Cyclocross World Championships 2023, Wout Van Aert, Mathieu Van der Poel

Cinque testa a testa: Wout e Mathieu col contagocce

03.12.2025
6 min
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Van der Poel è arrivato per primo anche nel comunicare le sue presenze nel cross. Appena pochi giorni però ed è arrivata anche la lista della… spesa di Wout Van Aert e fra Belgio e Olanda è iniziato il gioco degli incroci. Ebbene, rispetto a quello che è accaduto negli inverni immediatamente successivi al Covid (quando quei due sembravano macchine infaticabili), i testa a testa saranno soltanto cinque.

Anversa (Coppa del mondo) il 20 dicembre.

Hofstade (X2O) il 22 dicembre.

Louenhout (X2O) il 29 dicembre.

Mol il 2 gennaio.

Zonhoven (Coppa del mondo) il 4 gennaio.

Sono otto le gare di cross scelte da Wout Van Aert per l’inverno, poi si concentrerà sulla strada
Sono otto le gare di cross scelte da Wout Van Aert per l’inverno, poi si concentrerà sulla strada

Van Aert a piccole dosi

Per entrambi l’annuncio è stato accompagnato da una serie di annotazioni da cui si capisce che i tempi sono cambiati: probabilmente l’età della spensieratezza è finita. Uno deve fare i conti con l’invadenza di Pogacar, l’altro con risultati non sempre all’altezza.

«Wout ci ha sottoposto la sua proposta abbastanza presto – spiega Mathieu Heijboer, capo dei tecnici alla Visma Lease a Bike – e non c’è stato tanto da discutere. Sappiamo cosa serve per fare bene, senza che questo sminuisca la stagione su strada. C’è un tacito accordo sul rispetto dei ritiri, ma ad esempio, non sarà possibile che partecipi a quello in Spagna fra l’8 e il 16 dicembre.

«Abbiamo pianificato otto gare di ciclocross, tutte in Belgio. Non è una coincidenza: vogliamo ridurre al minimo i tempi di viaggio per non aumentare carico e affaticamento. Allo stesso modo pensiamo che tre giorni di gara di fila siano eccessivi, come sforzo e per la salute, per cui Wout si concentrerà al massimo su doppiette. In questo periodo dell’anno, è necessario anche allenarsi con molto volume e deve esserci il tempo per farlo».

Van der Poel indosserà anche quest’anno la maglia iridata, riconquistata a Lievin lo scorso anno
Van der Poel indosserà anche quest’anno la maglia iridata, riconquistata a Lievin lo scorso anno

La polmonite di Van del Poel

Per quanto riguarda Van der Poel, pare che l’olandese abbia ancora gli strascichi della polmonite del Tour o così ha detto suo padre Adrie per spiegare il fatto che da luglio in poi, Mathieu abbia vinto una tappa al Renewi Tour e poi si sia fermato che era ancora agosto.

«Ci lotta da molto tempo – ha detto Adrie – non era solo un raffreddore. Dopo il Tour, si è riposato per due settimane. Quando ha ripreso, continuava a lamentarsi di non sentirsi ancora come prima e in gara era molto deluso. Al Renewi Tour, ad esempio, è arrivato secondo, ma continuava a non essere brillante. Anche per questo si è fermato e ha ripreso ad allenarsi molto lentamente. Ci sono obiettivi importanti l’anno prossimo ed è meglio recuperare a dovere prima di ricominciare.

«Mathieu si sente molto meglio da qualche settimana, lo capisco dai messaggi che mi manda. Sono andato a trovarlo in Spagna tre settimane fa e si vede che ha un obiettivo. Aveva un bel sorriso, esce in maglia e pantaloncini. Tornerà quando si sentirà in grado di competere per la vittoria».

La presenza dei due campioni fa schizzare il numero dei tifosi (tutti paganti) che seguono le gare di cross
La presenza dei due campioni fa schizzare il numero dei tifosi (tutti paganti) che seguono le gare di cross

Miracoli al botteghino

A queste considerazioni di ordine tecnico devono attenersi gli organizzatori. Una volta ricevuti i calendari, che si tratti di Flanders Classics o di Golazo, sta a loro contattare i team manager dei campioni e cercare di capire in quali condizioni arriveranno e come le loro gare si incastreranno con il fitto programma dei ritiri invernali. Poi si mettono in contatto con i sindaci dei comuni in cui si svolgeranno le gare, perché è ovvio che tutti vogliano ospitare la sfida dei due. Questo da un lato significa spendere di più, ma anche avere una presenza di pubblico sensibilmente superiore.

«Se c’è al via uno fra Wout e Mathieu – ha spiegato a Het Nieuwsblad Christoph Impens di Golazo – il numero di spettatori cresce. Se si hanno entrambi, l’effetto è ancora maggiore. La gara di Mol senza di loro ha abitualmente intorno a 1.500 spettatori. Un anno l’abbiamo spostata al venerdì sera, all’inizio delle vacanze di Natale, e Wout e Mathieu sono partiti entrambi. Gli spettatori sono diventati 6.000. Lo scorso anno a Loenhout sono stati 15.800, un record».

Sul fronte dei costi, l’ingaggio dei due si aggira fra i 15 mila e i 20 mila euro ciascuno per ogni gara. «Devi potertelo permettere – commenta ancora Impens – ma i ricavi extra generati da Van Aert e Van der Poel di solito coprono i costi aggiuntivi. Potrebbero chiedere molto di più, ma non lo fanno e gliene siamo grati. Sono molto ragionevoli: dopo la pandemia, hanno fissato il prezzo e da allora non è cambiato quasi per niente».

Wout Van Aert non ha svolto allenamenti specifici per il cross, ma ha usato parecchio la bici da gravel
Wout Van Aert non ha svolto allenamenti specifici per il cross, ma ha usato parecchio la bici da gravel

Van Aert, mondiale forse

L’ultimo nodo da sciogliere riguarda il mondiale di Hulst. Lo scorso anno Wout escluse che avrebbe partecipato alla sfida di Lievin, invece si infilò nel gruppo all’ultimo momento e ottenne il secondo posto a 45 secondi da Van der Poel.

«Non è stato certo un gioco da parte nostra – dice Heijboer – la porta era chiusa finché Wout non l’ha improvvisamente aperta. Onestamente, in questo momento è socchiusa. Non ci stiamo concentrando sui campionati del mondo e non vogliamo nemmeno prendere una decisione definitiva al riguardo. Wout ha ricominciato ad allenarsi un po’ prima ed è in una forma migliore rispetto all’anno scorso. Allo stesso tempo, non ha ancora svolto molti allenamenti specifici per il cross, al massimo un po’ di gravel. Tecnicamente, non dovremo aspettarci troppo da lui nelle prime gare, ma sta migliorando».

Van der Poel si sta allenando in Spagna, in cerca della condizione migliore (immagine Instagram)
Van der Poel si sta allenando in Spagna, in cerca della condizione migliore (immagine Instagram)
Van der Poel si sta allenando in Spagna, in cerca della condizione migliore (immagine Instagram)
Van der Poel si sta allenando in Spagna, in cerca della condizione migliore (immagine Instagram)

Van der Poel, mondiale certo

Van der Poel invece concluderà la sua stagione di cross proprio ai mondiali, per andare a caccia dell’ottavo titolo iridato. Il percorso di Hulst, fa sapere suo padre, gli piace molto.

«Ci sono dei tratti nei prati – ha spiegato Adrie Van der Poel, vincitore a sua volta di un mondiale di cross – che quando piove possono diventare molto fangosi e sono sicuramente un problema per Wout. Ma a parte questo e le sfide fra i tifosi, il percorso deve essere buono e sicuro, e questi sono aspetti che a volte vengono trascurati».

Il debutto di Van der Poel sarebbe previsto per il 14 dicembre a Namur, prova di Coppa del mondo, ma è in forse per le condizioni di salute del campione del mondo. Peccato che nessuno dei due sarà presente domenica prossima alla prova di Terralba, in Sardegna. Il pubblico italiano lo avrebbe certamente apprezzato.

Lo strano esordio di Roglic alla ricerca del ritmo gara

05.03.2022
4 min
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Mentre si corre la Strade Bianche, le classiche sono sempre più nel vivo e un po’ tutti hanno iniziato a correre (salvo Van der Poel e Bernal), ci si chiede a che punto sia la preparazione di Primoz Roglic.

Il campione sloveno rispetto allo scorso anno ha già attaccato il numero sulla schiena. Ha preso parte infatti alla Faun-Ardèche Classic e alla Drome Classic, due corse di un giorno a fine febbraio. Due eventi insoliti per lui e così isolati che chiaramente sono parte integrante della preparazione.

Ed è forse la prima volta che vediamo Roglic andare ad una gara per prepararsi. Ha concluso al 26° posto la prima gara e al 28° la seconda. Non troppo lontano dalla testa.

Ne abbiamo parlato direttamente con Mathieu Heijboer, il coach della Jumbo Visma che segue Roglic.

Mathieu Heijboer è il preparatore che segue Roglic da diversi anni (foto Jumbo-Visma)
Mathieu Heijboer è il preparatore che segue Roglic da diversi anni (foto Jumbo-Visma)
Mathieu, quest’anno Primoz ha iniziato la sua stagione un po’ prima del solito. L’anno scorso è partito con la Parigi-Nizza: perché? Vuole un miglior picco di forma in vista delle classiche delle Ardenne?

Volevamo che Primoz facesse una gara per essere più pronto per le prime frenetiche tappe alla Parigi-Nizza (6-13 marzo, ndr). Sebbene l’anno scorso non fosse nei guai, sentiva di aver bisogno di un po’ più di ritmo gara per essere completamente pronto per la Parigi-Nizza, che è sempre molto intensa.

C’è qualcosa che hai cambiato nella sua preparazione? 

No, quest’anno non abbiamo cambiato cose significative nei suoi allenamenti. Ha invece iniziato la preparazione di questo 2022 con un livello migliore rispetto al 2021.

Chiaro, l’anno scorso ha avuto un finale di stagione più lineare… Toglici una curiosità: perché Primoz corre a piedi?

E’ sempre stata parte della sua preparazione. Una sua abitudine. Correre, fare jogging o semplicemente una breve passeggiata al mattino presto sono cose che gradisce.

Stare nel gruppo e “farsi tirare” il collo: di questo aveva bisogno Roglic per completare la preparazione invernale
Stare nel gruppo e “farsi tirare” il collo: di questo aveva bisogno Roglic per completare la preparazione invernale
Quanto è cresciuto il suo “motore” negli ultimi anni?

E’ difficile definire tutto ciò in numeri, ma posso dire che in termini di potenza Primoz sta ancora migliorando in allenamento. Anche dopo essere stato uno dei migliori corridori del WorldTour per diversi anni.

Tu, Mathieu, segui Primoz da vicino: come fai a sapere quando sta davvero bene?

All’inizio della sua carriera con noi, a volte poteva mostrare segni di insicurezza o di non sentirsi bene. Ma negli ultimi anni sembra essere perfettamente in equilibrio. Primoz è sempre felice di salire e scendere dalla bici. Resta modesto quando vince le gare e al tempo stesso è umile e riconoscente quando i suoi concorrenti sono più forti. Perciò non è molto facile trovare segnali chiari nel suo stato di forma, se sia buono o non buono.

C’è qualche lavoro specifico che non gli piace e qualcuno che invece ama particolarmente?

Non esiste uno specifico che non gli piaccia o un altro che gli piaccia davvero. In generale posso dire che le sessioni intensive, i lavori più duri, non sono i suoi preferiti, tuttavia sa bene che sono necessari. Ma di base gli piace davvero stare in bicicletta. Stare all’aria aperta, nella natura. E quindi per me può mantenere questo livello a lungo.

Roglic è sempre sorridente. Chi lo conosce sa che appena può si “rifugia” in famiglia
Roglic (classe 1989) è alla sua 10ª stagione da professionista

E poi la Sanremo…

E’ quindi un fatto l’impenetrabilità di Roglic. A volte anche il suo coach è quasi in difficoltà nell’interpretare il suo stato di forma: chissà come sarebbe difficile il suo lavoro senza i numeri del potenziometro. 

Detto ciò, dalla disamina di Heijboer emergono due elementi: l’esigenza di mettere nelle gambe un po’ di ritmo gara e la stato di partenza migliore del 2022.

Apparentemente le due cose sono contrastanti. Se sta meglio, Primoz non avrebbe bisogno di correre, in realtà però bisogna capire che cosa significhi questo stare meglio. E’ più magro? La sua base aerobica è migliore? E’ migliorato nell’esplosività?

Dall’altra parte c’è l’esigenza di allenarsi un po’ di più. Di fatto Roglic va per i 33 anni e rispetto ai suoi principali contender è un “vecchietto”. E si sa che con il passare degli anni bisogna sempre implementare un po’ il volume di lavoro. Correndo di più Primoz mostra grande intelligenza.

Una cosa è certa: Roglic ha puntato il dito sulla Parigi-Nizza, gli altri sono avvertiti. E poi occhio: è inserito nella lista per la Sanremo, corsa che in carriera ha affrontato una sola volta, nel 2017, quando non era il Roglic attuale. Come la vorrà interpretare? Quali scenari tattici si aprono con Van Aert per la Jumbo Visma?