è al primo dei due anni di contratto con la Green Project-Bardiani. Per ora gare solo all’estero
Scalco è al primo dei due anni di contratto con la Green Project-Bardiani. Per ora gare solo all’estero

«Finora è stata un’annata molto più che positiva – racconta – considerando il fatto che nessuna corsa è stata semplice. La squadra aveva impostato un calendario impegnativo, tutto fatto di prove nazionali, alla fine ho conquistato 3 vittorie e altri 6 podi ma soprattutto è stato importante per crescere. Il team aveva sposato un programma impegnativo proprio con questo obiettivo».

E come giudichi i tuoi inizi?

Diciamo che sono partito col piede giusto, andando abbastanza bene nelle poche corse che ho fatto considerando che sono state solo 7, tutte tra Croazia e Slovenia. Erano però corse elite, quindi ho affrontato gente molto esperta, lavorando per la squadra. Per certi versi non è cambiato molto il leit motiv: continuo ad apprendere.

Nei 7 giorni di gara fra Croazia e Slovenia, Matteo si è messo a disposizione dei compagni più esperti
Nei 7 giorni di gara fra Croazia e Slovenia, Matteo si è messo a disposizione dei compagni più esperti
Che differenze hai trovato?

Molte, è un modo di correre parecchio diverso. Intanto ci sono ore in più, il ritmo è profondamente diverso e soprattutto cambia nel corso della stessa giornata. Quando si apre il gas si “mena”, non puoi certo nasconderti…

Approdando alla Green Project e soprattutto nella categoria superiore cambia anche il concetto di ciclismo che diventa più sport di squadra…

Vero, ma già alla Borgo Molino questa impostazione c’era, soprattutto mentalmente. Ci si aiutava in corsa, capitava anche di lavorare per un compagno. E’ chiaro però che qui è tutto diverso, ci sono scelte consolidate, come all’Istrian Spring Trophy dove si lavorava tutti per Martinelli che alla fine ha sfiorato il podio. Le corse sono sicuramente più “gestite” di quanto avveniva prima.

Scalco Loria 2022
Uno dei successi del 2022, al GP Sportivi Loria (foto Francesco Cecchin)
Scalco Loria 2022
Uno dei successi del 2022, al GP Sportivi Loria (foto Francesco Cecchin)
Il fatto di non essere più così in alto negli ordini di arrivo ti pesa?

No, sapevo che passando di categoria si tornava un po’ nei ranghi inizialmente. Sono al primo anno, devo imparare tanto. Non bisogna dimenticare poi che questo è un anno delicato perché ho ancora la scuola, gli esami a giugno e questo influisce sugli allenamenti. Ad esempio in inverno le ore disponibili per uscire in bici prima del buio non sono state molte, considerando la scuola. Anche questo è un pedaggio da pagare.

La scuola influisce anche sulle scelte di gare da affrontare?

Un po’. Il calendario è abbastanza “soft”, per me come per altri due ragazzi che sono nella mia stessa condizione. Affrontiamo gare di un livello non esagerato. Ad esempio in Croazia e Slovenia abbiamo trovato corridori più esperti e questo un po’ mi ha fatto effetto. Ora toccherà alle classiche del nostro calendario di categoria, come Trofeo Piva, Giro del Belvedere, Corsa di San Vendemiano… Poi a maggio si andrà sui Carpazi per una corsa a tappe di 5 giorni.

Scalco aveva chiuso il 2022 con numerosi exploit. Ai mondiali era stato 14°
Scalco aveva chiuso il 2022 con numerosi exploit. Ai mondiali era stato 14°
A prescindere dai risultati, anche a livello fisico stai notando cambiamenti?

Sì, innanzitutto per un fattore fisico considerando che ho 18 anni. Sono cresciuto ancora in altezza e do più attenzione al peso: fino allo scorso anno era affidato un po’ alle nozioni che girano in gruppo, ora c’è un nutrizionista che mi segue e i cambiamenti si sentono. Poi è cambiata anche la preparazione. Ora mi segue Paolo Artuso che ha adattato le tabelle alla mia età e alla categoria, con più volumi e intensità. E’ chiaro come detto che questo è un anno atipico, ma gli effetti già li vedo dal punto di vista prestativo.

Parlavi prima di corsa a tappe. Tu lo scorso anno hai colto più risultati nelle prove in linea, ma hai anche portato a casa un 2° posto al Giro della Valdera. Ti senti portato per le gare di più giorni?

E’ una domanda che mi pongo anch’io. Da junior ne ho affrontate solo 3, poco per poter avere una risposta chiara. Credo di avere un buon recupero e questo è un punto a favore, poi dipende molto dai percorsi. Staremo a vedere, sono curioso di saperlo.

Il “nuovo” Martinelli, corsa a piedi e tanta potenza

18.03.2023
5 min
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Bastano pochi istanti, ascoltando la sua voce, per capire che è un Alessio Martinelli diverso da quello dello scorso anno. I problemi non erano stati pochi nella sua prima stagione alla Green Project Bardiani CSF Faizané, ma il corridore di Sondalo ha voltato pagina e ha ripreso con vigore quel cammino verso la conferma delle tante aspettative riposte su di lui, come una delle grandi speranze per riavere un corridore italiano adatto ai grandi Giri.

Martinelli viene dalla quarta piazza finale all’Istrian Spring Trophy, sfida istriana frequentata da corridori di buon livello (era gara 2.2 Uci) tutti giovani come lui. Gara con molti devo team e con molti ragazzi intenzionati a mettersi subito in evidenza per impressionare soprattutto i propri dirigenti. Più che il risultato, il valtellinese ha però messo l’accento su un altro aspetto.

«Ci riflettevo anche in corsa – afferma Martinelli – era da tempo che non mi divertivo così, ma è qualcosa che fa parte della squadra quest’anno e me ne ero accorto già a inizio stagione».

In Istria i corridori hanno trovato un clima difficile: qui la grandinata nel pieno della prima tappa
In Istria i corridori hanno trovato un clima difficile: qui la grandinata nel pieno della prima tappa
I tuoi risultati in Croazia non sono stati una sorpresa, è già da inizio stagione che vai forte…

A dir la verità mi aspettavo qualcosa in più dalla gara istriana. Ero partito per fare classifica, la corsa la conoscevo essendoci stato lo scorso anno. Il prologo era appena un assaggio, un chilometro in tutto, ho perso 4” e andava bene così. Il primo giorno effettivo è stato invece un disastro, climaticamente parlando: grandine e fulmini a più non posso, un freddo terribile.

E poi?

La tappa successiva era quella decisiva, noi abbiamo sempre tirato, in salita avevo gestito bene la situazione pensando al finale, ma sul pavé dissestato non mi sono trovato bene e ho perso il contatto con i primi. Nella frazione conclusiva abbiamo provato a raddrizzare la situazione ma ormai era impossibile, la Jumbo-Visma controllava tutto.

Anche con il team Development si ha la sensazione che gli olandesi abbiano una marcia in più. Hai notato se hanno l’abitudine a tenere la corsa bloccata?

Non direi, anzi nelle prime tappe correvano un po’ nascosti, poi quando Tijmen Graat si è preso la tappa decisiva, hanno messo in funzione tutte le tattiche di controllo. Sicuramente si vede che hanno un’abitudine maggiore a correre fianco a fianco con i grandi, sono gestiti esattamente come la squadra maggiore. Ma anche noi che facciamo attività di categoria all’estero, notiamo molti progressi. Occasioni come queste servono proprio per imparare a correre come un professionista.

Nelle prime uscite il valtellinese ha sofferto il freddo. Qui al Laigueglia, dove si è ritirato
Nelle prime uscite il valtellinese ha sofferto il freddo. Qui al Laigueglia, dove si è ritirato
Riguardandoti indietro, pensi che la stagione scorsa sia stata deficitaria o c’è qualcosa da salvare?

Molto direi, io non sono deluso. Fino al Giro dell’Appennino sono andato forte, poi lo strappo al polpaccio ha cambiato tutto. Se stai fermo per un mese, ripartire poi è difficile. L’Avenir è stato la mia ultima corsa, proprio pensando a quel che avevo passato ho staccato prima la spina per affrontare meglio l’inverno e i risultati ora si vedono. Ma comunque ho portato a casa tre vittorie che rappresentano comunque una crescita.

Che cosa è cambiato in quest’inverno?

Ho preso due chili di muscoli e stanno influendo molto, in positivo. Pedalando alla soglia mi accorgo che spendo meno energie in pianura e a cronometro. Inoltre ho aumentato un po’ la distanza in allenamento, continuando quel cammino di crescita ragionata che è alla base dell’impostazione scelta dal mio preparatore Omar Beltran.

La Green Project Bardiani ha lavorato molto per Alessio in Croazia, provando il colpo grosso
La Green Project Bardiani ha lavorato molto per Alessio in Croazia, provando il colpo grosso
Quei due chili li hai presi in palestra?

No, Omar è contrario. Abbiamo fatto molti lavori di forza in bicicletta, abbinandoli a esercizi a corpo libero e i risultati ci sono stati. Inoltre – e questa è stata una novità per me – ho corso molto a piedi, a ottobre e novembre abbinando le uscite podistiche agli allenamenti specifici. Serviva a far salire bene i battiti del cuore, con sedute fino a 40-50 minuti: all’inizio il batticuore era tanto, poi si è andato stabilizzando.

Effettuavi lavori specifici a piedi?

Cercavamo di ripetere un po’ l’impostazione in bici, ad esempio 30” a tutta e 30” piano. Ho raggiunto anche velocità medie di 4’ al chilometro che so essere molto apprezzabile. Per ora comunque non conto di emulare gente come Van Aert e Yates che hanno fatto anche la maratona, anche se da bambino avevo iniziato a fare sport proprio con la corsa. Io quando chiudo la stagione ciclistica ho bisogno di rilassarmi, pensare a tutt’altro. Magari chissà, a fine carriera…

Mondiali 2019, l’azzurro è secondo, qui il podio con Simmons e Sheffield, ora già affermati pro’
Mondiali 2019, l’azzurro è secondo, qui il podio con Simmons e Sheffield, ora già affermati pro’
Tutti ti vedono come uno specialista da corsa a tappe, ma ti senti davvero tale?

Diciamo che è un giudizio esterno, io credo di poter far bene anche nelle corse d’un giorno. Certamente il recupero è una delle mie doti migliori, ma in corse con strappi brevi e ripetuti io sono convinto di poter dire la mia. Esattamente come avveniva da junior, quando sono stato secondo ai mondiali. Infatti nelle prime classiche spagnole d’inizio stagione non ero andato male.

Hai una corsa specifica alla quale punti?

Voglio sicuramente essere in forma per il Giro Under 23, farlo come si deve puntando alla classifica, ma non corro pensando a quello. Ogni gara è un obiettivo, io quando parto voglio far bene sempre e d’altro canto è quello che anche la squadra vuole.